San Antonio
di
InchiostroEMente
genere
incesti
(I fatti narrati, come i nomi presenti in questa storia, sono solamente frutto di fantasia)
USA, città di SAN ANTONIO, TEXAS:
Il silenzio nel tragitto verso casa parlava da se. Due anni erano passati; forse non erano molti, ma in prigione furono eterni. Per Louis due anni per una bravata, per un furto, furono insopportabili: colmi di timori, di reverenze, di paranoie. Però ora era uscito di prigione e a 24 anni può rifarsi una vita. Sua madre Caroline, 52 anni ben portati seppur non bellissima di viso: donna alta, castana con capelli ondulati ed una 4d di seno morbido. Non una donna snella, ma neppure in carne, con un ventre normale consono alla sua età, le era stata accanto sempre e, nonostante il penitenziario distasse 98 miglia da casa, ogni settimana andava a trovarlo. In auto Louis era serio, guardava fuori dal finestrino il paesaggio texano che dalla prigione lo accompagnava verso casa. L'ultima volta che lo aveva visto era in un blindato. Caroline mise un cd di musica Country per ravvivare il tragitto. Louis guardò sua mamma e le sorrise capendo il gesto:
“grazie mamma”
“per cosa amore?”
“per tutto, e lo sai. Tu sei stata la sola che sia venuta a trovarmi”. Caroline carezzò il volto di suo figlio
“era il minimo: eri, sei e rimarrai sempre mio figlio”. Il sole di primavera incoraggiava alla felicità.
“Papà? Come mai non è venuto anche lui oggi che uscivo?”
“sai...come la pensa, no?”
“sì, e non sarà felice di riavermi fra i piedi”
“non dire così dai”
“lo sai mamma che è la pura realtà dei fatti”
“ci sono io in casa, non ti preoccupare tesoro...e poi c'è Tor, no?” Tor è la mascotte della casa: un Pastore Tedesco di quattro anni, attaccato a tutti i componenti della famiglia.
“Come sta lui?”
“ora starà meglio, l'altro giorno gli abbiamo fatto il bagno e lo abbiamo tosato”
“aahhah immagino”
“ah, fra poco ci sarà la Fiesta de San Antonio. Ci verrai sì?” Louis sorrise
“certo mamma...certo che ci verrò. In questi due anni sono stato io a ricevere “feste” e...non erano carine” la madre cercò di interromperlo
“ehi..no...No tesoro ! Sei uscito ora e non ne dobbiamo mai più parlare. Non devi più parlare di ciò che accadde lì, va bene? Dimenticati ogni cosa”
“mamma non sarà semplice, cerco di capire”
“a mamma lo so...anzi immagino, non posso saperlo, però...”
“però mamma mi stavano sempre attorno perchè...”
“perché...?”
“no mamma lascia perdere”
“sfogati adesso che sei con me qua, a casa c'è papà”
“c'erano alcuni che volevano...bè hai capito”
“va bene tesoro, lascia perdere dai. La mamma ha capito. Ora tranquillo, stai tornando a casa”
“capirai mamma, i vicini di casa neppure mi saluteranno ora”
“siamo noi la tua famiglia non loro”
“le ragazze poi...che bel ritorno” disse Louis lamentandosi in malo modo
“piano piano tutto si aggiusterà a mamma, te lo prometto”
“sì...”
“non ti ho mai mentito e lo sai: si aggiusterà tutto e riavrai la tua vita, che già stai ottenendo nuovamente essendo libero”. Louis sorrise a sua madre stringendole la mano.
Entrati nel vialetto della casa a due piani in un quartiere residenziale fatto di villette a San Antonio, in Texas, Louis scese dalla macchina gustandosi l'odore degli alberi del giardino della sua abitazione. Subito Tor gli venne incontro facendogli le feste e buttantosi addosso al padrone. I due si buttarono sul prato ridendo e scherzando, con molte lacrime di gioia da parte del ragazzo.
John, il padre, 58 anni, uscì poco dopo
“mi raccomando John” disse Caroline a suo marito, ritornando poi a ridere con suo figlio e con Tor, ancora intenti a scherzare nel giardinetto
“ehi ragazzo !!” tuonò John verso il figlio. Louis si voltò, fece calmare un poco Tor e si alzò in piedi
“ciao papà” Caroline sorrise. Padre e figlio, dopo un attimo di titubanza, si avvicinarono e si abbracciarono, piangendo nuovamente.
Il tutto era iniziato bene.
LA CONFESSIONE:
I giorni passavano e Louis si stava pian piano riprendendo. Caroline si era presa qualche giorno ferie dal lavoro per stare accanto a suo figlio, mentre John era comunque andato a lavorare
“ehi mamma buongiorno” disse Louis a sua madre un mattino entrando in cucina con i boxer da notte e la maglia bianca
“ehi tesoro, ben alzato ! Hai riposato bene a mamma?” salutò la donna suo figlio con un grande sorriso. Caroline era vestita che sembrava una donna del West. Lei era amante di musica Country e non perdeva occasione per andare alle feste texane ed ai rodei, che nella sua zona abbondavano
“sì mamma, un vero letto dopo due anni”
“difatti hai fatto una tirata da ieri alle 21:00. Tieni il caffè amore”
“grazie mamma” il ragazzo si sedette al tavolo mobile centrale di quelle cucine americane. Caroline si sedette accanto a suo figlio, dopo avergli dato una abbondante colazione
“ecco, mangia tesoro”
“grazie mamma”. Mamma e figlio iniziarono a mangiare parlando del più e del meno, soprattutto la mamma gli dava novità sulla situazione familiare, litigi vari e notivà della città. Dopo un po' ci fu silenzio, smorzato solo da Tor che faceva capolino per raccimulare qualcosa da mangiare dai padroni. Louis d'un tratto, alzatosi per posare il suo piatto, disse:
“era un inferno mamma: c'erano alcune persone non proprio carine diciamo...è stato orrendo” Caroline si voltò guardando dolcemente suo figlio
“no tesoro...”
“no mamma, vorrei parlarne”
“va...bene va bene. Dimmi pure a mamma”
“le docce si facevano assieme e non sempre. C'era alcuni di loro che guardano là nelle parti intime e...dalla prima volta che mi videro...bè...”
“tesoro...ho capito ma non continuare”
“il problema mamma che avevo anche con le ragazze prima del fatto; prima di andare dentro”
“quale problema scusa? Non me ne hai mai parlato, anzi: vedevo che ti frequentavi con Kimberly...ah, Jessica anche”
“sì mamma ma frequentavo, non altro”
“bè tesoro ma non hai mica 90 anni”
“sì lo so ma...”
“a mamma se non parli chiaro non ti capisco”
“ma nessuna mamma è stata con me perché sotto io...bè è...”
“pi...piccolo?”
“no, il contrario” Caroline rise dolcemente
“scusa e qual è il problema allora? Molte donne preferiscono che l'uomo l'abbia più “in forma”
“sì ma non come il mio”
“amore della mamma scusa ma cos'ha che non va?”
“è...troppo mamma e...la...lar...largo ecco”
“tesoro della mamma...” Caroline si alzò e prese le mani del figlio”sicuramente non sarà un problema irrisolvibile. Sei un bel ragazzo e per amore si sorvolano certe cose. Ci sarà sicuramente una ragazza...
“no mamma non c'è, fidati mamma. Ho 24 anni e so benissimo come funziona e fidati mamma: non c'è” la interruppe Louis
“ma tu perché hai cercato solo qua tesoro, l'America è grande, il Texas è grande e tu hai una vita davanti”
“ah sì certo mamma, ovviamente: il fatto è che già prima andavo fuori poco, poi ora, appena uscito sicuramente saranno felici di dare lavoro fuori da qui ad uno che è stato due anni dentro. Non voglio che la gente pensa che io passi loro avanti solo perché ho avuto dei guai e sono uscito da poco dal carcere”
“ma tu amore non scavalchi nessuno: è un tuo diritto”
“sono uscito ora mamma, non me la sento di andare lontano”
“lo so tesoro lo so. Però con le ragazze tesoro vedrai che andrà tutto bene”
“sì, come no. Quando scrissi dal carcere delle lettere neppure le hanno guardate. Anzi le hanno guardate, ma rispedite indietro” Caroline carezzava il volto di suo figlio per poi abbracciarlo. Il volto di Louis si trovava a contatto con la scollatura materna. Il ragazzo abbracciò sua madre. Ci furono attimi di silenzio, attimi che sembravano interminabili. Quel silenzio fu come un abisso per entrambi. Caroline voleva la felicità di suo figlio, specialmente ora che aveva tutta la vita davanti a se. Louis altro non voleva che essere felice ed essere meno inquieto. Sicuramente ciò che il ragazzo aveva passato non era piacevole e i ricordi erano pesanti. Inevitabilmente, il calore della madre, il calore di una donna e la vicinanza con la stessa, provocarono in Louis una naturale erezione. Il contatto fra i due corpi in quell'amorevole abbraccio, fece sì che Caroline si accorse di cosa steva accadendo in quel momento. Come se nulla fosse, la donna tolse l'abbraccio al figlio, ritraendosi lentamente. Il ragazzo guardò sua mamma
“s...scusa mamma” Caroline prese nuovamente le mani di suo figlio
“non ti devi scusare di nulla, è normale a mamma” poi sospirò e fece una piccola risata per far calare ed allontanare l'imbarazzo “bene tesoro...andiamo a fare un giro in centro?” Louis continuava a fissare sua mamma
“mamma io...” forse l'istinto, forse il non poterne più ma anche il contatto con sua madre che, pur non essendo una modella, era comunque una donna piacente e per di più in quel momento scollata
“cosa tesoro?”
“mamma aiutami ti prego !” il tono di Louis era un misto fra l'imbarazzo totale e il disperato. Il ragazzo guardava sua madre con in un grido d'aiuto. Il volto era teso e sofferente. Caroline rimase a fissare suo figlio. Non voleva far discorsi; aveva paura di rovinare il tutto, aveva paura di ferire suo figlio. Eppure la donna aveva compreso benissimo l'aiuto che Louis le stava chiedendo in quel momento
“i...io...”
“mamma solo tu nella vita non mi hai mai fatto soffrire. Io mamma posso contare solo su di te...a...an...anche in questo mamma” disse d'un fiato Louis.
L'AIUTO:
Il sole era alto nel cielo del Texas ed illuminava tutte le stanze della casa a due piani di Caroline a San Antonio. Uno di fronte all'altra, figlio di fronte alla mamma, si guardarono negli occhi. L'imbarazzo era molto
“sai che mamma farebbe ogni cosa per te...”
“ma?”
“ma...questo tesoro è...”
“sì mamma lo so cos'è. Ma so anche che ti sto chiedendo io un aiuto, e solo te mamma saresti in grandi di farmi felice. Lo vedi da te mamma e sai benissimo, lo sai per quanto tu possa continuare ad essere positiva, che le persone che conoscevo prima si allontaneranno. Lo hai visto anche quando siamo arrivati. Papà è Tor ok, ma i vicini neppure ci hanno salutati, e Kimberly abita qua di fronte”
Non aveva torto. Caroline sapeva che il figlio aveva ragione. La gente di quel quartiere dove hanno sempre vissuto era abituata a non avere vicini di casa con problemi giudiziari, anche se non particolarmente seri. La ragazze poi erano come le loro famiglie. Mossa dalle parole del figlio e conscia di quel momento particolare, Caroline raccomandò a Louis
“ti prego non una parola con papà”
“non una parola con nessuno mamma”
la madre allungò la mano destra sulla patta gonfia di suo figlio. Non appena toccata, Louis ebbe un sussulto, un fremito. Caroline lo guardò fissa ed incredula negli occhi. Il pene era gonfio ma non del tutti dritto, e già così sembrava enorme nella sua lunghezza e larghezza
“vedi mamma? Te lo avevo detto. Sono strano?”
“no...no tesoro, ognuno è differente, anche in questo” rispose la mamma cercando di far tranquillizzare suo figlio. Caroline però ora aveva constatato, seppur ancora da fuori, la grandezza di quel pene ed anche la realtà dei fatti: nessuna avrebbe fatto qualcosa con Louis giacché al momento di finire al letto, quel pene le avrebbe completamente lacerate. Le unghie lunghe e smaltate graffiavano delicatamente a mò di gioco l'asta di Louis da sopra i boxer. La mano sinistra di Caroline carezzava la gota destra di Louis, in piedi innanzi a lei
“mamma...”
“sì tesoro”
Louis le sorrise come a farle capire che, togliendo quelle carezze flebili, era desideroso d'altro.
Il tavolo posto al centro della cucina ben difendeva dalla visione altrui le parti basse delle persone che erano poste dietro dello stesso. Essendo le finestre dalla parte opposta di dove erano posizionati in quel momento, Caroline prese coraggio e introdusse la mano nei boxer del figlio prendendo il suo pene per liberarlo. Non credeva ai suoi occhi: il grande pene di Louis non riusciva a starle in mano. Molto largo, Caroline non riusciva a chiudere la mano attorno al membro di suo figlio
“è...”
“è normale tesoro, non ti preoccupare. È molto bello” lo rassicurò la madre. Il membro di Louis era bollente e pulsava al contatto della mano materna
“oh mamma...”
“rilassati tesoro, ora la mamma pensa a te...” e per calare la tensione di entrambi...”certo dovrò usare anche l'altra mano” risero tutti e due. Caroline portò anche la mano sinistra a soccorso della destra. Impugnato per bene, la donna iniziò a masturbare con delicatezza suo figlio
“oh mamma....” esclamò il ragazzo chiudendo leggermente le palpebre e reclinando il capo “mamma che mani che hai” Caroline sorrise a suo figlio
“ti piace Louis?”
“oh mamma sì ...” Caroline continuò la sega aumentandone leggermente il ritmo “piano mamma che sono due anni che..”
“che?”
“che non vengo”
“ah ecco, quindi farai un lago” disse Caroline ridendo
“pu...pulirò io mamma” la madre rise
“non ce ne sarà bisogno, non ti preoccupare e rilassati” dicendo ciò tolse la mano sinistra dal pene continuando la sega solo con la destra. L'altra mano andò ad accarezzare il ventre di suo figlio, poi il sedere, mentre adesso la sega stava lentamente prendendo forza
“oh sìì...ooohh mamma...”
“amore dimmelo quando stai venendo”
“sì mamma...non penso ci voglia ancora molto...è ora...penso è...è...” capendo che l'eiaculazione fosse imminente, Caroline si abbassò prendendo di colpo il pene di suo figlio in bocca succhiandolo forte, e tenendo lo stesso fermo alla base con entrambe le mani
“aaahhh oohh mamma !! Oh mammaaa !!” non se lo aspettava Louis. Non si aspettava dalla sua espressione che sua madre lo avrebbe aiutato totalmente. Anche in questo modo. Ma sicuramente la cosa che non si sarebbe mai aspettato era che sua madre sapesse far così bene i pompini. Era sua madre, non la vedeva intenta succhiare un pene, eppure si era dovuto ricredere. Ella era lì sotto di lui, con le ginocchia piegate intenta a succhiare il suo pene. Alla fine fu lui a chiederle un aiuto...
La bocca di Caroline riusciva ad ingoiare il membro di suo figlio fino a qualche centimetro dopo il glande, visto che era molto largo. Ma tanto bastava. Stava mettendo molta passione per suo figlio, per farlo star meglio. Cercava fra le poderose succhiate, di aprire la bocc ail più possibile per farlo scivolare ancora più verso la gola, ma era inutile. Ad un certo punto Louis mise una mano sulla testa della mamma, in un momento istintivo poco prima di venire. Lei assecondò quell'impulso e si fece guidare dalla voglia del figlio che le dava un ritmo molto forte per succhiare il pene. Ed anche così, Caroline si dimostrò all'altezza
“mamma eccomi...mammaaaa mmmmmhhhh aaaahhh” fiotti violenti e densi eruttarono dal bene in gola a sua madre. Caroline, per quanto brava in quell'arte amatoria, non riuscì assolutamente ad ingoiare tutto il seme esploso, ed una gran quantità colò per terra. Con la bocca incredibilmente colma, Caroline tolse il pene di suo figlio che ancora schizzava, ed inevitabilmente gli schizzi le colpirono il volto e poi il seno. Aveva il viso bagnato ed anche il petto quando Louis terminò il suo orgasmo
“mamma...scusa ti prego” la donna sorrise a suo figlio
“non ti preoccupare tesoro della mamma...wow ma quanta ne avevi?” Louis rise alle parole della madre
“bè mamma, penso di averne ancora altra a dire il vero...mi fanno ancora male i testicoli” diceva Louis poggiandosi al tavolo. Caroline intanto si stava pulendo con dei fazzoletti
“ancora?”
“due anni mamma non sono pochi” la madre guardò il figlio e dolcemente disse:
“allora vuoi proprio farmi sgobbare?”
“chi può aiutarmi meglio di mia mamma?”. Caroline si alzò
“solo la mamma”.
Ripuliti, madre e figlio rimasero lungamente abbracciati. Un mare di ringraziamenti uscivano da Louis, un mare di frasi tranquillizzanti uscivano di rimando dalla mamma. C'era tanta strada da fare per riprendere pian piano la vita di tutti i giorni, e Caroline era pronta a seguire quella strada aiutando suo figlio.
FINE
USA, città di SAN ANTONIO, TEXAS:
Il silenzio nel tragitto verso casa parlava da se. Due anni erano passati; forse non erano molti, ma in prigione furono eterni. Per Louis due anni per una bravata, per un furto, furono insopportabili: colmi di timori, di reverenze, di paranoie. Però ora era uscito di prigione e a 24 anni può rifarsi una vita. Sua madre Caroline, 52 anni ben portati seppur non bellissima di viso: donna alta, castana con capelli ondulati ed una 4d di seno morbido. Non una donna snella, ma neppure in carne, con un ventre normale consono alla sua età, le era stata accanto sempre e, nonostante il penitenziario distasse 98 miglia da casa, ogni settimana andava a trovarlo. In auto Louis era serio, guardava fuori dal finestrino il paesaggio texano che dalla prigione lo accompagnava verso casa. L'ultima volta che lo aveva visto era in un blindato. Caroline mise un cd di musica Country per ravvivare il tragitto. Louis guardò sua mamma e le sorrise capendo il gesto:
“grazie mamma”
“per cosa amore?”
“per tutto, e lo sai. Tu sei stata la sola che sia venuta a trovarmi”. Caroline carezzò il volto di suo figlio
“era il minimo: eri, sei e rimarrai sempre mio figlio”. Il sole di primavera incoraggiava alla felicità.
“Papà? Come mai non è venuto anche lui oggi che uscivo?”
“sai...come la pensa, no?”
“sì, e non sarà felice di riavermi fra i piedi”
“non dire così dai”
“lo sai mamma che è la pura realtà dei fatti”
“ci sono io in casa, non ti preoccupare tesoro...e poi c'è Tor, no?” Tor è la mascotte della casa: un Pastore Tedesco di quattro anni, attaccato a tutti i componenti della famiglia.
“Come sta lui?”
“ora starà meglio, l'altro giorno gli abbiamo fatto il bagno e lo abbiamo tosato”
“aahhah immagino”
“ah, fra poco ci sarà la Fiesta de San Antonio. Ci verrai sì?” Louis sorrise
“certo mamma...certo che ci verrò. In questi due anni sono stato io a ricevere “feste” e...non erano carine” la madre cercò di interromperlo
“ehi..no...No tesoro ! Sei uscito ora e non ne dobbiamo mai più parlare. Non devi più parlare di ciò che accadde lì, va bene? Dimenticati ogni cosa”
“mamma non sarà semplice, cerco di capire”
“a mamma lo so...anzi immagino, non posso saperlo, però...”
“però mamma mi stavano sempre attorno perchè...”
“perché...?”
“no mamma lascia perdere”
“sfogati adesso che sei con me qua, a casa c'è papà”
“c'erano alcuni che volevano...bè hai capito”
“va bene tesoro, lascia perdere dai. La mamma ha capito. Ora tranquillo, stai tornando a casa”
“capirai mamma, i vicini di casa neppure mi saluteranno ora”
“siamo noi la tua famiglia non loro”
“le ragazze poi...che bel ritorno” disse Louis lamentandosi in malo modo
“piano piano tutto si aggiusterà a mamma, te lo prometto”
“sì...”
“non ti ho mai mentito e lo sai: si aggiusterà tutto e riavrai la tua vita, che già stai ottenendo nuovamente essendo libero”. Louis sorrise a sua madre stringendole la mano.
Entrati nel vialetto della casa a due piani in un quartiere residenziale fatto di villette a San Antonio, in Texas, Louis scese dalla macchina gustandosi l'odore degli alberi del giardino della sua abitazione. Subito Tor gli venne incontro facendogli le feste e buttantosi addosso al padrone. I due si buttarono sul prato ridendo e scherzando, con molte lacrime di gioia da parte del ragazzo.
John, il padre, 58 anni, uscì poco dopo
“mi raccomando John” disse Caroline a suo marito, ritornando poi a ridere con suo figlio e con Tor, ancora intenti a scherzare nel giardinetto
“ehi ragazzo !!” tuonò John verso il figlio. Louis si voltò, fece calmare un poco Tor e si alzò in piedi
“ciao papà” Caroline sorrise. Padre e figlio, dopo un attimo di titubanza, si avvicinarono e si abbracciarono, piangendo nuovamente.
Il tutto era iniziato bene.
LA CONFESSIONE:
I giorni passavano e Louis si stava pian piano riprendendo. Caroline si era presa qualche giorno ferie dal lavoro per stare accanto a suo figlio, mentre John era comunque andato a lavorare
“ehi mamma buongiorno” disse Louis a sua madre un mattino entrando in cucina con i boxer da notte e la maglia bianca
“ehi tesoro, ben alzato ! Hai riposato bene a mamma?” salutò la donna suo figlio con un grande sorriso. Caroline era vestita che sembrava una donna del West. Lei era amante di musica Country e non perdeva occasione per andare alle feste texane ed ai rodei, che nella sua zona abbondavano
“sì mamma, un vero letto dopo due anni”
“difatti hai fatto una tirata da ieri alle 21:00. Tieni il caffè amore”
“grazie mamma” il ragazzo si sedette al tavolo mobile centrale di quelle cucine americane. Caroline si sedette accanto a suo figlio, dopo avergli dato una abbondante colazione
“ecco, mangia tesoro”
“grazie mamma”. Mamma e figlio iniziarono a mangiare parlando del più e del meno, soprattutto la mamma gli dava novità sulla situazione familiare, litigi vari e notivà della città. Dopo un po' ci fu silenzio, smorzato solo da Tor che faceva capolino per raccimulare qualcosa da mangiare dai padroni. Louis d'un tratto, alzatosi per posare il suo piatto, disse:
“era un inferno mamma: c'erano alcune persone non proprio carine diciamo...è stato orrendo” Caroline si voltò guardando dolcemente suo figlio
“no tesoro...”
“no mamma, vorrei parlarne”
“va...bene va bene. Dimmi pure a mamma”
“le docce si facevano assieme e non sempre. C'era alcuni di loro che guardano là nelle parti intime e...dalla prima volta che mi videro...bè...”
“tesoro...ho capito ma non continuare”
“il problema mamma che avevo anche con le ragazze prima del fatto; prima di andare dentro”
“quale problema scusa? Non me ne hai mai parlato, anzi: vedevo che ti frequentavi con Kimberly...ah, Jessica anche”
“sì mamma ma frequentavo, non altro”
“bè tesoro ma non hai mica 90 anni”
“sì lo so ma...”
“a mamma se non parli chiaro non ti capisco”
“ma nessuna mamma è stata con me perché sotto io...bè è...”
“pi...piccolo?”
“no, il contrario” Caroline rise dolcemente
“scusa e qual è il problema allora? Molte donne preferiscono che l'uomo l'abbia più “in forma”
“sì ma non come il mio”
“amore della mamma scusa ma cos'ha che non va?”
“è...troppo mamma e...la...lar...largo ecco”
“tesoro della mamma...” Caroline si alzò e prese le mani del figlio”sicuramente non sarà un problema irrisolvibile. Sei un bel ragazzo e per amore si sorvolano certe cose. Ci sarà sicuramente una ragazza...
“no mamma non c'è, fidati mamma. Ho 24 anni e so benissimo come funziona e fidati mamma: non c'è” la interruppe Louis
“ma tu perché hai cercato solo qua tesoro, l'America è grande, il Texas è grande e tu hai una vita davanti”
“ah sì certo mamma, ovviamente: il fatto è che già prima andavo fuori poco, poi ora, appena uscito sicuramente saranno felici di dare lavoro fuori da qui ad uno che è stato due anni dentro. Non voglio che la gente pensa che io passi loro avanti solo perché ho avuto dei guai e sono uscito da poco dal carcere”
“ma tu amore non scavalchi nessuno: è un tuo diritto”
“sono uscito ora mamma, non me la sento di andare lontano”
“lo so tesoro lo so. Però con le ragazze tesoro vedrai che andrà tutto bene”
“sì, come no. Quando scrissi dal carcere delle lettere neppure le hanno guardate. Anzi le hanno guardate, ma rispedite indietro” Caroline carezzava il volto di suo figlio per poi abbracciarlo. Il volto di Louis si trovava a contatto con la scollatura materna. Il ragazzo abbracciò sua madre. Ci furono attimi di silenzio, attimi che sembravano interminabili. Quel silenzio fu come un abisso per entrambi. Caroline voleva la felicità di suo figlio, specialmente ora che aveva tutta la vita davanti a se. Louis altro non voleva che essere felice ed essere meno inquieto. Sicuramente ciò che il ragazzo aveva passato non era piacevole e i ricordi erano pesanti. Inevitabilmente, il calore della madre, il calore di una donna e la vicinanza con la stessa, provocarono in Louis una naturale erezione. Il contatto fra i due corpi in quell'amorevole abbraccio, fece sì che Caroline si accorse di cosa steva accadendo in quel momento. Come se nulla fosse, la donna tolse l'abbraccio al figlio, ritraendosi lentamente. Il ragazzo guardò sua mamma
“s...scusa mamma” Caroline prese nuovamente le mani di suo figlio
“non ti devi scusare di nulla, è normale a mamma” poi sospirò e fece una piccola risata per far calare ed allontanare l'imbarazzo “bene tesoro...andiamo a fare un giro in centro?” Louis continuava a fissare sua mamma
“mamma io...” forse l'istinto, forse il non poterne più ma anche il contatto con sua madre che, pur non essendo una modella, era comunque una donna piacente e per di più in quel momento scollata
“cosa tesoro?”
“mamma aiutami ti prego !” il tono di Louis era un misto fra l'imbarazzo totale e il disperato. Il ragazzo guardava sua madre con in un grido d'aiuto. Il volto era teso e sofferente. Caroline rimase a fissare suo figlio. Non voleva far discorsi; aveva paura di rovinare il tutto, aveva paura di ferire suo figlio. Eppure la donna aveva compreso benissimo l'aiuto che Louis le stava chiedendo in quel momento
“i...io...”
“mamma solo tu nella vita non mi hai mai fatto soffrire. Io mamma posso contare solo su di te...a...an...anche in questo mamma” disse d'un fiato Louis.
L'AIUTO:
Il sole era alto nel cielo del Texas ed illuminava tutte le stanze della casa a due piani di Caroline a San Antonio. Uno di fronte all'altra, figlio di fronte alla mamma, si guardarono negli occhi. L'imbarazzo era molto
“sai che mamma farebbe ogni cosa per te...”
“ma?”
“ma...questo tesoro è...”
“sì mamma lo so cos'è. Ma so anche che ti sto chiedendo io un aiuto, e solo te mamma saresti in grandi di farmi felice. Lo vedi da te mamma e sai benissimo, lo sai per quanto tu possa continuare ad essere positiva, che le persone che conoscevo prima si allontaneranno. Lo hai visto anche quando siamo arrivati. Papà è Tor ok, ma i vicini neppure ci hanno salutati, e Kimberly abita qua di fronte”
Non aveva torto. Caroline sapeva che il figlio aveva ragione. La gente di quel quartiere dove hanno sempre vissuto era abituata a non avere vicini di casa con problemi giudiziari, anche se non particolarmente seri. La ragazze poi erano come le loro famiglie. Mossa dalle parole del figlio e conscia di quel momento particolare, Caroline raccomandò a Louis
“ti prego non una parola con papà”
“non una parola con nessuno mamma”
la madre allungò la mano destra sulla patta gonfia di suo figlio. Non appena toccata, Louis ebbe un sussulto, un fremito. Caroline lo guardò fissa ed incredula negli occhi. Il pene era gonfio ma non del tutti dritto, e già così sembrava enorme nella sua lunghezza e larghezza
“vedi mamma? Te lo avevo detto. Sono strano?”
“no...no tesoro, ognuno è differente, anche in questo” rispose la mamma cercando di far tranquillizzare suo figlio. Caroline però ora aveva constatato, seppur ancora da fuori, la grandezza di quel pene ed anche la realtà dei fatti: nessuna avrebbe fatto qualcosa con Louis giacché al momento di finire al letto, quel pene le avrebbe completamente lacerate. Le unghie lunghe e smaltate graffiavano delicatamente a mò di gioco l'asta di Louis da sopra i boxer. La mano sinistra di Caroline carezzava la gota destra di Louis, in piedi innanzi a lei
“mamma...”
“sì tesoro”
Louis le sorrise come a farle capire che, togliendo quelle carezze flebili, era desideroso d'altro.
Il tavolo posto al centro della cucina ben difendeva dalla visione altrui le parti basse delle persone che erano poste dietro dello stesso. Essendo le finestre dalla parte opposta di dove erano posizionati in quel momento, Caroline prese coraggio e introdusse la mano nei boxer del figlio prendendo il suo pene per liberarlo. Non credeva ai suoi occhi: il grande pene di Louis non riusciva a starle in mano. Molto largo, Caroline non riusciva a chiudere la mano attorno al membro di suo figlio
“è...”
“è normale tesoro, non ti preoccupare. È molto bello” lo rassicurò la madre. Il membro di Louis era bollente e pulsava al contatto della mano materna
“oh mamma...”
“rilassati tesoro, ora la mamma pensa a te...” e per calare la tensione di entrambi...”certo dovrò usare anche l'altra mano” risero tutti e due. Caroline portò anche la mano sinistra a soccorso della destra. Impugnato per bene, la donna iniziò a masturbare con delicatezza suo figlio
“oh mamma....” esclamò il ragazzo chiudendo leggermente le palpebre e reclinando il capo “mamma che mani che hai” Caroline sorrise a suo figlio
“ti piace Louis?”
“oh mamma sì ...” Caroline continuò la sega aumentandone leggermente il ritmo “piano mamma che sono due anni che..”
“che?”
“che non vengo”
“ah ecco, quindi farai un lago” disse Caroline ridendo
“pu...pulirò io mamma” la madre rise
“non ce ne sarà bisogno, non ti preoccupare e rilassati” dicendo ciò tolse la mano sinistra dal pene continuando la sega solo con la destra. L'altra mano andò ad accarezzare il ventre di suo figlio, poi il sedere, mentre adesso la sega stava lentamente prendendo forza
“oh sìì...ooohh mamma...”
“amore dimmelo quando stai venendo”
“sì mamma...non penso ci voglia ancora molto...è ora...penso è...è...” capendo che l'eiaculazione fosse imminente, Caroline si abbassò prendendo di colpo il pene di suo figlio in bocca succhiandolo forte, e tenendo lo stesso fermo alla base con entrambe le mani
“aaahhh oohh mamma !! Oh mammaaa !!” non se lo aspettava Louis. Non si aspettava dalla sua espressione che sua madre lo avrebbe aiutato totalmente. Anche in questo modo. Ma sicuramente la cosa che non si sarebbe mai aspettato era che sua madre sapesse far così bene i pompini. Era sua madre, non la vedeva intenta succhiare un pene, eppure si era dovuto ricredere. Ella era lì sotto di lui, con le ginocchia piegate intenta a succhiare il suo pene. Alla fine fu lui a chiederle un aiuto...
La bocca di Caroline riusciva ad ingoiare il membro di suo figlio fino a qualche centimetro dopo il glande, visto che era molto largo. Ma tanto bastava. Stava mettendo molta passione per suo figlio, per farlo star meglio. Cercava fra le poderose succhiate, di aprire la bocc ail più possibile per farlo scivolare ancora più verso la gola, ma era inutile. Ad un certo punto Louis mise una mano sulla testa della mamma, in un momento istintivo poco prima di venire. Lei assecondò quell'impulso e si fece guidare dalla voglia del figlio che le dava un ritmo molto forte per succhiare il pene. Ed anche così, Caroline si dimostrò all'altezza
“mamma eccomi...mammaaaa mmmmmhhhh aaaahhh” fiotti violenti e densi eruttarono dal bene in gola a sua madre. Caroline, per quanto brava in quell'arte amatoria, non riuscì assolutamente ad ingoiare tutto il seme esploso, ed una gran quantità colò per terra. Con la bocca incredibilmente colma, Caroline tolse il pene di suo figlio che ancora schizzava, ed inevitabilmente gli schizzi le colpirono il volto e poi il seno. Aveva il viso bagnato ed anche il petto quando Louis terminò il suo orgasmo
“mamma...scusa ti prego” la donna sorrise a suo figlio
“non ti preoccupare tesoro della mamma...wow ma quanta ne avevi?” Louis rise alle parole della madre
“bè mamma, penso di averne ancora altra a dire il vero...mi fanno ancora male i testicoli” diceva Louis poggiandosi al tavolo. Caroline intanto si stava pulendo con dei fazzoletti
“ancora?”
“due anni mamma non sono pochi” la madre guardò il figlio e dolcemente disse:
“allora vuoi proprio farmi sgobbare?”
“chi può aiutarmi meglio di mia mamma?”. Caroline si alzò
“solo la mamma”.
Ripuliti, madre e figlio rimasero lungamente abbracciati. Un mare di ringraziamenti uscivano da Louis, un mare di frasi tranquillizzanti uscivano di rimando dalla mamma. C'era tanta strada da fare per riprendere pian piano la vita di tutti i giorni, e Caroline era pronta a seguire quella strada aiutando suo figlio.
FINE
1
voti
voti
valutazione
2
2
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Caro diario - seguitoracconto sucessivo
San Antonio 2
Commenti dei lettori al racconto erotico