Diventare puttana da strada (parte I)

di
genere
prime esperienze

Passando in zona stadio una sera sul tardi ero stata folgorata da una nuova inarrestabile perversione, provare a fare la prostituta. Tutte quelle ragazze in fila e in attesa di sconosciuti, che fino a qualche tempo prima avevano suscitato in me sentimenti di pena, adesso mi suscitavano invidia.
Decisi di rischiare, volevo provare questa nuova esperienza.
Così mi trovai un abbigliamento adeguato, vestitino corto aderente, tacchi alti, lingerie sexy e trucco piuttosto pesante, senza scadere nel volgare.
La prima sera arrivata in zona mi dovetti subito scontrare con il pappa del posto, che però si tranquillizzò e mi guardò come una matta quando gli dissi che gli avrei regalato tutti gli incassi delle mie serate.
Feci subito scalpore tra i frequentatori del posto, di fatto ero l’unica ragazza non di colore e questo per me fu un notevole vantaggio, mi diversificavo dalle altre.
Il primo a fermarsi fu un uomo sulla cinquantina, brizzolato, pancia prominente, piuttosto brutto. Ma la cosa invece di disgustarmi mi eccitò, io ero lì solo per il cazzo.
Montai in macchina e mi portò su una stradina di campagna buia ed isolata a pochi km dal marciapiede da cui mi aveva presa. Mentre andavamo gli misi una mano sul pacco, era già eccitato, molto eccitato.
“Hai voglia tesoro?” gli chiesi
“Molta” rispose, capii che non era un grande oratore.
Quando si fermò, non perse tempo ed inizio a palparmi la figa da sopra il perizoma, con suo grande stupore mi trovò già bagnata e questo lo arrapò ancora di più. Molto probabilmente non era abituato a trovare le puttane in calore come lo ero io.
“Fammi vedere il cazzo” gli dissi e inizia a sbottonargli i jeans, sotto lo slip era gonfio.
Gli leccai gli slip e lui iniziò ad ansimare. Mi scostò la testa e fini di spogliarsi.
“Allora tesoro cosa vuoi fare?” gli dissi.
“Fammi chiavare” rispose eccitatissimo.
Capii che non sarebbe durato tanto, era davvero molto arrapato.
Così mi sfilai le mutandine e tirai fuori dalla borsette il profilattico.
Il cazzo era tozzo, corto, ma con una cappella a fungo bella grossa interamente coperta dal prepuzio.
Lo scappellai per infilare il preservativo, questo lo fece trasalire. Mentre infilavo il preservativo lo sentivo gemere, sentivo che già faticava a trattenersi.
Lo feci sdraiare e mi misi sopra facendomi scorrere quel cappellone dentro la figa. Entrò facilmente.
Lui era immobile, ormai avevo capito che cercava di prolungare almeno un po’ il suo piacere, ma era in difficoltà.
Io invece avevo un unico obiettivo farlo sborrare. Così iniziai a muovere il bacino circolarmente e mentre lo facevo senti il suo cazzo durissimo dentro di me. Dopo un minuto che mi dimenavo così mi blocco per i fianchi, non ce la faceva più a trattenersi e quindi tentò di fermarmi. La sua presa era salda, davvero non riuscivo più a muovermi. Ma sapevo che sarebbe bastato davvero poco per farlo venire, così cominciai a contrare i muscoli interni della vagina intorno al suo cazzo, strizzandolo più che potevo.
Perse subito il controllo, prese a spingere il cazzo contro la cervice con forza incredibile, cosa che fin a quel momento non aveva fatto. Lo sentivo spingere e godere come un porco.
Il suo orgasmo fu davvero intenso e come sentii che iniziava ad afflosciarsi dentro di me lo feci uscire.
Tolsi il condom e finii di ripulirlo con una salviettina. Poi guardai il contenuto del profilattico, aveva riempito il serbatoi di una bella sborrata bianca e calda. Per un attimo ebbi la tentazione di berla, ma poi feci come fanno tutte le puttane del mondo, tirai il condom fuori dal finestrino e mi feci riaccompagnare al marciapiede dove restai in attesa di nuovi clienti….(continua)
scritto il
2019-08-29
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