Infermiere ma un po particolare.

di
genere
dominazione

Visto in seguito che la ragazza era svenuta, presi la mia borsa e preparai un'iniezione che la avrebbe fatta rinvenire. Dopo pochi minuti infatti riaprì gli occhi e mi pregò di smettere a farla soffrire. Sentendomi osservato dalle telecamere, non feci altro che riprendere in mano una siringa per clisteri ed infilai la grossa cannula nel suo culo, facendola urlare. Dopo una breve pausa iniziai a spingere lo stantuffo e le scaricai ben tre litri in pancia. Lei stava sudando freddo e mi chiese se potevo slegarla e mandarla in bagno per scaricare tutto il contenuto della siringa. Acconsentii e lei, dopo essere stata slegata, corse via ma notai che dopo un certo tempo non era ancora rientrata e mandai in bagno uno dei guardiani che tornò subito da me, dicendomi che la ragazza sembrava morta ed io corsi subito al bagno dove la trovai seduta sul water e con gli occhi sbarrati. Sentii il polso e constatai che era ancora viva così chiamai subito Alberto e disposi che doveva essere trasportata in ospedale. Alberto acconsentì, fidandosi cecamente di me ed io inventai con lui che stavo passando sulla provinciale ed avevo notato quella ragazza a terra sul ciglio della carreggiata. Infatti la feci caricare sulla mia auto e volai subito all'ospedale dove mi tempestarono di domande alle quali seppi rispondere perfettamente. Con la ragazza non avevo problemi perché durante il lavoro indossavo un maschera che rendeva irriconoscibile il mio volto, così per lei ero un illustre sconosciuto che la aveva soccorsa sulla strada. Lei infatti, dopo l'intervento dei sanitari, si riprese bene e, vedendomi mi ringraziò per averla soccorsa e cominciò a parlare di un luogo dove era prigioniera e sottoposta a torture. Feci presente ai medici che quando l'avevo messa sul sedile della mia auto, aveva iniziato a parlare di essere prigioniera di aguzzini ecc., ecc. . Dissi a lei che se voleva la avrei accompagnata a casa sua e lei disse subito di sì, così, salutando e ringraziando il personale dell'ospedale, salimmo in macchina e partimmo. Presi una strada di campagna dove da ragazzo ci andavo con le ragazze che "rimorchiavo" e poi scopavo in un bosco. Giunto al bosco, finsi un problema al motore e fermai l'auto. Scesi ad aprire il cofano e, verificato il danno immaginario, presi la borsa dei miei strumenti e preparai una siringa di sedativo ad immediato effetto. La tenni nascosta dietro la mano ed andai ad aprire lo sportello destro per invitare la ragazza a scendere per respirare aria buona. Lei annuì ed iniziò a scendere dall'auto, stendendo una gamba in fuori ed io prontamente le infilai l'ago nella coscia, iniettandole il farmaco rapidamente. Non avevo ancora sfilato l'ago che lei crollò in un sonno profondo. La rimisi sul suo sedile e ripartii subito, diretto al castello dove arrivai in poco tempo. All'arrivo mi vennero incontro Alberto e gli inservienti che presero la ragazza ed andarono via. Io raccontai a lui lo svolgersi dei fatti in Ospedale e, dopo che mi chiese di controllare lo stato di salute di lei mi ordinò di metterla nuovamente sotto sevizie. Lo salutai e raggiunsi la ragazza in sala torture dove la sculacciai a lungo e le posi il cazzo davanti alla bocca che lei, silenziosamente prese in bocca e succhiò, avendo ben capito che se non eseguiva gli ordini dategli, avrebbe subìto atroci torture. Mi provocò una lunga sborrata e, sapendo che non doveva perdere la verginità, le infilai il cazzo in culo e la scopai fino a sborrare nuovamente. Invece di mandarla nello stanzone insieme alle altre, dissi ai guardiani di condurla in una delle celle al piano sotto il pianoterra e di darle solo pane ed acqua fino a domani. Poi andai a vedere le altre e trovai due di loro insieme su un letto singolo. Chiamai i guardiani e le feci accompagnare in sala torture dove le seguii ed ordinai che fossero ambedue fissate per i polsi agli anelli sulle pareti. Dopo che i guardiani uscirono da lì, diedi una serie di frustate a tutt'e due sula schiena, sulle natiche e sulle cosce. Quando vidi che le striature erano diventate da rosse a violacee, le infilai ad ognuna due aghi di siringa su ogni natica e dopo, ad ogni ago inserii le rispettive siringhe colme di vitamina B12 che le avrebbero provocato un atroce bruciore. Le feci poi rimandare ai cameroni e tornai da quella che avevo fatto mettere in cella dove una forte luce le avrebbe impedito di dormire. Quando arrivai da lei, subito si mise sdraiata sul tavolo dove avrebbe passato la notte e, spogliatasi tutta, si mise a cosce spalancate invitandomi a scoparla ma io sapevo che non doveva perdere lì la sua verginità ma altrove, così la avvisai che il tentativo di corrompermi le sarebbe costato molto dolorosamente. Al mattino dopo,, quando arrivai, diedi l'ordine ai guardiani di portarmi in sala torture l ragazza segregata in cella e, dopo pochi minuti la vidi arrivare tremante. La feci spogliare e fissare agli anelli sul lettino sui polsi ed alle caviglie ed iniziai a farle cadere sul suo corpo gocce di cera bollente colpendo dappertutto senza trascurare i seni ed il pube. Poi la girai a pancia sotto e le infilai sul culo due aghi di siringa che poi vennero uniti a siringhe piene di acqua distillata. Lei urlò dal dolore ed io completai l'opera infilandole ancora altri aghi con siringhe ma vuote. Lei implorò pietà ed io, tolti tutti gli aghi, la feci nuovamente girare e le punzecchiai le cosce con gli aghi e lei urlava implorando pietà ed esortandomi a terminare le torture. La slegai completamente e le ordinai di farsi inculare. Si girò sul lettino in ginocchio e le infilai tutto il cazzo dentro, poi, sentendo che stavo per sborrare, pensai bene di sborrarle in bocca e le misi davanti alle labbra lo smerdolato cazzo, puzzolentissimo per aver ravanato l'ano. Ingoiò tutto ma fu presa dai conati di vomito e mi chiese di andare in bagno ma glielo impedii e le schizzai tutto fino in gola. Dopo che succhiò l'ultima goccia, scappo al bagno dove sentii che vomitava. Dopo alcuni minuti andai a controllarla e la trovai con la testa nel water.
scritto il
2019-01-10
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