Due sono meglio di uno
di
MauXCuck
genere
trio
E finalmente arriva il sabato da lei tanto atteso, un sabato che si preannuncia caldissimo e pieno di sole.
Alle 7 del mattino doppiamo il molo frangiflutti ed usciamo in mare aperto. Mentre io timono la barca, Ada scende sottocoperta e va nella cabina padronale a recuperare il sonno perduto per la levataccia. Per prima cosa, devo salpare i palamiti che, usando il tender, ho calato la sera prima. Individuo il punto ed aggancio il galleggiante con il mezzomarinaio.
Per essere una lenza con solo una cinquantina di ami, pesa maledettamente (anche se si dovrebbe dire "benedettamente", visto che il peso indica una buona cattura). Non posso proprio lamentarmi: il primo pesce che isso a bordo è un gattuccio di non meno di 3 chili. Seguono due pagelli, un grongo e, a distanza di una decina di ami l' uno dall' altro,due esemplari, di cui u no veramente enorme, di "rana pescatrice". Pulisco i pesci, restituendo al mare una parte di ciò che il mare mi ha donato. Tengo solo il fegatodelle rane pescatrici, poi metto il bottino nel frigo e risalgo in coperta. Sono sudato e macchiato di sangue di pesce. Ada dorme ancora, perciò annodo una cima attorno alla vita e mi tuffo in mare.
Due minuti nell' acqua fresca bastano a ritemprarmi. Mi isso a bordo e avvio il motore. La seconda tappa è una secca conosciuta l' anno precedente, e che offre, abbondante pescato.
Bisogna però arrivare presto, prima che la zona si riempia di diportisti che si potrebbero incuriosire vedendo una barca ancorata lì, e prima che il sole alto faccia rifugiare le aragoste nel profondo della tana.
Sono circa le nove quando effettuo la prima immersione. Faccio in tempo a raschiare dallo scoglio una manciata di cozze prima di dover risalire a prendere fiato. Nel giro di mezz' ora raccolgo una buona quantità di cozze, qualche ostrica, e catturo, afferrandola per le antenne, una aragosta di buone dimensioni.
Risalgo a bordo, butto in mare i mitili più piccoli, salpo l' ancora e mi allontano dalla secca.
Il rumore del motore sveglia mia mogie, che mi raggiunge con una tazza di caffè. In barca non ci curiamo di vestiti o costumi. Lei indossa un corto grenbiule, per proteggersi da eventuali schizzi bollenti. Quando si volta per tornare sottocoperta, la vista improvvisa della schiena e dei glutei nudi e ancora chiari mi provoca una fitta all' inguine. Non vedo l' ora di calare l' ancora nella caletta dove siamo diretti e di...calare il mio asso di bastoni nella caletta di mia moglie. A velocità di crociera di 20 nodi riesco ad ancorare la barca dopo nemmeno mezz'ora. Come immaginavo, e speravo, la caletta è del tutto libera da natanti, e la spiaggetta è deserta, visto che l' unico modo per raggiungerla è via mare.
Calo il tender e raggiungiamo la riva. Stendiamo i teli e ci corichiamo sulla morbida sabbia. Non indossiamo costumi, inutii e fastidiosi.
La siesta dura poco. Dieci minuti e ci tuffiamo in mare per una breve nuotata rinfrescante. Ada si stende sul telo, ed io non mi lascio sfuggire l' occasione per gustare la sua ostrica che non mi sazia mai. Lei non aspettava altro: dischiude le gambe e mi offre le valve che forzo con la lingua. Ora che è fresca e conserva tutto il sapore del mare, mi trattengo a stento dal morderla come farei, e farò di lì a poco, con un' ostrica vera. Suggo la polpa, percorro con la lingua le labbra, scendo al bocciolo, vi depongo la mia saliva e i suoi succhi. Risalgo a solleticare il clito. Ora è pronta. Penetro dolcemente con il medio nella stretta guaina, introduco l' indice nel paradiso, e, mentre la mia lingua si dedica al dolce bottoncino, uso il pollice per accarezzare, stimolare la vulva.
Pochi secondi e lei ha il primo orgasmo, quello che la libera dalla troppa tensione. Ora può godersi appieno le mie manovre, che accompagna con movimenti del bacino, con sospiri, con movimenti della testa, che così bene conosco. So quello che vuole e lo faccio. Sospendo i baci, piego il medio verso la vagina e lo sfrego con l' indice che vi si trova all' interno. Questa manovra le provoca quello che lei chiama "il preorgasmo infinito", che si protrae finchè mi afferra la testa con le mani e la preme sulla vulva. A quel punto bastano poche, collaudate manovre perchè lei raggiunga il secondo orgasmo.
Io vorrei proseguire, ma lei mi ferma: "ora tocca a te".
Preferirei rimandare a poco più avanti, al fresco della barca e sul comodo lettone, magari dopo un paio di ostriche e una coppa di champagne, ma non voglio contraddirla. Lascio che si avvicini, carezzandomi il ventre coi suoi capelli sciolti. Poi accoglie la mia nuda, tenera, indifesa intimità nella calda umida bocca. Non sono più così sicuro di voler rimandare. Ho voglia di far l' amore, e so che lo vuole anche lei. Il piacere che ha appena provato è solo l' antipasto che anticipa piatti più sostanziosi.
"Vieni" sussurro.
Lei lascia con un bacio la mia intimità non più tenera, nè indifesa e le si mette a cavalcioni, riappropriandosene con un sospiro di soddisfazione. Nemmeno il tempo di gustare le sottili differenze fra le due bocche che, all' improvviso, sbucano da dietro lo scoglio, che delimita a destra la caletta, due moto d' acqua che, spenti i motori, si arenano per inerzia sulla spiaggia, a non più di un paio di metri da noi. Istintivamente, ho raccolto il telo di Ada e glielo ho sistemato sulla spalle, ma non credo di essere riuscito ad impedire che i motonauti abbiano avuto una sia pur fugace visione del "quadro vivente" che stavamo rappresentando. Lei mi si è distesa addosso, coperta dal telo, e io ho modo di osservare gli intrusi. Sono due ragazzi giovani, molto giovani, diciamo...appena maggiorenni. Uno castano e uno biondissimo, un classico biondo "nordico". Sono di spalle, seduti sui sedili delle moto, e parlottano a bassa voce. Poi il biondo prende da un marsupio impermeabile che indossa in vita un pacchetto di sigarette, ne offre una al compagno, ne mette una in bocca e le accende. "Beh - penso - se si sono fermati per fumare una sigaretta, fra pochi minuti se ne andranno".
Lo comunico a Ada, e le chiedo di sdraiarsi accanto a me, coprendosi come può, nell' attesa, che spero breve, che i due tolgano il disturbo. Nella manovra di disimpegno qualcosa va storto, e per qualche secondo lei offre una quasi totale visione del proprio corpo nudo. Invece che sdraiarsi si siede e con un lembo del telo copre solo il pube.
I due finiscono di fumare. Finalmente se ne andranno, penso. Invece si siedono su uno scoglio a poca distanza. La spiaggetta, a causa del continuo innalzamento del livello del mare, è minuscola, e lo spazio è molto limitato. Ci danno le spalle. Parlano e, anche se a bassa voce, ora capisco che parlano in inglese. Il biondo in modo più fluente, il castano più stentatamente. Ogni tanto buttano un' occhiata verso di noi. Visto che non sembrano intenzionati ad andarsene, Ada rompe gli indugi e si tuffa in mare per una breve nuotata. I due non la perdono di vista. Ora parlano animatamente, e credo proprio di non sbagliare se penso che il soggetto della loro conversazione sia mia moglie. Lei esce dall' acqua. Sembra Venere che emerge dal mare. Con tutta calma viene a sdraiarsi accanto a me. Forse ho capito il motivo dello spettacolino che ci ha offerto.
"Senti - le chiedo - non è che...?"
Non ho bisogno di aggiungere altro.
"Mah...non so...può darsi."
"Ma...con tutt'e due?"
"Beh, sì, direi di sì." Poi, con un sorriso, aggiunge:
"Però credo che la tua presenza li metta in imbarazzo."
Penso che abbia ragione. Non ho bisogno di inventarmi niente, è veramente ora di pensare a cosa mettere sotto i denti.
"Senti, cara - dico con un tono di voce abbastanza alto da essere chiaramente inteso dai due ragazzi - io vado a preparare il pranzo. Vado a nuoto, quando è pronto ti chiamo e tu mi raggiungi con il gommone, d' accordo?"
"Ok, vai...tranquillo."
Mi alzo e, nudo come sono, faccio tre passi e mi tuffo in mare. Poche bracciate e raggiungo la barca, distante una quindicina di metri. Ho idea di preparare un pranzetto veloce ma gustoso: antipasto di ostriche e, a seguire, spaghetti alle cozze. Li tolgo dal frigo e li porto a poppa, per pulirli. Così posso guardare quel che succede nella spiaggetta. A quanto pare, non sta succedendo niente di niente. I due ragazzi sono sempre seduti sullo scoglio, e Ada è stesa a pancia sotto a godersi il sole che dovrebbe eliminare gli antiestetici (secondo lei) segni del costume: a lei non dà fastidio ma ai due ragazzi, specialmente al biondino, forse sì. Si tuffano in acqua ridendo di qualcosa che sanno solo loro (e io credo di intuire) e, quando tornano a riva sono senza costume. Li sistemano sullo scoglio per farli asciugare al sole e rimangono in piedi, la schiena appoggiata alla roccia. Anche Ada ha notato che sono nudi. Si mette supina, le gambe parzialmente divaricate, offrendosi totalmente alla loro vista, quale preludio di un' offerta a ben altri sensi. I due parlottano animatamente. Sembra che il biondo inviti l' amico a fare qualcosa. Lui è un pò titubante, poi si decide. Prende il pacchetto di sigarette e l' accendino e si avvicina a mia moglie. Anche da quella distanza noto un inizio di erezione. Si accoccola sui talloni e le offre il pacchetto, chiedendole, come è facile intuire, se vuole fumare. Anche se non sento, so cosa risponderà: "Grazie, volentieri, e mi piacerebbe anche un buon sigaro". E infatti, la vedo allungare la mano verso la sua virilità. Lui si sdraia (sul MIO telo) e lei, coricandosi sul fianco, inizia a...fumare il sigaro del ragazzo. Il biondo le si piazza dietro, sdraiandosi di fianco. Le afferra la cavigia e alza la gamba. Ora il suo membro è a contatto con l' intimità di mia moglie. Dai loro movimenti immagino, più che vedere, che la stia penetrando, e anche con una certa foga, cosa che a lei sembra non dispiacere affatto. Il brunetto non resiste e viene. Mia moglie, dopo il primo schizzo che l' ha colta di sorpresa, si toglie, e prosegue muovendo solo la mano finchè gli spruzzi terminano. Ora può dedicarsi al suo piacere. Mentre il biondino continua a scopare, si mette a pecora e si accarezza il clitoride. Metto la pentola con le cozze sul fuoco, e quando torno in coperta, i tre sono in mare. Ridono e scherzano. Tornano a riva e lei, agitando le braccia in alto per attirare la mia attenzione:
"Tesorooooo, abbiamo ospiti a pranzo."
Non è un grosso problema, basta organizzarsi.
Le ostriche sono 19, numero che, come si sa, non si può dividere per quattro. Risolvo il problema mangiandone tre, e stappando una fresca bottiglia di Pigato.
Come piatto principale, basta aggiungere alle cozze la coda dell' aragosta tagliata a pezzi, ed ecco fatto.
Porto il tagliere, l' aragosta ed il coltellaccio per farla a pezzi sul tavolo a poppa. Sento il rumore del gommone e dei due scooter che si avvicinano, ed eccoli a bordo.
Mia moglie esibisce un nudo smagliante. I due si sono rimessi il costume.
Lei mi passa a fianco, un bacio veloce a fior di labbra e corre sotto la doccia, per liberare la pelle dalla salsedine.
Devo fare gli onori di casa, come educazione impone.
"Salve, benvenuti a bordo."
"Piacere - fa il bruno - porgendomi la mano."
Io gli mostro le mie, sporche di pesce, e mi limito ad alzare una mano.
"Questo è il mio amico ********** (gli asterischi stanno ad indicare un suono gutturale, che sarebbe il nome dell' amico norvegese)."
"Hi" Sembra simpatico, ha un bel sorriso franco.
"Come mai da queste parti?" Chiedo a Stefano, il bruno.
"Un pò di vacanza."
Non so cos' altro chiedergli (anche perchè non mi importa sapere di loro). Per fortuna ci pensa Ada a togliermi dall' imbarazzo.
"Ragazziii... su, tocca a voi."
Il primo a muoversi è ********.
Mentre aspettiamo che finisca, mia moglie mi chiede.
"Cosa ci prepari di buono...amore?"
"Non te lo dico...è una sorpresa. E tu, cosa mi prepari di buono?"
"E' una sorpresa anche la mia." Poi, sottovoce e girando le spalle a Stefano
"Ma glieli hai visti i cazzi?"
"Quello di questo sì, ma quello del biondino no."
"Mi sembra perfetto per...beh, non te lo dico, altrimenti che sorpresa è?"
ll biondino ha finito la doccia e ci raggiunge. Si siede al sole per asciugarsi, mentre aspettiamo l' arrivo di Stefano. Evidentemente si sente a casa, visto che ha pensato bene di non rimettersi il costume. Mentre lavoro, butto un' occhiata al suo inguine. Credo di aver capito che sorpresa mi prepara Ada, e il pensiero mi provoca un paio di sussulti nelle parti basse, nascoste dal grembiule.
Arriva anche Stefano. Lei, con occhi scintillanti, fa:
"Allora, ragazzi, siamo pronti? Andiamo?" poi, sorridendomi
"E tu non vieni?"
"E chi lo prepara il pranzo? Divertiti...e lascia aperta la porta della cabina."
Si incamminano verso la cabina padronale, e io li seguo. Dalla cucina si ha una vista dall' alto della cabina. Mia moglie sistema un paio di teli da mare sulle lenzuola e, mentre è ancora piegata, il biondino la abbraccia da dietro, afferrandole i seni, carezzandole i capezzoli. Lei si stende sul letto. Lui, in ginocchio, avvicina il cazzo alla sua bocca. Ora lo vedo bene: è lungo, sottile, durissimo. Lei non si fa pregare ad accoglierlo in bocca, mentre Stefano cerca di darsi da fare leccandole le fica
Finora tutto normale, e io ho un pranzo da preparare. Faccio aprire le cozze, e le lascio raffreddare. Intanto scaldo dell' olio, aggiungo un paio di spicchi di aglio e li faccio dorare, prima di versare una piccola quantità di passata di pomodoro.
Ogni tanto lancio un' occhiata verso la cabina: siamo ancora ai giochi di bocca. Mia moglie un pò si dedica ad uno, un pò all' altro, mentre loro non smettono di carezzarla, di frugarla dappertutto, di succhiarle i seni...
Tolgo i molluschi dai gusci e li metto in una ciotola, con un pò di acqua rilasciata durante la cottura. Il pomodoro si sta restringendo e l' acqua è vicina all' ebollizione.
Guardo verso la cabina. Un' arruffamento di corpi senza capo nè coda ma niente di sostanzioso: sembra che stiano giocando.
E' il momento di aggiungere le cozze e i pezzi di coda di aragosta al sugo. Nel frattempo, prendo il fegato delle due rane e quello dell' aragosta e li pesto nel mortaio fino ad ottenere una crema piuttosto densa, alla quale aggiungo un paio di cucchiai di olio.
Ora l' acqua bolle ma se quelli non si sbrigano...
Un' altra occhiata verso la cabina: la situazione è cambiata. Non è più tempo di giochi. Lei, il viso rivolto verso di me, si appresta a cavalcare Stefano. Deve guidargli il cazzo all' ingresso, visto che è talmente tosto che continua a scivolare fuori. Intanto, lo sta succhiando a *********. Ora il cazzo di Stefano è ben sistemato nel profondo della sua fica. Sempre spompinando il cazzo del biondino armeggia con il boccettino che io conosco così bene. Versa l' olio sulle dita e le passa dietro. Dopo tre o quattro manovre, rialza la testa dall' inguine del biondino e, rivolta a Stefano, gli chiede di dirgli che vuole che le vada dietro.
"Lui? Veramente ne ho una gran voglia io, non è che potresti...."
"Dì, ma hai visto il tuo cazzo e il suo?" Risponde mia moglie...
"E se...lo facessi dopo di lui?"
"Beh, vedremo, ora però diglielo."
Non posso perdermi quello spettacolo, per me del tutto nuovo. Eppoi, sarebbe come dire a Ada che la sua sorpresa non mi piace, mentre è vero il contrario.
Spengo i fornelli e mi precipito giù per la scaletta. Arrivo giusto in tempo per vedere quel lungo, duro, bianco pisello dalla cappella rosa sparire, centimetro dopo centimetro, nel bocciolo di mia moglie.
Lei mi afferra una coscia, e mi attira verso di sè. Mi bacia il membro che, ad ogni contatto con le labbra, assume rigidità e si solleva. Finalmente lo fa sparire nella sua calda bocca e inizia a spompinarlo con la consueta maestria e passione. Intanto si sta eccitando. Ha trovato il ritmo giusto e gestisce i due cazzi in modo da trarne il massimo piacere. Io sono come ipnotizzato dalla lunga asta di carne bianca che entra ed esce dal suo culo. Ipnotizzato ed eccitato. L' orgasmo è lì, appeso, basta un niente a scatenarlo. Ora il biondino afferra i fianchi di Ada e si mette a stantuffare a ritmo sempre più veloce. Sta per esplodere, ma viene preceduto da lei che abbandona momentaneamente il mio membro, afferra i seni strizzandoli, tirando i capezzoli con indice e pollice e:
" Siiiiiii....siiiiiii godoooooo...oddiodiodiogodooooooo...siiiiiii....sono una troiaaaa...godooooo..."
Si riappropria del mio cazzo.
"Dai, godi anche tu, sborrami in bocca, la voglio bere tutta."
Non sarà difficile...l' imput finale me lo da il biondino che, con un lungo sospiro le riversa nelle viscere la sua giovanile esuberanza.
E finalmente anche io ho un orgasmo che spegne la...sete di mia moglie.
Mi ero dimenticato di Stefano.
"Senti - fa lui - scusa...adesso posso?"
"Ehhhhh??? Ma non puoi finire così?"
"Sì ma...mi piacerebbe tanto. Faccio piano...ehhhh?"
"Evabbè, ma se non mi piace esci, ok?"
Lui si toglie e prende il posto del biondino.
Ora vedo bene il suo arnese. Forse non è lungo come quello di ********, però sembra molto più grosso. Ha un pò di difficoltà ad entrare ma, con l' aiuto di Ada, finalmente ce la fa.
Vorrei continuare a guardare, ma devo ancora farmi la doccia e preparare il pranzo.
Quando apro la porta del bagno per uscire, lei è lì fuori, pronta a prendere il mio posto.
"Tutto bene?" Le chiedo con un sorriso.
"Bene??? Benissimo...ma ora ho una fame..."
Riaccendo i fuochi e preparo le ostriche.
Appena mia moglie esce, le chiedo di apparecchiare. Butto una dose abbondante di spaghetti e, in attesa che cuociano, mi siedo a tavola, a condividere ostriche e vino bianco.
La pasta è cotta. La verso nella capace pentola in cui ho messo il sugo e mescolo. Aggiungo un buon pugno di prezzemolo, la salsina che ho preparato al mortaio, dò ancora una girata e porto in tavola.
Quella sera, a letto, le chiedo, con un tono di voce leggero, come se la domanda fosse riferita ad una curiosità priva d' importanza:
"Amore, oggi sei stata meravigliosa. Ho anche apprezzato la novità..."
"Che novità?" mi interrompe
"Ma sì...quando hai detto quelle cose...godo...e.."sono una troia"...
"Ti dà fastidio?"
"No, assolutamente...anzi, come ripeto è una novità che ho apprezzato. E' solo una curiosità, dato che "sono una troia" non l' avevi mai detto..."
"Sai, quando sono lì e sto godendo, se mi lascio andare anche...verbalmente il piacere è più intenso, più coinvolgente. Però, non è la prima volta, che lo dico. Forse non hai sentito, ma l' ho fatto anche sabato sera, mentre scopavo con Gabriele. E poi anche dopo, con il ragazzo sulla spiaggia, ma lì non potevi sentire, eri troppo lontano."
"Tesoro, le tue novità sono sempre così intriganti, e le apprezzo tutte. Buonanotte, amore."
Ci scambiamo un bacio fugace...
"Sai, caro, credo di essere già pronta per un' altra novità: hai presente quella pubblicità che dice che due è meglio di uno? Beh...è vero, è proprio vero."
Poi, con la bocca già un pò impastata dal sonno:
"Chissà se Gabriele credeva di vederci, stasera."
Alle 7 del mattino doppiamo il molo frangiflutti ed usciamo in mare aperto. Mentre io timono la barca, Ada scende sottocoperta e va nella cabina padronale a recuperare il sonno perduto per la levataccia. Per prima cosa, devo salpare i palamiti che, usando il tender, ho calato la sera prima. Individuo il punto ed aggancio il galleggiante con il mezzomarinaio.
Per essere una lenza con solo una cinquantina di ami, pesa maledettamente (anche se si dovrebbe dire "benedettamente", visto che il peso indica una buona cattura). Non posso proprio lamentarmi: il primo pesce che isso a bordo è un gattuccio di non meno di 3 chili. Seguono due pagelli, un grongo e, a distanza di una decina di ami l' uno dall' altro,due esemplari, di cui u no veramente enorme, di "rana pescatrice". Pulisco i pesci, restituendo al mare una parte di ciò che il mare mi ha donato. Tengo solo il fegatodelle rane pescatrici, poi metto il bottino nel frigo e risalgo in coperta. Sono sudato e macchiato di sangue di pesce. Ada dorme ancora, perciò annodo una cima attorno alla vita e mi tuffo in mare.
Due minuti nell' acqua fresca bastano a ritemprarmi. Mi isso a bordo e avvio il motore. La seconda tappa è una secca conosciuta l' anno precedente, e che offre, abbondante pescato.
Bisogna però arrivare presto, prima che la zona si riempia di diportisti che si potrebbero incuriosire vedendo una barca ancorata lì, e prima che il sole alto faccia rifugiare le aragoste nel profondo della tana.
Sono circa le nove quando effettuo la prima immersione. Faccio in tempo a raschiare dallo scoglio una manciata di cozze prima di dover risalire a prendere fiato. Nel giro di mezz' ora raccolgo una buona quantità di cozze, qualche ostrica, e catturo, afferrandola per le antenne, una aragosta di buone dimensioni.
Risalgo a bordo, butto in mare i mitili più piccoli, salpo l' ancora e mi allontano dalla secca.
Il rumore del motore sveglia mia mogie, che mi raggiunge con una tazza di caffè. In barca non ci curiamo di vestiti o costumi. Lei indossa un corto grenbiule, per proteggersi da eventuali schizzi bollenti. Quando si volta per tornare sottocoperta, la vista improvvisa della schiena e dei glutei nudi e ancora chiari mi provoca una fitta all' inguine. Non vedo l' ora di calare l' ancora nella caletta dove siamo diretti e di...calare il mio asso di bastoni nella caletta di mia moglie. A velocità di crociera di 20 nodi riesco ad ancorare la barca dopo nemmeno mezz'ora. Come immaginavo, e speravo, la caletta è del tutto libera da natanti, e la spiaggetta è deserta, visto che l' unico modo per raggiungerla è via mare.
Calo il tender e raggiungiamo la riva. Stendiamo i teli e ci corichiamo sulla morbida sabbia. Non indossiamo costumi, inutii e fastidiosi.
La siesta dura poco. Dieci minuti e ci tuffiamo in mare per una breve nuotata rinfrescante. Ada si stende sul telo, ed io non mi lascio sfuggire l' occasione per gustare la sua ostrica che non mi sazia mai. Lei non aspettava altro: dischiude le gambe e mi offre le valve che forzo con la lingua. Ora che è fresca e conserva tutto il sapore del mare, mi trattengo a stento dal morderla come farei, e farò di lì a poco, con un' ostrica vera. Suggo la polpa, percorro con la lingua le labbra, scendo al bocciolo, vi depongo la mia saliva e i suoi succhi. Risalgo a solleticare il clito. Ora è pronta. Penetro dolcemente con il medio nella stretta guaina, introduco l' indice nel paradiso, e, mentre la mia lingua si dedica al dolce bottoncino, uso il pollice per accarezzare, stimolare la vulva.
Pochi secondi e lei ha il primo orgasmo, quello che la libera dalla troppa tensione. Ora può godersi appieno le mie manovre, che accompagna con movimenti del bacino, con sospiri, con movimenti della testa, che così bene conosco. So quello che vuole e lo faccio. Sospendo i baci, piego il medio verso la vagina e lo sfrego con l' indice che vi si trova all' interno. Questa manovra le provoca quello che lei chiama "il preorgasmo infinito", che si protrae finchè mi afferra la testa con le mani e la preme sulla vulva. A quel punto bastano poche, collaudate manovre perchè lei raggiunga il secondo orgasmo.
Io vorrei proseguire, ma lei mi ferma: "ora tocca a te".
Preferirei rimandare a poco più avanti, al fresco della barca e sul comodo lettone, magari dopo un paio di ostriche e una coppa di champagne, ma non voglio contraddirla. Lascio che si avvicini, carezzandomi il ventre coi suoi capelli sciolti. Poi accoglie la mia nuda, tenera, indifesa intimità nella calda umida bocca. Non sono più così sicuro di voler rimandare. Ho voglia di far l' amore, e so che lo vuole anche lei. Il piacere che ha appena provato è solo l' antipasto che anticipa piatti più sostanziosi.
"Vieni" sussurro.
Lei lascia con un bacio la mia intimità non più tenera, nè indifesa e le si mette a cavalcioni, riappropriandosene con un sospiro di soddisfazione. Nemmeno il tempo di gustare le sottili differenze fra le due bocche che, all' improvviso, sbucano da dietro lo scoglio, che delimita a destra la caletta, due moto d' acqua che, spenti i motori, si arenano per inerzia sulla spiaggia, a non più di un paio di metri da noi. Istintivamente, ho raccolto il telo di Ada e glielo ho sistemato sulla spalle, ma non credo di essere riuscito ad impedire che i motonauti abbiano avuto una sia pur fugace visione del "quadro vivente" che stavamo rappresentando. Lei mi si è distesa addosso, coperta dal telo, e io ho modo di osservare gli intrusi. Sono due ragazzi giovani, molto giovani, diciamo...appena maggiorenni. Uno castano e uno biondissimo, un classico biondo "nordico". Sono di spalle, seduti sui sedili delle moto, e parlottano a bassa voce. Poi il biondo prende da un marsupio impermeabile che indossa in vita un pacchetto di sigarette, ne offre una al compagno, ne mette una in bocca e le accende. "Beh - penso - se si sono fermati per fumare una sigaretta, fra pochi minuti se ne andranno".
Lo comunico a Ada, e le chiedo di sdraiarsi accanto a me, coprendosi come può, nell' attesa, che spero breve, che i due tolgano il disturbo. Nella manovra di disimpegno qualcosa va storto, e per qualche secondo lei offre una quasi totale visione del proprio corpo nudo. Invece che sdraiarsi si siede e con un lembo del telo copre solo il pube.
I due finiscono di fumare. Finalmente se ne andranno, penso. Invece si siedono su uno scoglio a poca distanza. La spiaggetta, a causa del continuo innalzamento del livello del mare, è minuscola, e lo spazio è molto limitato. Ci danno le spalle. Parlano e, anche se a bassa voce, ora capisco che parlano in inglese. Il biondo in modo più fluente, il castano più stentatamente. Ogni tanto buttano un' occhiata verso di noi. Visto che non sembrano intenzionati ad andarsene, Ada rompe gli indugi e si tuffa in mare per una breve nuotata. I due non la perdono di vista. Ora parlano animatamente, e credo proprio di non sbagliare se penso che il soggetto della loro conversazione sia mia moglie. Lei esce dall' acqua. Sembra Venere che emerge dal mare. Con tutta calma viene a sdraiarsi accanto a me. Forse ho capito il motivo dello spettacolino che ci ha offerto.
"Senti - le chiedo - non è che...?"
Non ho bisogno di aggiungere altro.
"Mah...non so...può darsi."
"Ma...con tutt'e due?"
"Beh, sì, direi di sì." Poi, con un sorriso, aggiunge:
"Però credo che la tua presenza li metta in imbarazzo."
Penso che abbia ragione. Non ho bisogno di inventarmi niente, è veramente ora di pensare a cosa mettere sotto i denti.
"Senti, cara - dico con un tono di voce abbastanza alto da essere chiaramente inteso dai due ragazzi - io vado a preparare il pranzo. Vado a nuoto, quando è pronto ti chiamo e tu mi raggiungi con il gommone, d' accordo?"
"Ok, vai...tranquillo."
Mi alzo e, nudo come sono, faccio tre passi e mi tuffo in mare. Poche bracciate e raggiungo la barca, distante una quindicina di metri. Ho idea di preparare un pranzetto veloce ma gustoso: antipasto di ostriche e, a seguire, spaghetti alle cozze. Li tolgo dal frigo e li porto a poppa, per pulirli. Così posso guardare quel che succede nella spiaggetta. A quanto pare, non sta succedendo niente di niente. I due ragazzi sono sempre seduti sullo scoglio, e Ada è stesa a pancia sotto a godersi il sole che dovrebbe eliminare gli antiestetici (secondo lei) segni del costume: a lei non dà fastidio ma ai due ragazzi, specialmente al biondino, forse sì. Si tuffano in acqua ridendo di qualcosa che sanno solo loro (e io credo di intuire) e, quando tornano a riva sono senza costume. Li sistemano sullo scoglio per farli asciugare al sole e rimangono in piedi, la schiena appoggiata alla roccia. Anche Ada ha notato che sono nudi. Si mette supina, le gambe parzialmente divaricate, offrendosi totalmente alla loro vista, quale preludio di un' offerta a ben altri sensi. I due parlottano animatamente. Sembra che il biondo inviti l' amico a fare qualcosa. Lui è un pò titubante, poi si decide. Prende il pacchetto di sigarette e l' accendino e si avvicina a mia moglie. Anche da quella distanza noto un inizio di erezione. Si accoccola sui talloni e le offre il pacchetto, chiedendole, come è facile intuire, se vuole fumare. Anche se non sento, so cosa risponderà: "Grazie, volentieri, e mi piacerebbe anche un buon sigaro". E infatti, la vedo allungare la mano verso la sua virilità. Lui si sdraia (sul MIO telo) e lei, coricandosi sul fianco, inizia a...fumare il sigaro del ragazzo. Il biondo le si piazza dietro, sdraiandosi di fianco. Le afferra la cavigia e alza la gamba. Ora il suo membro è a contatto con l' intimità di mia moglie. Dai loro movimenti immagino, più che vedere, che la stia penetrando, e anche con una certa foga, cosa che a lei sembra non dispiacere affatto. Il brunetto non resiste e viene. Mia moglie, dopo il primo schizzo che l' ha colta di sorpresa, si toglie, e prosegue muovendo solo la mano finchè gli spruzzi terminano. Ora può dedicarsi al suo piacere. Mentre il biondino continua a scopare, si mette a pecora e si accarezza il clitoride. Metto la pentola con le cozze sul fuoco, e quando torno in coperta, i tre sono in mare. Ridono e scherzano. Tornano a riva e lei, agitando le braccia in alto per attirare la mia attenzione:
"Tesorooooo, abbiamo ospiti a pranzo."
Non è un grosso problema, basta organizzarsi.
Le ostriche sono 19, numero che, come si sa, non si può dividere per quattro. Risolvo il problema mangiandone tre, e stappando una fresca bottiglia di Pigato.
Come piatto principale, basta aggiungere alle cozze la coda dell' aragosta tagliata a pezzi, ed ecco fatto.
Porto il tagliere, l' aragosta ed il coltellaccio per farla a pezzi sul tavolo a poppa. Sento il rumore del gommone e dei due scooter che si avvicinano, ed eccoli a bordo.
Mia moglie esibisce un nudo smagliante. I due si sono rimessi il costume.
Lei mi passa a fianco, un bacio veloce a fior di labbra e corre sotto la doccia, per liberare la pelle dalla salsedine.
Devo fare gli onori di casa, come educazione impone.
"Salve, benvenuti a bordo."
"Piacere - fa il bruno - porgendomi la mano."
Io gli mostro le mie, sporche di pesce, e mi limito ad alzare una mano.
"Questo è il mio amico ********** (gli asterischi stanno ad indicare un suono gutturale, che sarebbe il nome dell' amico norvegese)."
"Hi" Sembra simpatico, ha un bel sorriso franco.
"Come mai da queste parti?" Chiedo a Stefano, il bruno.
"Un pò di vacanza."
Non so cos' altro chiedergli (anche perchè non mi importa sapere di loro). Per fortuna ci pensa Ada a togliermi dall' imbarazzo.
"Ragazziii... su, tocca a voi."
Il primo a muoversi è ********.
Mentre aspettiamo che finisca, mia moglie mi chiede.
"Cosa ci prepari di buono...amore?"
"Non te lo dico...è una sorpresa. E tu, cosa mi prepari di buono?"
"E' una sorpresa anche la mia." Poi, sottovoce e girando le spalle a Stefano
"Ma glieli hai visti i cazzi?"
"Quello di questo sì, ma quello del biondino no."
"Mi sembra perfetto per...beh, non te lo dico, altrimenti che sorpresa è?"
ll biondino ha finito la doccia e ci raggiunge. Si siede al sole per asciugarsi, mentre aspettiamo l' arrivo di Stefano. Evidentemente si sente a casa, visto che ha pensato bene di non rimettersi il costume. Mentre lavoro, butto un' occhiata al suo inguine. Credo di aver capito che sorpresa mi prepara Ada, e il pensiero mi provoca un paio di sussulti nelle parti basse, nascoste dal grembiule.
Arriva anche Stefano. Lei, con occhi scintillanti, fa:
"Allora, ragazzi, siamo pronti? Andiamo?" poi, sorridendomi
"E tu non vieni?"
"E chi lo prepara il pranzo? Divertiti...e lascia aperta la porta della cabina."
Si incamminano verso la cabina padronale, e io li seguo. Dalla cucina si ha una vista dall' alto della cabina. Mia moglie sistema un paio di teli da mare sulle lenzuola e, mentre è ancora piegata, il biondino la abbraccia da dietro, afferrandole i seni, carezzandole i capezzoli. Lei si stende sul letto. Lui, in ginocchio, avvicina il cazzo alla sua bocca. Ora lo vedo bene: è lungo, sottile, durissimo. Lei non si fa pregare ad accoglierlo in bocca, mentre Stefano cerca di darsi da fare leccandole le fica
Finora tutto normale, e io ho un pranzo da preparare. Faccio aprire le cozze, e le lascio raffreddare. Intanto scaldo dell' olio, aggiungo un paio di spicchi di aglio e li faccio dorare, prima di versare una piccola quantità di passata di pomodoro.
Ogni tanto lancio un' occhiata verso la cabina: siamo ancora ai giochi di bocca. Mia moglie un pò si dedica ad uno, un pò all' altro, mentre loro non smettono di carezzarla, di frugarla dappertutto, di succhiarle i seni...
Tolgo i molluschi dai gusci e li metto in una ciotola, con un pò di acqua rilasciata durante la cottura. Il pomodoro si sta restringendo e l' acqua è vicina all' ebollizione.
Guardo verso la cabina. Un' arruffamento di corpi senza capo nè coda ma niente di sostanzioso: sembra che stiano giocando.
E' il momento di aggiungere le cozze e i pezzi di coda di aragosta al sugo. Nel frattempo, prendo il fegato delle due rane e quello dell' aragosta e li pesto nel mortaio fino ad ottenere una crema piuttosto densa, alla quale aggiungo un paio di cucchiai di olio.
Ora l' acqua bolle ma se quelli non si sbrigano...
Un' altra occhiata verso la cabina: la situazione è cambiata. Non è più tempo di giochi. Lei, il viso rivolto verso di me, si appresta a cavalcare Stefano. Deve guidargli il cazzo all' ingresso, visto che è talmente tosto che continua a scivolare fuori. Intanto, lo sta succhiando a *********. Ora il cazzo di Stefano è ben sistemato nel profondo della sua fica. Sempre spompinando il cazzo del biondino armeggia con il boccettino che io conosco così bene. Versa l' olio sulle dita e le passa dietro. Dopo tre o quattro manovre, rialza la testa dall' inguine del biondino e, rivolta a Stefano, gli chiede di dirgli che vuole che le vada dietro.
"Lui? Veramente ne ho una gran voglia io, non è che potresti...."
"Dì, ma hai visto il tuo cazzo e il suo?" Risponde mia moglie...
"E se...lo facessi dopo di lui?"
"Beh, vedremo, ora però diglielo."
Non posso perdermi quello spettacolo, per me del tutto nuovo. Eppoi, sarebbe come dire a Ada che la sua sorpresa non mi piace, mentre è vero il contrario.
Spengo i fornelli e mi precipito giù per la scaletta. Arrivo giusto in tempo per vedere quel lungo, duro, bianco pisello dalla cappella rosa sparire, centimetro dopo centimetro, nel bocciolo di mia moglie.
Lei mi afferra una coscia, e mi attira verso di sè. Mi bacia il membro che, ad ogni contatto con le labbra, assume rigidità e si solleva. Finalmente lo fa sparire nella sua calda bocca e inizia a spompinarlo con la consueta maestria e passione. Intanto si sta eccitando. Ha trovato il ritmo giusto e gestisce i due cazzi in modo da trarne il massimo piacere. Io sono come ipnotizzato dalla lunga asta di carne bianca che entra ed esce dal suo culo. Ipnotizzato ed eccitato. L' orgasmo è lì, appeso, basta un niente a scatenarlo. Ora il biondino afferra i fianchi di Ada e si mette a stantuffare a ritmo sempre più veloce. Sta per esplodere, ma viene preceduto da lei che abbandona momentaneamente il mio membro, afferra i seni strizzandoli, tirando i capezzoli con indice e pollice e:
" Siiiiiii....siiiiiii godoooooo...oddiodiodiogodooooooo...siiiiiii....sono una troiaaaa...godooooo..."
Si riappropria del mio cazzo.
"Dai, godi anche tu, sborrami in bocca, la voglio bere tutta."
Non sarà difficile...l' imput finale me lo da il biondino che, con un lungo sospiro le riversa nelle viscere la sua giovanile esuberanza.
E finalmente anche io ho un orgasmo che spegne la...sete di mia moglie.
Mi ero dimenticato di Stefano.
"Senti - fa lui - scusa...adesso posso?"
"Ehhhhh??? Ma non puoi finire così?"
"Sì ma...mi piacerebbe tanto. Faccio piano...ehhhh?"
"Evabbè, ma se non mi piace esci, ok?"
Lui si toglie e prende il posto del biondino.
Ora vedo bene il suo arnese. Forse non è lungo come quello di ********, però sembra molto più grosso. Ha un pò di difficoltà ad entrare ma, con l' aiuto di Ada, finalmente ce la fa.
Vorrei continuare a guardare, ma devo ancora farmi la doccia e preparare il pranzo.
Quando apro la porta del bagno per uscire, lei è lì fuori, pronta a prendere il mio posto.
"Tutto bene?" Le chiedo con un sorriso.
"Bene??? Benissimo...ma ora ho una fame..."
Riaccendo i fuochi e preparo le ostriche.
Appena mia moglie esce, le chiedo di apparecchiare. Butto una dose abbondante di spaghetti e, in attesa che cuociano, mi siedo a tavola, a condividere ostriche e vino bianco.
La pasta è cotta. La verso nella capace pentola in cui ho messo il sugo e mescolo. Aggiungo un buon pugno di prezzemolo, la salsina che ho preparato al mortaio, dò ancora una girata e porto in tavola.
Quella sera, a letto, le chiedo, con un tono di voce leggero, come se la domanda fosse riferita ad una curiosità priva d' importanza:
"Amore, oggi sei stata meravigliosa. Ho anche apprezzato la novità..."
"Che novità?" mi interrompe
"Ma sì...quando hai detto quelle cose...godo...e.."sono una troia"...
"Ti dà fastidio?"
"No, assolutamente...anzi, come ripeto è una novità che ho apprezzato. E' solo una curiosità, dato che "sono una troia" non l' avevi mai detto..."
"Sai, quando sono lì e sto godendo, se mi lascio andare anche...verbalmente il piacere è più intenso, più coinvolgente. Però, non è la prima volta, che lo dico. Forse non hai sentito, ma l' ho fatto anche sabato sera, mentre scopavo con Gabriele. E poi anche dopo, con il ragazzo sulla spiaggia, ma lì non potevi sentire, eri troppo lontano."
"Tesoro, le tue novità sono sempre così intriganti, e le apprezzo tutte. Buonanotte, amore."
Ci scambiamo un bacio fugace...
"Sai, caro, credo di essere già pronta per un' altra novità: hai presente quella pubblicità che dice che due è meglio di uno? Beh...è vero, è proprio vero."
Poi, con la bocca già un pò impastata dal sonno:
"Chissà se Gabriele credeva di vederci, stasera."
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