La Sottomissione della Maestrina (Capitolo 4)

di
genere
dominazione

Chiara arrivò a casa dal lavoro verso le 16:20. Quella giornata era stata particolarmente pesante, a scuola era venuto un allenatore di Judo e aveva accompagnato i bambini nella palestra scolastica per fare qualche dimostrazione in modo da attirare nuovi iscritti.
Odiava queste cose, non era particolarmente sportiva pur essendo magra e con un bel fisico, in queste occasioni c’era sempre da rincorrere bambini e sgridare chi non ascoltava. Per lei era estremamente stressante.
Inoltre l’istruttore, un trentenne basso ma muscoloso come un dio, non mancava di complimentarsi con lei e sbirciare il suo culo tonico e le gambe coperte solo da collant quel giorno in cui vestiva una gonna… Fino a qualche settimana prima l’avrebbe fulminato con lo sguardo alla prima battuta, ma le “avventure” con i fratelli Capri le avevano fatto scoprire una sessualità che ignorava di possedere.
Ciò non riuscì a togliersi di dosso l’imbarazzo terribile che provava ogni volta che ripensava a cosa stava vivendo… Persino l’istruttore di judo avrà pensato che fosse una verginella per come abbassava lo sguardo ogni volta che le faceva un complimento velato. E’ che in sé Chiara si sentiva ancora la brava mogliettina casa e chiesa, lo era fino a quando non veniva presa come un oggetto… poi la sua libidine veniva fuori.
Si sistemò ed optò per un bagno caldo nella sua vasca. Adorava rilassarsi così e quel giorno doveva prendersi cura di sé.
Pensò a quando aveva accompagnato l’istruttore a prendere dei materassini… lui le stava dietro mentre si piegava ed era certa che quando le avesse urtato le natiche con il suo pube non ci fosse nulla di casuale.
Si spogliò e non poté fare a meno di fissare il suo corpo nudo allo specchio. Era davvero sexy con solo un braccio a coprirsi le piccole tette… con una mano si prese i lunghi capelli corvini e se li sistemò in modo da avere il collo libero e i capezzoli non disturbati dai capelli… l’occhio dallo specchio le cadde sulla sua vagina curata e depilata, con una mano andò a toccarsi e si trovò morbida e calda…
Sì ridestò dai suoi pensieri peccaminosi e arrossì prima di buttarsi nella vasca. Il calore dell’acqua però non l’aiutò e così finì ancora con una mano a toccarsi la vagina mentre l’altra istintivamente andò ai capezzoli.
Sapeva cosa stava facendo e dentro di sé se ne vergognava. Provò a immaginarsi suo marito Carlo che la penetrava, ma sapeva benissimo che non era stato lui e provocarle quei pensieri… Le ritornò alla mente l’occhio dell’istruttore di judo, come le guardava le gambe… si chiese se il suo cazzo fosse stato duro e nodoso come il resto del suo corpo… nel frattempo la mano roteava e le dita entravano nella sua fessura, era eccitata e si pizzicava i capezzoli durissimi.
Immaginò l’istruttore che la prendeva e la montava sopra di sé, la faceva godere e la baciava… le sue dita erano un cazzo voglioso che non aspettava altro che la sua vagina stretta per svuotarsi del piacere… poteva persino immaginarne l’odore, la forma… poi, come un flash, l’immagine di Valerio Capri che la impalava a pecora sulla scrivania del suo ufficio, la sbatteva senza dolcezza e la dava della troia. A quel punto esplose in un urlo liberatorio mentre veniva in un orgasmo provocato unicamente dalla sua lussuria.

Dopo qualche ora Chiara era in piedi in cucina in una tuta comoda, stava preparando cena aspettando suo marito Carlo. Alle 7:30 entrò in casa e venne a salutarla amorevolmente. Arrivò dietro di lei e abbracciandola la baciò sulla guancia, dicendole che la amava.
Cenarono e guardarono qualche stupido telefilm prima di coricarsi a letto. Come tutte le sere Chiara andò per prima in bagno e aspettò il marito a letto nella sua camicia da notte.
Quando Carlo arrivò si sdraiò di fianco a lei e cominciò a sfiorarle le braccia mentre si avvicinava al suo orecchio:
-Amore… che ne diresti di fare l’amore stasera?
-Non lo so Carlo… domani lavoriamo.
-Lo so amore ma dovrò star via tre giorni con il camion… è da una settimana che rimandiamo.
Chiara sapeva esattamente che quella sera Carlo aveva voglia di lei, lo sapeva perché tutte le volte che la abbracciava e la baciava appena arrivato a casa era perché la voleva. Monotono e abitudinario come sempre.
-Va bene amore… vieni qui.
Chiara si mise sopra di lui e iniziarono a baciarsi… lui si sfilò velocemente le mutande e Chiara rimase a baciarlo tenendogli le mani sui (pochi) capelli. Sentiva la forma del cazzo del marito sotto di sé ma il suo ruolo di mogliettina casa-chiesa la frenava dal toccarlo o dall’indirizzare le sue voglia. A quel punto allora lui la spinse dolcemente sul letto e la adagiò con la schiena sul materasso.
Le tolse la camicia da notte dolcemente e si buttò a leccare e succhiare le sue belle tettine. Chiara sentì la pancia prominente del marito strusciarsi sul suo bacino perfetto mentre lui cercava di avvicinare il suo cazzetto eretto alla sua figa.
Quando Chiara sentì la cappella a contatto cercò di pensare al godimento del pomeriggio per eccitarsi, a come avrebbe voluto farsi prendere nella vasca… al cazzo dei fratelli Capri…
Riuscì così ad eccitarsi un po’ e quando la cappella entrò non ci fu bisogno di lubrificarsi.
A quel punto veniva la parte peggiore del sesso con suo marito. Lui preso dal godimento della sua fighetta stretta smetteva di baciarle il seno e cominciava ad ansimare. Chiara sentì il primo colpo, poi il secondo e poi ancora il terzo. Non provava godimento alcuno anche se fingeva di avere il respiro affannato. Carlo era un pessimo amatore e si preoccupava unicamente del suo godimento… Conosceva suo marito e sapeva che il rapporto medio si componeva di 12-14 dentro-fuori del suo cazzo. Così al decimo colpo aumentò il ritmo lei fingendo di stare per venire e anzi cercava di gemergli forte dentro l’orecchio. A quel punto Carlo si eccitava come non mai e nel giro di pochi secondi si scaricava completamente dentro di lei.
Sentì la sborrata sempre abbondante del marito che la riempiva e si faceva spazio dentro di lei… quello era l’unico momento in cui lei provava un barlume di eccitazione, nel sentire quel liquido dentro di sé che la possedeva e la inondava… poi suo marito tolse il pene da dentro di lei cosicché Chiara dovette stringere le sue pareti per trattenerlo ancora qualche secondo prima di andarsi a pulire.
-Amore è stato bellissimo… non sai quanto ti amo.
-Carlo sei il mio amore… non mi avevi mai fatto godere così.
-Effettivamente oggi ti ho desiderata tutto il giorno… anche tu mi sembrava eccitata, l’ho notato già quando sono arrivato a casa.
A qual punto i due si scambiarono un dolce bacio augurandosi la buonanotte, Carlo si girò di lato e in pochi secondi già russava.
Chiara si rimise la camicia da notte e andò il bagno a sciacquarsi. Si guardò allo specchio e si vergognò di se stessa. Non era il fingere di aver goduto con suo marito che la torturava, era il fatto che ormai godeva costantemente con i suoi amanti o con le sue dita, ma con Carlo non provava alcun piacere… pur amandolo come uomo.

Per consigli, pareri e critiche scrivetemi a frank.ossido@libero.it
scritto il
2018-06-05
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