La mia Prof d'inglese 7: ritorno del figlio prodigo

di
genere
incesti

Capitolo 7: ritorno del figliol prodigo
Ci incamminammo verso la camera da letto, quella stanza che è stata di mio padre per anni prima che se ne scapasse con una di 20 anni, poi fu dei compagni che mia madre ogni tanto portava a casa con discrezione, cercando che io non lo veda, ma più o meno ogni volta li avevo visti o sentiti scopare in quella camera.
Quella camera che io odiavo, perché altri uomini si prendevano ciò che io bramavo di più di tutto, entravano nel buco dal quale sono uscito anni fa, quel posto mi apparteneva.

Aprì la porta, entrai felice, guardai in giro per la stanza, ora che sto entrando in quella stanza per fare ciò che altri uomini erano entrati per fare, mi sentivo diverso, la stanza mi pareva diversa.
Le finestre erano socchiuse, e le veneziane mezze aperte lasciando passare gli ultimi raggi del sole della giornata, accese la luce entrando, mostrando il letto ben fatto, che non lo sarà per molto.
Mi sedetti dalla parte del letto quella successione degli uomini occuparono, adesso è mio, e sarà mio per tutto il tempo che voglio, la mamma mi si sedette davanti, eravamo nudi, la baciai, ma mi sembrava ancora un pò titubante, la feci stendere sul letto, aprire le gambe ma nel farlo oppose un pò di resistenza: ”figlio mio, sei ancora in tempo per tornare indietro, dimenticheremo tutto, faremo come se nulla fosse successo”
“Neanche per idea madre mia” e le sollevai le gambe, mostrando la sua fregna in tutto suo splendore, anche se continuava a dire che non lo voleva fare, la sua vagina era un lago.
Ci infilai due dita, che entrarono facilmente,


Quindi cominciai a masturbala e a leccarle la figa, che cominciò a gonfiarsi e insieme anche il clito era fuoriuscito ed era turgido come un minuscolo cazzo, lo succhiai come se stessi facendo un pompino a quel cazzetto, lei gemette sempre più rumorosamente: “continua così figlio mio, mi piace, sei stato proprio istruito bene, dai, ahhhhh”
“Allora dovrai ringraziare le mie maestre, non pensi?”
“Come pensi che debba fare? dici che leccare le loro fighe sia un ringraziamento sufficiente?”
smettendo di leccare le risposi: “ehm sì, una cosa a 4 mi piace” tornando a leccarle le labbra della vagina tirando fuori tutta la lingua e facendola scorrere lungo tutta la spaccatura.
“Che gran porco che sei, non sapevo di avere un figlio che porcone che vuole scoparsi tre donne allo stesso momento”
“Si, sono il vostro porco, il vostro torro che vi monta quando volete”
A quelle parole sentii che le sue gambe si irrigidirono, e venne urlando: “Sìììì, sto venendo, godooo, che sensazione piacevole, nessuno mi ha mai fatto venire solo leccandola, lo facevano per farmi bagnare e mi scopavano per qualche minuto, venivano ed era finita lì, e io rimanevo insoddisfatta ”

“D’ora in poi sarà un’altra storia” continuando a masturbarla con due dita, finché non si sottrasse, e quindi mi fece stendere sul letto, e me lo menò qualche colpo, il cazzo era già duro, che divenne ancora di più, quindi si mise seduta sul mio pube, prese mio cazzo, se lo strofinò sulle grandi labbra, fremetti per il calore della sua figa a contatto con la mia capella, quindi puntandosela all’entrata della vagina, “vediamo quanto durerai” si sedette su di me, “ahhh, mi mancava proprio sentirmi piena di un cazzo grosso” e cominciò a cavalcarmi guardandomi negli occhi.

Muoveva il bacino avanti e indietro, facendo strusciare la mia lunga verga sulle labbra vaginali e clito, per poi farlo entrare di nuovo, cominciando una danza sensuale, ebbi la voglia di venirle dentro già dopo 10 minuti, resistetti per altri 5 finché non sentì che mio cazzo stava vibrando dentro la sua vagina, si fermò :“Stai già venendo?”
“Non è facile resistere quando mi cavalchi forsennatamente, poi vedere quelle tue tette che ballano, nutrirei per il resto della vita solo delle tue tette”
Si chinò verso di me, appoggiando le sue tette sulla mia faccia, “Allora fallo”
Cominciando a leccare quei capezzoli duri e svettanti, per poi succhiarglieli prima gentilmente poi usando la forza, quasi mordendoli, lei urlò di dolore: “Brutto bastardo, non sei proprio cambiato per nulla, lo facevi anche quando eri piccolo, si continua a farlo che vengo”
Allora riprese a cavalcarmi, con una mano si masturbava mentre l’altra si appoggiava sulla mia spalla, accarezzandomi la faccia con fare materno, io continuavo a succhiare leccare quelle mammelle che erano mie anni fa, adesso sono tornate mie.
Venne squirtando ancora, bagnandomi le palle, ma continuò a fare su e giù, ma in modo più gentile e stringendo di più le pareti vaginali, venni anche io, la inondai di sperma che colarono lungo la verga ed uscivano dalla sua vagina, poi si sollevò del tutto e la sborra uscì tutto di un colpo, come se stesse squirtando di nuovo.

Quindi si sedette, sul mio pube, lasciando il mio cazzo in mezzo alle sue chiappe, si abbassò per baciarmi, fu un bacio lungo, ci staccammo solo per respirare, poi si levò da me, e si stese in parte, dandomi la schiena, mi misi dietro di lei, il cazzo ormai moscio si appoggiava su una coscia, mi avvicinai sentendo la morbidezza del suo sedere. L’abbracciai da dietro, accarenzzando i suoi seni, e baciandola su una spalla.
“Non godevo così tanto tempo, grazie amore”
“Lo potrai fare ogni volta che vorrai da oggi in poi”
Girandosi di colpo, mi guardò seria: “Davvero vorrai venire a dormire in questa metà del letto d’ora in poi?”
“Sì” dissi deciso
“Ok, allora scopami fino a farmi svenire” e prese in mano la mia verga, maneggiandolo, il cazzo a contatto con le sue mani soffici, si eresse.
“Ci metti poco a diventare duro eh” e mi sorrise ”beata gioventù, adesso capisco perché quelle due vacche ti vogliono così tanto” aggiunse.
“Beh, tutto merito tuo”
“dai, ti sento duro abbastanza, vienimi sopra e scopami”
Lei si stese supina con la pancia di sotto e allargò le chiappe mostrandomi il buco di culo mai violato, e a pochi cm in basso c’era la sua vagina, che era ancora unta della mia precedente sborrata, puntai il cazzo all’entrata, e entrai dentro di lei, appoggiando il pube sul suo culo soffice, quindi cominciai a muovermi, prima lentamente, “dai, più veloce, più veloce, voglio che mi sfondi quella fregna che ho in mezzo alle gambe”
Allora le misi la mano sulla vita e cominciai a scoparla più duramente che potevo, lei gemeva sempre di più “Si, scopami, scopati quella troia di tua madre, ho la figa in fiamma che devi usare la tua sborra per spegnere incendio che c’è lì dentro”
Spinsi sempre più forsennatamente, facevo uscire la verga rimandendo dentro solo la capella, poi spinsi dentro del tutto in un sol colpo, sentivo che le pareti si allargavano alla mia pressione, lei rimaneva ferma e continuava a godere del mio cazzo.

Ad un certo punto, uscii del tutto da lei, senza accorgermene, spinsi in avanti il bacino, e centrai la sua entrata posteriore entrando per metà, “Ahh, hai sbagliato bucohhhh”
Mi ritrassi velocemente, il buco del culo era rimasta aperta, c’era una leggera traccia di sangue, mi stesi su di lei, appoggiando il cazzo, stavolta attentamente, all’entrata della vagina.
“Scusami mamma, non volevo” baciandole la schiena come per farmi perdonare.
Si girò, e mi guardò con gli occhi lacrimosi per il dolore: “Fa nulla amore, solo che non ero preparata, e se tutto va bene è anche sporco” disse mentre inarcava la schiena, infilò la mano sotto la pancia, preso il cazzo e se lo infilò nella vagina, “Spingi, col piacere nella figa il dolore dovrà passare presto.”
Allora mi alzai dalla sua schiena, mi misi in ginocchio, lei alzando il culo non se lo fa sfilare, quindi comincia a muoversi lei, avanti e indietro con quel culo soffice, sbatteva forte sul mio pube, procurando un piacere indescrivibile, dopo circa 10 minuti, lei si stancò, allora la misi alla pecorina, e cominciai a muovere il bacino, muovendomi e sbattendo le mia palle sulla sua vagina.
“Sì, continua così, mi piace tanto essere presa così”
“Si mammina troiona, ti scopo tutta, in lungo e in largo” le raccolsi i capelli, e li tirai, lei inarcando la schiena si avvicinò a me, allora le presi i capezzoli in mano strizzandoli, impastando le tette.
Lei venne di nuovo urlando, ma non ero ancora venuto, e volevo venirle sulle tette, quelle palle di carne formidabili.
La feci girare e mettersi seduta sul bordo del letto, io scesi da lì, presi il cazzo e glielo misi in mezzo alle tette, lei capendo la mia intenzione, le premette contro, inglobando il mio cazzo interamente tra quei due massi soffici di carne, e cominciò a farmi una spagnola muovendoli, quando la cappella usciva dall’altro lato del seni, tirava fuori la lingua e la leccava. Quel trattamento mi fece eccitare talmente tanto che le venni, lei mollando la presa liberò il mio pene, lo presi in mano, segandolo furiosamente, i primi schizzi le finirono sulle tette.

Quindi puntai il cazzo verso la sua faccia, e il resto finirono sulla sua bella faccina da troia. Mi sedetti in parte a lei, e cademmo entrambi all’indietro, io avevo viso beato, mentre lei mi guardava con la testa girata verso di me e sorrideva.
“Finalmente un uomo che riesce a soddisfarmi in tutto per tutto e che riesce a farmi provare tutto il piacere del mondo”
“No, ne manca uno, quello anale” quindi mi alzai e la presi in braccio, portandola in bagno, la appoggia sulla tazza, aprii acqua nella vasca, quando si fu riempita del tutto, allora la presi e la misi nell’acqua, quindi entrai anche io.

Se avete commenti, opinioni o fantasie simili ai racconti che scrivo, e volete raccontarmelo potete scrivermi al seguente indirizzo email:
profemily95@gmail.com

scritto il
2018-09-11
7 . 1 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.