Cena di lavoro (Parte 2)
di
Jimpoi
genere
feticismo
Dopo un primo momento di sconcerto, Ross decise di fare di necessità virtù e approfittare doppiamente della situazione: da quando si era lasciata con Samuele, ormai circa un mese prima, non aveva più fatto sesso con nessuno se non con sé stessa e, altra cosa importante, avrebbe potuto chiedere un aumento al suo capo per averla ingannata.
Si tolse i fiori di loto che aveva sui seni e disse con voce suadente: «Voglio fare un brindisi anche io. Passami il sakè». Michele le passò la bottiglia del sakè, che ormai si era intiepidito, Ross se ne versò un po’ nell’ombelico.
Giovanni rispose: «Brindo alla tua bellezza», si chinò a leccare il sakè. I capezzoli di Ross si inturgidirono subito e la ragazza si lasciò sfuggire un gemito.
Quando Michele si alzò, Ross, prima che lui riuscisse a dire o a fare qualcosa, si versò ancora del sakè su un seno, lui non si fece sfuggire l’occasione e leccò via il liquore dalla sua pelle liscia, poi iniziò a succhiarle il capezzolo.
L’uomo iniziò a palparle l’altro seno mentre, quasi istintivamente, Ross allungò la mano verso il pacco di Michele: sentì attraverso i jeans il pene molto duro che spingeva contro il tessuto. Iniziò a massaggiarlo e poco dopo Michele si sbottonò i pantaloni, liberando finalmente il suo pene. Ross, ormai molto eccitata, lo prese in mano: era bello grosso e durissimo, iniziò a masturbarlo lentamente, mentre ormai si sentiva completamente bagnata fra le gambe.
«Adesso tocca anche a me mangiare», quasi gemette Ross poi si sedette sul tavolino e l’unico fiore di loto che aveva ancora sul corpo cadde a terra. Michele era in piedi con i pantaloni e i boxer alle caviglie così che Ross aveva il suo pene proprio davanti al viso: era molto più grosso di quello del suo ex ed aveva un’eccitante profumo, gli diede un bacio sul glande, poi lo prese fra le labbra e scese pian piano lungo l’asta riuscendo a prenderlo quasi tutto in bocca. Lo fece uscire e leccò con gusto il glande sempre più gonfio, poi riprese il più possibile in bocca il pene. Dai gemiti e dai sospiri che non riusciva a trattenere, Michele sembrava gradire molto quel trattamento.
Ross andò avanti ancora un po’, poi disse: «Non lo vuoi il dessert?», diede un ultimo bacio al pene e si stese sul tavolino a gambe aperte sfiorandosi lascivamente con un dito la vagina depilata e bagnatissima.
Michele si tolse del tutto i pantaloni, mise la testa fra le cosce lisce di Ross e disse: «Non è una vera cena senza dessert, no?». La ragazza appena sentì la lingua umida dell’uomo passarle sopra al clitoride gonfio dall’eccitazione, non trattenne un gemito abbastanza forte. Michele la leccava molto bene, senza soffersi su un punto solo, ma esplorando interamente la vagina di Ross. La ragazza godeva moltissimo, gli mise una mano sulla testa, stringendogli i capelli castani e spingendolo ancora più contro di sé. Lui aumentò il ritmo e Ross non ci mise molto a raggiungere un forte orgasmo, gli tenne la testa ferma con le cosce mentre il piacere le invadeva il corpo.
Quando il picco più intenso fu scemato un po’, Michele si mise fra le sue gambe e guidò il pene dentro di lei. La ragazza sentendosi riempita inarcò la schiena, offrendo a Michele i suoi seni da baciare. Lui le mise una mano dietro alla schiena e le leccò i capezzoli. Ross raggiunse subito un altro orgasmo mentre Michele iniziava a muoversi lentamente e continuava a baciarle i capezzoli. L’uomo la palpava sulle sue gambe lisce e rassodate dalla palestra e lei gli accarezzava la schiena muscolosa.
Dopo un ennesimo ed intensissimo orgasmo, Ross spinse Michele seduto sul divano, allontanò il tavolino con le ruote con un leggero calcio e si mise in piedi davanti a lui, facendosi ammirare qualche istante. Poi si sedette su di lui e guidò il suo pene ancora umido dei suoi umori dentro alla sua vagina. Appena fu entrato tutto iniziò a muovere il bacino e si chinò a baciare intensamente Michele in bocca. Lui rispose al focoso bacio e le mise le mani sul sedere tondo e sodo. Ross aumentò il ritmo fino a saltare su Michele. La sua terza soda di seno sobbalzava davanti allo sguardo perso dell’uomo che seguiva i movimenti della ragazza con il bacino.
Ross aveva perso la cognizione del tempo, ma dopo un bel po’, sentì che il respiro di Michele si faceva più irregolare, allora disse: «Adesso voglio anche io il mio dessert!».
Scese dal divano e si inginocchiò fra le gambe dell’uomo, iniziò a masturbarlo tenendo il glande fra le labbra, dopo poco lo sentì gonfiarsi ed esplodere nella sua bocca. Lo sperma era tantissimo e dolciastro, un po’ le uscì dalle labbra, ma la maggior parte lo inghiotti con gusto. Leccò per bene il glande, poi si alzò in piedi e disse a Michele ancora ansimante: «Spero di averti convinto», gli fece l’occhiolino e uscì dalla porta da cui era entrata.
Il giorno dopo Piero la fece chiamare nel suo ufficio e gli disse: «Non so cosa gli hai fatto, ma ha deciso di collaborare con noi. E pensa che prima della cena era abbastanza restio».
Ross si fece molto seria in viso e disse: «Mi aveva detto che non ci sarebbe stato un dopo cena del genere. Mi ha ingannata ed io voglio essere risarcita».
Piero fu colto alla sprovvista da quell’atteggiamento duro assunto dalla solitamente pacata e gentile Ross, rispose: «Forse non ci siamo capiti. Comunque dimmi pure, se posso ti accontenterò».
«Io avevo capito benissimo, è lei che ha cambiato le carte in tavola. Voglio il raddoppio dello stipendio, se no racconterò cosa è successo in quel ristorante».
Per commenti, critiche e richieste antom93@libero.it
Si tolse i fiori di loto che aveva sui seni e disse con voce suadente: «Voglio fare un brindisi anche io. Passami il sakè». Michele le passò la bottiglia del sakè, che ormai si era intiepidito, Ross se ne versò un po’ nell’ombelico.
Giovanni rispose: «Brindo alla tua bellezza», si chinò a leccare il sakè. I capezzoli di Ross si inturgidirono subito e la ragazza si lasciò sfuggire un gemito.
Quando Michele si alzò, Ross, prima che lui riuscisse a dire o a fare qualcosa, si versò ancora del sakè su un seno, lui non si fece sfuggire l’occasione e leccò via il liquore dalla sua pelle liscia, poi iniziò a succhiarle il capezzolo.
L’uomo iniziò a palparle l’altro seno mentre, quasi istintivamente, Ross allungò la mano verso il pacco di Michele: sentì attraverso i jeans il pene molto duro che spingeva contro il tessuto. Iniziò a massaggiarlo e poco dopo Michele si sbottonò i pantaloni, liberando finalmente il suo pene. Ross, ormai molto eccitata, lo prese in mano: era bello grosso e durissimo, iniziò a masturbarlo lentamente, mentre ormai si sentiva completamente bagnata fra le gambe.
«Adesso tocca anche a me mangiare», quasi gemette Ross poi si sedette sul tavolino e l’unico fiore di loto che aveva ancora sul corpo cadde a terra. Michele era in piedi con i pantaloni e i boxer alle caviglie così che Ross aveva il suo pene proprio davanti al viso: era molto più grosso di quello del suo ex ed aveva un’eccitante profumo, gli diede un bacio sul glande, poi lo prese fra le labbra e scese pian piano lungo l’asta riuscendo a prenderlo quasi tutto in bocca. Lo fece uscire e leccò con gusto il glande sempre più gonfio, poi riprese il più possibile in bocca il pene. Dai gemiti e dai sospiri che non riusciva a trattenere, Michele sembrava gradire molto quel trattamento.
Ross andò avanti ancora un po’, poi disse: «Non lo vuoi il dessert?», diede un ultimo bacio al pene e si stese sul tavolino a gambe aperte sfiorandosi lascivamente con un dito la vagina depilata e bagnatissima.
Michele si tolse del tutto i pantaloni, mise la testa fra le cosce lisce di Ross e disse: «Non è una vera cena senza dessert, no?». La ragazza appena sentì la lingua umida dell’uomo passarle sopra al clitoride gonfio dall’eccitazione, non trattenne un gemito abbastanza forte. Michele la leccava molto bene, senza soffersi su un punto solo, ma esplorando interamente la vagina di Ross. La ragazza godeva moltissimo, gli mise una mano sulla testa, stringendogli i capelli castani e spingendolo ancora più contro di sé. Lui aumentò il ritmo e Ross non ci mise molto a raggiungere un forte orgasmo, gli tenne la testa ferma con le cosce mentre il piacere le invadeva il corpo.
Quando il picco più intenso fu scemato un po’, Michele si mise fra le sue gambe e guidò il pene dentro di lei. La ragazza sentendosi riempita inarcò la schiena, offrendo a Michele i suoi seni da baciare. Lui le mise una mano dietro alla schiena e le leccò i capezzoli. Ross raggiunse subito un altro orgasmo mentre Michele iniziava a muoversi lentamente e continuava a baciarle i capezzoli. L’uomo la palpava sulle sue gambe lisce e rassodate dalla palestra e lei gli accarezzava la schiena muscolosa.
Dopo un ennesimo ed intensissimo orgasmo, Ross spinse Michele seduto sul divano, allontanò il tavolino con le ruote con un leggero calcio e si mise in piedi davanti a lui, facendosi ammirare qualche istante. Poi si sedette su di lui e guidò il suo pene ancora umido dei suoi umori dentro alla sua vagina. Appena fu entrato tutto iniziò a muovere il bacino e si chinò a baciare intensamente Michele in bocca. Lui rispose al focoso bacio e le mise le mani sul sedere tondo e sodo. Ross aumentò il ritmo fino a saltare su Michele. La sua terza soda di seno sobbalzava davanti allo sguardo perso dell’uomo che seguiva i movimenti della ragazza con il bacino.
Ross aveva perso la cognizione del tempo, ma dopo un bel po’, sentì che il respiro di Michele si faceva più irregolare, allora disse: «Adesso voglio anche io il mio dessert!».
Scese dal divano e si inginocchiò fra le gambe dell’uomo, iniziò a masturbarlo tenendo il glande fra le labbra, dopo poco lo sentì gonfiarsi ed esplodere nella sua bocca. Lo sperma era tantissimo e dolciastro, un po’ le uscì dalle labbra, ma la maggior parte lo inghiotti con gusto. Leccò per bene il glande, poi si alzò in piedi e disse a Michele ancora ansimante: «Spero di averti convinto», gli fece l’occhiolino e uscì dalla porta da cui era entrata.
Il giorno dopo Piero la fece chiamare nel suo ufficio e gli disse: «Non so cosa gli hai fatto, ma ha deciso di collaborare con noi. E pensa che prima della cena era abbastanza restio».
Ross si fece molto seria in viso e disse: «Mi aveva detto che non ci sarebbe stato un dopo cena del genere. Mi ha ingannata ed io voglio essere risarcita».
Piero fu colto alla sprovvista da quell’atteggiamento duro assunto dalla solitamente pacata e gentile Ross, rispose: «Forse non ci siamo capiti. Comunque dimmi pure, se posso ti accontenterò».
«Io avevo capito benissimo, è lei che ha cambiato le carte in tavola. Voglio il raddoppio dello stipendio, se no racconterò cosa è successo in quel ristorante».
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