La gran serata (parte I)
di
Marta G.
genere
dominazione
“Marta tu stasera sarai il nostro sborratoio” disse il mio master
“Sì padrone” risposi pronta come mi aveva insegnato
Non sapevo in realtà cosa intendesse ancora, ma presto l’avrei compreso.
La festa si svolgeva in una villa lussuosissima appena fuori città e gli invitati erano tutti uomini alto locati con le loro mogli o anche con escort, ma erano comunque tutte persone con il vizio dello scambio del partner e con diverse fantasie e perversioni
Il padrone per quella sera non mi aveva fatto indossare nessuno completo in pelle o in latex, aveva detto di volermi nuda come un verme e in quel modo io mi presentai nella stanza del ricevimento. Ancora non era arrivato nessuno degli ospiti chiaramente, così lui ebbe modo di spiegarmi quello che sarebbe stato il mio ruolo per quella serata.
“Tu starai incatenata su questo tavolo, Marta; tranquilla ora ci mettiamo anche un materasso. Le gambe invece te le leghiamo a quei paletti ai lati di modo che avrai le cosce completamente divaricate. Durante la festa ci sarà un’orgia continua e tu sarai il nostro sborratoio. Mi spiego meglio, gli ospiti faranno sesso tra loro come meglio credono, uomini con donne, uomini con uomini, pompini, chiavate, inculate, come unica regola hanno questa: una volta che sentono l’irrefrenabile stimolo di sborrare dovranno venire da te ed infilarti il cazzo nella fighetta. Ma solamente quando non ce la faranno più a tenerla dentro, capito?” mi spiegò il master.
“Sì padrone, ho capito, grazie” risposi
“Brava, tu sarai l’unica a non godere, così come sarai l’unica a far godere tutti gli uomini della festa” aggiunse
Il compito che mi era stato assegnato mi lasciò tra lo spaventato e l’eccitato, tuttavia mi ero imposta che se volevo giocare a fare la schiava avrei dovuto accettare tutte le regole che mi venivano dettate.
Quindi gli inservienti del mio master sistemarono il mio materasso e mi legarono a quel letto di fortuna, disposero le mie gambe in modo da lasciare completamente esposta la mia fighetta completamente depilata. Il padrone con le dita mi applicò una dose abbondante di lubrificante, poi venni lasciata sola.
Dopo aver aspettato per un’oretta senza che si vedesse nessuno addirittura mi addormentai; probabilmente gli avventori della festa stavano banchettando nelle altre stanze della villa e sarebbero venuti nella sala dove mi trovavo solo se la serata avesse preso una piega decisamente più spinta.
Fui svegliata dalla grossa porta del salone che veniva aperta dai camerieri. Si riversò nella stanza un quantitativo incredibile di persone, tanto che io dalla mia posizione al centro, non riuscivo nemmeno a contare quanti individui ci fossero. Numerosi avventori della festa erano già nudi, altri con l’intimo e basta indosso, tutti parevano parecchio eccitati e poco sobri.
Ancora intorpidita dal pisolino che mi ero fatta cercai di guardarmi intorno per capire cosa stessero facendo gli ospiti. Il mio padrone conversava amabilmente con alcune signore ancora vestito di tutto punto e ogni tanto mi guardava.
Molti si stavano già dando da fare e dalle urla e dai gemiti che sentivo capii che presto qualcuno avrebbe avuto bisogno di me. Alcune coppie scopavano nelle più svariate posizioni nei lussuosi divani della sala, altri ancora erano al sesso orale, molti uomini si masturbavano guardano le scene di sesso. Tutte quei gemiti, quegli odori e quelle scene di sesso mi stavano facendo eccitare non poco.
All’improvviso, mentre stavo guardando da un’altra parte ecco che arrivò il mio primo “cliente”.
Era un ragazzo sulla trentina, sembra veramente carino, si intuiva nonostante la mascherina coprisse la metà della sua faccia. Il cazzo era già scosso dai tremiti che precedono la sborrata, era sui 20 cm e la cappella era violacea e umida. Lo infilò mentre la donna che lo aveva ridotto in quello stato di eccitazione gli teneva una mano a coppa sui testicoli. Un unico affondo violento che mi fecce sussultare e il cazzo arrivò fino alla bocca del mio utero. Iniziò a sborrare tenendolo premuto fino in fondo.
“Eccola troia, eccola!” diceva mentre stava godendo dentro di me.
Lo sentivo riempirmi, i primi schizzi riuscii anche a distinguerli da quanto furono forti.
“Questi ragazzi, basta un piccolo pompino per farli sentire degli eroi” disse ammiccandomi la donna che era con lui. Accennai un lieve sorriso, non potevo dare troppe confidenze agli ospiti come mi aveva detto il master.
Mi lasciarono con la figa aperta, non colò fuori molto sperma perché me lo aveva fatto ben in fondo.
Arrivarono davanti a me un uomo sui 50 anni e una bella ragazza molto più giovane. Se la stava chiavando a pecorina e probabilmente erano venuti vicino a me perché lui era quasi arrivato.
“Ti piace la mia figa stretta” gli diceva lei con un marcato accento dell’est. Lui grugniva e dava colpi sempre più secchi. Io intanto mi chiedevo se la mia fighetta sarebbe stata stretta e godibile come quella della ragazza che avevo di fronte.
L’uomo tiro fuori il cazzo dalla sua partner e si avvicinò a me, era bello luccicante degli umori di lei, la cappella completamente scoperta era grossa come un fungo, l’asta era piuttosto corta. Lo appoggiò sulle labbra del mio orifizio trafficando un po’ per farlo entrare, non aveva un’erezione durissima infatti. L’incertezza inziale lo fece sborrare quando aveva inserito solamente la grossa punta del cazzo, poi continuò l’affondo mentre riversava in me tutto il suo seme.
“Dai maiale godi, riempila, mettila incinta” lo spronava la ragazza
“Siiiììì, tieni gran troia, tutto per te, tutto per te!” ansimava mentre dava gli ultimi colpi con il cazzo che già iniziava ad afflosciarsi
Era vero che non dovevo godere, ma quei pochi colpi che mi davano ogni volta che venivano in me mi avvicinavano sempre di più all’orgasmo, lasciandomi lì sospesa, poi chiaramente loro finivano e io non ce la facevo a raggiungere il culmine.
Il Maestro sembrava leggere dal mio volte quello che provavo, infatti mi guardava con un sorriso beffardo mentre intratteneva gli ospiti.
Arrivarono di corsa una donna che stava letteralmente tirando per l’uccello un ragazzo di colore. La signora avrà avuto 55 anni all’incirca, si vedeva dalla sua pelle che iniziava a cadere sulle braccia e dai seni un po’ penduli. Il Ragazzo aveva un cazzo enorme e di sicuro era il suo toy boy.
“Ti ordino di riempire questa signorina, lo esigo e non farmi fare brutta figura” gli diceva scherzosa
“Ancora non sono pronto” le rispose lui ridendo “datti da fare! Conosci le regole, lo posso mettere dentro solo quando sono al culmine”
Lei gli sputò sul cazzo un bel quantitativo di saliva e prese a segarlo furiosamente a due mani, prima tirando su e giù la pelle sopra cappella, poi quando senti che la sega stava sortendo l’effetto da lei voluto iniziò a masturbare direttamente la cappella scoperta non mancando di lubrificarla ad ogni passata con un nuovo fiotto di saliva.
“Oddio sborro” avvertì lui dopo cinque minuti di quella meravigliosa sega.
Lei non perse tempo e lo aiutò a penetrarmi proprio mentre iniziava la sborrata, inutile dire che mi riempi per la soddisfazione di entrambi.
Anche a me piacque, non capitava tutti i giorni un cazzo di quelle dimensioni.
Chissà quanti ancora dovrò accoglierne, rimuginavo tra me e me.
Fine prima parte…continua
“Sì padrone” risposi pronta come mi aveva insegnato
Non sapevo in realtà cosa intendesse ancora, ma presto l’avrei compreso.
La festa si svolgeva in una villa lussuosissima appena fuori città e gli invitati erano tutti uomini alto locati con le loro mogli o anche con escort, ma erano comunque tutte persone con il vizio dello scambio del partner e con diverse fantasie e perversioni
Il padrone per quella sera non mi aveva fatto indossare nessuno completo in pelle o in latex, aveva detto di volermi nuda come un verme e in quel modo io mi presentai nella stanza del ricevimento. Ancora non era arrivato nessuno degli ospiti chiaramente, così lui ebbe modo di spiegarmi quello che sarebbe stato il mio ruolo per quella serata.
“Tu starai incatenata su questo tavolo, Marta; tranquilla ora ci mettiamo anche un materasso. Le gambe invece te le leghiamo a quei paletti ai lati di modo che avrai le cosce completamente divaricate. Durante la festa ci sarà un’orgia continua e tu sarai il nostro sborratoio. Mi spiego meglio, gli ospiti faranno sesso tra loro come meglio credono, uomini con donne, uomini con uomini, pompini, chiavate, inculate, come unica regola hanno questa: una volta che sentono l’irrefrenabile stimolo di sborrare dovranno venire da te ed infilarti il cazzo nella fighetta. Ma solamente quando non ce la faranno più a tenerla dentro, capito?” mi spiegò il master.
“Sì padrone, ho capito, grazie” risposi
“Brava, tu sarai l’unica a non godere, così come sarai l’unica a far godere tutti gli uomini della festa” aggiunse
Il compito che mi era stato assegnato mi lasciò tra lo spaventato e l’eccitato, tuttavia mi ero imposta che se volevo giocare a fare la schiava avrei dovuto accettare tutte le regole che mi venivano dettate.
Quindi gli inservienti del mio master sistemarono il mio materasso e mi legarono a quel letto di fortuna, disposero le mie gambe in modo da lasciare completamente esposta la mia fighetta completamente depilata. Il padrone con le dita mi applicò una dose abbondante di lubrificante, poi venni lasciata sola.
Dopo aver aspettato per un’oretta senza che si vedesse nessuno addirittura mi addormentai; probabilmente gli avventori della festa stavano banchettando nelle altre stanze della villa e sarebbero venuti nella sala dove mi trovavo solo se la serata avesse preso una piega decisamente più spinta.
Fui svegliata dalla grossa porta del salone che veniva aperta dai camerieri. Si riversò nella stanza un quantitativo incredibile di persone, tanto che io dalla mia posizione al centro, non riuscivo nemmeno a contare quanti individui ci fossero. Numerosi avventori della festa erano già nudi, altri con l’intimo e basta indosso, tutti parevano parecchio eccitati e poco sobri.
Ancora intorpidita dal pisolino che mi ero fatta cercai di guardarmi intorno per capire cosa stessero facendo gli ospiti. Il mio padrone conversava amabilmente con alcune signore ancora vestito di tutto punto e ogni tanto mi guardava.
Molti si stavano già dando da fare e dalle urla e dai gemiti che sentivo capii che presto qualcuno avrebbe avuto bisogno di me. Alcune coppie scopavano nelle più svariate posizioni nei lussuosi divani della sala, altri ancora erano al sesso orale, molti uomini si masturbavano guardano le scene di sesso. Tutte quei gemiti, quegli odori e quelle scene di sesso mi stavano facendo eccitare non poco.
All’improvviso, mentre stavo guardando da un’altra parte ecco che arrivò il mio primo “cliente”.
Era un ragazzo sulla trentina, sembra veramente carino, si intuiva nonostante la mascherina coprisse la metà della sua faccia. Il cazzo era già scosso dai tremiti che precedono la sborrata, era sui 20 cm e la cappella era violacea e umida. Lo infilò mentre la donna che lo aveva ridotto in quello stato di eccitazione gli teneva una mano a coppa sui testicoli. Un unico affondo violento che mi fecce sussultare e il cazzo arrivò fino alla bocca del mio utero. Iniziò a sborrare tenendolo premuto fino in fondo.
“Eccola troia, eccola!” diceva mentre stava godendo dentro di me.
Lo sentivo riempirmi, i primi schizzi riuscii anche a distinguerli da quanto furono forti.
“Questi ragazzi, basta un piccolo pompino per farli sentire degli eroi” disse ammiccandomi la donna che era con lui. Accennai un lieve sorriso, non potevo dare troppe confidenze agli ospiti come mi aveva detto il master.
Mi lasciarono con la figa aperta, non colò fuori molto sperma perché me lo aveva fatto ben in fondo.
Arrivarono davanti a me un uomo sui 50 anni e una bella ragazza molto più giovane. Se la stava chiavando a pecorina e probabilmente erano venuti vicino a me perché lui era quasi arrivato.
“Ti piace la mia figa stretta” gli diceva lei con un marcato accento dell’est. Lui grugniva e dava colpi sempre più secchi. Io intanto mi chiedevo se la mia fighetta sarebbe stata stretta e godibile come quella della ragazza che avevo di fronte.
L’uomo tiro fuori il cazzo dalla sua partner e si avvicinò a me, era bello luccicante degli umori di lei, la cappella completamente scoperta era grossa come un fungo, l’asta era piuttosto corta. Lo appoggiò sulle labbra del mio orifizio trafficando un po’ per farlo entrare, non aveva un’erezione durissima infatti. L’incertezza inziale lo fece sborrare quando aveva inserito solamente la grossa punta del cazzo, poi continuò l’affondo mentre riversava in me tutto il suo seme.
“Dai maiale godi, riempila, mettila incinta” lo spronava la ragazza
“Siiiììì, tieni gran troia, tutto per te, tutto per te!” ansimava mentre dava gli ultimi colpi con il cazzo che già iniziava ad afflosciarsi
Era vero che non dovevo godere, ma quei pochi colpi che mi davano ogni volta che venivano in me mi avvicinavano sempre di più all’orgasmo, lasciandomi lì sospesa, poi chiaramente loro finivano e io non ce la facevo a raggiungere il culmine.
Il Maestro sembrava leggere dal mio volte quello che provavo, infatti mi guardava con un sorriso beffardo mentre intratteneva gli ospiti.
Arrivarono di corsa una donna che stava letteralmente tirando per l’uccello un ragazzo di colore. La signora avrà avuto 55 anni all’incirca, si vedeva dalla sua pelle che iniziava a cadere sulle braccia e dai seni un po’ penduli. Il Ragazzo aveva un cazzo enorme e di sicuro era il suo toy boy.
“Ti ordino di riempire questa signorina, lo esigo e non farmi fare brutta figura” gli diceva scherzosa
“Ancora non sono pronto” le rispose lui ridendo “datti da fare! Conosci le regole, lo posso mettere dentro solo quando sono al culmine”
Lei gli sputò sul cazzo un bel quantitativo di saliva e prese a segarlo furiosamente a due mani, prima tirando su e giù la pelle sopra cappella, poi quando senti che la sega stava sortendo l’effetto da lei voluto iniziò a masturbare direttamente la cappella scoperta non mancando di lubrificarla ad ogni passata con un nuovo fiotto di saliva.
“Oddio sborro” avvertì lui dopo cinque minuti di quella meravigliosa sega.
Lei non perse tempo e lo aiutò a penetrarmi proprio mentre iniziava la sborrata, inutile dire che mi riempi per la soddisfazione di entrambi.
Anche a me piacque, non capitava tutti i giorni un cazzo di quelle dimensioni.
Chissà quanti ancora dovrò accoglierne, rimuginavo tra me e me.
Fine prima parte…continua
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