Sentieri Di Perdizione: - Alta Infedeltà - Capitolo 6
di
Archi_mede26
genere
tradimenti
Prendo la pillola, scemo e scoppiò a ridere. Una bella risata limpida e coinvolgente. L’aveva sempre avuta.
Mi rincuorai. Eravamo sdraiati insieme sul letto, la guardai.
Lei si voltò verso di me, mi diede un bacio rapido sulle labbra e si sedette a cavalcioni su di me.
Così non mi scappi. Dobbiamo parlare. Mi disse.
Mi domandò se sarei dovuto rientrare al lavoro, alla mia risposta affermativa mi intimò di chiamare e di trovare una scusa per il pomeriggio.
Lo feci.
Che situazione. Io nudo sul letto col pisello ormai moscio e sopra di me la migliore amica della mia ragazza, Sara, completamente nuda e con lo sperma che lentamente le usciva dalla passera e si depositava sul mio basso ventre.
Mi chiese con tono fermo e lo sguardo serio: cosa ti è saltato in mente ? Cosa dirà Giulia quando lo saprà ?
Silenzio.
Non dirò nulla alla Michi invece, stai tranquillo. Mi sono divertita alla fine…
Le raccontai della voglia che mi era venuta recentemente di scoparmi Giulia ma senza sapere come fare a causa della sua amicizia con la Michi.
Le confessai dello stratagemma utilizzato e dei nostri incontri di cui lei era già a conoscenza dato che Giulia le aveva confidato il tutto.
Dopo alcuni secondi di silenzio si mise a ridere in modo composto.
Finalmente espresse il suo pensiero:
Pensavo fossi un coglione, sempre a pensare a robe noiose, sempre serio e maturo… invece anche tu sei un porco in fondo.
Sorrise ancora, si stese su di me con il busto e mi baciò ancora tenendomi per i polsi. Avevo i suoi capelli biondi sulla faccia.
Stavolta il bacio fu intenso, passionale. La sua lingua mi era penetrata dentro avvolgendo la mia.
Attimi interminabili in cui il mio pene iniziava a sussultare di nuovo.
Si scostò da me rimettendosi eretta.
Con la mano andò a cercare il mio pene: guarda guarda chi si sta risvegliando.
Iniziò lentamente a segarmelo.
Mi stavo eccitando nuovamente. Ormai era di nuovo duro.
Con una mossa felina arretrò col bacino alzando leggermente una coscia e se lo guidò all’interno.
Entrò come una lama nel burro. Era rovente.
Alzai la mia schiena ponendomi in posizione seduta, lei incrociò le gambe dietro la mia schiena e ricominciammo a scopare. Lenti. Sincronizzati.
La lasciai fare per alcuni minuti mentre con le mani esploravo il suo corpo e con la bocca le baciavo i seni.
Arrivai a toccarle il sedere, ad aprirle le natiche con forza e decisione ogni volta che i nostri sessi spingevano l’uno verso l’altro.
I respiri affannati erano l’unica colonna sonora di accompagnamento allo sfregare dei nostri corpi.
La ribaltai sul letto, improvvisamente.
Rimase sorpresa ma mi lasciò fare.
Le bloccai le mani mentre col bacino mi facevo spazio tra le sue cosce. Cercai la sua lingua con la mia.
Mollai le mani per prenderle la testa e continuare a baciarla.
Lei mi prese per le natiche accompagnando le mie spinte con maggiore vigore, come in un rituale di accoppiamento.
Iniziò a godere, sentivo le sue gambe aperte tendere tutti i muscoli. La sentii inarcare leggermente la schiena.
Non mi trattenni più e le sborrai ancora una volta dentro lasciandomi andare a suoni gutturali.
Le rimasi dentro per alcuni istanti e la baciai.
Mi alzai per andare in bagno. Mi seguì.
Le chiesi se le andassi di farci una doccia insieme, accettò.
Fu piacevole, parlammo del più e del meno giocando un po’ con l’acqua e rilassandoci con il calore dell’acqua.
Avevamo ancora un paio di ore.
Ti va se ti faccio un massaggio ? Ho dell’olio profumato che mi ero portato dietro. Le chiesi.
Accettò di buon grado e dopo essersi asciugata si stese a pancia in sotto sul letto ormai sfatto.
In realtà non sapevo fare un massaggio terapeutico ma fu un modo per donarle carezze e benessere. Prese sonno a causa della sensazione di appagamento e di relax.
Alla fine le carezze si estesero a tutto il corpo, cominciai a lambirle i seni poi scendevo lungo il fianco per soffermarmi sul sedere lambendone lo spacco.
Si svegliò dal torpore emettendo qualche verso di apprezzamento.
Continuai a massaggiarla. Con il dito iniziavo ad insinuarmi leggermente dentro la sua vagina. Ogni volta in modo più profondo.
L’olio ne favoriva l’entrata e lo scorrimento.
Iniziai con due dita mentre lei iniziava a godere. Dopo alcuni minuti le dita diventarono tre ed i massaggi diventarono una masturbazione decisa e profonda.
Non mi era mai successo ma per la terza volta mi tornò duro.
Tolsi la mano e le infilai di nuovo il cazzo dentro. Si era talmente dilatata ed unta che non sentivo quasi attrito.
Continuai a spingere con sempre maggiore vigore ed in profondità.
Sara emetteva degli urletti di piacere.
Continuai a sbatterla sempre più forte, in quelle condizioni, alla terza volta, era necessario per provare piacere.
Mi sdrai totalmente sopra di lei cercando la sua bocca e la baciai di nuovo, con la lingua.
Continuavo a spingere, ancora, ancora e ancora finchè per la terza volta non venimmo in simultanea.
Eravamo stremati, svuotati. Ma ora dovevamo decidere come comportarci in futuro nonostante fosse stato solo sesso..
Mi rincuorai. Eravamo sdraiati insieme sul letto, la guardai.
Lei si voltò verso di me, mi diede un bacio rapido sulle labbra e si sedette a cavalcioni su di me.
Così non mi scappi. Dobbiamo parlare. Mi disse.
Mi domandò se sarei dovuto rientrare al lavoro, alla mia risposta affermativa mi intimò di chiamare e di trovare una scusa per il pomeriggio.
Lo feci.
Che situazione. Io nudo sul letto col pisello ormai moscio e sopra di me la migliore amica della mia ragazza, Sara, completamente nuda e con lo sperma che lentamente le usciva dalla passera e si depositava sul mio basso ventre.
Mi chiese con tono fermo e lo sguardo serio: cosa ti è saltato in mente ? Cosa dirà Giulia quando lo saprà ?
Silenzio.
Non dirò nulla alla Michi invece, stai tranquillo. Mi sono divertita alla fine…
Le raccontai della voglia che mi era venuta recentemente di scoparmi Giulia ma senza sapere come fare a causa della sua amicizia con la Michi.
Le confessai dello stratagemma utilizzato e dei nostri incontri di cui lei era già a conoscenza dato che Giulia le aveva confidato il tutto.
Dopo alcuni secondi di silenzio si mise a ridere in modo composto.
Finalmente espresse il suo pensiero:
Pensavo fossi un coglione, sempre a pensare a robe noiose, sempre serio e maturo… invece anche tu sei un porco in fondo.
Sorrise ancora, si stese su di me con il busto e mi baciò ancora tenendomi per i polsi. Avevo i suoi capelli biondi sulla faccia.
Stavolta il bacio fu intenso, passionale. La sua lingua mi era penetrata dentro avvolgendo la mia.
Attimi interminabili in cui il mio pene iniziava a sussultare di nuovo.
Si scostò da me rimettendosi eretta.
Con la mano andò a cercare il mio pene: guarda guarda chi si sta risvegliando.
Iniziò lentamente a segarmelo.
Mi stavo eccitando nuovamente. Ormai era di nuovo duro.
Con una mossa felina arretrò col bacino alzando leggermente una coscia e se lo guidò all’interno.
Entrò come una lama nel burro. Era rovente.
Alzai la mia schiena ponendomi in posizione seduta, lei incrociò le gambe dietro la mia schiena e ricominciammo a scopare. Lenti. Sincronizzati.
La lasciai fare per alcuni minuti mentre con le mani esploravo il suo corpo e con la bocca le baciavo i seni.
Arrivai a toccarle il sedere, ad aprirle le natiche con forza e decisione ogni volta che i nostri sessi spingevano l’uno verso l’altro.
I respiri affannati erano l’unica colonna sonora di accompagnamento allo sfregare dei nostri corpi.
La ribaltai sul letto, improvvisamente.
Rimase sorpresa ma mi lasciò fare.
Le bloccai le mani mentre col bacino mi facevo spazio tra le sue cosce. Cercai la sua lingua con la mia.
Mollai le mani per prenderle la testa e continuare a baciarla.
Lei mi prese per le natiche accompagnando le mie spinte con maggiore vigore, come in un rituale di accoppiamento.
Iniziò a godere, sentivo le sue gambe aperte tendere tutti i muscoli. La sentii inarcare leggermente la schiena.
Non mi trattenni più e le sborrai ancora una volta dentro lasciandomi andare a suoni gutturali.
Le rimasi dentro per alcuni istanti e la baciai.
Mi alzai per andare in bagno. Mi seguì.
Le chiesi se le andassi di farci una doccia insieme, accettò.
Fu piacevole, parlammo del più e del meno giocando un po’ con l’acqua e rilassandoci con il calore dell’acqua.
Avevamo ancora un paio di ore.
Ti va se ti faccio un massaggio ? Ho dell’olio profumato che mi ero portato dietro. Le chiesi.
Accettò di buon grado e dopo essersi asciugata si stese a pancia in sotto sul letto ormai sfatto.
In realtà non sapevo fare un massaggio terapeutico ma fu un modo per donarle carezze e benessere. Prese sonno a causa della sensazione di appagamento e di relax.
Alla fine le carezze si estesero a tutto il corpo, cominciai a lambirle i seni poi scendevo lungo il fianco per soffermarmi sul sedere lambendone lo spacco.
Si svegliò dal torpore emettendo qualche verso di apprezzamento.
Continuai a massaggiarla. Con il dito iniziavo ad insinuarmi leggermente dentro la sua vagina. Ogni volta in modo più profondo.
L’olio ne favoriva l’entrata e lo scorrimento.
Iniziai con due dita mentre lei iniziava a godere. Dopo alcuni minuti le dita diventarono tre ed i massaggi diventarono una masturbazione decisa e profonda.
Non mi era mai successo ma per la terza volta mi tornò duro.
Tolsi la mano e le infilai di nuovo il cazzo dentro. Si era talmente dilatata ed unta che non sentivo quasi attrito.
Continuai a spingere con sempre maggiore vigore ed in profondità.
Sara emetteva degli urletti di piacere.
Continuai a sbatterla sempre più forte, in quelle condizioni, alla terza volta, era necessario per provare piacere.
Mi sdrai totalmente sopra di lei cercando la sua bocca e la baciai di nuovo, con la lingua.
Continuavo a spingere, ancora, ancora e ancora finchè per la terza volta non venimmo in simultanea.
Eravamo stremati, svuotati. Ma ora dovevamo decidere come comportarci in futuro nonostante fosse stato solo sesso..
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Sentieri di perdizione: la sorpresaracconto sucessivo
Le ragazze non devono saperlo
Commenti dei lettori al racconto erotico