Cosetta - Una storia vera.
di
Dreamcore
genere
sentimentali
“Ogni mattina in Africa, come sorge il sole, una gazzella si sveglia e sa che dovrà correre più del leone o verrà uccisa. Ogni mattina in Africa, come sorge il sole, un leone si sveglia e sa che dovrà correre più della gazzella o morirà di fame…”
Anni ’90. Anni della Milano da Bere. Gli anni 90 sono quel decennio schiacciato tra la fine degli anni leggeri e spensierati, gli 80, e la voglia, quasi frenetica, di scoprire il fantomatico 2000 protagonista di fantasie e fantascienza.
Nel bel mezzo ci sono io, ancora 25enne, nel pieno della voglia di fare e di divertirsi. Settimana lavorativa intensa, poi finalmente il weekend con gli amici. Gli aperitivi si chiamavano happy hour e in provincia non erano ancora arrivati. Una vita intensa, passata giorno per giorno, settimana per settimana, mese per mese, anno per anno. Tutti i weekend una scusa per gite fuoriporta. Anni del governo Andreotti, anni dei primi vagiti della Lega Nord, allora Lega Lombarda. Si discuteva di politica fra gli amici, anche animatamente, ma a raffreddare gli animi e rendere di nuovo tutti amici ci pensava il grande calcio con le partite della domenica e di coppa, con grandi fiumi di birre gelate ad innaffiare le amicizie.
Non ho mai avuto grandi legami con le donne, non perché fossi gay, ma semplicemente per timidezza o per altri interessi, come le auto sportive (del quale sono tutt’ora patito) od altro ancora. La cosa assurda che non era la prima volta che ragazze carine si avvicinavano, ma, a parte uscite in compagnia e qualche avventura erotica ogni tanto, nulla di più…
…finché è arrivata lei. Di soppiatto, senza pretese, solo con amicizia, solo con la voglia di uscire, ed io uguale. Come ha fatto a rapirmi? Beh, semplice. Alta 1,79, quarta di seno (anche se non sembrava) e bla bla bla……tutte stronzate…. La cosa che mi ha rapito sono stati i suoi occhi, profondi come l’universo, lei era davvero dolcissima, tutte le altre in confronto a lei erano anonime, aveva davvero tutte le caratteristiche per diventare la donna della vita. Man mano che la frequentavo mi accorgevo che lei e lei sola era al centro della mia attenzione. Ho vissuto davvero un periodo a dir poco paradisiaco. Già progettavo per il futuro, già pianificavo (mai successo all’epoca). La sua famiglia era davvero fantastica. Mi faceva sentire a mio agio. Con lei non facevo sesso, facevo l’amore. I sabati e le domeniche passate non bastavano mai e con mio grande disappunto era già lunedì.
Poi però ci ho pensato io (assieme alla gelosia di una sua amica) a rovinare tutto.
Già, negli anni 90 ero molto più giovane, e soprattutto molto più stupido e soprattutto geloso. La stupidità mi ha portato a frequentare amicizie sbagliate e la gelosia mi ha fatto dare loro retta. La sorte ha voluto che nel periodo che ci siamo conosciuti lei avesse già prenotato una vacanza (da sola) a sharm el sheik. Nulla di strano in tutto ciò, se non fosse che un amico sbagliato (assieme alla sua amica) sfruttando la mia gelosia, mi avesse fomentato in modo tale da farmi credere che la chissà che storia avesse e che era tutto premeditato e nascosto a me. Immaginiamoci al ritorno delle vacanze come è stata la mia accoglienza. Furioso come un cavallo imbizzarrito. Ho fatto in pratica di tutto e di più per staccarmi da lei, finché – giustamente – si è stancata e mi ha lasciato. Tutto il mondo mi è crollato addosso. Non avevo più alcuno stimolo, non me ne fregava degli amici, del lavoro, della famiglia. Sono dimagrito parecchi chili. E’ stato il periodo in cui (all’epoca lavoravo con i miei) ho preso il primo lavoro da dipendente che ho trovato, il primo monolocale che ho trovato e mi sono allontanato dalla mia famiglia e da tutti. Ho imparato a convivere con la disperazione, con la solitudine che con il tempo sono diventate mie compagne di vita.
Lo so, non è colpa delle amicizie sbagliate, ma di me stesso che non avrei dovuto dare loro retta. Pazienza. Morto un Papa se ne fa un altro si dice. Magari non un altro Papa, ma un Cardinale. Ci sono voluti più di 15 anni per chiudere una ferita che ancora oggi dopo 29 anni ogni tanto fa male. Ma la vita è fatta così. Occorre imparare dai propri errori e risorgere dalle proprie ceneri, come la Fenice. Non bisogna mai guardare indietro, sempre avanti, senza mai fermarsi.
“…Ogni mattina in Africa, come sorge il sole, non importa che tu sia leone o gazzella, l’importante è che cominci a correre…”. (William Shakespeare)
Anni ’90. Anni della Milano da Bere. Gli anni 90 sono quel decennio schiacciato tra la fine degli anni leggeri e spensierati, gli 80, e la voglia, quasi frenetica, di scoprire il fantomatico 2000 protagonista di fantasie e fantascienza.
Nel bel mezzo ci sono io, ancora 25enne, nel pieno della voglia di fare e di divertirsi. Settimana lavorativa intensa, poi finalmente il weekend con gli amici. Gli aperitivi si chiamavano happy hour e in provincia non erano ancora arrivati. Una vita intensa, passata giorno per giorno, settimana per settimana, mese per mese, anno per anno. Tutti i weekend una scusa per gite fuoriporta. Anni del governo Andreotti, anni dei primi vagiti della Lega Nord, allora Lega Lombarda. Si discuteva di politica fra gli amici, anche animatamente, ma a raffreddare gli animi e rendere di nuovo tutti amici ci pensava il grande calcio con le partite della domenica e di coppa, con grandi fiumi di birre gelate ad innaffiare le amicizie.
Non ho mai avuto grandi legami con le donne, non perché fossi gay, ma semplicemente per timidezza o per altri interessi, come le auto sportive (del quale sono tutt’ora patito) od altro ancora. La cosa assurda che non era la prima volta che ragazze carine si avvicinavano, ma, a parte uscite in compagnia e qualche avventura erotica ogni tanto, nulla di più…
…finché è arrivata lei. Di soppiatto, senza pretese, solo con amicizia, solo con la voglia di uscire, ed io uguale. Come ha fatto a rapirmi? Beh, semplice. Alta 1,79, quarta di seno (anche se non sembrava) e bla bla bla……tutte stronzate…. La cosa che mi ha rapito sono stati i suoi occhi, profondi come l’universo, lei era davvero dolcissima, tutte le altre in confronto a lei erano anonime, aveva davvero tutte le caratteristiche per diventare la donna della vita. Man mano che la frequentavo mi accorgevo che lei e lei sola era al centro della mia attenzione. Ho vissuto davvero un periodo a dir poco paradisiaco. Già progettavo per il futuro, già pianificavo (mai successo all’epoca). La sua famiglia era davvero fantastica. Mi faceva sentire a mio agio. Con lei non facevo sesso, facevo l’amore. I sabati e le domeniche passate non bastavano mai e con mio grande disappunto era già lunedì.
Poi però ci ho pensato io (assieme alla gelosia di una sua amica) a rovinare tutto.
Già, negli anni 90 ero molto più giovane, e soprattutto molto più stupido e soprattutto geloso. La stupidità mi ha portato a frequentare amicizie sbagliate e la gelosia mi ha fatto dare loro retta. La sorte ha voluto che nel periodo che ci siamo conosciuti lei avesse già prenotato una vacanza (da sola) a sharm el sheik. Nulla di strano in tutto ciò, se non fosse che un amico sbagliato (assieme alla sua amica) sfruttando la mia gelosia, mi avesse fomentato in modo tale da farmi credere che la chissà che storia avesse e che era tutto premeditato e nascosto a me. Immaginiamoci al ritorno delle vacanze come è stata la mia accoglienza. Furioso come un cavallo imbizzarrito. Ho fatto in pratica di tutto e di più per staccarmi da lei, finché – giustamente – si è stancata e mi ha lasciato. Tutto il mondo mi è crollato addosso. Non avevo più alcuno stimolo, non me ne fregava degli amici, del lavoro, della famiglia. Sono dimagrito parecchi chili. E’ stato il periodo in cui (all’epoca lavoravo con i miei) ho preso il primo lavoro da dipendente che ho trovato, il primo monolocale che ho trovato e mi sono allontanato dalla mia famiglia e da tutti. Ho imparato a convivere con la disperazione, con la solitudine che con il tempo sono diventate mie compagne di vita.
Lo so, non è colpa delle amicizie sbagliate, ma di me stesso che non avrei dovuto dare loro retta. Pazienza. Morto un Papa se ne fa un altro si dice. Magari non un altro Papa, ma un Cardinale. Ci sono voluti più di 15 anni per chiudere una ferita che ancora oggi dopo 29 anni ogni tanto fa male. Ma la vita è fatta così. Occorre imparare dai propri errori e risorgere dalle proprie ceneri, come la Fenice. Non bisogna mai guardare indietro, sempre avanti, senza mai fermarsi.
“…Ogni mattina in Africa, come sorge il sole, non importa che tu sia leone o gazzella, l’importante è che cominci a correre…”. (William Shakespeare)
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