Non era un sogno 4
di
Franco018.
genere
etero
Come stabilito con Carla al mattino, dopo pranzo vado da lei a prendere il caffè. Tra un argomento all'altro, ad un certo punto mi alzo per congedarmi da loro ma, proprio quando sto per uscire da casa loro, mi rivolgo a Carla e le propongo di venire con me girando per lavoro. Lei ci pensa un poco come se attendesse l'approvazione di Marco il quale intuisce il suo titubare e la spinge a venire con me. Lei si decide e, dopo una rapida sistemazione dei capelli ... quale donna uscirebbe di casa con i capelli non proprio messi a posto ... ed un veloce cambio d'abito, viene con me. Saliamo in macchina e guardandola spesso negli occhi, mi rendo subito conto che sta fissando la mia erezione sempre più sviluppante. Le sorrido e le prendo la mano sinistra che vado ad appoggiare all'inguine. Lei ritrae la mano, esita un poco ma poi, incuriosita dal dilatarsi del cazzo, rimette la mano sul gonfiore. Dopo mezz'ora di guida, arriviamo al motel già noto a me e, sbrigate le operazioni di affitto di stanza, andiamo subito ad impossessarcene. Io mi spoglio velocemente, poi aiuto Carla a liberarsi dei vestiti e la prendo in braccio per portarla sul letto dove si sdraia aprendo le braccia a me. L'abbraccio subito e le accosto la bocca alla sua che mi lascia penetrarla con la lingua che si attorciglia alla sua. intanto le scorro una mano sulle cosce che accarezzo delicatamente, poi vado a sgrillettarle il clitoride ed infilo un altro dito nella sua fighina che subito sbrodola intensamente. Scendo a baciarla ai seni per poi andare giù fino alla fighetta e leccargliela fino a farla sciogliere e sborrare. Le prendo una mano per farle toccare il mio cazzo che è appena di tre.nta centimetri lungo e dodici di diametro. Lei spalanca gli occhi e va subito a constatare le dimensioni non certo trascurabili e mi chiede di essere molto delicato che non ci è proprio abituata a cazzi axtralarge. Le accarezzo le cosce e gliele allargo per potere dopo entrare nella sua figa che pulsa dal piacere. Riesco ad infilare il cazzo molto lentamente e, quando sono tutto dentro a lei, inizio a pompare facendola gridare dal piacere ma a tal punto che squilla l'interfono dove il portiere mi fa notare che le urla si sentono a piano terra e noi siamo al primo! Lo ringrazio per avermi avvisato e dico a Carla di soffocare i gemiti con un fazzoletto in bocca, cosa che lei fa subito. permettendoci di continuare a scopare selvaggiamente. Io arrivo all'orgasmo insieme a lei e godiamo pazzamente. Lei si abbraccia a me stringendomi a lungo, poi, quando sente che sta ritornando la mia erezione, me lo prende in mano e si sdraia di fianco per prenderselo in bocca. La lascio ciucciare un poco ma poi la faccio mettere di schiena a cosce larghe per possederla nuovamente. Quel pomeriggio riesco a scoparmela per quattro volte e, quando sento che il mio cazzo riprende ancora forma, la faccio girare a pancia sotto e, dopo averle leccato a lungo il buco del culo, la sodomizzo delicatamente. Lei gode pazzamente, ignorando il dolore provocato dalle mie dimensioni e, quando le lascio dentro un fiume di sborra, mi chiede di sospendere il tutto e riprendere i giochi al giorno dopo. Ci rivestiamo, riprendendo la strada di casa dove i suoi ci aspettano a cena. Ci mettiamo a tavola e ma io mi alzo subito e corro in bagno a liberarmi di una pipì ed a lavarmi le mani, ancora profumate di succo di figa di Carla. Mentre sono lì mi arriva il messaggio al telefonino da Paola che mi dice che a giudicare dallo sguardo soddisfatto, la sua mammina deve aver trascorso un bel pomeriggio con me e mi domanda poi se ho fatto contratti nuovi o se abbiamo invece solo ... scopato! Le rispondo di mettersi in fila ed attendere che prima o poi toccherà anche a lei. Ritorno a tavola e Marco mi domanda come è andata la giornata di lavoro con Carla presente. Gli rispondo che la sua presenza ha stimolato nuovi clienti per me e anzi, gli chiedo se non ha niente in contrario a lasciare venire Carla con me domani mattina. Lui sorride ed acconsente, così, dopo una notte riposante, io e Carla ritorniamo a "riprendere lo stesso lavoro di ieri"
Giunti al Motel il portiere mi consiglia una stanza all'ultimo piano dove potremmo esprimerci anche "ad alta voce perchè non ci sono più clienti dal secondo piano in poi. Raggiungiamo subito la stanza assegnataci e Carla mi dice di distendermi un poco per gustarmi poi un suo pompino per iniziare bene la giornata Effettivamente il suo bocchino mi porta alle stelle e dopo sborratole in bocca, risento subito il cazzo irrigidirsi e vado a spalancarle le cosce per scoparmela subito. Pompo fino all'orgasmo e sborriamo insieme. La mattina se ne va via dopo tre assalti al suo bel culo e, per ultimo c'è la seconda scopata. Torniamo a casa per l'ora di pranzo e Marco aveva apparecchiato la tavola comprendendo anche me. Dopo pranzo vado a casa mia dove mi faccio una doccia e mi distendo un poco sul letto. Carla e Marco stavano andando a fare spese insieme e, dopo che mi ero sdraiato, sento il campanello: era Paola che mi butta le braccia al collo e mi dice grazie per averle fatto vedere sorridere sua madre, cosa che non si vedeva più in casa loro. Poi, tastandomi il cazzo, mi domanda se mi è rimasta qualche briciola di energie per lei. Per assicurarla che ne avevo ancora da giocare, la presi in braccio portandola in camera e, posatala sul lettone, le sfilo maglietta e calzoncini e mutandine, poi le apro le cosce e le infilo il cazzo in figa senza fermarmi più fino a sborrare dalla prima all'ultima goccia.
Giunti al Motel il portiere mi consiglia una stanza all'ultimo piano dove potremmo esprimerci anche "ad alta voce perchè non ci sono più clienti dal secondo piano in poi. Raggiungiamo subito la stanza assegnataci e Carla mi dice di distendermi un poco per gustarmi poi un suo pompino per iniziare bene la giornata Effettivamente il suo bocchino mi porta alle stelle e dopo sborratole in bocca, risento subito il cazzo irrigidirsi e vado a spalancarle le cosce per scoparmela subito. Pompo fino all'orgasmo e sborriamo insieme. La mattina se ne va via dopo tre assalti al suo bel culo e, per ultimo c'è la seconda scopata. Torniamo a casa per l'ora di pranzo e Marco aveva apparecchiato la tavola comprendendo anche me. Dopo pranzo vado a casa mia dove mi faccio una doccia e mi distendo un poco sul letto. Carla e Marco stavano andando a fare spese insieme e, dopo che mi ero sdraiato, sento il campanello: era Paola che mi butta le braccia al collo e mi dice grazie per averle fatto vedere sorridere sua madre, cosa che non si vedeva più in casa loro. Poi, tastandomi il cazzo, mi domanda se mi è rimasta qualche briciola di energie per lei. Per assicurarla che ne avevo ancora da giocare, la presi in braccio portandola in camera e, posatala sul lettone, le sfilo maglietta e calzoncini e mutandine, poi le apro le cosce e le infilo il cazzo in figa senza fermarmi più fino a sborrare dalla prima all'ultima goccia.
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Una visita che in fondo non fu proprio sgradita 2.
Commenti dei lettori al racconto erotico