La bibliotecaria e il soldato. Epilogo.
di
Tibet
genere
pulp
Loro nudi sul letto.
Virginia.
-Ho provato un piacere incredibile, di certo malato e insano, potremo farne a meno?-
-Che ci importa se lo faremo assieme? Se ambedue godremo di questo? Lascerai l'impiego, vivremo assieme e faremo crescere il bambino. -
-E per quello che abbiamo fatto? Il piacere che ho provato?-
-Sano o insano che sia, avremo il modo di soddisfarlo.-
-Ho il desiderio di vendicarmi di un altro porco.-
-Di chi?-
-Del segretario, un essere viscido e infido che si masturbava fuori dalla porta mentre il porco mi costringeva a succhiarlo e mi scopava nel suo ufficio, voglio farlo soffrire, voglio vederlo livido di paura, voglio sodomizzarlo e poi... è un pericolo per me, potrebbe tirarmici dentro in questa storia, gli basterebbe dire che avevo una relazione con il porco-
-Uh... allora lo faremo. Lo faremo presto, troveremo il modo di farlo e dove farlo, ma lo faremo freddamente senza cadere in errori, sarà una esecuzione, capito?-
-Lo facciamo a casa del porco. Ho preso la chiave, subito, già domani, dobbiamo farlo arrivare là, sembrerà una cosa fra loro... una disgrazia e un suicidio...-
-Domani stesso allora, prima o poi si accorgeranno della mancanza del porco, era sposato?-
-Si. Ma non andavano d'accordo, lei inizierà a chiedersi dov'è solo fra qualche giorno, dobbiamo farlo prima di quel momento.-
-Si... e il porco morto e il segretario suicidato sembrerà una storia di amanti scaduta in tragedia... bisogna attirarlo nell'appartamento.-
-Lo farò io... domani, magari dovrò concedergli qualcosa... ma ora ho ancora voglia! Prendimi Drago! Nel culo... Drago! prima nel culo! Non ne avrò mai abbastanza di te! Nel culo, amore mio! Voglio il dolore che mi porta alla pazzia e che solo tu sai e puoi darmi! Ti prego... ti prego... -
In preda ad un raptus violento si alza e si dispone in ginocchio a bordo letto, testa sul lenzuolo e si apre lei stessa le larghe natiche, lo invita muovendo sensuale il culo, lui le si avvicina in piedi, lo tiene con una mano e lo punta, la penetra di colpo, tutto dentro fino a sbattere contro la sua carne tenera. Ora sono i colpi dei suoi lombi a misurare il loro tempo e i gemiti, il ringhio animale di lui, le urla di lei e l'odore del sesso che presto invade l'ambiente.
L'indomani va regolarmente in biblioteca, subisce il solito assalto dei soldati che la guardano smaniosi, ammirano il grosso seno e il culo, lei ne gode, sorride e si nega. In pausa va nell'ufficio del porco.
Il segaiolo è al suo tavolo di lavoro, sta leggendo qualcosa, probabile una rivista pornografica per segarsi dopo... pensa Virginia.
-C'è il capo?-
-Oggi non è venuto...-
-Devo aver perso qualcosa l'ultima volta, ti spiace farmi entrare? Meglio se vieni anche tu... così verifichi che non prendo nulla.-
Lui apre la porta e la fa passare, lei si avvicina alla scrivania e si mette a terra sulle ginocchia, si china in avanti.
-Ho perso un orecchino... deve essersi ficcato qui sotto...-
L'uomo dietro di lei ha la visione del suo largo culo, la gonna le è risalita fino a mostrare l'attaccatura delle calze e le giarrettiere che le sostengono.
Lei finge di cercare ma il suo scopo è eccitarlo, muove scompostamente il sedere e la gonna sale ancora, ora lui ha una visione del lembo di cosce bianche e nude.
Si eccita, non sa trattenersi e l'accarezza, si inginocchia dietro di lei e le palpa il culo. Mette la mano fra le cosce, strofina sullo spacco.
-Che fai? Smettila...-
Lui è partito, le alza completamente la gonna, mettendo in piena vista le natiche, si china e inizia a baciarla.
Lei protesta ma lo lascia fare, vuole portarlo a perdere la testa.
-No... no...basta. Non possiamo qui... smettila...-
Si divincola e riesce ad alzarsi ma non si allontana da lui, si lascia abbracciare, palpare, passare le mani sul seno, baciare.
-Non possiamo farlo qui! Ho voglia quanto te. Ho sempre voluto sapere com'è il tuo cazzo e farmi scopare da te, ma qui siamo in pericolo...-
-Dai... ancora un momento, ho sempre immaginato di vedere il tuo cazzo com'è, tiralo fuori... fammelo vedere.-
Lui abbassa il pantalone, scopre il cazzo. Un cazzo normale, normalissimo ma Virginia finge di restare ammirata.
-Ma sei bellissimo!-
E si inginocchia e lo prende in bocca, lo succhia, lo bagna, lo inghiotte ma cura di non farlo venire.
-No no... non possiamo qui. Ti voglio... e voglio tutto da te, che mi scopi! Dai, ascolta ci vediamo fuori, hai la macchina vero? Stasera alle otto, passa a prendermi, ti lascio l'indirizzo, ti aspetto... dio! Che bel cazzo hai! Non vedo l'ora di averlo!-
E lo lascia.
Mentre torna in biblioteca si scopre eccitata, si sente una mantide che sta per divorare la preda, è bagnata, il cuore le balza nel petto. Le piace questa sensazione di poter disporre della vita degli altri. Scopre nuovi aspetti di sé che l'emozionano.
Poi altro momento di tensione spasmodica, lei in macchina che gli indica la strada per raggiungere la casa, che gli prende la mano e se la porta fra le cosce, è senza intimo, bagnata da colare sul sedile e si masturba usando la mano, le dita di lui, si strofina forte per tutto il viaggio, i suoi orgasmi sono talmente forti da causarle dei brividi incontrollabili.
Arrivano.
Lo conduce verso la casa, finge di armeggiare con la serratura ma la porta è aperta, lo fa entrare per primo e c'è Drago che li aspetta, nascosto dietro lo stipite, in agguato. Colpisce l'uomo alla nuca con un sacchetto riempito di biglie d'acciaio e questi crolla esanime.
Poi la messa in scena.
Ma prima loro, in preda ad un eccesso di libido, si spogliano, spogliano la loro vittima, Virginia si china sul corpo disteso e inanimato e si fa prendere e gli racconta, gli dice di come l'ha sedotto e convinto a seguirla, di come ha goduto in macchina con la sua mano e Drago affonda in lei come impazzito, la vanga nel culo con violenza.
Colpi da sfasciarla.
Godono.
Si riprendono, finiscono quanto programmato.
Drago prende l'uomo fra gli avambracci e gli spezza il collo, poi gli mette un cappio, lo issano e l'appendono ad un gancio del lampadario.
Guardano la scena.
Un uomo disperato dalla morte del suo amante causata da un eccesso di violenza che s'impicca per il rimorso.
Si rivestono, controllano tutto e ne vanno.
L'ambiente sa degli umori rilasciati dai morti nel rilassamento post-mortem.
Drago lo conosce quell'odore e ora anche Virginia.
E' il vero odore della morte.
-E ora? Che faremo?-
-Ora è il momento di restare lucidi. Aspetteremo pazienti, chiederò di essere messo in congedo per ferita e con quello che ci spetta potremo vivere bene. Cambieremo città, tu lavorerai fino a quando la cosa non si tacita, faranno presto... li conosco, vorranno nascondere lo scandalo, sono prevedibili.-
-Non potrò fare a meno di quanto ho provato.-
-Non rinunceremo. L'importante per dei predatori è non aver manie di esibizionismo, aspettare, non rischiare mai. Vedrai... cambieremo spesso città, sceglieremo.-
-Chi sceglieremo, Drago?-
-Il mondo è pieno di gente che merita di morire, non saremo mai senza.-
-Mi sento come uno strumento di morte, mi sento... onnipotente! Mi sento... Dio!-
-Lo siamo Virginia, saremo il Dio della Morte. Saremo i “giustizieri”.-
Virginia.
-Ho provato un piacere incredibile, di certo malato e insano, potremo farne a meno?-
-Che ci importa se lo faremo assieme? Se ambedue godremo di questo? Lascerai l'impiego, vivremo assieme e faremo crescere il bambino. -
-E per quello che abbiamo fatto? Il piacere che ho provato?-
-Sano o insano che sia, avremo il modo di soddisfarlo.-
-Ho il desiderio di vendicarmi di un altro porco.-
-Di chi?-
-Del segretario, un essere viscido e infido che si masturbava fuori dalla porta mentre il porco mi costringeva a succhiarlo e mi scopava nel suo ufficio, voglio farlo soffrire, voglio vederlo livido di paura, voglio sodomizzarlo e poi... è un pericolo per me, potrebbe tirarmici dentro in questa storia, gli basterebbe dire che avevo una relazione con il porco-
-Uh... allora lo faremo. Lo faremo presto, troveremo il modo di farlo e dove farlo, ma lo faremo freddamente senza cadere in errori, sarà una esecuzione, capito?-
-Lo facciamo a casa del porco. Ho preso la chiave, subito, già domani, dobbiamo farlo arrivare là, sembrerà una cosa fra loro... una disgrazia e un suicidio...-
-Domani stesso allora, prima o poi si accorgeranno della mancanza del porco, era sposato?-
-Si. Ma non andavano d'accordo, lei inizierà a chiedersi dov'è solo fra qualche giorno, dobbiamo farlo prima di quel momento.-
-Si... e il porco morto e il segretario suicidato sembrerà una storia di amanti scaduta in tragedia... bisogna attirarlo nell'appartamento.-
-Lo farò io... domani, magari dovrò concedergli qualcosa... ma ora ho ancora voglia! Prendimi Drago! Nel culo... Drago! prima nel culo! Non ne avrò mai abbastanza di te! Nel culo, amore mio! Voglio il dolore che mi porta alla pazzia e che solo tu sai e puoi darmi! Ti prego... ti prego... -
In preda ad un raptus violento si alza e si dispone in ginocchio a bordo letto, testa sul lenzuolo e si apre lei stessa le larghe natiche, lo invita muovendo sensuale il culo, lui le si avvicina in piedi, lo tiene con una mano e lo punta, la penetra di colpo, tutto dentro fino a sbattere contro la sua carne tenera. Ora sono i colpi dei suoi lombi a misurare il loro tempo e i gemiti, il ringhio animale di lui, le urla di lei e l'odore del sesso che presto invade l'ambiente.
L'indomani va regolarmente in biblioteca, subisce il solito assalto dei soldati che la guardano smaniosi, ammirano il grosso seno e il culo, lei ne gode, sorride e si nega. In pausa va nell'ufficio del porco.
Il segaiolo è al suo tavolo di lavoro, sta leggendo qualcosa, probabile una rivista pornografica per segarsi dopo... pensa Virginia.
-C'è il capo?-
-Oggi non è venuto...-
-Devo aver perso qualcosa l'ultima volta, ti spiace farmi entrare? Meglio se vieni anche tu... così verifichi che non prendo nulla.-
Lui apre la porta e la fa passare, lei si avvicina alla scrivania e si mette a terra sulle ginocchia, si china in avanti.
-Ho perso un orecchino... deve essersi ficcato qui sotto...-
L'uomo dietro di lei ha la visione del suo largo culo, la gonna le è risalita fino a mostrare l'attaccatura delle calze e le giarrettiere che le sostengono.
Lei finge di cercare ma il suo scopo è eccitarlo, muove scompostamente il sedere e la gonna sale ancora, ora lui ha una visione del lembo di cosce bianche e nude.
Si eccita, non sa trattenersi e l'accarezza, si inginocchia dietro di lei e le palpa il culo. Mette la mano fra le cosce, strofina sullo spacco.
-Che fai? Smettila...-
Lui è partito, le alza completamente la gonna, mettendo in piena vista le natiche, si china e inizia a baciarla.
Lei protesta ma lo lascia fare, vuole portarlo a perdere la testa.
-No... no...basta. Non possiamo qui... smettila...-
Si divincola e riesce ad alzarsi ma non si allontana da lui, si lascia abbracciare, palpare, passare le mani sul seno, baciare.
-Non possiamo farlo qui! Ho voglia quanto te. Ho sempre voluto sapere com'è il tuo cazzo e farmi scopare da te, ma qui siamo in pericolo...-
-Dai... ancora un momento, ho sempre immaginato di vedere il tuo cazzo com'è, tiralo fuori... fammelo vedere.-
Lui abbassa il pantalone, scopre il cazzo. Un cazzo normale, normalissimo ma Virginia finge di restare ammirata.
-Ma sei bellissimo!-
E si inginocchia e lo prende in bocca, lo succhia, lo bagna, lo inghiotte ma cura di non farlo venire.
-No no... non possiamo qui. Ti voglio... e voglio tutto da te, che mi scopi! Dai, ascolta ci vediamo fuori, hai la macchina vero? Stasera alle otto, passa a prendermi, ti lascio l'indirizzo, ti aspetto... dio! Che bel cazzo hai! Non vedo l'ora di averlo!-
E lo lascia.
Mentre torna in biblioteca si scopre eccitata, si sente una mantide che sta per divorare la preda, è bagnata, il cuore le balza nel petto. Le piace questa sensazione di poter disporre della vita degli altri. Scopre nuovi aspetti di sé che l'emozionano.
Poi altro momento di tensione spasmodica, lei in macchina che gli indica la strada per raggiungere la casa, che gli prende la mano e se la porta fra le cosce, è senza intimo, bagnata da colare sul sedile e si masturba usando la mano, le dita di lui, si strofina forte per tutto il viaggio, i suoi orgasmi sono talmente forti da causarle dei brividi incontrollabili.
Arrivano.
Lo conduce verso la casa, finge di armeggiare con la serratura ma la porta è aperta, lo fa entrare per primo e c'è Drago che li aspetta, nascosto dietro lo stipite, in agguato. Colpisce l'uomo alla nuca con un sacchetto riempito di biglie d'acciaio e questi crolla esanime.
Poi la messa in scena.
Ma prima loro, in preda ad un eccesso di libido, si spogliano, spogliano la loro vittima, Virginia si china sul corpo disteso e inanimato e si fa prendere e gli racconta, gli dice di come l'ha sedotto e convinto a seguirla, di come ha goduto in macchina con la sua mano e Drago affonda in lei come impazzito, la vanga nel culo con violenza.
Colpi da sfasciarla.
Godono.
Si riprendono, finiscono quanto programmato.
Drago prende l'uomo fra gli avambracci e gli spezza il collo, poi gli mette un cappio, lo issano e l'appendono ad un gancio del lampadario.
Guardano la scena.
Un uomo disperato dalla morte del suo amante causata da un eccesso di violenza che s'impicca per il rimorso.
Si rivestono, controllano tutto e ne vanno.
L'ambiente sa degli umori rilasciati dai morti nel rilassamento post-mortem.
Drago lo conosce quell'odore e ora anche Virginia.
E' il vero odore della morte.
-E ora? Che faremo?-
-Ora è il momento di restare lucidi. Aspetteremo pazienti, chiederò di essere messo in congedo per ferita e con quello che ci spetta potremo vivere bene. Cambieremo città, tu lavorerai fino a quando la cosa non si tacita, faranno presto... li conosco, vorranno nascondere lo scandalo, sono prevedibili.-
-Non potrò fare a meno di quanto ho provato.-
-Non rinunceremo. L'importante per dei predatori è non aver manie di esibizionismo, aspettare, non rischiare mai. Vedrai... cambieremo spesso città, sceglieremo.-
-Chi sceglieremo, Drago?-
-Il mondo è pieno di gente che merita di morire, non saremo mai senza.-
-Mi sento come uno strumento di morte, mi sento... onnipotente! Mi sento... Dio!-
-Lo siamo Virginia, saremo il Dio della Morte. Saremo i “giustizieri”.-
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