Complicita'
di
MauXCuck
genere
etero
Mentre siamo ancora a letto, cerco di portare il discorso sul come incontrare partner occasionale per i nostri incontri. Lei non ha idee precise in proposito: pensa che si potrebbe ricorrere ad Internet, oppure cercare qualcuno di quei Club privè.
Non mi convince nè l' una nè l' altra possibilità.
Decidiamo di pensarci con calma, e troveremo una soluzione.
Poi ho un' idea.
"Amore, che ne dici se ci vestiamo, mettiamo qualcosa in valigia, cerchiano un buon albergo in Riviera e ci passiamo il w.e., o quel che ne resta?"
"Penso che...corro a prepararmi, così ti faccio vedere i miei nuovi costumini."
Impieghiamo un' ora prima di arrivare all' albergo. Dopo esserci sistemati, scendiamo nella sala pranzo per un pasto leggero, giusto un antipastino di mare e un primo diviso in due.
Risaliamo in camera dove lei va in bagno e poi riempie una borsa con costumi (anche il mio) e asciugamani da spiaggia. Attraversiamo la strada ed entriamo in uno stabilimento balneare convenzionato con il nostro Hotel. Prendiamo una cabina e relativi ombrellone e lettini. Il bagnino viene ad aprirci la cabina, quindi ci consegna la chiave. Ada entra e io sto per seguirla ma lei...
"No, caro - dice con un sorriso - prima mi cambio io, poi esco e tocca a te."
Quando esce, resto quasi senza fiato. Il bikini che indossa è veramente minuscolo ma le sta benissimo, valorizza al massimo la sua figura."
"Ti piace la sorpresa?"
"Se mi piace? sono senza parole. Ma questo è uno dei costumi che indossavi quando eri al mare con...con il professore? Mi meraviglio che abbia aspettato così tanto per...farti vedere quel libro."
Fa una risatina...
"E pensa che l' altro è ancora più ridotto. Magari poi
più tardi me lo metto."
Passiamo un bel pomeriggio stesi al sole. Ogni tanto facciamo un tuffo e, soprattutto, ridiamo, ridiamo molto, ridiamo anche delle cose più stupide.
Ormai il sole tramonta presto e, più o meno alle 6 lasciamo la spiaggia. Saliamo in camera, facciamo la doccia, ci cambiamo, poi scendiamo e chiedo al Concierge di indicarci un ristorante di mare veramente buono, e di provvedere alla prenotazione.
Il locale scelto è a circa una quindicina di chilometri dall' albergo ma mangiamo, e beviamo, veramente bene.
Dopo cena, risaliamo in macchina per ritornare all' albergo.
Dal finestrino aperto lascio entrare l’ aria tiepida. Dopo pochi chilometri, ci troviamo bloccati da una coda causata da un incidente più avanti. Riusciamo a parcheggiare e, a piedi, ci dirigiamo verso un Pub lungo la strada. Ci sediamo al bancone e ordiniamo da bere. Chiacchieriamo del più e del meno. Ogni tanto mi guardo intorno. Colgo al volo lo sguardo di un ragazzo che sembra incollato su Ada. Seduta sull' alto sgabello, la minigonna è risalita a scoprire parte della coscia. Lei sembra non essersi accorta di niente e, con totale noncuranza, accavalla le gambe, e offre al ragazzo, seduto ad un vicino tavolino, la visione fugace dell’ interno delle cosce. E’ tanto l’ interesse che suscita, che le chiedo se indossi le mutandine.
“Ma certo che no – risponde con un sorriso malizioso – che domande fai?”
Allora le dico del tipo che la sta fissando e lei gli lancia un’ occhiata di sfuggita. Il tempo passa. Bisogna decidere se ordinare ancora da bere o andarcene. Glielo chiedo e lei sceglie di lasciare il locale.
Finiamo di bere e, prima di uscire, come al solito lei va alla toilette per ripristinare il rossetto. Io scendo dallo sgabello e aspetto il suo ritorno. Quando mi raggiunge, usciamo. Mentre ci dirigiamo verso la macchina, camminando sotto alti portici, si volta due o tre volte. Ad una mia domanda, risponde che le sembra che siamo seguiti da uno scooterone. Mi volto anch' io. Effettivamente ad una ventina di metri uno scooter argento procede molto lentamente. I fari accesi impediscono di distinguere da chi sia guidato: la sagoma indossa un casco integrale ma...quel polpaccio bianco spunta o no da un pinocchietto scuro, come quello del ragazzo al bar?
Sembra proprio di sì, e anche la polo è scura, può benissimo essere di color bordò.
Lo dico a mia moglie e anche lei conviene che probabilmente si tratta dello stesso ragazzo.
“Chissà se sta veramente seguendo noi – le dico – magari facciamo la stessa strada”.
“Può darsi – risponde – ma secondo me ci sta proprio seguendo”.
“E cosa te lo fa pensare?”
“Dopo, te lo spiego dopo, in macchina.”
Saliamo e lei mi dice che mentre era davanti allo specchio, il ragazzo entra e va nella zona maschile. Allora lei si sporge verso lo specchio, con il rossetto in mano e rialza la zona della vita della gonna. Così facendo il bordo scopre qualcosa più della coscia. Lui esce, guarda verso mia moglie poi si accosta al lavandino a sinistra. Lo specchio è unico e, mentre si lava le mani sorride alla sua immagine riflessa. Lei ricambia il sorriso, prima di uscire dalla toilette. Guardo nello specchietto e vedo che il tipo ci sta seguendo, sempre tenendosi ad una ventina di metri di distanza.
Decido di rompere il silenzio.
“ Bene, e ora che si fa?” le chiedo.
“ Facciamoci seguire fino ad un posto isolato, poi ci fermiamo e...vediamo."
“Ti piace, il tipo? Lo trovi simpatico?”
“Ma che domande,nemmeno lo conosco. Di simpatico ha il sorriso, ecco."
Bene, ora speriamo di trovare presto quello che cerchiamo.Ad un tratto, dopo una curva, vedo una stradina sterrata il salita.
“Amore, che ne dici se proviamo questa stradina? Se non c’è nessuno potrebbe essere il posto tranquillo che cerchiamo."
"Ok, proviamo."
Poche curve in salita e siamo sul posto. Per fortuna, è completamente deserto. Nessuna coppietta nei paraggi. Ci fermiamo nello spiazzo inondato dalla luce lunare. Sul fondo una villetta. Le serrando sono chiuse e non si vedono luci. Sulla colonnina sopra al citofono un cartello giallo con la scritta AFFITTASI.
Dietro di noi nessuno scooter. A quanto pare il ragazzo ha desistito. Sono un po’ deluso, ma non voglio darlo a vedere a Ada.
L’ abbraccio , l’ accarezzo e le sussurro all’ orecchio.
“A quanto pare siamo soli, il ragazzo non ci ha seguito.”
Lei si stacca, si volta verso il lunotto posteriore e si guarda intorno.
Poi, dopo essersi seduta e guardando davanti a sé...
"Beh...aspettiamo cinque minuti, poi ce ne andiamo."
D' improvviso...lo vedo. Non so da dove sia sbucato, ma ora è lì, a mezzo metro dal finestrino. Non lo vedo in faccia ma è lui. La luce è abbastanza forte per farmi riconoscere i pantaloni e la maglietta.
“Senti – sussurro rivolto a mia moglie – non ti voltare ma…è qui.”
“E’ lui? Cosa sta facendo?”
“Sì, è lui e, a quanto capisco, sta guardando.”
“E ora cosa facciamo?”
"Cara, la "preda" è tua. L' hai attirata fin qui, ora cerca di far scattare la trappola."
"Ok...vediamo un pò..."
Si china sulle mie gambe, mi slaccia i pantaloni e li cala, insieme agli slip. Poi si inginocchia sul sedile e, prima di prendermelo in bocca, mi dice di alzarle la gonna.
Io sollevo del tutto l’ orlo della leggera gonnellina, scoprendo le sue tonde, sode natiche, che ora sono a pochi centimetri dal finestrino. Intanto guardo fuori. Ora lui si è avvicinato, è appiccicato al vetro, la testa chinata per meglio godere dello spettacolo. La luce lunare però ora illumina più il mio lato mentre il suo resta in penombra.
" Amore, apri lo sportello del portaoggetti”
Aprendolo, all’ interno si accendo una luce, soffusa ma sufficiente per rischiarare la sua parte di abitacolo.
La luce sembra quasi abbagliante. Ora il tipo si distingue meno nitidamente, ma lo vedo “accarezzare” con la mano sinistra il vetro in corrispondenza del culo di Ada, mentre, dai movimenti del braccio destro intuisco che si sta...toccando.
Premo il pulsante che abbassa il vetro.
Lui sorride, alza il pollice e, appena il vetro è del tutto calato, prende a carezzarle i glutei, poi vedo la sua mano infilarsi fra le cosce di mia moglie.
Mi rivolgo al ragazzo e:
- Senti.. scusa sai…potresti allontanarti un momento? -
Lui, a malincuore si allontana di qualche passo.
- Come mai? Chiede Ada – ci hai ripensato? Ti dà fastidio che mi tocchi? -
- Fastidio? ma no, anzi cosa ne dici se usciamo? -
- Fuori…con lui? -
- Ma sì, ti stendi sul cofano…ricordi che l’ abbiamo già fatto…e come ci era piaciuto? -
- Sì…è stato bello. Ok, allora.-
Scendo, passo davanti al cofano, apro la sua portiera e le porgo la mano per aiutarla a scendere.
L’ abbraccio, la bacio e intanto le slaccio la camicetta, gliela sfilo e la lancio sul sedile.
Intanto il tipo è sempre fermo poco lontano. Abbraccio nuovamente Ada e gli faccio cenno di avvicinarsi. Si unisce a noi e riprende ad accarezzarla.
- Spogliala – gli dico. -
Il tipo cerca di toglierle la gonna, ma è impacciato, non riesce a liberare i gancetti, allora Ada la sfila facendola passare per la testa.
Ora, alla sempre più flebile luce della luna che sta tramontando, è nuda. Vorrei che quell’ attimo si prolungasse dandomi il tempo per assaporarlo pienamente, per imprimerlo indelebilmente nella memoria, ma il tipo ora ha preso coraggio. la sta toccando dappertutto, le bacia i seni. . La sta accarezzando con la destra, mentre con la sinistra abbassa i pantaloni e i boxer. Quando gli indumenti sono arrivati alle caviglie se ne libera scalciandoli lontano. Non posso fare a meno di guardare la sua virilità lunga, grossa, fieramente eretta. .
Le accarezza la schiena, i capelli, poi scende sempre più giù, finchè, accosciandosi anche lui, raggiunge con le mani le sue zone più intime.
Lei lo facilita divaricando le gambe. Io la aiuto a sdraiarsi sul cofano, ancora piacevolmente tiepido. Prende una posizione sicura e allarga le gambe, portando anche i piedi sul cofano. Così, sia il suo sesso che la grotta del piacere oscuro sono in piena vista. Il tipo si è portato al suo fianco e le accarezza i seni. Il cazzo eretto, è a pochi centimetri dalla carne di mia moglie, ma noto che non fa niente per facilitare un contatto.
Allora ci pensa lei. Senza nessuna esitazione lo afferra delicatamente con la destra e inizia il dolce movimento della masturbazione. Poi si volta sul fianco e, con decisione, apre la bocca e la chiude sul durissimo membro del tipo, iniziando a spompinarlo con totale partecipazione. Meno di un minuto, e il tipo gode e le riversa in bocca il frutto della sua eccitazione. Lei, con tutta tranquillità, ingoia tutto il nettare. Pochi istanti in cui stiamo tutti in silenzio, riprendendo il normale ritmo del respiro. Poi, lui, con un bel sorriso tende la mano prima a Ada, poi a me, mentre si presenta.
- Piacere, sono Stefano. Grazie per la bellissima esperienza…e…mi farebbe piacere rivedervi se siete d’ accordo. -
Dopo esserci a nostra volta presentati, mentre mia moglie si riveste gli rispondo.
- Beh…perché no? Magari ci si rivede al bar, ok? -
- Ok…ciao. –
Si volta e si avvia giù per la stradina, per raggiungere lo scooter.
Io , mi siedo al posto di guida, accendo il motore e, rivolto verso mia moglie, con un sorriso.
"Beh...come si dice...colpito e affondato."
"Insomma - risponde - mi aspettavo di meglio...di più."
Il mattino, dopo colazione, attraversiamo la strada ed andiamo alla spiaggia. Le cabine, sono enormi, ognuna dotata di veranda. All' interno non c'è solo l' appendiabiti, ma un lavabo e due lettini, per un eventuale riposino all' ombra.
Ci cambiamo, anzi, mi cambio solo io. Ada deve solo sfilare l' abitino prendisole. Sotto indossa già il costume, consistente in un bikini ancora più ridotto di quello precedente e il cui pezzo inferiore è praticamente un perizoma color corallo. Ci stendiamo sui nostri lettini, sotto un sole che, malgrado siano solo le nove o poco più, quasi scotta. Ada si sottopone ai soliti riti di aspersione di olii e schiume, e si sdraia faccia al sole.
Io mi dedico alla lettura del quotidiano. La spiaggia è ancora semideserta. Mia moglie ha cambiato posizione, ed ora è stesa a pancia sotto. Come mi ha chiesto, l' ho abbondantemente cosparsa di olio. Ho le mani unte. Vado in cabina a lavarle.
Mi sdraio sul lettino a pancia sotto, voltando il viso a sinistra, verso quello su cui è sdraiata mia moglie. Ammiro i glutei, tondi e sodi come la prima volta che li avevo visti, e l' incavo delle reni che li "slancia" verso l' alto. Lei mi priva dello spettacolo, girandosi a pancia sopra. Poi nuovamente si volta su un fianco, poi nuovamente su un fianco, quell' altro. Ora siamo viso a viso.
Io non riesco a stare sdraiato senza far niente. Mi siedo a cavalcioni e riprendo in mano il giornale, che era finito fra i nostri lettini. Rialzandomi, vedo che, sdraiato sul suo lettino, a non più di un paio di metri dal nostro, un giovane ragazzo, anche lui sdraiato a pancia sotto, fissa mia moglie ad occhi spalancati. Apro il giornale, fingendo di leggere. Poi Ada si volta verso di me, offrendogli la vista del posteriore praticamente nudo e lui si sdraia supino, rivelando i segni evidenti di una robusta erezione.
"Tesoro - le chiedo - mi accompagneresti due minuti in cabina? Ho bisogno di te."
Lei, il mio amore forse fraintende, o forse semplicemente non si vuole spostare.
"Ma, caro - risponde sorpresa - vuoi farlo qui? Ora?"
"Ma no, non pensavo a quello. Vuoi venire, per favore? "
"Ma certo, subito."
"Allora, cosa ne dici?"
"Di cosa?"
"Come di cosa,veramente non hai notato il ragazzo sul lettino a fianco?"
"Sì, amore, l' ho visto e lo trovo un bel ragazzo, interessante. Sì...mi piace"
"E... non vorresti fartelo?"
"Farmelo? Perchè no...ma hai visto quanto è giovane?"
"Ho visto, ma ho visto anche come ti divorava con gli occhi e ho anche visto l' effetto che gli fai, sotto il costume. Allora, vorresti fartelo?"
"Ma...da sola o con te?"
"Meglio da sola. Non vorrei che pensasse male,se ci fossi anche io. Fossi in te, non mi farei scappare l' occasione. Decidi, o rischi di non trovarlo più."
"Dici? Ma come faccio? Mica posso andare là e dirgli che lo voglio scopare, no?"
"Beh, vedrai che questo non sarà un problema. Vuoi farlo qui o in albergo?"
"Qui non mi piace, ci vedono tutti e poi è scomodo...non so. Preferisco in albergo."
"Allora facciamo così: io resto qui e tu torni in spiaggia. Aspetti due minuti e, se lui non si decide, prendi l' iniziativa. Ti avvicini e gli dai semplicemente il numero della nostra stanza dicendogli che lo aspetti in camera."
"Sì ma...e tu?"
"Io? Io me ne sto qui tranquillo per un pò, poi mi vesto e vado a fare una passeggiata Ora sono quasi le dieci. Direi che potrei rientrare a mezzogiorno, così lui può andare a pranzo. Ricordati di mettere l' avviso di non disturbare e toglilo solo quando lui se ne è andato, ok? E ricordati di non chiudere la porta a chiave"
"Va bene...d'accordo."
Sta per precipitarsi fuori dalla cabina. La richiamo, e le passo il prendisole.
"Dì, non vorrai andare sulla passeggiata nuda, vero? e ora vai, vai e...divertiti"
E il mio augurio è del tutto sincero.
Mi sdraio sul lettino. Per tutto il tempo penso a mia moglie, che ora si trova fra le braccia dello sconosciuto: si baciano, poi lei gli prende il cazzo in mano, poi in bocca e poi...e poi scopano. Basta con questi pensieri. Mi vesto e vado a fare una lunga passeggiata. Entro in camera; sento il rumore della doccia. E sento anche un forte odore di...di eccitazione, di sesso, di fluidi corporei che pervade il letto. Evidentemente, lui se ne è appena andato e nella stanza permane il suo afrore di giovane maschio in calore.
Raccolgo le lenzuola afferrandole per un angolo e le scaravento a terra, poi mi spoglio completamente e mi distendo sul materasso. Sono eccitato! La porta del bagno si apre e Ada entra nella stanza, il corpo avvolto dal bianco telo da bagno con il monogramma dell' albergo. E'...radiosa, mi guarda con un gran sorriso, il sorriso di una donna appagata e felice. Poi vede la mia erezione e realizza che anche io voglio averla, che anche se è stata con un giovane e vigoroso ragazzo, io non sono da meno.
Sorride ancora e rientra in bagno, uscendone completamente nuda. Sale sul letto, in piedi, sovrastandomi.
Io sto per parlare, ma lei, mettendosi un dito sulle labbra "sssssssss" - fa chiedendomi silenzio." Ha ragione lei: non è quello il momento delle domande che rovinerebbero quella magica atmosfera che si è creata fra noi. Lentamente, si accovaccia sulla mia bocca in una muta richiesta, che accolgo, baciando la sua vulva, le grandi e le piccole labbra, succhiando il clitoride, leccando fin dove riesco ad arrivare. Nelle contrazioni del piacere, ripete, con passione mista a commozione, quasi singhiozzando.
"Amore, amore mio, quanto mi piacciono i tuoi baci, il tuo sesso. Mi piace tutto di te, amore."
Passato il momento del climax, afferra con delicatezza il mio cazzo, carezzandolo per fargli riacquistare il necessario turgore, poi si mette a cavalcioni e, aiutandosi con la mano lo dirige al' entrata del caldo nido. Sono eccitatissimo, ed in pochi minuti scarico la tensione, con un piacere quasi doloroso, nelle sue viscere.
Dopo le necessarie operazioni di "ripristino" scendiamo al ristorante. Nessuno dei due ha molto appetito. Mangiucchiamo una caprese, guardandoci negli occhi e stringendoci la mano sopra il tavolo.
Poi, torniamo alla spiaggia e ci sdraiamo sui nostri lettini. Il tipo è già lì, ma mia moglie non lo degna di uno sguardo. Alla sera ci concediamo una sontuosa cena a base di pesce e poi...a nanna. Il mattino dopo si parte, si torna nel brutto e noioso...mondo reale.
Non mi convince nè l' una nè l' altra possibilità.
Decidiamo di pensarci con calma, e troveremo una soluzione.
Poi ho un' idea.
"Amore, che ne dici se ci vestiamo, mettiamo qualcosa in valigia, cerchiano un buon albergo in Riviera e ci passiamo il w.e., o quel che ne resta?"
"Penso che...corro a prepararmi, così ti faccio vedere i miei nuovi costumini."
Impieghiamo un' ora prima di arrivare all' albergo. Dopo esserci sistemati, scendiamo nella sala pranzo per un pasto leggero, giusto un antipastino di mare e un primo diviso in due.
Risaliamo in camera dove lei va in bagno e poi riempie una borsa con costumi (anche il mio) e asciugamani da spiaggia. Attraversiamo la strada ed entriamo in uno stabilimento balneare convenzionato con il nostro Hotel. Prendiamo una cabina e relativi ombrellone e lettini. Il bagnino viene ad aprirci la cabina, quindi ci consegna la chiave. Ada entra e io sto per seguirla ma lei...
"No, caro - dice con un sorriso - prima mi cambio io, poi esco e tocca a te."
Quando esce, resto quasi senza fiato. Il bikini che indossa è veramente minuscolo ma le sta benissimo, valorizza al massimo la sua figura."
"Ti piace la sorpresa?"
"Se mi piace? sono senza parole. Ma questo è uno dei costumi che indossavi quando eri al mare con...con il professore? Mi meraviglio che abbia aspettato così tanto per...farti vedere quel libro."
Fa una risatina...
"E pensa che l' altro è ancora più ridotto. Magari poi
più tardi me lo metto."
Passiamo un bel pomeriggio stesi al sole. Ogni tanto facciamo un tuffo e, soprattutto, ridiamo, ridiamo molto, ridiamo anche delle cose più stupide.
Ormai il sole tramonta presto e, più o meno alle 6 lasciamo la spiaggia. Saliamo in camera, facciamo la doccia, ci cambiamo, poi scendiamo e chiedo al Concierge di indicarci un ristorante di mare veramente buono, e di provvedere alla prenotazione.
Il locale scelto è a circa una quindicina di chilometri dall' albergo ma mangiamo, e beviamo, veramente bene.
Dopo cena, risaliamo in macchina per ritornare all' albergo.
Dal finestrino aperto lascio entrare l’ aria tiepida. Dopo pochi chilometri, ci troviamo bloccati da una coda causata da un incidente più avanti. Riusciamo a parcheggiare e, a piedi, ci dirigiamo verso un Pub lungo la strada. Ci sediamo al bancone e ordiniamo da bere. Chiacchieriamo del più e del meno. Ogni tanto mi guardo intorno. Colgo al volo lo sguardo di un ragazzo che sembra incollato su Ada. Seduta sull' alto sgabello, la minigonna è risalita a scoprire parte della coscia. Lei sembra non essersi accorta di niente e, con totale noncuranza, accavalla le gambe, e offre al ragazzo, seduto ad un vicino tavolino, la visione fugace dell’ interno delle cosce. E’ tanto l’ interesse che suscita, che le chiedo se indossi le mutandine.
“Ma certo che no – risponde con un sorriso malizioso – che domande fai?”
Allora le dico del tipo che la sta fissando e lei gli lancia un’ occhiata di sfuggita. Il tempo passa. Bisogna decidere se ordinare ancora da bere o andarcene. Glielo chiedo e lei sceglie di lasciare il locale.
Finiamo di bere e, prima di uscire, come al solito lei va alla toilette per ripristinare il rossetto. Io scendo dallo sgabello e aspetto il suo ritorno. Quando mi raggiunge, usciamo. Mentre ci dirigiamo verso la macchina, camminando sotto alti portici, si volta due o tre volte. Ad una mia domanda, risponde che le sembra che siamo seguiti da uno scooterone. Mi volto anch' io. Effettivamente ad una ventina di metri uno scooter argento procede molto lentamente. I fari accesi impediscono di distinguere da chi sia guidato: la sagoma indossa un casco integrale ma...quel polpaccio bianco spunta o no da un pinocchietto scuro, come quello del ragazzo al bar?
Sembra proprio di sì, e anche la polo è scura, può benissimo essere di color bordò.
Lo dico a mia moglie e anche lei conviene che probabilmente si tratta dello stesso ragazzo.
“Chissà se sta veramente seguendo noi – le dico – magari facciamo la stessa strada”.
“Può darsi – risponde – ma secondo me ci sta proprio seguendo”.
“E cosa te lo fa pensare?”
“Dopo, te lo spiego dopo, in macchina.”
Saliamo e lei mi dice che mentre era davanti allo specchio, il ragazzo entra e va nella zona maschile. Allora lei si sporge verso lo specchio, con il rossetto in mano e rialza la zona della vita della gonna. Così facendo il bordo scopre qualcosa più della coscia. Lui esce, guarda verso mia moglie poi si accosta al lavandino a sinistra. Lo specchio è unico e, mentre si lava le mani sorride alla sua immagine riflessa. Lei ricambia il sorriso, prima di uscire dalla toilette. Guardo nello specchietto e vedo che il tipo ci sta seguendo, sempre tenendosi ad una ventina di metri di distanza.
Decido di rompere il silenzio.
“ Bene, e ora che si fa?” le chiedo.
“ Facciamoci seguire fino ad un posto isolato, poi ci fermiamo e...vediamo."
“Ti piace, il tipo? Lo trovi simpatico?”
“Ma che domande,nemmeno lo conosco. Di simpatico ha il sorriso, ecco."
Bene, ora speriamo di trovare presto quello che cerchiamo.Ad un tratto, dopo una curva, vedo una stradina sterrata il salita.
“Amore, che ne dici se proviamo questa stradina? Se non c’è nessuno potrebbe essere il posto tranquillo che cerchiamo."
"Ok, proviamo."
Poche curve in salita e siamo sul posto. Per fortuna, è completamente deserto. Nessuna coppietta nei paraggi. Ci fermiamo nello spiazzo inondato dalla luce lunare. Sul fondo una villetta. Le serrando sono chiuse e non si vedono luci. Sulla colonnina sopra al citofono un cartello giallo con la scritta AFFITTASI.
Dietro di noi nessuno scooter. A quanto pare il ragazzo ha desistito. Sono un po’ deluso, ma non voglio darlo a vedere a Ada.
L’ abbraccio , l’ accarezzo e le sussurro all’ orecchio.
“A quanto pare siamo soli, il ragazzo non ci ha seguito.”
Lei si stacca, si volta verso il lunotto posteriore e si guarda intorno.
Poi, dopo essersi seduta e guardando davanti a sé...
"Beh...aspettiamo cinque minuti, poi ce ne andiamo."
D' improvviso...lo vedo. Non so da dove sia sbucato, ma ora è lì, a mezzo metro dal finestrino. Non lo vedo in faccia ma è lui. La luce è abbastanza forte per farmi riconoscere i pantaloni e la maglietta.
“Senti – sussurro rivolto a mia moglie – non ti voltare ma…è qui.”
“E’ lui? Cosa sta facendo?”
“Sì, è lui e, a quanto capisco, sta guardando.”
“E ora cosa facciamo?”
"Cara, la "preda" è tua. L' hai attirata fin qui, ora cerca di far scattare la trappola."
"Ok...vediamo un pò..."
Si china sulle mie gambe, mi slaccia i pantaloni e li cala, insieme agli slip. Poi si inginocchia sul sedile e, prima di prendermelo in bocca, mi dice di alzarle la gonna.
Io sollevo del tutto l’ orlo della leggera gonnellina, scoprendo le sue tonde, sode natiche, che ora sono a pochi centimetri dal finestrino. Intanto guardo fuori. Ora lui si è avvicinato, è appiccicato al vetro, la testa chinata per meglio godere dello spettacolo. La luce lunare però ora illumina più il mio lato mentre il suo resta in penombra.
" Amore, apri lo sportello del portaoggetti”
Aprendolo, all’ interno si accendo una luce, soffusa ma sufficiente per rischiarare la sua parte di abitacolo.
La luce sembra quasi abbagliante. Ora il tipo si distingue meno nitidamente, ma lo vedo “accarezzare” con la mano sinistra il vetro in corrispondenza del culo di Ada, mentre, dai movimenti del braccio destro intuisco che si sta...toccando.
Premo il pulsante che abbassa il vetro.
Lui sorride, alza il pollice e, appena il vetro è del tutto calato, prende a carezzarle i glutei, poi vedo la sua mano infilarsi fra le cosce di mia moglie.
Mi rivolgo al ragazzo e:
- Senti.. scusa sai…potresti allontanarti un momento? -
Lui, a malincuore si allontana di qualche passo.
- Come mai? Chiede Ada – ci hai ripensato? Ti dà fastidio che mi tocchi? -
- Fastidio? ma no, anzi cosa ne dici se usciamo? -
- Fuori…con lui? -
- Ma sì, ti stendi sul cofano…ricordi che l’ abbiamo già fatto…e come ci era piaciuto? -
- Sì…è stato bello. Ok, allora.-
Scendo, passo davanti al cofano, apro la sua portiera e le porgo la mano per aiutarla a scendere.
L’ abbraccio, la bacio e intanto le slaccio la camicetta, gliela sfilo e la lancio sul sedile.
Intanto il tipo è sempre fermo poco lontano. Abbraccio nuovamente Ada e gli faccio cenno di avvicinarsi. Si unisce a noi e riprende ad accarezzarla.
- Spogliala – gli dico. -
Il tipo cerca di toglierle la gonna, ma è impacciato, non riesce a liberare i gancetti, allora Ada la sfila facendola passare per la testa.
Ora, alla sempre più flebile luce della luna che sta tramontando, è nuda. Vorrei che quell’ attimo si prolungasse dandomi il tempo per assaporarlo pienamente, per imprimerlo indelebilmente nella memoria, ma il tipo ora ha preso coraggio. la sta toccando dappertutto, le bacia i seni. . La sta accarezzando con la destra, mentre con la sinistra abbassa i pantaloni e i boxer. Quando gli indumenti sono arrivati alle caviglie se ne libera scalciandoli lontano. Non posso fare a meno di guardare la sua virilità lunga, grossa, fieramente eretta. .
Le accarezza la schiena, i capelli, poi scende sempre più giù, finchè, accosciandosi anche lui, raggiunge con le mani le sue zone più intime.
Lei lo facilita divaricando le gambe. Io la aiuto a sdraiarsi sul cofano, ancora piacevolmente tiepido. Prende una posizione sicura e allarga le gambe, portando anche i piedi sul cofano. Così, sia il suo sesso che la grotta del piacere oscuro sono in piena vista. Il tipo si è portato al suo fianco e le accarezza i seni. Il cazzo eretto, è a pochi centimetri dalla carne di mia moglie, ma noto che non fa niente per facilitare un contatto.
Allora ci pensa lei. Senza nessuna esitazione lo afferra delicatamente con la destra e inizia il dolce movimento della masturbazione. Poi si volta sul fianco e, con decisione, apre la bocca e la chiude sul durissimo membro del tipo, iniziando a spompinarlo con totale partecipazione. Meno di un minuto, e il tipo gode e le riversa in bocca il frutto della sua eccitazione. Lei, con tutta tranquillità, ingoia tutto il nettare. Pochi istanti in cui stiamo tutti in silenzio, riprendendo il normale ritmo del respiro. Poi, lui, con un bel sorriso tende la mano prima a Ada, poi a me, mentre si presenta.
- Piacere, sono Stefano. Grazie per la bellissima esperienza…e…mi farebbe piacere rivedervi se siete d’ accordo. -
Dopo esserci a nostra volta presentati, mentre mia moglie si riveste gli rispondo.
- Beh…perché no? Magari ci si rivede al bar, ok? -
- Ok…ciao. –
Si volta e si avvia giù per la stradina, per raggiungere lo scooter.
Io , mi siedo al posto di guida, accendo il motore e, rivolto verso mia moglie, con un sorriso.
"Beh...come si dice...colpito e affondato."
"Insomma - risponde - mi aspettavo di meglio...di più."
Il mattino, dopo colazione, attraversiamo la strada ed andiamo alla spiaggia. Le cabine, sono enormi, ognuna dotata di veranda. All' interno non c'è solo l' appendiabiti, ma un lavabo e due lettini, per un eventuale riposino all' ombra.
Ci cambiamo, anzi, mi cambio solo io. Ada deve solo sfilare l' abitino prendisole. Sotto indossa già il costume, consistente in un bikini ancora più ridotto di quello precedente e il cui pezzo inferiore è praticamente un perizoma color corallo. Ci stendiamo sui nostri lettini, sotto un sole che, malgrado siano solo le nove o poco più, quasi scotta. Ada si sottopone ai soliti riti di aspersione di olii e schiume, e si sdraia faccia al sole.
Io mi dedico alla lettura del quotidiano. La spiaggia è ancora semideserta. Mia moglie ha cambiato posizione, ed ora è stesa a pancia sotto. Come mi ha chiesto, l' ho abbondantemente cosparsa di olio. Ho le mani unte. Vado in cabina a lavarle.
Mi sdraio sul lettino a pancia sotto, voltando il viso a sinistra, verso quello su cui è sdraiata mia moglie. Ammiro i glutei, tondi e sodi come la prima volta che li avevo visti, e l' incavo delle reni che li "slancia" verso l' alto. Lei mi priva dello spettacolo, girandosi a pancia sopra. Poi nuovamente si volta su un fianco, poi nuovamente su un fianco, quell' altro. Ora siamo viso a viso.
Io non riesco a stare sdraiato senza far niente. Mi siedo a cavalcioni e riprendo in mano il giornale, che era finito fra i nostri lettini. Rialzandomi, vedo che, sdraiato sul suo lettino, a non più di un paio di metri dal nostro, un giovane ragazzo, anche lui sdraiato a pancia sotto, fissa mia moglie ad occhi spalancati. Apro il giornale, fingendo di leggere. Poi Ada si volta verso di me, offrendogli la vista del posteriore praticamente nudo e lui si sdraia supino, rivelando i segni evidenti di una robusta erezione.
"Tesoro - le chiedo - mi accompagneresti due minuti in cabina? Ho bisogno di te."
Lei, il mio amore forse fraintende, o forse semplicemente non si vuole spostare.
"Ma, caro - risponde sorpresa - vuoi farlo qui? Ora?"
"Ma no, non pensavo a quello. Vuoi venire, per favore? "
"Ma certo, subito."
"Allora, cosa ne dici?"
"Di cosa?"
"Come di cosa,veramente non hai notato il ragazzo sul lettino a fianco?"
"Sì, amore, l' ho visto e lo trovo un bel ragazzo, interessante. Sì...mi piace"
"E... non vorresti fartelo?"
"Farmelo? Perchè no...ma hai visto quanto è giovane?"
"Ho visto, ma ho visto anche come ti divorava con gli occhi e ho anche visto l' effetto che gli fai, sotto il costume. Allora, vorresti fartelo?"
"Ma...da sola o con te?"
"Meglio da sola. Non vorrei che pensasse male,se ci fossi anche io. Fossi in te, non mi farei scappare l' occasione. Decidi, o rischi di non trovarlo più."
"Dici? Ma come faccio? Mica posso andare là e dirgli che lo voglio scopare, no?"
"Beh, vedrai che questo non sarà un problema. Vuoi farlo qui o in albergo?"
"Qui non mi piace, ci vedono tutti e poi è scomodo...non so. Preferisco in albergo."
"Allora facciamo così: io resto qui e tu torni in spiaggia. Aspetti due minuti e, se lui non si decide, prendi l' iniziativa. Ti avvicini e gli dai semplicemente il numero della nostra stanza dicendogli che lo aspetti in camera."
"Sì ma...e tu?"
"Io? Io me ne sto qui tranquillo per un pò, poi mi vesto e vado a fare una passeggiata Ora sono quasi le dieci. Direi che potrei rientrare a mezzogiorno, così lui può andare a pranzo. Ricordati di mettere l' avviso di non disturbare e toglilo solo quando lui se ne è andato, ok? E ricordati di non chiudere la porta a chiave"
"Va bene...d'accordo."
Sta per precipitarsi fuori dalla cabina. La richiamo, e le passo il prendisole.
"Dì, non vorrai andare sulla passeggiata nuda, vero? e ora vai, vai e...divertiti"
E il mio augurio è del tutto sincero.
Mi sdraio sul lettino. Per tutto il tempo penso a mia moglie, che ora si trova fra le braccia dello sconosciuto: si baciano, poi lei gli prende il cazzo in mano, poi in bocca e poi...e poi scopano. Basta con questi pensieri. Mi vesto e vado a fare una lunga passeggiata. Entro in camera; sento il rumore della doccia. E sento anche un forte odore di...di eccitazione, di sesso, di fluidi corporei che pervade il letto. Evidentemente, lui se ne è appena andato e nella stanza permane il suo afrore di giovane maschio in calore.
Raccolgo le lenzuola afferrandole per un angolo e le scaravento a terra, poi mi spoglio completamente e mi distendo sul materasso. Sono eccitato! La porta del bagno si apre e Ada entra nella stanza, il corpo avvolto dal bianco telo da bagno con il monogramma dell' albergo. E'...radiosa, mi guarda con un gran sorriso, il sorriso di una donna appagata e felice. Poi vede la mia erezione e realizza che anche io voglio averla, che anche se è stata con un giovane e vigoroso ragazzo, io non sono da meno.
Sorride ancora e rientra in bagno, uscendone completamente nuda. Sale sul letto, in piedi, sovrastandomi.
Io sto per parlare, ma lei, mettendosi un dito sulle labbra "sssssssss" - fa chiedendomi silenzio." Ha ragione lei: non è quello il momento delle domande che rovinerebbero quella magica atmosfera che si è creata fra noi. Lentamente, si accovaccia sulla mia bocca in una muta richiesta, che accolgo, baciando la sua vulva, le grandi e le piccole labbra, succhiando il clitoride, leccando fin dove riesco ad arrivare. Nelle contrazioni del piacere, ripete, con passione mista a commozione, quasi singhiozzando.
"Amore, amore mio, quanto mi piacciono i tuoi baci, il tuo sesso. Mi piace tutto di te, amore."
Passato il momento del climax, afferra con delicatezza il mio cazzo, carezzandolo per fargli riacquistare il necessario turgore, poi si mette a cavalcioni e, aiutandosi con la mano lo dirige al' entrata del caldo nido. Sono eccitatissimo, ed in pochi minuti scarico la tensione, con un piacere quasi doloroso, nelle sue viscere.
Dopo le necessarie operazioni di "ripristino" scendiamo al ristorante. Nessuno dei due ha molto appetito. Mangiucchiamo una caprese, guardandoci negli occhi e stringendoci la mano sopra il tavolo.
Poi, torniamo alla spiaggia e ci sdraiamo sui nostri lettini. Il tipo è già lì, ma mia moglie non lo degna di uno sguardo. Alla sera ci concediamo una sontuosa cena a base di pesce e poi...a nanna. Il mattino dopo si parte, si torna nel brutto e noioso...mondo reale.
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