Perchè

di
genere
etero

La domanda potrebbe essere : “Perchè?”...

Una sola parola, una diversa inflessione della voce, poche sillabe.

Un passo indietro... l'oscurità definitiva quella del torpore dei sensi, quella del “dopo”.

Avverto nel silenzio il debole fruscio del tuo corpo che si muove lento, il peso sul materasso che si sposta, pur non potendoti vedere posso immaginarti seduta di schiena sul bordo del letto, immaginare la tua schiena nuda dal collo al solco delle natiche, intuire i tuoi occhi sulla mia di schiena mentre giro il collo nella semioscurità scrutarmi.

Il materasso che si sposta impercettibilmente, il fruscio dei tuoi piedi nudi sul pavimento,

verso il corridoio...verso il bagno.

Pochi secondi e l'anta della doccia si apre, lenta e appena percettibile, seguita dalla pioggerella sul piatto ora attutita dalla chiusura della porta del bagno.

Mi alzo lento e furtivo, esattamente come te e mi dirigo verso quella porta del bagno, la fronte appoggiata contro il legno ti ascolto rompere il getto dell'acqua con il tuo corpo e i sospiri di piacere dati dall'acqua calda indosso...su di te.

Vorrei raggiungerti sotto la doccia, forse ti prenderei ancora....forse...

Apro socchiudendo la porta, dalla mia angolazione vedo il box della doccia appena opacizzato di vapore.

La mia sorpresa... non è solo il piacere dell'abluzione a farti sospirare, ora più di prima vorrei raggiungerti li sotto, mentre guardo come ipnotizzato l'acqua a rigagnoli che attraversa un paio di lividi appena accennati.

Le tue mani che corrono e si soffermano, il doccino tra le dita, ti guardo desiderandoti ancora e continuo a farlo come un ragazzino innamorato che non ha il coraggio di dichiararsi.

Se è solo piacere che cerchi potresti facilmente ottenerne altro, sono a pochi metri da te, potrei io stesso raggiungerti sotto la doccia per farlo insieme ...ancora.

Scelgo di lasciarti a questo momento privato, appena vedo le tue gambe tremare e la mano correre a chiuderti la bocca.

Richiudo lento e torno nel letto, ad aspettarti fintamente ignaro.

Minuti interminabili solo in quel letto ora troppo grande e devo essermi assopito, perché a ridestarmi è il tuo abbraccio , fresco e pulito da dietro...

Di nuovo so che potrei girarmi e prenderti, ma è come se in questo preciso istante tradissi il tuo piccolo segreto, il tuo rito personale...si perché non è la prima volta.

La tua testa contro la schiena ...l'ultima sensazione poco dopo l'alba, quando io mi alzo per andare a fare la doccia...da solo …

La luce tenue dalle tapparelle filtra sino ai miei occhi e mi alzo e ti guardo meravigliosa e spettinata nella tua nudità appena coperta dalle lenzuola.

Muoversi silente in punta di piedi e girare ancora a guardarti.

Mi godo l'acqua calda, fisso tra la pioggia i rigagnoli scorrere verso il basso sulle piastrelle del muro, un attimo dopo un refolo di aria fresca che colpisce la schiena bagnata raggiunto dal suono della porta della doccia che scorre.

La tua voce lieve e impastata leggermente di sonno : “Mi fai posto?”.

Sorrido mentre non puoi vedermi … mentre aspetto le tue mani, mentre smetto di chiedermi “Perchè?”.
scritto il
2018-11-04
2 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto sucessivo

Sei tu
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.