Il culo che parlava. Rieditato.
di
Tibet
genere
comici
Forse tanto comico (a parte un paio di battute) non lo è.
Devo confessare che quando mi accorsi che parlava ero strafatto.
E non siate volgari, prego! Non diceva cagate!
Le sue parole erano pura poesia, sublimi, anche se aveva un modo di fare scontroso.
Lo vidi accomodarsi su di uno sgabello del bar, sistemarsi comodamente e poi guardarsi intorno con curiosità.
Si accorse di me solo in ultimo, alla fine della occhiata circolare che aveva effettuato.
Era il CULO PERFETTO.
Il culo per antonomasia.
Mi guardò come per dirmi:
–Ma… testa di cazzo! Che guardi? Credi che mi abbasserei a farmi inculare da uno come te? Sei un pezzente!-
Quanto adoro questo atteggiamento di superbia sessuale!
Quella forma di antipatia preconcetta e senza motivo che poco a poco riesco a condizionare, a modificare fino a trasformarla in curiosità e poi in attrazione.
Decisi di chiamarlo:
“SOGLIA DEL PARADISO"
quel culo!
Lo resi partecipe del fatto, di averlo battezzato con il suo nuovo nome e lui per tutta risposta si girò sdegnoso.
Mi alzai a fatica e raggiunsi il bancone del bar al quale mi appoggiai barcollante e mi rivolsi al viso che girava per il mondo insieme a quel gran culo.
Dissi che volevo fare la conoscenza intima di quello spettacolo di culo.
Che volevo piantare in quelle lisce carni sode il mio vessillo di carne dura come un segno di vittoria.
Volevo piantarlo e levarlo fino a renderlo docile e tenero come un agnellino quel culo.
Il viso collegato al culo per via del corpo mi fece presente che il culo era di difficili gusti, pretenzioso ed arrogante, ancora non aveva trovato un cazzo vero o similvero che lo avesse domato pienamente.
Mentre rispondevo e garantivo che con me avrebbe trovato il cazzo giusto, il culo protestava, si ribellava.
Ripeteva…
– Non ci voglio andare con questo straccione! Ma non hai visto come è vestito? E poi? Questo porco magari è impestato! Magari si mette si il preservativo ma per poi toglierlo sul più bello e passarci ogni sorte di schifosi virus!-
Fu zittito dal viso…
-Muto ora! A me piace quest'uomo! Tu non puoi vedergli gli occhi! Ha gli occhi verdi profondi come il mare ed ha l’aria di esser precipitato all'inferno e di esser riuscito ad uscirne…-
Approfittai subito di quella concessione per passare la mano su quelle rotondità causando un moto di ribellione, cercai di blandirlo.
-…SOGLIA DEL PARADISO, ti leccherò… ti adorerò come il simbolo eterno della bellezza, ti accarezzerò con le dita bagnate fino a renderti accessibile e poi… ti entrerò dentro…–
Il culo…
-Vorrei avere i denti e morderti a sangue…-
Il viso s’intromise deciso costringendolo ad interrompersi.
-Dove…? –
-Qui vicino… ti porto a casa mia…-
-Come ti chiami…?
-Tibet… tu?-
-Ester… un nome biblico sai?-
-Li conosco i nomi biblici… tutti. Leggo la bibbia mattina e sera…-
Il culo fu costretto a seguire il resto del corpo, mentre scivolava giocoforza dallo sgabello sembrava molto immalinconito, scommisi con me stesso che aveva stretto caparbiamente la sua boccuccia.
Mentre pagavo al bar il culo si rivolse nuovamente al viso.
-Chissà in che topaia abita questo pezzente…-
Lo rassicurai sul fatto che non doveva soggiornarvi ma solo farsi scopare, era questione di ore… non altro.
Non mi rispose, sculettò sdegnoso verso l’uscita.
Il resto?
Tutto nell'ordinario.
Anche se Soglia del Paradiso mi fece dannare per farsi penetrare, dovetti usare lingua e dita, allargarlo a forza e poi approfittando di un suo attimo di abbandono… spingere. Quando la cappella superò il suo anello elastico si abbandonò e mi strinse forte.
Dopo.
Il viso mi chiese…
-Ci rivediamo uomo delle caverne?-
-Non lo so.-
-Ti lascio il mio numero, a casa non posso parlare, è quello dell’ufficio. Ok?
Chiedi di Matteo… sono io-
-Per me sei Ester, sei una donna magnifica, Ester-
Lui mi sorrise felice.
Che mi costava?
Nulla.
Il mondo è merda.
P.S. Capite ora il perchè non potevo metterlo nella sua categoria giusta: Trans? Avrei mancato la mia piccola soddisfazione del piccolo coup de théâtre.
Tibet.
Devo confessare che quando mi accorsi che parlava ero strafatto.
E non siate volgari, prego! Non diceva cagate!
Le sue parole erano pura poesia, sublimi, anche se aveva un modo di fare scontroso.
Lo vidi accomodarsi su di uno sgabello del bar, sistemarsi comodamente e poi guardarsi intorno con curiosità.
Si accorse di me solo in ultimo, alla fine della occhiata circolare che aveva effettuato.
Era il CULO PERFETTO.
Il culo per antonomasia.
Mi guardò come per dirmi:
–Ma… testa di cazzo! Che guardi? Credi che mi abbasserei a farmi inculare da uno come te? Sei un pezzente!-
Quanto adoro questo atteggiamento di superbia sessuale!
Quella forma di antipatia preconcetta e senza motivo che poco a poco riesco a condizionare, a modificare fino a trasformarla in curiosità e poi in attrazione.
Decisi di chiamarlo:
“SOGLIA DEL PARADISO"
quel culo!
Lo resi partecipe del fatto, di averlo battezzato con il suo nuovo nome e lui per tutta risposta si girò sdegnoso.
Mi alzai a fatica e raggiunsi il bancone del bar al quale mi appoggiai barcollante e mi rivolsi al viso che girava per il mondo insieme a quel gran culo.
Dissi che volevo fare la conoscenza intima di quello spettacolo di culo.
Che volevo piantare in quelle lisce carni sode il mio vessillo di carne dura come un segno di vittoria.
Volevo piantarlo e levarlo fino a renderlo docile e tenero come un agnellino quel culo.
Il viso collegato al culo per via del corpo mi fece presente che il culo era di difficili gusti, pretenzioso ed arrogante, ancora non aveva trovato un cazzo vero o similvero che lo avesse domato pienamente.
Mentre rispondevo e garantivo che con me avrebbe trovato il cazzo giusto, il culo protestava, si ribellava.
Ripeteva…
– Non ci voglio andare con questo straccione! Ma non hai visto come è vestito? E poi? Questo porco magari è impestato! Magari si mette si il preservativo ma per poi toglierlo sul più bello e passarci ogni sorte di schifosi virus!-
Fu zittito dal viso…
-Muto ora! A me piace quest'uomo! Tu non puoi vedergli gli occhi! Ha gli occhi verdi profondi come il mare ed ha l’aria di esser precipitato all'inferno e di esser riuscito ad uscirne…-
Approfittai subito di quella concessione per passare la mano su quelle rotondità causando un moto di ribellione, cercai di blandirlo.
-…SOGLIA DEL PARADISO, ti leccherò… ti adorerò come il simbolo eterno della bellezza, ti accarezzerò con le dita bagnate fino a renderti accessibile e poi… ti entrerò dentro…–
Il culo…
-Vorrei avere i denti e morderti a sangue…-
Il viso s’intromise deciso costringendolo ad interrompersi.
-Dove…? –
-Qui vicino… ti porto a casa mia…-
-Come ti chiami…?
-Tibet… tu?-
-Ester… un nome biblico sai?-
-Li conosco i nomi biblici… tutti. Leggo la bibbia mattina e sera…-
Il culo fu costretto a seguire il resto del corpo, mentre scivolava giocoforza dallo sgabello sembrava molto immalinconito, scommisi con me stesso che aveva stretto caparbiamente la sua boccuccia.
Mentre pagavo al bar il culo si rivolse nuovamente al viso.
-Chissà in che topaia abita questo pezzente…-
Lo rassicurai sul fatto che non doveva soggiornarvi ma solo farsi scopare, era questione di ore… non altro.
Non mi rispose, sculettò sdegnoso verso l’uscita.
Il resto?
Tutto nell'ordinario.
Anche se Soglia del Paradiso mi fece dannare per farsi penetrare, dovetti usare lingua e dita, allargarlo a forza e poi approfittando di un suo attimo di abbandono… spingere. Quando la cappella superò il suo anello elastico si abbandonò e mi strinse forte.
Dopo.
Il viso mi chiese…
-Ci rivediamo uomo delle caverne?-
-Non lo so.-
-Ti lascio il mio numero, a casa non posso parlare, è quello dell’ufficio. Ok?
Chiedi di Matteo… sono io-
-Per me sei Ester, sei una donna magnifica, Ester-
Lui mi sorrise felice.
Che mi costava?
Nulla.
Il mondo è merda.
P.S. Capite ora il perchè non potevo metterlo nella sua categoria giusta: Trans? Avrei mancato la mia piccola soddisfazione del piccolo coup de théâtre.
Tibet.
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