L'innocenza non esiste
di
scopertaeros69
genere
bondage
Serata piacevole di chiacchere inutili e inconsistenti tra lei e me , non soli i comuni amici hanno fatto da anfitrioni, l'uno per l'altra.
Lei è stupenda la classica donna che è entrata negli "anta" con la signorilità di una regina e anche con l'aspetto fisico che ti costringe ad una seconda e terza occhiata, per verificare la mendacità del tempo.
La prima cosa che facciamo fin dalla nascita è desiderare, desideriamo quello che vogliamo, e poi lo vogliamo e basta, così è stato per lei, ma a differenza di altre volte non ho desiderato la donna e basta... ho desiderato la slave che aveva dentro di sè che sarebbe potuta essere...
Tempus fugit, nessun progetto a lungo termine, solo una fantasia ad occhi aperti mentre mi godo una vacanza attesa da oltre due anni.
Ne parlo con un amica, e lei ironica mi risponde..."mmmh traviare un innocente...non si fa!", è in quel momento che ascolto la mia voce parlare e formulare una risposta,è come se la ascoltassi dall'esterno del mio corpo, sono io eppure un po' mi meraviglio.
"L'innocenza non esiste, l'innocenza è qualcosa che crediamo di avere, un alibi per la paura di provare qualcosa con cui siamo stati educati a spaventarci, l'innocenza spesso è un abito scomodo di cui non vediamo l'ora di spogliarci, esattamente come i vestiti che lasciamo cadere a terra, scompostamente sul pavimento, prima di fare l'amore, prima di consumare del sesso voluto e agognato, prima di fare BDSM".
Si sono stato io a dire questa cosa e ieri sera ti ho rivista ancora, bella, sorridente, desiderabile, la mia voglia di te è percepibile, ma sono discreto e il mio tocco non è andato oltre che aggiustarti quello scialle sulle spalle nude e abbronzate,mentre il vento di scirocco rinfresca leggermente l'aria.
I polpastrelli che sfiorano leggermente la pelle al di sopra della spalla scivolando quasi per caso sul collo e una scapola.
Il tuo fremito, che non è sfuggito ad entrambi, il tuo sguardo che mi interroga con la bocca leggermente aperta, una piccola "o" schiacciata circondata dalle tue labbra carnose e belle anche senza un filo di trucco.
La sera trascorre e arriva il momento dei saluti, ti vuoi ritirare, senti addosso la stanchezza dici, il saluto solito fatto di un casto abbraccio e di anche più casti baci sulle guance, io che riaccompagno a casa i miei amici e poi mi dirigo a mia volta verso il letto a casa, le mani che vanno nelle tasche a sincerarsi della presenza delle chiavi, e le trovano, insieme ad un piccolo pezzo di cartoncino.
Il numero lei di telefono scritto a penna dietro di esso, soppeso battendolo contro il palmo dell'altra mano valutando se chiamarla ora.
E' tardi opto per un sms e poi riprendo il mio cammino verso casa, non mi aspetto una risposta, non spero più da tempo, ma il telefono vibra, ed è una risposta fatta di una frase sola:"se hai voglia raggiungimi".
Penso...penso...e quando smetto di pensare sono dinanzi alla sua porta, indugio sul suonare, ma la porta si apre prima che mi risolva su qualsiasi dilemma.
Mi aspettava, e mi ha visto arrivare da lontano dal balconcino immerso in questo buio di questa via stretta, la porta si richiude, questa volta sono io a rompere ogni esitazione e a spingerla spalle al muro mentre incollo la mia bocca alla sua. Si schiude, si schiude esattamente con un fiore alla luce , il suo sapore è dolce, la sua pelle profumata e calda di sole.
Le sue mani indugiano un attimo prima di cingermi il collo, prima di sentire i suoi palmi attorno alla mia nuca, le mie si impadroniscono dei seni, la cui scollatura generosa, mi ha lasciato intuire e desiderare sopratutto.
I primi baci sono fame, e sete, bisogni primari da soddisfare prima di passare ad altro, prima di avere la tua mano che circonda la mia e fa strada su per le scale accompagnandoci alla camera da letto.
Il suo culo è perfetto, lo accarezzo e poi semplicemente lo schiaffeggio, sobbalza, non si lamenta, non mi chiede perchè, non dice nulla , non smette neppure di salire le scale, solo rallenta, quasi a volersi esporre di più.
calo la mano altre due volte e l'ultima afferro quella carne ancora soda, la prenderei ora, lì sulle scale, se non fossimo arrivati in cima ad esse, e la camera si apre fiocamente illuminata dalla abatjour.
A quel punto si gira di nuovo e ancora incontra il mio sguardo, un altro bacio, ma questa volta più rilassato, calmo, gustato, assaporato, le sue mani contro il mio petto ora scendono verso il basso e afferrano la cintura che regge i miei pantaloni.
La slaccia, mi aspetto che ora le sue mani curate si impadroniscano della cerniera, semplicemente invece sfilano la cintura dai passanti e me la porgono.
Altrettanto, semplicemente le dico di spogliarsi del tutto e poi piegarsi contro il letto, esegue docilmente.
Accarezzo la sua guancia scivolando lungo la schiena sino alla colonna vertebrale, la percorro tediosamente lento sino al solco del culo, la mia mano si insinua a saggiare la sua umidità, che porto alla mia bocca, avremo tempo per assaggiarci con più calma...dopo.
La cintura pende dalla mia mano, sfiorando le gambe ripetutamente, quel tremito che hanno, quando le incontra, non mi sfugge.
Sollevo il braccio, la cintura fende l'aria, e volta dopo volta, lascia cadere a brandelli ogni suo residuo scampolo di innocenza.
Lei è stupenda la classica donna che è entrata negli "anta" con la signorilità di una regina e anche con l'aspetto fisico che ti costringe ad una seconda e terza occhiata, per verificare la mendacità del tempo.
La prima cosa che facciamo fin dalla nascita è desiderare, desideriamo quello che vogliamo, e poi lo vogliamo e basta, così è stato per lei, ma a differenza di altre volte non ho desiderato la donna e basta... ho desiderato la slave che aveva dentro di sè che sarebbe potuta essere...
Tempus fugit, nessun progetto a lungo termine, solo una fantasia ad occhi aperti mentre mi godo una vacanza attesa da oltre due anni.
Ne parlo con un amica, e lei ironica mi risponde..."mmmh traviare un innocente...non si fa!", è in quel momento che ascolto la mia voce parlare e formulare una risposta,è come se la ascoltassi dall'esterno del mio corpo, sono io eppure un po' mi meraviglio.
"L'innocenza non esiste, l'innocenza è qualcosa che crediamo di avere, un alibi per la paura di provare qualcosa con cui siamo stati educati a spaventarci, l'innocenza spesso è un abito scomodo di cui non vediamo l'ora di spogliarci, esattamente come i vestiti che lasciamo cadere a terra, scompostamente sul pavimento, prima di fare l'amore, prima di consumare del sesso voluto e agognato, prima di fare BDSM".
Si sono stato io a dire questa cosa e ieri sera ti ho rivista ancora, bella, sorridente, desiderabile, la mia voglia di te è percepibile, ma sono discreto e il mio tocco non è andato oltre che aggiustarti quello scialle sulle spalle nude e abbronzate,mentre il vento di scirocco rinfresca leggermente l'aria.
I polpastrelli che sfiorano leggermente la pelle al di sopra della spalla scivolando quasi per caso sul collo e una scapola.
Il tuo fremito, che non è sfuggito ad entrambi, il tuo sguardo che mi interroga con la bocca leggermente aperta, una piccola "o" schiacciata circondata dalle tue labbra carnose e belle anche senza un filo di trucco.
La sera trascorre e arriva il momento dei saluti, ti vuoi ritirare, senti addosso la stanchezza dici, il saluto solito fatto di un casto abbraccio e di anche più casti baci sulle guance, io che riaccompagno a casa i miei amici e poi mi dirigo a mia volta verso il letto a casa, le mani che vanno nelle tasche a sincerarsi della presenza delle chiavi, e le trovano, insieme ad un piccolo pezzo di cartoncino.
Il numero lei di telefono scritto a penna dietro di esso, soppeso battendolo contro il palmo dell'altra mano valutando se chiamarla ora.
E' tardi opto per un sms e poi riprendo il mio cammino verso casa, non mi aspetto una risposta, non spero più da tempo, ma il telefono vibra, ed è una risposta fatta di una frase sola:"se hai voglia raggiungimi".
Penso...penso...e quando smetto di pensare sono dinanzi alla sua porta, indugio sul suonare, ma la porta si apre prima che mi risolva su qualsiasi dilemma.
Mi aspettava, e mi ha visto arrivare da lontano dal balconcino immerso in questo buio di questa via stretta, la porta si richiude, questa volta sono io a rompere ogni esitazione e a spingerla spalle al muro mentre incollo la mia bocca alla sua. Si schiude, si schiude esattamente con un fiore alla luce , il suo sapore è dolce, la sua pelle profumata e calda di sole.
Le sue mani indugiano un attimo prima di cingermi il collo, prima di sentire i suoi palmi attorno alla mia nuca, le mie si impadroniscono dei seni, la cui scollatura generosa, mi ha lasciato intuire e desiderare sopratutto.
I primi baci sono fame, e sete, bisogni primari da soddisfare prima di passare ad altro, prima di avere la tua mano che circonda la mia e fa strada su per le scale accompagnandoci alla camera da letto.
Il suo culo è perfetto, lo accarezzo e poi semplicemente lo schiaffeggio, sobbalza, non si lamenta, non mi chiede perchè, non dice nulla , non smette neppure di salire le scale, solo rallenta, quasi a volersi esporre di più.
calo la mano altre due volte e l'ultima afferro quella carne ancora soda, la prenderei ora, lì sulle scale, se non fossimo arrivati in cima ad esse, e la camera si apre fiocamente illuminata dalla abatjour.
A quel punto si gira di nuovo e ancora incontra il mio sguardo, un altro bacio, ma questa volta più rilassato, calmo, gustato, assaporato, le sue mani contro il mio petto ora scendono verso il basso e afferrano la cintura che regge i miei pantaloni.
La slaccia, mi aspetto che ora le sue mani curate si impadroniscano della cerniera, semplicemente invece sfilano la cintura dai passanti e me la porgono.
Altrettanto, semplicemente le dico di spogliarsi del tutto e poi piegarsi contro il letto, esegue docilmente.
Accarezzo la sua guancia scivolando lungo la schiena sino alla colonna vertebrale, la percorro tediosamente lento sino al solco del culo, la mia mano si insinua a saggiare la sua umidità, che porto alla mia bocca, avremo tempo per assaggiarci con più calma...dopo.
La cintura pende dalla mia mano, sfiorando le gambe ripetutamente, quel tremito che hanno, quando le incontra, non mi sfugge.
Sollevo il braccio, la cintura fende l'aria, e volta dopo volta, lascia cadere a brandelli ogni suo residuo scampolo di innocenza.
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