Le Jenaise (atto 4-5)
di
Vanj B.
genere
dominazione
Cap.16 Dolore
Lorenzo è cambiato, oppure c'è qualche cosa che non va. Questo era il pensiero che mi ossessionava. Da quando sono tornata alla villa, si!, era molto dolce e gentile con me, ma mi sembrava più taciturno e mi faceva fare l'amore in modo molto "tradizionale". Oramai erano più di due settimane che ero tornata e non mi aveva ancora chiesto di fare nulla di quei "giochetti" che a lui "ma anche a me" piacevano molto. Non mi aveva chiesto di rimanere nuda in casa o di usare quegli "oggetti" davanti a lui o di indossare quegli abitini molto sexy e, specialmente, non accennava minimamente a quella casa di Nizza "ero convinta che una delle cose che mi avrebbe fatto fare per prima era proprio portarmi in quel locale". Questa, pensavo, è sicuramente la vita che fa una "moglie" ma io non voglio fare la moglie, se avessi voluto fare la moglie avrei cercato un uomo che mi sposasse "e mi viene in mente il discorso di Alexia". Insomma mi accorgevo che il sesso, come ero abituata, mi mancava "molto". Penso a molte cose per giustificare il suo comportamento ma, alla fine, prendo una decisione, venerdì, quando arriverà, gli chiederò il perché di tutto questo.
Quando giunge alla villa, però, non è solo, con lui c'è Ilenia "è andato a prenderla in valle d'Aosta". Ciao che sorpresa, le dico, poi m’accorgo che il suo viso è molto sciupato come se avesse pianto molto. Guardo Lorenzo e dico: è successo qualcosa?. Starà qui con noi per un po’, mi risponde. Lei mi si avvicina mi abbraccia e scoppia a piangere dicendomi: Carlo si sposa. Mentre la stringo forte guardo Lorenzo, non riesco a dire nulla e comincio a piangere anch'io. la capisco... Oh!.. se la capisco. Un giorno, prima o poi, capiterà anche a me, penso. Lui mi guarda per un attimo, poi se ne va lasciandoci sole. La trascino sul divano, dopo qualche attimo sono ancora lì che la stringo senza saper cosa dirle per consolarla poi, scoppio e urlo: insomma smettila di piangere lo sapevi no? che sarebbe andata così, lo sapevi fin dall'inizio. Lei annuisce con la testa ed io: avresti preferito essere tu la moglie e che lei fosse al tuo posto?. No, mi dice, hai ragione, in questi anni l'ho amato molto ma anche lui m’ha amata molto e mi ha resa felice non credo che mi lascerà sola tra qualche mese tornerà a prendermi e tutto tornerà come prima. Finalmente il suo viso si rasserena e smette di piangere così, l'aiuto a togliersi la pelliccia che aveva ancora addosso e scopro che sotto è nuda "indossa solo un paio di calze autoreggenti". Sei partita così, gli chiedo. Si, Carlo ha voluto così. E quelli cosa sono?. Ti piacciono?, sono diversi mesi che li porto, è stato lui che ha voluto che li portassi dice che mi fanno più sexy. Aveva due "Anelli d'oro" nella pelle come due orecchini "giù" là in basso e su ognuno di loro c'era una piccola targhetta che penzolava e, all'interno vi era inciso il nome Carlo. A questo punto si siede e accavalla le gambe. Capisco che stai soffrendo, le dico, ma ricordati che sei una Jenaise, tu sei il "Massimo" della femminilità e dell'amore. Hai ragione scusa e poi, guarda! e dimmi se ti piace. Prende l'estremità della catenella che penzola e la aggancia alla cima delle calze "tutte e due" poi, piano piano, allarga le gambe. La pelle si tira e si aprono anche le.. il suo "sesso". A Carlo piaceva molto vedermi così, e a te?. Ha ragione sei bellissima "mi fa eccitare". Chi è quella che si sposa?. Un'americana che ha conosciuto quando ha frequentato quel corso universitario, è la figlia di un grosso magnate della zona. La famiglia di Carlo è molto contenta di questo matrimonio perché potrà espandere i suoi affari anche in America. E' bella?. Non lo so, non l'ho mai vista. Ma non eri con lui in America?. Si ma mi lasciava in albergo e a volte rimanevo sola anche per due o tre giorni. Ti ha salutata prima di partire?. Si. Cosa t’ha detto?. Lei mi sorride e dice: Che da oggi sarete tu e Lorenzo a prendervi cura di me. Davvero?, e farai tutto quello che ti dirò?. Si. Gli sgancio le catenelle dalle calze poi le dico: allora vieni a darmi un bacio. Lei s’avvicina e mi bacia sulla bocca. Ora dammi tanti baci le dico, poi, saliamo in camera e vado a dormire con lei prima però facciamo l'amore.
Il mattino dopo trovo Lorenzo in cucina che fa colazione. Ciao, mi dice, bene alzata. Ciao, gli rispondo, poi mi avvicino e gli do un bacio. Ilenia?. Sta dormendo. Come sta?. Credo che un po’ gli sia passata. Sai!, io sapevo quello che sarebbe successo, proprio la sera del tuo ritorno alla villa Carlo m’ha chiesto se la prendevo qui; avevo immaginato che avrebbe sofferto ma non riuscivo ad immaginare come l'avresti presa tu. E' per questo che in questi giorni eri così taciturno e distaccato?. Si, avevo paura che te ne saresti andata di nuovo. So che un giorno potrebbe succedere anche a me, gli rispondo, e.., e..., è meglio che non ci penso. Lui mi guarda e dice: stai tranquilla, vedrai che non succederà ora però pensiamo a lei, restale vicina. I giorni che seguirono "Lorenzo è partito" li passiamo in giro; andiamo a fare shopping, al ristorante, al cinema “una sera, prima di entrare in sala le dico: scommetto che riuscirò a farti avere un'orgasmo prima di te. Così, quando si spengono le luci, ognuna infila la mano sotto la gonna dell'altra e... vinco io. Passeggiamo sul lungomare tenendoci per mano e la gente ci guarda perché ci abbracciamo come due fidanzatini e, torniamo alla villa sempre a notte fonda solo per dormire. Quando, dopo una settimana, Lorenzo torna , la ritrova dolce e allegra come sempre. La prima cosa che ci dice è: allora ragazze, avete deciso dove passeremo le vacanze di Natale?. Noi ci guardiamo e quasi assieme gridiamo. Parigiiiiii.
Cap.17 Parigi
Parigi... Che città meravigliosa, e che giorni indimenticabili furono quelli.
Arriviamo il ventitré e Lorenzo ci porta in un piccolo albergo tipico nel quartiere di Montparnasse. La nostra camera è molto intima, piccola con un gran lettone "dormiamo in tre sullo stesso letto" molto alto di legno. Di fronte al letto un grosso finestrone da cui si vedevano i tetti e i comignoli di quel quartiere, sull'angolo a sinistra un frigorifero pieno di Champagne cioccolatini e bibite e, sopra di esso, una piccola televisione a colori con radio e lettore video incorporati, la moquette sul pavimento e un piccolo bagno. L'unico inconveniente di quei giorni fu il clima che era molto freddo e si alternavano giornate di nebbia fitta con nevicate molto forti. Il ventiquattro decidiamo di dividerci per andare ad acquistare i regali di Natale così, io e Ilenia, prendiamo un taxi e andiamo in centro. Mentre camminiamo "eravamo vestite con calzettoni di lana alti fin in cima la coscia fermati con dei laccetti, pelliccia con guanti cappello e sciarpa, gonna e maglione" alla ricerca di un regalo per Lorenzo, Ilenia mi dice: non senti il freddo sotto la gonna?, a me ogni tanto arrivano di quelle ventate gelide, se almeno avessi avuto i peli mi avrebbero protetta. Se avevamo i peli, le rispondo, a quest'ora erano pieni di stalattiti, e scoppiamo a ridere. Giriamo per tutta la giornata tra i molti negozi e locali sui Champ-elise ma solo all'imbrunire decidiamo, dopo lunghe discussioni, cosa comprare a Lorenzo. Una giaccone di pelle marrone con colletto di pelo, un maglione nero, un paio di jeans neri, un paio di scarponi marroni tipo montanaro, un cappello tipo coppola marrone e una sciarpa. Così, ci diciamo, sembrerà un vero maschio francese e, per qualche giorno, smetteremo di vederlo in giacca e cravatta. La notte di Natale assistiamo alla funzione religiosa nella cattedrale di Notredame poi, torniamo in albergo ad aprire i regali. Lorenzo oltre ai nostri regali aveva comprato un albero di Natale tutto pieno di lumini che si accendevano che mise davanti alla finestra della camera "naturalmente mise tutti i doni sotto di esso" e, comprò anche il classico panettone come vuole la tradizione. Fu molto bello aprire tutti quei pacchi e pacchettini nei quali trovammo un po’ di tutto, profumi, foulard, libri e CD musicali, un bellissimo cane di peluche marrone a me e bianco e nero ad Ilenia, due braccialetti di brillanti "uno a me e uno a lei" da mettere sulle caviglie con una targhetta con scritto "Lorenzo". Il regalo più strano, però, fu un piccolo campanellino dorato che Lorenzo diede a me dicendomi scherzosamente che dovevo agganciarlo agli "anellini" che portava Ilenia così, quando tornati a casa, saremmo rimaste sole, avrei sempre saputo dove fosse.
Passiamo tre giorni praticamente a letto chiusi in camera "fuori nevicava molto forte" a leggere a guardare la televisione a giocare e fare l'amore, furono molto dolci intimi e felici e Ilenia non parlava mai di Carlo e quasi sembrava se ne fosse dimenticata. Uscivamo solo la sera per andare in un locale dove, oltre che a cenare, si poteva ballare o ascoltare della musica dal vivo. Il ventisette smette di nevicare così decidiamo di fare i turisti e cominciamo a visitare la città, i musei, la famosa torre e tutto quello che c'è da vedere. Le notti le passiamo nei vari locali tipo il Moulin Rouge, Lidò, Le Follies Bergers ecc. e praticamente torniamo all'albergo solo per dormire. Un giorno mentre camminiamo in un parco su le rive della Senna, Ilenia dice: devo far "pipi". Siccome c'era poca gente, Lorenzo ci porta in un punto un po’ appartato del parco poi, dice ad Ilenia di sollevare la gonna e di appoggiare una gamba su di un grosso albero poi, mi chiede di fare la stessa cosa mettendomi di fronte a lei e disse: ora potete fare la "pipi". Si eccitò talmente a vederci "io dovetti sforzarmi un po’ perché non mi veniva di farla" così che dopo ci fece inginocchiare e ci fece fare "a lui" l'amore orale lì in mezzo al parco.
Passiamo la notte "e il giorno" di S.Silvestro per strada sui Champelise tra migliaia o milioni di persone. Lorenzo è vestito con gli abiti che gli abbiamo regalato a Natale e, m’accorgo che molta gente, specialmente gli uomini, lo guardano con invidia vedendolo abbracciare e baciare due ragazze tutte impellicciate. Facciamo il brindisi di mezzanotte in mezzo alla strada bevendo dalla bottiglia poi, per un'ora non so quanta gente "uomini e donne di tutte le età" ci bacia e abbraccia dandoci il Buon Anno. Verso le tre del mattino Lorenzo ci porta in un locale tipo Night Club nel quartiere a Luci-Rosse di Pigalle dove assistiamo a degli spettacoli dove fanno l'amore dal vivo. Siamo più brave noi, mi dice Ilenia mentre assistiamo alle performance di due coppie che fanno l'amore sul palco. Direi proprio di sì, gli rispondo sorridendo.
Nei giorni che seguono andiamo a fare una crociera sulla Senna, Lorenzo ci porta all'Operà dove assistiamo all'Otello "per l'occasione ci acquista due abiti favolosi" e passiamo un'intera giornata alle gallerie Lafytte "i grandi magazzini" a fare shopping. Due giorni prima di partire per tornare a casa Ilenia ci dice: oggi non uscirò con voi, mi sono accorta che in questi giorni meravigliosi non vi ho mai lasciati soli neanche una volta, così ho deciso che oggi sarà il giorno tutto vostro ed io vi aspetterò qui in camera. Va bene, dice Lorenzo, ma non credere di spassartela senza di noi. Gli lega le mani con dei foulard alla testiera del letto "era già nuda" e le gambe, sempre con dei foulard, in modo che fossero ben aperte poi, mi chiede di fargli avere un orgasmo "orale" e, "dopo", prende un grosso "oggetto" di quelli a batteria glielo mette sul davanti e lo fissa in modo che non possa uscire, lo "accende" poi mette il cartello sulla porta "non disturbare" la salutiamo con un bacio e usciamo. Era una giornata meravigliosa, per la prima volta in molti giorni c'era il sole, che con i suoi riflessi su la neve faceva risplendere la città più che mai. Era bellissimo passeggiare con lui e.., si!, Ilenia aveva ragione mi mancava proprio un momento sola con lui. Mentre camminiamo "ero vestita normalmente con calze di nylon e scarpe basse", mi accorgevo che la gente che incrociavamo mi guardava con lo sguardo rivolto verso le scarpe poi capii il perché. Il sole o la neve riflettevano sul braccialetto di brillanti che portavo alla caviglia mandando dei bagliori. Ci sediamo su di una panchina quando sentiamo: ciao Lorenzo.
Era un bellissimo ragazzo sui trent’anni biondo con i capelli lunghi e gli occhiali "assomigliava molto al cantante Sting ma forse era anche meglio", alto e robusto quel tanto che basta con una voce molto calda "insomma un tipo da sballo" ed era la prima volta che lo vedevo. Ciao Ludovico, dice Lorenzo, che piacere vederti, cosa fai da queste parti?. Sono in gita con la mia associazione "a circa cento metri c'era un gruppo di persone, una cinquantina", tanto per passare qualche giorno insieme. Poi mi guarda e dice: e’ tua moglie?. No, gli risponde, è la mia ragazza. E'... è.... Si, dice Lorenzo. Piacere Ludovico, mi dice dandomi la mano. Ciao, io sono Angela. Sei molto bella. Grazie. Sei una Jenaise?. Si, gli rispondo, le conosci?. Solo di nome, tu sei la prima che conosco dal vivo, mio padre m’ha parlato di voi ma io non ho voluto mai averci a che fare ci ho anche litigato per questo. Perché?, gli chiedo. Beh..., diciamo che ho idee diverse. Poi, cambiando discorso, chiede a Lorenzo come sta’, come va il lavoro come stanno i suoi genitori ecc. Dopo qualche minuto ci saluta dicendo: scusate ma devo andare, mi aspettano per andare a vedere la Defense, piacere di averti conosciuta, mi da la mano e se ne va. Chi è, chiedo a Lorenzo. Quello, mi dice, è Ludovico degli Angiuoni un mio ex compagno d’università, vive a Firenze e, suo padre è proprietario di una compagnia aerea di trasporto delle merci. Nonostante sia miliardario ha sempre fatto una vita cercando di aiutare la gente, infatti fa parte della Caritas che è l'associazione che diceva, ed io so che è già stato in molte zone come la Bosnia, per esempio, a portare gli aiuti per la popolazione. Accidenti, dico, ecco perché ce l'ha con noi penserà che siamo tutto sesso e niente cervello. Quando torniamo all'albergo "dopo circa tre ore", troviamo Ilenia lì come l'avevamo lasciata "le batterie si erano scaricate", prima di slegarla, però, siccome Lorenzo si era eccitato a vederla così mi fa fare l'amore orale "a lui" e al momento giusto mi fa riempire un bicchierino con quella "cosa", poi io vado da lei e gli dico di aprire la bocca facendogli bere il contenuto. Quando partiamo per tornare a casa, mi sembrava di svegliarmi da un bellissimo sogno e.., si quelli di Parigi furono proprio dei giorni indimenticabili.
Cap.18 L'Alluvione
E' la fine di marzo, quando Carlo viene alla villa a riprendersi Ilenia. In questi tre mesi, però, Lorenzo ci ha fatto avere una vita sessuale molto intensa. In pratica vivevamo sempre nude, facevamo l'amore due tre volte al giorno, ogni volta che dovevamo fare "pipi" dovevamo dirlo a lui e, ogni volta inventava un modo diverso per farcela fare "in piedi come i maschi, in piedi tenendo le gambe chiuse così che praticamente te la fai addosso, in un vaso da notte come quelli di una volta". A volte si divertiva a farcela "tenere" fino a quando dovevamo digli: ti prego non ce la faccio più. Una volta ci mise un "collarino" al collo con un guinzaglio e ci portò a farla in giardino facendoci camminare "a quattro zampe" proprio come si fa con un cagnolino. Poi, un giorno, me la fece fare in un bicchiere e disse ad Ilenia di bere e la stessa cosa feci io con la sua. Dopo un po’ "fu inevitabile" in pratica ce la facevamo addosso a vicenda e lui a noi "ci siamo abituate a quel sapore un po’ salato". I giorni che lui non era in casa c’istruiva su cosa dovevamo fare e facevamo le stesse cose che ti ho appena descritto tra noi due. Io potevo anche "comandare" Ilenia, così a volte mi divertivo a fargli fare dei giochetti "gli agganciavo il campanellino di Lorenzo ai suoi anellini così ogni volta che si muoveva suonava oppure gli mettevo dei pesi che gli tiravano la pelle e doveva camminare piano tenendo le gambe aperte" Quando Carlo venne a prenderla alla villa, era felice "nonostante tutto lui era sempre l'uomo che amava", ci saluta e ci ringrazia per avergli fatto passare quei mesi cercando di non fagli pensare troppo a lui. Guardandola andar via ho pensato: Lorenzo si sbaglia, non ci sono tre tipi di donne ma quattro. La quarta è la Jenaise che per amore è disposta ad accettare e subire qualsiasi cosa, chissà se Carlo si rende conto di questo.
Dopo quindici giorni, Lorenzo tornando a casa mi dice: scusa ma non posso rimanere, mi ha telefonato Massimo, è successo un fatto grave ed ha bisogno d’aiuto. La famiglia di Massimo aveva un'azienda farmaceutica in Piemonte nella zona di Alessandria, in quei giorni ci fu un'autentica alluvione causata dalle forti piogge e molti fiumi e torrenti strariparono inondando d’acqua e fango interi paesi "sicuramente lo saprai perché ne parlarono anche alla televisione per molti giorni" e, anche la fabbrica fu allagata. Vengo con te, gli dico, potrei anche esservi di aiuto e in ogni caso non voglio rimanere qui da sola. Così indosso un paio di jeans "non avevo le mestruazioni" e un maglione e partiamo "con la Range-Rover di Lorenzo". Un vero disastro, fu quello che trovammo quando arriviamo al paese, c'era almeno un metro d’acqua e fango che lo copriva. Guardando quella gente che piangeva e scavava nel fango per liberare le proprie case decidiamo di rimanere lì con loro "la fabbrica di Massimo è in periferia nell'altro versante del paese", Lorenzo si procura degli stivaloni da pescatore due impermeabili e due badili, poi ci aggreghiamo ad un gruppetto e iniziamo a togliere il fango dalle case. Il forte desiderio di aiutare quella gente ci fece lavorare davvero giorno e notte per quasi una settimana mangiando qualche cosa che ci portavano e dormendo qualche ora in macchina "ancora oggi mi chiedo come abbia potuto sostenere quel ritmo di lavoro senza crollare e probabilmente se lo chiese anche Lorenzo".
Il fango copriva interamente tutto il corpo e ti entrava dappertutto "dovevi vedere i miei capelli" e tutte le persone sembravano delle statuine di creta prima della cottura. Dopo quattro giorni che spaliamo fango Lorenzo "gli vedevo solo il naso" mi dice: voglio tentare di raggiungere la fabbrica di Massimo per avvisarlo che siamo qui e vedere come sono messi, tornerò appena possibile. Neanche mezzora dopo che è andato via si aggrega a noi un gruppo di persone "ragazzi e ragazze" con una fascia sul braccio con scritto "caritas" e, con mio stupore, vedo che fra loro c'è anche Ludovico, quell'amico di Lorenzo che incontrammo a Parigi. Mi avvicino e gli dico: Ciao.., e lui: Ciao, aiutami a spostare questa trave. Non mi aveva riconosciuta ed io non osai dire nulla così per tutta la giornata lavoriamo fianco a fianco senza dirci una parola poi, verso sera torna Lorenzo. Allora?, gli chiedo. Tutto bene, mi risponde, sono messi meglio di noi, da loro ci sono i pompieri, i Carabinieri e tutti i dipendenti dell'azienda. E tu?, mi chiede. Io, a voce alta rispondo: tutto bene, sono qui con il tuo amico Ludovico. Quando sente pronunciare il suo nome si gira e con stupore dice: ciao Lorenzo non pensavo di trovarti qui, poi guarda me e dice: scusa, non t’ho riconosciuta "non mi avrebbe riconosciuta neanche mia madre, pensai" poi, avvicinandosi con un'espressione di meraviglia mi dice: ma!!, ma non sei una Jenaise?. Si, gli rispondo, ma aiutami a spostare questa trave.
Così riprendiamo a lavorare. Per altri quattro giorni lavoriamo ininterrottamente, eravamo un gruppo di circa trenta persone e ci fermiamo solo la sera dove ceniamo tutti assieme "quello era l'unico momento che si poteva parlare e rilassarsi un po’". Notavo che molte ragazze si avvicinavano a Ludovico tentando di fargli capire che era desiderato "non era difficile comprenderle" ma lui, con modi cordiali, rimaneva indifferente o fingeva di non capire quelle "avance" al punto che io, al momento opportuno, chiesi a Lorenzo se per caso non fosse omosessuale. Alcuni anni fa, mi risponde, s’innamorò follemente di una ragazza poi, un giorno scoprì che si drogava e fece di tutto, spese anche un capitale, per farla uscire da quell'inferno ma lei prese l’AIDS e morì e, da quel giorno lui si dedicò ad aiutare la gente e nessuno lo vide più con una donna. Accidenti, dico, non pensavo che anche un uomo potesse amare così, ed io che pensavo fosse omosessuale, sono proprio una stronza.
Un giorno, finalmente, arrivano i rinforzi "la protezione civile mandata dal governo" e noi possiamo tornare a casa così tutta la stanchezza di quei giorni esplode improvvisamente. Per una settimana non facciamo altro che dormire mangiare e pensare a quei giorni tragici e incredibili. Due mesi dopo il comune dell'alluvione "Masio" organizza una cena per tutte le persone e associazioni che hanno aiutato la popolazione così ci ritroviamo con Ludovico e Massimo passando una serata allegra e spensierata e, quando torniamo a casa, Lorenzo mi dice che forse passeremo le vacanze estive con loro, faremo una crociera su la sua barca.
Cap. 19 Ludovico
Passerò le vacanze su di una barca "una barca a vela cabinata con otto posti letto, cucina, soggiorno e bagno con idromassaggio molto intimo e accogliente, un due alberi lungo non so quanti metri con un motore con cui, volendo si può anche fare il giro del mondo" in compagnia di tre uomini di cui uno "Massimo" so che mi desidera molto e l'altro "Ludovico" che non ne vuole sapere delle Jenaise o delle donne in generale. Come mi devo comportare?, chiedo a Lorenzo. Come una Jenaise, mi risponde. Ma se su la barca prenderò il sole e girerò nuda, Massimo sicuramente mi chiederà di fare l'amore mentre Ludovico potrebbe sentirsi molto imbarazzato. Magari, mi dice, riuscissi a sbloccarlo. Cosa pensi di lui?. Come uomo, gli rispondo, è un tipo da "sballo" e penso che sia il sogno di moltissime donne ma come mentalità mi sembra un po’ troppo moralista. Voglio che provi a far l'amore con lui, mi dice, se ci riuscirai sarò felice di aver aiutato un amico ad uscire da un brutto momento e tu ti dimostrerai una vera Jenaise. E Massimo?, gli chiedo. No, mi risponde, con lui per ora no, voglio farlo soffrire un po’.
Due giorni prima di partire anzi di salpare arrivano alla villa "Massimo nel primo pomeriggio e Ludovico prima di cena" per preparare tutto l'occorrente e l’itinerario anzi le rotte che faremo. Dopo la cena ci spostiamo su la terrazza a fianco della piscina, loro si mettono a parlare del viaggio io, invece, mi siedo di fronte a sfogliare delle riviste "naturalmente tengo le gambe bene aperte" e, senza farmi notare, m’accorgo che mentre Massimo si comporta normalmente, Ludovico, invece, non riesce a distogliere gli occhi da me. E' un buon segno, penso, anche se non riuscivo a capire se fosse imbarazzato o eccitato. C'è molta allegria quando salpiamo ed è una giornata calda con un sole splendente. Lorenzo e Massimo, che sono ottimi marinai, sono tutti indaffarati a governare la barca e a spiegare a Ludovico, che non era un ottimo marinaio, tutti i segreti dei lupi di mare. Io, invece, mi dedico alla cucina e ai lavori domestici. Subito il primo giorno, dopo il pranzo, accendo la radio ed esco dalla cabina nuda con un asciugamano in mano per sdraiarmi sul ponte a prendere la tintarella e, vedo che loro si fermano dalle cose che stavano facendo e mi guardano.
Mentre stendo l'asciugamano vedo Lorenzo che dice qualcosa ma non capisco poi, mi si avvicina Massimo e mi dice: sei bellissima, ed io: cosa ha detto Lorenzo che non ho capito?. Ricordava che nonostante sono alcuni anni che stai con lui, ogni volta che ti vede così lo fai "morire". Rispondo ridendo: insomma, tutti i giorni, e tu?, come mai non hai ancora trovata la tua Jenaise. Guarda che non è facile, mi risponde, ci ho già provato diverse volte ma, forse perché sono anche un po’ timido, mi è sempre andata storta oppure sono sfortunato e le ragazze che piacciono a me non hanno la "stoffa" per essere Jenaise. Poi facendo una voce dolce mi dice: comunque se a Lorenzo lo fai "morire" sappi che a me, mi fai "impazzire". Grazie, gli rispondo. Sai mi piacerebbe molto fare l'amore con te. Lo so!, ma sai che non dipende da me.
Prima tappa del viaggio è Barcellona dove ci fermiamo per due giorni, qui visitiamo la città e, la sera, le discoteche e i vari locali tipici "assisto anche alla Corrida e, credimi, è uno spettacolo orrendo". Vedo che gli uomini sono molto affiatati tra loro ed io incomincio a "legare" un po’ con Ludovico con cui parlo molto di tutto "politica attualità pettegolezzi e altro", però, ogni volta che mi siedo vicino o di fronte a lui vedo che cambia espressione e la sua voce non è più ferma e decisa. Seconda tappa è Palma de Maiorca. Durante la navigazione, un pomeriggio, Ludovico scende in cabina "zona soggiorno" per prendere delle birre, c'era la televisione accesa ed io stavo sparecchiando la tavola "ero nuda con addosso il tipico grembiulino delle casalinghe". Che state facendo li sopra?, gli chiedo. Lorenzo mi sta facendo vedere come si fa a piegare le vele, mi risponde, sai credo che la vita di mare sia molto bella "nel frattempo mi tolgo il grembiule e mi siedo tirando su le gambe e appoggiando i piedi sul sedile". Senti un po’, gli dico, ti sei abituato a me oppure continuerai a girare la testa ogni volta che mi siedo?. Non è facile, mi risponde, credimi... , non ho mai vissuto una situazione simile. Prova a sederti un momento, gli dico, e lui si siede proprio di fronte a me. Sai che se frughi tutta la nave non troverai nessun costume o slip o reggiseni miei?. Lo so.., lo so, mi risponde, le conosco le vostre "regole". Certo che devi amarlo molto Lorenzo per essere così. Ecco.., gli dico, in questo momento hai capito un'altra cosa su le Jenaise. Si, mi risponde, ma non capisco lui che ti mostra così a tutti, se io fossi innamorato di una donna la sposerei di qualunque ceto sia e ne sarei geloso. Guarda che Lorenzo non mi ha mai "mostrata" a nessuno, gli rispondo, solo chi ci conosce può farlo ma si presume che abbia la "mentalità" e la "cultura" per farlo. Io mi vergognerei moltissimo se qualcuno mi "vedesse" e credo che Lorenzo si arrabbierebbe se lo scoprisse ed in questo è molto geloso.. forse anche più di te. Tu non ti rendi conto, ma stai "vivendo" quello che milioni di uomini "sognano" tutti i giorni e specialmente quando fanno l'amore con la propria moglie.., magari sul letto con la luce spenta come se fosse una cosa sporca; guarda che il sesso è "vita" e "amore". Non risponde, forse ho confuso le sue idee ed io: cosa pensi di me?. Sei molto bella e molto sexy e.., non penso più "male" come prima. Allora rompiamo il ghiaccio.., gli dico, vieni a darmi un bacio e promettimi che non girerai più la testa. Lui s’avvicina e dice: va bene.., e cerca di baciarmi su la guancia ma io mi giro e lo bacio su la bocca "vedo che chiude gli occhi e penso che probabilmente era molto tempo che non lo faceva" poi, si stacca raccoglie le birre e se ne va dicendo: ora vado, di sopra mi stanno aspettando, ed io: tra poco salgo anch'io con questo sole m’abbronzerò in fretta.
A Palma ci fermiamo per quattro giorni. Il pomeriggio prima della partenza gli uomini lasciano la barca per andare in città ad acquistare i rifornimenti che mancavano, ognuno di loro con una mansione diversa. Io rimango a bordo da sola e, dopo avere svolto i lavori che dovevo fare, mi stendo sul letto e inizio a masturbarmi lasciando la porta della camera aperta "anche se facevo l'amore tutti i giorni dovevo masturbarmi due volte al giorno come quando ero a casa e se Lorenzo era a bordo dovevo chiamarlo così veniva a vedermi", nel frattempo Ludovico rientra a bordo e viene su la soglia "forse attirato dai miei gemiti". Mi vede e rimane lì senza dire nulla fino a che raggiungo l'orgasmo poi mi dice: scusa.., ed io: vieni qui. Lui s’avvicina ed io: ti è piaciuto quello che hai visto?. Si, mi risponde. Se vuoi fare l'amore, gli dico, sono qui. Mi bacia, comincia a spogliarsi e.., facciamo l'amore.... poi, quando tutto finisce, mi guarda e dice: e’ stato lui vero? che te lo ha chiesto. Io sorrido e lo bacio, lui si alza e si riveste, esce dalla camera e vede che Lorenzo era lì, seduto sul divano. Io vedo che Lorenzo gli mette un braccio intorno al collo ed insieme escono sul ponte. La sera, quando andiamo a dormire, Lorenzo mi dice: ce l’hai fatta eh?, sono fiero di te, baciandomi. Ed io ti amo, gli rispondo. Terza tappa è la Sardegna e ormeggiamo nella baia di Porto Cervo. In quei giorni ho fatto l'amore con Ludovico diverse volte andando nella sua camera di notte o nei momenti che eravamo soli a bordo non, per non farmi vedere da Lorenzo ma, per non farmi vedere da Massimo che se avesse scoperto quello che succedeva avrebbe fatto sicuramente un gran "casino". Poi, una notte, scoppia un temporale abbastanza violento da far ondeggiare la barca un po’ più del solito "anche se è ben ormeggiata nel porto". Ho un po’ di paura e non riesco a addormentarmi. Lorenzo, che si accorge, comincia a baciarmi per farmi calmare "con scarso successo" poi, si alza dal letto dicendo di andare al bagno. Quando torna in camera, con lui c'è Ludovico e.., questa volta in due riescono a rilassarmi. All'improvviso irrompe nella stanza Massimo che dice: vedo che vi divertite senza di me così ho deciso che domani me ne vado e torno a casa. Ridendo Lorenzo gli risponde: dai Massimo non fare lo scemo, abbiamo voluto farti uno scherzo e farti soffrire un po’.., vieni pure qui con noi. Non fa in tempo a finire la frase che si butta sul letto abbracciandomi e baciandomi con una tale passione "lo sentivo che tremava" che sono costretta a dirgli: Calma.., calmati.., così mi farai soffocare. Così, quella notte, per la prima volta ho fatto l'amore contemporaneamente con tre uomini "e che uomini".
Cap.20 Lo Zio
La Sardegna è un'isola bellissima, ma il ricordo più bello sono le sensazioni e le emozioni "e gli orgasmi" che ho provato. Da quel giorno, anzi da quella notte del temporale, iniziai a fare l'amore con loro tre "sia singolarmente che tutti assieme" tutti i giorni e tutte le notti e, non ti dico quante volte "praticamente non avevo il tempo di fare nient’altro, Massimo poi era instancabile e insaziabile". Quando uscivamo per andare a fare acquisti loro venivano con me e mi coprivano d’attenzioni, la gente per strada ci guardava "specialmente le donne" e non capiva chi di loro stesse con me. Entravano nei negozi con me e mi consigliavano su cosa acquistare e, davanti alle commesse sbalordite e meravigliate, mi corteggiavano in continuazione "e mi seguivano portando i pacchi e le cose che acquistavo". Una sera, in discoteca, sono chiusa in una toilette quando sento entrare un gruppo di ragazze "tre o quattro" nel bagno delle signore. Avete visto quei tre "fichissimi" vicino al bar?, dice una. E chi non li ha visti, dice un'altra, mi sa che in tutta la discoteca non c'è né una che non li abbia già visti e che non gli sia passata davanti almeno tre volte. Con quello biondo "un'altra" scapperei subito anche sulla Luna.. Io invece chiuderei gli occhi e sceglierei a caso.. tutti e tre "ridono". Calma ragazze "un'altra" scendete dalle nuvole, non so se vi siete accorte ma sono già in compagnia. Certo che quella lì deve essere molto ricca per avere tre uomini così che la corteggiano. Comunque dobbiamo prendere atto che è molto bella, dice un'altra. Ehh già, rispondono in coro, la concorrenza è sempre più agguerrita. Sentite!, dice una, ora mi piazzo lì davanti a loro e voglio proprio vedere se non mi guardano, e le altre: hooooo… e poi: aspettaci veniamo anche noi, ed escono dal bagno. Io rimasi lì chiusa nella toilette senza fiatare fino a che se n’andarono e, quando tornai da loro, provai una sensazione così intensa che non riuscirei a descriverti "ma spero riuscirai ad immaginarti".
Oramai sono otto giorni che ci siamo fermati qui e Ludovico "mentre pranziamo" ci dice: a circa cinquanta chilometri da qui, sempre lungo la costa, ho uno zio che possiede una villa sul mare e, siccome non sono mai andato a trovarlo se volete mi piacerebbe farlo ora. E' la prima volta che vieni in Sardegna?, gli chiede Lorenzo. No.., non è per questo, gli risponde, ma perché vive con la sua Jenaise "tutti ci guardiamo in faccia". Alcuni anni fa, sua moglie morì e lui si trasferì qui con lei ed io, come sapete, siccome non accettavo queste cose ,non venni mai a trovarlo. Ora, però, mi sono ricreduto e voglio andare a chiedergli scusa. Noi facciamo un applauso e poco dopo partiamo. Una villa tutta bianca in cima ad una scogliera a strapiombo sul mare, attracchiamo sul pontile poi, dopo una lunghissima scalinata "mi fanno salire i gradini davanti a loro così si godono lo spettacolo" e con il fiatone giungiamo all'ingresso. T'oh, che sorpresa, dice lo zio "si chiama Umberto" quando ci vede, il bello della famiglia ci fa l'onore di una visita "gli da la mano e lo abbraccia". Ciao zio, dice Ludovico, questi sono i miei amici "gli diamo la mano e ci presentiamo". Entrate entrate, ci dice, lo sentivo che questo era un giorno diverso dal solito. E' un uomo non molto alto ma robusto sui sessant'anni con dei capelli grigiochiaro molto lunghi, indossa una camicia e un paio di pantaloni bianchi "assomiglia a Vasco Rossi da vecchio, penso" e, ha in bocca un sigaro molto grosso che fa una puzza d'inferno.
Entriamo in un salone e resto esterrefatta, era rotondo fatto ad archi con delle colonne che li sorreggevano, delle grandi vetrate che davano sul mare e dal lato opposto un camino gigante. Il soffitto leggermente a cupola "archi e soffitto dipinti in arancione e le colonne bianche". Un tavolone rotondo grandissimo di legno "peserà una tonnellata, ho pensato" con delle sedie stile "medievale". Accomodatevi, dice lo zio spostando le sedie, che vi preparo qualcosa da bere. Io mi siedo "alle sue spalle" e apro le gambe "questa volta non mi sento imbarazzata come con il padre di Massimo, penso" al mio fianco "un po’ più spostato" Lorenzo poi Massimo e Ludovico. Mentre versa da bere, lo zio fa a Ludovico molte domande su come siamo arrivati, su la barca, sui suoi genitori poi, prende in mano il vassoio e si gira verso di me. Quando mi vede si blocca di colpo, apre la bocca e il sigaro cade in un bicchiere facendone uscire il liquido che li macchia tutta la camicia. Una Jenaise??..., dice con una espressione del viso assolutamente stupita, poi mi si avvicina e mi chiede: sei una Jenaise?. Si, gli rispondo, e lui.: Ludovico con una Jenaise??..., incredibile.., oggi non è un giorno diverso dal solito, oggi è un evento storico. Poi urla: Marìe, Marìe, vieni a vedere.., non ci crederesti mai. Calmati zio, gli dice Ludovico, non è con me, sta con Lorenzo. E questo cosa c'entra?, quella è una Jenaise ti rendi conto?, tuo padre lo sa?. No, gli risponde, e lui: dopo gli telefono, chissà come sarà contento...., anzi gli telefono subito..., gli verrà un colpo...., noooo..., non ci crederà mai, penserà che gli gioco uno scherzo "non capiva più niente e continuava a parlare da solo" poi, una donna entra nel salone. Buongiorno, dice. E' una donna sui cinquant'anni alta come me con capelli neri, un fisico magro e un viso senza trucco "da giovane doveva essere bellissima, penso". Vieni Marìe, dice lo zio, questo è Ludovico. Lei gli da la mano "ma guarda me" e dice: finalmente ti vedo, erano molti anni che desideravo farlo, ma qui fino ad ora è giunta solo la tua "fama"; poi da la mano a Massimo "ma guarda me" e poi a Lorenzo "ma guarda me". Sono emozionatissima, so che quella è una Jenaise come me, penso, ma potrebbe essere mia madre "aveva più o meno la stessa età di Alexia ma Marìe era come me.... una Jenaise". Si avvicina mi tende la mano e dice: ciao sono Marìe "erano molti anni che era in Italia ma aveva ancora un accento Francese". Buongiorno dico, io sono Angela. Così mi fai sentire più vecchia, dammi del tu dopotutto noi siamo uguali, poi, senza lasciare la mia mano: vieni, ti faccio vedere la casa così parleremo un po’. Mentre usciamo dal salone sento lo zio che chiede a Ludovico chi gli ha fatto cambiare le sue idee. E' stata lei..., ma poi la porta si è chiusa alle mie spalle.
Marìe è molto dolce, mi chiede di me e di Lorenzo, da quanto lo frequento, di come mi ha conosciuta e di questi anni passati da Jenaise, poi, io chiedo a lei le stese cose così scopro che era una ballerina dell'Operà di Parigi, figlia di un ferroviere che per amore dello zio lascia la Francia e la sua carriera. Lo zio, però, gli disse delle Jenaise dopo due anni che era con lui e scoprì anche che era già sposato, a quel punto però non se la sentì più di tornare in Francia "la sua carriera di ballerina ormai era rovinata per sempre" così fece la sua dichiarazione. Sei felice?, le chiedo. Ora si, mi risponde, quelle come noi sono il "massimo" del sesso ma anche della sofferenza. E' vero, le dico pensando ad Ilenia, ma anche della felicità. Siamo il "massimo" di tutto dice ridendo. Hai mai detto di no?, le chiedo. No, mi risponde, e tu?. Si, una volta, e le racconto cosa è successo. Se Lorenzo ti chiede di fare l'amore con me lo faresti?, mi chiede "non mi aspettavo questa domanda e resto un po’ titubante". Non lo so, le rispondo. Io credo di si, dice lei. E tu?, le chiedo io. Lei mi prende per mano e mi porta davanti ad un grande specchio. Guarda li dentro, mi dice, secondo te cosa risponderei. Io mi guardo allo specchio "sento un brivido" e dico: Ehh si...., credo proprio di si. Prima di tornare nel salone mi dice: Guarda...., si solleva la gonna "aveva un vestito blu scuro con dei fiorellini provenzali lungo sotto il ginocchio" e vedo che è senza slip, depilata con una "J" come la mia. Fai ancora l'amore con lo zio di Ludovico?. Sempre meno, mi risponde, sta diventando vecchio ma io cerco sempre di eccitarlo nei modi che a lui piacciono di più. La sera, prima di dormire penso, quasi quasi chiedo a Lorenzo se mi lascia fare l'amore con lei, ma anche lei deve chiedere la stessa cosa allo zio e.... no, credo che non sia possibile. Il giorno dopo partiamo per la quarta tappa delle nostre vacanze... Venezia.
Lorenzo è cambiato, oppure c'è qualche cosa che non va. Questo era il pensiero che mi ossessionava. Da quando sono tornata alla villa, si!, era molto dolce e gentile con me, ma mi sembrava più taciturno e mi faceva fare l'amore in modo molto "tradizionale". Oramai erano più di due settimane che ero tornata e non mi aveva ancora chiesto di fare nulla di quei "giochetti" che a lui "ma anche a me" piacevano molto. Non mi aveva chiesto di rimanere nuda in casa o di usare quegli "oggetti" davanti a lui o di indossare quegli abitini molto sexy e, specialmente, non accennava minimamente a quella casa di Nizza "ero convinta che una delle cose che mi avrebbe fatto fare per prima era proprio portarmi in quel locale". Questa, pensavo, è sicuramente la vita che fa una "moglie" ma io non voglio fare la moglie, se avessi voluto fare la moglie avrei cercato un uomo che mi sposasse "e mi viene in mente il discorso di Alexia". Insomma mi accorgevo che il sesso, come ero abituata, mi mancava "molto". Penso a molte cose per giustificare il suo comportamento ma, alla fine, prendo una decisione, venerdì, quando arriverà, gli chiederò il perché di tutto questo.
Quando giunge alla villa, però, non è solo, con lui c'è Ilenia "è andato a prenderla in valle d'Aosta". Ciao che sorpresa, le dico, poi m’accorgo che il suo viso è molto sciupato come se avesse pianto molto. Guardo Lorenzo e dico: è successo qualcosa?. Starà qui con noi per un po’, mi risponde. Lei mi si avvicina mi abbraccia e scoppia a piangere dicendomi: Carlo si sposa. Mentre la stringo forte guardo Lorenzo, non riesco a dire nulla e comincio a piangere anch'io. la capisco... Oh!.. se la capisco. Un giorno, prima o poi, capiterà anche a me, penso. Lui mi guarda per un attimo, poi se ne va lasciandoci sole. La trascino sul divano, dopo qualche attimo sono ancora lì che la stringo senza saper cosa dirle per consolarla poi, scoppio e urlo: insomma smettila di piangere lo sapevi no? che sarebbe andata così, lo sapevi fin dall'inizio. Lei annuisce con la testa ed io: avresti preferito essere tu la moglie e che lei fosse al tuo posto?. No, mi dice, hai ragione, in questi anni l'ho amato molto ma anche lui m’ha amata molto e mi ha resa felice non credo che mi lascerà sola tra qualche mese tornerà a prendermi e tutto tornerà come prima. Finalmente il suo viso si rasserena e smette di piangere così, l'aiuto a togliersi la pelliccia che aveva ancora addosso e scopro che sotto è nuda "indossa solo un paio di calze autoreggenti". Sei partita così, gli chiedo. Si, Carlo ha voluto così. E quelli cosa sono?. Ti piacciono?, sono diversi mesi che li porto, è stato lui che ha voluto che li portassi dice che mi fanno più sexy. Aveva due "Anelli d'oro" nella pelle come due orecchini "giù" là in basso e su ognuno di loro c'era una piccola targhetta che penzolava e, all'interno vi era inciso il nome Carlo. A questo punto si siede e accavalla le gambe. Capisco che stai soffrendo, le dico, ma ricordati che sei una Jenaise, tu sei il "Massimo" della femminilità e dell'amore. Hai ragione scusa e poi, guarda! e dimmi se ti piace. Prende l'estremità della catenella che penzola e la aggancia alla cima delle calze "tutte e due" poi, piano piano, allarga le gambe. La pelle si tira e si aprono anche le.. il suo "sesso". A Carlo piaceva molto vedermi così, e a te?. Ha ragione sei bellissima "mi fa eccitare". Chi è quella che si sposa?. Un'americana che ha conosciuto quando ha frequentato quel corso universitario, è la figlia di un grosso magnate della zona. La famiglia di Carlo è molto contenta di questo matrimonio perché potrà espandere i suoi affari anche in America. E' bella?. Non lo so, non l'ho mai vista. Ma non eri con lui in America?. Si ma mi lasciava in albergo e a volte rimanevo sola anche per due o tre giorni. Ti ha salutata prima di partire?. Si. Cosa t’ha detto?. Lei mi sorride e dice: Che da oggi sarete tu e Lorenzo a prendervi cura di me. Davvero?, e farai tutto quello che ti dirò?. Si. Gli sgancio le catenelle dalle calze poi le dico: allora vieni a darmi un bacio. Lei s’avvicina e mi bacia sulla bocca. Ora dammi tanti baci le dico, poi, saliamo in camera e vado a dormire con lei prima però facciamo l'amore.
Il mattino dopo trovo Lorenzo in cucina che fa colazione. Ciao, mi dice, bene alzata. Ciao, gli rispondo, poi mi avvicino e gli do un bacio. Ilenia?. Sta dormendo. Come sta?. Credo che un po’ gli sia passata. Sai!, io sapevo quello che sarebbe successo, proprio la sera del tuo ritorno alla villa Carlo m’ha chiesto se la prendevo qui; avevo immaginato che avrebbe sofferto ma non riuscivo ad immaginare come l'avresti presa tu. E' per questo che in questi giorni eri così taciturno e distaccato?. Si, avevo paura che te ne saresti andata di nuovo. So che un giorno potrebbe succedere anche a me, gli rispondo, e.., e..., è meglio che non ci penso. Lui mi guarda e dice: stai tranquilla, vedrai che non succederà ora però pensiamo a lei, restale vicina. I giorni che seguirono "Lorenzo è partito" li passiamo in giro; andiamo a fare shopping, al ristorante, al cinema “una sera, prima di entrare in sala le dico: scommetto che riuscirò a farti avere un'orgasmo prima di te. Così, quando si spengono le luci, ognuna infila la mano sotto la gonna dell'altra e... vinco io. Passeggiamo sul lungomare tenendoci per mano e la gente ci guarda perché ci abbracciamo come due fidanzatini e, torniamo alla villa sempre a notte fonda solo per dormire. Quando, dopo una settimana, Lorenzo torna , la ritrova dolce e allegra come sempre. La prima cosa che ci dice è: allora ragazze, avete deciso dove passeremo le vacanze di Natale?. Noi ci guardiamo e quasi assieme gridiamo. Parigiiiiii.
Cap.17 Parigi
Parigi... Che città meravigliosa, e che giorni indimenticabili furono quelli.
Arriviamo il ventitré e Lorenzo ci porta in un piccolo albergo tipico nel quartiere di Montparnasse. La nostra camera è molto intima, piccola con un gran lettone "dormiamo in tre sullo stesso letto" molto alto di legno. Di fronte al letto un grosso finestrone da cui si vedevano i tetti e i comignoli di quel quartiere, sull'angolo a sinistra un frigorifero pieno di Champagne cioccolatini e bibite e, sopra di esso, una piccola televisione a colori con radio e lettore video incorporati, la moquette sul pavimento e un piccolo bagno. L'unico inconveniente di quei giorni fu il clima che era molto freddo e si alternavano giornate di nebbia fitta con nevicate molto forti. Il ventiquattro decidiamo di dividerci per andare ad acquistare i regali di Natale così, io e Ilenia, prendiamo un taxi e andiamo in centro. Mentre camminiamo "eravamo vestite con calzettoni di lana alti fin in cima la coscia fermati con dei laccetti, pelliccia con guanti cappello e sciarpa, gonna e maglione" alla ricerca di un regalo per Lorenzo, Ilenia mi dice: non senti il freddo sotto la gonna?, a me ogni tanto arrivano di quelle ventate gelide, se almeno avessi avuto i peli mi avrebbero protetta. Se avevamo i peli, le rispondo, a quest'ora erano pieni di stalattiti, e scoppiamo a ridere. Giriamo per tutta la giornata tra i molti negozi e locali sui Champ-elise ma solo all'imbrunire decidiamo, dopo lunghe discussioni, cosa comprare a Lorenzo. Una giaccone di pelle marrone con colletto di pelo, un maglione nero, un paio di jeans neri, un paio di scarponi marroni tipo montanaro, un cappello tipo coppola marrone e una sciarpa. Così, ci diciamo, sembrerà un vero maschio francese e, per qualche giorno, smetteremo di vederlo in giacca e cravatta. La notte di Natale assistiamo alla funzione religiosa nella cattedrale di Notredame poi, torniamo in albergo ad aprire i regali. Lorenzo oltre ai nostri regali aveva comprato un albero di Natale tutto pieno di lumini che si accendevano che mise davanti alla finestra della camera "naturalmente mise tutti i doni sotto di esso" e, comprò anche il classico panettone come vuole la tradizione. Fu molto bello aprire tutti quei pacchi e pacchettini nei quali trovammo un po’ di tutto, profumi, foulard, libri e CD musicali, un bellissimo cane di peluche marrone a me e bianco e nero ad Ilenia, due braccialetti di brillanti "uno a me e uno a lei" da mettere sulle caviglie con una targhetta con scritto "Lorenzo". Il regalo più strano, però, fu un piccolo campanellino dorato che Lorenzo diede a me dicendomi scherzosamente che dovevo agganciarlo agli "anellini" che portava Ilenia così, quando tornati a casa, saremmo rimaste sole, avrei sempre saputo dove fosse.
Passiamo tre giorni praticamente a letto chiusi in camera "fuori nevicava molto forte" a leggere a guardare la televisione a giocare e fare l'amore, furono molto dolci intimi e felici e Ilenia non parlava mai di Carlo e quasi sembrava se ne fosse dimenticata. Uscivamo solo la sera per andare in un locale dove, oltre che a cenare, si poteva ballare o ascoltare della musica dal vivo. Il ventisette smette di nevicare così decidiamo di fare i turisti e cominciamo a visitare la città, i musei, la famosa torre e tutto quello che c'è da vedere. Le notti le passiamo nei vari locali tipo il Moulin Rouge, Lidò, Le Follies Bergers ecc. e praticamente torniamo all'albergo solo per dormire. Un giorno mentre camminiamo in un parco su le rive della Senna, Ilenia dice: devo far "pipi". Siccome c'era poca gente, Lorenzo ci porta in un punto un po’ appartato del parco poi, dice ad Ilenia di sollevare la gonna e di appoggiare una gamba su di un grosso albero poi, mi chiede di fare la stessa cosa mettendomi di fronte a lei e disse: ora potete fare la "pipi". Si eccitò talmente a vederci "io dovetti sforzarmi un po’ perché non mi veniva di farla" così che dopo ci fece inginocchiare e ci fece fare "a lui" l'amore orale lì in mezzo al parco.
Passiamo la notte "e il giorno" di S.Silvestro per strada sui Champelise tra migliaia o milioni di persone. Lorenzo è vestito con gli abiti che gli abbiamo regalato a Natale e, m’accorgo che molta gente, specialmente gli uomini, lo guardano con invidia vedendolo abbracciare e baciare due ragazze tutte impellicciate. Facciamo il brindisi di mezzanotte in mezzo alla strada bevendo dalla bottiglia poi, per un'ora non so quanta gente "uomini e donne di tutte le età" ci bacia e abbraccia dandoci il Buon Anno. Verso le tre del mattino Lorenzo ci porta in un locale tipo Night Club nel quartiere a Luci-Rosse di Pigalle dove assistiamo a degli spettacoli dove fanno l'amore dal vivo. Siamo più brave noi, mi dice Ilenia mentre assistiamo alle performance di due coppie che fanno l'amore sul palco. Direi proprio di sì, gli rispondo sorridendo.
Nei giorni che seguono andiamo a fare una crociera sulla Senna, Lorenzo ci porta all'Operà dove assistiamo all'Otello "per l'occasione ci acquista due abiti favolosi" e passiamo un'intera giornata alle gallerie Lafytte "i grandi magazzini" a fare shopping. Due giorni prima di partire per tornare a casa Ilenia ci dice: oggi non uscirò con voi, mi sono accorta che in questi giorni meravigliosi non vi ho mai lasciati soli neanche una volta, così ho deciso che oggi sarà il giorno tutto vostro ed io vi aspetterò qui in camera. Va bene, dice Lorenzo, ma non credere di spassartela senza di noi. Gli lega le mani con dei foulard alla testiera del letto "era già nuda" e le gambe, sempre con dei foulard, in modo che fossero ben aperte poi, mi chiede di fargli avere un orgasmo "orale" e, "dopo", prende un grosso "oggetto" di quelli a batteria glielo mette sul davanti e lo fissa in modo che non possa uscire, lo "accende" poi mette il cartello sulla porta "non disturbare" la salutiamo con un bacio e usciamo. Era una giornata meravigliosa, per la prima volta in molti giorni c'era il sole, che con i suoi riflessi su la neve faceva risplendere la città più che mai. Era bellissimo passeggiare con lui e.., si!, Ilenia aveva ragione mi mancava proprio un momento sola con lui. Mentre camminiamo "ero vestita normalmente con calze di nylon e scarpe basse", mi accorgevo che la gente che incrociavamo mi guardava con lo sguardo rivolto verso le scarpe poi capii il perché. Il sole o la neve riflettevano sul braccialetto di brillanti che portavo alla caviglia mandando dei bagliori. Ci sediamo su di una panchina quando sentiamo: ciao Lorenzo.
Era un bellissimo ragazzo sui trent’anni biondo con i capelli lunghi e gli occhiali "assomigliava molto al cantante Sting ma forse era anche meglio", alto e robusto quel tanto che basta con una voce molto calda "insomma un tipo da sballo" ed era la prima volta che lo vedevo. Ciao Ludovico, dice Lorenzo, che piacere vederti, cosa fai da queste parti?. Sono in gita con la mia associazione "a circa cento metri c'era un gruppo di persone, una cinquantina", tanto per passare qualche giorno insieme. Poi mi guarda e dice: e’ tua moglie?. No, gli risponde, è la mia ragazza. E'... è.... Si, dice Lorenzo. Piacere Ludovico, mi dice dandomi la mano. Ciao, io sono Angela. Sei molto bella. Grazie. Sei una Jenaise?. Si, gli rispondo, le conosci?. Solo di nome, tu sei la prima che conosco dal vivo, mio padre m’ha parlato di voi ma io non ho voluto mai averci a che fare ci ho anche litigato per questo. Perché?, gli chiedo. Beh..., diciamo che ho idee diverse. Poi, cambiando discorso, chiede a Lorenzo come sta’, come va il lavoro come stanno i suoi genitori ecc. Dopo qualche minuto ci saluta dicendo: scusate ma devo andare, mi aspettano per andare a vedere la Defense, piacere di averti conosciuta, mi da la mano e se ne va. Chi è, chiedo a Lorenzo. Quello, mi dice, è Ludovico degli Angiuoni un mio ex compagno d’università, vive a Firenze e, suo padre è proprietario di una compagnia aerea di trasporto delle merci. Nonostante sia miliardario ha sempre fatto una vita cercando di aiutare la gente, infatti fa parte della Caritas che è l'associazione che diceva, ed io so che è già stato in molte zone come la Bosnia, per esempio, a portare gli aiuti per la popolazione. Accidenti, dico, ecco perché ce l'ha con noi penserà che siamo tutto sesso e niente cervello. Quando torniamo all'albergo "dopo circa tre ore", troviamo Ilenia lì come l'avevamo lasciata "le batterie si erano scaricate", prima di slegarla, però, siccome Lorenzo si era eccitato a vederla così mi fa fare l'amore orale "a lui" e al momento giusto mi fa riempire un bicchierino con quella "cosa", poi io vado da lei e gli dico di aprire la bocca facendogli bere il contenuto. Quando partiamo per tornare a casa, mi sembrava di svegliarmi da un bellissimo sogno e.., si quelli di Parigi furono proprio dei giorni indimenticabili.
Cap.18 L'Alluvione
E' la fine di marzo, quando Carlo viene alla villa a riprendersi Ilenia. In questi tre mesi, però, Lorenzo ci ha fatto avere una vita sessuale molto intensa. In pratica vivevamo sempre nude, facevamo l'amore due tre volte al giorno, ogni volta che dovevamo fare "pipi" dovevamo dirlo a lui e, ogni volta inventava un modo diverso per farcela fare "in piedi come i maschi, in piedi tenendo le gambe chiuse così che praticamente te la fai addosso, in un vaso da notte come quelli di una volta". A volte si divertiva a farcela "tenere" fino a quando dovevamo digli: ti prego non ce la faccio più. Una volta ci mise un "collarino" al collo con un guinzaglio e ci portò a farla in giardino facendoci camminare "a quattro zampe" proprio come si fa con un cagnolino. Poi, un giorno, me la fece fare in un bicchiere e disse ad Ilenia di bere e la stessa cosa feci io con la sua. Dopo un po’ "fu inevitabile" in pratica ce la facevamo addosso a vicenda e lui a noi "ci siamo abituate a quel sapore un po’ salato". I giorni che lui non era in casa c’istruiva su cosa dovevamo fare e facevamo le stesse cose che ti ho appena descritto tra noi due. Io potevo anche "comandare" Ilenia, così a volte mi divertivo a fargli fare dei giochetti "gli agganciavo il campanellino di Lorenzo ai suoi anellini così ogni volta che si muoveva suonava oppure gli mettevo dei pesi che gli tiravano la pelle e doveva camminare piano tenendo le gambe aperte" Quando Carlo venne a prenderla alla villa, era felice "nonostante tutto lui era sempre l'uomo che amava", ci saluta e ci ringrazia per avergli fatto passare quei mesi cercando di non fagli pensare troppo a lui. Guardandola andar via ho pensato: Lorenzo si sbaglia, non ci sono tre tipi di donne ma quattro. La quarta è la Jenaise che per amore è disposta ad accettare e subire qualsiasi cosa, chissà se Carlo si rende conto di questo.
Dopo quindici giorni, Lorenzo tornando a casa mi dice: scusa ma non posso rimanere, mi ha telefonato Massimo, è successo un fatto grave ed ha bisogno d’aiuto. La famiglia di Massimo aveva un'azienda farmaceutica in Piemonte nella zona di Alessandria, in quei giorni ci fu un'autentica alluvione causata dalle forti piogge e molti fiumi e torrenti strariparono inondando d’acqua e fango interi paesi "sicuramente lo saprai perché ne parlarono anche alla televisione per molti giorni" e, anche la fabbrica fu allagata. Vengo con te, gli dico, potrei anche esservi di aiuto e in ogni caso non voglio rimanere qui da sola. Così indosso un paio di jeans "non avevo le mestruazioni" e un maglione e partiamo "con la Range-Rover di Lorenzo". Un vero disastro, fu quello che trovammo quando arriviamo al paese, c'era almeno un metro d’acqua e fango che lo copriva. Guardando quella gente che piangeva e scavava nel fango per liberare le proprie case decidiamo di rimanere lì con loro "la fabbrica di Massimo è in periferia nell'altro versante del paese", Lorenzo si procura degli stivaloni da pescatore due impermeabili e due badili, poi ci aggreghiamo ad un gruppetto e iniziamo a togliere il fango dalle case. Il forte desiderio di aiutare quella gente ci fece lavorare davvero giorno e notte per quasi una settimana mangiando qualche cosa che ci portavano e dormendo qualche ora in macchina "ancora oggi mi chiedo come abbia potuto sostenere quel ritmo di lavoro senza crollare e probabilmente se lo chiese anche Lorenzo".
Il fango copriva interamente tutto il corpo e ti entrava dappertutto "dovevi vedere i miei capelli" e tutte le persone sembravano delle statuine di creta prima della cottura. Dopo quattro giorni che spaliamo fango Lorenzo "gli vedevo solo il naso" mi dice: voglio tentare di raggiungere la fabbrica di Massimo per avvisarlo che siamo qui e vedere come sono messi, tornerò appena possibile. Neanche mezzora dopo che è andato via si aggrega a noi un gruppo di persone "ragazzi e ragazze" con una fascia sul braccio con scritto "caritas" e, con mio stupore, vedo che fra loro c'è anche Ludovico, quell'amico di Lorenzo che incontrammo a Parigi. Mi avvicino e gli dico: Ciao.., e lui: Ciao, aiutami a spostare questa trave. Non mi aveva riconosciuta ed io non osai dire nulla così per tutta la giornata lavoriamo fianco a fianco senza dirci una parola poi, verso sera torna Lorenzo. Allora?, gli chiedo. Tutto bene, mi risponde, sono messi meglio di noi, da loro ci sono i pompieri, i Carabinieri e tutti i dipendenti dell'azienda. E tu?, mi chiede. Io, a voce alta rispondo: tutto bene, sono qui con il tuo amico Ludovico. Quando sente pronunciare il suo nome si gira e con stupore dice: ciao Lorenzo non pensavo di trovarti qui, poi guarda me e dice: scusa, non t’ho riconosciuta "non mi avrebbe riconosciuta neanche mia madre, pensai" poi, avvicinandosi con un'espressione di meraviglia mi dice: ma!!, ma non sei una Jenaise?. Si, gli rispondo, ma aiutami a spostare questa trave.
Così riprendiamo a lavorare. Per altri quattro giorni lavoriamo ininterrottamente, eravamo un gruppo di circa trenta persone e ci fermiamo solo la sera dove ceniamo tutti assieme "quello era l'unico momento che si poteva parlare e rilassarsi un po’". Notavo che molte ragazze si avvicinavano a Ludovico tentando di fargli capire che era desiderato "non era difficile comprenderle" ma lui, con modi cordiali, rimaneva indifferente o fingeva di non capire quelle "avance" al punto che io, al momento opportuno, chiesi a Lorenzo se per caso non fosse omosessuale. Alcuni anni fa, mi risponde, s’innamorò follemente di una ragazza poi, un giorno scoprì che si drogava e fece di tutto, spese anche un capitale, per farla uscire da quell'inferno ma lei prese l’AIDS e morì e, da quel giorno lui si dedicò ad aiutare la gente e nessuno lo vide più con una donna. Accidenti, dico, non pensavo che anche un uomo potesse amare così, ed io che pensavo fosse omosessuale, sono proprio una stronza.
Un giorno, finalmente, arrivano i rinforzi "la protezione civile mandata dal governo" e noi possiamo tornare a casa così tutta la stanchezza di quei giorni esplode improvvisamente. Per una settimana non facciamo altro che dormire mangiare e pensare a quei giorni tragici e incredibili. Due mesi dopo il comune dell'alluvione "Masio" organizza una cena per tutte le persone e associazioni che hanno aiutato la popolazione così ci ritroviamo con Ludovico e Massimo passando una serata allegra e spensierata e, quando torniamo a casa, Lorenzo mi dice che forse passeremo le vacanze estive con loro, faremo una crociera su la sua barca.
Cap. 19 Ludovico
Passerò le vacanze su di una barca "una barca a vela cabinata con otto posti letto, cucina, soggiorno e bagno con idromassaggio molto intimo e accogliente, un due alberi lungo non so quanti metri con un motore con cui, volendo si può anche fare il giro del mondo" in compagnia di tre uomini di cui uno "Massimo" so che mi desidera molto e l'altro "Ludovico" che non ne vuole sapere delle Jenaise o delle donne in generale. Come mi devo comportare?, chiedo a Lorenzo. Come una Jenaise, mi risponde. Ma se su la barca prenderò il sole e girerò nuda, Massimo sicuramente mi chiederà di fare l'amore mentre Ludovico potrebbe sentirsi molto imbarazzato. Magari, mi dice, riuscissi a sbloccarlo. Cosa pensi di lui?. Come uomo, gli rispondo, è un tipo da "sballo" e penso che sia il sogno di moltissime donne ma come mentalità mi sembra un po’ troppo moralista. Voglio che provi a far l'amore con lui, mi dice, se ci riuscirai sarò felice di aver aiutato un amico ad uscire da un brutto momento e tu ti dimostrerai una vera Jenaise. E Massimo?, gli chiedo. No, mi risponde, con lui per ora no, voglio farlo soffrire un po’.
Due giorni prima di partire anzi di salpare arrivano alla villa "Massimo nel primo pomeriggio e Ludovico prima di cena" per preparare tutto l'occorrente e l’itinerario anzi le rotte che faremo. Dopo la cena ci spostiamo su la terrazza a fianco della piscina, loro si mettono a parlare del viaggio io, invece, mi siedo di fronte a sfogliare delle riviste "naturalmente tengo le gambe bene aperte" e, senza farmi notare, m’accorgo che mentre Massimo si comporta normalmente, Ludovico, invece, non riesce a distogliere gli occhi da me. E' un buon segno, penso, anche se non riuscivo a capire se fosse imbarazzato o eccitato. C'è molta allegria quando salpiamo ed è una giornata calda con un sole splendente. Lorenzo e Massimo, che sono ottimi marinai, sono tutti indaffarati a governare la barca e a spiegare a Ludovico, che non era un ottimo marinaio, tutti i segreti dei lupi di mare. Io, invece, mi dedico alla cucina e ai lavori domestici. Subito il primo giorno, dopo il pranzo, accendo la radio ed esco dalla cabina nuda con un asciugamano in mano per sdraiarmi sul ponte a prendere la tintarella e, vedo che loro si fermano dalle cose che stavano facendo e mi guardano.
Mentre stendo l'asciugamano vedo Lorenzo che dice qualcosa ma non capisco poi, mi si avvicina Massimo e mi dice: sei bellissima, ed io: cosa ha detto Lorenzo che non ho capito?. Ricordava che nonostante sono alcuni anni che stai con lui, ogni volta che ti vede così lo fai "morire". Rispondo ridendo: insomma, tutti i giorni, e tu?, come mai non hai ancora trovata la tua Jenaise. Guarda che non è facile, mi risponde, ci ho già provato diverse volte ma, forse perché sono anche un po’ timido, mi è sempre andata storta oppure sono sfortunato e le ragazze che piacciono a me non hanno la "stoffa" per essere Jenaise. Poi facendo una voce dolce mi dice: comunque se a Lorenzo lo fai "morire" sappi che a me, mi fai "impazzire". Grazie, gli rispondo. Sai mi piacerebbe molto fare l'amore con te. Lo so!, ma sai che non dipende da me.
Prima tappa del viaggio è Barcellona dove ci fermiamo per due giorni, qui visitiamo la città e, la sera, le discoteche e i vari locali tipici "assisto anche alla Corrida e, credimi, è uno spettacolo orrendo". Vedo che gli uomini sono molto affiatati tra loro ed io incomincio a "legare" un po’ con Ludovico con cui parlo molto di tutto "politica attualità pettegolezzi e altro", però, ogni volta che mi siedo vicino o di fronte a lui vedo che cambia espressione e la sua voce non è più ferma e decisa. Seconda tappa è Palma de Maiorca. Durante la navigazione, un pomeriggio, Ludovico scende in cabina "zona soggiorno" per prendere delle birre, c'era la televisione accesa ed io stavo sparecchiando la tavola "ero nuda con addosso il tipico grembiulino delle casalinghe". Che state facendo li sopra?, gli chiedo. Lorenzo mi sta facendo vedere come si fa a piegare le vele, mi risponde, sai credo che la vita di mare sia molto bella "nel frattempo mi tolgo il grembiule e mi siedo tirando su le gambe e appoggiando i piedi sul sedile". Senti un po’, gli dico, ti sei abituato a me oppure continuerai a girare la testa ogni volta che mi siedo?. Non è facile, mi risponde, credimi... , non ho mai vissuto una situazione simile. Prova a sederti un momento, gli dico, e lui si siede proprio di fronte a me. Sai che se frughi tutta la nave non troverai nessun costume o slip o reggiseni miei?. Lo so.., lo so, mi risponde, le conosco le vostre "regole". Certo che devi amarlo molto Lorenzo per essere così. Ecco.., gli dico, in questo momento hai capito un'altra cosa su le Jenaise. Si, mi risponde, ma non capisco lui che ti mostra così a tutti, se io fossi innamorato di una donna la sposerei di qualunque ceto sia e ne sarei geloso. Guarda che Lorenzo non mi ha mai "mostrata" a nessuno, gli rispondo, solo chi ci conosce può farlo ma si presume che abbia la "mentalità" e la "cultura" per farlo. Io mi vergognerei moltissimo se qualcuno mi "vedesse" e credo che Lorenzo si arrabbierebbe se lo scoprisse ed in questo è molto geloso.. forse anche più di te. Tu non ti rendi conto, ma stai "vivendo" quello che milioni di uomini "sognano" tutti i giorni e specialmente quando fanno l'amore con la propria moglie.., magari sul letto con la luce spenta come se fosse una cosa sporca; guarda che il sesso è "vita" e "amore". Non risponde, forse ho confuso le sue idee ed io: cosa pensi di me?. Sei molto bella e molto sexy e.., non penso più "male" come prima. Allora rompiamo il ghiaccio.., gli dico, vieni a darmi un bacio e promettimi che non girerai più la testa. Lui s’avvicina e dice: va bene.., e cerca di baciarmi su la guancia ma io mi giro e lo bacio su la bocca "vedo che chiude gli occhi e penso che probabilmente era molto tempo che non lo faceva" poi, si stacca raccoglie le birre e se ne va dicendo: ora vado, di sopra mi stanno aspettando, ed io: tra poco salgo anch'io con questo sole m’abbronzerò in fretta.
A Palma ci fermiamo per quattro giorni. Il pomeriggio prima della partenza gli uomini lasciano la barca per andare in città ad acquistare i rifornimenti che mancavano, ognuno di loro con una mansione diversa. Io rimango a bordo da sola e, dopo avere svolto i lavori che dovevo fare, mi stendo sul letto e inizio a masturbarmi lasciando la porta della camera aperta "anche se facevo l'amore tutti i giorni dovevo masturbarmi due volte al giorno come quando ero a casa e se Lorenzo era a bordo dovevo chiamarlo così veniva a vedermi", nel frattempo Ludovico rientra a bordo e viene su la soglia "forse attirato dai miei gemiti". Mi vede e rimane lì senza dire nulla fino a che raggiungo l'orgasmo poi mi dice: scusa.., ed io: vieni qui. Lui s’avvicina ed io: ti è piaciuto quello che hai visto?. Si, mi risponde. Se vuoi fare l'amore, gli dico, sono qui. Mi bacia, comincia a spogliarsi e.., facciamo l'amore.... poi, quando tutto finisce, mi guarda e dice: e’ stato lui vero? che te lo ha chiesto. Io sorrido e lo bacio, lui si alza e si riveste, esce dalla camera e vede che Lorenzo era lì, seduto sul divano. Io vedo che Lorenzo gli mette un braccio intorno al collo ed insieme escono sul ponte. La sera, quando andiamo a dormire, Lorenzo mi dice: ce l’hai fatta eh?, sono fiero di te, baciandomi. Ed io ti amo, gli rispondo. Terza tappa è la Sardegna e ormeggiamo nella baia di Porto Cervo. In quei giorni ho fatto l'amore con Ludovico diverse volte andando nella sua camera di notte o nei momenti che eravamo soli a bordo non, per non farmi vedere da Lorenzo ma, per non farmi vedere da Massimo che se avesse scoperto quello che succedeva avrebbe fatto sicuramente un gran "casino". Poi, una notte, scoppia un temporale abbastanza violento da far ondeggiare la barca un po’ più del solito "anche se è ben ormeggiata nel porto". Ho un po’ di paura e non riesco a addormentarmi. Lorenzo, che si accorge, comincia a baciarmi per farmi calmare "con scarso successo" poi, si alza dal letto dicendo di andare al bagno. Quando torna in camera, con lui c'è Ludovico e.., questa volta in due riescono a rilassarmi. All'improvviso irrompe nella stanza Massimo che dice: vedo che vi divertite senza di me così ho deciso che domani me ne vado e torno a casa. Ridendo Lorenzo gli risponde: dai Massimo non fare lo scemo, abbiamo voluto farti uno scherzo e farti soffrire un po’.., vieni pure qui con noi. Non fa in tempo a finire la frase che si butta sul letto abbracciandomi e baciandomi con una tale passione "lo sentivo che tremava" che sono costretta a dirgli: Calma.., calmati.., così mi farai soffocare. Così, quella notte, per la prima volta ho fatto l'amore contemporaneamente con tre uomini "e che uomini".
Cap.20 Lo Zio
La Sardegna è un'isola bellissima, ma il ricordo più bello sono le sensazioni e le emozioni "e gli orgasmi" che ho provato. Da quel giorno, anzi da quella notte del temporale, iniziai a fare l'amore con loro tre "sia singolarmente che tutti assieme" tutti i giorni e tutte le notti e, non ti dico quante volte "praticamente non avevo il tempo di fare nient’altro, Massimo poi era instancabile e insaziabile". Quando uscivamo per andare a fare acquisti loro venivano con me e mi coprivano d’attenzioni, la gente per strada ci guardava "specialmente le donne" e non capiva chi di loro stesse con me. Entravano nei negozi con me e mi consigliavano su cosa acquistare e, davanti alle commesse sbalordite e meravigliate, mi corteggiavano in continuazione "e mi seguivano portando i pacchi e le cose che acquistavo". Una sera, in discoteca, sono chiusa in una toilette quando sento entrare un gruppo di ragazze "tre o quattro" nel bagno delle signore. Avete visto quei tre "fichissimi" vicino al bar?, dice una. E chi non li ha visti, dice un'altra, mi sa che in tutta la discoteca non c'è né una che non li abbia già visti e che non gli sia passata davanti almeno tre volte. Con quello biondo "un'altra" scapperei subito anche sulla Luna.. Io invece chiuderei gli occhi e sceglierei a caso.. tutti e tre "ridono". Calma ragazze "un'altra" scendete dalle nuvole, non so se vi siete accorte ma sono già in compagnia. Certo che quella lì deve essere molto ricca per avere tre uomini così che la corteggiano. Comunque dobbiamo prendere atto che è molto bella, dice un'altra. Ehh già, rispondono in coro, la concorrenza è sempre più agguerrita. Sentite!, dice una, ora mi piazzo lì davanti a loro e voglio proprio vedere se non mi guardano, e le altre: hooooo… e poi: aspettaci veniamo anche noi, ed escono dal bagno. Io rimasi lì chiusa nella toilette senza fiatare fino a che se n’andarono e, quando tornai da loro, provai una sensazione così intensa che non riuscirei a descriverti "ma spero riuscirai ad immaginarti".
Oramai sono otto giorni che ci siamo fermati qui e Ludovico "mentre pranziamo" ci dice: a circa cinquanta chilometri da qui, sempre lungo la costa, ho uno zio che possiede una villa sul mare e, siccome non sono mai andato a trovarlo se volete mi piacerebbe farlo ora. E' la prima volta che vieni in Sardegna?, gli chiede Lorenzo. No.., non è per questo, gli risponde, ma perché vive con la sua Jenaise "tutti ci guardiamo in faccia". Alcuni anni fa, sua moglie morì e lui si trasferì qui con lei ed io, come sapete, siccome non accettavo queste cose ,non venni mai a trovarlo. Ora, però, mi sono ricreduto e voglio andare a chiedergli scusa. Noi facciamo un applauso e poco dopo partiamo. Una villa tutta bianca in cima ad una scogliera a strapiombo sul mare, attracchiamo sul pontile poi, dopo una lunghissima scalinata "mi fanno salire i gradini davanti a loro così si godono lo spettacolo" e con il fiatone giungiamo all'ingresso. T'oh, che sorpresa, dice lo zio "si chiama Umberto" quando ci vede, il bello della famiglia ci fa l'onore di una visita "gli da la mano e lo abbraccia". Ciao zio, dice Ludovico, questi sono i miei amici "gli diamo la mano e ci presentiamo". Entrate entrate, ci dice, lo sentivo che questo era un giorno diverso dal solito. E' un uomo non molto alto ma robusto sui sessant'anni con dei capelli grigiochiaro molto lunghi, indossa una camicia e un paio di pantaloni bianchi "assomiglia a Vasco Rossi da vecchio, penso" e, ha in bocca un sigaro molto grosso che fa una puzza d'inferno.
Entriamo in un salone e resto esterrefatta, era rotondo fatto ad archi con delle colonne che li sorreggevano, delle grandi vetrate che davano sul mare e dal lato opposto un camino gigante. Il soffitto leggermente a cupola "archi e soffitto dipinti in arancione e le colonne bianche". Un tavolone rotondo grandissimo di legno "peserà una tonnellata, ho pensato" con delle sedie stile "medievale". Accomodatevi, dice lo zio spostando le sedie, che vi preparo qualcosa da bere. Io mi siedo "alle sue spalle" e apro le gambe "questa volta non mi sento imbarazzata come con il padre di Massimo, penso" al mio fianco "un po’ più spostato" Lorenzo poi Massimo e Ludovico. Mentre versa da bere, lo zio fa a Ludovico molte domande su come siamo arrivati, su la barca, sui suoi genitori poi, prende in mano il vassoio e si gira verso di me. Quando mi vede si blocca di colpo, apre la bocca e il sigaro cade in un bicchiere facendone uscire il liquido che li macchia tutta la camicia. Una Jenaise??..., dice con una espressione del viso assolutamente stupita, poi mi si avvicina e mi chiede: sei una Jenaise?. Si, gli rispondo, e lui.: Ludovico con una Jenaise??..., incredibile.., oggi non è un giorno diverso dal solito, oggi è un evento storico. Poi urla: Marìe, Marìe, vieni a vedere.., non ci crederesti mai. Calmati zio, gli dice Ludovico, non è con me, sta con Lorenzo. E questo cosa c'entra?, quella è una Jenaise ti rendi conto?, tuo padre lo sa?. No, gli risponde, e lui: dopo gli telefono, chissà come sarà contento...., anzi gli telefono subito..., gli verrà un colpo...., noooo..., non ci crederà mai, penserà che gli gioco uno scherzo "non capiva più niente e continuava a parlare da solo" poi, una donna entra nel salone. Buongiorno, dice. E' una donna sui cinquant'anni alta come me con capelli neri, un fisico magro e un viso senza trucco "da giovane doveva essere bellissima, penso". Vieni Marìe, dice lo zio, questo è Ludovico. Lei gli da la mano "ma guarda me" e dice: finalmente ti vedo, erano molti anni che desideravo farlo, ma qui fino ad ora è giunta solo la tua "fama"; poi da la mano a Massimo "ma guarda me" e poi a Lorenzo "ma guarda me". Sono emozionatissima, so che quella è una Jenaise come me, penso, ma potrebbe essere mia madre "aveva più o meno la stessa età di Alexia ma Marìe era come me.... una Jenaise". Si avvicina mi tende la mano e dice: ciao sono Marìe "erano molti anni che era in Italia ma aveva ancora un accento Francese". Buongiorno dico, io sono Angela. Così mi fai sentire più vecchia, dammi del tu dopotutto noi siamo uguali, poi, senza lasciare la mia mano: vieni, ti faccio vedere la casa così parleremo un po’. Mentre usciamo dal salone sento lo zio che chiede a Ludovico chi gli ha fatto cambiare le sue idee. E' stata lei..., ma poi la porta si è chiusa alle mie spalle.
Marìe è molto dolce, mi chiede di me e di Lorenzo, da quanto lo frequento, di come mi ha conosciuta e di questi anni passati da Jenaise, poi, io chiedo a lei le stese cose così scopro che era una ballerina dell'Operà di Parigi, figlia di un ferroviere che per amore dello zio lascia la Francia e la sua carriera. Lo zio, però, gli disse delle Jenaise dopo due anni che era con lui e scoprì anche che era già sposato, a quel punto però non se la sentì più di tornare in Francia "la sua carriera di ballerina ormai era rovinata per sempre" così fece la sua dichiarazione. Sei felice?, le chiedo. Ora si, mi risponde, quelle come noi sono il "massimo" del sesso ma anche della sofferenza. E' vero, le dico pensando ad Ilenia, ma anche della felicità. Siamo il "massimo" di tutto dice ridendo. Hai mai detto di no?, le chiedo. No, mi risponde, e tu?. Si, una volta, e le racconto cosa è successo. Se Lorenzo ti chiede di fare l'amore con me lo faresti?, mi chiede "non mi aspettavo questa domanda e resto un po’ titubante". Non lo so, le rispondo. Io credo di si, dice lei. E tu?, le chiedo io. Lei mi prende per mano e mi porta davanti ad un grande specchio. Guarda li dentro, mi dice, secondo te cosa risponderei. Io mi guardo allo specchio "sento un brivido" e dico: Ehh si...., credo proprio di si. Prima di tornare nel salone mi dice: Guarda...., si solleva la gonna "aveva un vestito blu scuro con dei fiorellini provenzali lungo sotto il ginocchio" e vedo che è senza slip, depilata con una "J" come la mia. Fai ancora l'amore con lo zio di Ludovico?. Sempre meno, mi risponde, sta diventando vecchio ma io cerco sempre di eccitarlo nei modi che a lui piacciono di più. La sera, prima di dormire penso, quasi quasi chiedo a Lorenzo se mi lascia fare l'amore con lei, ma anche lei deve chiedere la stessa cosa allo zio e.... no, credo che non sia possibile. Il giorno dopo partiamo per la quarta tappa delle nostre vacanze... Venezia.
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