Acque Torride al Largo di Cap

di
genere
orge

(dal diario di Pat)
- Non ci sono più dubbi.
- No: è proprio Anja. Ci siamo sfilate dal porto appena in tempo.
- I tatuati devono aver comunicato la nostra posizione prima di provare a catturarci… O magari subito dopo aver catturato te.
Sollevo lo sguardo dallo schermo del radar e guardo Eva che mi osserva tranquillamente mentre studio lo schermo del computer.
Siamo al largo di Cap, e la costa è appena visibile all’orizzonte.
Sto scandagliando le acque circostanti alla ricerca di un segnale che indichi un’imbarcazione come quella descritta da Roby sul suo diario telefonico, che Eva continua a monitorare: oltre che lo spunto per diversi ditalini, l’oca (o meglio, l’oha) ci fornisce anche informazioni piuttosto interessanti.
- Uno yacht troppo grande per attraccare alla marina di Cap; attraccato al largo da qualche giorno… C’è solo un segnale che corrisponda alla descrizione.
- Bene – fa Eva – Passiamo i dati del contatto all’Agenzia, che li controlli con la Marina, e…
- Ma c’è qualcosa che non va.
- Cosa?
- Il segnale del transponder corrisponde ad un’imbarcazione di una ONG umanitaria internazionale: la Transcontinental Migrantes TCM.
- E allora?
Sospiro: - Beh, è un po’ strano che un delinquente internazionale si rifugi a bordo della nave di una ONG, non ti sembra?

(dal diario di Roby)
Diego mi ha cuccata mentre andavo a fare la spesa da sola.
Franco è ancora a casa che ronfa alle undici, e io scorrazzo seminuda sui trampoli con la busta della spesa in mano fra i negozietti di Heliopolis quando ci incontriamo.
Lui è bello come un dio: olivastro, atletico, e soprattutto nudo.
Mi trascina fuori dai negozi in un garage immerso nella penombra si mile a quello dove ho fatto l’amore con Pat la prima volta, e mi bacia con una focosità che mi coinvolge subito.
Mentre facciamo lingua in bocca, lui mi caccia una mano fra le cosce e mi trova già inzuppata di voglia. Quando glielo prendo in mano, il suo uccello è duro come una spranga di ferro.
- Ho voglia – gli sussurro in un orecchio mentre ci masturbiamo a vicenda – Prendimi, ti prego…
Non se lo fa ripetere: mi schiaccia contro il muro e mi solleva una gamba, poi me lo infila in una botta sola.
- Ouch! – rantolo, sentendomi riempire la figa così di colpo – Sì, fottimi…
Mio marito aspetterà. Il venezuelano m’inchioda al muro e comincia a scoparmi all’inpiedi con furia animalesca.
Una sveltina bruciante, bestiale: mi fa sentire come una puttana da strada.
Mi aggrappo alle sue spalle e sollevo anche l’altra gamba facendomi ingroppare di brutto; per fortuna sono piccolina e lui non ha problemi a sorreggermi e a fottermi allo stesso tempo…
- Hmmm… Oh, sì! Vengo… Vengo…
Godo, schiacciata contro il muro. Poi lui mi sborra dentro senza porsi troppi problemi: l’altra volta ha usato il goldone, ma stavolta mi ha cavalcata a pelo e sento lo sperma che mi riempie la figa con una potenza alluvionale.
Beh, tanto sono in viaggio di nozze…

Finito di scoparmi, Diego mi chiede se ho notizie delle lesbiche bionde: Anja ci tiene davvero a conoscerle, e lui anche.
No, non ho saputo niente.
Peccato, perché loro hanno già lasciato la villetta che avevano affittato in città, e adesso si apprestano anche a salpare con lo yacht diretti in Grecia…
Mi allarmo: non voglio perderli, e ci tengo a fare una partita di gruppo con loro e le lesbiche.
Diego si accorge del mio disappunto e mi invita a visitare lo yacht prima che loro partano. Che cosa carina…
Beh, almeno mi beccherò un’altra bella doppia con lui e Anja… Accetto anche a nome del cornuto, a cui immagino non dispiacerà rivedere il trans.
Tanto, quando torno alla villetta lui sarà già contento di leccarmi la figa piena della sborra di Diego…

Il mio bel moro mi aspetta con lo zodiac alla marina.
Ho pensato di lasciare Franco a terra a farsi le seghe per godermi da sola i bei cazzi di Diego e Anja, poi ho pensato che non era giusto e che anche il mio cuckold ha diritto a farsi una bella goduta, e così ci presentiamo insieme all’appuntamento.
Diego ci fa aspettare un po’, e mi tocca subire le risatine della famigliola che mi ha vista salire a bordo della Serenissima gattonando sulla battagliola, e poi leccare i piedi di Eva in segno di sottomissione.
Mi irrita, però mi eccita anche un po’…
Quando finalmente il venezuelano si fa vivo, saltiamo sul gommone e partiamo con in spalla solo le nostre borse da spiaggia.

Il fuoribordo ci mette quasi mezz’ora a portarci fino alo yacht, ma ne vale la pena.
Non è proprio uno yacht: è una nave vera e propria, con una bandiera cipriota a poppa e una che non riconosco sull’albero. Sulla fiancata ha una scritta che dice Transcontinental Migrantes – TCM, che non ho idea di cosa voglia dire.
Anja ci accoglie a bordo vestita con un toppino minuscolo e una gonna lunga che oltre a fasciarle le gambe cela anche il suo tremendo segreto: mi chiedo se l’equipaggio sappia che si tratta di un trans, o se la credono una donna particolarmente atletica…
Ci fanno fare il giro della nave, spiegandoci che si tratta di un bastimento per attività umanitaria: dispongono di alloggi per rifugiati, un piccolo ospedale, attrezzature d’emergenza e un impianto di telemedicina. Ci sono anche gli uffici da cui la loro società dirige le attività di altre barche similari più piccole in azione in tutto il mondo.
Che bel lavoro: si meritano di essere ricchi…
Alla fine ci offrono un bel pranzetto nel salottino e poi ci fanno accomodare su un tratto di ponte riservato nella parte alta della nave, dove possiamo prendere il sole in costume e rilassarci spaziando con la vista verso la costa da una parte, e verso il mare aperto dall’altra.
Bellissimo…
Anja mi porge un binocolo e mi indica una barca parecchio distante da noi.
Io guardo e riconosco subito la Serenissima; vedo chiaramente Eva che prende il sole nuda sul ponte di poppa e Pat che armeggia vicino al timone.
Ecco dov’erano finite: sono semplicemente al largo! Che stronze. Perché non ci hanno avvertite? Mi scoccia davvero molto essere trattata sempre e solo come la cagnetta di scorta…

Un cameriere ci offre dei cocktail e poi scompare subito, lasciandoci soli sul ponte inondato dal sole.
Diego mi passa un braccio intorno alle spalle e mi sfiora l’orecchio con le labbra…
Ho un brivido all’idea che sto per essere scopata lassù, fra mare e cielo.
Quando scivolo in ginocchio per succhiare il cazzo di Diego, vedo che Anja è già a bocca piena anche lei, intenta a sbocchinare Franco.
L’uccellone del mio nuovo boyfriend mi riempie piacevolente le fauci, e io lo succhio da bocchinara incallita finché l’arnese non è più duro della pietra.
Allora il maschio mi fa alzare in piedi e mi bacia appassionatamente in bocca prima di farmi girare verso il mare.
Mi appoggio al corrimano della balaustra e allargo le gambe sculettando un po’ mentre Diego dopo avermi tirato da parte il tanga mi alloga il cazzo alla topa e comincia a infilarmelo.
- Uuh! – rantolo contenta – Com’è duro…
E’ veramente duro come un paletto di frassino: mi penetra in figa come un ferro rovente nel burro, mozzandomi il fiato per la sua irruenza. Sento le manacce ruvide del mio uomo afferrarmi per i fianchi, poi il cazzo prende a fottermi da padrone, sbattendomi deliziosamente contro la balaustra.
- Aah! Aah! Aahhh…
Grido aggrappandomi al corrimano, mentre Diego mi scopa con forza facendomi godere come mio marito non sarebbe mai capace di fare…
Per la verità sembra che anche Franco si stia facendo onore: Anja è a pecorina sul ponte con la faccia in un cuscino, e strilla anche lei; il mio consorte e compagno di porcherie la sta montando con una foga che raramente ho potuto notare nei nostri accoppiamenti coniugali. Evidentemente il culo del trans lo ispira più del mio…
A proposito di culi: dopo avermi fatto godere, Diego decide di cambiare buco. Mi infila un dito per preparare la sodomia, e io scodinzolo contenta all’idea di prenderlo anche nel secondo canale.
Il mio boyfriend estrae la falange e appoggia la cappella rovente allo sfintere boccheggiante: è ben lubrificato dalla mia sbrodolata, e penetra con facilità nel mio buco, aperto solo di recente ma ormai già completamente spanato.
- Aaghhh! – strillo io, straziata dal dolore – Sì, spaccami…
Il cazzo di Diego mi spacca veramente in due, ma dopo il primo momento di dolore mi sembra di volare in paradiso.
Il mio ragazzo allunga le mani e mi agguanta per le tette, spremendomele con forza mentre m’incula a tavoletta contro la balaustra, strappandomi urla sempre più rauche man mano che mi accosto ad un nuovo orgasmo da vera rotta in culo.
Anja grida pure lei: mentre Franco la impala, lei si masturba come una pazza e spruzza sperma sul ponte mentre mio marito si svuota le palle dentro il suo buco.
Io ci sono quasi, quando Diego emette un rantolo e mi riempie il retto con lunghi schizzi di sborra caldissima.
- Oohhh… Vengo… Vengo…
Non sono riuscita a godere una seconda volta, ma è stato bellissimo lo stesso.

Il cazzo di Diego mi scivola fuori dal culo rotto, e lui s’impadronisce della mia bocca per baciarmi appassionatamente senza smettere di giocare con i miei seni. Mi volto verso di lui con la schiena al mare per dargli meglio la lingua, e mi strofino con gusto al maschio che mi ha appena soddisfatta in modo così completo.
Franco e Anja, ancora incavicchiati sul ponte, fanno lingua in bocca anche loro, e mio marito si diverte a giocare con le tettone easgerate della bella trans mentre lei continua a menarsi l’uccello ancora bazzotto dopo la schizzata sul ponte.
Sembra proprio che al mio tenero consorte l’ambigua brasiliana dotata di uccello piaccia davvero: le sue tendenze bisex con lei sono soddisfatte appieno.
Quanto a me, anche se il cazzo di Diego è di dimensioni assolutamente standard e non sovradimensionato come quello di Lele, il mio ganzo venezuelano è probabilmente il maschio più soddisfacente che abbia mai conosciuto…
Se potessi avere anche Pat qui con me, sarebbe davvero il massimo!

L’altra coppia si solleva dal ponte senza smettere di pomiciare.
Anja fa un gesto verso di noi e Diego risponde mostrandole un pollice, poi il trans si porta via mio marito; immagino siano diretti a una cabina per proseguire in privato le loro porcherie, e mi predispongo a un nuovo round con il mio amante latino.
Diego invece mi sorprende piacevolmente.
Mi indica la barca di Eva e Pat, all’orizzonte, e mi fa: - Cosa ne diresti di fare un salto da loro e invitarle a bordo? Scommetto che ti piacerebbe giocare anche con le tue amiche bionde…
Mi ha letto nel pensiero!
Lo adoro… So benissimo che a lui tira da pazzi l’idea di farsi l’olandesina, ma per me avere sia lui che Pat insieme sarebbe veramente come toccare il cielo con un dito.
Approvo con entusiasmo, e nel giro di cinque minuti siamo tutti e due in costume da bagno sullo zodiac, diretti verso la Serenissima.

La barca di Eva e Pat è molto più piccola dello yacht di Anja e Diego: in mezzo al mare sembra quasi minuscola… Però quando accostiamo mi rendo conto che si tratta pur sempre di un’imbarcazione di tutto rispetto: non per niente nella marina di Cap era probabilmente la più grande fra quelle attraccate.
Le due lesbiche bionde sono affacciate alla fiancata delle loro barca quando accostiamo.
- Ma guarda chi si vede! – fa Pat riconoscendomi – La mia cagnetta preferita…
Provo un brivido sentendola riferirsi a me in quel modo: imbarazzo nei confronti di Diego per quel che potrebbe pensare di me, e allo stesso tempo orgoglio per il tono di possesso nella sua voce.
Appartenere a una donna come Pat, ed essere allo stesso tempo la ragazza di un maschio come Diego mi fa sentire una femmina completa e appagata… Non vedo l’ora di sentirmi posseduta da entrambi contemporaneamente!
Diego si presenta; dice che io e Franco abbiamo parlato di loro alla sua compagna e che vorrebbero averle a bordo assieme a noi per una festicciola tutti insieme…
Eva e Pat si guardano in faccia, sorridono e poi Eva mi guarda ammiccando: - Perché no?
Vedo lo sguardo della mia coetanea olandese puntato sul pacco di Diego, e fremo di nuovo all’idea dell’ammucchiata che ci aspetta.
Le lesbiche acchiappano le loro sacche da spiaggia e saltano sullo zodiac con noi: la Serenissima è ancorata e immagino non sia a rischio che qualcuno se la porti via.
Sono entrambe nude, ma nelle sacche hanno dei prendisole che indossano con calma durante la corsa verso la TCM che ci aspetta più al largo, così quando arriviamo sono più o meno presentabili per l’equipaggio: Eva come sempre predilige il bianco, che ovviamente a causa della leggerezza del tessuto risulta piuttosto trasparente e quindi il suo prendisole anche se è lungo lascia davvero poco spazio all’immaginazione. Pat invece deve avere una autentica passione per l’arancione: il suo abitino da spiaggia non è trasparente, però è cortissimo e le scopre completamente le gambe lunghissime e muscolose; i suoi grossi capezzoli sono coperti, ma protrudono prepotentemente attraverso il cotone con un effetto devastante per i maschi che la vedono salire a bordo dello yacht.
Diego ci guida fino al ponte riservato dove Franco e io ci siamo fatti scopare poco prima, e offre a tutti un breve rinfresco che deve essere stato predisposto mentre eravamo via: ostriche e champagne, non ci posso credere…
Diego è un ospite fantastico: io e le lesbiche ci gustiamo la saporita sorpresina che ci ha riservato, mentre il sole pomeridiano ci accarezza la pelle abbronzata.
Lui si comporta come fosse il mio ragazzo che incontra due mie vecchie amiche, e per me è un momento magnifico: spero che duri in eterno, e che mio marito se ne resti in cabina con il trans il più a lungo possibile, così eviterà di scottarsi e mi lascerà campo libero con Diego e con Pat.
Sullo zodiac, il mio ragazzo mi ha raccomandato di non dire niente alle ragazze: Anja dovrà essere una sorpresa per loro…
Poi Diego mi bacia in bocca con aria possessiva davanti alle ragazze, e io mi sciolgo dal desiderio. Sento lo sguardo di Pat che scivola sulle curve del mio corpo, e avverto con piacere la voglia di lei per me… Noto anche il modo in cui Eva guarda Diego, e intuisco come il mio maschio le piaccia; sarà un quartetto di fuoco, me lo immagino.
Quando Diego smette di baciarmi, vedo che Eva e Pat stanno facendo lingua in bocca anche loro: la veneta sta smanazzando le tette dell’olandesina, e questa ha una mano fra le gambe nude della sua amante più matura…
- Le tue amiche sono amanti? – mi sussurra Diego con voce eccitata in un orecchio mentre mi palpa il culo.
- Pat è lesbica marcia – rispondo in un sussurro – Sono stata anch’io con lei un paio di volte… Però le piace anche il cazzo. Eva invece è una troia peggio di me: le piace proprio tutto. Vedrai, sono fantastiche…
Mentre finiamo il nostro spuntino veniamo interrotti due volte: prima da una segretaria in jenas e maglietta con dei documenti da firmare per Diego, e poi da un tizio di colore in uniforme bianca che immagino essere un ufficiale di bordo, che chiede istruzioni per la notte.
Diego si sbriga in fretta con entrambi parlando in una lingua che immagino essere inglese, e i due si trattengono solo lo stretto indispensabile. Peccato, perché se la segretaria è una roscia snella e ipertettuta che mi ispira solo rivalità, l’ufficiale è davvero un bel tipo: dev’essere indiano o pakistano, con bei lineamenti marcati e la pelle color caffelatte, ma soprattutto un pacco di tutto rispetto nei pantaloni leggeri dell’uniforme…
Beh, sarà per la prossima volta.

Quando anche l’ufficiale in bianco con la pelle scura si allontana, Diego torna a pomiciarmi mentre Pat rimette le mani addosso a Eva.
Hmmm… Lo so, che è solo l’aperitivo!
Diego mi sfila il sopra del costume da bagno e poi mi infila una mano nelle mutandine, strappandomi un gridolino di gioia.
Eva ha di nuovo fatto sparire una mano sotto l’orlo del prendisole di Pat e a giudicare dai suoi movimenti e dall’ansimare della quarantenne immagino che la stia masturbando.
Le due lesbiche si baciano appassionatamente, intrecciando le lingue senza vergogna mentre Pat gioca con i seni di Eva e questa la sfrega fra le cosce abbronzate…
- Oohhh… Ooh! Ooh! Mi fai morire…
La voce arrochita dalla lussuria di Pat ci distrae un momento.
Diego e io ci voltiamo a guardare le due bionde e incrociamo i loro sguardi ingrifati.
Ci capiamo senza bisogno di parole.
Lentamente, ci sciogliamo dai reciproci abbracci; poi Diego si avvicina a Eva e Pat viene verso di me con l’espressione della padrona che viene a rimettere al guinzaglio la sua cagna che si era allontanata troppo…
- Allora, come sta la mia cagnetta preferita? – mi sussurra la lesbica con voce lubrica.
Rabbrividisco quando lei mi afferra per i capelli e mi attira a sé schiacciandomi le tette contro il suo petto. Sento i suoi capezzoli durissimi premermi contro i seni nudi e la sua coscia rovente infilarmisi fra le gambe: ho un sussulto quando mi sento strofinare il clitoride attraverso il tessuto delle mutandine.
- Ooh! Mi sei mancata, Pat…
- Io invece mi ero quasi scordata di te, sgualdrinella del cazzo – mi ringhia lei strizzandomi una mammella fra le dita durissime – Ma hai fatto bene a farci invitare a bordo dal tuo nuovo ganzo: avevo giusto voglia di dare una ripassata a una cagnetta in calore…
Rabbrividisco, perché è proprio così che mi sento: una cagnetta in calore.
Mi mette la lingua in bocca e mi risucchia tutta la saliva dal cavo orale, mentre continua a spremermi una tetta con la mano sinistra e il culo con la destra, e la sua coscia mi masturba il clitoride.
Sono già nel pucio.
Pat mi abbassa lo slippino e io finisco di scalciarlo via: adesso sono nuda nelle sue braccia e in sua balìa… Spero che Pat abbia voglia di castigare la sua cagnetta come merita!

- Aahhh!
Questa è Eva: Diego se l’è inculata a pecorina sul ponte, proprio nello stesso punto dove Franco si è trombata Anja un paio d’ore prima.
Io sono a sessantanove con Pat mezzo metro più in là, intenta a bere la sua passera bionda e succosa… Lei mi sta sleccazzando il clitoride con una perizia che nessun uomo saprà mai uguagliare, e sono già in avanzato stato pre-orgasmico.
La mia padrona vuole essere succhiata in profondità, così mi sto impegnando a spingere la lingua più a fondo che posso nella sua vagina umida e profumata, bevendo avidamente i suoi abbondanti succhi dolcissimi e sottili… Il profumo inebriante di femmina che emana dalla sua figa spalancata mi dà alla testa; le sue cosce calde e muscolose mi accarezzano le guance mentre le pratico il connilinguo e intanto sento una vibrazione sempre più intensa percorrere il mio corpo dai capezzoli al clitoride mentre la lingua diabolica della mia amante mi trascina verso il piacere.
- Omioddio… Omioddio… - ansimo senza fiato – Pat, sto per godere…
- Vieni, cagna bastarda – mi ringhia la mia padrona – Vieni!
- AAHHH!!! – grido all’improvviso, contorcendomi come un’ossessa per l’esplosione di piacere – Godooo…
Cazzo che casino… Sono davvero innamorata di lei.
Pensare che due settimane fa non ero neanche mai stata con un’altra donna!

Passo faticosamente la lingua nel folto cespuglio biondo di Pat, raccogliendo con cura le ultime goccioline del suo piacere dalla sua vulva bagnata: sono letteralmente intontita dal piacere che mi ha donato la mia padrona, e so che i miei sforzi di soddisfarla non sono neppure lontanamente adeguati alle sue necessità. Dovrò essere punita per la mia insipienza, e non vedo l’ora di subire il mio giusto castigo.
Mi accorgo appena che accanto a noi Diego si sta vuotando le palle nelle budella di Eva dopo averla cavalcata per almeno mezz’ora strappandole un orgasmo anale sonoro e doloroso…

Quando ci ricomponiamo, il sole sta già tramontando lentamente dietro l’orizzonte.
Diego, da perfetto padrone di casa, ci mostra i servizi igenici dove noi ragazze ci possiamo dare una ripulita prima di indossare nuovamente i nostri abitini estivi e di rassettarci i capelli.
Poi, con calma, ci ritroviamo sul ponte, dove ritroviamo il nostro aitante anfitrione che ci accompagna giù per una scala verso la sala da pranzo.
Le coppie si sono rimescolate, e adesso sembra che Diego stia con Eva, mentre io sono al braccio di Pat come se fossi la sua ragazza: è la prima volta che mi trovo in una situazione così platealmente saffica, e mi sorprende come la cosa mi appaia del tutto naturale.
La mia compagna è aitante quanto e più della maggior parte degli uomini con cui mi sono accompagnata nella mia vita: indossa solo il suo prendisole arancione ed è a piedi nudi mentre io ho i tacchi, ma è sempre un bel po’ più alta di me, e i suoi muscoli mi incutono soggezione e desiderio allo stesso tempo.
Mentre scendiamo le scale per accedere alla sala da pranzo, io mi tengo stretta a lei e Pat mi tiene una mano sul culo con un’aria da padrona che mi dona sicurezza. Davanti a noi, Diego si comporta esattamente allo stesso modo mentre guida Eva dentro la saletta dove l’ultima coppia ci aspetta per la cena: Franco sembra davvero preso dalla sua bella trans; chissà cos’hanno combinato quei due in cabina, mentre noi ci sollazzavamo sul ponte?
Mi trovo ad osservare divertita che saremo un gruppo particolarmente politically correct: una coppia etero, una lesbo e una gay...
Come Diego e Eva entrano nella saletta e si spostano di lato scoprendoci alla vista di quelli che sono già al tavolo, sento Pat irrigidirsi al mio fianco.
- Benvenuta sulla mia barca, Pat – fa Anja, ritta a capotavola con mio marito accanto – Era da parecchio che aspettavo di averti qui!
scritto il
2018-12-19
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