Memorie adolescenziali di un sesso-dipendente

di
genere
voyeur

Guardone... .
Feticista... .
Adoratore di fluidi femminili...
Esibizionista... .
E a questi col tempo ne aggiunsi molti altri...

L'albergo che ora conduco è di proprietà della mia famiglia da generazioni. Io e tutti i miei predecessori siamo stati albergatori, senza eccezioni.
 Ma non voglio certo parlare di questo, voglio raccontare le mie vicende dell'adolescenza. Ricorderò i fatti magari non con continuità, magari saltando di vicenda in vicenda e comunque ne parlerò man mano che usciranno vividi dalla mia memoria.
Figlio unico, la mia fanciullezza e adolescenza sono state felici. Un padre e una madre affettuosi mi colmavano di attenzioni, ma poi…
L'albergo, adesso come allora, è fuori dal paese più vicino e una strada panoramica lo collega. Ho frequentato la scuola elementare e la scuola media nel paese; qualcuno, papà o mamma o più spesso un dipendente, mi portavano a scuola e mi venivano a riprendere.
Questo fino alla fine delle medie. Poi, per poter frequentare l'istituto superiore alberghiero, mi sono trasferito in città e, approfittando del fatto che la sorella di mamma ci abitasse, trovai da sistemarmi in casa sua.
Tra la mamma e sua sorella correvano ottimi rapporti: la zia, lo zio e la loro figlia, di due anni maggiore di me, passavano parte dell'estate nostri ospiti presso l'albergo.
Devo dire che non mi spiacque troppo lasciare la famiglia, un po' certamente, ma comunque il distacco avvenne con un senso di liberazione, come capirete dal mio racconto.
Era da tempo che qualcosa di strano correva nell'aria, lo sentivo. Forse perché mi era nata una strana curiosità di vita, oh... più che altro sessuale! E usavo masturbarmi con feroce dedizione, non mancando mai di spiare cameriere e personale femminile in ogni occasione e specialmente quando stavano nelle loro camere in soffitta.
Le cameriere godevano nel prendermi in giro, mi stuzzicavano ma vista la mia età non mi prendevano sul serio. Si lasciavano toccare, stringere, ma nulla di più.
Tutto questo mi teneva in una continua tensione erotica e i miei sensi erano permanentemente allertati e fu così, in queste mie condizioni di alterazione erotica, che sorpresi mio padre mentre possedeva una delle giovani cameriere. Loro non mi videro ma assistetti al coito. Lui vestito... che spingeva forte contro di lei chinata in avanti. Vedevo il biancore delle cosce e qualcosa del culo mentre stavano godendo. Fu una cosa rapida... dei gemiti e grugniti e poi un veloce riassetto dei vestiti.
Io mi ero già ritirato con il cuore in affanno.
Mio padre che tradiva la mamma!
Allora non mi era concepibile, ancora non conoscevo la debolezza della carne. Ero arrabbiato con lui e non sapevo cosa fare... però ricordo che dovetti masturbarmi a lungo desiderando di essere al suo posto nel possedere Giusi, la bella cameriera.
Comunque da quel momento controllai i movimenti di papà e presto mi accorsi che il contatto fra lui e Giusi si ripeteva con una certa frequenza.
Li guardavo con prudenza, mi eccitavo, mi masturbavo.
La mamma era impegnata nelle pratiche amministrative, non aveva molte distrazioni, stava tutto il giorno in ufficio ed usciva solo per controlli in magazzino o in cucina. Trovava molta soddisfazione nella religione, era infatti molto religiosa e il parroco, Don Sergio, passava spesso a trovarla e lei andava in oratorio per dare il suo apporto alla parrocchia. A volte assistevo ai loro incontri ma alla maggior parte di essi... mi allontanavo. Mi annoiavo e preferivo guardare le cameriere.
A volte per i miei genitori, presi dal lavoro, era loro impossibile venirmi a riprendere immediatamente dopo scuola. Dovevo quindi trattenermi in paese fino a sera e la mamma mi diceva di recarmi all'oratorio che sarebbe passata lei a prendermi, cosa che puntualmente facevo.
Qui trovavo a volte Don Sergio che si intratteneva con me in attesa di mamma, era un tipo allegro, gioviale e sportivo e... anche un bell'uomo.
Ed era un amico di famiglia.
Anche troppo... amico...!
Ancora la mia maledetta curiosità mi tolse l'ultimo barlume di fiducia nel prossimo e nei miei genitori.
Ero sempre eccitato e giravo per l'hotel come una mosca impazzita. Spesso, in maniera goffa, mi appoggiavo al culo di una delle cameriere e venivo allontanato con una risata... mi davano del giovane maiale oppure le più spudorate se ne uscivano con la frase...
“Ha proprio dentro di sé l'istinto di famiglia...!”
E pensavo che si riferissero a papà, che sapessero della sua attività amatoria.
Finché un giorno, passando davanti alla porta dell'ufficio di mamma, sentii degli strani rumori che mi incuriosirono, dei colpi sordi e dei gemiti.
Subito la mia mente sempre piena di sesso immaginò la scena all'interno...!
Papà e mamma che facevano l'amore!
I colpi erano quelli di lombi maschili contro delle natiche piene di donna e i gemiti erano certo di mamma che provava piacere!
Cercai... lo confesso, di poter vedere qualcosa dal buco della serratura ma inutilmente.
Ora i colpi erano più forti e serrati e i gemiti più forti.
Inoltre mamma continuava a dire parole senza senso... tipo:
-Si... oh si... ancora.-
oppure:
-Nooo... no, non così... si dai... fammi fammi...-
poi...
-Dai... fai presto... fammi godere... dai... vieni dentro...-
Quando i gemiti si moltiplicarono e diventarono come lamenti compresi che avevano raggiunto assieme il piacere!
E questo mi tranquillizzò, quanta paura avevo che papà ci lasciasse per Giusi!
Mi nascosi dietro l'angolo del corridoio e attesi la loro uscita.
Solo che... quando si aprì la porta non usci il babbo ma Don Sergio!
Il quale prese velocemente l'uscita che portava al cortile interno, salì sulla sua vettura e lasciò rapidamente l'albergo.
Ero esterrefatto, senza parole, la mente assolutamente in subbuglio!
Mi chiusi in camera mia e non scesi per cena.
Fu mamma che venne a vedere cosa avevo e trovai la scusa che avevo mal di testa, la vedevo ora con altri occhi.
Papà con le cameriere e lei con Don Sergio... ma che succedeva nella mia famiglia?
La mamma cercò di darmi un bacio sulla fronte ma spostai il viso. Ero arrabbiato con lei... furioso!
Poi... comunque e senza che lei se ne preoccupasse più di tanto del mio atteggiamento ostile, la mia arrabbiatura si stemperò nel tempo.
Papà se la faceva con le cameriere e mamma con Don Sergio.
Erano a conoscenza delle rispettive infedeltà?
Quella di babbo era così evidente che non era possibile che mamma non sapesse e quindi mi convinsi che... si!
Ne erano a conoscenza e tolleravano le rispettive infedeltà!
Questo mi causò molta inquietudine. Era questo il legame del matrimonio?
Passavo ore intere a rifletterci ma al contempo mi emozionavo sessualmente... non lo nego.
Ma non mi eccitavano più i veloci coiti di babbo, rubati dietro un angolo o a volte quando raggiungeva Giusi nella camera che questa divideva con le altre ragazze.
Mi eccitava invece immaginare come mamma si congiungeva con il prete.
Si spogliava?
O lo facevano vestiti?
Ero sempre attento e li osservavo da quando Don Sergio arrivava e si intratteneva in pochi convenevoli con me o con il babbo per subito dopo ritirarsi con mamma nel suo ufficio.
La loro scusa era che dovevano fare la contabilità della parrocchia.
Notavo come il personale, il portiere di giorno e il fattorino in special modo, si scambiassero in quelle occasioni occhiate lubriche d'intesa.
E immaginavo anche cosa pensassero...
“Ecco... è arrivato il prete e ora la padrona si fa scopare...!”.
E non mi piaceva! Oh... quanto mi urtava!
Ma mi fermavo fuori dalla porta e ascoltavo i gemiti, i rumori del loro piacere e poi... quando finivano correvo nella mia stanza a masturbarmi.
La mia idea fissa era che... dovevo trovare il modo per poterli vedere mentre si accoppiavano!
Fu in quel periodo di intensa fibrillazione erotica che vidi una donna interamente nuda, dal vero intendo! In foto ne avevo viste, ma nude dal vivo mai e capitò un giorno che, nelle mie scorribande frenetiche lungo i corridoi, mi trovai davanti alla porta di una stanza che era parzialmente socchiusa e naturalmente sbirciai dentro!
Vedere una donna, anche se non più giovanissima, nuda, mi mandò la mente in delirio!
Era una donna morbida, grandi seni, un grosso culo e il folto pelo nerissimo sull'inguine.
Evidentemente ero lì... immobile con gli occhi fuori dalla testa e quando lei girò lo sguardo alla porta mi vide! Lanciò un urlo... corse verso di me mentre io mi allontanavo di corsa e chiuse di forza la porta!
Una donna nuda!
Era tanta!
Le tette tonde che sembravano così morbide, il culo anche tondo, grosso! Il pelo nero che comunque mi aveva nascosto la parte che più interessava... la vagina!
La fica!
Ora le cose avevano preso un movimento vorticoso, succedevano di continuo delle novità importanti.
Al solito, quando potevo appoggiavo il mio ventre al sedere di una cameriera, Violetta.
Era la più giovane ed era molto sboccata con i suoi rimbrotti, di solito mi allontanava infastidita chiamandomi...
“Piscione... che vuoi fare piscione... cresci...”.
Dopo aver visto l'ospite nuda, la volta successiva replicai orgoglioso...
“Non sono uno piscione! Ho visto una donna nuda! Completamente nuda!”
Subito provocai la sua curiosità.
“E chi era... la tua mamma? Quando l'hai vista?”
Probabile pensasse maliziosamente che l'avessi vista mentre copulava con il prete!
“No... la signora della stanza 137... aveva la porta aperta...”
“Quella? Capirai che roba! E' vecchia e grassa...”
“Non è vero... ho visto due tette e un culo molto più bello del tuo!”
“Ma che dici? Sei proprio un bamboccio... vuoi davvero vedere un bel culo? Due belle tette? Guarda le mie!”
“E fammi vedere allora! Fatti vedere nuda!”
Un attimo e dopo un'occhiata intorno mi prese la mano.
“Vieni... su nel bagno delle cameriere... vieni, facciamo presto!”
Salimmo velocemente le rampe di scale, ci infilammo nel bagno, qui mi fece sedere sulla tazza e prese a spogliarsi.
“Ti faccio vedere... devi sapere la differenza fra un bel corpo di donna giovane e uno di una vecchia! Devi crescere...”
Iniziò a spogliarsi e denudò un corpo davvero bello!
Due tette non grosse ma rivolte in su, la linea dei fianchi, l'inguine non pelosissimo come quello della donna ma un piccolo giardino di un meraviglioso pelo pubico e lo spacco! Un taglio deciso con appena un accenno di labbra gonfie! E il culo! Tondo... e quanto doveva essere liscio e sodo! Sembrava fatto di marmo!
Mi trovai non so come con il cazzo in mano!
Mi stavo masturbando violentemente, mi pugnalavo davvero la pancia!
“Che stai facendo... piccolo porco! Ti stai masturbando...!”
“Faccio presto... giuro... fatti vedere... fammi godere...”
Lei, porca quanto basta, aveva preso a toccarsi il seno, a passarsi le mano fra le cosce e sul pelo. Mi mostrò lascivamente la sua fica, il suo interno di un rosa carico, era bellissima la sua vagina!
“Fai presto dai... dobbiamo tornare giù! Dai guardala... non è bella la mia fica? Dai vieni che dobbiamo andare!"
Incrementai ancora il movimento e con un urlo mi scaricai sul pavimento!
Mi costrinse in fretta a pulire mentre si rivestiva poi raggiungemmo velocemente il pian terreno.
Ero imbambolato!
Prima di lasciarmi andare si raccomandò...
“Non dire nulla a nessuno, mai! Però che bel cazzo hai! Molto più grande di quelli della tua età... si vede che hai preso da tuo padre!”
Da quel giorno in poi e per un certo periodo pensai solo a Violetta!
La desideravo pazzamente, la cercavo, la braccavo e cercavo di trascinarla nuovamente in quel bagno!
Ma destino volle che quella fosse l'unica volta che la vidi nuda!
Persi davvero il sonno per lei e quanto mi masturbavo!
Probabilmente se fosse rimasta, chissà...! Forse mi avrebbe lasciato giocare con lei, magari anche possedere ma purtroppo poco dopo prese un permesso per motivi familiari e non tornò più.
Le ragazze, male lingue, dissero che era rimasta incinta e si era sposata con un suo paesano. E ridevano maliziosamente su chi fosse veramente il padre del futuro nascituro.
Tornai presto al mio solito compito.
Spiare mamma.
di
scritto il
2018-04-11
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