La mia storia con Elisa -- Le avventure di Giorgio e Elisa
di
Armando70
genere
tradimenti
Questo racconto è stato riscritto, corretto e migliorato.
Potete trovarlo pubblicato su Amazon dalla casa editrice "SOGNI PICCANTI" Nel racconto e-book "DIARIO. Gioie e dolori coniugali"
Vi consiglio di leggerlo e non ve ne pentirete.
Capitolo cinque
Guidavo, ero molto pensieroso, per qualche KM non dissi una parola. Poi mi decisi ha parlare. ''Perché hai fatto questo?'' Chiesi a mia moglie.
Lei mi guardò quasi sorpresa, poi rispose. ''Perché me lo chiedi? Me sembrato che non ti sia poi dispiaciuto più di tanto, anzi, al contrario, a giudicare dalle seghe che ti sei fatto, penso che le corna ti siano piaciute eccome.''
Risposi. ''Si mi è piaciuto tanto, ma vedi cara, il mio dispiacere non è perché Mario ti a scopata come a voluto. Il mio dispiacere è dovuto al fatto che hai donato a lui la tua verginità, che io aspettavo da anni. Penso che su quello avrei dovuto avere la precedenza.'' Rispose ancora lei. '' Vedi Giorgio, è stata una cosa fulminante, come ho visto Mario e, come lui, ha visto me, siamo rimasti folgorati. Subito ci siamo desiderati. Appena il gioco è cominciato e tu non ti sei opposto, era inevitabile che ci finissi a letto, e tu caro, con il tuo cazzo duro e le tue seghe praticamente mi hai dato il permesso di farlo.''-- ''Capisco...'', risposi, ''ma il tuo fiore potevi farlo raccogliere prima a tuo marito, mi spettava.'' Rispose ancora lei. '' Una volta che lui mi ha messo nuda e, anche lui nudo, con il suo cazzo che mi spingeva nel ventre e, vedere te che ti segavi, era impossibile che le cose andassero diversamente...'', e concluse, ''A parte che non ho neppure pensato a quel particolare, non potevo certo dire a Mario, aspetta che mi faccio sverginare da mio marito e poi scopo con te...'', e aggiunse,'' Capisco la tua umiliazione, abbiamo comunque tanto tempo davanti, ti rifarai.''
Non ne parlammo più. Continuai il viaggio verso Livorno con la testa piena di pensieri. Pensavo alla mia umiliazione e il cazzo mi venne duro da scoppiare, mi faceva male. Dentro di me ero contento di essere un cornuto, una cosa da cui non uscirò mai più. Il pensiero mi eccitava talmente forte che non resistetti. Mi fermai in un parcheggio, tirai fuori il cazzo dai pantaloni con grande sorpresa da parte di mia moglie che disse. ''Che Fai? Ma sei impazzito?'' Risposi. ''Cara ti prego, al pensiero di ciò che hai fatto con Mario impazzisco, prendimelo in bocca.'' Lei rispose. '' No! Non lo faccio, ma ti stringo i coglioni mentre ti fai un altra sega.'' Ero in trance. ''In bocca, ti prego in bocca.'' Ma lei rispose. ''Fatti la sega. Se te lo prendo in bocca non posso chiamarti per nome, cioè cornuto.'' A quella parola la mia mano accelerò sul cazzo, lei si avvicinò ha parlarmi in un orecchio. ''Forza cornuto godi, è questo che voi, essere un cornuto. Ti accontenterò. Ti metterò le corna tutte le volte che ne avrò l'occasione. Sborra cornuto, sborra.'' Arrivò un orgasmo favoloso.
Continua Giorgio
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Vi consiglio di leggerlo e non ve ne pentirete.
Capitolo cinque
Guidavo, ero molto pensieroso, per qualche KM non dissi una parola. Poi mi decisi ha parlare. ''Perché hai fatto questo?'' Chiesi a mia moglie.
Lei mi guardò quasi sorpresa, poi rispose. ''Perché me lo chiedi? Me sembrato che non ti sia poi dispiaciuto più di tanto, anzi, al contrario, a giudicare dalle seghe che ti sei fatto, penso che le corna ti siano piaciute eccome.''
Risposi. ''Si mi è piaciuto tanto, ma vedi cara, il mio dispiacere non è perché Mario ti a scopata come a voluto. Il mio dispiacere è dovuto al fatto che hai donato a lui la tua verginità, che io aspettavo da anni. Penso che su quello avrei dovuto avere la precedenza.'' Rispose ancora lei. '' Vedi Giorgio, è stata una cosa fulminante, come ho visto Mario e, come lui, ha visto me, siamo rimasti folgorati. Subito ci siamo desiderati. Appena il gioco è cominciato e tu non ti sei opposto, era inevitabile che ci finissi a letto, e tu caro, con il tuo cazzo duro e le tue seghe praticamente mi hai dato il permesso di farlo.''-- ''Capisco...'', risposi, ''ma il tuo fiore potevi farlo raccogliere prima a tuo marito, mi spettava.'' Rispose ancora lei. '' Una volta che lui mi ha messo nuda e, anche lui nudo, con il suo cazzo che mi spingeva nel ventre e, vedere te che ti segavi, era impossibile che le cose andassero diversamente...'', e concluse, ''A parte che non ho neppure pensato a quel particolare, non potevo certo dire a Mario, aspetta che mi faccio sverginare da mio marito e poi scopo con te...'', e aggiunse,'' Capisco la tua umiliazione, abbiamo comunque tanto tempo davanti, ti rifarai.''
Non ne parlammo più. Continuai il viaggio verso Livorno con la testa piena di pensieri. Pensavo alla mia umiliazione e il cazzo mi venne duro da scoppiare, mi faceva male. Dentro di me ero contento di essere un cornuto, una cosa da cui non uscirò mai più. Il pensiero mi eccitava talmente forte che non resistetti. Mi fermai in un parcheggio, tirai fuori il cazzo dai pantaloni con grande sorpresa da parte di mia moglie che disse. ''Che Fai? Ma sei impazzito?'' Risposi. ''Cara ti prego, al pensiero di ciò che hai fatto con Mario impazzisco, prendimelo in bocca.'' Lei rispose. '' No! Non lo faccio, ma ti stringo i coglioni mentre ti fai un altra sega.'' Ero in trance. ''In bocca, ti prego in bocca.'' Ma lei rispose. ''Fatti la sega. Se te lo prendo in bocca non posso chiamarti per nome, cioè cornuto.'' A quella parola la mia mano accelerò sul cazzo, lei si avvicinò ha parlarmi in un orecchio. ''Forza cornuto godi, è questo che voi, essere un cornuto. Ti accontenterò. Ti metterò le corna tutte le volte che ne avrò l'occasione. Sborra cornuto, sborra.'' Arrivò un orgasmo favoloso.
Continua Giorgio
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