Il principale la segretaria tuttofare e il nipotino
di
Nealviam
genere
incesti
Estate 1998, nell'ufficio dell’ Azienda di trasporti che dirigevo, il caldo era insopportabile e solo mandando i condizionatori a tutta potenza riuscivamo a trovare un po' di refrigerio.
Squillò il telefono, Teresa la segretaria rispose: era Carlo, il nostro autista nonchè suo marito. Era andato in Abruzzo a consegnare ma ci avvertiva che a causa di un guasto elettrico del camion, abbastanza grave, aveva dovuto fermarsi nel paesino dove aveva effettuato la consegna ed aspettare che l'unico meccanico della zona arrivasse a L'Aquila a reperire i pezzi di ricambio. Morale della favola non sarebbe rientrato prima di mezzanotte. Presi il telefono e lo tranquillizzai, dicendogli che non c'era problema, che gli sarebbero state pagate le ore in più, e che soprattutto avrei aspettato al capannone che rientrasse in modo da poterlo riaccompagnare a casa, visto che le corriere che avrebbero dovuto riportare lui e Teresa al paese a pochi kilometri da Roma in cui abitavano, a quell'ora di certo non passavano.
Chiusa la telefonata dissi a Teresa che se non voleva aspettare fino a tardi l'avrei fatta riaccompagnare subito dall'altro autista, m lei gentilmente declinò l'offerta, dicendomi che preferiva aspettare al magazzino.
" Dai Boss, non mi va che resti da solo qui, ti faccio un po' di compagnia." Teresa era una bravissima ragazza, 34 anni, brava, educata, efficiente, Non era prorpio una top model, una gran bellezza: bassina, rotondetta, ma molto sexy. Look sempre molto curato, ben vestita, sempre ordinata e profumata. Insomma nel complesso era appetibile e molto. Aveva poi qualcosa che mi stuzzicava: oltre ad una bella quarta di seno, era pelosissima. Tanto che lei stessa ci scherzava sopra, raccontando che consumava lamette più lei del marito. Così a volte mi trovavo a fantasticare che doveva avere una vera foresta in mezzo alle gambe.
Non avevo mai provato a portarmela a letto, non era mio costume avere relazioni "pericolose" sul lavoro: rompere la barriera fra principale e dipendente era sempre causa di guai.
L’ufficio doveva essere ben separato dal privato, per evitare inutili complicazioni, ma da certe battute e da certe allusioni ero convinto che ci sarebbe sicuramente stata. Più di una volta in confidenza mi aveva raccontato che Carlo, il marito, era un bravissimo uomo, un marito perfetto ma a letto era un disastro: la montava e basta, senza fantasia, senza preoccuparsi mai se lei fosse soddisfatta o no. Io cercavo sempre di glissare, invitandola ad avere pazienza, invitandola a consultare un sessuologo insieme a Carlo che magari avrebbe potuto aiutarli. Finiva sempre che lei scrollava le spalle sconfortata, scuotendo la testa, nella convinzione che mai Carlo avrebbe accettato, visto che si considerava un grande stallone.
Arrivato l'orario di chiusura, parcheggiati i furgoni e andati via gli altri autisti, ci rifugiammo al fresco del mio ufficio. " Allora Terry, ce la ordiniamo una pizza ?" " Una pizza ? Ma certo, adesso chiamo "Prontopizza" e ce la facciamo portare" Chiamò subito, ordinando pizze, fritti, e 3 bottiglie grandi di birra gelata" Rimasi sorpreso dalle 3 birre, non l'avevo mai vista bere alcolici. " Ma che mi vuoi far ubriacare ? Guarda che poi perdo il controllo " Stavo solo scherzando era solo una battuta, ma lei mi rispose in modo repentino: " Magari.....così facciamo follie....." lo disse ridendo, ma con un sorrisetto che mi fece pensare.
Mentre aspettavamo le pizze, parlammo del più e del meno: di lavoro, delle prossime ferie, del suo progetto di avere un bambino: poi improvvisamente mi disse: "Peccato che proprio stasera Carlo faccia tardi, avevo in programma una seratina speciale. Peccato"
Sempre rimanendo sul piano della battuta le risposi" AH ! una serata di sesso, sfrenato....Porcelloni ! Vabbè rimanderai a domani "
Mi soprese di nuovo :" Beh, in un certo senso.....ti posso dire una cosa senza che ti scandalizzi ? " " Dio mio e che sarà mai ? Sono abbastanza grandicello comunque...dimmi se vuoi " " Ecco ho noleggiato un dvd porno e volevo vederlo insieme a Carlo per stimolarlo un po', per fargli capire che si possono fare tante cose a letto. Tu hai fatto mai qualcosa del genere ? Pensi che sia sconveniente ?" Ero un po' in imbarazzo, lo confesso, ma la rassicurai: in fondo non c'era niente di male, se poteva servire a migliorare la loro intesa sessuale. In realtà , non so perché, ma cominciai a sentire un certo formicolio all'altezza della patta dei pantaloni. " Dai magari se me lo dicevi prima ti potevo consigliare sui "capolavori" del genere ehhehe" E lei anche un po'sfacciata e impudente " Veramente non è il primo che vedo....Carlo ne ha una collezione completa, solo che se li vede da solo, il porco, e si... insomma, hai capito. Fa finta di far tardi a vedere la tv e quando io sono andata a dormire...mette le video cassette ....e si fa le seghe...sì proprio le seghe, e io a letto che aspetto, tutta bella fresca e lavata pronta per farmi trombare " Si rese conto di essere stata un po' troppo"diretta" e mi chiese scusa. " Scusa Capo, ho perso il controllo, non è mia abitudine parlare in questo modo, sono veramente stressata, finirà che prima o poi gli metterò le corna" . Sentii il mio cazzo cominciare ad inalberarsi: quel suo linguaggio mi eccitava, la situazione mi eccitava. Il suono del videocifotono ci distolse da quei discorsi, erano arrivate le pizze. Liberammo una scrivania e ci sedemmo uno di fronte all'altro e consumammo la frugale e improvvisata cena a base di pizza e fritti vari. Chiacchierando del più e del meno ci scolammo le tre birre e pian piano la lingua di Terry divenne sempre più sciolta e disinibita. Capivo che aveva voglia di sfogarsi, ma ero anche sicuro che volesse stuzzicarmi, provocarmi.
"Sai una volta l'ho beccato: una sera che era stato a cena con amici è rientrato tardi e pensando che stessi già dormendo, se ne è andato direttamente in soggiorno a vedere la televisione. Io stavo alzandomi per dirgli di venire a letto, quando ho cominciato a sentire mugolii strani. Mezzo brillo com'era non si è reso conto di aver messo il televisore troppo alto. Allora mi sono avvicinata e senza farmi vedere ho sbirciato dalla porta: stava sbracato sul divano col pisello in mano e si segava guardando un film porno. Sono rimasta scioccata: sono tornata a letto e mi sono messa a piangere per l'umiliazione. Preferiva le seghe a me ,capisci ? Così il giorno dopo mi sono data da fare a frugare fra le sue cose e nell'armadio di metallo sul balcone dove tiene i ferri, ho trovato una decina di cassette porno. Beh, me le sono viste tutte e mi sono riccamente masturbata alla faccia sua. "
Non sapevo che dire, decisi di non gettare benzina sul fuoco ma mi limitai a generiche frasi di circostanza: "Dai vedrai che si tratterà di un momento di confusione mentale, gli passerà: sei una donna intelligente e troverai il modo di risolvere il problema."
“ Ma in realtà ho fatto di peggio l’ho tradito” La guardai sorpreso e mi venne istintivo chiedere “ Tradito e come , con chi ?” “ SE non ti scoccia te lo racconto, magari tu riesci a darmi se non l’assoluzione almeno una spiegazione” E sorridendo cominciò a raccontare.
“Nel mese di Marzo dell’anno scorso ho ospitato per alcuni giorni Roberto, un mio nipote , il figlio di mia sorella più grande ,che viveva nelle Marche.
Doveva partecipare ad un concorso pubblico a Roma per un impiego statale. Una sera tornai a casa dopo il lavoro: Carlo,come spesso accadeva , non c’era, mi aveva telefonato per avvertirmi che avrebbe fatto tardi con i suoi amici.
Appena arrivata, trovai la casa immersa in un silenzio totale. Non si sentiva volare una mosca. Eppure Roberto mi aveva assicurato che non si sarebbe mosso per ripassare le materie della prova orale del concorso
Mi avviai allora verso il salottino. La stanza era in penombra, illuminata a tratti dalla luce proiettata dal televisore, acceso senza il sonoro.
La porta era semiaperta. Mi avvicinai e, prima di spalancarla, mi bloccai perché attraverso la fessura vidi una scena che mi lasciò di sasso.
Roberto era adagiato sul divano completamente nudo. Il suo corpo muscoloso occupava tutto il mio campo visivo.
La testa era appoggiata all’indietro. Gli occhi erano chiusi.
Ma quello che mi colpì più di tutto fu la sua mano destra. Era saldamente attaccata al cazzo e si muoveva lentamente su e giù.
Mauri credimi, e scusa se sono diretta, spero che non mi giudicherai male, ma voglio sfogarmi , raccontare a qualcuno che possa comprendermi senza giudicare. Quello di Roberto era un magnifico esemplare di cazzo. La cappella turgida, lucida, già umida in punta, l’asta grossa, nodosa, quasi non stava nella sua mano.”
Tersa raccontava e io cominciavo a farmi tutta una serie di film porno in testa. Il mio di cazzo rispondeva alla grande. Ero arrapato e curioso di sentire come andava a finire la storia.
“Roberto non stava guardando nulla, ma dall’espressione del viso s’intuiva che stava immaginando fantastici scenari erotici.
Seguivo coinvolta e sconvolta la sua mano, scendere su e giù, e cominciai ad eccitarmi da stare male.
In pochi minuti fui completamente ipnotizzata dal suo cazzo.
Mi venne una gran voglia di toccarmi la fica, già abbondantemente fradicia. Mi accarezzai infilandomi tre dita dentro, mi toccai con violenza il seno, strizzai i miei capezzoli turgidi ormai duri e gonfi .
Mauri, te la dico tutta, a un certo punto ho perso il controllo e
dopo l’ennesimo strofinamento della fica, mi assalì una gran voglia di toccare quel cazzone di sentirlo tra le mani di strapazzarlo, baciarlo, leccarlo.
Pensiero e azione, si susseguirono automaticamente: mi inginocchiai ed entrai nella stanza gattonando.
Roberto continuava a segarsi a occhi chiusi. Quando gli fui a ridosso, finalmente potei vedere quella meraviglia mazza a distanza ravvicinata. Grossa, era veramente grossa, in erezione totale: la pelle era talmente tirata che potevo vedere le vene pulsare. I coglioni, grossi e pendenti, si muovevano al ritmo della mano.
Lentamente mi spogliai, via la camicetta, via la gonna, restando in reggiseno e mutande.
Mi accostai con la faccia per annusare l’odore del suo sesso. Nello stesso istante avevo ripreso a stimolarmi la fica.
Alla fine, travolta dalla mia eccitazione, impossibile da gestire, appoggiai le labbra sulla cappella, cominciai a leccarla e contemporaneamente
strinsi la mia mano attorno a quella di Roberto accompagnandola nella sega.
“Che cazzo? Zia ? Ma che cazzo!”
“SSSS ti prego! Lasciami fare! Ti prego!”
Roberto si era svegliato dal suo viaggio erotico mentale e sgranando gli occhi mi fissava stravolto, non sapendo che cosa dire. Mi guardava impacciato. Tentò togliermi la mano e scansarmi ma io strinsi il cazzo ancora più forte.
“Roby… ti prego! Lasciami fare! Ti prego ooooo”
Ero talmente eccitata di stringere in mano il suo cazzo, che in quel momento lo avrei ammazzato se solo mi avesse impedito di andare oltre.
L’effetto piacevole della sega stava comunque avendo la meglio.
Le mie mani continuarono il lavoretto al posto delle sue, e suo malgrado, un po’ alla volta stava abbassando la barriera di imbarazzo alzata a difesa delle sue ultime forze.
“Zia ! È… è sbagliato!
“Non m’importa nulla! Ho voglia di darti piacere! Di toccare questo cazzo meraviglioso! Lasciami fare!
“Io ti lascio fare!?Sei mia zia ! Ma mettiti nei miei panni”
“Ci sono! E allora?”
“Be! Se non ci vedi nulla di sbagliato! È tutto tuo!”
“mmmm così mi piace mmmmmmm”
Finalmente cedette. Mi sedetti al suo fianco completamente esposta sul suo ventre, a deliziarmi e a giocare con il suo cazzo duro.
Lo segavo, lo leccavo, lo succhiavo soppesando e leccando anche i suoi stupendi coglioni.
In quel momento era mio, solo mio e lo stimolavo in tutta la sua lunghezza, ingoiandolo fino in gola. Non mi sentivo in colpa, mi sentivo trascurata, e pensai che dopo tutto era colpa anche del mio uomo se ero arrivata quel punto di eccitazione.
Intanto mi godevo il cazzo di Roberto: anche se mi sarebbe piaciuto se anche lui avesse preso l’iniziativa, e
cominciato a dilettarsi con la mia fica. Per questo lo fissavo, cercando di fargli capire che avevo bisogno del contatto col suo magnifico corpo.. Che volevo essere scopata.
Finalmente la mano del caro nipotino si intrufolò nelle mie mutandine alla ricerca della fica. Fu un piacere immenso: gli apriì le cosce per facilitargli il compito. Mi accarezzò la fica prima delicatamente a mano a mano che cresceva la sua eccitazione con sempre più energia. Alla fine mi infilò tre dita dentro, bagnandosi del mio miele. Impazzivo dalla voglia. Volevo il suo cazzo.
Stringeva le tette e accarezzava il culo, perdendosi lungo i fianchi e le cosce. La mia bocca intanto pompava il suo cazzo senza tregua..
“ Zia mmmmm non c’è la faccio più mmmmmm”
Sentirlo ansimare mi dava una gran forza. Così aumentai il lavoro di bocca. Ad un certo punto le sue mani mi afferrarono la testa , e tenendola ferma, sentiì il cazzo che spingeva con energia dentro la mia gola. In pratica mi stava chiavando in bocca. Una sensazione eccezionale, conturbante, che Carlo mai mi aveva fatto provare.
“Mmmmm Zia , sììììì…. Sborro… sìììììì aaaaaaaaa mmmmmmmmm”
La crema uscì copiosa riempiendomi la gola e uscendo dai lati delle labbra. Il porcellino continuò a scoparmi in bocca fino all’ultima stilla di sperma. Ma quei preliminari non mi bastavano, volevo di più, volevo sentire quel cazzo riempirmi la fica, possedermi fino a farmi urlare.
E così presi l’iniziativa : gliel’ho preso in mano, e ho appoggiato la punta del cazzo sull’imbocco della mia fica bagnatissima di voglia. Il palo è entrato subito, una volta trovata la strada, ed io, di conseguenza, mi sono ritrovata ripiena di cazzo!!!
Lui mi chiavava con furia, io gli accarezzavo la schiena e lo pregavo di fare piano, non volevo che venisse subito, me lo volevo godere a lungo. A un certo punto mi fece girare a pecorina : mi aveva piazzato lui a novanta gradi, ormai rotto il ghaccio e disintegrati i tabù se la cavava benissimo da solo.
D’altra parte, sapeva cosa fare, di giornaletti porno di certo ne aveva sfogliati a centinaia.
Così non fui per niente sorpresa quando, dopo avermi fatto venire almeno quattro volte, con un cazzo ancora di marmo, mi chiese sfacciatamente: “ Ti voglio inculare zia, hai un culo fantastico”. Voleva farmi il culo: e
ho pensato che non avrebbe avuto senso mettere un limite alla mia bontà
sessuale.
Ma in fondo, come avrei potuto limitarmi ormai? Per come godevo e urlavo penso che fosse impossibile dare un taglio a quell’avventura dal sapore incestuoso. E forse era proprio quel sapore, così perverso, che mi ha portata fino al punto di far sborrare il piccolo porco nel mio buco del culo.
Mi trapanava selvaggiamente, bum, bum, bum, menava colpi di cazzo incredibilmente potenti, ancora bum, bum, bum, io ondeggiavo sotto le sue spinte e venivo, perché anche una frigida sarebbe venuta con un trattamento del genere, Mauri figurati quanto miele dalle ovaie ho buttato fuori io, che frigida non lo sono neanche un po’ e poi ero in astinenza da cazzo da un sacco tempo.
Roberto rimase una settimana: e fu una settimana a tutto sesso. Ogni volta che Carlo usciva ci davamo da fare. Po Il mio porcello ripartì dopo il concorso che non vinse. Ora si è trasferito in Australia come cuoco e non ci vediamo più. Scusami Mauri se ti ho raccontato il mio tradimento ma volevo sfogarmi.”
Il cazzo mi faceva male: ero super arrapato: Non avrei mai pensato che Teresa fosse una simile belva del sesso. Ma di certo non mi scandalizzavo: una donna trascurata è capace di tutto.
Cercai di raffreddare l’ambiente rincuorandola. “Non ti preoccupare Terry, anzi mi fa piacere che tu ti fidi di così tanto di me da raccontarmi una storia così intima”.
Non rispose nemmeno, chiuse l'argomento con un semplice sorriso, baciandomi sulla guancia. Finito di mangiare prendemmo il caffè della nostra macchina distributrice automatica e per finire in bellezza tirai fuori dal frigo bar dell'ufficio la bottiglia di Jack Daniels che offrivo ai clienti e ai fornitori che mi venivano a trovare. Stavo per offrirglielo quando lei con voce e sguardo provocante mi disse " AH ! Vuoi farmi bere... vuoi farmi ubriacare e per approfittare di me ..." Stavo per rispondere quando fu lei stessa, conoscendo come la pensavo a esprimere quello che stavo per dire " Dai scherzavo, lo so come la pensi, niente relazioni sul lavoro, mai confondere il piacere e il dovere " Sorrisi e confermai. " Infatti...E poi, è così banale il capo che si porta a letto la segretaria".. In realtà stavo pensando che quella sera avrei fatto volentieri un eccezione, uno strappo alla regola.
Liberammo la scrivania dai residui del pasto e ci sedemmo sul divanetto di fronte alla televisione corredata di videoregistratore. Avevo attrezzato quella postazione per i mondiali di calcio in Francia appena conclusi, per non perdermi le partite quando ero in ufficio e per rivederle quando ero fuori. Accendemmo distrattamente il televisore: trasmettevano un vecchio film comico su un matrimonio che si era trasformato in una farsa. A quel punto lei cominciò a raccontare del matrimonio di Enzo un nostro magazziniere che si era sposato pochi mesi prima con una donna che era il doppio di lui e che uscendo dalla chiesa era rovinosamente caduta fra le risate generali. Cominciammo a ridere al ricordo: soprattutto lei, su di giri per la birra e il whisky, non si fermava più. A un certo punto si alzò di scatto, correndo:verso il bagno " Porca miseria me la sto facendo sotto...." Si chiuse in bagno e ne uscì dopo 10 minuti: aveva gli slip in mano. " Ecco hai visto ? Me la sono fatta sotto, mi sono dovuta togliere gli slip " Cavolo pensai, questa ha voglia e cerca di provocarmi: il mio cazzo cominciò a reagire, non potei fare a meno di pensare alla macchia nera che doveva sotto la gonna. " Vabbe' dai tanto non ti vede nessuno e poi fra poco te ne vai a casa.." Non rispose nemmeno e si accomodò vicino a me, pericolosamente vicino a me. Scese uno strano silenzio fra noi, quasi di attesa. Fu lei a sorprendermi di nuovo " Senti non dirmi che sono sfacciata, ma che ne dici se mettiamo la cassetta che ho noleggiato e ci vediamo il porno, così mi rendo conto se ho scelto bene ?"
" Beh se ti va... perché no ?" Inserì la videocassetta e il film iniziò, il titolo era tutto un programma " Casalinga in calore" Istintivamente la guardai e lei subito " Sì lo so, l'ho scelto apposta, ehehehehe, l'ho trovato attinente a me " La storia era abbastanza banale, la solita casalinga insoddisfatta che si fa trombare da chiunque le capiti a tiro. La scena più hard era quella di due ragazzoni di colore venditori di tappeti che capitati a casa sua la riempivano in tutti i buchi. Terry era molto presa, silenziosa e attenta: io molto più concentrato sulle sue cosce scoperte, dopo che aveva scompostamente accavallato le gambe. "Ti piace ? Ti eccita ? " " Noooo...ma ti pare..." A me sembrava tutto il contrario invece. Sentivo il cazzo ormai durissimo, la situazione era davvero arrapante. E non poteva essere diversamente: una donna senza mutande accanto a me che si stava eccitando a guardare un porno. Era il momento di agire. Le appoggiai una mano sulla coscia e lei Falsamente sorpresa " Ma che fai, fermoooo ! " Ma io non mi fermai né lei fermò la mano. Salii ancora, e lei mise la sua mano sulla mia, ma invece di cercare di toglierla l'accompagnò verso la sua fica. La gonna ormai completamente su, finalmente scopriva quella fantastica foresta di peli. Era una della più belle fiche che avessi mai visto. Era già bagnata e si intravvedevano due carnose e gonfie grandi labbra. Abbandonò la testa sul divano ormai conscia di quello che stava per succedere mentre la mia mano accarezzava la sua fica grondante e ansiosa di essere soddisfatta. Le infilai due dita dentro: era stretta e calda. Terry mugolava di piacere.
Oramai ogni freno inibitore tra di noi era caduto ed io, accompagnai la sua mano per farle tastare il mio uccello attraverso i pantaloni.
La mano roteò nel punto critico, facendomi eccitare ancora più di quanto già lo fossi.
Le slacciai la camicetta mentre avvicinai il suo viso al mio e con la lingua le penetrai la bocca che sentii umida e carnosa; lei fece altrettanto con la sua per poi leccarmi le orecchie infilandoci anche la punta della lingua e mordendone i lembi.
Avvertii le sue dita che armeggiano attorno alla cintura e, una volta abbassata la cerniera, si insinuarono negli slip a cercare l’oggetto del desiderio.
Quando lo trovarono, lo afferrarono, lo strinsero, lo accarezzarono fino a farlo scivolare fuori dai pantaloni e segandomi con delicatezza. Le sfilai del tutto la camicetta,
abbassai il reggiseno e le tette mi esplosero davanti al viso: due bocce magnifiche. Iniziai a stringere e massaggiare i suoi grossi seni fiondandomi con la bocca a prendere in bocca un capezzolone e lo succhiai avidamente. Lei con una mano mi accarezzava i capelli e con l’altra tornò al mio cazzo per riprendere il gioco di prima. Le riempii le tette di saliva a forza di leccarle e succhiarle, e i capezzoli, duri, si arrossano a causa dei miei morsi.
A quel punto mi staccai da lei, mi misi in ginocchio le sollevai il culo e feci scivolare la gonna. Le aprii le gambe e mi ritrovai davanti allo splendido spettacolo di quel bosco incantato di peli nerissimi. Affondai la faccia in quel nido caldo e bagnatissimo ed iniziai a stuzzicarla con la lingua. Lei mi prese la testa e la spinse con forza tra le sue cosce in modo che potessi leccarla per bene.
Le leccai tutta la fica con la testa tra le sue gambe, allargate per rendermi più comoda l’operazione e con due dita aprii le labbra per andare ancora più a fondo. La sentii gemere, contorcersi per il piacere, ansimare.
Premevo la lingua proprio dove il clitoride fremeva di piacere. Terry ansimava sempre più forte. Una mano mi prese per i capelli e mi spinse ancora di più tra le sue gambe. Leccavo con avidità le grandi labbra e succhiavo con forza il clitoride.
Leccavo piano, poi ferocemente: rimanemmo così svariati minuti, ero come in trance e non riuscivo a staccarmi. Terry gemeva senza fermarsi. A volte ansimava lentamente, a volte emetteva dei gridolini, a volte delle grida vere quando accanto alla lingua infilai un dito che piano penetrava.
Continuai a leccarle la figa per più di un quarto d’ora…i suoi umori avevano bagnato il divano sotto di lei. Continuava a dirmi di non smettere, di continuare a leccare. Non lo diceva esplicitamente, ma mi stringeva le gambe attorno alla faccia e con le mani mi tratteneva.
“Sto per venire….oddio sto per venire!!”.
Continuai a leccarla con foga ma anche la mia mano continuava non darle tregua.
“Sto venendo, sto per avere un orgasmo” disse ad alta voce con molta fatica.
“Lasciati andare Terry, lasciati andare, lascia che il tuo corpo esploda ” le sussurrai all’orecchio.
Dopo qualche istante venne. Ansimò con forza mentre umori caldi fuoriuscivano dalla sua fica. Abbandonò la testa sulla spalliera del divano ancora tremante di piacere. Poi si girò verso di me e baciandomi mi ringraziò:" E' stato fantastico, era una vita che non godevo così, sei stato bravissimo."
A quel punto si inchinò per baciarmi il cazzo e, dopo averlo leccato con la lingua come fosse un gustoso gelato (non mancando di mordicchiarmelo) lo prese in bocca ed iniziò un lento ma deciso pompino.
Le strinsi la testa tra le mani, e l’accarezzai cercando di assecondarla nei movimenti di quel fantastico bocchino.
Il mio cazzo era teso come una quercia mentre me lo ciucciava. Erano quasi dieci minuti che ci giocava con la bocca.
La cappella liscia e lucida le entrava tutta in bocca e lei riusciva a cacciarsela fin quasi in gola. Continuava ad andare su e giù, prima leccandola sotto, poi in punta, poi tornando a prenderla tutta in bocca. Si fermava alla cappella mentre con la mano accarezzava l’asta oppure le palle raccogliendole nella mano e massaggiandole con tocchi lievi. Mi sentivo vicino a scoppiare ma mi trattenevo; lei lo capì e continuò a lavorare bene il mio cazzo aumentando il ritmo dei suoi tocchi, avvolgendo al sua lingua intorno alla cappella e guardandomi dritta negli occhi mentre spompinava. Andava più veloce ma io volevo aspettare ancora; le trattenni il capo mentre uscivo dalla sua bocca. Uno mio schizzo accennò ad uscire e la colpì sopra il labbro; ma riuscii a trattenermi mentre lei cercava di avvicinare le labbra al mio cazzo, famelica come sempre. Non ci riuscì e si lecco il po’ di sperma che le stava scorrendo sul labbro.
- Dai... fammelo succhiare ti prego... vienimi in bocca! Dammi il cazzo …ti prego”
Mi scongiurò cercando nuovamente di avvicinare le sue labbra carnose al mio cazzo.
La trattenni finchè sentii che potevo riprendere senza venire subito. Quando glielo diedi riprese con energia dopo aver ripulito la cappella dei residui di sperma che erano fuoriusciti.
Inziai a rilassarmi e durai ancora un po’; la verga era sempre più tesa e la cappella sempre più grossa. Sentivo il piacere della sua lingua mentre mi leccava e succhiava. Era meravigliosa e cominciò a muoversi di nuovo veloce, per rallentare improvvisamente e concentrarsi sulla punta del glande, poi sulla corona, poi sull’intera lunghezza dell’asta fino ad inglobare tutta la testa della mia verga fra le labbra fino in gola. Ricominciò ritmicamente e in modo sempre più veloce a scorrere lungo la cappella con le sue labbra umide e carnose; era decisa a farmi venire ed ormai non sarei certamente riuscito a fermarmi. Iniziai a rilassarmi pronto all’inevitabile e attesa sborrata. Il culmine si avvicinava, Teresa iniziò a stringere l’asta e succhiare sempre più avidamente il glande. Quando sentì la tensione e le contrazioni del mio cazzo pulsante, fece uscire la cappella dalla bocca e la poggiò sulla sua lingua che aveva tirato fuori docilmente. Dovette aspettare solo un attimo prima di ricevere la prima schizzata questa volta libera e copiosa. Le entrò in bocca diretta; socchiuse le labbra ma le riaprì subito e avvolse con la lingua la cappella che stava ancora schizzando. Ero pieno perché non scopavo da un paio di giorni e la sborra le riempì presto la bocca e prese ad uscire dal lato mentre lei continuava a spompinare. Iniziai a grugnire di piacere mentre lei continuava a succhiare; si staccò e l’ultimo fiotto la colpì in viso e le colò lungo il collo. Cacciò un urletto e sorrise contenta poi me lo riprese fra le labbra terminando il suo lavoro. Ricacciò fuori una parte dello sperma facendolo colare sul cazzo poi ingoiò quello che rimaneva in bocca e ritornò sul cazzo per raccogliere quello che aveva sputato e ingoiarlo. Avrei voluto avere una telecamera per immortalare quella scena. Teresa si era dimostrata una superba bocchinara e una porca coi fiocchi. Rimase ancora un po' col cazzo in bocca poi io le sollevai il viso e ci baciammo: le nostre bocche erano ancora piene del sapore dei nostri succhi.
Appoggiò soddisfatta la testa sulla mia spalla mentre le dicevo sorridendo: " Cavolo Terry, per essere una casalinga insoddisfatta e inesperta fai dei pompini fantastici" " Beh, a Carlo piacciono molto, quelle poche al volte al mese che facciamo sesso. E comunque è una cosa che ho imparato da ragazza. Quando non volevo darla a qualcuno per soddisfarlo glielo succhiavo. Però a Carlo non piace leccare: mentre tu sei stato grande. Ho avuto un orgasmo fantastico" Si alzò andò in bagno a sistemarsi e lavarsi, e si riaccocolò vicino a me. Guardai l'orologio, erano già le undici e Carlo sarebbe rientrato intorno a mezzanotte: e io non avevo nessuna intenzione di finire la serata con il pompino. La volevo scopare. La baciai di nuovo poi le misi una mano sulla nuca e delicatamente la spinsi verso il mio cazzo " NOn penserai che la serata finisca qui vero ? Fallo resuscitare, ho voglia di scoparti"
Girò la testa verso di me replicando sorridente " Ci mancherebbe....non esci di qui se non mi trombi..." Si chinò e ingoiò d'un colpo il mio uccello. Cominciò a leccare con arte sopraffina fino farmelo di nuovo diventare duro, mentre io le stuzzicavo il clito. Quando si rese conto che il cazzo era ben duro ruppe gli indugi si posizionò a cavalcioni su di me, puntò il cazzo con la sua fica e lentamente si impalò. Prese a muoversi, mentre io le strizzavo i capezzoli e mi colmò i palmi di quella carne soda, rotonda. Mi venne in mente che ero senza preservativo ma lei, come se mi avesse letto nel pensiero, disse:
“Non preoccuparti, sborrami dentro, prendo la pillola”.
Succhiai con avidità un capezzolo, mentre lei mi cavalcava come una cavallerizza, emettendo gridolini di piacere. Cambiava di continuo il ritmo, cercando la mia lingua, puntando il mio sguardo per leggermi, per cogliere eventuali segni di cedimento. Mi cavalcava con violenza, mentre leccava e ciucciava il mio dito medio, stringendolo forte in mezzo ai denti. Entrambi volevamo che durasse il più possibile e nessuno dei due voleva soccombere all’altro.
Si muoveva come un’ossessa, veramente affamata di cazzo, ed io sentivo che ormai stavo per esplodere. Sentivo l’uccello gonfiarsi a dismisura dentro di lei. Terry iniziò ad ansimare più velocemente pregandomi di affrettare i tempi, ché era lì lì per venire, anche lei.Beh, la verità era che che non aspettavo altro. Stavo per schizzare . Riuscii a dare altri due o tre colpi , la sentii urlare mentre veniva, e finalmente le scaricai nella fica tutto il mio piacere. Un orgasmo lungo, pieno, completo. Si abbandonò spossata sul mio petto, felice e soddisfatta.
Mi baciò profondamente e di nuovo trovò il modo di sorprendermi : Guardandomi più maliziosa e provocante che mai mormorò “La prossima volta lo voglio sentire nel culo…”
“La prossima volta?” domandai io
“Certo..vuoi mica che finisca qui…”
“Allora domani ti voglio in gonna e senza mutandine…come stanotte mi accontenti?”
“Vedremo…”
Facemmo appena in tempo a rivestirci : arrivò il marito. Si baciarono e io pensavo che il giorno dopo...il giorno dopo.....
IL giorno dopo è la seconda puntata
Squillò il telefono, Teresa la segretaria rispose: era Carlo, il nostro autista nonchè suo marito. Era andato in Abruzzo a consegnare ma ci avvertiva che a causa di un guasto elettrico del camion, abbastanza grave, aveva dovuto fermarsi nel paesino dove aveva effettuato la consegna ed aspettare che l'unico meccanico della zona arrivasse a L'Aquila a reperire i pezzi di ricambio. Morale della favola non sarebbe rientrato prima di mezzanotte. Presi il telefono e lo tranquillizzai, dicendogli che non c'era problema, che gli sarebbero state pagate le ore in più, e che soprattutto avrei aspettato al capannone che rientrasse in modo da poterlo riaccompagnare a casa, visto che le corriere che avrebbero dovuto riportare lui e Teresa al paese a pochi kilometri da Roma in cui abitavano, a quell'ora di certo non passavano.
Chiusa la telefonata dissi a Teresa che se non voleva aspettare fino a tardi l'avrei fatta riaccompagnare subito dall'altro autista, m lei gentilmente declinò l'offerta, dicendomi che preferiva aspettare al magazzino.
" Dai Boss, non mi va che resti da solo qui, ti faccio un po' di compagnia." Teresa era una bravissima ragazza, 34 anni, brava, educata, efficiente, Non era prorpio una top model, una gran bellezza: bassina, rotondetta, ma molto sexy. Look sempre molto curato, ben vestita, sempre ordinata e profumata. Insomma nel complesso era appetibile e molto. Aveva poi qualcosa che mi stuzzicava: oltre ad una bella quarta di seno, era pelosissima. Tanto che lei stessa ci scherzava sopra, raccontando che consumava lamette più lei del marito. Così a volte mi trovavo a fantasticare che doveva avere una vera foresta in mezzo alle gambe.
Non avevo mai provato a portarmela a letto, non era mio costume avere relazioni "pericolose" sul lavoro: rompere la barriera fra principale e dipendente era sempre causa di guai.
L’ufficio doveva essere ben separato dal privato, per evitare inutili complicazioni, ma da certe battute e da certe allusioni ero convinto che ci sarebbe sicuramente stata. Più di una volta in confidenza mi aveva raccontato che Carlo, il marito, era un bravissimo uomo, un marito perfetto ma a letto era un disastro: la montava e basta, senza fantasia, senza preoccuparsi mai se lei fosse soddisfatta o no. Io cercavo sempre di glissare, invitandola ad avere pazienza, invitandola a consultare un sessuologo insieme a Carlo che magari avrebbe potuto aiutarli. Finiva sempre che lei scrollava le spalle sconfortata, scuotendo la testa, nella convinzione che mai Carlo avrebbe accettato, visto che si considerava un grande stallone.
Arrivato l'orario di chiusura, parcheggiati i furgoni e andati via gli altri autisti, ci rifugiammo al fresco del mio ufficio. " Allora Terry, ce la ordiniamo una pizza ?" " Una pizza ? Ma certo, adesso chiamo "Prontopizza" e ce la facciamo portare" Chiamò subito, ordinando pizze, fritti, e 3 bottiglie grandi di birra gelata" Rimasi sorpreso dalle 3 birre, non l'avevo mai vista bere alcolici. " Ma che mi vuoi far ubriacare ? Guarda che poi perdo il controllo " Stavo solo scherzando era solo una battuta, ma lei mi rispose in modo repentino: " Magari.....così facciamo follie....." lo disse ridendo, ma con un sorrisetto che mi fece pensare.
Mentre aspettavamo le pizze, parlammo del più e del meno: di lavoro, delle prossime ferie, del suo progetto di avere un bambino: poi improvvisamente mi disse: "Peccato che proprio stasera Carlo faccia tardi, avevo in programma una seratina speciale. Peccato"
Sempre rimanendo sul piano della battuta le risposi" AH ! una serata di sesso, sfrenato....Porcelloni ! Vabbè rimanderai a domani "
Mi soprese di nuovo :" Beh, in un certo senso.....ti posso dire una cosa senza che ti scandalizzi ? " " Dio mio e che sarà mai ? Sono abbastanza grandicello comunque...dimmi se vuoi " " Ecco ho noleggiato un dvd porno e volevo vederlo insieme a Carlo per stimolarlo un po', per fargli capire che si possono fare tante cose a letto. Tu hai fatto mai qualcosa del genere ? Pensi che sia sconveniente ?" Ero un po' in imbarazzo, lo confesso, ma la rassicurai: in fondo non c'era niente di male, se poteva servire a migliorare la loro intesa sessuale. In realtà , non so perché, ma cominciai a sentire un certo formicolio all'altezza della patta dei pantaloni. " Dai magari se me lo dicevi prima ti potevo consigliare sui "capolavori" del genere ehhehe" E lei anche un po'sfacciata e impudente " Veramente non è il primo che vedo....Carlo ne ha una collezione completa, solo che se li vede da solo, il porco, e si... insomma, hai capito. Fa finta di far tardi a vedere la tv e quando io sono andata a dormire...mette le video cassette ....e si fa le seghe...sì proprio le seghe, e io a letto che aspetto, tutta bella fresca e lavata pronta per farmi trombare " Si rese conto di essere stata un po' troppo"diretta" e mi chiese scusa. " Scusa Capo, ho perso il controllo, non è mia abitudine parlare in questo modo, sono veramente stressata, finirà che prima o poi gli metterò le corna" . Sentii il mio cazzo cominciare ad inalberarsi: quel suo linguaggio mi eccitava, la situazione mi eccitava. Il suono del videocifotono ci distolse da quei discorsi, erano arrivate le pizze. Liberammo una scrivania e ci sedemmo uno di fronte all'altro e consumammo la frugale e improvvisata cena a base di pizza e fritti vari. Chiacchierando del più e del meno ci scolammo le tre birre e pian piano la lingua di Terry divenne sempre più sciolta e disinibita. Capivo che aveva voglia di sfogarsi, ma ero anche sicuro che volesse stuzzicarmi, provocarmi.
"Sai una volta l'ho beccato: una sera che era stato a cena con amici è rientrato tardi e pensando che stessi già dormendo, se ne è andato direttamente in soggiorno a vedere la televisione. Io stavo alzandomi per dirgli di venire a letto, quando ho cominciato a sentire mugolii strani. Mezzo brillo com'era non si è reso conto di aver messo il televisore troppo alto. Allora mi sono avvicinata e senza farmi vedere ho sbirciato dalla porta: stava sbracato sul divano col pisello in mano e si segava guardando un film porno. Sono rimasta scioccata: sono tornata a letto e mi sono messa a piangere per l'umiliazione. Preferiva le seghe a me ,capisci ? Così il giorno dopo mi sono data da fare a frugare fra le sue cose e nell'armadio di metallo sul balcone dove tiene i ferri, ho trovato una decina di cassette porno. Beh, me le sono viste tutte e mi sono riccamente masturbata alla faccia sua. "
Non sapevo che dire, decisi di non gettare benzina sul fuoco ma mi limitai a generiche frasi di circostanza: "Dai vedrai che si tratterà di un momento di confusione mentale, gli passerà: sei una donna intelligente e troverai il modo di risolvere il problema."
“ Ma in realtà ho fatto di peggio l’ho tradito” La guardai sorpreso e mi venne istintivo chiedere “ Tradito e come , con chi ?” “ SE non ti scoccia te lo racconto, magari tu riesci a darmi se non l’assoluzione almeno una spiegazione” E sorridendo cominciò a raccontare.
“Nel mese di Marzo dell’anno scorso ho ospitato per alcuni giorni Roberto, un mio nipote , il figlio di mia sorella più grande ,che viveva nelle Marche.
Doveva partecipare ad un concorso pubblico a Roma per un impiego statale. Una sera tornai a casa dopo il lavoro: Carlo,come spesso accadeva , non c’era, mi aveva telefonato per avvertirmi che avrebbe fatto tardi con i suoi amici.
Appena arrivata, trovai la casa immersa in un silenzio totale. Non si sentiva volare una mosca. Eppure Roberto mi aveva assicurato che non si sarebbe mosso per ripassare le materie della prova orale del concorso
Mi avviai allora verso il salottino. La stanza era in penombra, illuminata a tratti dalla luce proiettata dal televisore, acceso senza il sonoro.
La porta era semiaperta. Mi avvicinai e, prima di spalancarla, mi bloccai perché attraverso la fessura vidi una scena che mi lasciò di sasso.
Roberto era adagiato sul divano completamente nudo. Il suo corpo muscoloso occupava tutto il mio campo visivo.
La testa era appoggiata all’indietro. Gli occhi erano chiusi.
Ma quello che mi colpì più di tutto fu la sua mano destra. Era saldamente attaccata al cazzo e si muoveva lentamente su e giù.
Mauri credimi, e scusa se sono diretta, spero che non mi giudicherai male, ma voglio sfogarmi , raccontare a qualcuno che possa comprendermi senza giudicare. Quello di Roberto era un magnifico esemplare di cazzo. La cappella turgida, lucida, già umida in punta, l’asta grossa, nodosa, quasi non stava nella sua mano.”
Tersa raccontava e io cominciavo a farmi tutta una serie di film porno in testa. Il mio di cazzo rispondeva alla grande. Ero arrapato e curioso di sentire come andava a finire la storia.
“Roberto non stava guardando nulla, ma dall’espressione del viso s’intuiva che stava immaginando fantastici scenari erotici.
Seguivo coinvolta e sconvolta la sua mano, scendere su e giù, e cominciai ad eccitarmi da stare male.
In pochi minuti fui completamente ipnotizzata dal suo cazzo.
Mi venne una gran voglia di toccarmi la fica, già abbondantemente fradicia. Mi accarezzai infilandomi tre dita dentro, mi toccai con violenza il seno, strizzai i miei capezzoli turgidi ormai duri e gonfi .
Mauri, te la dico tutta, a un certo punto ho perso il controllo e
dopo l’ennesimo strofinamento della fica, mi assalì una gran voglia di toccare quel cazzone di sentirlo tra le mani di strapazzarlo, baciarlo, leccarlo.
Pensiero e azione, si susseguirono automaticamente: mi inginocchiai ed entrai nella stanza gattonando.
Roberto continuava a segarsi a occhi chiusi. Quando gli fui a ridosso, finalmente potei vedere quella meraviglia mazza a distanza ravvicinata. Grossa, era veramente grossa, in erezione totale: la pelle era talmente tirata che potevo vedere le vene pulsare. I coglioni, grossi e pendenti, si muovevano al ritmo della mano.
Lentamente mi spogliai, via la camicetta, via la gonna, restando in reggiseno e mutande.
Mi accostai con la faccia per annusare l’odore del suo sesso. Nello stesso istante avevo ripreso a stimolarmi la fica.
Alla fine, travolta dalla mia eccitazione, impossibile da gestire, appoggiai le labbra sulla cappella, cominciai a leccarla e contemporaneamente
strinsi la mia mano attorno a quella di Roberto accompagnandola nella sega.
“Che cazzo? Zia ? Ma che cazzo!”
“SSSS ti prego! Lasciami fare! Ti prego!”
Roberto si era svegliato dal suo viaggio erotico mentale e sgranando gli occhi mi fissava stravolto, non sapendo che cosa dire. Mi guardava impacciato. Tentò togliermi la mano e scansarmi ma io strinsi il cazzo ancora più forte.
“Roby… ti prego! Lasciami fare! Ti prego ooooo”
Ero talmente eccitata di stringere in mano il suo cazzo, che in quel momento lo avrei ammazzato se solo mi avesse impedito di andare oltre.
L’effetto piacevole della sega stava comunque avendo la meglio.
Le mie mani continuarono il lavoretto al posto delle sue, e suo malgrado, un po’ alla volta stava abbassando la barriera di imbarazzo alzata a difesa delle sue ultime forze.
“Zia ! È… è sbagliato!
“Non m’importa nulla! Ho voglia di darti piacere! Di toccare questo cazzo meraviglioso! Lasciami fare!
“Io ti lascio fare!?Sei mia zia ! Ma mettiti nei miei panni”
“Ci sono! E allora?”
“Be! Se non ci vedi nulla di sbagliato! È tutto tuo!”
“mmmm così mi piace mmmmmmm”
Finalmente cedette. Mi sedetti al suo fianco completamente esposta sul suo ventre, a deliziarmi e a giocare con il suo cazzo duro.
Lo segavo, lo leccavo, lo succhiavo soppesando e leccando anche i suoi stupendi coglioni.
In quel momento era mio, solo mio e lo stimolavo in tutta la sua lunghezza, ingoiandolo fino in gola. Non mi sentivo in colpa, mi sentivo trascurata, e pensai che dopo tutto era colpa anche del mio uomo se ero arrivata quel punto di eccitazione.
Intanto mi godevo il cazzo di Roberto: anche se mi sarebbe piaciuto se anche lui avesse preso l’iniziativa, e
cominciato a dilettarsi con la mia fica. Per questo lo fissavo, cercando di fargli capire che avevo bisogno del contatto col suo magnifico corpo.. Che volevo essere scopata.
Finalmente la mano del caro nipotino si intrufolò nelle mie mutandine alla ricerca della fica. Fu un piacere immenso: gli apriì le cosce per facilitargli il compito. Mi accarezzò la fica prima delicatamente a mano a mano che cresceva la sua eccitazione con sempre più energia. Alla fine mi infilò tre dita dentro, bagnandosi del mio miele. Impazzivo dalla voglia. Volevo il suo cazzo.
Stringeva le tette e accarezzava il culo, perdendosi lungo i fianchi e le cosce. La mia bocca intanto pompava il suo cazzo senza tregua..
“ Zia mmmmm non c’è la faccio più mmmmmm”
Sentirlo ansimare mi dava una gran forza. Così aumentai il lavoro di bocca. Ad un certo punto le sue mani mi afferrarono la testa , e tenendola ferma, sentiì il cazzo che spingeva con energia dentro la mia gola. In pratica mi stava chiavando in bocca. Una sensazione eccezionale, conturbante, che Carlo mai mi aveva fatto provare.
“Mmmmm Zia , sììììì…. Sborro… sìììììì aaaaaaaaa mmmmmmmmm”
La crema uscì copiosa riempiendomi la gola e uscendo dai lati delle labbra. Il porcellino continuò a scoparmi in bocca fino all’ultima stilla di sperma. Ma quei preliminari non mi bastavano, volevo di più, volevo sentire quel cazzo riempirmi la fica, possedermi fino a farmi urlare.
E così presi l’iniziativa : gliel’ho preso in mano, e ho appoggiato la punta del cazzo sull’imbocco della mia fica bagnatissima di voglia. Il palo è entrato subito, una volta trovata la strada, ed io, di conseguenza, mi sono ritrovata ripiena di cazzo!!!
Lui mi chiavava con furia, io gli accarezzavo la schiena e lo pregavo di fare piano, non volevo che venisse subito, me lo volevo godere a lungo. A un certo punto mi fece girare a pecorina : mi aveva piazzato lui a novanta gradi, ormai rotto il ghaccio e disintegrati i tabù se la cavava benissimo da solo.
D’altra parte, sapeva cosa fare, di giornaletti porno di certo ne aveva sfogliati a centinaia.
Così non fui per niente sorpresa quando, dopo avermi fatto venire almeno quattro volte, con un cazzo ancora di marmo, mi chiese sfacciatamente: “ Ti voglio inculare zia, hai un culo fantastico”. Voleva farmi il culo: e
ho pensato che non avrebbe avuto senso mettere un limite alla mia bontà
sessuale.
Ma in fondo, come avrei potuto limitarmi ormai? Per come godevo e urlavo penso che fosse impossibile dare un taglio a quell’avventura dal sapore incestuoso. E forse era proprio quel sapore, così perverso, che mi ha portata fino al punto di far sborrare il piccolo porco nel mio buco del culo.
Mi trapanava selvaggiamente, bum, bum, bum, menava colpi di cazzo incredibilmente potenti, ancora bum, bum, bum, io ondeggiavo sotto le sue spinte e venivo, perché anche una frigida sarebbe venuta con un trattamento del genere, Mauri figurati quanto miele dalle ovaie ho buttato fuori io, che frigida non lo sono neanche un po’ e poi ero in astinenza da cazzo da un sacco tempo.
Roberto rimase una settimana: e fu una settimana a tutto sesso. Ogni volta che Carlo usciva ci davamo da fare. Po Il mio porcello ripartì dopo il concorso che non vinse. Ora si è trasferito in Australia come cuoco e non ci vediamo più. Scusami Mauri se ti ho raccontato il mio tradimento ma volevo sfogarmi.”
Il cazzo mi faceva male: ero super arrapato: Non avrei mai pensato che Teresa fosse una simile belva del sesso. Ma di certo non mi scandalizzavo: una donna trascurata è capace di tutto.
Cercai di raffreddare l’ambiente rincuorandola. “Non ti preoccupare Terry, anzi mi fa piacere che tu ti fidi di così tanto di me da raccontarmi una storia così intima”.
Non rispose nemmeno, chiuse l'argomento con un semplice sorriso, baciandomi sulla guancia. Finito di mangiare prendemmo il caffè della nostra macchina distributrice automatica e per finire in bellezza tirai fuori dal frigo bar dell'ufficio la bottiglia di Jack Daniels che offrivo ai clienti e ai fornitori che mi venivano a trovare. Stavo per offrirglielo quando lei con voce e sguardo provocante mi disse " AH ! Vuoi farmi bere... vuoi farmi ubriacare e per approfittare di me ..." Stavo per rispondere quando fu lei stessa, conoscendo come la pensavo a esprimere quello che stavo per dire " Dai scherzavo, lo so come la pensi, niente relazioni sul lavoro, mai confondere il piacere e il dovere " Sorrisi e confermai. " Infatti...E poi, è così banale il capo che si porta a letto la segretaria".. In realtà stavo pensando che quella sera avrei fatto volentieri un eccezione, uno strappo alla regola.
Liberammo la scrivania dai residui del pasto e ci sedemmo sul divanetto di fronte alla televisione corredata di videoregistratore. Avevo attrezzato quella postazione per i mondiali di calcio in Francia appena conclusi, per non perdermi le partite quando ero in ufficio e per rivederle quando ero fuori. Accendemmo distrattamente il televisore: trasmettevano un vecchio film comico su un matrimonio che si era trasformato in una farsa. A quel punto lei cominciò a raccontare del matrimonio di Enzo un nostro magazziniere che si era sposato pochi mesi prima con una donna che era il doppio di lui e che uscendo dalla chiesa era rovinosamente caduta fra le risate generali. Cominciammo a ridere al ricordo: soprattutto lei, su di giri per la birra e il whisky, non si fermava più. A un certo punto si alzò di scatto, correndo:verso il bagno " Porca miseria me la sto facendo sotto...." Si chiuse in bagno e ne uscì dopo 10 minuti: aveva gli slip in mano. " Ecco hai visto ? Me la sono fatta sotto, mi sono dovuta togliere gli slip " Cavolo pensai, questa ha voglia e cerca di provocarmi: il mio cazzo cominciò a reagire, non potei fare a meno di pensare alla macchia nera che doveva sotto la gonna. " Vabbe' dai tanto non ti vede nessuno e poi fra poco te ne vai a casa.." Non rispose nemmeno e si accomodò vicino a me, pericolosamente vicino a me. Scese uno strano silenzio fra noi, quasi di attesa. Fu lei a sorprendermi di nuovo " Senti non dirmi che sono sfacciata, ma che ne dici se mettiamo la cassetta che ho noleggiato e ci vediamo il porno, così mi rendo conto se ho scelto bene ?"
" Beh se ti va... perché no ?" Inserì la videocassetta e il film iniziò, il titolo era tutto un programma " Casalinga in calore" Istintivamente la guardai e lei subito " Sì lo so, l'ho scelto apposta, ehehehehe, l'ho trovato attinente a me " La storia era abbastanza banale, la solita casalinga insoddisfatta che si fa trombare da chiunque le capiti a tiro. La scena più hard era quella di due ragazzoni di colore venditori di tappeti che capitati a casa sua la riempivano in tutti i buchi. Terry era molto presa, silenziosa e attenta: io molto più concentrato sulle sue cosce scoperte, dopo che aveva scompostamente accavallato le gambe. "Ti piace ? Ti eccita ? " " Noooo...ma ti pare..." A me sembrava tutto il contrario invece. Sentivo il cazzo ormai durissimo, la situazione era davvero arrapante. E non poteva essere diversamente: una donna senza mutande accanto a me che si stava eccitando a guardare un porno. Era il momento di agire. Le appoggiai una mano sulla coscia e lei Falsamente sorpresa " Ma che fai, fermoooo ! " Ma io non mi fermai né lei fermò la mano. Salii ancora, e lei mise la sua mano sulla mia, ma invece di cercare di toglierla l'accompagnò verso la sua fica. La gonna ormai completamente su, finalmente scopriva quella fantastica foresta di peli. Era una della più belle fiche che avessi mai visto. Era già bagnata e si intravvedevano due carnose e gonfie grandi labbra. Abbandonò la testa sul divano ormai conscia di quello che stava per succedere mentre la mia mano accarezzava la sua fica grondante e ansiosa di essere soddisfatta. Le infilai due dita dentro: era stretta e calda. Terry mugolava di piacere.
Oramai ogni freno inibitore tra di noi era caduto ed io, accompagnai la sua mano per farle tastare il mio uccello attraverso i pantaloni.
La mano roteò nel punto critico, facendomi eccitare ancora più di quanto già lo fossi.
Le slacciai la camicetta mentre avvicinai il suo viso al mio e con la lingua le penetrai la bocca che sentii umida e carnosa; lei fece altrettanto con la sua per poi leccarmi le orecchie infilandoci anche la punta della lingua e mordendone i lembi.
Avvertii le sue dita che armeggiano attorno alla cintura e, una volta abbassata la cerniera, si insinuarono negli slip a cercare l’oggetto del desiderio.
Quando lo trovarono, lo afferrarono, lo strinsero, lo accarezzarono fino a farlo scivolare fuori dai pantaloni e segandomi con delicatezza. Le sfilai del tutto la camicetta,
abbassai il reggiseno e le tette mi esplosero davanti al viso: due bocce magnifiche. Iniziai a stringere e massaggiare i suoi grossi seni fiondandomi con la bocca a prendere in bocca un capezzolone e lo succhiai avidamente. Lei con una mano mi accarezzava i capelli e con l’altra tornò al mio cazzo per riprendere il gioco di prima. Le riempii le tette di saliva a forza di leccarle e succhiarle, e i capezzoli, duri, si arrossano a causa dei miei morsi.
A quel punto mi staccai da lei, mi misi in ginocchio le sollevai il culo e feci scivolare la gonna. Le aprii le gambe e mi ritrovai davanti allo splendido spettacolo di quel bosco incantato di peli nerissimi. Affondai la faccia in quel nido caldo e bagnatissimo ed iniziai a stuzzicarla con la lingua. Lei mi prese la testa e la spinse con forza tra le sue cosce in modo che potessi leccarla per bene.
Le leccai tutta la fica con la testa tra le sue gambe, allargate per rendermi più comoda l’operazione e con due dita aprii le labbra per andare ancora più a fondo. La sentii gemere, contorcersi per il piacere, ansimare.
Premevo la lingua proprio dove il clitoride fremeva di piacere. Terry ansimava sempre più forte. Una mano mi prese per i capelli e mi spinse ancora di più tra le sue gambe. Leccavo con avidità le grandi labbra e succhiavo con forza il clitoride.
Leccavo piano, poi ferocemente: rimanemmo così svariati minuti, ero come in trance e non riuscivo a staccarmi. Terry gemeva senza fermarsi. A volte ansimava lentamente, a volte emetteva dei gridolini, a volte delle grida vere quando accanto alla lingua infilai un dito che piano penetrava.
Continuai a leccarle la figa per più di un quarto d’ora…i suoi umori avevano bagnato il divano sotto di lei. Continuava a dirmi di non smettere, di continuare a leccare. Non lo diceva esplicitamente, ma mi stringeva le gambe attorno alla faccia e con le mani mi tratteneva.
“Sto per venire….oddio sto per venire!!”.
Continuai a leccarla con foga ma anche la mia mano continuava non darle tregua.
“Sto venendo, sto per avere un orgasmo” disse ad alta voce con molta fatica.
“Lasciati andare Terry, lasciati andare, lascia che il tuo corpo esploda ” le sussurrai all’orecchio.
Dopo qualche istante venne. Ansimò con forza mentre umori caldi fuoriuscivano dalla sua fica. Abbandonò la testa sulla spalliera del divano ancora tremante di piacere. Poi si girò verso di me e baciandomi mi ringraziò:" E' stato fantastico, era una vita che non godevo così, sei stato bravissimo."
A quel punto si inchinò per baciarmi il cazzo e, dopo averlo leccato con la lingua come fosse un gustoso gelato (non mancando di mordicchiarmelo) lo prese in bocca ed iniziò un lento ma deciso pompino.
Le strinsi la testa tra le mani, e l’accarezzai cercando di assecondarla nei movimenti di quel fantastico bocchino.
Il mio cazzo era teso come una quercia mentre me lo ciucciava. Erano quasi dieci minuti che ci giocava con la bocca.
La cappella liscia e lucida le entrava tutta in bocca e lei riusciva a cacciarsela fin quasi in gola. Continuava ad andare su e giù, prima leccandola sotto, poi in punta, poi tornando a prenderla tutta in bocca. Si fermava alla cappella mentre con la mano accarezzava l’asta oppure le palle raccogliendole nella mano e massaggiandole con tocchi lievi. Mi sentivo vicino a scoppiare ma mi trattenevo; lei lo capì e continuò a lavorare bene il mio cazzo aumentando il ritmo dei suoi tocchi, avvolgendo al sua lingua intorno alla cappella e guardandomi dritta negli occhi mentre spompinava. Andava più veloce ma io volevo aspettare ancora; le trattenni il capo mentre uscivo dalla sua bocca. Uno mio schizzo accennò ad uscire e la colpì sopra il labbro; ma riuscii a trattenermi mentre lei cercava di avvicinare le labbra al mio cazzo, famelica come sempre. Non ci riuscì e si lecco il po’ di sperma che le stava scorrendo sul labbro.
- Dai... fammelo succhiare ti prego... vienimi in bocca! Dammi il cazzo …ti prego”
Mi scongiurò cercando nuovamente di avvicinare le sue labbra carnose al mio cazzo.
La trattenni finchè sentii che potevo riprendere senza venire subito. Quando glielo diedi riprese con energia dopo aver ripulito la cappella dei residui di sperma che erano fuoriusciti.
Inziai a rilassarmi e durai ancora un po’; la verga era sempre più tesa e la cappella sempre più grossa. Sentivo il piacere della sua lingua mentre mi leccava e succhiava. Era meravigliosa e cominciò a muoversi di nuovo veloce, per rallentare improvvisamente e concentrarsi sulla punta del glande, poi sulla corona, poi sull’intera lunghezza dell’asta fino ad inglobare tutta la testa della mia verga fra le labbra fino in gola. Ricominciò ritmicamente e in modo sempre più veloce a scorrere lungo la cappella con le sue labbra umide e carnose; era decisa a farmi venire ed ormai non sarei certamente riuscito a fermarmi. Iniziai a rilassarmi pronto all’inevitabile e attesa sborrata. Il culmine si avvicinava, Teresa iniziò a stringere l’asta e succhiare sempre più avidamente il glande. Quando sentì la tensione e le contrazioni del mio cazzo pulsante, fece uscire la cappella dalla bocca e la poggiò sulla sua lingua che aveva tirato fuori docilmente. Dovette aspettare solo un attimo prima di ricevere la prima schizzata questa volta libera e copiosa. Le entrò in bocca diretta; socchiuse le labbra ma le riaprì subito e avvolse con la lingua la cappella che stava ancora schizzando. Ero pieno perché non scopavo da un paio di giorni e la sborra le riempì presto la bocca e prese ad uscire dal lato mentre lei continuava a spompinare. Iniziai a grugnire di piacere mentre lei continuava a succhiare; si staccò e l’ultimo fiotto la colpì in viso e le colò lungo il collo. Cacciò un urletto e sorrise contenta poi me lo riprese fra le labbra terminando il suo lavoro. Ricacciò fuori una parte dello sperma facendolo colare sul cazzo poi ingoiò quello che rimaneva in bocca e ritornò sul cazzo per raccogliere quello che aveva sputato e ingoiarlo. Avrei voluto avere una telecamera per immortalare quella scena. Teresa si era dimostrata una superba bocchinara e una porca coi fiocchi. Rimase ancora un po' col cazzo in bocca poi io le sollevai il viso e ci baciammo: le nostre bocche erano ancora piene del sapore dei nostri succhi.
Appoggiò soddisfatta la testa sulla mia spalla mentre le dicevo sorridendo: " Cavolo Terry, per essere una casalinga insoddisfatta e inesperta fai dei pompini fantastici" " Beh, a Carlo piacciono molto, quelle poche al volte al mese che facciamo sesso. E comunque è una cosa che ho imparato da ragazza. Quando non volevo darla a qualcuno per soddisfarlo glielo succhiavo. Però a Carlo non piace leccare: mentre tu sei stato grande. Ho avuto un orgasmo fantastico" Si alzò andò in bagno a sistemarsi e lavarsi, e si riaccocolò vicino a me. Guardai l'orologio, erano già le undici e Carlo sarebbe rientrato intorno a mezzanotte: e io non avevo nessuna intenzione di finire la serata con il pompino. La volevo scopare. La baciai di nuovo poi le misi una mano sulla nuca e delicatamente la spinsi verso il mio cazzo " NOn penserai che la serata finisca qui vero ? Fallo resuscitare, ho voglia di scoparti"
Girò la testa verso di me replicando sorridente " Ci mancherebbe....non esci di qui se non mi trombi..." Si chinò e ingoiò d'un colpo il mio uccello. Cominciò a leccare con arte sopraffina fino farmelo di nuovo diventare duro, mentre io le stuzzicavo il clito. Quando si rese conto che il cazzo era ben duro ruppe gli indugi si posizionò a cavalcioni su di me, puntò il cazzo con la sua fica e lentamente si impalò. Prese a muoversi, mentre io le strizzavo i capezzoli e mi colmò i palmi di quella carne soda, rotonda. Mi venne in mente che ero senza preservativo ma lei, come se mi avesse letto nel pensiero, disse:
“Non preoccuparti, sborrami dentro, prendo la pillola”.
Succhiai con avidità un capezzolo, mentre lei mi cavalcava come una cavallerizza, emettendo gridolini di piacere. Cambiava di continuo il ritmo, cercando la mia lingua, puntando il mio sguardo per leggermi, per cogliere eventuali segni di cedimento. Mi cavalcava con violenza, mentre leccava e ciucciava il mio dito medio, stringendolo forte in mezzo ai denti. Entrambi volevamo che durasse il più possibile e nessuno dei due voleva soccombere all’altro.
Si muoveva come un’ossessa, veramente affamata di cazzo, ed io sentivo che ormai stavo per esplodere. Sentivo l’uccello gonfiarsi a dismisura dentro di lei. Terry iniziò ad ansimare più velocemente pregandomi di affrettare i tempi, ché era lì lì per venire, anche lei.Beh, la verità era che che non aspettavo altro. Stavo per schizzare . Riuscii a dare altri due o tre colpi , la sentii urlare mentre veniva, e finalmente le scaricai nella fica tutto il mio piacere. Un orgasmo lungo, pieno, completo. Si abbandonò spossata sul mio petto, felice e soddisfatta.
Mi baciò profondamente e di nuovo trovò il modo di sorprendermi : Guardandomi più maliziosa e provocante che mai mormorò “La prossima volta lo voglio sentire nel culo…”
“La prossima volta?” domandai io
“Certo..vuoi mica che finisca qui…”
“Allora domani ti voglio in gonna e senza mutandine…come stanotte mi accontenti?”
“Vedremo…”
Facemmo appena in tempo a rivestirci : arrivò il marito. Si baciarono e io pensavo che il giorno dopo...il giorno dopo.....
IL giorno dopo è la seconda puntata
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