Sara, la Webcam Girl 5 - La nuova webcam
di
LovelySara
genere
esibizionismo
Da quando i suoi fan avevano scoperto che era italiana, il modo di fare la camgirl di Sara era cambiato. All'inizio si era spaventata, le sembrava che in qualche modo aumentasse il rischio di essere riconosciuta, e si chiedeva come aveva fatto a non calcolare che durante la sua "recita" con il corriere l'avrebbero sentita parlare in italiano. Poi però aveva cominciato a sfruttare a proprio favore questa rivelazione. Il sito infatti era pieno di suoi connazionali - lei stessa ignorava che fossero così tanti - e questa sua nuova caratteristica era stata apprezzatissima. Spesso c'era gente pronta a donarle delle mance solo per sentirla pronunciare la parola "grazie", e anche nelle sessioni private, che ora erano molto più frequenti, il livello di intimità che si riusciva a raggiungere era sicuramente più alto.
Ormai era passato un mese da quando aveva iniziato quel lavoro, e i primi frutti si iniziavano a vedere anche sul conto in banca. Aveva dunque deciso di investire nella propria attività, comprandosi una nuova webcam. Si era resa conto, guardando gli spettacoli delle sue colleghe, che quella in suo possesso non era poi così avanzata come credeva, anzi la qualità dell'immagine e dell'audio - e quindi anche l'appeal verso i nuovi utenti, di questo ne era sicura - poteva essere di gran lunga migliorata.
«È davvero un ottimo modello, ma sei sicura che ti servisse un apparecchio così avanzato?» le chiese Alberto, mentre se la rigirava tra le mani.
«Quella vecchia si è rotta, e il commesso del negozio mi ha consigliato questa - rispose prontamente Sara, che era preparata a questa domanda - D'altra parte con il lavoro ci capita ogni tanto di fare delle conference call, non potevo rimanere senza».
Quando l'aveva comprata, aveva da subito avuto dubbi sul fatto che sarebbe riuscita a installarla da sola. Così aveva chiamato suo nipote, che era il suo uomo di fiducia per quasi tutte le faccende che riguardavano la tecnologia. Proprio lui le aveva installato la prima volta anche il modello precedente, in effetti.
Voleva bene ad Alberto, quando sua sorella l'aveva dato alla luce lei aveva solo 15 anni e dunque lo aveva sempre considerato quasi un fratello minore, più che un nipote. I due andavano molto d'accordo, a lei era capitato tante volte di fargli da babysitter, anche se da qualche tempo aveva dovuto ammettere che ormai lui era un uomo. Lo aveva pensato in particolare durante la festa del suo diciottesimo compleanno, avvenuta qualche settimana prima, quando lo aveva sorpreso ad amoreggiare con una morettina, una sua compagna di classe come le avrebbe spiegato sua sorella Moira poco più tardi.
«Certo che qui dentro si muore di caldo, dovresti investire anche per un condizionatore...» protestò lui scherzosamente, inserendo il cd di installazione nel computer. Effettivamente negli ultimi giorni, con l'arrivo della primavera, le temperature erano salite di parecchio. Sara però nel suo appartamento era abituata a stare nuda o quasi, e anche quel giorno non si era fatta molte formalità ad accogliere suo nipote con un abbigliamento decisamente casalingo: canotta, shorts e infradito. Lui invece, con quella camicia di flanella a quadri, stava probabilmente soffrendo le pene dell'inferno.
«Scusa, non ti converrebbe toglierla?» gli fece notare Sara.
«Eh, il problema è che non ho niente sotto...» protestò lui con un filo di voce.
A Sara faceva sorridere che Alberto si facesse di questi problemi, in fondo erano stati al mare insieme in passato e lo aveva visto in costume... Anzi, per la verità lo aveva anche visto nudo più di una volta, anche se dall'ultima occasione doveva essere passata almeno una dozzina d'anni.
«Aspetta, ci penso io!» gli disse, dirigendosi verso l'armadio. Dopo una rapidissima ricerca, tirò fuori una vecchia t-shirt e gliela lanciò. Lo sguardo di lui era perplesso, e così gli spiegò: «Era di un mio vecchio fidanzato, ogni tanto la uso come pigiama. Provala, dovrebbe essere della tua taglia».
«Ti potrei chiedere anche un bicchiere d'acqua, per favore?».
Sara sorrise ancora. Era una scusa per farla uscire dalla stanza? Davvero Alberto si vergognava a farsi vedere da lei mentre si cambiava la maglietta? Decise comunque di rispettare il suo pudore e accontentarlo, anzi ci mise di proposito qualche secondo in più per prendere l'acqua.
Tornando in camera, tuttavia, capì di essersi fatta un film nella testa per nulla. Alberto infatti era in piedi al centro della stanza, aveva sbottonato la camicia ma ancora doveva toglierla. Lo fece proprio quando lei varcò la soglia, lanciandola poi sul letto. Sara non poté fare a meno di apprezzare il fisico di suo nipote, le sue larghe spalle e il torace scolpito da anni di nuoto, disciplina che vedeva impegnato Alberto anche a livello agonistico.
«Credo che ci siamo - disse mentre si infilava la t-shirt, che effettivamente gli calzava a pennello - Mi fai un altro favore? Ho appoggiato sul tavolo in sala il mio computer. Se vai di là e lo accendi, facciamo subito una prova su Skype per verificare».
«Sei pronto?» gli chiese lei dal salotto, poco dopo.
«Dammi un altro minuto, ci sono altre impostazioni da settare» le rispose.
Mentre attendeva, Sara si rese conto di avere fra le mani il computer di suo nipote, e un'idea le balenò nella testa. Chissà cosa nascondeva, lì dentro? Era convinta che avesse del porno, come tutti i ragazzi della sua età, ed era curiosa di scoprire qualche segreto piccante su di lui, sulle sue passioni. Provò a curiosare fra le cartelle del desktop, poi cercò all'interno della directory principale del disco. Alberto però non era uno sprovveduto, e lei si rese conto ben presto che non poteva sperare di trovare una cartella con un nome tipo "porno" o "xxx"... Provò allora a vedere la cronologia del browser, magari lì poteva avere più fortuna. Ed effettivamente fu così: fra i siti visitati da suo nipote la sera prima, ne trovò uno che già dal nome lasciava poco spazio alle interpretazioni. Era un sito per voyeuristi, cliccandoci sopra Sara vide un sacco di gallery che ritraevano donne al mare, fotografate di nascosto mentre erano in topless o completamente nude.
Le venne spontaneo immaginarsi Alberto che guardava quelle foto, immaginare la sua reazione... Chissà se si masturbava, visitando quel sito?
I suoi pensieri furono interrotti dal suono della videochiamata di Skype. Alberto, anzi "Sara" le diceva il computer, stava cercando di contattarla.
La prova durò giusto un paio di minuti. Qualità di audio e video era davvero ottima, e Sara era molto soddisfatta dell'acquisto. Per ringraziare Alberto gli propose di fermarsi a pranzo da lei, era passato davvero troppo tempo dall'ultima volta che avevano mangiato insieme.
---
Alberto aveva acconsentito volentieri ad andare a casa di sua zia, quel sabato mattina. Non che avesse di meglio da fare, peraltro, ma comunque passare del tempo insieme era sempre piacevole. Per la verità, fin dai primi anni dell'adolescenza aveva avuto una specie di "cotta" per lei, la ragazza più grande - e indubbiamente attraente - sempre disponibile a riservargli affetto e attenzioni. Non come le sue coetanee, che prima dei 14-15 anni (quando, come diceva sempre sua madre, era "sbocciato") non lo degnavano di uno sguardo. Non a caso, verso i 13 anni lui aveva iniziato a chiamarla "Sara", e non più "zia".
Proprio quell'estate lei aveva passato una giornata al mare con la sua famiglia. Era stato in quell'occasione che era diventata un suo sogno erotico proibito: il bikini blu che sfoggiava in spiaggia, quel fisico ai suoi occhi così esplosivo, gli avevano tormentato i sonni per giorni. Era anche riuscito a scattarle un paio di foto di nascosto: niente di lontanamente compromettente, ma su quelle foto si era masturbato forse un centinaio di volte, nel corso degli anni. Recentemente aveva anche pensato di caricarle su un sito per voyeur che da qualche tempo frequentava, ma non ne aveva avuto il coraggio, temeva che lei potesse scoprirlo e togliergli per sempre il saluto.
Tutti questi pensieri percorsero la sua mente nello spazio di pochissimi secondi, quando lei gli aprì la porta di casa. Il suo abbigliamento era a dir poco minimal: una canottiera rosa - al di sotto della quale erano ben visibili le bretelline del reggiseno - che evidenziava in maniera molto efficace le sue forme, e dei pantaloncini davvero cortissimi e molto sensuali.
Quando vide la webcam che avrebbe dovuto installare, gli venne spontaneo chiedersi che uso ne avrebbe fatto. E la curiosità aumentò dopo la spiegazione di lei, che gli parve tutt'altro che sincera. Decise quindi di indagare, e con la scusa di un bicchiere d'acqua - dopotutto faceva davvero caldo - la fece uscire dalla stanza, e ne approfittò per sbirciare nel suo computer. Qui un'altra sorpresa: la cronologia del suo browser nelle ultime settimane era completamente vuota. O sua zia non accendeva il computer da un mese, oppure aveva davvero qualcosa da nascondere.
Nel frattempo lei era tornata nella stanza, ma ad Alberto serviva un nuovo motivo per farla uscire. Le chiese allora di accendere il suo computer, cosa che avrebbe potuto benissimo fare di persona, e per sua fortuna lei accettò. Una volta che fu di nuovo solo, provò ad entrare nel suo programma di posta. Magari voleva usare la webcam per del sesso virtuale? Sapeva che un suo fidanzato si era trasferito in Germania, gli pareva che si fossero lasciati ma forse avevano riallacciato i rapporti... E in quel caso, magari, avrebbe trovato una email in cui i due si davano appuntamento. Lui ovviamente non avrebbe potuto trovare nulla di compromettente, anche se fosse stato così. Ma già l'idea di sua zia che faceva sesso via skype gli bastava per far salire l'eccitazione, e a quel punto doveva per forza verificare.
«Sei pronto?» gli chiese Sara dall'altra stanza, ma lui prese tempo. Fra le email ne aveva trovata una che lo aveva lasciato a bocca aperta. L'oggetto recitava "Ciao Lovely, ecco quanto hai guadagnato nell'ultima settimana".
All'inizio non ci volle credere. Sua zia, una camgirl? Gli sembrava impossibile, eppure tutti gli indizi puntavano in quella direzione. Si segnò sul cellulare il nome del sito e quel nickname, "Lovely", dopodiché chiuse la posta e avviò la sessione di Skype, come da programma. Accettò anche di fermarsi a pranzo, ma nella sua mente il pensiero era uno solo: tornare a casa per verificare l'identità di questa "Lovely".
Il sito era proprio quello che immaginava: un sacco di donne, spesso molto attraenti, che si spogliavano in diretta per soldi. Magari era così che Sara aveva acquistato il cd musicale che gli aveva regalato qualche settimana prima, per il suo compleanno?
Ci mise poco a capire il funzionamento, d'altra parte era già stato una volta su un sito abbastanza simile. Grazie alla funzione di ricerca trovò subito anche "Lovely", che però non era online. Sul suo profilo non c'era alcuna informazione che potesse ricondurre a sua zia, anche la foto era quella di una scollatura che poteva appartenere a chiunque. L'unica cosa che poteva fare era aspettare, e nel frattempo si intrattenne con un paio di altre modelle che stavano trasmettendo in quel momento. Lo spettacolo era davvero eccitante, ma lui riusciva soltanto a pensare a quella email, e alla possibilità di vedere sua zia come aveva sempre sognato, ma mai aveva potuto.
Ogni cinque minuti tornava sulla sua pagina e cliccava su "aggiorna", e dopo circa una mezz'ora di infruttuosi tentativi la sua attesa fu ripagata. All'ennesimo clic vide la pagina cambiare, sulla destra apparve lo spazio per una chat mentre a sinistra un riquadro che trasmetteva in diretta. E per un attimo gli mancò il respiro.
Era davvero lei. Sara era seduta alla propria scrivania, esattamente dove era seduto lui qualche ora prima quando le installava la nuova webcam. Era truccata di tutto punto, e sorrideva. Ciò che lo colpì di più, tuttavia, fu il modo in cui era vestita: indossava un tubino bianco molto sexy, senza spalline e piuttosto corto. Non l'aveva mai vista agghindata in maniera così provocante, era una visione incantevole e avrebbe voluto salvarsela nella mente per sempre. Poi capì che avrebbe potuto farlo.
Qualche settimana prima aveva scaricato un piccolo software che gli permetteva di registrare tutto ciò che accadeva sullo schermo del proprio computer, l'aveva usato per salvare un video da internet. Senza perdere tempo lo avviò, e iniziò a registrare.
Nel frattempo Sara aveva iniziato con un "Hello everyone, ciao a tutti!". Alberto vedeva il contatore degli utenti connessi salire molto velocemente, in pochi minuti erano già quasi in 400.
Osservò stupito come sua zia fosse assolutamente a suo agio, e padrona della situazione: in chat le scrivevano in tantissimi (molti commentando "hai per caso cambiato webcam?"), lei rispondeva a tutti a voce oppure nella stessa chat, a volte in inglese e a volte in italiano. Spesso una riga di colore diverso segnalava che uno degli utenti le aveva donato dei "token", Alberto non sapeva quanto valessero ma le mance erano abbastanza frequenti. Ogni tanto poi lei si alzava e si esibiva in una danza sexy, accarezzandosi come una vera professionista... Alberto era solo in casa in quel momento, e decise di abbassarsi pantaloni e mutande fino alle caviglie: ce l'aveva durissimo e aveva bisogno di liberarlo, anche se non voleva toccarsi. Non ancora, perlomeno.
A un certo punto assistette a uno scambio illuminante in chat. Un utente le fece una domanda molto diretta: "tits?". E la sua risposta fu rapida e altrettanto diretta: "100". Pochi secondi dopo, lo stesso utente fece una donazione di 100 token, e Sara reagì con un sorriso e un "thank you" convinto. A quel punto Alberto la vide portarsi le mani dietro la schiena, probabilmente per tirare giù la zip del vestito. Istintivamente si prese in mano il pene e iniziò a massaggiarlo, mentre sullo schermo osservava sua zia tirare lentamente giù il vestito fino a scoprire delle tette magnifiche, ancora più grandi e sode di quanto Alberto si immaginava. Non riusciva a credere alla situazione che stava vivendo, quella visione era molto più bella di quanto la sua fantasia potesse raggiungere. Mentre Sara si strizzava i capezzoli con le dita, le arrivò un'altra cospicua mancia, di 80 token. Di nuovo ringraziò di gusto, poi fece scorrere indietro la sedia e sollevò le gambe, fino ad appoggiarle - completamente aperte - sulla scrivania. Con la mano teneva giù la gonna nella zona dell'inguine, almeno fin quando guardando in camera non disse: "Secondo voi ce le ho le mutandine, oggi?".
Il movimento della mano di Alberto si fece più intenso, ma il suo godimento fu interrotto all'improvviso. Il riquadro della webcam infatti si oscurò, rivelando un messaggio: "Per oggi hai esaurito i minuti a disposizione degli utenti free. Registrati al sito e acquista dei token per vedere per sempre senza limitazioni".
La sua imprecazione fu così forte che ringraziò il cielo di essere solo in casa. Ora però non poteva restare così, doveva per forza tornare dentro quella pagina. La registrazione al sito fu semplice, gli bastò scegliere un nickname e dopo averci pensato per qualche minuto optò per "Nirvana99". Si trattava di un riferimento a una delle sue band preferite, che peraltro proprio sua zia gli aveva fatto scoprire.
Per l'acquisto dei token invece doveva avere per forza una carta di credito, come fare? Notò che l'acquisto minimo era di 9 token, e in quel caso il costo era di appena un paio di euro. Corse allora in camera dei suoi genitori, sapeva che nella cassettiera la madre teneva la propria carta di credito, che usava relativamente poco. E sperando che nessuno si accorgesse mai di quei 2 euro in meno, completò la transazione. A quanto diceva la guida, nell'estratto conto l'addebito sarebbe figurato in maniera del tutto anonima, e non riconducibile a quel sito.
Quando l'immagine ricomparve sul suo pc, Sara si era già ricomposta. Le gambe non erano più sul tavolo, e anche il seno era nuovamente coperto dal vestito. Maledicendo la propria sfortuna, Alberto decise di sfruttare la propria nuova condizione di utente registrato per creare un contatto. Sotto alla chat, infatti, ora compariva il tasto "messaggio privato", e decise di provarci. Gli si aprì un piccolo pop-up, sul quale scrisse semplicemente "ciao". Poi osservò sullo schermo la reazione di Sara, che gli parve impassibile. Lei stava scrivendo sulla tastiera, ma risposte non ne arrivavano. Forse era impegnata a parlare con altri? Dopo quasi un minuto, sotto al suo "ciao" comparvero tre puntini, che indicavano che Sara stava scrivendo. Ad Alberto iniziò a battere forte il cuore, ed esultò quando un altro "ciao", corredato da un cuoricino, comparve come risposta.
"Di dv 6?" le scrisse, tanto per rompere il ghiaccio. Poco dopo altra risposta: "Italia". Evidentemente Sara non era propensa a rilasciare informazioni troppo personali, ma d'altra parte Alberto non era realmente interessato alla risposta vera, anche perché già la conosceva.
"6 bellissima" le scrisse ancora, e lei rispose con un "grazie", anche questo con l'aggiunta di un cuoricino.
Alberto si rese conto ben presto che non era una chat qualunque, perdere tempo con i convenevoli non aveva senso. Così andò subito al sodo, doveva assolutamente togliersi una curiosità: "non sono riuscito a vedere se ce le hai o no, le mutandine". Esitò qualche secondo prima di premere invio, ma alla fine trovò il coraggio. Il pisello intanto gli faceva male, da quanto era duro.
Dopo pochi secondi, ancora i tre puntini, e poi la risposta: "se vuoi andiamo in pvt e verifichi tu stesso, amore".
La risposta fu per lui incomprensibile: "pvt?", le chiese.
A quel punto lei rispose con un link, quello relativo ai prezzi del sito. Era chiaro che con "pvt" intendeva una chat privata, il cui costo era di 30 token al minuto. Alberto non poteva in alcun modo permettersela, dato che ne aveva solo 9, e ci rimase male.
Restò a guardare lo spettacolo sperando che ricapitasse l'occasione di vederla spogliarsi, ma dopo un paio di minuti lo schermo si oscurò ancora. Stavolta c'era un messaggio diverso: "Al momento sono impegnata in una chat privata". Ecco, un fortunello con i soldi aveva appena ottenuto quello che avrebbe voluto lui.
Più sotto, però, notò un altro tasto: "Dai un'occhiata alla chat privata". Alberto tornò sul link che gli aveva mandato sua zia, e scoprì così la funzione "spia": per soli 7 token al minuto, avrebbe potuto spiare la chat privata di un altro, senza tuttavia poter interagire in alcun modo con la modella.
Decise che ne valeva la pena, e anzi doveva affrettarsi prima che tutto finisse. Cliccò sul tasto per la modalità spia, e in pochi secondi di fronte agli occhi si trovò l'ennesima, incredibile sorpresa.
Sua zia si era rimessa nella posizione di prima, con le gambe aperte sul tavolo, ma stavolta era completamente nuda! Il vestito infatti giaceva a terra, dietro la sedia. In mano aveva un dildo color carne, molto lungo e realistico, con il quale si stava massaggiando il clitoride. Alberto poté così vedere per la prima volta la fica di sua zia, quasi completamente depilata, con l'eccezione di una sottile striscia di peli sul pube. Dopo pochi istanti Sara infilò la punta del dildo fra le sue dolci labbra, e iniziò una lenta penetrazione che col passare dei secondi assunse sempre più velocità. Suo nipote la guardava penetrarsi con quel cazzo di gomma, mentre le tette danzavano al ritmo di ogni affondo. Sara aveva gli occhi chiusi e si mordeva il labbro inferiore, ma ogni tanto le scappava qualche gemito di godimento.
Nel frattempo Alberto si stava segando con sempre maggiore foga, e ci mise molto poco a venirsi in mano. Dalla punta del cazzo iniziò ad esplodere violenti fiotti di sperma, che lo imbrattarono su tutto il petto. Si rallegrò di essersi tolto la maglia, non era mai venuto in maniera così copiosa. Quando riaprì gli occhi, con il cazzo ancora duro e ben stretto nella mano, lo schermo si era nuovamente oscurato. "Hai esaurito i tuoi token, ricarica per vedere ancora nella modalità spia".
Non lo avrebbe fatto, per ora gli bastava. Anche perché sapeva di poter rivedere la registrazione in qualunque momento avesse voluto.
[continua...]
Ormai era passato un mese da quando aveva iniziato quel lavoro, e i primi frutti si iniziavano a vedere anche sul conto in banca. Aveva dunque deciso di investire nella propria attività, comprandosi una nuova webcam. Si era resa conto, guardando gli spettacoli delle sue colleghe, che quella in suo possesso non era poi così avanzata come credeva, anzi la qualità dell'immagine e dell'audio - e quindi anche l'appeal verso i nuovi utenti, di questo ne era sicura - poteva essere di gran lunga migliorata.
«È davvero un ottimo modello, ma sei sicura che ti servisse un apparecchio così avanzato?» le chiese Alberto, mentre se la rigirava tra le mani.
«Quella vecchia si è rotta, e il commesso del negozio mi ha consigliato questa - rispose prontamente Sara, che era preparata a questa domanda - D'altra parte con il lavoro ci capita ogni tanto di fare delle conference call, non potevo rimanere senza».
Quando l'aveva comprata, aveva da subito avuto dubbi sul fatto che sarebbe riuscita a installarla da sola. Così aveva chiamato suo nipote, che era il suo uomo di fiducia per quasi tutte le faccende che riguardavano la tecnologia. Proprio lui le aveva installato la prima volta anche il modello precedente, in effetti.
Voleva bene ad Alberto, quando sua sorella l'aveva dato alla luce lei aveva solo 15 anni e dunque lo aveva sempre considerato quasi un fratello minore, più che un nipote. I due andavano molto d'accordo, a lei era capitato tante volte di fargli da babysitter, anche se da qualche tempo aveva dovuto ammettere che ormai lui era un uomo. Lo aveva pensato in particolare durante la festa del suo diciottesimo compleanno, avvenuta qualche settimana prima, quando lo aveva sorpreso ad amoreggiare con una morettina, una sua compagna di classe come le avrebbe spiegato sua sorella Moira poco più tardi.
«Certo che qui dentro si muore di caldo, dovresti investire anche per un condizionatore...» protestò lui scherzosamente, inserendo il cd di installazione nel computer. Effettivamente negli ultimi giorni, con l'arrivo della primavera, le temperature erano salite di parecchio. Sara però nel suo appartamento era abituata a stare nuda o quasi, e anche quel giorno non si era fatta molte formalità ad accogliere suo nipote con un abbigliamento decisamente casalingo: canotta, shorts e infradito. Lui invece, con quella camicia di flanella a quadri, stava probabilmente soffrendo le pene dell'inferno.
«Scusa, non ti converrebbe toglierla?» gli fece notare Sara.
«Eh, il problema è che non ho niente sotto...» protestò lui con un filo di voce.
A Sara faceva sorridere che Alberto si facesse di questi problemi, in fondo erano stati al mare insieme in passato e lo aveva visto in costume... Anzi, per la verità lo aveva anche visto nudo più di una volta, anche se dall'ultima occasione doveva essere passata almeno una dozzina d'anni.
«Aspetta, ci penso io!» gli disse, dirigendosi verso l'armadio. Dopo una rapidissima ricerca, tirò fuori una vecchia t-shirt e gliela lanciò. Lo sguardo di lui era perplesso, e così gli spiegò: «Era di un mio vecchio fidanzato, ogni tanto la uso come pigiama. Provala, dovrebbe essere della tua taglia».
«Ti potrei chiedere anche un bicchiere d'acqua, per favore?».
Sara sorrise ancora. Era una scusa per farla uscire dalla stanza? Davvero Alberto si vergognava a farsi vedere da lei mentre si cambiava la maglietta? Decise comunque di rispettare il suo pudore e accontentarlo, anzi ci mise di proposito qualche secondo in più per prendere l'acqua.
Tornando in camera, tuttavia, capì di essersi fatta un film nella testa per nulla. Alberto infatti era in piedi al centro della stanza, aveva sbottonato la camicia ma ancora doveva toglierla. Lo fece proprio quando lei varcò la soglia, lanciandola poi sul letto. Sara non poté fare a meno di apprezzare il fisico di suo nipote, le sue larghe spalle e il torace scolpito da anni di nuoto, disciplina che vedeva impegnato Alberto anche a livello agonistico.
«Credo che ci siamo - disse mentre si infilava la t-shirt, che effettivamente gli calzava a pennello - Mi fai un altro favore? Ho appoggiato sul tavolo in sala il mio computer. Se vai di là e lo accendi, facciamo subito una prova su Skype per verificare».
«Sei pronto?» gli chiese lei dal salotto, poco dopo.
«Dammi un altro minuto, ci sono altre impostazioni da settare» le rispose.
Mentre attendeva, Sara si rese conto di avere fra le mani il computer di suo nipote, e un'idea le balenò nella testa. Chissà cosa nascondeva, lì dentro? Era convinta che avesse del porno, come tutti i ragazzi della sua età, ed era curiosa di scoprire qualche segreto piccante su di lui, sulle sue passioni. Provò a curiosare fra le cartelle del desktop, poi cercò all'interno della directory principale del disco. Alberto però non era uno sprovveduto, e lei si rese conto ben presto che non poteva sperare di trovare una cartella con un nome tipo "porno" o "xxx"... Provò allora a vedere la cronologia del browser, magari lì poteva avere più fortuna. Ed effettivamente fu così: fra i siti visitati da suo nipote la sera prima, ne trovò uno che già dal nome lasciava poco spazio alle interpretazioni. Era un sito per voyeuristi, cliccandoci sopra Sara vide un sacco di gallery che ritraevano donne al mare, fotografate di nascosto mentre erano in topless o completamente nude.
Le venne spontaneo immaginarsi Alberto che guardava quelle foto, immaginare la sua reazione... Chissà se si masturbava, visitando quel sito?
I suoi pensieri furono interrotti dal suono della videochiamata di Skype. Alberto, anzi "Sara" le diceva il computer, stava cercando di contattarla.
La prova durò giusto un paio di minuti. Qualità di audio e video era davvero ottima, e Sara era molto soddisfatta dell'acquisto. Per ringraziare Alberto gli propose di fermarsi a pranzo da lei, era passato davvero troppo tempo dall'ultima volta che avevano mangiato insieme.
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Alberto aveva acconsentito volentieri ad andare a casa di sua zia, quel sabato mattina. Non che avesse di meglio da fare, peraltro, ma comunque passare del tempo insieme era sempre piacevole. Per la verità, fin dai primi anni dell'adolescenza aveva avuto una specie di "cotta" per lei, la ragazza più grande - e indubbiamente attraente - sempre disponibile a riservargli affetto e attenzioni. Non come le sue coetanee, che prima dei 14-15 anni (quando, come diceva sempre sua madre, era "sbocciato") non lo degnavano di uno sguardo. Non a caso, verso i 13 anni lui aveva iniziato a chiamarla "Sara", e non più "zia".
Proprio quell'estate lei aveva passato una giornata al mare con la sua famiglia. Era stato in quell'occasione che era diventata un suo sogno erotico proibito: il bikini blu che sfoggiava in spiaggia, quel fisico ai suoi occhi così esplosivo, gli avevano tormentato i sonni per giorni. Era anche riuscito a scattarle un paio di foto di nascosto: niente di lontanamente compromettente, ma su quelle foto si era masturbato forse un centinaio di volte, nel corso degli anni. Recentemente aveva anche pensato di caricarle su un sito per voyeur che da qualche tempo frequentava, ma non ne aveva avuto il coraggio, temeva che lei potesse scoprirlo e togliergli per sempre il saluto.
Tutti questi pensieri percorsero la sua mente nello spazio di pochissimi secondi, quando lei gli aprì la porta di casa. Il suo abbigliamento era a dir poco minimal: una canottiera rosa - al di sotto della quale erano ben visibili le bretelline del reggiseno - che evidenziava in maniera molto efficace le sue forme, e dei pantaloncini davvero cortissimi e molto sensuali.
Quando vide la webcam che avrebbe dovuto installare, gli venne spontaneo chiedersi che uso ne avrebbe fatto. E la curiosità aumentò dopo la spiegazione di lei, che gli parve tutt'altro che sincera. Decise quindi di indagare, e con la scusa di un bicchiere d'acqua - dopotutto faceva davvero caldo - la fece uscire dalla stanza, e ne approfittò per sbirciare nel suo computer. Qui un'altra sorpresa: la cronologia del suo browser nelle ultime settimane era completamente vuota. O sua zia non accendeva il computer da un mese, oppure aveva davvero qualcosa da nascondere.
Nel frattempo lei era tornata nella stanza, ma ad Alberto serviva un nuovo motivo per farla uscire. Le chiese allora di accendere il suo computer, cosa che avrebbe potuto benissimo fare di persona, e per sua fortuna lei accettò. Una volta che fu di nuovo solo, provò ad entrare nel suo programma di posta. Magari voleva usare la webcam per del sesso virtuale? Sapeva che un suo fidanzato si era trasferito in Germania, gli pareva che si fossero lasciati ma forse avevano riallacciato i rapporti... E in quel caso, magari, avrebbe trovato una email in cui i due si davano appuntamento. Lui ovviamente non avrebbe potuto trovare nulla di compromettente, anche se fosse stato così. Ma già l'idea di sua zia che faceva sesso via skype gli bastava per far salire l'eccitazione, e a quel punto doveva per forza verificare.
«Sei pronto?» gli chiese Sara dall'altra stanza, ma lui prese tempo. Fra le email ne aveva trovata una che lo aveva lasciato a bocca aperta. L'oggetto recitava "Ciao Lovely, ecco quanto hai guadagnato nell'ultima settimana".
All'inizio non ci volle credere. Sua zia, una camgirl? Gli sembrava impossibile, eppure tutti gli indizi puntavano in quella direzione. Si segnò sul cellulare il nome del sito e quel nickname, "Lovely", dopodiché chiuse la posta e avviò la sessione di Skype, come da programma. Accettò anche di fermarsi a pranzo, ma nella sua mente il pensiero era uno solo: tornare a casa per verificare l'identità di questa "Lovely".
Il sito era proprio quello che immaginava: un sacco di donne, spesso molto attraenti, che si spogliavano in diretta per soldi. Magari era così che Sara aveva acquistato il cd musicale che gli aveva regalato qualche settimana prima, per il suo compleanno?
Ci mise poco a capire il funzionamento, d'altra parte era già stato una volta su un sito abbastanza simile. Grazie alla funzione di ricerca trovò subito anche "Lovely", che però non era online. Sul suo profilo non c'era alcuna informazione che potesse ricondurre a sua zia, anche la foto era quella di una scollatura che poteva appartenere a chiunque. L'unica cosa che poteva fare era aspettare, e nel frattempo si intrattenne con un paio di altre modelle che stavano trasmettendo in quel momento. Lo spettacolo era davvero eccitante, ma lui riusciva soltanto a pensare a quella email, e alla possibilità di vedere sua zia come aveva sempre sognato, ma mai aveva potuto.
Ogni cinque minuti tornava sulla sua pagina e cliccava su "aggiorna", e dopo circa una mezz'ora di infruttuosi tentativi la sua attesa fu ripagata. All'ennesimo clic vide la pagina cambiare, sulla destra apparve lo spazio per una chat mentre a sinistra un riquadro che trasmetteva in diretta. E per un attimo gli mancò il respiro.
Era davvero lei. Sara era seduta alla propria scrivania, esattamente dove era seduto lui qualche ora prima quando le installava la nuova webcam. Era truccata di tutto punto, e sorrideva. Ciò che lo colpì di più, tuttavia, fu il modo in cui era vestita: indossava un tubino bianco molto sexy, senza spalline e piuttosto corto. Non l'aveva mai vista agghindata in maniera così provocante, era una visione incantevole e avrebbe voluto salvarsela nella mente per sempre. Poi capì che avrebbe potuto farlo.
Qualche settimana prima aveva scaricato un piccolo software che gli permetteva di registrare tutto ciò che accadeva sullo schermo del proprio computer, l'aveva usato per salvare un video da internet. Senza perdere tempo lo avviò, e iniziò a registrare.
Nel frattempo Sara aveva iniziato con un "Hello everyone, ciao a tutti!". Alberto vedeva il contatore degli utenti connessi salire molto velocemente, in pochi minuti erano già quasi in 400.
Osservò stupito come sua zia fosse assolutamente a suo agio, e padrona della situazione: in chat le scrivevano in tantissimi (molti commentando "hai per caso cambiato webcam?"), lei rispondeva a tutti a voce oppure nella stessa chat, a volte in inglese e a volte in italiano. Spesso una riga di colore diverso segnalava che uno degli utenti le aveva donato dei "token", Alberto non sapeva quanto valessero ma le mance erano abbastanza frequenti. Ogni tanto poi lei si alzava e si esibiva in una danza sexy, accarezzandosi come una vera professionista... Alberto era solo in casa in quel momento, e decise di abbassarsi pantaloni e mutande fino alle caviglie: ce l'aveva durissimo e aveva bisogno di liberarlo, anche se non voleva toccarsi. Non ancora, perlomeno.
A un certo punto assistette a uno scambio illuminante in chat. Un utente le fece una domanda molto diretta: "tits?". E la sua risposta fu rapida e altrettanto diretta: "100". Pochi secondi dopo, lo stesso utente fece una donazione di 100 token, e Sara reagì con un sorriso e un "thank you" convinto. A quel punto Alberto la vide portarsi le mani dietro la schiena, probabilmente per tirare giù la zip del vestito. Istintivamente si prese in mano il pene e iniziò a massaggiarlo, mentre sullo schermo osservava sua zia tirare lentamente giù il vestito fino a scoprire delle tette magnifiche, ancora più grandi e sode di quanto Alberto si immaginava. Non riusciva a credere alla situazione che stava vivendo, quella visione era molto più bella di quanto la sua fantasia potesse raggiungere. Mentre Sara si strizzava i capezzoli con le dita, le arrivò un'altra cospicua mancia, di 80 token. Di nuovo ringraziò di gusto, poi fece scorrere indietro la sedia e sollevò le gambe, fino ad appoggiarle - completamente aperte - sulla scrivania. Con la mano teneva giù la gonna nella zona dell'inguine, almeno fin quando guardando in camera non disse: "Secondo voi ce le ho le mutandine, oggi?".
Il movimento della mano di Alberto si fece più intenso, ma il suo godimento fu interrotto all'improvviso. Il riquadro della webcam infatti si oscurò, rivelando un messaggio: "Per oggi hai esaurito i minuti a disposizione degli utenti free. Registrati al sito e acquista dei token per vedere per sempre senza limitazioni".
La sua imprecazione fu così forte che ringraziò il cielo di essere solo in casa. Ora però non poteva restare così, doveva per forza tornare dentro quella pagina. La registrazione al sito fu semplice, gli bastò scegliere un nickname e dopo averci pensato per qualche minuto optò per "Nirvana99". Si trattava di un riferimento a una delle sue band preferite, che peraltro proprio sua zia gli aveva fatto scoprire.
Per l'acquisto dei token invece doveva avere per forza una carta di credito, come fare? Notò che l'acquisto minimo era di 9 token, e in quel caso il costo era di appena un paio di euro. Corse allora in camera dei suoi genitori, sapeva che nella cassettiera la madre teneva la propria carta di credito, che usava relativamente poco. E sperando che nessuno si accorgesse mai di quei 2 euro in meno, completò la transazione. A quanto diceva la guida, nell'estratto conto l'addebito sarebbe figurato in maniera del tutto anonima, e non riconducibile a quel sito.
Quando l'immagine ricomparve sul suo pc, Sara si era già ricomposta. Le gambe non erano più sul tavolo, e anche il seno era nuovamente coperto dal vestito. Maledicendo la propria sfortuna, Alberto decise di sfruttare la propria nuova condizione di utente registrato per creare un contatto. Sotto alla chat, infatti, ora compariva il tasto "messaggio privato", e decise di provarci. Gli si aprì un piccolo pop-up, sul quale scrisse semplicemente "ciao". Poi osservò sullo schermo la reazione di Sara, che gli parve impassibile. Lei stava scrivendo sulla tastiera, ma risposte non ne arrivavano. Forse era impegnata a parlare con altri? Dopo quasi un minuto, sotto al suo "ciao" comparvero tre puntini, che indicavano che Sara stava scrivendo. Ad Alberto iniziò a battere forte il cuore, ed esultò quando un altro "ciao", corredato da un cuoricino, comparve come risposta.
"Di dv 6?" le scrisse, tanto per rompere il ghiaccio. Poco dopo altra risposta: "Italia". Evidentemente Sara non era propensa a rilasciare informazioni troppo personali, ma d'altra parte Alberto non era realmente interessato alla risposta vera, anche perché già la conosceva.
"6 bellissima" le scrisse ancora, e lei rispose con un "grazie", anche questo con l'aggiunta di un cuoricino.
Alberto si rese conto ben presto che non era una chat qualunque, perdere tempo con i convenevoli non aveva senso. Così andò subito al sodo, doveva assolutamente togliersi una curiosità: "non sono riuscito a vedere se ce le hai o no, le mutandine". Esitò qualche secondo prima di premere invio, ma alla fine trovò il coraggio. Il pisello intanto gli faceva male, da quanto era duro.
Dopo pochi secondi, ancora i tre puntini, e poi la risposta: "se vuoi andiamo in pvt e verifichi tu stesso, amore".
La risposta fu per lui incomprensibile: "pvt?", le chiese.
A quel punto lei rispose con un link, quello relativo ai prezzi del sito. Era chiaro che con "pvt" intendeva una chat privata, il cui costo era di 30 token al minuto. Alberto non poteva in alcun modo permettersela, dato che ne aveva solo 9, e ci rimase male.
Restò a guardare lo spettacolo sperando che ricapitasse l'occasione di vederla spogliarsi, ma dopo un paio di minuti lo schermo si oscurò ancora. Stavolta c'era un messaggio diverso: "Al momento sono impegnata in una chat privata". Ecco, un fortunello con i soldi aveva appena ottenuto quello che avrebbe voluto lui.
Più sotto, però, notò un altro tasto: "Dai un'occhiata alla chat privata". Alberto tornò sul link che gli aveva mandato sua zia, e scoprì così la funzione "spia": per soli 7 token al minuto, avrebbe potuto spiare la chat privata di un altro, senza tuttavia poter interagire in alcun modo con la modella.
Decise che ne valeva la pena, e anzi doveva affrettarsi prima che tutto finisse. Cliccò sul tasto per la modalità spia, e in pochi secondi di fronte agli occhi si trovò l'ennesima, incredibile sorpresa.
Sua zia si era rimessa nella posizione di prima, con le gambe aperte sul tavolo, ma stavolta era completamente nuda! Il vestito infatti giaceva a terra, dietro la sedia. In mano aveva un dildo color carne, molto lungo e realistico, con il quale si stava massaggiando il clitoride. Alberto poté così vedere per la prima volta la fica di sua zia, quasi completamente depilata, con l'eccezione di una sottile striscia di peli sul pube. Dopo pochi istanti Sara infilò la punta del dildo fra le sue dolci labbra, e iniziò una lenta penetrazione che col passare dei secondi assunse sempre più velocità. Suo nipote la guardava penetrarsi con quel cazzo di gomma, mentre le tette danzavano al ritmo di ogni affondo. Sara aveva gli occhi chiusi e si mordeva il labbro inferiore, ma ogni tanto le scappava qualche gemito di godimento.
Nel frattempo Alberto si stava segando con sempre maggiore foga, e ci mise molto poco a venirsi in mano. Dalla punta del cazzo iniziò ad esplodere violenti fiotti di sperma, che lo imbrattarono su tutto il petto. Si rallegrò di essersi tolto la maglia, non era mai venuto in maniera così copiosa. Quando riaprì gli occhi, con il cazzo ancora duro e ben stretto nella mano, lo schermo si era nuovamente oscurato. "Hai esaurito i tuoi token, ricarica per vedere ancora nella modalità spia".
Non lo avrebbe fatto, per ora gli bastava. Anche perché sapeva di poter rivedere la registrazione in qualunque momento avesse voluto.
[continua...]
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