Biscotti & Losanghe (atto 2-3)
di
Vanj B.
genere
tradimenti
Il Primo Incontro (cap.3)
Manuela è solo sesso, il rapporto con lei è da subito pieno d’intesa e complicità, di desiderio di trasgredire e, provare a realizzare i sogni più intimi che si sono sempre tenuti nascosti a chiunque. A differenza di tutte le donne che ho avuto nella mia vita “sei o sette”, lei è molto attiva e piena d’iniziative e, non rifiuta mai di provare situazioni nuove ed eccitanti. Subito al nostro primo incontro, mentre cammina verso di me, dopo aver parcheggiato l’auto, si solleva la gonna “all’apparenza senza guardarsi intorno” facendomi vedere che è senza le mutandine. Dal vetro della mia auto, con le mani sul volante, vederla camminare verso di me in quel modo mi fa eccitare così tanto che ho la sensazione che il cazzo mi scoppi. Va bene così?, mi chiede quando arriva, posso salire adesso?. Va bene, sei stata brava, ora puoi salire. L’avrei scopata lì subito, ma ho preferito attuare ciò che avevo organizzato per quelle due ore. La conduco in un Motel “che lei scherzosamente chiama Montel” a cinquestelle, a circa mezz’ora d’auto, molto esclusivo e riservato con un bellissimo parco che la lascia sbalordita fin dal nostro ingresso con l’auto. Ricordati, tutte le volte che verremo qui, sarai solo un’amante e, quindi, lasceremo fuori tutto ciò che riguarda le nostre vite, le dico con voce autoritaria ma scherzosa sul corridoio davanti alla porta della camera e, quindi, voglio che entri vestita come s’addice ad una vera donna da letto. Senza dire una parola, mi guarda, slaccia la gonna e la lascia cadere sul pavimento, sfila la giacca e la lascia cadere toglie la camicetta e il reggiseno lasciandoli cadere sul pavimento rimanendo nuda con le calze autoreggenti e le scarpe. Vorrei che in questo momento qualcuno delle altre camere aprisse la porta per vedere la scena, dopotutto questo non è altro che un Casino legalizzato. Apro la porta, la prendo per mano ed entriamo nella camera poi, richiudo la porta lasciando i vestiti fuori sul pavimento del corridoio dove si trovano. Una camera grande bellissima e intima tutta coperta di moquette e piena di tappeti con un frigo pieno d’ogni ben-di-Dio, una vasca da bagno incassata sul pavimento che si può tranquillamente fare il bagno in quattro persone ed un impianto stereo che non si capisce da dove esce la musica. Affascinata da tutto ciò, senza accorgersi, s’inginocchia e si mette carponi per ammirare dei disegni su di un tappeto. Vederla così, mi eccita moltissimo così, mentre mi spoglio m'avvicino, le do una pacca sul culo e dico: rimani così che mi ecciti. Gironzola un po’ per la stanza poi sento che mi chiama: dai vieni da me, dice. M’avvicino e lei è lì con la faccia sul pavimento, il culo sollevato e le gambe completamente divaricate e con le mani s’allarga le natiche per farmi vedere i suoi buchi ben aperti. Per un attimo resto a guardarla, poi, inizio a baciare e leccare il suo sesso e m’accorgo che è già tutta bagnata così la penetro muovendomi prima leggermente poi sempre più forte. Siiiii cosìiii, dice, sbattimi forte. Vedo che con la mano si stimola sulla clitoride ed io continuo fin quando dice: non fermarti che vengo non fermarti, e, un attimo dopo, le riempio la figa con tutto il mio sperma. Rimango sdraiato sul pavimento a godermi quest’attimo mentre lei stappa una bottiglia di champagne e apre una scatola di cioccolatini; brindiamo e ci baciamo, poi, va’ a far scorrere l’acqua nella vasca da bagno. Ho versato di nuovo lo champagne nei bicchieri e, quando torna, glielo porgo di nuovo poi, le chiedo di sdraiarsi sul pavimento e di sollevare le gambe. Subito si mette supina e con le braccia afferra le ginocchia e le solleva allargandosi le cosce e mostrandomi ancora una volta i suoi buchi ben aperti. Prendo la bottiglia e le verso sul sesso e sul corpo tutto lo champagne che vi è rimasto, poi, comincio a leccarla dappertutto. Dai!, prova a mettermelo dietro, dice tenendosi sempre le gambe aperte con una voce smorzata e con la faccia che è divenuta rossa fuoco non so se per l’effetto dello champagne o delle mie leccate. Solo se me lo chiederai meglio, gli rispondo, detto così non mi piace. Ti prego inculami, dice, prova ad incularmi ti prego. Inizio con un dito, poco dopo con due e le spiego di non stringere ma di spingere e di rilassarsi mentre li sente entrare. Fermati, fermati !!!!!!!, si alza e corre verso il bagno. Devo andare al gabinetto, dice, le dita mi stimolano per andare al gabinetto. La prima volta è normale, le rispondo, non ti preoccupare. Proviamo ancora?, mi chiede quando torna. Così ricomincio a bagnarla e, poco dopo, piano piano riesco a metterlo dentro. Fa’ un urlo che direi cinquanta per cento di dolore e cinquanta di piacere. Vuoi che esca?, le chiedo fermandomi. No!, no!, vai avanti, risponde gemendo; siiiii, mi piace mi piace, dice poco dopo, dai così!, dai così!!. Continuo senza fermarmi fino a quando la vedo raggiungere l’orgasmo e, poi, le riempio il culo di sperma. Mi brucia un po’, mi dice un attimo dopo, mentre tirandomi per mano mi trascina dentro la vasca da bagno oramai piena più di schiuma che acqua. Per un po’, giochiamo e ci divertiamo con l’acqua e tutti quei spruzzini, poi mi accorgo che s’è fatto tardi, faccio per uscire ma mi blocca sul bordo della vasca mi fa sedere su di esso e, senza dire una parola comincia a succhiarmelo così bene che in breve tempo le riempio la bocca di sperma. Vorrei alzarmi ma mi trattiene facendomi capire di guardarla e.., piano piano deglutisce tutto il mio sperma. Ci asciughiamo ed inizio a rivestirmi, lei indossa le uniche cose che ha, le calze autoreggenti e le scarpe, poi m’aiuta ad allacciare la camicia e a mettere la cravatta. Vorrei portarla via così, penso mentre usiamo dalla camera, sul corridoio ci sono i suoi abiti ancora sul pavimento dove li ha lasciati ma noto che c’è anche una cameriera “filippina o di quelle parti” che per un attimo ci osserva poi gira la testa riprendendo il suo lavoro, ma lei non se ne cura e molto lentamente si riveste. Dimmi che sono la tua troia, mi sussurra all’orecchio mentre usciamo dal Motel. Non ancora, gli rispondo senza pensarci sopra, hai ancora molto da imparare. In auto, apro lo sportellino del cruscotto e le dico: tieni, questo è un regalo per tè. Cos’è?, mi chiede mentre con frenesia lo scarta. Un telefono cellulare, ho già memorizzato il numero del mio telefonino dell’ufficio così se vuoi puoi chiamarmi, ma solo nell’orario di lavoro. Grazie, lo desideravo da molto, dovrò trovare un posto per nasconderlo, per fortuna che mio marito non è curioso. Digli che te lo sei comperato. Sei matto?, con tutti i debiti che abbiamo?. Si arrabbierebbe di brutto, e poi.?, a cosa serve un telefonino a me?. Certo che se stasera vorrà fare l’amore dovrò dirgli di no!. Perché?. Perché ho tutti i buchi pieni del tuo sperma, mi risponde baciandomi. E’ vero, le dico sorridendo, stasera digli di no. Prima di salutarla le do le famose cento euro. Mi dai la paga?, l’ho meritata?. Si, rispondo, molto meritata. Allora ci vediamo giovedì?, mi chiede. Si, e!, mi raccomando. Ciao.. Ciao.
Il Gioco (cap.4)
Inizia così il periodo in cui tutte le settimane ci s’incontra e si va’ in quel motel, presumo come tutte le normali coppie d’amanti. Manuela è sempre disponibile e pronta, e molt!!. Manuela è sempre disponibile e pronta, e quasi tutte le volte si fa’ inculare senza problemi. Per lei è un’esperienza nuova e, dice, ogni volta sempre più bella. Per me, invece, è una specie di vendetta verso mia moglie dopo molti anni d’astinenza. Quasi tutti i giorni mi telefona in ufficio e, probabilmente prendendo alla lettera i miei insegnamenti mi dice frasi del tipo: non vedo l’ora che m’inculi; ho voglia di bere lo sperma; dall’ultima volta mi sento il “buco” più “largo”; sai.!, ieri sera mentre mio marito dormiva mi sono masturbata e mi sono infilata tre dita nel culo e, sono “venuta” pensando a te; Ieri, mio marito mi ha scopata e mi ha riempito la figa di sperma e, ho immaginato che ci fossi anche tu che mi riempivi il culo di sperma. Ogni volta ne inventa una nuova e, tutte le volte mi eccita da “morire” al punto che devo correre al bagno a masturbarmi come un ragazzino.
Una sera, mentre torniamo da uno dei nostri soliti incontri, apro il vano portaoggetti dell’auto ed estraggo un pacco regalo confezionato con tanto di fiocco. Un regalo per me?. Si, rispondo. Con frenesia lo apre scoprendone all’interno due falli in lattice che ho acquistato in un sex-shop che frequentavo diversi anni fa quando, allora, facevo incetta di videocassette hard.
Ti piacciono?.Per un attimo non risponde ma si limita a guardarli tenendoli uno per mano (uno è più grosso del mio cazzo e l’altro leggermente più piccolo). Perché?, mi chiede. Così quando a casa ti sentirai sola potrai usarli e pensare a me. Si mi piacciono, dice, ma dovrò stare molto attenta a dove li nascondo, t’immagini se li trova mio marito ?. Quanto ti piacciono?. Si mi piacciono molto… cercherò di farne un buon uso. Perché non li inauguri adesso?. Vuoi?. Senza attendere la risposta, abbassa il sedile e solleva la gonna (naturalmente non porta gli slip) poi, prende il fallo più piccolo e comincia a succhiarlo mentre con l’altra mano si accarezza. S’infila il fallo nella figa ed inizia a muoverlo dentro e fuori poi, con l'altra mano prende quello più grosso e comincia a succhiarlo; per tenerlo nella bocca la deve aprire al massimo con uno sforzo visibile che mi fa eccitare moltissimo, rallento l’andatura per godermi quest’attimo. Ora toglie quello piccolo e si mette quello grosso poi, piano piano, inizia a muoverlo avanti e indietro mentre usa l’altro per stimolarsi sulla clitoride ed io comincio a sentire i suoi gemiti sempre più forti. Devo infilarmi anche l’altro nel culo?, mi chiede con voce appena sussurrata. Si, se te la senti di farlo, rispondo. Vedo che tenta senza esito, così, si toglie il fallo dalla figa e, piano piano si bagna e s’infila quello piccolo nel culo fino in fondo poi, si rimette quello grosso nella figa fino in fondo. Non resisto più, fermo l’auto e abbasso il mio sedile, slaccio la patta e le infilo il cazzo in bocca tutto in un colpo. Mentre lei succhia gli dico: dai muovi i cazzi avanti e indietro e così fa’ fino al momento che per la prima volta le sborro in faccia e gliela spalmo bene su tutto il viso. Rimani così finché non arriviamo le dico mentre mi riabbottono i pantaloni e riparto con l’auto. Non risponde ma non si muove e rimane distesa sul sedile con le gambe aperte tenendosi con le mani i due falli infilati fino in fondo e con la faccia bagnata piena di sperma che piano piano si sta’ asciugando. In questo momento mi rendo conto che da quando c’incontriamo non si è mai rifiutata di nulla e, comincio a pensare che forse non è solo per il piacere del sesso; potrebbero essere i soldi che le do a far si che senta il dovere di non rifiutare le mie richieste oppure, ma spero proprio di no, che si sia innamorata e cerchi di conquistarmi con l’arma del sesso. Comunque mi viene la curiosità di provare fino a che punto è disposta ad arrivare. Pensi che tuo marito s’accorgerebbe che hai la faccia piena di sperma se non la lavi?. Mah!!, perché?, ti piacerebbe?. Si dai!!, rimani così fino a domattina, se si accorge puoi sempre trovare una scusa. Va bene, risponde, ma speriamo che non capisca. Promesso?. Si, promesso. Promesso cosa?. Prometto che fino a domattina non mi laverò il viso, va bene così?. Si, ma c’è un’altra cosa che voglio che fai. Cosa?. Voglio che stasera ti fai scopare da lui. Perché?. Perché al motel ti ho riempito il culo di sperma, qui, la faccia e lui ti riempirà la figa, così, stanotte ti addormenterai tutta piena di sperma e l’idea mi eccita moltissimo. E!, se non ha voglia di scoparmi?. Ma che domanda è questa, una donna da letto come te saprebbe far venire la voglia anche ad un frocio. Grazie, risponde, e se mi chiede di fargli un pompino?. No!, devi fare in modo che ti scopi e basta, poi domani mi racconterai.
Pronto !. Ciao.. Ciao. Possiamo parlare?. Si, ma aspetta un attimo che mi sposto fuori perché qui c’è un po’ di casino!. Dove sei?. Al bar, e tu?. A casa, sono appena rientrata dopo una faticosa giornata di lavoro a pulire i pavimenti, non come te, che lavori al bar (ride). Allora t’aiuterò a rilassarti, rispondo, sei vestita?. Si certo. Appoggia il telefono e vai a spogliarti. Nuda?. Si. Non vuoi sapere di ieri sera?. Prima fai come t’ho detto. Sento che appoggia il telefono. (……). Sei ancora lì?. Hai fatto?. Si, sono tutta nuda. Bene, adesso siediti sul divano. Ci sono. Apri bene le gambe e, con la mano comincia ad accarezzarti e masturbarti, (....), lo stai facendo?. Si, risponde con un tono di voce già più smorzato. Brava!, continua così!, senza fermarti. Com’è andata ieri sera?, sei riuscita a farti scopare?. Si, risponde, ho fatto come mi hai detto; per un attimo, però, ho avuto paura perché Riccardo mi ha detto: cos’hai sulla faccia?, guarda che sei sporca di qualche cosa; mi sono guardata allo specchio ma avevo un pezzetto dell’insalata della cena attaccato (geme). Sei andata a dormire tutta piena di sperma?. Si (geme), e mi sono sentita una “porca”. E’ quello che vuoi essere.. no?. Non risponde e, con voce sempre più smorzata dal piacere dice: ho voglia di sentirmi “piena”, posso usare i tuoi cazzi?. No, vediamo se hai fantasia, cerca qualcosa in casa, e poco dopo. Ho trovato una bottiglietta della coca va bene?. Si, ma non metterti sul divano, vai in cucina e sali sulla tavola!, ci sei?. Si. Mettiti in direzione verso il posto dove mangia tuo marito.
Fatto, dice. Brava, ora appoggia la bottiglia sul tavolo e mettitela dentro infilandotici sopra. Com’è grossa, dice gemendo, però mi piace. C’è l’hai dentro?. Si. Fino a dove?. Quasi a metà, risponde con voce appena sussurrata dal piacere. Brava, rispondo, non fermarti e dimmi quando stai “venendo” (…). Amore sto “venendo” ,dice, sto “venendo” con una voce così calda che mi diventa duro come un sasso, con passo veloce rientro nel bar sperando che nessuno mi guardi perché dai pantaloni si nota chiaramente la mia eccitazione, vado nel bagno e, per la prima volta dopo più di trent’anni che lo frequento, mi masturbo. Pronto!. pronto ci sei?. Susa, le rispondo, ma non posso più parlare, mi sei piaciuta molto, ora ti saluto ma ci vediamo giovedì. Va bene ciao. All’uscita dal bagno prendo un caffè e, mi vergogno un po’, perché no so se le persone presenti si sono accorte di quello che è successo.
Inizia così un periodo in cui la mia eccitazione ed il mio godimento non sono tanto le scopate del giovedì ma le relazioni che Manuela mi fa di come ha trascorso la settimana.!. Già!, ho cominciato ad imporle come, dove, quando, con quale abbigliamento e in che modo deve fare l’amore con il marito, facendomi raccontare tutti i particolari quando c’incontravamo. La prossima settimana farai solo pompini, un giorno sì e uno no e, quando avrà l’orgasmo lo farai “venire” in un fazzoletto. Volevo farla diventare agli occhi del marito come una donna puritana e tradizionalista che non concede al sesso nulla al di fuori del cosiddetto “normale”, facendole fare l’amore solo nelle posizioni classiche al punto che lui l’accusa d’essere frigida mentre io, dopo aver ascoltato le sue relazioni, la inculavo e le sborravo in faccia mandandola a casa con la faccia piena di sborra asciugata. Per tre settimane non farai nulla così mi racconterai cosa farà per convincerti a fare l’amore, oppure, la prossima settimana dì che non hai voglia e cerca di fargli una sega il giorno e non di più, oppure, devi fare in modo che lui si faccia una sega davanti e tè naturalmente venendo nel fazzoletto senza che tu lo sfiori né niente, e ancora, la prossima settimana ti farai leccare la figa fino a raggiungere l’orgasmo ma tu non farai nulla. Ogni tanto, per vedere la reazione, le facevo concedere qualcosa. Una di queste sere, mentre guardi la televisione, fai finta di nulla e tieni le gambe spalancate senza le mutande, se ti “salta addosso”, fai tutto quello che vuole (ma lui, convinto che non concedesse nulla si limitava a scoparla e basta). Prova, per sbaglio, a sborrarti in faccia così, poi, mi racconterai la sua reazione, le dicevo, ed i suoi racconti erano così dettagliati ed eccitanti che mi diventava duro pronto per scoparla.
Il Pièd’aterre (cap.5)
A questo punto, era inevitabile!. Già.!, il passo successivo non poteva essere che questo. Ero stanco di andare in quel Motel e volevo qualcosa che mi desse più libertà di movimento e di spazio. Per alcune settimane, girovago nei paesi vicini alla ricerca del posto giusto, poi, finalmente lo trovo. Piccolo appartamentino con mansarda e ampia terrazza in ultimo piano, signorile condominio di sette piani “il più alto della zona lontano da occhi indiscreti” Affittasi. Mi reco presso lo Studio del mio commercialista “che è anche uno dei miei migliori amici di sempre”, gli spiego la situazione e l’incarico di affittare l’appartamento e di arredarlo in nome dello Studio in modo che tutte le corrispondenze e spese mi arrivino qui “so già che sarà molto discreto e serio anche perché ne ha combinate molte più di me”.
Ciao.. Ciao, sale in auto e mi dà subito un bacio. Tutto bene?, chiedo. Si. Oggi ho una sorpresa. Un regalo per me?. No, un’altra cosa. Non andiamo al Montel? “s’accorge che non prendo la solita strada”. No, rispondo, fammi vedere come sei carina. Subito allarga le gambe e solleva la gonna per farmi vedere che è senza le mutandine chiedendomi: dove andiamo?. E’ questa la sorpresa, rispondo, com’è andata la settimana?.
Giunti davanti all’ingresso vedendo che ho le chiavi per aprire dice con una voce un po’ intimorita: ma dove mi stai portando ?, questo è un condominio, cosa mi stai combinando?. Shhhhh, dico portando il dito sulla bocca, vieni!, non aver timore. Prendiamo l’ascensore e saliamo all’ultimo piano, apro la porta dell’appartamento ed entriamo. Cos’è?, mi chiede. Mentre richiudo dico: ora ti spiego ma non muoverti di lì. Questo, l’ho preso per noi, a partire da oggi, sarà la nostra alcova, il nostro nido d'amore. Fermati!!!! non ti muovere, prima di esplorarlo ti darò le chiavi così potrai venire qui quando vuoi, ma prima devi fare un giuramento. Che giuramento?. Siccome questo non è un normale appartamento, ma il luogo dove verremo solo per scopare e divertirci, voglio che giuri che la prima cosa che farai ogni volta che entri, prima di qualsiasi altra cosa, è di spogliarti nuda o con abitini appropriati. Qui dentro dovrai essere sempre nuda dal momento che entri e, ti rivestirai solo per andartene via. Manuela si spoglia rimanendo con le calze a rete con reggicalze ed il reggiseno a “balconcino” di quelli che servono per sorreggere il seno ma non per coprirlo. Sarà il nostro bordello?, mi chiede mentre si spoglia. Si, rispondo. Va bene giuro, mi dice. No!, non va bene, devi dirlo bene, per me è una cosa seria e voglio che se giuri lo farai sempre in ogni circostanza anche se per qualche motivo dovessimo litigare od altro. Giuro, che ogni volta che entrerò qui, la prima cosa che farò, prima d’ogni altra cosa, mi spoglio nuda, va bene così?, almeno c’è il riscaldamento?. Si che c’è; tieni!, prendi le chiavi e cerca di non perderle, ora puoi vedere l’appartamento e dirmi se ti piace. Un ingresso-soggiorno ben arredato con televisore divani e tutto ciò che serve, la cucina piccola ma già funzionale, il bagno, una camera intima con letto in ferro-battuto, una scala di legno che sale in una mansarda tutta perlinata con la moquette sul pavimento ma vuota ancora da arredare ed, infine, un'ampia e bellissima terrazza che d’estate ci si può comodamente mangiare. E’ più bello del mio, dice mentre io sto stappando una bottiglia di champagne “ho fatto anche la spesa” ma, come faccio se voglio andare sulla terrazza?. Vai pure così!, dico, stai tranquilla nessuno ti può vedere tranne me, o qualche elicottero o satellite che passa sopra. Vado sulla terrazza con le coppe in mano e, guardarla nuda all’aperto mi fa eccitare, le porgo la coppa e brindiamo al nostro nuovo nido. Devo fare la pipi, mi dice incamminandosi verso il bagno. Aspetta.!, rispondo, dai!, falla qui che mi eccita. Perterra?. Si!, dai.!, che mi prende. Torna su i suoi passi, si abbassa, apre le gambe e con le mani si allarga le labbra della figa. Con le coppe in mano la guardo che innaffia tutto il pavimento e mi diventa così duro che lei se n’accorge. Avvicinati, mi dice rimanendo abbassata in quella posizione, mi slaccia i pantaloni e se lo prende in bocca senza toccarlo con le mani.. Cosa devo fare?, chiede. Sborrati in faccia, rispondo. Alla fine si rialza con la faccia tutta bagnata. Senti.., questo è il momento giusto per esaudire uno dei miei sogni di sempre. Cioè?. Vorrei vederti tutta bella depilata con la pelle liscia liscia tutta da leccare. No.!, scusa ma non posso.!, sai quanto tempo ci vorrebbe prima che ricrescano?, mio marito s’accorgerebbe di sicuro, prima o poi.!, e io?, cosa gli dico? cosa faccio?. Ma se in questi mesi gli hai fatto fare tutto quello che hai voluto!, che problema vuoi avere!!!!!. quello che hai voluto tu!, casomai!.
Non ti ha mai espresso il desiderio di vederti con la figa pelata?. No!, mai. Probabilmente non immagina neanche che sia possibile. O.!, magari non lo eccita per niente. Dì la verità!, “mi avvicino molto dolcemente” non hai mai pensato a come sarebbe bello sentire una lingua che ti lecca su la pelle liscia, non ti piacerebbe provare?. Si, mi piacerebbe.!, e dopo?, se s’accorge?. Correremo il rischio, magari sarà anche eccitante e, in ogni modo, fin d’ora è sempre andato tutto bene. Vuoi usare la lametta da barba?. No, avrei paura di tagliarti, ho pensato ad una crema depilatoria; guarda “apro un cassetto e la prendo”. Ahhh.!, allora è già tutto organizzato. Si, rispondo dandogli un bacio, è da molto che ci pensavo, dai.!, sdraiati sul tavolo. Si stende e con le mani si tiene le gambe aperte. Lascio la porta della terrazza aperta per avere più luce, mi siedo e molto lentamente comincio a spalmare la crema, poi, per circa sei minuti resto lì a guardarla stesa sul tavolo con le gambe spalancate ad attendere il momento di vederla tutta rasata. Con una piccola spatolina inizio a togliere la crema ma m’accorgo che in certi punti non riesco a farlo, lei si alza. Vado in bagno, dice, m’arrangio io a finire, non ti preoccupare. T’aspetto sulla terrazza, rispondo. Mi eccita moltissimo vederla camminare verso di me con la figa tutta rasata e, penso di scoparmela subito. Ehh.!. no!, adesso tocca a me!!!, ora devi fare quello che hai detto. La sollevo prendendola tra le braccia, rientro in cucina e piano la poso sopra la tavola, mi accomodo su di una sedia e comincio a leccarla mettendoci tutta l’esperienza accumulata nella mia vita e!!. Avevi ragione, è bellissimo sentire la lingua sulla pelle nuda, ho avuto un orgasmo come poche volte nella mia vita. Senti un po’, gli chiedo, ora che sono riuscito ad esaudire uno dei miei desideri erotici più sognati mi piacerebbe sapere se anche tu ne hai uno ancora non appagato. Si, c’è una mia collega di lavoro.!, sposata come me, che ogni tanto ha degli atteggiamenti molto dolci e mi sembra quasi voglia farmi capire che gli piaccio, così!, mi capita ogni tanto di masturbarmi pensando di fare l’amore con lei. Mentre la riaccompagno a casa, in auto, le chiedo di tenere sollevata la gonna per godermi ancora per un attimo quella sua bellissima figa pelata e!, porca puttana vado a sbattere contro l’auto che mi sta davanti ma,!, ma!!, perché nei momenti più!, c’è sempre qualcuno che frena?.!!!!, questa, però è un’altra storia.
Manuela è solo sesso, il rapporto con lei è da subito pieno d’intesa e complicità, di desiderio di trasgredire e, provare a realizzare i sogni più intimi che si sono sempre tenuti nascosti a chiunque. A differenza di tutte le donne che ho avuto nella mia vita “sei o sette”, lei è molto attiva e piena d’iniziative e, non rifiuta mai di provare situazioni nuove ed eccitanti. Subito al nostro primo incontro, mentre cammina verso di me, dopo aver parcheggiato l’auto, si solleva la gonna “all’apparenza senza guardarsi intorno” facendomi vedere che è senza le mutandine. Dal vetro della mia auto, con le mani sul volante, vederla camminare verso di me in quel modo mi fa eccitare così tanto che ho la sensazione che il cazzo mi scoppi. Va bene così?, mi chiede quando arriva, posso salire adesso?. Va bene, sei stata brava, ora puoi salire. L’avrei scopata lì subito, ma ho preferito attuare ciò che avevo organizzato per quelle due ore. La conduco in un Motel “che lei scherzosamente chiama Montel” a cinquestelle, a circa mezz’ora d’auto, molto esclusivo e riservato con un bellissimo parco che la lascia sbalordita fin dal nostro ingresso con l’auto. Ricordati, tutte le volte che verremo qui, sarai solo un’amante e, quindi, lasceremo fuori tutto ciò che riguarda le nostre vite, le dico con voce autoritaria ma scherzosa sul corridoio davanti alla porta della camera e, quindi, voglio che entri vestita come s’addice ad una vera donna da letto. Senza dire una parola, mi guarda, slaccia la gonna e la lascia cadere sul pavimento, sfila la giacca e la lascia cadere toglie la camicetta e il reggiseno lasciandoli cadere sul pavimento rimanendo nuda con le calze autoreggenti e le scarpe. Vorrei che in questo momento qualcuno delle altre camere aprisse la porta per vedere la scena, dopotutto questo non è altro che un Casino legalizzato. Apro la porta, la prendo per mano ed entriamo nella camera poi, richiudo la porta lasciando i vestiti fuori sul pavimento del corridoio dove si trovano. Una camera grande bellissima e intima tutta coperta di moquette e piena di tappeti con un frigo pieno d’ogni ben-di-Dio, una vasca da bagno incassata sul pavimento che si può tranquillamente fare il bagno in quattro persone ed un impianto stereo che non si capisce da dove esce la musica. Affascinata da tutto ciò, senza accorgersi, s’inginocchia e si mette carponi per ammirare dei disegni su di un tappeto. Vederla così, mi eccita moltissimo così, mentre mi spoglio m'avvicino, le do una pacca sul culo e dico: rimani così che mi ecciti. Gironzola un po’ per la stanza poi sento che mi chiama: dai vieni da me, dice. M’avvicino e lei è lì con la faccia sul pavimento, il culo sollevato e le gambe completamente divaricate e con le mani s’allarga le natiche per farmi vedere i suoi buchi ben aperti. Per un attimo resto a guardarla, poi, inizio a baciare e leccare il suo sesso e m’accorgo che è già tutta bagnata così la penetro muovendomi prima leggermente poi sempre più forte. Siiiii cosìiii, dice, sbattimi forte. Vedo che con la mano si stimola sulla clitoride ed io continuo fin quando dice: non fermarti che vengo non fermarti, e, un attimo dopo, le riempio la figa con tutto il mio sperma. Rimango sdraiato sul pavimento a godermi quest’attimo mentre lei stappa una bottiglia di champagne e apre una scatola di cioccolatini; brindiamo e ci baciamo, poi, va’ a far scorrere l’acqua nella vasca da bagno. Ho versato di nuovo lo champagne nei bicchieri e, quando torna, glielo porgo di nuovo poi, le chiedo di sdraiarsi sul pavimento e di sollevare le gambe. Subito si mette supina e con le braccia afferra le ginocchia e le solleva allargandosi le cosce e mostrandomi ancora una volta i suoi buchi ben aperti. Prendo la bottiglia e le verso sul sesso e sul corpo tutto lo champagne che vi è rimasto, poi, comincio a leccarla dappertutto. Dai!, prova a mettermelo dietro, dice tenendosi sempre le gambe aperte con una voce smorzata e con la faccia che è divenuta rossa fuoco non so se per l’effetto dello champagne o delle mie leccate. Solo se me lo chiederai meglio, gli rispondo, detto così non mi piace. Ti prego inculami, dice, prova ad incularmi ti prego. Inizio con un dito, poco dopo con due e le spiego di non stringere ma di spingere e di rilassarsi mentre li sente entrare. Fermati, fermati !!!!!!!, si alza e corre verso il bagno. Devo andare al gabinetto, dice, le dita mi stimolano per andare al gabinetto. La prima volta è normale, le rispondo, non ti preoccupare. Proviamo ancora?, mi chiede quando torna. Così ricomincio a bagnarla e, poco dopo, piano piano riesco a metterlo dentro. Fa’ un urlo che direi cinquanta per cento di dolore e cinquanta di piacere. Vuoi che esca?, le chiedo fermandomi. No!, no!, vai avanti, risponde gemendo; siiiii, mi piace mi piace, dice poco dopo, dai così!, dai così!!. Continuo senza fermarmi fino a quando la vedo raggiungere l’orgasmo e, poi, le riempio il culo di sperma. Mi brucia un po’, mi dice un attimo dopo, mentre tirandomi per mano mi trascina dentro la vasca da bagno oramai piena più di schiuma che acqua. Per un po’, giochiamo e ci divertiamo con l’acqua e tutti quei spruzzini, poi mi accorgo che s’è fatto tardi, faccio per uscire ma mi blocca sul bordo della vasca mi fa sedere su di esso e, senza dire una parola comincia a succhiarmelo così bene che in breve tempo le riempio la bocca di sperma. Vorrei alzarmi ma mi trattiene facendomi capire di guardarla e.., piano piano deglutisce tutto il mio sperma. Ci asciughiamo ed inizio a rivestirmi, lei indossa le uniche cose che ha, le calze autoreggenti e le scarpe, poi m’aiuta ad allacciare la camicia e a mettere la cravatta. Vorrei portarla via così, penso mentre usiamo dalla camera, sul corridoio ci sono i suoi abiti ancora sul pavimento dove li ha lasciati ma noto che c’è anche una cameriera “filippina o di quelle parti” che per un attimo ci osserva poi gira la testa riprendendo il suo lavoro, ma lei non se ne cura e molto lentamente si riveste. Dimmi che sono la tua troia, mi sussurra all’orecchio mentre usciamo dal Motel. Non ancora, gli rispondo senza pensarci sopra, hai ancora molto da imparare. In auto, apro lo sportellino del cruscotto e le dico: tieni, questo è un regalo per tè. Cos’è?, mi chiede mentre con frenesia lo scarta. Un telefono cellulare, ho già memorizzato il numero del mio telefonino dell’ufficio così se vuoi puoi chiamarmi, ma solo nell’orario di lavoro. Grazie, lo desideravo da molto, dovrò trovare un posto per nasconderlo, per fortuna che mio marito non è curioso. Digli che te lo sei comperato. Sei matto?, con tutti i debiti che abbiamo?. Si arrabbierebbe di brutto, e poi.?, a cosa serve un telefonino a me?. Certo che se stasera vorrà fare l’amore dovrò dirgli di no!. Perché?. Perché ho tutti i buchi pieni del tuo sperma, mi risponde baciandomi. E’ vero, le dico sorridendo, stasera digli di no. Prima di salutarla le do le famose cento euro. Mi dai la paga?, l’ho meritata?. Si, rispondo, molto meritata. Allora ci vediamo giovedì?, mi chiede. Si, e!, mi raccomando. Ciao.. Ciao.
Il Gioco (cap.4)
Inizia così il periodo in cui tutte le settimane ci s’incontra e si va’ in quel motel, presumo come tutte le normali coppie d’amanti. Manuela è sempre disponibile e pronta, e molt!!. Manuela è sempre disponibile e pronta, e quasi tutte le volte si fa’ inculare senza problemi. Per lei è un’esperienza nuova e, dice, ogni volta sempre più bella. Per me, invece, è una specie di vendetta verso mia moglie dopo molti anni d’astinenza. Quasi tutti i giorni mi telefona in ufficio e, probabilmente prendendo alla lettera i miei insegnamenti mi dice frasi del tipo: non vedo l’ora che m’inculi; ho voglia di bere lo sperma; dall’ultima volta mi sento il “buco” più “largo”; sai.!, ieri sera mentre mio marito dormiva mi sono masturbata e mi sono infilata tre dita nel culo e, sono “venuta” pensando a te; Ieri, mio marito mi ha scopata e mi ha riempito la figa di sperma e, ho immaginato che ci fossi anche tu che mi riempivi il culo di sperma. Ogni volta ne inventa una nuova e, tutte le volte mi eccita da “morire” al punto che devo correre al bagno a masturbarmi come un ragazzino.
Una sera, mentre torniamo da uno dei nostri soliti incontri, apro il vano portaoggetti dell’auto ed estraggo un pacco regalo confezionato con tanto di fiocco. Un regalo per me?. Si, rispondo. Con frenesia lo apre scoprendone all’interno due falli in lattice che ho acquistato in un sex-shop che frequentavo diversi anni fa quando, allora, facevo incetta di videocassette hard.
Ti piacciono?.Per un attimo non risponde ma si limita a guardarli tenendoli uno per mano (uno è più grosso del mio cazzo e l’altro leggermente più piccolo). Perché?, mi chiede. Così quando a casa ti sentirai sola potrai usarli e pensare a me. Si mi piacciono, dice, ma dovrò stare molto attenta a dove li nascondo, t’immagini se li trova mio marito ?. Quanto ti piacciono?. Si mi piacciono molto… cercherò di farne un buon uso. Perché non li inauguri adesso?. Vuoi?. Senza attendere la risposta, abbassa il sedile e solleva la gonna (naturalmente non porta gli slip) poi, prende il fallo più piccolo e comincia a succhiarlo mentre con l’altra mano si accarezza. S’infila il fallo nella figa ed inizia a muoverlo dentro e fuori poi, con l'altra mano prende quello più grosso e comincia a succhiarlo; per tenerlo nella bocca la deve aprire al massimo con uno sforzo visibile che mi fa eccitare moltissimo, rallento l’andatura per godermi quest’attimo. Ora toglie quello piccolo e si mette quello grosso poi, piano piano, inizia a muoverlo avanti e indietro mentre usa l’altro per stimolarsi sulla clitoride ed io comincio a sentire i suoi gemiti sempre più forti. Devo infilarmi anche l’altro nel culo?, mi chiede con voce appena sussurrata. Si, se te la senti di farlo, rispondo. Vedo che tenta senza esito, così, si toglie il fallo dalla figa e, piano piano si bagna e s’infila quello piccolo nel culo fino in fondo poi, si rimette quello grosso nella figa fino in fondo. Non resisto più, fermo l’auto e abbasso il mio sedile, slaccio la patta e le infilo il cazzo in bocca tutto in un colpo. Mentre lei succhia gli dico: dai muovi i cazzi avanti e indietro e così fa’ fino al momento che per la prima volta le sborro in faccia e gliela spalmo bene su tutto il viso. Rimani così finché non arriviamo le dico mentre mi riabbottono i pantaloni e riparto con l’auto. Non risponde ma non si muove e rimane distesa sul sedile con le gambe aperte tenendosi con le mani i due falli infilati fino in fondo e con la faccia bagnata piena di sperma che piano piano si sta’ asciugando. In questo momento mi rendo conto che da quando c’incontriamo non si è mai rifiutata di nulla e, comincio a pensare che forse non è solo per il piacere del sesso; potrebbero essere i soldi che le do a far si che senta il dovere di non rifiutare le mie richieste oppure, ma spero proprio di no, che si sia innamorata e cerchi di conquistarmi con l’arma del sesso. Comunque mi viene la curiosità di provare fino a che punto è disposta ad arrivare. Pensi che tuo marito s’accorgerebbe che hai la faccia piena di sperma se non la lavi?. Mah!!, perché?, ti piacerebbe?. Si dai!!, rimani così fino a domattina, se si accorge puoi sempre trovare una scusa. Va bene, risponde, ma speriamo che non capisca. Promesso?. Si, promesso. Promesso cosa?. Prometto che fino a domattina non mi laverò il viso, va bene così?. Si, ma c’è un’altra cosa che voglio che fai. Cosa?. Voglio che stasera ti fai scopare da lui. Perché?. Perché al motel ti ho riempito il culo di sperma, qui, la faccia e lui ti riempirà la figa, così, stanotte ti addormenterai tutta piena di sperma e l’idea mi eccita moltissimo. E!, se non ha voglia di scoparmi?. Ma che domanda è questa, una donna da letto come te saprebbe far venire la voglia anche ad un frocio. Grazie, risponde, e se mi chiede di fargli un pompino?. No!, devi fare in modo che ti scopi e basta, poi domani mi racconterai.
Pronto !. Ciao.. Ciao. Possiamo parlare?. Si, ma aspetta un attimo che mi sposto fuori perché qui c’è un po’ di casino!. Dove sei?. Al bar, e tu?. A casa, sono appena rientrata dopo una faticosa giornata di lavoro a pulire i pavimenti, non come te, che lavori al bar (ride). Allora t’aiuterò a rilassarti, rispondo, sei vestita?. Si certo. Appoggia il telefono e vai a spogliarti. Nuda?. Si. Non vuoi sapere di ieri sera?. Prima fai come t’ho detto. Sento che appoggia il telefono. (……). Sei ancora lì?. Hai fatto?. Si, sono tutta nuda. Bene, adesso siediti sul divano. Ci sono. Apri bene le gambe e, con la mano comincia ad accarezzarti e masturbarti, (....), lo stai facendo?. Si, risponde con un tono di voce già più smorzato. Brava!, continua così!, senza fermarti. Com’è andata ieri sera?, sei riuscita a farti scopare?. Si, risponde, ho fatto come mi hai detto; per un attimo, però, ho avuto paura perché Riccardo mi ha detto: cos’hai sulla faccia?, guarda che sei sporca di qualche cosa; mi sono guardata allo specchio ma avevo un pezzetto dell’insalata della cena attaccato (geme). Sei andata a dormire tutta piena di sperma?. Si (geme), e mi sono sentita una “porca”. E’ quello che vuoi essere.. no?. Non risponde e, con voce sempre più smorzata dal piacere dice: ho voglia di sentirmi “piena”, posso usare i tuoi cazzi?. No, vediamo se hai fantasia, cerca qualcosa in casa, e poco dopo. Ho trovato una bottiglietta della coca va bene?. Si, ma non metterti sul divano, vai in cucina e sali sulla tavola!, ci sei?. Si. Mettiti in direzione verso il posto dove mangia tuo marito.
Fatto, dice. Brava, ora appoggia la bottiglia sul tavolo e mettitela dentro infilandotici sopra. Com’è grossa, dice gemendo, però mi piace. C’è l’hai dentro?. Si. Fino a dove?. Quasi a metà, risponde con voce appena sussurrata dal piacere. Brava, rispondo, non fermarti e dimmi quando stai “venendo” (…). Amore sto “venendo” ,dice, sto “venendo” con una voce così calda che mi diventa duro come un sasso, con passo veloce rientro nel bar sperando che nessuno mi guardi perché dai pantaloni si nota chiaramente la mia eccitazione, vado nel bagno e, per la prima volta dopo più di trent’anni che lo frequento, mi masturbo. Pronto!. pronto ci sei?. Susa, le rispondo, ma non posso più parlare, mi sei piaciuta molto, ora ti saluto ma ci vediamo giovedì. Va bene ciao. All’uscita dal bagno prendo un caffè e, mi vergogno un po’, perché no so se le persone presenti si sono accorte di quello che è successo.
Inizia così un periodo in cui la mia eccitazione ed il mio godimento non sono tanto le scopate del giovedì ma le relazioni che Manuela mi fa di come ha trascorso la settimana.!. Già!, ho cominciato ad imporle come, dove, quando, con quale abbigliamento e in che modo deve fare l’amore con il marito, facendomi raccontare tutti i particolari quando c’incontravamo. La prossima settimana farai solo pompini, un giorno sì e uno no e, quando avrà l’orgasmo lo farai “venire” in un fazzoletto. Volevo farla diventare agli occhi del marito come una donna puritana e tradizionalista che non concede al sesso nulla al di fuori del cosiddetto “normale”, facendole fare l’amore solo nelle posizioni classiche al punto che lui l’accusa d’essere frigida mentre io, dopo aver ascoltato le sue relazioni, la inculavo e le sborravo in faccia mandandola a casa con la faccia piena di sborra asciugata. Per tre settimane non farai nulla così mi racconterai cosa farà per convincerti a fare l’amore, oppure, la prossima settimana dì che non hai voglia e cerca di fargli una sega il giorno e non di più, oppure, devi fare in modo che lui si faccia una sega davanti e tè naturalmente venendo nel fazzoletto senza che tu lo sfiori né niente, e ancora, la prossima settimana ti farai leccare la figa fino a raggiungere l’orgasmo ma tu non farai nulla. Ogni tanto, per vedere la reazione, le facevo concedere qualcosa. Una di queste sere, mentre guardi la televisione, fai finta di nulla e tieni le gambe spalancate senza le mutande, se ti “salta addosso”, fai tutto quello che vuole (ma lui, convinto che non concedesse nulla si limitava a scoparla e basta). Prova, per sbaglio, a sborrarti in faccia così, poi, mi racconterai la sua reazione, le dicevo, ed i suoi racconti erano così dettagliati ed eccitanti che mi diventava duro pronto per scoparla.
Il Pièd’aterre (cap.5)
A questo punto, era inevitabile!. Già.!, il passo successivo non poteva essere che questo. Ero stanco di andare in quel Motel e volevo qualcosa che mi desse più libertà di movimento e di spazio. Per alcune settimane, girovago nei paesi vicini alla ricerca del posto giusto, poi, finalmente lo trovo. Piccolo appartamentino con mansarda e ampia terrazza in ultimo piano, signorile condominio di sette piani “il più alto della zona lontano da occhi indiscreti” Affittasi. Mi reco presso lo Studio del mio commercialista “che è anche uno dei miei migliori amici di sempre”, gli spiego la situazione e l’incarico di affittare l’appartamento e di arredarlo in nome dello Studio in modo che tutte le corrispondenze e spese mi arrivino qui “so già che sarà molto discreto e serio anche perché ne ha combinate molte più di me”.
Ciao.. Ciao, sale in auto e mi dà subito un bacio. Tutto bene?, chiedo. Si. Oggi ho una sorpresa. Un regalo per me?. No, un’altra cosa. Non andiamo al Montel? “s’accorge che non prendo la solita strada”. No, rispondo, fammi vedere come sei carina. Subito allarga le gambe e solleva la gonna per farmi vedere che è senza le mutandine chiedendomi: dove andiamo?. E’ questa la sorpresa, rispondo, com’è andata la settimana?.
Giunti davanti all’ingresso vedendo che ho le chiavi per aprire dice con una voce un po’ intimorita: ma dove mi stai portando ?, questo è un condominio, cosa mi stai combinando?. Shhhhh, dico portando il dito sulla bocca, vieni!, non aver timore. Prendiamo l’ascensore e saliamo all’ultimo piano, apro la porta dell’appartamento ed entriamo. Cos’è?, mi chiede. Mentre richiudo dico: ora ti spiego ma non muoverti di lì. Questo, l’ho preso per noi, a partire da oggi, sarà la nostra alcova, il nostro nido d'amore. Fermati!!!! non ti muovere, prima di esplorarlo ti darò le chiavi così potrai venire qui quando vuoi, ma prima devi fare un giuramento. Che giuramento?. Siccome questo non è un normale appartamento, ma il luogo dove verremo solo per scopare e divertirci, voglio che giuri che la prima cosa che farai ogni volta che entri, prima di qualsiasi altra cosa, è di spogliarti nuda o con abitini appropriati. Qui dentro dovrai essere sempre nuda dal momento che entri e, ti rivestirai solo per andartene via. Manuela si spoglia rimanendo con le calze a rete con reggicalze ed il reggiseno a “balconcino” di quelli che servono per sorreggere il seno ma non per coprirlo. Sarà il nostro bordello?, mi chiede mentre si spoglia. Si, rispondo. Va bene giuro, mi dice. No!, non va bene, devi dirlo bene, per me è una cosa seria e voglio che se giuri lo farai sempre in ogni circostanza anche se per qualche motivo dovessimo litigare od altro. Giuro, che ogni volta che entrerò qui, la prima cosa che farò, prima d’ogni altra cosa, mi spoglio nuda, va bene così?, almeno c’è il riscaldamento?. Si che c’è; tieni!, prendi le chiavi e cerca di non perderle, ora puoi vedere l’appartamento e dirmi se ti piace. Un ingresso-soggiorno ben arredato con televisore divani e tutto ciò che serve, la cucina piccola ma già funzionale, il bagno, una camera intima con letto in ferro-battuto, una scala di legno che sale in una mansarda tutta perlinata con la moquette sul pavimento ma vuota ancora da arredare ed, infine, un'ampia e bellissima terrazza che d’estate ci si può comodamente mangiare. E’ più bello del mio, dice mentre io sto stappando una bottiglia di champagne “ho fatto anche la spesa” ma, come faccio se voglio andare sulla terrazza?. Vai pure così!, dico, stai tranquilla nessuno ti può vedere tranne me, o qualche elicottero o satellite che passa sopra. Vado sulla terrazza con le coppe in mano e, guardarla nuda all’aperto mi fa eccitare, le porgo la coppa e brindiamo al nostro nuovo nido. Devo fare la pipi, mi dice incamminandosi verso il bagno. Aspetta.!, rispondo, dai!, falla qui che mi eccita. Perterra?. Si!, dai.!, che mi prende. Torna su i suoi passi, si abbassa, apre le gambe e con le mani si allarga le labbra della figa. Con le coppe in mano la guardo che innaffia tutto il pavimento e mi diventa così duro che lei se n’accorge. Avvicinati, mi dice rimanendo abbassata in quella posizione, mi slaccia i pantaloni e se lo prende in bocca senza toccarlo con le mani.. Cosa devo fare?, chiede. Sborrati in faccia, rispondo. Alla fine si rialza con la faccia tutta bagnata. Senti.., questo è il momento giusto per esaudire uno dei miei sogni di sempre. Cioè?. Vorrei vederti tutta bella depilata con la pelle liscia liscia tutta da leccare. No.!, scusa ma non posso.!, sai quanto tempo ci vorrebbe prima che ricrescano?, mio marito s’accorgerebbe di sicuro, prima o poi.!, e io?, cosa gli dico? cosa faccio?. Ma se in questi mesi gli hai fatto fare tutto quello che hai voluto!, che problema vuoi avere!!!!!. quello che hai voluto tu!, casomai!.
Non ti ha mai espresso il desiderio di vederti con la figa pelata?. No!, mai. Probabilmente non immagina neanche che sia possibile. O.!, magari non lo eccita per niente. Dì la verità!, “mi avvicino molto dolcemente” non hai mai pensato a come sarebbe bello sentire una lingua che ti lecca su la pelle liscia, non ti piacerebbe provare?. Si, mi piacerebbe.!, e dopo?, se s’accorge?. Correremo il rischio, magari sarà anche eccitante e, in ogni modo, fin d’ora è sempre andato tutto bene. Vuoi usare la lametta da barba?. No, avrei paura di tagliarti, ho pensato ad una crema depilatoria; guarda “apro un cassetto e la prendo”. Ahhh.!, allora è già tutto organizzato. Si, rispondo dandogli un bacio, è da molto che ci pensavo, dai.!, sdraiati sul tavolo. Si stende e con le mani si tiene le gambe aperte. Lascio la porta della terrazza aperta per avere più luce, mi siedo e molto lentamente comincio a spalmare la crema, poi, per circa sei minuti resto lì a guardarla stesa sul tavolo con le gambe spalancate ad attendere il momento di vederla tutta rasata. Con una piccola spatolina inizio a togliere la crema ma m’accorgo che in certi punti non riesco a farlo, lei si alza. Vado in bagno, dice, m’arrangio io a finire, non ti preoccupare. T’aspetto sulla terrazza, rispondo. Mi eccita moltissimo vederla camminare verso di me con la figa tutta rasata e, penso di scoparmela subito. Ehh.!. no!, adesso tocca a me!!!, ora devi fare quello che hai detto. La sollevo prendendola tra le braccia, rientro in cucina e piano la poso sopra la tavola, mi accomodo su di una sedia e comincio a leccarla mettendoci tutta l’esperienza accumulata nella mia vita e!!. Avevi ragione, è bellissimo sentire la lingua sulla pelle nuda, ho avuto un orgasmo come poche volte nella mia vita. Senti un po’, gli chiedo, ora che sono riuscito ad esaudire uno dei miei desideri erotici più sognati mi piacerebbe sapere se anche tu ne hai uno ancora non appagato. Si, c’è una mia collega di lavoro.!, sposata come me, che ogni tanto ha degli atteggiamenti molto dolci e mi sembra quasi voglia farmi capire che gli piaccio, così!, mi capita ogni tanto di masturbarmi pensando di fare l’amore con lei. Mentre la riaccompagno a casa, in auto, le chiedo di tenere sollevata la gonna per godermi ancora per un attimo quella sua bellissima figa pelata e!, porca puttana vado a sbattere contro l’auto che mi sta davanti ma,!, ma!!, perché nei momenti più!, c’è sempre qualcuno che frena?.!!!!, questa, però è un’altra storia.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Biscotti & Losanghe (atto1-3)racconto sucessivo
Biscotti & LOsanghe (atto 3-3)
Commenti dei lettori al racconto erotico