Quella sera al cinema (terza parte)
di
MauXCuck
genere
prime esperienze
Solleva la testa, mi lancia uno sguardo disperato, mi afferra la mano stringendola con tutta la sua forza...
"Fermalo, non voglio, non voglioooo...aiutami...aiutami..."
Esito un paio di secondi, non di più, e quando sto per intervenire con lei lancia un grido fortissimo e vedo che il pube del ragazzo spinge contro le natiche di mia moglie: è riuscito a penetrarla.
"Zitta, non gridare...vuoi farci scoprire?" E le assesta un paio di sculacciate.
Per fortuna, la musica fortissima e le spesse tende di velluto soffocano le urla di mia moglie, che ora vanno trasformandosi in un lamento continuo.
"E tu - dice il ragazzo che ora si sta muovendo dentro di lei a quello che ha davanti - cosa aspetti a darle il ciucciotto? Dai, che appena ho finito tocca a te."
Io sono ormai in pieno delirio, ho perso ogni lucidità, non ragiono. Sono lì, con pantaloni e mutande calati fino ai piedi che osservo nella penombra due sconosciuti che abusano di mia moglie. E, come unica reazione apro il tendone che dà verso la sala. Voglio vedere più chiaramente e spero di avere un pò di luce in più, L' ingresso che si è trasformato in antro di orgia affaccia proprio sull' ultima fila, ed è all' altezza della cabina di proiezione. La luce fortissima che ne esce illumina a sufficienza la scena.
Illumina anche due spettatori seduti nell' ultima fila. E' la coppia. E vedo che stanno guardando verso di noi.
La donna è seduta alla destra del suo uomo. Vedo che le sussurra qualcosa all' orecchio. Lei si china verso il suo ventre e muove la testa su e giù. E' vestita con una gonna e, pian piano, l' uomo la solleva fino a scoprire il culo che sembra non indossare mutandine.
La mia attenzione si sposta verso il ragazzo che sta sodomizzando Ada. Dà alcuni colpi fortissimi e capisco che sta godendo, riversandole nelle viscere il suo sperma.
Si toglie e, mentre esce per andare alle toilette passa accanto al ragazzo che si sta facendo succhiare da mia moglie e, con una pacca sulla spalle..
"Vai, ora tocca a te." E ridacchia soddisfatto.
Lei solleva lo sguardo e, con voce flebile gli dice:
"Però fai piano, per piacere."
Lui le fa una carezza sui capelli e...
"Tranquilla, non ti faccio male."
Non posso fare a meno di osservargli il cazzo: è più corto e più sottile di quello del primo ragazzo. Spero che lei non soffra per questa penetrazione.
Il terzo ragazzo non aspetta nemmeno un secondo a farsi davanti alla bocca di Ada con il cazzo tanto eretto che quasi tocca l' ombelico. Docilmente, lei lo afferra e inizia a succhiarlo.
Il secondo ragazzo mantiene la parola: penetra lentamente, senza movimenti bruschi e ora Ada non si lamenta più e sembra accettare, più che subire, questo secondo rapporto.
Io sono talmente concentrato ad osservare quel che succede che mi accorgo di una nuova presenza accanto a me solo quando mi sento accarezzare il membro che, per la troppa eccitazione repressa, sta perdendo l' erezione. E' la donna della coppia che mi sorride mentre mi masturba. Senz' altro è sulla cinquantina, ma in quel momento non me ne faccio un problema: la voglia, quasi la necessità di liberarmi dal peso che sento all' altezza del pube è tanta, ma non voglio soddisfarla con mia moglie. Non voglio mischiarmi con quei ragazzi in quella situazione da lei non voluta.
Ricambio il sorriso e le faccio una carezza sulla spalla. Il compagno, che si sta masturbando anche se con poco successo, le dice di succhiarmelo e lei, docilmente, si china in avanti ed inizia. Lui le solleva la gonna fino alle spalle e ho la conferma che non indossa mutandine. Mi chino in avanti e le tocco il culo, un pò grosso ma rotondo e sodo: tanto basta per scatenare finalmente un liberatorio orgasmo. Le vengo in bocca, ma poi lei sputa in terra la copiosa eiaculazione. L' uomo prende il mio posto mentre io tampono con dei fazzolettini e mi rivesto. Non voglio andare in bagno e lasciare Ada da sola in questa situazione. Lei intanto è sempre impegnata con i due. Sento che quello che sta succhiando sembra impaziente di penetrarla e sollecita l' amico a sbrigarsi a venire perchè non sa quanto resisterà.
Nel frattempo il primo è rientrato: ha di nuovo i pantaloni e le mutande abbassate e si sta lentamente masturbando il cazzo che sembra tornare in erezione. E' interessato alla nuova arrivata: le tocca il culo e il pube piuttosto rudemente. L' uomo si toglie dalla bocca della compagna e lo invita a prendere il suo posto, mentre lui continua a masturbarsi.
Ad un tratto si sente: "Merda...merda....merda." quasi gridato dal ragazzo spompinato da mia moglie. Evidentemente non è riuscito a resistere e le sta venendo in bocca.
Pochi secondi, e anche quello che la sta penetrando accelera il ritmo e finalmente si scarica dentro di lei.
All' improvviso, le luci in sala si accendono. Il film è finito. Mi precipito a chiudere la tenda e, in tutta fretta, tutti si rivestono. Trovo il vestito di mia moglie in terra e glielo porgo. Vorrei aiutarla ad indossarlo ma lei si scosta di scatto e sibila. "Lasciami stare...non mi toccare... non mi toccare, hai capito?"
Sono scioccato da questa sua reazione, che testimonia quanto ha sofferto e...che mi sta accusando di quello che è successo. Ogni tanto, mentre guido lancio qualche rapida occhiata verso di lei. Ha gli occhi gonfi, i capelli impiastricciati, tracce bluastre sulle guance lasciate dalle lacrime che le hanno solcate.
In mezz' ora di assoluto silenzio arriviamo a casa. Aziono il telecomando del garage e, mentre la serranda di alza, lei spalanca la portiera e scende precipitosamente. Raggiunge di corsa il portone e lo apre. Io non posso fare altro che parcheggiare la macchina e, altrettanto rapidamente, raggiungere l' appartamento e aprire la porta. La cerco nella nostra stanza, ma di lei non c' è traccia, così come nei saloni e in cucina. Resta solo la stanza degli ospiti, verso la quale mi dirigo col cuore in gola per l' angoscia. Una lama di luce filtra da sotto la porta, ma quando cerco di aprire, la trovo chiusa a chiave. Busso disperato, temo il peggio...
"Ada, amore, ti prego, ti prego, fammi entrare."
Per tutta risposta...
"Vattene, lasciami in pace...lasciami in pace, hai capito? Vatteneeeee!!!"
Capisco che è la cosa migliore da fare. Non insisto oltre e vado in camera. Spero che il sonno serva quantomeno a calmarla quel tanto da riuscire a parlarle, a cercare di spiegarmi.
Non riesco ad addormentarmi se non dopo ore passate a torturarmi, ad accusarmi, a temere che il nostro matrimonio sia finito, che Ada, la mia Ada mi avrebbe lasciato.
Mi sveglio dopo le nove. Non sento rumori e penso, o meglio spero che mia moglie si sia calmata e che stia dormendo. Per far passare il tempo vado in cucina a fare il caffè. Ne preparo una tazzina anche per lei. In silenzio mi accosto alla porta e abbasso la maniglia. La porta non è più chiusa a chiave e sospiro di sollievo...ma quando apro e vedo il letto disfatto e vuoto la tazzina mi cade di mano. Passo in bagno, accendo la luce e, sullo specchio vedo la scritta, fatta con il rossetto rosso ed in caratteri sempre più grandi: "NON CERCARMI...NON CERCARMI...NON CERCARMI".
Mancano il vestito, le scarpe e la pochette. Cerco dappertutto il suo telefonino, ma non lo trovo.
Non la cercherò, se è questo che vuole, ma spero che almeno voglia rassicurarmi che stia bene e che sia...viva.
Prendo il telefonino e le scrivo un sms. "Amore, rispetto la tua decisione ma, ti prego, mandami almeno un messaggino al giorno, anche con scritto solo: OK. Spero tanto che vorrai farlo. Ti amo."
Trascorro il sabato disteso sul letto, senza mangiare, se non qualcosa trovato in frigo bevendo caffettiere di caffè.
Aspetto fino alle due di notte un suo messaggino di risposta, che non arriva e, sfinito, cado in un sonno agitato.
Quando mi sveglio sono quasi le dieci. Afferro il telefonino sperando che il messaggino sia arrivato, ma non è così.
Affranto, inebetito dal poco sonno bevo direttamente dalla caffettiera quel poco di caffè rimasto sul fondo e vado in bagno. Entro sotto la doccia e, per la prima volta dalla sera del venerdì, come in un film rivedo tutto quello che è successo e, mio malgrado, provo una forte eccitazione. Non mi voglio masturbare, mi sembra irrispettoso nei suoi confronti, ma, quando rivedo mia moglie chiedere al secondo ragazzo di...fare piano...quando realizzo che ha accettato la penetrazione senza lamentarsi, mi basta dirigere il getto caldo della doccia sullo scroto e sul pene per schizzare getti violenti che colpiscono il vetro della doccia, prima di colare lentamente sul piatto.
Di colpo mi sento stanchissimo, svuotato di energia. Torno in camera e, così come sono mi butto sul letto.
Nelle nebbie del sonno mi sembra di sentire il suono del telefonino che annuncia l' arrivo di un messaggio. Un messaggio? Di colpo sono sveglio, afferro il cellulare e leggo: "Ok" E' lei e, finalmente, ha ristabilito un contatto anche se cosi essenziale. Guardo l' ora: sono le 16 passate e, di colpo, ho una gran fame. Mi vesto, pensando dove posso andare...ma a quell' ora tutti i ristoranti sono chiusi. Mi sposto nel capoluogo e trovo un bar aperto. Mangio due toast, bevo una birra, e così placo la fame.
Il mattino dopo, lunedì, vado al lavoro. Alle 17 circa mi arriva un altro OK da parte di Ada, e così capisco che lei non è ancora tornata a casa. Cerco di stare nel mio ufficio il più possibile. Non mi va di tornare in una casa vuota. Cerco di rimandare il più possibile. Non ho nemmeno voglia di cenare. Torno nel bar dove sono stato il giorno prima, e dove nessuno mi conosce, e scelgo di fare un apericena. Il primo cocktail finisce subito. Mi ingozzo di ogni genere di piattini e ne prendo un altro, e un altro ancora. Mi fermo fino all' ora di chiusura poi, malvolentieri, mi dirigo verso casa. L' alcool fa il suo effetto: mi addormento sul divano mentre fisso la televisione accesa.
Il mattino dopo, lancinante, mi tormenta la nitida visione di mia moglie, mia moglie NUDA nelle mani di quei tre ragazzi. Non posso andare a lavorare in quello stato. Mi dò pace sotto la doccia, e così il giorno successivo, e quello dopo ancora. I giorni seguenti, ad orari variabili, ricevo l' OK che, se da un lato mi rassicura sul fatto che mia moglie è ancora in buona salute, dall' altro rappresenta una delusione, perchè so che non è ancora arrivato il giorno in cui lei tornerà a casa. Tutte le sere mi stordisco con i cocktail e fino a mezzanotte non rientro in quella casa così vuota, così triste, così inutile ora che lei non è lì con me.
Al venerdì il locale rimane aperto più a lungo e arrivo a casa all' una passata, sufficientemente sbronzo per sperare in una notte di sonno pesante. Appena apro la porta, vedo una flebile luce provenire dal salone. Sicuro di essermela dimenticata accesa, mi dirigo barcollando verso la porta aperta. Appena sono sulla soglia lei, Ada, mia moglie si alza dal divano e...
"A quest' ora arrivi? E come hai lasciato la casa, che sembrava un porcile?"
Così, come se ci fossimo salutati solo al mattino.
Mi dirigo verso di lei per abbracciarla ma, quando sono ad un paio di metri da lei, mi ferma con il braccio teso.
"Dobbiamo parlare, ma a quest' ora, e nelle condizioni in cui sei, rimandiamo a domani. Vai a dormire, e vedi di riposare bene. Ti voglio lucido, domani."
E, senza aggiungere altro, va nella stanza degli ospiti e sento la chiave che gira nella toppa.
Io vado nella nostra stanza, che ora è perfettamente in ordine, così come il bagno, e, finalmente con un sorriso sul volto cado in un sonno profondo e senza incubi.
"Fermalo, non voglio, non voglioooo...aiutami...aiutami..."
Esito un paio di secondi, non di più, e quando sto per intervenire con lei lancia un grido fortissimo e vedo che il pube del ragazzo spinge contro le natiche di mia moglie: è riuscito a penetrarla.
"Zitta, non gridare...vuoi farci scoprire?" E le assesta un paio di sculacciate.
Per fortuna, la musica fortissima e le spesse tende di velluto soffocano le urla di mia moglie, che ora vanno trasformandosi in un lamento continuo.
"E tu - dice il ragazzo che ora si sta muovendo dentro di lei a quello che ha davanti - cosa aspetti a darle il ciucciotto? Dai, che appena ho finito tocca a te."
Io sono ormai in pieno delirio, ho perso ogni lucidità, non ragiono. Sono lì, con pantaloni e mutande calati fino ai piedi che osservo nella penombra due sconosciuti che abusano di mia moglie. E, come unica reazione apro il tendone che dà verso la sala. Voglio vedere più chiaramente e spero di avere un pò di luce in più, L' ingresso che si è trasformato in antro di orgia affaccia proprio sull' ultima fila, ed è all' altezza della cabina di proiezione. La luce fortissima che ne esce illumina a sufficienza la scena.
Illumina anche due spettatori seduti nell' ultima fila. E' la coppia. E vedo che stanno guardando verso di noi.
La donna è seduta alla destra del suo uomo. Vedo che le sussurra qualcosa all' orecchio. Lei si china verso il suo ventre e muove la testa su e giù. E' vestita con una gonna e, pian piano, l' uomo la solleva fino a scoprire il culo che sembra non indossare mutandine.
La mia attenzione si sposta verso il ragazzo che sta sodomizzando Ada. Dà alcuni colpi fortissimi e capisco che sta godendo, riversandole nelle viscere il suo sperma.
Si toglie e, mentre esce per andare alle toilette passa accanto al ragazzo che si sta facendo succhiare da mia moglie e, con una pacca sulla spalle..
"Vai, ora tocca a te." E ridacchia soddisfatto.
Lei solleva lo sguardo e, con voce flebile gli dice:
"Però fai piano, per piacere."
Lui le fa una carezza sui capelli e...
"Tranquilla, non ti faccio male."
Non posso fare a meno di osservargli il cazzo: è più corto e più sottile di quello del primo ragazzo. Spero che lei non soffra per questa penetrazione.
Il terzo ragazzo non aspetta nemmeno un secondo a farsi davanti alla bocca di Ada con il cazzo tanto eretto che quasi tocca l' ombelico. Docilmente, lei lo afferra e inizia a succhiarlo.
Il secondo ragazzo mantiene la parola: penetra lentamente, senza movimenti bruschi e ora Ada non si lamenta più e sembra accettare, più che subire, questo secondo rapporto.
Io sono talmente concentrato ad osservare quel che succede che mi accorgo di una nuova presenza accanto a me solo quando mi sento accarezzare il membro che, per la troppa eccitazione repressa, sta perdendo l' erezione. E' la donna della coppia che mi sorride mentre mi masturba. Senz' altro è sulla cinquantina, ma in quel momento non me ne faccio un problema: la voglia, quasi la necessità di liberarmi dal peso che sento all' altezza del pube è tanta, ma non voglio soddisfarla con mia moglie. Non voglio mischiarmi con quei ragazzi in quella situazione da lei non voluta.
Ricambio il sorriso e le faccio una carezza sulla spalla. Il compagno, che si sta masturbando anche se con poco successo, le dice di succhiarmelo e lei, docilmente, si china in avanti ed inizia. Lui le solleva la gonna fino alle spalle e ho la conferma che non indossa mutandine. Mi chino in avanti e le tocco il culo, un pò grosso ma rotondo e sodo: tanto basta per scatenare finalmente un liberatorio orgasmo. Le vengo in bocca, ma poi lei sputa in terra la copiosa eiaculazione. L' uomo prende il mio posto mentre io tampono con dei fazzolettini e mi rivesto. Non voglio andare in bagno e lasciare Ada da sola in questa situazione. Lei intanto è sempre impegnata con i due. Sento che quello che sta succhiando sembra impaziente di penetrarla e sollecita l' amico a sbrigarsi a venire perchè non sa quanto resisterà.
Nel frattempo il primo è rientrato: ha di nuovo i pantaloni e le mutande abbassate e si sta lentamente masturbando il cazzo che sembra tornare in erezione. E' interessato alla nuova arrivata: le tocca il culo e il pube piuttosto rudemente. L' uomo si toglie dalla bocca della compagna e lo invita a prendere il suo posto, mentre lui continua a masturbarsi.
Ad un tratto si sente: "Merda...merda....merda." quasi gridato dal ragazzo spompinato da mia moglie. Evidentemente non è riuscito a resistere e le sta venendo in bocca.
Pochi secondi, e anche quello che la sta penetrando accelera il ritmo e finalmente si scarica dentro di lei.
All' improvviso, le luci in sala si accendono. Il film è finito. Mi precipito a chiudere la tenda e, in tutta fretta, tutti si rivestono. Trovo il vestito di mia moglie in terra e glielo porgo. Vorrei aiutarla ad indossarlo ma lei si scosta di scatto e sibila. "Lasciami stare...non mi toccare... non mi toccare, hai capito?"
Sono scioccato da questa sua reazione, che testimonia quanto ha sofferto e...che mi sta accusando di quello che è successo. Ogni tanto, mentre guido lancio qualche rapida occhiata verso di lei. Ha gli occhi gonfi, i capelli impiastricciati, tracce bluastre sulle guance lasciate dalle lacrime che le hanno solcate.
In mezz' ora di assoluto silenzio arriviamo a casa. Aziono il telecomando del garage e, mentre la serranda di alza, lei spalanca la portiera e scende precipitosamente. Raggiunge di corsa il portone e lo apre. Io non posso fare altro che parcheggiare la macchina e, altrettanto rapidamente, raggiungere l' appartamento e aprire la porta. La cerco nella nostra stanza, ma di lei non c' è traccia, così come nei saloni e in cucina. Resta solo la stanza degli ospiti, verso la quale mi dirigo col cuore in gola per l' angoscia. Una lama di luce filtra da sotto la porta, ma quando cerco di aprire, la trovo chiusa a chiave. Busso disperato, temo il peggio...
"Ada, amore, ti prego, ti prego, fammi entrare."
Per tutta risposta...
"Vattene, lasciami in pace...lasciami in pace, hai capito? Vatteneeeee!!!"
Capisco che è la cosa migliore da fare. Non insisto oltre e vado in camera. Spero che il sonno serva quantomeno a calmarla quel tanto da riuscire a parlarle, a cercare di spiegarmi.
Non riesco ad addormentarmi se non dopo ore passate a torturarmi, ad accusarmi, a temere che il nostro matrimonio sia finito, che Ada, la mia Ada mi avrebbe lasciato.
Mi sveglio dopo le nove. Non sento rumori e penso, o meglio spero che mia moglie si sia calmata e che stia dormendo. Per far passare il tempo vado in cucina a fare il caffè. Ne preparo una tazzina anche per lei. In silenzio mi accosto alla porta e abbasso la maniglia. La porta non è più chiusa a chiave e sospiro di sollievo...ma quando apro e vedo il letto disfatto e vuoto la tazzina mi cade di mano. Passo in bagno, accendo la luce e, sullo specchio vedo la scritta, fatta con il rossetto rosso ed in caratteri sempre più grandi: "NON CERCARMI...NON CERCARMI...NON CERCARMI".
Mancano il vestito, le scarpe e la pochette. Cerco dappertutto il suo telefonino, ma non lo trovo.
Non la cercherò, se è questo che vuole, ma spero che almeno voglia rassicurarmi che stia bene e che sia...viva.
Prendo il telefonino e le scrivo un sms. "Amore, rispetto la tua decisione ma, ti prego, mandami almeno un messaggino al giorno, anche con scritto solo: OK. Spero tanto che vorrai farlo. Ti amo."
Trascorro il sabato disteso sul letto, senza mangiare, se non qualcosa trovato in frigo bevendo caffettiere di caffè.
Aspetto fino alle due di notte un suo messaggino di risposta, che non arriva e, sfinito, cado in un sonno agitato.
Quando mi sveglio sono quasi le dieci. Afferro il telefonino sperando che il messaggino sia arrivato, ma non è così.
Affranto, inebetito dal poco sonno bevo direttamente dalla caffettiera quel poco di caffè rimasto sul fondo e vado in bagno. Entro sotto la doccia e, per la prima volta dalla sera del venerdì, come in un film rivedo tutto quello che è successo e, mio malgrado, provo una forte eccitazione. Non mi voglio masturbare, mi sembra irrispettoso nei suoi confronti, ma, quando rivedo mia moglie chiedere al secondo ragazzo di...fare piano...quando realizzo che ha accettato la penetrazione senza lamentarsi, mi basta dirigere il getto caldo della doccia sullo scroto e sul pene per schizzare getti violenti che colpiscono il vetro della doccia, prima di colare lentamente sul piatto.
Di colpo mi sento stanchissimo, svuotato di energia. Torno in camera e, così come sono mi butto sul letto.
Nelle nebbie del sonno mi sembra di sentire il suono del telefonino che annuncia l' arrivo di un messaggio. Un messaggio? Di colpo sono sveglio, afferro il cellulare e leggo: "Ok" E' lei e, finalmente, ha ristabilito un contatto anche se cosi essenziale. Guardo l' ora: sono le 16 passate e, di colpo, ho una gran fame. Mi vesto, pensando dove posso andare...ma a quell' ora tutti i ristoranti sono chiusi. Mi sposto nel capoluogo e trovo un bar aperto. Mangio due toast, bevo una birra, e così placo la fame.
Il mattino dopo, lunedì, vado al lavoro. Alle 17 circa mi arriva un altro OK da parte di Ada, e così capisco che lei non è ancora tornata a casa. Cerco di stare nel mio ufficio il più possibile. Non mi va di tornare in una casa vuota. Cerco di rimandare il più possibile. Non ho nemmeno voglia di cenare. Torno nel bar dove sono stato il giorno prima, e dove nessuno mi conosce, e scelgo di fare un apericena. Il primo cocktail finisce subito. Mi ingozzo di ogni genere di piattini e ne prendo un altro, e un altro ancora. Mi fermo fino all' ora di chiusura poi, malvolentieri, mi dirigo verso casa. L' alcool fa il suo effetto: mi addormento sul divano mentre fisso la televisione accesa.
Il mattino dopo, lancinante, mi tormenta la nitida visione di mia moglie, mia moglie NUDA nelle mani di quei tre ragazzi. Non posso andare a lavorare in quello stato. Mi dò pace sotto la doccia, e così il giorno successivo, e quello dopo ancora. I giorni seguenti, ad orari variabili, ricevo l' OK che, se da un lato mi rassicura sul fatto che mia moglie è ancora in buona salute, dall' altro rappresenta una delusione, perchè so che non è ancora arrivato il giorno in cui lei tornerà a casa. Tutte le sere mi stordisco con i cocktail e fino a mezzanotte non rientro in quella casa così vuota, così triste, così inutile ora che lei non è lì con me.
Al venerdì il locale rimane aperto più a lungo e arrivo a casa all' una passata, sufficientemente sbronzo per sperare in una notte di sonno pesante. Appena apro la porta, vedo una flebile luce provenire dal salone. Sicuro di essermela dimenticata accesa, mi dirigo barcollando verso la porta aperta. Appena sono sulla soglia lei, Ada, mia moglie si alza dal divano e...
"A quest' ora arrivi? E come hai lasciato la casa, che sembrava un porcile?"
Così, come se ci fossimo salutati solo al mattino.
Mi dirigo verso di lei per abbracciarla ma, quando sono ad un paio di metri da lei, mi ferma con il braccio teso.
"Dobbiamo parlare, ma a quest' ora, e nelle condizioni in cui sei, rimandiamo a domani. Vai a dormire, e vedi di riposare bene. Ti voglio lucido, domani."
E, senza aggiungere altro, va nella stanza degli ospiti e sento la chiave che gira nella toppa.
Io vado nella nostra stanza, che ora è perfettamente in ordine, così come il bagno, e, finalmente con un sorriso sul volto cado in un sonno profondo e senza incubi.
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