La Sottomissione della Maestrina (Capitolo 5)
di
FrankOssido
genere
dominazione
'Ore 20 nel mio ufficio in azienda. Mettiti qualcosa di comodo, tanto te lo dovrai togliere subito'.
Chiara lesse il messaggio nell'intervallo di metà mattina. Il mittente era Massimo Capri e francamente si stupiva che quell'uomo fosse riuscito ad aspettare tanto prima di scriverle. Sapeva che qualcosa doveva accadere perché Carlo era fuori con il camion da un paio di giorni e sarebbe tornato solo il giorno successivo, oltretutto a metà pomeriggio in teoria.
“Qualcosa di comodo”, Massimo Capri era diverso dal fratello preside in tutto.
Mai Valerio le avrebbe potuto scrivere di vestirsi comoda, lui adorava vederla elegante e sottometterla così.
Passò la giornata a cercare di immaginare cosa la aspettava. Naturalmente sapeva che al loro ultimo incontro Massimo aveva detto di volerle aprire il culo con il suo cazzo. La cosa la spaventava a morte, era enorme e l'avrebbe fatta soffrire enormemente, persino l'eccitazione, che da qualche tempo accompagnava i suoi ricordi sul sesso, svaniva.
Arrivata a casa evitò di cenare ma andò a farsi un bagno caldo' prima cerco di pulirsi meglio che poté l'ano. Cercò anche di infilare un dito per fare su e giù ma era del tutto inabituata a quella pratica.
Alle 19:55 entrò dal cancello della ditta. Qualche volta era venuta ad accompagnare suo marito e la conosceva. Andò così a parcheggiare in un posteggio nascosto al fondo di una via secondaria per non far notare la sua presenza. Indossava una semplice tuta da ginnastica con sotto una maglietta. Aveva evitato di indossare intimo per non farselo strappare un'altra volta.
Alle 20:00 bussò alla porta dell'ufficio, a quell'ora erano già tutti via e fu molto contenta di non aver incontrato nessuno.
-Avanti.
Chiara entrò e vide Massimo Capri seduto alla sua scrivania che leggeva attentamente un giornale locale.
-Buonasera signor Capri' desiderava vedermi?
Massimo alzò appena lo sguardo e squadrò il suo abbigliamento. Aveva preso alla lettera i termini 'vestiti comodi'.
-Per prima cosa levati quella merda che ti sei messa indosso e rimani completamente nuda, mi fai rimpicciolire il cazzo da quanto sei trasandata vestita così.
Chiara abbassò lo sguardo e si vergognò per come veniva trattata. Si girò verso la porta e la chiuse, poi cercò la chiave ma non la trovò.
-Ti ho detto di spogliarti troia! Non certo di chiudere a chiave!
Chiara preferì non andare oltre nella conversazione, Massimo urlava contro di lei come se la odiasse e la spaventava che fosse così aggressivo.
Si spogliò velocemente e rimase completamente nuda dentro l'ufficio. A quel punto Massimo finalmente mise da parte il giornale e rimanendo seduto le disse di andare da lui. Chiara si avvicinò piano mentre il suo corpo completamente nudo sentiva brividi di freddo: i capelli lunghi e neri le cadevano sulla schiena solleticandola.
Sentì la mano rude dell'uomo andare sulle sue natiche e stringerne una. Poi scese con la mano sulle sue cosce ed infine si alzò annusandole il collo e sfiorando con le mani il suo seno.
-Mi piace che tu ti sia profumata bene' Mi ecciti da morire con questo corpo tonico e fresco.
Poi le ordinò di spogliarlo da cima a fondo e allora Chiara iniziò tirandogli via la camicia e lasciando così nuda la sua prominente pancia pelosa. Andò poi alla patta e, dopo aver aperto la cintura, fece scendere i pantaloni lasciandolo così completamente nudo come lei.
Ad un osservatore esterno la scena si sarebbe presentata come l'inizio di un rapporto tra una bellissima ragazza mora, magra e con due gambe perfette ed un uomo sudato, grassottello con un fisico sporco e peloso.
-Devo finire di sfogliare il giornale, adesso io mi siedo mentre tu mi pulisci bene il cazzo con la tua bocca.
Tornò a sedersi sulla poltroncina in pelle e aprì il giornale mentre Chiara, da puttana ubbidiente, si inginocchiava sotto la scrivania e prendeva in mano il cazzo puzzolente dell'uomo. Non era ancora eretto e se ne stupì rimanendo inaspettatamente delusa. La prese come una sfida e, nonostante il ribrezzo, indirizzò la cappella verso le sue labbra.
Al primo contatto lo trovò con un gusto acre e le vennero i conati del vomito, non era nella condizione di protestare però, così continuò a leccarlo e pulirlo rendendolo così anche più accettabile per lei.
Se non fosse stato per il cazzo che diveniva eretto, Massimo Capri si sarebbe detto uno spettatore non interessato. Leggeva il suo giornale tranquillamente e solo di tanto in tanto dava ordini come quello di leccare meglio le palle o ingoiare di più il cazzo. Come Chiara sentiva dentro la sua bocca però, il cazzo era tornato alle sue massime dimensioni. Come si ricordava bene, era enorme.
-Molto bene puttanella- disse Capri alzandosi e facendo così uscire il cazzo dalla bocca della maestrina -come avrai notato la mia scrivania è molto particolare.
Chiara guardò meglio e notò che era una scrivania nera totalmente chiusa da tre lati come quella del fratello, ma a metà scrivania si inclinava di 45 gradi dove c'era quello che sembrava un buco apribile. Non prometteva nulla di buono. Massimo schiacciò un tasto e il buco si aprì. Fece alzare Chiara e la mise a 90 sulla scrivania come in passato aveva fatto suo fratello in un altro ufficio.
Come notò la donna nella nuova apertura entrava comodamente la sua testa e entrando notò che vedeva semplicemente il fondo del pavimento sotto la scrivania. Mentre si chiedeva il senso di quell'aggeggio sentì che l'uomo premeva un altro tasto e l'apertura cominciava a chiudersi.
-No la prego! Non mi faccia del male! Ho paura!
-Calmati maestrina, non lo chiuderò del tutto, non sono del tutto malato di testa, lo chiuderò solo in modo da non farti uscire. Prova a muovere il collo, non dovresti sentire grossi fastidi.
Effettivamente Chiara non sentiva il buco chiudersi sul suo collo, poteva muoversi leggermente senza però poter far uscire la testa.
-Perché??? Avrei fatto tutto comunque!
Massimo le schiaffeggiò violentemente il culo facendole sgorgare definitivamente la prime lacrime di paura.
-Dovresti ancora ringraziarmi puttana! Sei venuta a farti sbattere dove lavora tuo marito e se cerco un modo per non farti riconoscere da chi entra qui dentro non fai altro che lamentarti! Avrei dovuto sbatterti in officina!
E un'altra sberla sul culo.
Chiara sentì l'uomo insultarla mentre la sua lingua si avvicinava alle sue natiche. Presto si sentì stimolare sulla sua apertura anale e provò un primo brivido di dolore quando l'uomo infilò rudemente un dito dentro. Al secondo dito nel suo culo Chiara dovette urlare una prima volta. Massimo invece di smettere le disse che doveva ringraziarlo, se l'avesse inculata con il suo tronco a secco l'avrebbe mandata all'ospedale. Non poteva che aver ragione e in cuor suo Chiara cominciava a provare eccitazione, se ne accorse l'uomo quando con tre dita iniziò a penetrarle la figa.
-Adesso ti faccio urlare come la peggior puttana ahahahaha! Capri si alzò e afferrò i fianchi bianchi di Chiara. La teneva salda e aveva davanti a sé uno dei migliori culi che avesse mai visto.
Avvicinò la cappella e la puntò sull'ano leggermente aperto. Chiara tremava dalla paura ma anche dal terrore da quella postazione.
Cercò di rilassarsi e pensare ad altro, ripensò al maestro di judo cercando di eccitarsi il più possibile, ma ben presto non poté che focalizzare i suoi pensieri soltanto su una cosa. Infatti Massimo aveva deciso che era giunta l'ora di sadomizzarla e le strinse forte i fianchi indirizzandoli verso di sé mentre spingeva con tutto se stesso il cazzo nel suo ano stretto.
Chiara emise un urlo atroce, si sentiva distruggere da quel cazzo maestoso e sotto la scrivania cadevano le sue lacrime mentre si sentiva aprire. Massimo dal canto suo faticava con il suo cazzo ed era appena a metà pene mentre continuava a sputare sul proprio cazzo per lubrificare la sua troia.
Il culo di Chiara era così stretto che persino lui sentiva dolore sul cazzo per lo sfregamento. Pian piano però la metà del suo cazzo cominciò a entrare ed uscire regolarmente facendogli provare un godimento enorme.
Dal canto suo Chiara, pur continuando a soffrire e far cadere qualche lacrima, si abituava e cercava di mantenersi rilassata mentre dalla sua vagina arrivava un calore immenso di godimento.
Massimo però non era ancora pago e allora si lasciò cadere sulla schiena bianca e linda della donna prima di dare un altro colpo deciso per far entrare finalmente tutto il cazzo.
Chiara a quel punto non resisteva più e sbatté la testa contro il legno della scrivania-trappola mentre godeva spruzzando i suoi umori per terra, mentre lanciava un ultimo grido di dolore.
Chiara sperava che il trattamento finisse al più presto perché nonostante gli orgasmi multipli continuava a provare dolore e la sua sottomissione era totale. Avrebbe accettato qualsiasi cosa piuttosto che ripetere un'inculata del genere.
Proprio mentre pensava questo sentì bussare alla porta.
-Avanti! - sbraitò Massimo Capri mentre si ridestava continuando ad inculare la donna ma questa volta stando dritto.
-Ah è lei capo! Sentivo delle urla bestiali e avevo paura ci stesse scappando il morto eheh.
Chiara riconobbe la voce dell'uomo. Era Alfredo, il testimone di nozze di suo marito che lavorava lì come magazziniere. Si sentì raggelare al pensiero che potesse scoprirla.
-Tranquillo Alfredo, stavo giusto finendo di fottermi la mia nuova troia personale, hai qualcosa per me?
-Sì capo, dovrebbe firmare due fogli così poi me ne vado e domani hanno gli ordini pronti quelli che partono.
-Tranquillo, entra pure- e così dicendo continuava a sbattersi il culo di Chiara che ormai accompagnava più docilmente il cazzo duro dell'uomo.
Massimo tratteneva ormai da troppo tempo il suo sperma, così, complici anche quelle due firme da fare, tirò fuori il cazzo e sborrò copiosamente sulla schiena pulita e immacolata della maestrina Chiara, sempre intrappolata nella scrivania. Chiara emise un urlo soffocato mentre sentiva il palo uscire da sé, era come se ormai si fosse abituata ad averlo e si sentì bruciare quando uscì da lei.
-Complimenti capo! Se l'è sbattuta da talmente tanto che rimane aperto sto gran bel culo!
-Ehehe, è una troia selezionata come piace a me, davvero una puttana santarellina, sentissi come è stretta. Chiara aveva la fronte imperlata di sudore, sentiva gli occhi di Alfredo sul suo corpo e sperò che non intercettasse alcun particolare che potesse ricordarle lei.
-Sa ho un'amica che ha il fisico così, la classica casa e chiesa. Però sapesse che noia a letto! Il marito mi dice che non sa neanche di che colore abbia la figa perché lo fanno sempre al buio' Che spreco! Io avessi mai sposato una con un corpo così le sborrerei tutte le ore in figa!
-Ahahahaahahah- Massimo rideva di gusto, come Chiara aveva intuito sapeva che Alfredo si riferiva proprio alla moglie del suo amico Carlo che assolutamente non aveva riconosciuto.
-Alfré ma allora perché non ne approfitti? Io firmo queste carte ma tu nel frattempo dai due colpi a questa bella troietta. Il culo è mia proprietà privata, ma fattela in figa.
Chiara non riusciva a credere alle sue parole. Già sentire cosa pensava un suo caro amico di lei l'aveva fatta vergognare, in più il suo padrone la offriva come fosse stata una merce!
Non pensava che Alfredo fosse un porco così e si sentì stupita quando realizzò che l'uomo si era abbassato i pantaloni ed era pronto a scoparla. Poté accogliere facilmente il suo cazzo di buone dimensioni (nulla in confronto a Massimo Capri) nella sua figa.
Era eccitata come un lago a causa dell'amplesso appena avuto con Capri e il pene di Alfredo entrò in lei come un coltello nel burro. Ben presto l'intero cazzo fu dentro di lei.
Le mani di Alfredo raggiunsero le sue tettine e strinsero i capezzoli mentre iniziava a sbattersela di gusto. Non doveva essere abituato a scopare (era separato da un anno) e i suoi colpi erano veloci e rudi; non era interessato a far godere la donna ma unicamente a procurarsi piacere.
Dopo aver sentito da Massimo che poteva (anzi doveva) venire dentro di lei, Chiara sentì i fiotti di sperma abbondanti sbatterle dentro la vagina e riempirla. Non poté lamentarsi o godere perché aveva paura di farsi riconoscere, si sentì però eccitata quando Alfredo disse che questa sborrata era per Chiara N. che l'aveva fatto eccitare una marea di volte.
A questo punto si rivestì e ringraziò il suo capo. Subito Capri riprese il suo cazzo in mano e l'avvicinò ancora al culo di Chiara che evidentemente meritava un secondo trattamento.
Mentre Alfredo si chiudeva la porta alle spella ripresero i rumorosi godimenti della donna e non poté che sorridere per i gusti impeccabili del suo capo. Tutti in azienda sapevano che era un porco ma pochissimi venivano ammessi come lui a partecipare alle suo orge.
Nel frattempo arrivò di fronte ad Alfré il suo amico Carlo, marito di Chiara.
-Ciao Carlo! Ma tu non dovevi arrivare domani?
-Ciao Alfré, in realtà sì ma sono riuscito ad anticipare i tempi, adesso lascio il camion qui e corro a casa a fare una sorpresa a mia moglie' stasera spero sia calda per il mio arrivo.
-Ma lascia perdere la tua mogliettina Ca! Vai dalle tendine del capo e guarda come si incula la sua troia! Un vero porco. Come se fosse la cosa più normale del mondo i due andarono dalle tendine dell'ufficio di Capri e scostandola videro la scena di lui che si sbatteva una donna. Alfredo se ne andò subito perché aveva già scaricato tutta l'eccitazione, Carlo invece rimase qualche minuto a fissare quella scena.
Capri inculava la donna in maniera feroce facendola godere come mai aveva sentito godere una donna.
Ripensò a sua moglie e al fatto che mai avrebbe goduto così. Lei era a casa ad aspettarlo, magari già sotto le coperte con un pigiamone anti-sesso.
Carlo infatti non aveva minimamente riconosciuto sua moglie. Ben presto gli balenò l'idea di evitare di tornare a casa. Alfredo gli aveva dato 200 euro per la consegna anticipata e pensò che forse poteva concedersi uno svago. Sarebbe ritornato a casa dalla sua mogliettina il giorno successivo come pattuito, quella sera si sarebbe concesso il lusso di una puttana. Salì sulla sua auto e giudò per un'oretta, preferiva essere lontano da casa.
Ben presto su una strada secondaria trovò in fila alcune puttane e si mise a passarle in rassegna dall'auto. Ben presto trovò quella che faceva per lui: era mediamente alta, mora con un fisico abbondante ma magro, di quelle con le cosce morbide ma non grasse. Si fermò e abbassò il finestrino.
-Quanto?
-Quanto per cosa? - chiese lei con un accento siciliano.
-Quanto per tutta la notte.
-250 euro.
-Facciamo 220.
La donna acconsentì sottomessa, lo sguardo era un po' scavato e a Carlo diede subito l'idea di essere molto sottomessa, come se quello non fosse il luogo adatto a lei ma ci fosse finita per necessità.
Guidò alcuni minuti alla ricerca di un posto tranquillo, alla fine si fermò vicino ad un campo di mais in un posteggi nascosto da due piante. Fermò la macchina e guardò la donna. Aveva lunghi capelli neri che incorniciavano un viso pulito e bianco. Quello che le era piaciuto di lei era che sembrava una casalinga e non una troia, con un trucco appena accennato e un vestitino di fantasia con colori sul rosso.
Le gambe erano nude e le scarpe con il tacco appena accentuato. Le posò la mano sulla coscia e iniziò a palparla mentre dentro i boxer il cazzo aumentava la sua erezione. La puttana andò con la mano sulla sua eccitazione e accarezzò il suo cazzo da sopra i pantaloni, sembrava imbarazzata ed era chiaro che fosse da poco che praticasse quel mestiere.
-Tiralo fuori e inizia a succhiare.
La siciliana si abbassò e lavorò con la cintura prima che Carlo si sollevò leggermente per far abbassare boxer e pantaloni. A questo punto sentì la lingua della donna giocare con il suo pene. Adorava farsi fare pompini e ogni volta che andava in trasferta con il camion cercava qualche puttana che gli concedesse quello che la sua pudica moglie gli negava.
La bocca della donna avvolse finalmente il cazzo dell'uomo avvolgendolo dentro il calore della sua saliva.
La puttana era nuova al mestiere ma aveva sempre fatto i pompini al suo maritino che ora l'aveva dovuta far battere per pagare l'affitto.
Iniziò un lento su e giù con Carlo che ormai teneva una mano sulla testa della puttana pronto a far aumentare il ritmo. La donna era brava e stimolava ogni centimetro della sua cappella con la lingua. Ben presto Carlo dovette spingerle la testa sul cazzo per farle arrivare più in profondità la copiosa sborrata.
Da brava puttana ingoiò tutto, anche questa non era un novità per lei.
-Continua a succhiare e leccalo bene.
A Carlo piaceva dare ordini precisi e usare parole che a casa sua sarebbero state vietate. Chiara lo eccitava tantissimo ma, secondo lui, mai avrebbe potuto farlo sentire così.
Ben presto il cazzo fu di nuovo duro e allora Carlo disse alla donna quello per cui era andato a puttane quella sera: emulare il suo capo Massimo Capri.
Scesero entrambi dalla macchina denudandosi completamente. La donna si teneva una mano davanti al seno per pudicizia e si guardava intorno preoccupata. Ben presto Carlo abbassò entrambi i sedili posteriori e poggiò una coperta consunta, aveva creato lo spazio in macchina per un piccolo lettino dove poter scopare tutta la notte.
-Entra troia.
La puttana lo aspettava a gambe aperte con un preservativo in mano, pronta a farlo indossare all'uomo.
-Niente preservativo, girati che mi prendo il tuo culo. La donna provò a protestare ma Carlo aveva voglia di sfogare le sue voglie, così le saltò sopra e la girò, poi sputò sul suo ano e infilò un dito nel culo vergine. Era strettissimo ma il cazzo di Carlo era di modeste dimensioni, così lo appoggiò e spinse mentre la donna tentava di dimenarsi. Fece entrare la cappella e la siciliana iniziò a gemere di dolore mentre se ne stava sottomessa sotto l'uomo.
Riuscì ben presto a infilare tutto il cazzo dentro di lei e a montarla.
Pensava a Chiara e a come le sarebbe piaciuto scopare il culo stretto e bello della sua dolce mogliettina, pensava e come era accogliente e calda quella puttana. Si sdraiò sopra di lei e la inculava mentre con le meni toccava il corpo morbido e le tette sode della donna. Come Chiara ben presto sapeva, Carlo non era un re del sesso, e se la puttana avesse contato i colpi che faceva sarebbe a malapena arrivata a 10 prima di sentire lo sperma arrivarle all'intestino.
Carlo a questo punto era esausto e i due rimasero nudi nell'auto fino all'alba.
Per pareri, commenti o consigli scrivetemi a frank.ossido@libero.it
Chiara lesse il messaggio nell'intervallo di metà mattina. Il mittente era Massimo Capri e francamente si stupiva che quell'uomo fosse riuscito ad aspettare tanto prima di scriverle. Sapeva che qualcosa doveva accadere perché Carlo era fuori con il camion da un paio di giorni e sarebbe tornato solo il giorno successivo, oltretutto a metà pomeriggio in teoria.
“Qualcosa di comodo”, Massimo Capri era diverso dal fratello preside in tutto.
Mai Valerio le avrebbe potuto scrivere di vestirsi comoda, lui adorava vederla elegante e sottometterla così.
Passò la giornata a cercare di immaginare cosa la aspettava. Naturalmente sapeva che al loro ultimo incontro Massimo aveva detto di volerle aprire il culo con il suo cazzo. La cosa la spaventava a morte, era enorme e l'avrebbe fatta soffrire enormemente, persino l'eccitazione, che da qualche tempo accompagnava i suoi ricordi sul sesso, svaniva.
Arrivata a casa evitò di cenare ma andò a farsi un bagno caldo' prima cerco di pulirsi meglio che poté l'ano. Cercò anche di infilare un dito per fare su e giù ma era del tutto inabituata a quella pratica.
Alle 19:55 entrò dal cancello della ditta. Qualche volta era venuta ad accompagnare suo marito e la conosceva. Andò così a parcheggiare in un posteggio nascosto al fondo di una via secondaria per non far notare la sua presenza. Indossava una semplice tuta da ginnastica con sotto una maglietta. Aveva evitato di indossare intimo per non farselo strappare un'altra volta.
Alle 20:00 bussò alla porta dell'ufficio, a quell'ora erano già tutti via e fu molto contenta di non aver incontrato nessuno.
-Avanti.
Chiara entrò e vide Massimo Capri seduto alla sua scrivania che leggeva attentamente un giornale locale.
-Buonasera signor Capri' desiderava vedermi?
Massimo alzò appena lo sguardo e squadrò il suo abbigliamento. Aveva preso alla lettera i termini 'vestiti comodi'.
-Per prima cosa levati quella merda che ti sei messa indosso e rimani completamente nuda, mi fai rimpicciolire il cazzo da quanto sei trasandata vestita così.
Chiara abbassò lo sguardo e si vergognò per come veniva trattata. Si girò verso la porta e la chiuse, poi cercò la chiave ma non la trovò.
-Ti ho detto di spogliarti troia! Non certo di chiudere a chiave!
Chiara preferì non andare oltre nella conversazione, Massimo urlava contro di lei come se la odiasse e la spaventava che fosse così aggressivo.
Si spogliò velocemente e rimase completamente nuda dentro l'ufficio. A quel punto Massimo finalmente mise da parte il giornale e rimanendo seduto le disse di andare da lui. Chiara si avvicinò piano mentre il suo corpo completamente nudo sentiva brividi di freddo: i capelli lunghi e neri le cadevano sulla schiena solleticandola.
Sentì la mano rude dell'uomo andare sulle sue natiche e stringerne una. Poi scese con la mano sulle sue cosce ed infine si alzò annusandole il collo e sfiorando con le mani il suo seno.
-Mi piace che tu ti sia profumata bene' Mi ecciti da morire con questo corpo tonico e fresco.
Poi le ordinò di spogliarlo da cima a fondo e allora Chiara iniziò tirandogli via la camicia e lasciando così nuda la sua prominente pancia pelosa. Andò poi alla patta e, dopo aver aperto la cintura, fece scendere i pantaloni lasciandolo così completamente nudo come lei.
Ad un osservatore esterno la scena si sarebbe presentata come l'inizio di un rapporto tra una bellissima ragazza mora, magra e con due gambe perfette ed un uomo sudato, grassottello con un fisico sporco e peloso.
-Devo finire di sfogliare il giornale, adesso io mi siedo mentre tu mi pulisci bene il cazzo con la tua bocca.
Tornò a sedersi sulla poltroncina in pelle e aprì il giornale mentre Chiara, da puttana ubbidiente, si inginocchiava sotto la scrivania e prendeva in mano il cazzo puzzolente dell'uomo. Non era ancora eretto e se ne stupì rimanendo inaspettatamente delusa. La prese come una sfida e, nonostante il ribrezzo, indirizzò la cappella verso le sue labbra.
Al primo contatto lo trovò con un gusto acre e le vennero i conati del vomito, non era nella condizione di protestare però, così continuò a leccarlo e pulirlo rendendolo così anche più accettabile per lei.
Se non fosse stato per il cazzo che diveniva eretto, Massimo Capri si sarebbe detto uno spettatore non interessato. Leggeva il suo giornale tranquillamente e solo di tanto in tanto dava ordini come quello di leccare meglio le palle o ingoiare di più il cazzo. Come Chiara sentiva dentro la sua bocca però, il cazzo era tornato alle sue massime dimensioni. Come si ricordava bene, era enorme.
-Molto bene puttanella- disse Capri alzandosi e facendo così uscire il cazzo dalla bocca della maestrina -come avrai notato la mia scrivania è molto particolare.
Chiara guardò meglio e notò che era una scrivania nera totalmente chiusa da tre lati come quella del fratello, ma a metà scrivania si inclinava di 45 gradi dove c'era quello che sembrava un buco apribile. Non prometteva nulla di buono. Massimo schiacciò un tasto e il buco si aprì. Fece alzare Chiara e la mise a 90 sulla scrivania come in passato aveva fatto suo fratello in un altro ufficio.
Come notò la donna nella nuova apertura entrava comodamente la sua testa e entrando notò che vedeva semplicemente il fondo del pavimento sotto la scrivania. Mentre si chiedeva il senso di quell'aggeggio sentì che l'uomo premeva un altro tasto e l'apertura cominciava a chiudersi.
-No la prego! Non mi faccia del male! Ho paura!
-Calmati maestrina, non lo chiuderò del tutto, non sono del tutto malato di testa, lo chiuderò solo in modo da non farti uscire. Prova a muovere il collo, non dovresti sentire grossi fastidi.
Effettivamente Chiara non sentiva il buco chiudersi sul suo collo, poteva muoversi leggermente senza però poter far uscire la testa.
-Perché??? Avrei fatto tutto comunque!
Massimo le schiaffeggiò violentemente il culo facendole sgorgare definitivamente la prime lacrime di paura.
-Dovresti ancora ringraziarmi puttana! Sei venuta a farti sbattere dove lavora tuo marito e se cerco un modo per non farti riconoscere da chi entra qui dentro non fai altro che lamentarti! Avrei dovuto sbatterti in officina!
E un'altra sberla sul culo.
Chiara sentì l'uomo insultarla mentre la sua lingua si avvicinava alle sue natiche. Presto si sentì stimolare sulla sua apertura anale e provò un primo brivido di dolore quando l'uomo infilò rudemente un dito dentro. Al secondo dito nel suo culo Chiara dovette urlare una prima volta. Massimo invece di smettere le disse che doveva ringraziarlo, se l'avesse inculata con il suo tronco a secco l'avrebbe mandata all'ospedale. Non poteva che aver ragione e in cuor suo Chiara cominciava a provare eccitazione, se ne accorse l'uomo quando con tre dita iniziò a penetrarle la figa.
-Adesso ti faccio urlare come la peggior puttana ahahahaha! Capri si alzò e afferrò i fianchi bianchi di Chiara. La teneva salda e aveva davanti a sé uno dei migliori culi che avesse mai visto.
Avvicinò la cappella e la puntò sull'ano leggermente aperto. Chiara tremava dalla paura ma anche dal terrore da quella postazione.
Cercò di rilassarsi e pensare ad altro, ripensò al maestro di judo cercando di eccitarsi il più possibile, ma ben presto non poté che focalizzare i suoi pensieri soltanto su una cosa. Infatti Massimo aveva deciso che era giunta l'ora di sadomizzarla e le strinse forte i fianchi indirizzandoli verso di sé mentre spingeva con tutto se stesso il cazzo nel suo ano stretto.
Chiara emise un urlo atroce, si sentiva distruggere da quel cazzo maestoso e sotto la scrivania cadevano le sue lacrime mentre si sentiva aprire. Massimo dal canto suo faticava con il suo cazzo ed era appena a metà pene mentre continuava a sputare sul proprio cazzo per lubrificare la sua troia.
Il culo di Chiara era così stretto che persino lui sentiva dolore sul cazzo per lo sfregamento. Pian piano però la metà del suo cazzo cominciò a entrare ed uscire regolarmente facendogli provare un godimento enorme.
Dal canto suo Chiara, pur continuando a soffrire e far cadere qualche lacrima, si abituava e cercava di mantenersi rilassata mentre dalla sua vagina arrivava un calore immenso di godimento.
Massimo però non era ancora pago e allora si lasciò cadere sulla schiena bianca e linda della donna prima di dare un altro colpo deciso per far entrare finalmente tutto il cazzo.
Chiara a quel punto non resisteva più e sbatté la testa contro il legno della scrivania-trappola mentre godeva spruzzando i suoi umori per terra, mentre lanciava un ultimo grido di dolore.
Chiara sperava che il trattamento finisse al più presto perché nonostante gli orgasmi multipli continuava a provare dolore e la sua sottomissione era totale. Avrebbe accettato qualsiasi cosa piuttosto che ripetere un'inculata del genere.
Proprio mentre pensava questo sentì bussare alla porta.
-Avanti! - sbraitò Massimo Capri mentre si ridestava continuando ad inculare la donna ma questa volta stando dritto.
-Ah è lei capo! Sentivo delle urla bestiali e avevo paura ci stesse scappando il morto eheh.
Chiara riconobbe la voce dell'uomo. Era Alfredo, il testimone di nozze di suo marito che lavorava lì come magazziniere. Si sentì raggelare al pensiero che potesse scoprirla.
-Tranquillo Alfredo, stavo giusto finendo di fottermi la mia nuova troia personale, hai qualcosa per me?
-Sì capo, dovrebbe firmare due fogli così poi me ne vado e domani hanno gli ordini pronti quelli che partono.
-Tranquillo, entra pure- e così dicendo continuava a sbattersi il culo di Chiara che ormai accompagnava più docilmente il cazzo duro dell'uomo.
Massimo tratteneva ormai da troppo tempo il suo sperma, così, complici anche quelle due firme da fare, tirò fuori il cazzo e sborrò copiosamente sulla schiena pulita e immacolata della maestrina Chiara, sempre intrappolata nella scrivania. Chiara emise un urlo soffocato mentre sentiva il palo uscire da sé, era come se ormai si fosse abituata ad averlo e si sentì bruciare quando uscì da lei.
-Complimenti capo! Se l'è sbattuta da talmente tanto che rimane aperto sto gran bel culo!
-Ehehe, è una troia selezionata come piace a me, davvero una puttana santarellina, sentissi come è stretta. Chiara aveva la fronte imperlata di sudore, sentiva gli occhi di Alfredo sul suo corpo e sperò che non intercettasse alcun particolare che potesse ricordarle lei.
-Sa ho un'amica che ha il fisico così, la classica casa e chiesa. Però sapesse che noia a letto! Il marito mi dice che non sa neanche di che colore abbia la figa perché lo fanno sempre al buio' Che spreco! Io avessi mai sposato una con un corpo così le sborrerei tutte le ore in figa!
-Ahahahaahahah- Massimo rideva di gusto, come Chiara aveva intuito sapeva che Alfredo si riferiva proprio alla moglie del suo amico Carlo che assolutamente non aveva riconosciuto.
-Alfré ma allora perché non ne approfitti? Io firmo queste carte ma tu nel frattempo dai due colpi a questa bella troietta. Il culo è mia proprietà privata, ma fattela in figa.
Chiara non riusciva a credere alle sue parole. Già sentire cosa pensava un suo caro amico di lei l'aveva fatta vergognare, in più il suo padrone la offriva come fosse stata una merce!
Non pensava che Alfredo fosse un porco così e si sentì stupita quando realizzò che l'uomo si era abbassato i pantaloni ed era pronto a scoparla. Poté accogliere facilmente il suo cazzo di buone dimensioni (nulla in confronto a Massimo Capri) nella sua figa.
Era eccitata come un lago a causa dell'amplesso appena avuto con Capri e il pene di Alfredo entrò in lei come un coltello nel burro. Ben presto l'intero cazzo fu dentro di lei.
Le mani di Alfredo raggiunsero le sue tettine e strinsero i capezzoli mentre iniziava a sbattersela di gusto. Non doveva essere abituato a scopare (era separato da un anno) e i suoi colpi erano veloci e rudi; non era interessato a far godere la donna ma unicamente a procurarsi piacere.
Dopo aver sentito da Massimo che poteva (anzi doveva) venire dentro di lei, Chiara sentì i fiotti di sperma abbondanti sbatterle dentro la vagina e riempirla. Non poté lamentarsi o godere perché aveva paura di farsi riconoscere, si sentì però eccitata quando Alfredo disse che questa sborrata era per Chiara N. che l'aveva fatto eccitare una marea di volte.
A questo punto si rivestì e ringraziò il suo capo. Subito Capri riprese il suo cazzo in mano e l'avvicinò ancora al culo di Chiara che evidentemente meritava un secondo trattamento.
Mentre Alfredo si chiudeva la porta alle spella ripresero i rumorosi godimenti della donna e non poté che sorridere per i gusti impeccabili del suo capo. Tutti in azienda sapevano che era un porco ma pochissimi venivano ammessi come lui a partecipare alle suo orge.
Nel frattempo arrivò di fronte ad Alfré il suo amico Carlo, marito di Chiara.
-Ciao Carlo! Ma tu non dovevi arrivare domani?
-Ciao Alfré, in realtà sì ma sono riuscito ad anticipare i tempi, adesso lascio il camion qui e corro a casa a fare una sorpresa a mia moglie' stasera spero sia calda per il mio arrivo.
-Ma lascia perdere la tua mogliettina Ca! Vai dalle tendine del capo e guarda come si incula la sua troia! Un vero porco. Come se fosse la cosa più normale del mondo i due andarono dalle tendine dell'ufficio di Capri e scostandola videro la scena di lui che si sbatteva una donna. Alfredo se ne andò subito perché aveva già scaricato tutta l'eccitazione, Carlo invece rimase qualche minuto a fissare quella scena.
Capri inculava la donna in maniera feroce facendola godere come mai aveva sentito godere una donna.
Ripensò a sua moglie e al fatto che mai avrebbe goduto così. Lei era a casa ad aspettarlo, magari già sotto le coperte con un pigiamone anti-sesso.
Carlo infatti non aveva minimamente riconosciuto sua moglie. Ben presto gli balenò l'idea di evitare di tornare a casa. Alfredo gli aveva dato 200 euro per la consegna anticipata e pensò che forse poteva concedersi uno svago. Sarebbe ritornato a casa dalla sua mogliettina il giorno successivo come pattuito, quella sera si sarebbe concesso il lusso di una puttana. Salì sulla sua auto e giudò per un'oretta, preferiva essere lontano da casa.
Ben presto su una strada secondaria trovò in fila alcune puttane e si mise a passarle in rassegna dall'auto. Ben presto trovò quella che faceva per lui: era mediamente alta, mora con un fisico abbondante ma magro, di quelle con le cosce morbide ma non grasse. Si fermò e abbassò il finestrino.
-Quanto?
-Quanto per cosa? - chiese lei con un accento siciliano.
-Quanto per tutta la notte.
-250 euro.
-Facciamo 220.
La donna acconsentì sottomessa, lo sguardo era un po' scavato e a Carlo diede subito l'idea di essere molto sottomessa, come se quello non fosse il luogo adatto a lei ma ci fosse finita per necessità.
Guidò alcuni minuti alla ricerca di un posto tranquillo, alla fine si fermò vicino ad un campo di mais in un posteggi nascosto da due piante. Fermò la macchina e guardò la donna. Aveva lunghi capelli neri che incorniciavano un viso pulito e bianco. Quello che le era piaciuto di lei era che sembrava una casalinga e non una troia, con un trucco appena accennato e un vestitino di fantasia con colori sul rosso.
Le gambe erano nude e le scarpe con il tacco appena accentuato. Le posò la mano sulla coscia e iniziò a palparla mentre dentro i boxer il cazzo aumentava la sua erezione. La puttana andò con la mano sulla sua eccitazione e accarezzò il suo cazzo da sopra i pantaloni, sembrava imbarazzata ed era chiaro che fosse da poco che praticasse quel mestiere.
-Tiralo fuori e inizia a succhiare.
La siciliana si abbassò e lavorò con la cintura prima che Carlo si sollevò leggermente per far abbassare boxer e pantaloni. A questo punto sentì la lingua della donna giocare con il suo pene. Adorava farsi fare pompini e ogni volta che andava in trasferta con il camion cercava qualche puttana che gli concedesse quello che la sua pudica moglie gli negava.
La bocca della donna avvolse finalmente il cazzo dell'uomo avvolgendolo dentro il calore della sua saliva.
La puttana era nuova al mestiere ma aveva sempre fatto i pompini al suo maritino che ora l'aveva dovuta far battere per pagare l'affitto.
Iniziò un lento su e giù con Carlo che ormai teneva una mano sulla testa della puttana pronto a far aumentare il ritmo. La donna era brava e stimolava ogni centimetro della sua cappella con la lingua. Ben presto Carlo dovette spingerle la testa sul cazzo per farle arrivare più in profondità la copiosa sborrata.
Da brava puttana ingoiò tutto, anche questa non era un novità per lei.
-Continua a succhiare e leccalo bene.
A Carlo piaceva dare ordini precisi e usare parole che a casa sua sarebbero state vietate. Chiara lo eccitava tantissimo ma, secondo lui, mai avrebbe potuto farlo sentire così.
Ben presto il cazzo fu di nuovo duro e allora Carlo disse alla donna quello per cui era andato a puttane quella sera: emulare il suo capo Massimo Capri.
Scesero entrambi dalla macchina denudandosi completamente. La donna si teneva una mano davanti al seno per pudicizia e si guardava intorno preoccupata. Ben presto Carlo abbassò entrambi i sedili posteriori e poggiò una coperta consunta, aveva creato lo spazio in macchina per un piccolo lettino dove poter scopare tutta la notte.
-Entra troia.
La puttana lo aspettava a gambe aperte con un preservativo in mano, pronta a farlo indossare all'uomo.
-Niente preservativo, girati che mi prendo il tuo culo. La donna provò a protestare ma Carlo aveva voglia di sfogare le sue voglie, così le saltò sopra e la girò, poi sputò sul suo ano e infilò un dito nel culo vergine. Era strettissimo ma il cazzo di Carlo era di modeste dimensioni, così lo appoggiò e spinse mentre la donna tentava di dimenarsi. Fece entrare la cappella e la siciliana iniziò a gemere di dolore mentre se ne stava sottomessa sotto l'uomo.
Riuscì ben presto a infilare tutto il cazzo dentro di lei e a montarla.
Pensava a Chiara e a come le sarebbe piaciuto scopare il culo stretto e bello della sua dolce mogliettina, pensava e come era accogliente e calda quella puttana. Si sdraiò sopra di lei e la inculava mentre con le meni toccava il corpo morbido e le tette sode della donna. Come Chiara ben presto sapeva, Carlo non era un re del sesso, e se la puttana avesse contato i colpi che faceva sarebbe a malapena arrivata a 10 prima di sentire lo sperma arrivarle all'intestino.
Carlo a questo punto era esausto e i due rimasero nudi nell'auto fino all'alba.
Per pareri, commenti o consigli scrivetemi a frank.ossido@libero.it
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