Sudata

di
genere
etero

Sudo tremendamente.
Sento ogni parte di me madida, saranno queste temperature estreme, che non sopporto. Odio l’estate e tutta questa merda di caldo, in cui pianterei l’aria condizionata a 13 gradi fissi. “Meglio una broncopolmonite che questo isterismo”, penso tra me e me.
Col vestito appiccicato, arrivo a casa, apro la porta e ti intercetto sul divano.
Stravaccato al fresco ti invidio, io mi sento uno spruzzino vivente.
“ Ehi, freddino fuori eh?” mi dici a mo di saluto.
“ Senti non fare lo stronzo, perché sono già incazzata!”,
Intanto ti alzi e ti avvicini a me, “Signorina, vedo che siamo sempre fini “ mi dici, col tuo sorriso sbilenco.
Inizi a palparmi il seno, per posare le tue mani sui fianchi e intanto mi lecchi il collo.
“Dai che sono bagnata di sudore come un animale, lasciami fare una doccia prima!”, ma lo so che non sono convincente per un cazzo.
Anzi forse per il tuo lo sono, lo vedo già un po’ teso, sotto alla stoffa leggera dei tuoi pantaloncini.
Sento una goccia di sudore scendermi da metà schiena, fino a infilarsi repentina dentro ai miei slip tra i miei glutei, ma non ci faccio caso, sono distratta dalla tua lingua. Continua a tormentarmi il collo, sudato anch’esso, ovviamente.
“ Dai che sono spolta, come faccio a eccitarti in questo modo” cerco ancora di dirti, mentre mi pianti le mani sul culo sollevandomi il vestito.
Mi fissi negli occhi, quello sguardo da dannazione, ti vuoi sempre far implorare per poi fare comunque a modo tuo.
“ Ah si sei sudata da per tutto ? Adesso vediamo”.
Mi fai alzare le braccia, mi annusi piano i due incavi che ci trovi e mi dici: “ qui profumi” e piano le lecchi entrambe.
Ormai sono abituata, a questo tuo piccolo feticismo per le ascelle, prima di conoscerti non pensavo potesse esistere. “ Ma perché sei tendente alla psicosi?” ti chiedo. “ Ti lecco da per tutto perché sono un maiale, non perché sono matto. Poi sono così morbide e lisce, non ci riesco” mi zittisci .
Già sto ridendo come una matta, temo tantissimo il solletico e tu lo sai bene, saltello sul posto mentre tu continui a farlo, sorridendo sornione.
“ Niente sudore qui, proviamo da un’ altra parte”. Ho già qualche sospetto sulla tua prossima mossa.
Stacchi la tua mano destra dal mio gluteo, per piantarla sulle mutandine e dire:” Qui sei proprio tanto madida‘“ mi punzecchi, carezzando con vigore il mio sesso già vibrante.
Continui a braccarmi e a farmi indietreggiare, fino a quando non mi fai, sdraiare sul dorso, sopra al tavolo della cucina.
Mi sfili gli slip, li annusi e li lecchi. Ti vedo già inebriato dei miei odori, che mi porto dietro da tutta una giornata.
Mi ecciti, perché non ti schifi mai di nulla. Quello che per un’altra persona è una cosa che sfiora la depravazione, per te invece, è puro erotismo.
Riesci sempre a trasmettermelo, mi contagi come una malattia, dalla quale non voglio essere immune.
Parti a leccarmi piano un inguine, discendi la coscia e arrivi al ginocchio per poi spingerti sul collo del piede.
Lecchi ogni dito che ti ritrovi a tiro, soffermandoti sul mio alluce.
Ci fissiamo, sono ricoperta della tua saliva che piano si mischia al mio sudore.
Mi apri le gambe, “ come sei oscena “ mi dici a mezzo fiato e sento le contrazioni della mia fica, desiderosa delle tue attenzioni. Mi sfiori il clitoride con due dita, i miei umori aumentano e mi iniziano a bagnarmi tutta.
Quando inizio a mugolare, ti fermi, fissandomi ti vedo mentre fai colare la tua saliva nella mia intimità. Non lo fai per lubrificarmi, non ne ho bisogno, ma lo fai perché sai che mi fai impazzire, quando mi sputi addosso o in bocca. Velocemente inizi a leccarmi la fica, succhiandomela senza tregua, intanto mi porti alla bocca due delle tue dita.
Te le bagno a puntino, come vuoi tu, solo a quel punto me le infili nel mio pertugio, mentre inizia a pulsare sulle tue labbra e io ad ansimare senza ritegno.
Provo a toccarmi il clitoride, ma mi dai uno schiaffo sulla mano, ti stacchi solo per dirmi:” decido io quando e come vieni stronza, non tu “.
Mi sento morire, vorrei così tanto sgrilettarmi e sento montare piano un piacere potente e atavico.
Mi porti quasi al culmine, per poi bloccarti e alzarti, il tuo mento e il tuo bel sorriso sporco di me.
Tiri fuori il cazzo dai pantaloni, la cappella è violacea, lucidissima e già imperlata dei tuoi umori.
Sembro il sacrificio sull’altare della tua perversione nuda e oscena, davanti a te vestito e diabolico, pronto a immolarmi col tuo bel cazzo turgido.
Mentre mi allarghi ancora di più le gambe, mi penetri, non vedevo l’ora di accoglierlo. Ti stendi sopra di me, intrecci le tue mani alle mie, facendomi allungare le braccia sopra alla mia testa.
Bloccata e completamente inerme, mi stantuffi, mentre intreccio le tue gambe sui tuoi fianchi. Ansimiamo entrambi, inizio a leccare i miei umori, ancora visibili su parte del tuo volto. Appena finisco ti faccio vedere la lingua, tu veloce ci coli sopra la tua saliva e suggelli il tutto in una morsa che non lascia scampo.
Elettrizzata fino allo sfinimento, mi concedi finalmente l’orgasmo, che tanto mi hai fatto sudare.
Ti sfili rapido da me e mi piazzi il tuo bel cazzo in bocca, te lo lecco veloce mentre con una mano lo tengo per l’asta e con l’altra ti massaggio le palle. Mi stacco per succhiartele ma mi tiri per i capelli, quasi rantoli mentre mi dici “ sto venendo, voglio che ingoi”.
Non me lo faccio ripetere due volte, copioso sento tutto il tuo caldo sperma invadermi la gola. Vederti godere mi da sempre soddisfazione, intanto mi inumidisco le labbra, per ripulirle un po’.
“ Adesso però non ti lamenti più di essere sudata, zozza che non sei altro “, sei capace anche di dirmi.
Fulminandoti, mi alzo e scappo verso il bagno in direzione della doccia. Mentre accosto la porta, noto che mi guardi ancora, ti faccio il dito medio con un mezzo sorrisetto.
“Stai attenta a sfidarmi “, l’ultima frase che ti sento dire, prima di avvertire lo scrosciare dell’acqua gelida sulla mia pelle ancora fradicia e bollente
scritto il
2018-08-18
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