Conseguenze di un tradimento... il lieto fine.
di
Tibet
genere
tradimenti
Nota di Tibet. Alla fine scopriamo che non tutto il male viene per nuocere, che un evento negativo può aprire la strada ad una lunga sequenza di eventi positivi.
LUI:
Il giorno dopo in ufficio racconto tutto a Gino, mi dà giustamente del coglione, ma mi confessa di non aver mai goduto così, però che paura…!
Io sono eccitato e contemporaneamente atterrito dalla nuova situazione, come finirà?
Il gioco è tutto in mano a Mara….
LEI:
Ho preso a vestirmi e truccarmi con particolare cura, come se mi mettessi in mostra, in ricerca, la vita ha un'altra dimensione, ho girato una boa… direzionale.
Passa qualche giorno.
Mi guardo gli uomini, in ufficio o in strada e faccio delle fantasie su di loro.
Sto studiando quale è più idoneo per i miei propositi, intanto che mi decido, ogni tanto, dopo lavoro vado a casa di Gino, tutto a posto… lui posso frequentarlo quanto voglio, Franco ha perso la scommessa! Sciocco uomo! Merita abbondantemente le corna!
Scopiamo e mi dà molto gusto farlo con lui, mentre Franco che lo sa mi aspetta. Poi a casa… una altra dose di cazzo, Franco vuole sapere tutto e io glielo racconto con tutti i particolari e si trasforma in un maschio eccezionale… senza limiti! Mi scopa a lungo mentre gli racconto...
Per adesso andiamo avanti così, serate a tre…? Si certo…! Il sabato o la domenica e prima o poi credo che il numero dei partecipanti maschili aumenterà. Mi sento molto Ape Regina.
L’ALTRO:
E’ proprio vero che non tutti i mali vengono per nuocere o almeno… non per tutti protagonisti. Franco… povero coglione… ora è cornuto è contento, Mara si è trasformata in una splendida femmina… più bella di prima, calda e disponibile….
A me va alla grande…!
E penso che non sia finita…! Io sono disponibile a tutto. Ho un progetto su di lei, su di noi... tutti.
LEI:
Devo mettere in pratica la parte mancante del mio programma, fargli le corna con un estraneo, mi prendo tutto il tempo necessario, valuto e studio gli uomini che mi capitano a tiro, poi un bel giorno trovo finalmente il giusto, un bell'uomo che bazzica il bar dove vado a bere il caffè con le colleghe, scuro di pelle e di capelli, gli occhi verdi, un naso leggermente arcuato, e poi… alto, alto e prestante.
E’ sposato, ma è un donnaiolo della malora. Mi intriga subito e faccio di tutto per farmi notare, faccio la sfacciata e gli chiedo del fuoco, scambiamo due parole, ma è già tutto chiaro, si butta, voglio uscire con lui…? Si. …Stasera? Va bene!
Torno a casa dall’ufficio e informo Franco di quello che accadrà di li a poco, gli farò le corna, scoperò con un uomo appena conosciuto, non so quando rientrerò.
“Mi aspetterai?”.
“Si…”.
“Ti masturberai pensando a quello che starò facendo…?”.
“Si…”.
“E quando ritorno, vorrai scoparmi…?”.
“Si…”.
Questo pensiero di lui in attesa e fremente mi eccita da morire!!
Mi preparo alla grande!
Jeans Fiorucci, top e gilet, sandaletti infradito, niente reggiseno e un minuscolo tanga è quanto indosso per l’occasione, bacio il mio uomo e parto, con la macchina raggiungo il parcheggio dove ho appuntamento. Lui mi sta aspettando, salgo sulla sua macchina, che si fa? Voglio mangiare qualcosa? O vogliamo andare a far due chiacchiere in un posticino isolato? Non so! Un alberghetto che conosce? Questo va bene! Via allora, mi porta velocemente fuori città, nella mezz’ora di viaggio si prende qualche anticipo, palpandomi le tette, di più non può fare per via dei jeans stretti che porto, allora mi prende la mano e se la porta sulla patta dei pantaloni e mi fa sentire la sua prorompente virilità, lo massaggio e lui bramisce come un cervo in amore, si apre la patta e a fatica fa uscire un attrezzo veramente notevole, lungo e grosso, una cappella tumida e gonfia d’eccitazione, glielo meno, lui mi prende la testa e me la porta sul suo ventre, si, ho capito, non occorre fare il violento!
Lecco la cappella, la bagno per bene di saliva e poi me la inserisco in bocca, che buon sapore ha il suo cazzo! Comincio a lavorarlo, dentro e fuori, cerco di inserirmelo per quanto è possibile….
“Basta, basta, mi stai facendo venire, smettila, siamo quasi arrivati…”.
A fatica mi stacco dal suo cazzo, ci stavo veramente prendendo gusto, lui prende una stradina e poco dopo si ferma in un parcheggio davanti a un locale illuminato, si sistema ed esce dicendomi d’aspettarlo. Pochi minuti e ritorna, lo seguo e entriamo, rampa di scale e entriamo in stanza.
Poi… è una corsa frenetica verso il piacere, togliersi i vestiti di dosso, le mani che frugano dappertutto, le lingue che si intrecciano, abbiamo urgenza di placare la voglia che teniamo uno per l’altra, si mette velocemente un preservativo e mi penetra, un sospiro di soddisfazione mi sfugge, quanto è lungo! Mi tocca l’apice dell’utero e mi da come delle scosse elettriche, abbraccio la sua schiena con le gambe mentre mi penetra violentemente, sento dal suo ansimare che sta per venire e collaboro alle sue spinte per raggiungerlo.
Si… si… lo raggiungo e lo sorpasso nel godere, sento i miei gemiti aumentare di intensità man mano che l’orgasmo mi prende e mi conduce nell’incoscienza. Riprendo senso di me dopo alcuni istanti, sul letto uno sull’altra, ansimanti, accidenti che scopata!
Si sdraia accanto e riprendiamo fiato.
Raggiungo il bagno, mi lavo velocemente, bagno una salvietta e torno in camera, mi abbasso sul suo ventre, il suo cazzo si è ammosciato ma è ancora notevole, gli tolgo il preservativo e con la salvietta lo pulisco della sperma residua, mi sento tanto troia e ho una voglia pazza di scopare, comincio a leccarlo, mi piace il sapore della sua sborra, mi metto d’impegno e miei sforzi ottengono soddisfazione, si alza… si alza…! S’indurisce e in breve torna una torre, mi piace, mi piace la grossa cappella, la grossa asta piena di vene in rilievo, i coglioni duri come noci, gli sto facendo un pompino da sballo, gli faccio capire cosa voglio da lui e mi trovo sistemata con la sua bocca incollata alla mia figa, nella classica posizione di 69, la sua lingua serpeggia instancabile sul mio clitoride, torna poi a leccarmi tutta per riprendere a leccarmi il grilletto inturgidito che mi tira tanto da farmi sobbalzare al contatto.
Ha veramente un cazzo da premio nobel, me lo gusto infilandomelo fino dove mi arriva, poi sento salire da lontano nuovamente l’orgasmo, lo sento arrivare, arriva… si… si…!
Smetto di lavorarlo per urlare il mio piacere, lui ne approfitta per togliersi da sotto, mi prende e mi sistema carponi sul bordo del letto, con la testa posata verso il centro, sento la sua cappella cercarmi, spinge… e entra, mi sbatte ancora con violenza, quando il suo ventre incontra le mie natiche causa dei forti schiocchi, si dai… lo incito a scoparmi con maggior forza e lui si presta! Continuo a gemere e sono in preda ad un orgasmo dietro l’altro, ora breve, brevissimo, ora lungo e potente… mentre sento il grosso cazzo montarmi con forza.
Quanto dura? E chi lo sa! Ho perso la nozione del tempo, ormai ragiono solo con la figa, so solo che non ne ho mai abbastanza, lo sento inarcarsi, urlare e il caldo della sua sborra dentro la vagina, lo ho preceduto nel piacere, godo assieme a lui e godo anche dopo, un piacere continuo…!
Mi si abbandona sulla schiena, sempre dentro di me, sento gli ultimi spasmi dell’eiaculazione e faccio forza con la vagina per stringerlo e spremerlo, mi pesa addosso, è grande e grosso, poi si toglie e mi si butta a fianco e io mi corico accanto a lui. Qualche minuto e realizzo che non ha usato il preservativo.
Ma ormai…!
Andiamo in bagno, prima lui e poi io, quando rientro non è in camera, aspetto, passa un quarto d’ora e entra con un vassoio, vino due bicchieri un piatto di salame, prosciutto, formaggio, pane.
Ci buttiamo e in breve finiamo tutto, poi una sigaretta sulla porta del balcone. nudi come Adamo e Eva, cerchiamo di scambiare qualche parola, ma senza molto successo, lui mi interessa solo per la sua parte inferiore, per il suo cazzo… e so già che non ci sarà alcun seguito a questa sera.
Ma voglio ancora usarlo, sto pascolando fuori dal mio prato e voglio approfittarne.
Guardo l’orologio, il tempo è volato, penso a Franco, starà aspettandomi e anch’io non vedo l’ora di raccontargli fin nei minimi dettagli questa serata e farlo impazzire…! Mi eccita vederlo ansimare forte mentre gli racconto, saperlo in attesa non fa che aumentare la mia libidine.
Mette il vassoio fuori dalla porta, un'altra sigaretta sul balcone, nudi... lui che appoggia il suo ventre al mio culo e poi torno alla carica, questa lo costringo sul dorso e lo monto io, prima faccia a faccia, lui mi tormenta i seni strizzandomi i capezzoli fino a farmi gridare, poi gli mostro la schiena, mentre continuo a cavalcarlo con forza, ora mi strizza le natiche, con le dita mi forza il buco posteriore, sono tentata di farmi inculare, ma no… ancora l’altalena degli orgasmi, ma quanti ne ho avuti? Perdo ancora una volta il senso del tempo, tutto passa attraverso il buco che ho fra le gambe, poi il suo inarcare, i suoi gemiti e ancora una volta, l’ultima, sento il suo liquido seminale irrorarmi le pareti della vagina.
Qualche attimo di riposo, poi ho fretta di tornare, lo sprono a fare presto, io non mi lavo, mi metto della carta igienica fra le gambe per evitare che lo sperma mi si riversi fra le cosce, lui si lava, ci rivestiamo, scendiamo, paga e torniamo in città.
Al parcheggio lo saluto con un bacio, ma lui dice che vuole rivedermi, niente da fare gli rispondo, sei da una botta e via… penso, mi lascia biascicando stronzate e io lo mando mentalmente a fare in culo.
Quando rientro, la luce è ancora accesa in soggiorno e lui mi sta aspettando, sono contenta di rivederlo, di trovarlo ad aspettarmi.
Mi chiede come è andata, inizio a raccontargli tutto nei dettagli, lui comincia a masturbarsi, il cazzo gli tira, ma io voglio ancora tormentarlo, mi sono accorta che ho questa vena di sadismo ora.
“Caro, sono esausta, mi ha scopato in una maniera incredibile, aveva un cazzo superlativo, lungo e grosso il doppio del tuo, la figa mi fa male da tanto mi ha chiavato… puoi leccarmela.”
Mi tolgo i jeans, la carta igienica che avevo messo fra le cosce e mi adagio a gambe larghe sul divano.
Lui non protesta, si inginocchia fra le gambe e prende a passare linguate sulla figa impregnata dalla sborra dell’altro.
“Sei piena di sperma…”, mi dice “…ti sei fatta chiavare senza preservativo…”.
“Le prime le abbiamo fatte con il preservativo, ma poi ho perso la testa, mi devi leccare se vuoi scoparmi…”.
Obbedisce, ormai è un burattino nelle mie mani, lecca e succhia, succhia e lecca, mi eccito e gli chiedo:
“Allora… mi vuoi scopare?”.
“Si…”.
“Ti sei menato mentre mi aspettavi?”.
“Si, continuamente…”.
“E pensavi a me che mi facevo sbattere?”.
“Si…”.
“E ti piace, vero?”.
“Si…”.
“Ti piace immaginare mentre mi scopano…”
“Si…”.
“In figa e nel culo… vero?”.
"Si..."
“E ora mi vuoi scopare anche tu?”.
“Si…”.
“Chiedimelo…”.
“Ti prego… ti prego… fammi scopare…”.
“Va bene… ma piano… mi fa male…”.
Mi sistemo in ginocchio sul bordo del divano, gambe larghe… appoggio la testa e con la mano lo cerco….
Mi penetra lentamente, ho la figa infiammata, sento montare l’eccitazione e in breve lo stimolo a fottermi con maggior forza, lui obbedisce e comincia a vangare.
Sarà l’eccitazione della situazione, ma in breve sono oggetto di un orgasmo squassante, lui continua nella sua opera.
“Aspetta…”.
Lui si toglie.
“Leccami il culo…”.
“Si, cosi…?”.
“Inculami…”.
Sento appoggiare la sua cappella al mio sfintere e spingere, mi adeguo e spingo in fuori per favorire la sua penetrazione, spinge, spinge… mi fa male, è un dolore che mi piace, ora è dentro… "si dai montami…" lo incito, ora ha preso un buon ritmo, mi incula con forza… entra fino a percuotermi le natiche con il ventre, mi piace, mi strofino il clitoride, godo, ma anche non vedo il momento che finisca, che possa alzarmi e trascinarmi sul letto.
Si… sta venendo, si inarca e geme e mi inonda l’intestino, un piacere particolare mi prende… e mi porta lontano….
In bagno mi pulisco sommariamente con una salvietta bagnata, poi sul wc e mi butto sul letto, il resto rimando alla mattina.
Lui mi raggiunge.
“Franco…?”.
“Si…?”.
“Ora siamo pari… la questione è chiusa. Vuoi che tutto torni come prima? Smettiamo… e dimentichiamo?”.
Un attimo di silenzio…
“No… andiamo avanti… abbiamo aperto una porta che non si può più rinchiudere…”.
“Va bene, caro… come vuoi tu… buonanotte”.
Sono contenta della sua decisione, la conseguenza del suo tradimento è quella di aver portato alla luce qualcosa che prima avevamo sotto traccia e non conoscevamo. Siamo cambiati profondamente in pochi giorni... ma questo a me piace. Se lo amo ancora? Si... credo almeno e poi? Franco è molto bello, gentile e senza di lui non proverei piacere a far sesso con altri, lui è uno dei componenti del mio piacere, quello del farglielo sapere... tormentarlo, eccitarlo, umiliarlo anche... anche perché so che ne ha gusto, che è il suo piacere particolare.
Gino? Mi piace il suo cazzo... mi piace come pensa. E'porco, porco dentro.
LUI:
Il giorno dopo in ufficio racconto tutto a Gino, mi dà giustamente del coglione, ma mi confessa di non aver mai goduto così, però che paura…!
Io sono eccitato e contemporaneamente atterrito dalla nuova situazione, come finirà?
Il gioco è tutto in mano a Mara….
LEI:
Ho preso a vestirmi e truccarmi con particolare cura, come se mi mettessi in mostra, in ricerca, la vita ha un'altra dimensione, ho girato una boa… direzionale.
Passa qualche giorno.
Mi guardo gli uomini, in ufficio o in strada e faccio delle fantasie su di loro.
Sto studiando quale è più idoneo per i miei propositi, intanto che mi decido, ogni tanto, dopo lavoro vado a casa di Gino, tutto a posto… lui posso frequentarlo quanto voglio, Franco ha perso la scommessa! Sciocco uomo! Merita abbondantemente le corna!
Scopiamo e mi dà molto gusto farlo con lui, mentre Franco che lo sa mi aspetta. Poi a casa… una altra dose di cazzo, Franco vuole sapere tutto e io glielo racconto con tutti i particolari e si trasforma in un maschio eccezionale… senza limiti! Mi scopa a lungo mentre gli racconto...
Per adesso andiamo avanti così, serate a tre…? Si certo…! Il sabato o la domenica e prima o poi credo che il numero dei partecipanti maschili aumenterà. Mi sento molto Ape Regina.
L’ALTRO:
E’ proprio vero che non tutti i mali vengono per nuocere o almeno… non per tutti protagonisti. Franco… povero coglione… ora è cornuto è contento, Mara si è trasformata in una splendida femmina… più bella di prima, calda e disponibile….
A me va alla grande…!
E penso che non sia finita…! Io sono disponibile a tutto. Ho un progetto su di lei, su di noi... tutti.
LEI:
Devo mettere in pratica la parte mancante del mio programma, fargli le corna con un estraneo, mi prendo tutto il tempo necessario, valuto e studio gli uomini che mi capitano a tiro, poi un bel giorno trovo finalmente il giusto, un bell'uomo che bazzica il bar dove vado a bere il caffè con le colleghe, scuro di pelle e di capelli, gli occhi verdi, un naso leggermente arcuato, e poi… alto, alto e prestante.
E’ sposato, ma è un donnaiolo della malora. Mi intriga subito e faccio di tutto per farmi notare, faccio la sfacciata e gli chiedo del fuoco, scambiamo due parole, ma è già tutto chiaro, si butta, voglio uscire con lui…? Si. …Stasera? Va bene!
Torno a casa dall’ufficio e informo Franco di quello che accadrà di li a poco, gli farò le corna, scoperò con un uomo appena conosciuto, non so quando rientrerò.
“Mi aspetterai?”.
“Si…”.
“Ti masturberai pensando a quello che starò facendo…?”.
“Si…”.
“E quando ritorno, vorrai scoparmi…?”.
“Si…”.
Questo pensiero di lui in attesa e fremente mi eccita da morire!!
Mi preparo alla grande!
Jeans Fiorucci, top e gilet, sandaletti infradito, niente reggiseno e un minuscolo tanga è quanto indosso per l’occasione, bacio il mio uomo e parto, con la macchina raggiungo il parcheggio dove ho appuntamento. Lui mi sta aspettando, salgo sulla sua macchina, che si fa? Voglio mangiare qualcosa? O vogliamo andare a far due chiacchiere in un posticino isolato? Non so! Un alberghetto che conosce? Questo va bene! Via allora, mi porta velocemente fuori città, nella mezz’ora di viaggio si prende qualche anticipo, palpandomi le tette, di più non può fare per via dei jeans stretti che porto, allora mi prende la mano e se la porta sulla patta dei pantaloni e mi fa sentire la sua prorompente virilità, lo massaggio e lui bramisce come un cervo in amore, si apre la patta e a fatica fa uscire un attrezzo veramente notevole, lungo e grosso, una cappella tumida e gonfia d’eccitazione, glielo meno, lui mi prende la testa e me la porta sul suo ventre, si, ho capito, non occorre fare il violento!
Lecco la cappella, la bagno per bene di saliva e poi me la inserisco in bocca, che buon sapore ha il suo cazzo! Comincio a lavorarlo, dentro e fuori, cerco di inserirmelo per quanto è possibile….
“Basta, basta, mi stai facendo venire, smettila, siamo quasi arrivati…”.
A fatica mi stacco dal suo cazzo, ci stavo veramente prendendo gusto, lui prende una stradina e poco dopo si ferma in un parcheggio davanti a un locale illuminato, si sistema ed esce dicendomi d’aspettarlo. Pochi minuti e ritorna, lo seguo e entriamo, rampa di scale e entriamo in stanza.
Poi… è una corsa frenetica verso il piacere, togliersi i vestiti di dosso, le mani che frugano dappertutto, le lingue che si intrecciano, abbiamo urgenza di placare la voglia che teniamo uno per l’altra, si mette velocemente un preservativo e mi penetra, un sospiro di soddisfazione mi sfugge, quanto è lungo! Mi tocca l’apice dell’utero e mi da come delle scosse elettriche, abbraccio la sua schiena con le gambe mentre mi penetra violentemente, sento dal suo ansimare che sta per venire e collaboro alle sue spinte per raggiungerlo.
Si… si… lo raggiungo e lo sorpasso nel godere, sento i miei gemiti aumentare di intensità man mano che l’orgasmo mi prende e mi conduce nell’incoscienza. Riprendo senso di me dopo alcuni istanti, sul letto uno sull’altra, ansimanti, accidenti che scopata!
Si sdraia accanto e riprendiamo fiato.
Raggiungo il bagno, mi lavo velocemente, bagno una salvietta e torno in camera, mi abbasso sul suo ventre, il suo cazzo si è ammosciato ma è ancora notevole, gli tolgo il preservativo e con la salvietta lo pulisco della sperma residua, mi sento tanto troia e ho una voglia pazza di scopare, comincio a leccarlo, mi piace il sapore della sua sborra, mi metto d’impegno e miei sforzi ottengono soddisfazione, si alza… si alza…! S’indurisce e in breve torna una torre, mi piace, mi piace la grossa cappella, la grossa asta piena di vene in rilievo, i coglioni duri come noci, gli sto facendo un pompino da sballo, gli faccio capire cosa voglio da lui e mi trovo sistemata con la sua bocca incollata alla mia figa, nella classica posizione di 69, la sua lingua serpeggia instancabile sul mio clitoride, torna poi a leccarmi tutta per riprendere a leccarmi il grilletto inturgidito che mi tira tanto da farmi sobbalzare al contatto.
Ha veramente un cazzo da premio nobel, me lo gusto infilandomelo fino dove mi arriva, poi sento salire da lontano nuovamente l’orgasmo, lo sento arrivare, arriva… si… si…!
Smetto di lavorarlo per urlare il mio piacere, lui ne approfitta per togliersi da sotto, mi prende e mi sistema carponi sul bordo del letto, con la testa posata verso il centro, sento la sua cappella cercarmi, spinge… e entra, mi sbatte ancora con violenza, quando il suo ventre incontra le mie natiche causa dei forti schiocchi, si dai… lo incito a scoparmi con maggior forza e lui si presta! Continuo a gemere e sono in preda ad un orgasmo dietro l’altro, ora breve, brevissimo, ora lungo e potente… mentre sento il grosso cazzo montarmi con forza.
Quanto dura? E chi lo sa! Ho perso la nozione del tempo, ormai ragiono solo con la figa, so solo che non ne ho mai abbastanza, lo sento inarcarsi, urlare e il caldo della sua sborra dentro la vagina, lo ho preceduto nel piacere, godo assieme a lui e godo anche dopo, un piacere continuo…!
Mi si abbandona sulla schiena, sempre dentro di me, sento gli ultimi spasmi dell’eiaculazione e faccio forza con la vagina per stringerlo e spremerlo, mi pesa addosso, è grande e grosso, poi si toglie e mi si butta a fianco e io mi corico accanto a lui. Qualche minuto e realizzo che non ha usato il preservativo.
Ma ormai…!
Andiamo in bagno, prima lui e poi io, quando rientro non è in camera, aspetto, passa un quarto d’ora e entra con un vassoio, vino due bicchieri un piatto di salame, prosciutto, formaggio, pane.
Ci buttiamo e in breve finiamo tutto, poi una sigaretta sulla porta del balcone. nudi come Adamo e Eva, cerchiamo di scambiare qualche parola, ma senza molto successo, lui mi interessa solo per la sua parte inferiore, per il suo cazzo… e so già che non ci sarà alcun seguito a questa sera.
Ma voglio ancora usarlo, sto pascolando fuori dal mio prato e voglio approfittarne.
Guardo l’orologio, il tempo è volato, penso a Franco, starà aspettandomi e anch’io non vedo l’ora di raccontargli fin nei minimi dettagli questa serata e farlo impazzire…! Mi eccita vederlo ansimare forte mentre gli racconto, saperlo in attesa non fa che aumentare la mia libidine.
Mette il vassoio fuori dalla porta, un'altra sigaretta sul balcone, nudi... lui che appoggia il suo ventre al mio culo e poi torno alla carica, questa lo costringo sul dorso e lo monto io, prima faccia a faccia, lui mi tormenta i seni strizzandomi i capezzoli fino a farmi gridare, poi gli mostro la schiena, mentre continuo a cavalcarlo con forza, ora mi strizza le natiche, con le dita mi forza il buco posteriore, sono tentata di farmi inculare, ma no… ancora l’altalena degli orgasmi, ma quanti ne ho avuti? Perdo ancora una volta il senso del tempo, tutto passa attraverso il buco che ho fra le gambe, poi il suo inarcare, i suoi gemiti e ancora una volta, l’ultima, sento il suo liquido seminale irrorarmi le pareti della vagina.
Qualche attimo di riposo, poi ho fretta di tornare, lo sprono a fare presto, io non mi lavo, mi metto della carta igienica fra le gambe per evitare che lo sperma mi si riversi fra le cosce, lui si lava, ci rivestiamo, scendiamo, paga e torniamo in città.
Al parcheggio lo saluto con un bacio, ma lui dice che vuole rivedermi, niente da fare gli rispondo, sei da una botta e via… penso, mi lascia biascicando stronzate e io lo mando mentalmente a fare in culo.
Quando rientro, la luce è ancora accesa in soggiorno e lui mi sta aspettando, sono contenta di rivederlo, di trovarlo ad aspettarmi.
Mi chiede come è andata, inizio a raccontargli tutto nei dettagli, lui comincia a masturbarsi, il cazzo gli tira, ma io voglio ancora tormentarlo, mi sono accorta che ho questa vena di sadismo ora.
“Caro, sono esausta, mi ha scopato in una maniera incredibile, aveva un cazzo superlativo, lungo e grosso il doppio del tuo, la figa mi fa male da tanto mi ha chiavato… puoi leccarmela.”
Mi tolgo i jeans, la carta igienica che avevo messo fra le cosce e mi adagio a gambe larghe sul divano.
Lui non protesta, si inginocchia fra le gambe e prende a passare linguate sulla figa impregnata dalla sborra dell’altro.
“Sei piena di sperma…”, mi dice “…ti sei fatta chiavare senza preservativo…”.
“Le prime le abbiamo fatte con il preservativo, ma poi ho perso la testa, mi devi leccare se vuoi scoparmi…”.
Obbedisce, ormai è un burattino nelle mie mani, lecca e succhia, succhia e lecca, mi eccito e gli chiedo:
“Allora… mi vuoi scopare?”.
“Si…”.
“Ti sei menato mentre mi aspettavi?”.
“Si, continuamente…”.
“E pensavi a me che mi facevo sbattere?”.
“Si…”.
“E ti piace, vero?”.
“Si…”.
“Ti piace immaginare mentre mi scopano…”
“Si…”.
“In figa e nel culo… vero?”.
"Si..."
“E ora mi vuoi scopare anche tu?”.
“Si…”.
“Chiedimelo…”.
“Ti prego… ti prego… fammi scopare…”.
“Va bene… ma piano… mi fa male…”.
Mi sistemo in ginocchio sul bordo del divano, gambe larghe… appoggio la testa e con la mano lo cerco….
Mi penetra lentamente, ho la figa infiammata, sento montare l’eccitazione e in breve lo stimolo a fottermi con maggior forza, lui obbedisce e comincia a vangare.
Sarà l’eccitazione della situazione, ma in breve sono oggetto di un orgasmo squassante, lui continua nella sua opera.
“Aspetta…”.
Lui si toglie.
“Leccami il culo…”.
“Si, cosi…?”.
“Inculami…”.
Sento appoggiare la sua cappella al mio sfintere e spingere, mi adeguo e spingo in fuori per favorire la sua penetrazione, spinge, spinge… mi fa male, è un dolore che mi piace, ora è dentro… "si dai montami…" lo incito, ora ha preso un buon ritmo, mi incula con forza… entra fino a percuotermi le natiche con il ventre, mi piace, mi strofino il clitoride, godo, ma anche non vedo il momento che finisca, che possa alzarmi e trascinarmi sul letto.
Si… sta venendo, si inarca e geme e mi inonda l’intestino, un piacere particolare mi prende… e mi porta lontano….
In bagno mi pulisco sommariamente con una salvietta bagnata, poi sul wc e mi butto sul letto, il resto rimando alla mattina.
Lui mi raggiunge.
“Franco…?”.
“Si…?”.
“Ora siamo pari… la questione è chiusa. Vuoi che tutto torni come prima? Smettiamo… e dimentichiamo?”.
Un attimo di silenzio…
“No… andiamo avanti… abbiamo aperto una porta che non si può più rinchiudere…”.
“Va bene, caro… come vuoi tu… buonanotte”.
Sono contenta della sua decisione, la conseguenza del suo tradimento è quella di aver portato alla luce qualcosa che prima avevamo sotto traccia e non conoscevamo. Siamo cambiati profondamente in pochi giorni... ma questo a me piace. Se lo amo ancora? Si... credo almeno e poi? Franco è molto bello, gentile e senza di lui non proverei piacere a far sesso con altri, lui è uno dei componenti del mio piacere, quello del farglielo sapere... tormentarlo, eccitarlo, umiliarlo anche... anche perché so che ne ha gusto, che è il suo piacere particolare.
Gino? Mi piace il suo cazzo... mi piace come pensa. E'porco, porco dentro.
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