IL Morso del Cobra

di
genere
etero

Nessuna donna riusciva a resistergli, il suo fascino, il suo mistero lo rendevano invincibile, era il più gran puttaniere della città, i suoi flirt circa 150 all’anno con donne sposate, fidanzate,single ogni genere di femmina era a rischio con lui nei paraggi. Gli uomini del paese lo sapevano per questo non si sentivano mai al sicuro quando c’era lui nei dintorni,appena fiutava la preda gli si avventava addosso senza farsi tanti scrupoli, era soprannominato “il cobra” il suo morso era fatale.

L’elenco delle sue vittime era infinito: la moglie del falegname, del panettiere, del portalettere, per non parlare dell’ultima conquista che creò grande scandalo in paese la moglie del maresciallo della locale caserma, il quale fu costretto a lasciare il paese in fretta e furia dopo che il cobra aveva messo incinta la moglie e la figlia, gli aveva promesso vendetta, ma il cobra non temeva nulla, era ben protetto.

Ora in città c’è solo una vittima che gli sfugge, che non si fa cacciare, che non è disposta a essere preda, sfugge non si fa prendere dal suo morso letale e questo la rende più affascinante, Dafne, è la giovane figlia del sindaco vent’anni appena compiuti, occhi azzurri come il mare egeo, bionda come il grano, un viso da angelo, e quell’angelo lo turbava non lo fa dormire la notte è il suo demone.
Dafne era l’unica figlia del sindaco dopo la scomparsa prematura della madre l’unica donna della famiglia era tutta casa e chiesa e ben protetta dai suoi familiari anche per un uomo come il cobra era difficile da avvicinare, per questo iniziò a studiarla.
Passò settimane intere a studiare le sue abitudini, le sue frequentazioni i suoi spostamenti era uno stalker a tutti gli effetti, elaborò un piano d’azione ben preciso finche non decise che era ora di passare all’attacco.


La domenica Dafne è solita andare alla messa con suo padre, suo fratello e la governante, è una ragazza molto devota e prima della messa si reca sempre a confessarsi dal sacerdote,chiede il permesso al padre e si reca al confessionale, entra e si inginocchia dall’altra parte della grata il sacerdote le chiede “Dimmi figliola cosa ti turba?” “Padre ho molto peccato” “Dimmi tutto” “Vede ho commesso pensieri impuri per un uomo” “Solo pensieri o altro” “Solo pensieri è così affascinante incomprensibile ovunque vada lo trovo li ad aspettarmi sono attratta da lui le confesso che la notte mi capita di commettere atti impuri pensando a lui” “Dafne ciò che dici è molto grave da una ragazza così devota come te non me lo aspettavo” “Lo so padre ma non riesco a non pensarci” “Va bene figliola penso che come penitenza non basti la solita preghiera, vieni domani pomeriggio qui in chiesa reciterai con me gli esercizi spirituali che ti purificheranno dal male” “Va bene padre” . Dafne con animo sereno prese parte alla messa aspettando l’indomani per purificarsi.

Il pomeriggio seguente si presentò in chiesa accompagnata dalla governate, vide in lontananza il sacerdote che le fece cenno di entrare “Vai pure a casa Agata passa a prendermi tra circa un ora” “Va bene Dafne” la governante si accomiatò. Dafne raggiunse il prete che stava in ginocchio con le mani giunte e la testa appoggiata su di esse che pregava, gli si inginocchia vicino sorride e serena, il prete si gira verso di lei non è don Aldo, rimane senza parole quel’uomo e proprio colui che da giorni turba i suoi pensieri quell’uomo è il cobra. Svenne letteralmente ai suoi piedi in preda al delirio.
Quando riprende i sensi è supina imbavagliata,legata mani e piedi su uno scomodo giaciglio, il soffitto e pieno di affreschi è il soffitto della chiesa, vede la il viso del cobra sopra di lei “Se ti tolgo il bavaglio prometti di non urlare non ci può sentire nessuno don Aldo è fuori città nei paraggi non c’è nessuno” Dafne fece di si con la testa “perché mi hai legata cosa mi vuoi fare?” “Tranquilla non voglio farti del male, tu sei piuttosto sfuggente e io sono stato costretto a legarti” disse con voce calma,”Ho freddo dove sono i miei vestiti perché ho solo indosso reggiseno e slip” “Fra poco ci scalderemo stai tranquilla voglio solo il tuo bene” “Non farmi del male sono ancora vergine” disse singhiozzando Dafne “Ti farò solo del bene” rispose con voce calda il cobra che nel frattempo si era spogliato nudo e metteva in mostra il suo fisico possente e tonico di uomo sulla trentina.

Gli accarezza i fluenti capelli, la nuca inizia baciargli il collo Dafne è in preda ad un caldo torpore non riesce a reagire, l’uomo dei suoi sogni è li davanti a lei e sta per esaudire i suoi più peccaminosi desideri.”Ti prego non farmi male” ripeteva singhiozzando il cobra inizio a baciarla in bocca prima lei fece una timida resistenza poi lo lasciò fare quando lui inizio con la propria lingua a mulinargli dentro la sua sentiva una grande sensazione di benessere. Si scambiavano la saliva le lingue si intrecciavano quello era il suo primo bacio che sensazione credeva di toccare il cielo con un dito. Gli accarezzava i seni gli slaccia il reggiseno ed inizi a baciargli i capezzoli Dafne muoveva il collo a destra e sinistra era in preda agli spasmi di piacere “Ti prego sono vergine che mi fai fare?” diceva con finta pudicizia ma intanto sentiva il fuoco ardere dentro di se, sta impazzendo di piacere stava provando per la prima volta su di se il piacere più puro. Gli bacia la pancia poi sempre più giù fino alle mutandine scosta l’elastico si introduce dentro con le dita gli accarezza il clitoride “No ti prego dai sono vergine smettila mi fai peccare” il cobra non l’ascolta aveva una missione da compiere.
Gli strappa brutalmente di dosso gli slip gli bacia la passera gli lecca il clitoride Dafne crede di impazzire “No no ti prego lasciami stare” il suo corpo la tradiva era un lago in mezzo alle gambe l’altare dove giaceva era pregno del suo nettare, il cobra gli leccava la passera in modo divino e in questo era un maestro, inizia a leccargli l’interno della vagina “No no ti prego ah si si dai” era in preda alla confusione totale non capiva più nulla, gli tolse i legacci dai polsi e dalle gambe “Ora sei pronta” si sdraio vicino a lei sul altare, le cinse la vita e l’accompagnò sopra di se sopra il suo membro “No ti prego, mio padre non vuole devo rimanere vergine per il matrimonio” mentre lo diceva però si impalava senza resistenza su quel palo di carne nella posizione dell’amazzone, il cobra inizia a spingere con il bacino avanti e indietro “Fermati devo rimanere vergine” ripeteva senza convinzione quando si ruppe l’imene ormai era tardi “Si si dai continua così cazzo daiiii” gli saltava sopra come un ossessa il piacere gli arrivava diretto al cervello, lui continuava con il bacino a spingere avanti e dietro senza fermarsi “Dai dai continua cazzoooo” il sangue gli colava dalle cosce ma non gli importava era in pace con il mondo in quel momento, cambiarono posizione, la prese a pecorina e iniziò a penetrarla da dietro dal fianco nel culo, in bocca in mezzo alle tette era piena di sborra ovunque. Non si accorsero che il sacrestano li stava spiando e si stava segando dietro una colonna spargendo in terra il suo seme.

Dopo un’ora che andavano avanti così fece la sua comparsa Agata la governante che fece un urlo di disgusto verso quella scena si girarono verso di lei mentre oscenamente nudi continuavano a fare sesso, “Agata dai non rompere i coglioni, vieni a farti una sana scopata anche tu che ne hai bisogno” disse Dafne rivolta verso di lei. Agata non se lo fece ripetere era impossibile resistere al cobra, si tolse tutti i vestiti li buttò in terra nella chiesa e raggiunse l’altare. Ora Agata era una donna di 48 anni non era bellissima ma neanche brutta aveva sempre fatto la governante il suo ultimo fidanzato risaliva all’età preistorica era anche lei la vittima ideale del cobra. Dafne si sfilo e fece posto ad Agata che allargo le gambe ed comincia anche lei la sua bellissima cavalcata, Dafne si accorge del sacrestano dietro la colonna gli si avvicina ed inizia a fargli un bellissimo pompino.
Agata cavalca quello stallone senza pietà erano quindici anni che non faceva sesso la sua voglia repressa fu soddisfatta “Si si mio Signore grazie “ ripeteva anche lei come un ossessa mentre si impalava sul quel grosso membro venne il turno anche per lei di sverginare il culo e il cobra non tardò a riempirgli l’intestino con il suo sperma. Intanto Dafne si stava facendo fottere dal sagrestano contro la colonna della chiesa con le gambe gli cingeva la vita e stava apprezzando quel grosso arnese, quando gli venne dentro decisero di raggiungere l’altare anche loro e fare a cambio con i due astanti. Agata faceva un succulento pompino al sagrestano e Dafne gli tirò giù tutta la cappella e spompino il cobra, questi la prese per i capelli la fece girare gli chiese di appoggiare le mani sull’altare ed inizio a stantuffarla da dietro “Mi dio, mio signore” “Vuoi fare una cosa per me?” gli chiese il cobra sussurrandole all’orecchio, Dafne annui “Bestemmia voglio sentirti bestemmiare qui in chiesa” “Porcoooooooo…….” non riusci finire l’imprecazione il grosso membro le aveva tolto il fiato.

Esausti si rivestirono e se ne andarono nelle rispettive case, Dafne e Agata non raccontarono nulla di quel accaduto, di certo le loro vite erano cambiate,Agata perse la vita mentre con metodi poco ortodossi cercava di abortire,in un sottoscala. Dafne invece fu più fortunata grazie alle sue conoscenze, riuscì ad abortire in uno studio medico con maggiore discrezione e sicurezza. Da quel giorno non pensava più alla religione pensava al cobra al sesso alla voglia di libertà fuori da quel paese bigotto di merda.
L’occasione giusta le venne quando l’anno dopo parti per fare l’università fuori città finalmente poteva godere della sua libertà fare ciò che voleva divertirsi con gli uomini dare sfogo alla grande troia che era sempre stata.

Non rivide più il cobra ma la sua vita era cambiata in meglio da quando aveva assaggiato il morso del cobra.
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scritto il
2018-10-03
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