Una fantasia

di
genere
voyeur

Avvolto attorno a una piccola torre di libri, un filo di lucine dorate illuminava appena la stanza.
Poco più in basso, una cornice arancione a forma di farfalla proteggeva una foto natalizia di tanti anni prima.

Stesa a pancia in su, gli occhi che si chiudevano per la stanchezza dopo una lunga giornata di lavoro, Anna aspettava sotto le coperte calde.
Sin da bambina le capitava di scoprirsi a fantasticare fissando il soffitto.
Si sorprendeva a pensare cose inverosimili e assurde: dall'essere piccoli come una formica, all'essere una goccia d'acqua; dal vivere la vita immobile di un sasso scaldato dal sole, a quella di un cespuglio cresciuto vicino ai binari di un treno.
La sua immaginazione le faceva fare i viaggi più inspiegabili, pertanto neanche questa volta avrebbe saputo dire come aveva fatto ad arrivare dov'era.

Al di là dell'ampia porta-finestra, il cielo inquinato dalla luce aveva un colorito blu-verdastro: mentre immaginava la volta celeste come una palude piena di fuochi fatui, Anna sentì dei rumori provenire dall'entrata.

"Eccolo! Finalmente..."
Fece uno scatto sotto il piumone, stringendo forte i pugni per non mettersi a sedere ad aspettarlo.
La sua voce elettrizzata era ridotta a un sussurro: se l'avesse trovata ancora sveglia avrebbe scritto il suo nome tra i cattivi e addio doni di Natale!

L'uomo entrò nella camera da letto trascinando dietro di sé un grosso sacco: nella stanza semibuia il rosso vivo del suo abito appariva ingrigito, il luccichio di una fibbia d'argento poco sopra il cavallo dei pantaloni appariva e scompariva come la luce di un piccolo faro.

"Chissà cosa c'è dentro quel sacco..." Si chiedeva Anna sbirciando tra le palpebre socchiuse.
"Hohoho... - una risata soffocata interruppe la frase per un attimo - vediamo chi abbiamo qui..."
Da una tasca l'uomo estrasse un foglio.
"Anna... Che bel nome. E dimmi, Anna, sei stata brava quest'anno?"
La ragazza strinse forte gli occhi e le labbra: avrebbe voluto scoppiare in una libera risata e rispondere che sì, era stata brava!
L'uomo si avvicinò ancora al letto e vide che sul comodino lei aveva preparato un bicchiere di latte e un piattino di biscotti come da tradizione.
"Ma che dolce sei stata... Lasciarmi qualcosa per rifocillarmi..."
Si sedette sul letto dandole le spalle ed iniziò a sbocconcellare i biscotti intingendoli nel latte.

Approfittandone per aprire gli occhi, Anna vide la sua schiena fasciata dall'abito.
Senza rendersene conto, allungò una mano dandogli una carezza leggera.
I muscoli, sotto le sue dita, s'irrigidirono e l'uomo si bloccò: solo una goccia di latte si muoveva ancora, colandogli dalle labbra...
scritto il
2019-01-22
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