Memorie adolescenziali di un sesso-dipendente 2
di
Tibet
genere
voyeur
...Spiare mamma.
Gli incontri fra lei e Don Sergio continuavano. Qualche volta si trovavano all'oratorio e si ritiravano nell'ufficio a piano terra, che sapevo comunicante con l'appartamento al piano superiore che occupava il prete.
Fu in una di queste occasioni che finalmente assistetti parzialmente ad un loro accoppiamento!
L'ufficio aveva delle ampie finestre che guardavano su uno stretto passaggio.
Come loro si ritirarono, raggiunsi velocemente il passaggio e qui, in punta di piedi, cercai di sbirciare dentro.
La finestra aveva una tenda che probabilmente dava agli occupanti, mamma e Don Sergio, la sicurezza della privacy ma in realtà aveva un brevissimo tratto aperto e così, potei assistere in parte ad una scena che mi sconvolse!
Don Sergio in piedi, con il corpo inarcato e mamma in ginocchio davanti a lui che...
Oh... si!
Questo mi colpì... gli stava baciando, succhiando, leccando e inghiottendo il suo... cazzo. Ma lo faceva con una libidine assoluta! Aveva la mano sulla verga e la muoveva come masturbandola e gli palpava il sacco dei coglioni, la bocca era bagnata di saliva e sembrava una vera Erinni, una furia in preda al piacere più lascivo! La bocca aperta, la lingua, le labbra, tutto usava per godere della verga del prete!
Lui?
Le teneva la testa con le mani inserite nei suoi capelli ora sciolti e la tirava a se. La manovrava.
Non lo vidi godere.
Urlava... parlava ma non sentivo nulla, la staccò a forza, la fece alzare e poi... con violenza la scoprì dalla vita in giù. Ora aveva solo le scarpe e la camicetta. La prese e di forza la stese sul piano della scrivania, le aprì le gambe e immerse il suo viso fra le cosce!
Ora era lei a tenere le dita nei suoi capelli!
A tirare sul suo ventre la testa del prete!
E smaniava, si inarcava, si contorceva... sotto lo stimolo del piacere più libidinoso!
Assistetti quindi al suo orgasmo!
La vidi contorcersi ancora di più e vidi il suo viso trasformato!
Non udii le sue urla ma di sicuro urlava, eccome urlava!
Infine... sempre con lei stesa sul piano della scrivania, il prete si alzò in piedi, si approssimò fra le sue gambe, se le mise sulle spalle e la penetrò!
A fondo!
E cominciò a pomparla!
Forte!
Con penetrazioni continue!
Levava la sua verga e la rimetteva di forza!
Vedevo i loro visi trasformati dalla lussuria, vedevo le bocche aperte e immaginavo, pur non sentendoli, i gemiti, le urla, i grugniti di lui, mentre si possedevano bestialmente!
Poi... il piacere e lui che eiaculava dentro il ventre di mamma!
Continuò ancora a lungo a pompare dentro e quando lo ritirò vidi che la verga era coperta da sperma e che altro sperma usciva lentamente lungo le cosce bianche di mamma!
Poi... si fecero fretta a vicenda.
Mamma si rivestì ma non assistetti in quanto mi ero affrettato verso la sala grande dell'oratorio e fu lì che lei mi raggiunse.
Era accaldata, scomposta negli abiti e piuttosto spettinata.
Mi chiese se mi ero annoiato attendendola, disse che la revisione dei conti della parrocchia le aveva portato via più tempo di quanto previsto.
Le assicurai che non mi ero annoiato, anzi! Avevo passato piacevolmente il tempo.
In me nascondevo due cose, rabbia e libidine.
Ed avevo imparato ad essere bugiardo.
Come loro... come mamma e babbo!
E una cosa non mi usciva dalla mente!
Le cosce aperte, le gambe che si muovevano scompostamente mentre veniva penetrata, il nero del suo pelo e il culo... largo e pieno!
Era una visione che mi perseguitava! Stavo desiderando mia mamma! Mi stavo masturbando a sangue pensandola!
E che strano modo di vivere il matrimonio!
Papà non poteva non sapere di Don Sergio!
Era tutto così evidente, quasi ostentato!
E il fatto di sembrare esteriormente così religiosa?
Mamma? Mi sorprendeva!
Non cercai più di guardarla mentre faceva sesso, si... era solo sesso, non facevano certo l'amore come due innamorati lei e il prete, sembravano invasati, in preda ad una libidine infernale! Assistere al loro congiungimento mi aveva condizionato non poco!
Passò un po' di tempo e venne il momento di trasferirmi in città e non provai nessun disagio al distacco dai miei.
La sorella di mamma, zia Cristina era di tutt'altro carattere, distante da ogni tipo di religione e poco convenzionale, era stata una ballerina classica di un certo valore e ora, dopo aver sposato lo zio, musicista, si era messa ad insegnare danza. Avevano una casa molto grande e un salone era stato attrezzato ad atelier di danza, con tanto di sbarra alla parete e grande specchio! Una stanza vicina serviva come spogliatoio.
Zia era molto bella, mi piaceva molto.
E bella era anche mia cugina che portava il nome impegnativo e da lei odiato di Dorothea Charol, affibbiatele senza molto discernimento dalla madre in onore della omonima Dorothea Charol Von Rosenthal, misconosciuta autrice della “Danzatrice con gonna azzurra”.
Nome, il Dorothea, che era comunque inutilizzabile dato che mandava in escandescenza la ragazza a sentirsi chiamare così, che usava invece il semplice Dory.
Anche Dory danzava, ma senza molte ambizioni. Studiava invece con profitto.
Non feci altro che trasferire la mia attenzione su di loro e loro erano dei soggetti molto più disponibili, si facevano vedere senza nessun imbarazzo in intimo mentre uscivano dalle loro stanze e andavano in bagno o addirittura nude!
E vivevano un menagé piuttosto disordinato, andavano e venivano senza orari, addirittura a Dory era permesso dormire fuori casa o portarsi in camera amiche e amici. Infine aveva 17 anni!
Tutto fu una novità per me e passò del tempo prima che potessi abituarmici.
Gli incontri fra lei e Don Sergio continuavano. Qualche volta si trovavano all'oratorio e si ritiravano nell'ufficio a piano terra, che sapevo comunicante con l'appartamento al piano superiore che occupava il prete.
Fu in una di queste occasioni che finalmente assistetti parzialmente ad un loro accoppiamento!
L'ufficio aveva delle ampie finestre che guardavano su uno stretto passaggio.
Come loro si ritirarono, raggiunsi velocemente il passaggio e qui, in punta di piedi, cercai di sbirciare dentro.
La finestra aveva una tenda che probabilmente dava agli occupanti, mamma e Don Sergio, la sicurezza della privacy ma in realtà aveva un brevissimo tratto aperto e così, potei assistere in parte ad una scena che mi sconvolse!
Don Sergio in piedi, con il corpo inarcato e mamma in ginocchio davanti a lui che...
Oh... si!
Questo mi colpì... gli stava baciando, succhiando, leccando e inghiottendo il suo... cazzo. Ma lo faceva con una libidine assoluta! Aveva la mano sulla verga e la muoveva come masturbandola e gli palpava il sacco dei coglioni, la bocca era bagnata di saliva e sembrava una vera Erinni, una furia in preda al piacere più lascivo! La bocca aperta, la lingua, le labbra, tutto usava per godere della verga del prete!
Lui?
Le teneva la testa con le mani inserite nei suoi capelli ora sciolti e la tirava a se. La manovrava.
Non lo vidi godere.
Urlava... parlava ma non sentivo nulla, la staccò a forza, la fece alzare e poi... con violenza la scoprì dalla vita in giù. Ora aveva solo le scarpe e la camicetta. La prese e di forza la stese sul piano della scrivania, le aprì le gambe e immerse il suo viso fra le cosce!
Ora era lei a tenere le dita nei suoi capelli!
A tirare sul suo ventre la testa del prete!
E smaniava, si inarcava, si contorceva... sotto lo stimolo del piacere più libidinoso!
Assistetti quindi al suo orgasmo!
La vidi contorcersi ancora di più e vidi il suo viso trasformato!
Non udii le sue urla ma di sicuro urlava, eccome urlava!
Infine... sempre con lei stesa sul piano della scrivania, il prete si alzò in piedi, si approssimò fra le sue gambe, se le mise sulle spalle e la penetrò!
A fondo!
E cominciò a pomparla!
Forte!
Con penetrazioni continue!
Levava la sua verga e la rimetteva di forza!
Vedevo i loro visi trasformati dalla lussuria, vedevo le bocche aperte e immaginavo, pur non sentendoli, i gemiti, le urla, i grugniti di lui, mentre si possedevano bestialmente!
Poi... il piacere e lui che eiaculava dentro il ventre di mamma!
Continuò ancora a lungo a pompare dentro e quando lo ritirò vidi che la verga era coperta da sperma e che altro sperma usciva lentamente lungo le cosce bianche di mamma!
Poi... si fecero fretta a vicenda.
Mamma si rivestì ma non assistetti in quanto mi ero affrettato verso la sala grande dell'oratorio e fu lì che lei mi raggiunse.
Era accaldata, scomposta negli abiti e piuttosto spettinata.
Mi chiese se mi ero annoiato attendendola, disse che la revisione dei conti della parrocchia le aveva portato via più tempo di quanto previsto.
Le assicurai che non mi ero annoiato, anzi! Avevo passato piacevolmente il tempo.
In me nascondevo due cose, rabbia e libidine.
Ed avevo imparato ad essere bugiardo.
Come loro... come mamma e babbo!
E una cosa non mi usciva dalla mente!
Le cosce aperte, le gambe che si muovevano scompostamente mentre veniva penetrata, il nero del suo pelo e il culo... largo e pieno!
Era una visione che mi perseguitava! Stavo desiderando mia mamma! Mi stavo masturbando a sangue pensandola!
E che strano modo di vivere il matrimonio!
Papà non poteva non sapere di Don Sergio!
Era tutto così evidente, quasi ostentato!
E il fatto di sembrare esteriormente così religiosa?
Mamma? Mi sorprendeva!
Non cercai più di guardarla mentre faceva sesso, si... era solo sesso, non facevano certo l'amore come due innamorati lei e il prete, sembravano invasati, in preda ad una libidine infernale! Assistere al loro congiungimento mi aveva condizionato non poco!
Passò un po' di tempo e venne il momento di trasferirmi in città e non provai nessun disagio al distacco dai miei.
La sorella di mamma, zia Cristina era di tutt'altro carattere, distante da ogni tipo di religione e poco convenzionale, era stata una ballerina classica di un certo valore e ora, dopo aver sposato lo zio, musicista, si era messa ad insegnare danza. Avevano una casa molto grande e un salone era stato attrezzato ad atelier di danza, con tanto di sbarra alla parete e grande specchio! Una stanza vicina serviva come spogliatoio.
Zia era molto bella, mi piaceva molto.
E bella era anche mia cugina che portava il nome impegnativo e da lei odiato di Dorothea Charol, affibbiatele senza molto discernimento dalla madre in onore della omonima Dorothea Charol Von Rosenthal, misconosciuta autrice della “Danzatrice con gonna azzurra”.
Nome, il Dorothea, che era comunque inutilizzabile dato che mandava in escandescenza la ragazza a sentirsi chiamare così, che usava invece il semplice Dory.
Anche Dory danzava, ma senza molte ambizioni. Studiava invece con profitto.
Non feci altro che trasferire la mia attenzione su di loro e loro erano dei soggetti molto più disponibili, si facevano vedere senza nessun imbarazzo in intimo mentre uscivano dalle loro stanze e andavano in bagno o addirittura nude!
E vivevano un menagé piuttosto disordinato, andavano e venivano senza orari, addirittura a Dory era permesso dormire fuori casa o portarsi in camera amiche e amici. Infine aveva 17 anni!
Tutto fu una novità per me e passò del tempo prima che potessi abituarmici.
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