La mia ex professoressa di Latino
di
FrankOssido
genere
etero
Era l’estate del 2012, l’estate in cui avevo finito la maturità e per ora la più bella della mia vita. Avevo fatto controvoglia cinque anni di liceo scientifico e me l’ero cavata con svariati debiti distribuiti negli anni e un onesto 74 come voto finale.
Mi divertivo con la classe e i professori erano una marea di stronzi, come spesso capita. Tra i professori però vi era Anna. Non fraintendete, non la classica professoressa che si distaccava dalla massa, quella che te la ricordi perché credeva in te e cercava di stimolarti a studiare. No, Anna era la professoressa di latino ed era la più stronza di tutte. Alta un metro e settanta, aveva forme sinuose, saltava all’occhio per le grosse tette (una quarta) e i fianchi abbondanti. Aveva all’epoca della mia maturità circa 35 anni e ogni giorno arrivava vestita giovanile ma allo stesso tempo elegante. Non era un fisico da modella ma tutti, TUTTI, se la sarebbero scopata all’istante quando si presentava con un completo camicetta sbottonata e pantaloni attillati neri. Oltre al seno prosperoso saltava subito all’occhio il suo viso sempre abbronzato con uno sguardo da troia indomata incorniciato da capelli nero corvino che arrivavano poco dopo il collo.
Al liceo avevo perennemente 5 della sua materia e mi sorbivo sfuriate continue da parte sua. Urlava molto, a molti faceva persino paura, ma non a me che anzi mi eccitavo sempre a sentirla urlare così.
Più di una volta durante le interrogazioni mi venne duro il cazzo e, pur cercando sempre di nasconderlo anche lei doveva accorgersene visto che il suo sguardo più di una volta cadeva lì. Ad ogni modo mai aveva dato idea di essere così troia da andare con uno studente e anzi quando vedeva che avevo un’erezione si incazzava ancora di più per la mia mancanza di studio.
Come detto avevo da poco finito la maturità, l’università sarebbe iniziata solo a ottobre così passai l’estate a cazzeggiare. Il giorno di cui vi parlerò mi ero alzato verso le 11, dopo un’ora di cazzeggio avevo fatto pranzo e poi decisi di passare il resto della giornata in piscina. Ne avevo una vicina a casa e avevo una specie di biglietto stagionale per cui andavo anche da solo. Quel giorno era fine luglio e tutti gli amici erano già al mare o all’estero, così mi cercai un lettino e cominciai a prendere il sole in costume.
In piscina nonostante il sole c’erano poche persone. Probabilmente molti erano partiti per le vacanze o magari associazioni come Estate Ragazzi aveva organizzato altre gite. Mi sedetti sul lettino indeciso se fare due tuffi o aspettare ancora qualche minuto, osservai la gente sui lettini vicini e in lontananza sentii una bambina piccola piangere. Preso dalla curiosità guardai in quella direzione e notai che insieme alla bambina c’erano due donne.
Quella più vicino a me saltava all’occhio per la sua bruttezza, scheletrica con le gambe visibilmente non depilate e pallida come un fantasma, stava all’ombra dell’ombrellone indossando un copricostume che la invecchiava. Di fianco a lei invece una donna in carne che prendeva il sole con molto olio abbronzante. Aveva forme abbondanti ma nel complesso sembrava una gran bella donna. Dal lettino vedevo le sue grandi tette che erano tenute su da un bikini fucsia che faceva sì che venisse notata subito. Fantasticai un po’ su di lei fino a quando si alzò e quando mi sentii chiamare riconobbi in lei Anna, la mia ex-professoressa di latino.
Mi alzai mentre veniva verso di me, parlammo per circa venti minuti; mi chiese se ero contento del voto della maturità, cosa pensavo di fare ora e cose simili. Devo dire che era difficile parlarci insieme con indosso solo quel misero bikini fucsia, ero continuamente tentato di abbassare lo sguardo su quelle stupende tette e dovevo controllare il mio pene per non causare un’erezione che sarebbe stata troppo evidente in costume.
Era incredibile però come Anna fosse diversa ora che non era più la mia professoressa. Insistette subito perché le dessi del Tu e parlare con lei era come scambiare due chiacchiere con una vecchia amica. Mi disse che aveva portato sua figlia in piscina ma che si era fatta accompagnare da sua cognata (sorella del marito): era una santa a suo dire perché le guardava sempre la figlia, ma tra loro due non correva buon sangue. Tra me e me pensai che erano troppo diverse per piacersi ma non glielo dissi, anzi le feci i complimenti per l’abbronzatura. Mi ringraziò scherzando e mi chiese se l’avessi accompagnata a fare un bagno o su qualche giostra acquatica che era nelle varie piscine “sempre che tu non sia già in compagnia” aggiunse. Accettai di buon grado, ero da solo ed ero molto intrigato da quella donna. Mi eccitava certo, ma quel giorno mi trattava come un coetaneo e mi incuriosiva parecchio la sua personalità.
Mi incamminai verso la fine del prato e lei mi disse di aspettarla a bordo piscina perché posava qualche braccialetto e spiegava alla cognata dove andava. Superata la siepe che divideva il prato dal complesso delle piscine mi scelsi una vasca idromassaggio e mi sedetti raffreddando provvisoriamente il mio cazzo.
Aspettai solo qualche minuto, poi la vidi arrivare e feci per uscire ma lei mi bloccò.
-Aspetta che entro un attimo così mi rinfresco, è tutta la mattina che prendo il sole e sono cotta.
-Per me va benissimo, rilassarsi nell’idromassaggio non è mai un problema ahhahah.
Si immerse nell’acqua fino a bagnarsi anche la testa, quando rivenne a galla aveva i capelli bagnati tirati all’indietro e stava semisdraiata, con il viso fuori dall’acqua insieme a quelle stupende tette, che sembravano boe. Fortuna che c’era le bollicine perché mentre mi raccontava dei malumori tra lei e la cognata mi venne un’erezione che non avrei saputo nascondere.
Dopo pochi minuti però insistette per provare uno scivolo e allora controllai tutto me stesso per ridurre l’erezione e ci alzammo. Andammo dallo scivolo e cominciammo a salire gli scalini, da vero galantuomo la feci andare davanti e rimasi così con la vista del suo culo. Era in carne ma non presentava minimamente cellulite, si vedeva che faceva tutta la palestra che poteva per sembrare più giovane. Pensai che stesse andando piano apposta per farmelo ammirare, gli scalini sembravano non finire più.
In cima il bagnino ci fece segno di prendere un materassino e di salirci in due, naturalmente la feci mettere davanti. Prima mi sedetti io poi lei si mise in piedi davanti a me per poi abbassarsi… All’ultimo si lasciò andare visto che era tutto scivoloso e me la ritrovai praticamente addosso. Aveva il culo esattamente sul mio cazzo e la mia testa era al lato del suo collo, ero praticamente di lato al suo seno e non riuscì più a controllare il mio cazzo che divenne di marmo issandosi.
Lei si scusò ridendo ma spostandosi un po’ più avanti non fece altro che strusciarsi su di me; si accorse della situazione e si immobilizzò un attimo, poi si girò e con uno sguardo da troia consumata mi chiese se andasse tutto bene. Le risposi di sì e per evitare il momento imbarazzante feci partire il materassino.
Cominciammo ad urlare come due cretini, per colpa dello scivolo era di nuovo sopra di me che ormai non potevo più nascondere la mia eccitazione… finché… SPLASH.
Ci ritrovammo fiondati dentro una piscina da almeno tre metri, l’impatto fu talmente forte che con una punta del piede sentì il fondo. Riemersi e lo spettacolo a cui assistei era magnifico, l’impatto aveva fatto sì che la parte sopra del bikini di Anna fosse sopra la sua testa ingarbugliato in non so che modo, il suo seno era libero…
-Cosa guardi?? Vieni ad aiutarmi Fabio!
-Subito prof, cioè Anna… ti raggiungo subito.
Con tre bracciate fui da lei, era evidente che non riuscivamo a sistemarlo con l’acqua così alta, le dissi di nuotare fino al bordo ma non riusciva.
-Senti ragazzo facciamo così, io ora mi appoggio a te, tu cerca di tenerci a galla entrambi mentre io mi divincolo… ce la fai?
-Ci proverò!
Afferrò il mio braccio per avvicinarsi a me, sperai che mi avrebbe messo quel seno in viso ma purtroppo mi diede la schiena. Approfittando della situazione con il braccio le toccai vistosamente le tette, in fondo stavo solo cercando di tenermi a galla. Il peggio arrivò quando finì di girarsi, appoggiò la schiena e i fianchi a me e in particolare sul mio pene perfettamente eretto. Era impossibile non accorgersene, tantopiù che ormai mimavo il movimento di una penetrazione per tenere a galla entrambi.
-Ecco Fabio, ci sono quasi!
E finalmente (per lei) era a posto. Ora nuotavamo vicini e ridemmo della situazione.
-Devo dire che mi spiace un po’ di aver messo a posto il bikini così in fretta…
-Prof mi sta dicendo che ti piace il nudismo? Va bene che non c’è nessuno in piscina ma così esagera- le risposi ridendo.
-Ma no stupido… forse mi sono spiegata male- e mentre lo diceva si avvicinò di più -è che speravo di rimanere più tempo su questo bel cazzo…- e con una mano me lo afferrò da sopra il costume. Rimasi sbigottito e molto stupidamente non seppi cosa dire, lei mi guardava con lo sguardo più da troia che aveva e, è il caso di dirlo, mi teneva per i coglioni.
Poi d’improvviso si staccò e nuotò fino al bordo della piscina, in particolare però scelse un punto sotto lo scivolo un po’ nascosto. Capì al volo che grande occasione avevo e, dopo aver controllato che non ci fosse nessuno, la raggiunsi con due bracciate decise.
Lei era con il viso rivolto verso l’esterno con le braccia incrociate appoggiate sul bordo che era un po’ più alto del pelo dell’acqua. Ero sicuro di me e della situazione che stavo vivendo, così quando le arrivai da dietro non mi feci troppi problemi ad appoggiare ancora il mio cazzo sul suo culo e a tenermi alla sua vita con le mani. Inizialmente le spostai i fianchi per farle sentire meglio la mia eccitazione, poi, vedendo che non opponeva alcuna resistenza e non si girava, cominciai a salire… piano piano… fino ad arrivare con le mani ai suoi seni. appoggiai entrambi i palmi sulle sue tette e poi chiusi tastandone la morbidezza, come ad una ragazza con dieci anni in meno.
A quel punto mi sentivo esplodere, con il cazzo e i fianchi le toccavo il culo, con le mani stimolavo quelle tette che tutti avevamo sognato per anni e le mordicchiavo e baciavo il collo. Ormai anche lei non poteva nascondere l’eccitazione ed emetteva lievi gemiti che mi diedero fiducia. Poi si girò di scatto e a quel punto dovetti schiacciarla contro il bordo della piscina per farci star su. Con le gambe si aggrovigliò a me mentre le baciavo i capezzoli ormai liberi lei andò a prendere e segare il mio cazzo. La volevo e con una mano andai sotto il suo costume a infilare un dito nella sua vagina.
-Ahh no dai Fabio…
-Dai Anna non fingere, lo vuoi anche tu.
-Certo Ahh certo che lo voglio… però non qui- gemeva come una cagna mentre ci masturbavamo -adesso io vado dalle docce lì vicino, siamo al fondo e non c’è nessuno, tu aspetta un minuto poi raggiungimi.
Allora mi spinse via nell’acqua e come una tigre raggiunse la scaletta. Cominciai a contare fino a 60. A 15 lei era già dentro, così non resistetti e prima dei sessanta secondi aprivo la porta delle docce e mi diressi nella direzione in cui sentivo rumore di acqua corrente… Girai ancora una volta e la vidi, era sotto un getto d’acqua con la porta della cabina lasciata aperta, ormai il suo costume era già a terra. Era ancora una volta girata ma sapeva che ero lì e sentì sicuramente quando mi tolsi il costume, lo lanciai a terra e con un movimento deciso chiusi la porta della cabina.
Aveva il corpo nudo bagnato dall’acqua che scorreva giù dalla doccia, le mani erano alte contro la parete. Mi avvicinai con il cazzo eretto fino a quando con la punta non le toccai le natiche, a quel punto avanzai ancora ma con calma. Prima le posi le mani sui fianchi… Con una andai sulla sua chiappa sinistra e ne tastai la consistenza ma con tocchi leggeri, poi salì pian piano con entrambe le mani, le toccavo tutto il corpo salendo… fino a quando non arrivai al suo seno. Allora ero ormai attaccato a lei con il cazzo a toccarle la schiena. Con le mani aperte le presi i grossi seni e all’improvviso le chiusi assaporandone la morbidezza… tra pollice e indice le chiudevo i capezzoli in una morsa e, mentre l’acqua cadeva su di noi, la sentivo gemere di piacere.
-Ti prego Fabio… Scopami.
Senza dover farmi pregare ulteriormente puntai il cazzo sulla sua vagina rimanendo dietro di lei, prontamente allargò le gambe rimanendo con le mani appoggiate alla parete di fronte. La tenni dai fianchi e con un colpo deciso feci entrare metà cazzo. Era come entrare con un coltello dentro il burro caldo, sentivo le pareti della vagina massaggiarmi la cappella e il suo respiro affannato andava a tempo con il movimento del suo bacino che veniva verso di me e ritornava avanti… di fatto ero fermo e mi godevo la scena mentre si scopava da sola.
Salì ancora con le mani e le afferrai ancora i seni, dio solo sa quanto li avessi sognati. Li massaggiavo con calma, poi detti una stretta molto forte che le fece uscire un urletto: cominciava il vero gioco.
Le afferrai le mani tenendole schiacciate contro il muro, così facendo mi avvicinai di più a lei andando a penetrarla questa volta con tutto il cazzo. Rimase stupita, evidentemente si aspettava di averne già saggiato tutta la lunghezza. Le mordevo e leccavo il collo mentre ormai la distruggevo con colpi forti, era tutta contro il muro e il viso era adagiato da un lato, vedevo così in parte il suo viso che dava segni di godimento, poi i suoi occhi si aprirono al massimo e sentii il cazzo diventare improvvisamente caldo, non più bagnato solo dall’acqua della doccia.
Non resistetti oltre, tolsi le mani e le portai sui suoi fianchi per tenerla mentre davo i colpi più forti che avevo. La doccia era aperta al massimo, ma da fuori se fosse passato qualcuno ci avrebbe sicuramente sentito.
Sentii arrivare un macigno dal mio cazzo e poi mi immobilizzai scaricando tutto il mio seme tra le sue pareti… Non mi disse neanche se prendeva la pillola, neanche una lamentela, solamente un verso prolungato di godimento.
Si accasciò a terra e spensi la doccia, io ero ancora in piedi e, senza farla riposare, le dissi:
-Non penserai di aver finito vero?
Tirandola per i capelli le feci alzare il viso all’altezza del mio cazzo che non era al suo massimo ma rimaneva duro.
-Succhia- le dissi con tono fermo senza ammettere repliche.
Colpita dalle mie parole non oppose alcuna resistenza, si fiondò con la bocca e lo avvolse tutto serrando le labbra solo all’ultimo.
Con le mani stavolta era lei a tenermi i fianchi e dopo le prime leccate per farmelo ritornare in perfetta erezione cominciò a scoparsi la bocca con un ritmo forsennato. Le labbra si chiudevano sul cazzo per succhiarlo e si allargavano per farlo scivolare sulle pareti della sua bocca con un’alternanza studiata, avrei potuto venirle in bocca subito da quanto era brava.
-Tra le tette, che ho sognato di mettertelo lì in mezzo per anni… Che puttana che sei.
Sempre senza parlare alzò il busto e con le tette andò a chiudere il mio cazzo nella morsa del suo seno. Con le mani ai lati delle tette schiacciava il cazzo mentre con la lingua leccava la cappella ogni volta che usciva, era il sogno di cinque anni di Liceo.
Ad un certo punto alzò la testa e guardandomi con la sua solita faccia da porca mi disse:
-Allora Landini, come va l’interrogazione? Questa volta mi toccherà darle un bell’8, il suo cazzo mi piace molto sa? Perché non mi viene nel seno come piace tanto a lei?
Voleva farmi venire e ci stava riuscendo, era una puttana d’alta scuola esattamente come me la sognavo, però volevo vederla soffrire ancora prima di venire.
-Solo 8? Che ne dice se passo al culo e proviamo a raggiungere il 9?
Si limitò a sorridere fissandomi e senza aggiungere altro si mise a pecorina.
Le andai dietro e utilizzai l’acqua che ancora cadeva dalla doccia per spingere il mio indice nel suo orifizio, poi passai subito a due e notai che non aveva bisogno di essere lubrificata troppo. Il cazzo mi scoppiava e lei non aspettava altro.
-Ora prof ti giri.
Lo fece subito ed era così sdraiata con la schiena a terra, mi guardava con un ghigno beffardo:
-Pensavo con il signor Landini volesse prendersi il mio culone… le è piaciuta tanto la mia figa da volerla riprovare? Che ne dice di 8 e mezzo?
Senza neanche degnarmi di risponderle mi inginocchiai e le alzai le gambe con le caviglie sulle mie spalle, un po’ a fatica per la posizione cercai il suo buco più stretto e ci infilai la cappella. Per quanto allenata a prenderlo nel culo sentiva ancora dolore, in particolare quando cominciai a stantuffarla con colpi decisi. Avevo così il cazzo stretto nel suo culo e la vista del suo viso scosso prima dal dolore poi dal dolore, le dovetti mettere due dita in bocca per farle abbassare le grida.
Era scomoda in quella posizione, quasi schiacciata con il mio cazzo a entrarle nel culo senza preoccuparsi di farla godere e il seno schiacciato dalla posizione delle sue cosce, ma era stupenda così: completamente in mio possesso.
Dalla mia posizione però vedevo anche il suo seno allargato dalla forza di gravità… sembrava ancora più grosso e sobbalzava ad ogni mio affondo… era troppo davvero e con lei a gemermi davanti non potevo durare troppo. Soffriva così messa e impazzivo di questo.
Le tolsi di colpo il cazzo dal culo, evidentemente non si aspettava che venissi fuori così brutalmente. Mi issai in piedi, chiusi il getto della doccia e masturbandomi velocemente le venni su tutto il corpo dall’alto.
Aveva il mio seme ovunque, sul corpo, sul seno e naturalmente in viso.
Aprì gli occhi e mi guardò appagata, si alzò e, ancora sporca di sperma di sussurrò al mio orecchio:
-10 con lode…
Poi si voltò e cominciò a farsi una doccia vera facendo fuoriuscire tutto il seme che le era rimasto in corpo. Raccolsi il mio costume e uscì andando a farmi la doccia nella cabina di fianco. Sentì la sua porta chiudersi quando se ne andò ma non uscii a salutarla.
Uscendo mi fermai in un idromassaggio ma il tempo cominciava a diventare buio, così dopo una mezz’ora mi alzai e andai dal mio sdraio: Anna era già andata via.
Per pareri, commenti e consigli scrivetemi a frank.ossido@libero.it
Mi divertivo con la classe e i professori erano una marea di stronzi, come spesso capita. Tra i professori però vi era Anna. Non fraintendete, non la classica professoressa che si distaccava dalla massa, quella che te la ricordi perché credeva in te e cercava di stimolarti a studiare. No, Anna era la professoressa di latino ed era la più stronza di tutte. Alta un metro e settanta, aveva forme sinuose, saltava all’occhio per le grosse tette (una quarta) e i fianchi abbondanti. Aveva all’epoca della mia maturità circa 35 anni e ogni giorno arrivava vestita giovanile ma allo stesso tempo elegante. Non era un fisico da modella ma tutti, TUTTI, se la sarebbero scopata all’istante quando si presentava con un completo camicetta sbottonata e pantaloni attillati neri. Oltre al seno prosperoso saltava subito all’occhio il suo viso sempre abbronzato con uno sguardo da troia indomata incorniciato da capelli nero corvino che arrivavano poco dopo il collo.
Al liceo avevo perennemente 5 della sua materia e mi sorbivo sfuriate continue da parte sua. Urlava molto, a molti faceva persino paura, ma non a me che anzi mi eccitavo sempre a sentirla urlare così.
Più di una volta durante le interrogazioni mi venne duro il cazzo e, pur cercando sempre di nasconderlo anche lei doveva accorgersene visto che il suo sguardo più di una volta cadeva lì. Ad ogni modo mai aveva dato idea di essere così troia da andare con uno studente e anzi quando vedeva che avevo un’erezione si incazzava ancora di più per la mia mancanza di studio.
Come detto avevo da poco finito la maturità, l’università sarebbe iniziata solo a ottobre così passai l’estate a cazzeggiare. Il giorno di cui vi parlerò mi ero alzato verso le 11, dopo un’ora di cazzeggio avevo fatto pranzo e poi decisi di passare il resto della giornata in piscina. Ne avevo una vicina a casa e avevo una specie di biglietto stagionale per cui andavo anche da solo. Quel giorno era fine luglio e tutti gli amici erano già al mare o all’estero, così mi cercai un lettino e cominciai a prendere il sole in costume.
In piscina nonostante il sole c’erano poche persone. Probabilmente molti erano partiti per le vacanze o magari associazioni come Estate Ragazzi aveva organizzato altre gite. Mi sedetti sul lettino indeciso se fare due tuffi o aspettare ancora qualche minuto, osservai la gente sui lettini vicini e in lontananza sentii una bambina piccola piangere. Preso dalla curiosità guardai in quella direzione e notai che insieme alla bambina c’erano due donne.
Quella più vicino a me saltava all’occhio per la sua bruttezza, scheletrica con le gambe visibilmente non depilate e pallida come un fantasma, stava all’ombra dell’ombrellone indossando un copricostume che la invecchiava. Di fianco a lei invece una donna in carne che prendeva il sole con molto olio abbronzante. Aveva forme abbondanti ma nel complesso sembrava una gran bella donna. Dal lettino vedevo le sue grandi tette che erano tenute su da un bikini fucsia che faceva sì che venisse notata subito. Fantasticai un po’ su di lei fino a quando si alzò e quando mi sentii chiamare riconobbi in lei Anna, la mia ex-professoressa di latino.
Mi alzai mentre veniva verso di me, parlammo per circa venti minuti; mi chiese se ero contento del voto della maturità, cosa pensavo di fare ora e cose simili. Devo dire che era difficile parlarci insieme con indosso solo quel misero bikini fucsia, ero continuamente tentato di abbassare lo sguardo su quelle stupende tette e dovevo controllare il mio pene per non causare un’erezione che sarebbe stata troppo evidente in costume.
Era incredibile però come Anna fosse diversa ora che non era più la mia professoressa. Insistette subito perché le dessi del Tu e parlare con lei era come scambiare due chiacchiere con una vecchia amica. Mi disse che aveva portato sua figlia in piscina ma che si era fatta accompagnare da sua cognata (sorella del marito): era una santa a suo dire perché le guardava sempre la figlia, ma tra loro due non correva buon sangue. Tra me e me pensai che erano troppo diverse per piacersi ma non glielo dissi, anzi le feci i complimenti per l’abbronzatura. Mi ringraziò scherzando e mi chiese se l’avessi accompagnata a fare un bagno o su qualche giostra acquatica che era nelle varie piscine “sempre che tu non sia già in compagnia” aggiunse. Accettai di buon grado, ero da solo ed ero molto intrigato da quella donna. Mi eccitava certo, ma quel giorno mi trattava come un coetaneo e mi incuriosiva parecchio la sua personalità.
Mi incamminai verso la fine del prato e lei mi disse di aspettarla a bordo piscina perché posava qualche braccialetto e spiegava alla cognata dove andava. Superata la siepe che divideva il prato dal complesso delle piscine mi scelsi una vasca idromassaggio e mi sedetti raffreddando provvisoriamente il mio cazzo.
Aspettai solo qualche minuto, poi la vidi arrivare e feci per uscire ma lei mi bloccò.
-Aspetta che entro un attimo così mi rinfresco, è tutta la mattina che prendo il sole e sono cotta.
-Per me va benissimo, rilassarsi nell’idromassaggio non è mai un problema ahhahah.
Si immerse nell’acqua fino a bagnarsi anche la testa, quando rivenne a galla aveva i capelli bagnati tirati all’indietro e stava semisdraiata, con il viso fuori dall’acqua insieme a quelle stupende tette, che sembravano boe. Fortuna che c’era le bollicine perché mentre mi raccontava dei malumori tra lei e la cognata mi venne un’erezione che non avrei saputo nascondere.
Dopo pochi minuti però insistette per provare uno scivolo e allora controllai tutto me stesso per ridurre l’erezione e ci alzammo. Andammo dallo scivolo e cominciammo a salire gli scalini, da vero galantuomo la feci andare davanti e rimasi così con la vista del suo culo. Era in carne ma non presentava minimamente cellulite, si vedeva che faceva tutta la palestra che poteva per sembrare più giovane. Pensai che stesse andando piano apposta per farmelo ammirare, gli scalini sembravano non finire più.
In cima il bagnino ci fece segno di prendere un materassino e di salirci in due, naturalmente la feci mettere davanti. Prima mi sedetti io poi lei si mise in piedi davanti a me per poi abbassarsi… All’ultimo si lasciò andare visto che era tutto scivoloso e me la ritrovai praticamente addosso. Aveva il culo esattamente sul mio cazzo e la mia testa era al lato del suo collo, ero praticamente di lato al suo seno e non riuscì più a controllare il mio cazzo che divenne di marmo issandosi.
Lei si scusò ridendo ma spostandosi un po’ più avanti non fece altro che strusciarsi su di me; si accorse della situazione e si immobilizzò un attimo, poi si girò e con uno sguardo da troia consumata mi chiese se andasse tutto bene. Le risposi di sì e per evitare il momento imbarazzante feci partire il materassino.
Cominciammo ad urlare come due cretini, per colpa dello scivolo era di nuovo sopra di me che ormai non potevo più nascondere la mia eccitazione… finché… SPLASH.
Ci ritrovammo fiondati dentro una piscina da almeno tre metri, l’impatto fu talmente forte che con una punta del piede sentì il fondo. Riemersi e lo spettacolo a cui assistei era magnifico, l’impatto aveva fatto sì che la parte sopra del bikini di Anna fosse sopra la sua testa ingarbugliato in non so che modo, il suo seno era libero…
-Cosa guardi?? Vieni ad aiutarmi Fabio!
-Subito prof, cioè Anna… ti raggiungo subito.
Con tre bracciate fui da lei, era evidente che non riuscivamo a sistemarlo con l’acqua così alta, le dissi di nuotare fino al bordo ma non riusciva.
-Senti ragazzo facciamo così, io ora mi appoggio a te, tu cerca di tenerci a galla entrambi mentre io mi divincolo… ce la fai?
-Ci proverò!
Afferrò il mio braccio per avvicinarsi a me, sperai che mi avrebbe messo quel seno in viso ma purtroppo mi diede la schiena. Approfittando della situazione con il braccio le toccai vistosamente le tette, in fondo stavo solo cercando di tenermi a galla. Il peggio arrivò quando finì di girarsi, appoggiò la schiena e i fianchi a me e in particolare sul mio pene perfettamente eretto. Era impossibile non accorgersene, tantopiù che ormai mimavo il movimento di una penetrazione per tenere a galla entrambi.
-Ecco Fabio, ci sono quasi!
E finalmente (per lei) era a posto. Ora nuotavamo vicini e ridemmo della situazione.
-Devo dire che mi spiace un po’ di aver messo a posto il bikini così in fretta…
-Prof mi sta dicendo che ti piace il nudismo? Va bene che non c’è nessuno in piscina ma così esagera- le risposi ridendo.
-Ma no stupido… forse mi sono spiegata male- e mentre lo diceva si avvicinò di più -è che speravo di rimanere più tempo su questo bel cazzo…- e con una mano me lo afferrò da sopra il costume. Rimasi sbigottito e molto stupidamente non seppi cosa dire, lei mi guardava con lo sguardo più da troia che aveva e, è il caso di dirlo, mi teneva per i coglioni.
Poi d’improvviso si staccò e nuotò fino al bordo della piscina, in particolare però scelse un punto sotto lo scivolo un po’ nascosto. Capì al volo che grande occasione avevo e, dopo aver controllato che non ci fosse nessuno, la raggiunsi con due bracciate decise.
Lei era con il viso rivolto verso l’esterno con le braccia incrociate appoggiate sul bordo che era un po’ più alto del pelo dell’acqua. Ero sicuro di me e della situazione che stavo vivendo, così quando le arrivai da dietro non mi feci troppi problemi ad appoggiare ancora il mio cazzo sul suo culo e a tenermi alla sua vita con le mani. Inizialmente le spostai i fianchi per farle sentire meglio la mia eccitazione, poi, vedendo che non opponeva alcuna resistenza e non si girava, cominciai a salire… piano piano… fino ad arrivare con le mani ai suoi seni. appoggiai entrambi i palmi sulle sue tette e poi chiusi tastandone la morbidezza, come ad una ragazza con dieci anni in meno.
A quel punto mi sentivo esplodere, con il cazzo e i fianchi le toccavo il culo, con le mani stimolavo quelle tette che tutti avevamo sognato per anni e le mordicchiavo e baciavo il collo. Ormai anche lei non poteva nascondere l’eccitazione ed emetteva lievi gemiti che mi diedero fiducia. Poi si girò di scatto e a quel punto dovetti schiacciarla contro il bordo della piscina per farci star su. Con le gambe si aggrovigliò a me mentre le baciavo i capezzoli ormai liberi lei andò a prendere e segare il mio cazzo. La volevo e con una mano andai sotto il suo costume a infilare un dito nella sua vagina.
-Ahh no dai Fabio…
-Dai Anna non fingere, lo vuoi anche tu.
-Certo Ahh certo che lo voglio… però non qui- gemeva come una cagna mentre ci masturbavamo -adesso io vado dalle docce lì vicino, siamo al fondo e non c’è nessuno, tu aspetta un minuto poi raggiungimi.
Allora mi spinse via nell’acqua e come una tigre raggiunse la scaletta. Cominciai a contare fino a 60. A 15 lei era già dentro, così non resistetti e prima dei sessanta secondi aprivo la porta delle docce e mi diressi nella direzione in cui sentivo rumore di acqua corrente… Girai ancora una volta e la vidi, era sotto un getto d’acqua con la porta della cabina lasciata aperta, ormai il suo costume era già a terra. Era ancora una volta girata ma sapeva che ero lì e sentì sicuramente quando mi tolsi il costume, lo lanciai a terra e con un movimento deciso chiusi la porta della cabina.
Aveva il corpo nudo bagnato dall’acqua che scorreva giù dalla doccia, le mani erano alte contro la parete. Mi avvicinai con il cazzo eretto fino a quando con la punta non le toccai le natiche, a quel punto avanzai ancora ma con calma. Prima le posi le mani sui fianchi… Con una andai sulla sua chiappa sinistra e ne tastai la consistenza ma con tocchi leggeri, poi salì pian piano con entrambe le mani, le toccavo tutto il corpo salendo… fino a quando non arrivai al suo seno. Allora ero ormai attaccato a lei con il cazzo a toccarle la schiena. Con le mani aperte le presi i grossi seni e all’improvviso le chiusi assaporandone la morbidezza… tra pollice e indice le chiudevo i capezzoli in una morsa e, mentre l’acqua cadeva su di noi, la sentivo gemere di piacere.
-Ti prego Fabio… Scopami.
Senza dover farmi pregare ulteriormente puntai il cazzo sulla sua vagina rimanendo dietro di lei, prontamente allargò le gambe rimanendo con le mani appoggiate alla parete di fronte. La tenni dai fianchi e con un colpo deciso feci entrare metà cazzo. Era come entrare con un coltello dentro il burro caldo, sentivo le pareti della vagina massaggiarmi la cappella e il suo respiro affannato andava a tempo con il movimento del suo bacino che veniva verso di me e ritornava avanti… di fatto ero fermo e mi godevo la scena mentre si scopava da sola.
Salì ancora con le mani e le afferrai ancora i seni, dio solo sa quanto li avessi sognati. Li massaggiavo con calma, poi detti una stretta molto forte che le fece uscire un urletto: cominciava il vero gioco.
Le afferrai le mani tenendole schiacciate contro il muro, così facendo mi avvicinai di più a lei andando a penetrarla questa volta con tutto il cazzo. Rimase stupita, evidentemente si aspettava di averne già saggiato tutta la lunghezza. Le mordevo e leccavo il collo mentre ormai la distruggevo con colpi forti, era tutta contro il muro e il viso era adagiato da un lato, vedevo così in parte il suo viso che dava segni di godimento, poi i suoi occhi si aprirono al massimo e sentii il cazzo diventare improvvisamente caldo, non più bagnato solo dall’acqua della doccia.
Non resistetti oltre, tolsi le mani e le portai sui suoi fianchi per tenerla mentre davo i colpi più forti che avevo. La doccia era aperta al massimo, ma da fuori se fosse passato qualcuno ci avrebbe sicuramente sentito.
Sentii arrivare un macigno dal mio cazzo e poi mi immobilizzai scaricando tutto il mio seme tra le sue pareti… Non mi disse neanche se prendeva la pillola, neanche una lamentela, solamente un verso prolungato di godimento.
Si accasciò a terra e spensi la doccia, io ero ancora in piedi e, senza farla riposare, le dissi:
-Non penserai di aver finito vero?
Tirandola per i capelli le feci alzare il viso all’altezza del mio cazzo che non era al suo massimo ma rimaneva duro.
-Succhia- le dissi con tono fermo senza ammettere repliche.
Colpita dalle mie parole non oppose alcuna resistenza, si fiondò con la bocca e lo avvolse tutto serrando le labbra solo all’ultimo.
Con le mani stavolta era lei a tenermi i fianchi e dopo le prime leccate per farmelo ritornare in perfetta erezione cominciò a scoparsi la bocca con un ritmo forsennato. Le labbra si chiudevano sul cazzo per succhiarlo e si allargavano per farlo scivolare sulle pareti della sua bocca con un’alternanza studiata, avrei potuto venirle in bocca subito da quanto era brava.
-Tra le tette, che ho sognato di mettertelo lì in mezzo per anni… Che puttana che sei.
Sempre senza parlare alzò il busto e con le tette andò a chiudere il mio cazzo nella morsa del suo seno. Con le mani ai lati delle tette schiacciava il cazzo mentre con la lingua leccava la cappella ogni volta che usciva, era il sogno di cinque anni di Liceo.
Ad un certo punto alzò la testa e guardandomi con la sua solita faccia da porca mi disse:
-Allora Landini, come va l’interrogazione? Questa volta mi toccherà darle un bell’8, il suo cazzo mi piace molto sa? Perché non mi viene nel seno come piace tanto a lei?
Voleva farmi venire e ci stava riuscendo, era una puttana d’alta scuola esattamente come me la sognavo, però volevo vederla soffrire ancora prima di venire.
-Solo 8? Che ne dice se passo al culo e proviamo a raggiungere il 9?
Si limitò a sorridere fissandomi e senza aggiungere altro si mise a pecorina.
Le andai dietro e utilizzai l’acqua che ancora cadeva dalla doccia per spingere il mio indice nel suo orifizio, poi passai subito a due e notai che non aveva bisogno di essere lubrificata troppo. Il cazzo mi scoppiava e lei non aspettava altro.
-Ora prof ti giri.
Lo fece subito ed era così sdraiata con la schiena a terra, mi guardava con un ghigno beffardo:
-Pensavo con il signor Landini volesse prendersi il mio culone… le è piaciuta tanto la mia figa da volerla riprovare? Che ne dice di 8 e mezzo?
Senza neanche degnarmi di risponderle mi inginocchiai e le alzai le gambe con le caviglie sulle mie spalle, un po’ a fatica per la posizione cercai il suo buco più stretto e ci infilai la cappella. Per quanto allenata a prenderlo nel culo sentiva ancora dolore, in particolare quando cominciai a stantuffarla con colpi decisi. Avevo così il cazzo stretto nel suo culo e la vista del suo viso scosso prima dal dolore poi dal dolore, le dovetti mettere due dita in bocca per farle abbassare le grida.
Era scomoda in quella posizione, quasi schiacciata con il mio cazzo a entrarle nel culo senza preoccuparsi di farla godere e il seno schiacciato dalla posizione delle sue cosce, ma era stupenda così: completamente in mio possesso.
Dalla mia posizione però vedevo anche il suo seno allargato dalla forza di gravità… sembrava ancora più grosso e sobbalzava ad ogni mio affondo… era troppo davvero e con lei a gemermi davanti non potevo durare troppo. Soffriva così messa e impazzivo di questo.
Le tolsi di colpo il cazzo dal culo, evidentemente non si aspettava che venissi fuori così brutalmente. Mi issai in piedi, chiusi il getto della doccia e masturbandomi velocemente le venni su tutto il corpo dall’alto.
Aveva il mio seme ovunque, sul corpo, sul seno e naturalmente in viso.
Aprì gli occhi e mi guardò appagata, si alzò e, ancora sporca di sperma di sussurrò al mio orecchio:
-10 con lode…
Poi si voltò e cominciò a farsi una doccia vera facendo fuoriuscire tutto il seme che le era rimasto in corpo. Raccolsi il mio costume e uscì andando a farmi la doccia nella cabina di fianco. Sentì la sua porta chiudersi quando se ne andò ma non uscii a salutarla.
Uscendo mi fermai in un idromassaggio ma il tempo cominciava a diventare buio, così dopo una mezz’ora mi alzai e andai dal mio sdraio: Anna era già andata via.
Per pareri, commenti e consigli scrivetemi a frank.ossido@libero.it
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