Cornelia - L’inizio

di
genere
voyeur

N.d.A.: Questo è l’inizio di una nuova saga, nata dalla richiesta di un racconto su commissione (per chi volesse usufruirne può consultare il Servzio di Scrittura Erotica Privata che si trova su https://veneresole.com/racconti-privati) da parte di tale Luca. Mi aveva chiesto di raccontare la storia di una donna e di un uomo che si incontrano. Lei è timida e alle prime armi, lui più seducente ed esperto. L’incontro tra i due avrebbe scatenato l’animo più primitivo e animalesco della ragazza. Ma come scrivere una storia del genere senza renderla quasi “banale”? È così che è nata l’idea di trasformare un racconto singolo in una saga, dove i primi tre capitoli saranno la richiesta vera e propria di Luca. Il resto sarà un’evoluzione di questa situazione.
Buona lettura!

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A Cornelia non era mai piaciuto essere al centro dell’attenzione. Aveva sempre trovato imbarazzante avere tutti gli occhi puntati addosso. Sua madre le aveva sempre detto che questa era una dote non da poco. Significava che non veniva accecata dalla vanità e la troppa vanità era una malattia della mente.
Ma Cornelia avrebbe preferito di gran lunga saper essere in grado di rispondere a semplici domande senza abbassare lo sguardo e arrossire.
Erano proprio gli occhi a infastidirla. Ogni persona che incontrava sembrava volerla scrutare nel profondo dell’animo, cercando di conoscere i suoi più intimi segreti.
Essere una concubina non era mai stata la sua aspirazione. Sin da piccola aveva sognato di vivere una vita semplice, nella casa dei suoi familiari, coltivando la terra e vivendo dei frutti del suo raccolto e del suo bestiame. Sognava di incontrare un giovane ragazzo, dolce e romantico. Sognava di sposarsi non appena compiuti i diciotto anni e di vivere con lui il resto dei suoi anni di vita, allevando i loro figli nel verde dei campi.
Ma da piccola, ella non sapeva che la terra che tanto amava era anche un territorio conteso e spesso saccheggiato dai banditi. La ricchezza del raccolto, i formaggi e le carni delle loro bestie erano sempre nel mirino di delinquenti e morti di fame di passaggio. L’oro nascosto nei forzieri della casa era stato saccheggiato nel corso di un decennio.
Tutto questo per colpa di una guerra imminente tra il regno in cui ella, con la sua famiglia, viveva e quello accanto.
I motivi di tale scontro erano oscuri agli abitanti del regno.
Ma quello che era certo era che il Re aveva bisogno di una schiera di eredi a cui lasciare il suo regno. La Regina era sterile e dopo numerosi aborti spontanei era risultato chiaro come la luce del giorno il fatto che non potesse donare al suo consorte un maschio.
Per questo motivo, le dame del regno, delle famiglie più prestigiose, si erano messe in coda davanti al castello, per poter diventare sue concubine e portare in grembo l’erede al trono e i suoi fratelli e sorelle.
La povertà causata dall’imminente guerra, dai continui furti e scorribande dei banditi, aveva portato i genitori delle famiglie più povere quasi a vendere le figlie in età da marito al Re.
Ma queste giovani donne, non sempre erano belle, curate o aggraziate come delle vere e proprie dame. Erano ragazze semplici, dai modi spesso rozzi o ignoranti, dall’aspetto non proprio femminile.
Il Re rifiutava quelle che non gli piacevano, per tenere le più meritevoli.
Il risultato era un harem di una ventina di concubine. Tra cui Cornelia.
Era l’ultima arrivata.
Era stata scelta tra una decina di ragazze analfabete a cui mancavano i denti. Lei non si considerava una vera e propria bellezza. Si vedeva molto anonima. Normale. Forse anche un po’ bruttina.
Nel salotto delle concubine vedeva donne dalla pelle morbida, bianca, candida e levigata, con capelli di diverse tonalità di biondo acconciati in maniera quasi artistica e il trucco in viso curato.
I vestiti erano fatti di stoffe pregiate e loro modi erano estremamente raffinati.
Persino le concubine già incinte risultavano eleganti e radiose.
Lei si sentiva come il brutto anatroccolo.
Una pelle fin troppo abbronzata dal sole, i capelli rossicci e spettinati, il vestito rammendato dalla madre con quel poco che era rimasto e la totale assenza di trucco.
Non comprendeva come mai la serva affidatale non l’avesse sistemata a dovere, soprattutto per quella notte.
Quella sarebbe stata la notte in cui Cornelia si sarebbe dovuta donare al Re.
La notte del concepimento di un altro principe o principessa. O semplicemente una notte di piacere per Sua Maestà.
Sentendo le altre concubine, ognuna era stata preparata a dovere per la sua prima notte con il Re e per qualsiasi altra notte in cui lui avrebbe richiesto la presenza di una di loro.
Lei era stata accettata all’interno della corte lo stesso pomeriggio e tutto quello che le era stato fatto era un bagno in oli profumati.
Altro motivo di imbarazzo per Cornelia. Significava che il suo odore non era dei migliori.
E quindi eccola qui: sotto gli occhi delle altre concubine, già esperte nell’arte del boudoir, che la schernivano. Non la prendevano in giro direttamente. Era peggio. La guardavano dall’alto verso il basso e ridacchiavano tra di loro.
Ciarlavano sui comodi divanetti davanti al focolare del grande camino.
Cornelia era seduta in disparte, su di una sedia di legno nell’angolo del salotto.
D’un tratto, le porte della stanza si aprirono, lasciando entrare una giovane ragazza della servitù: “Lady Cornelia è voluta nelle stanze della Regina per il suo Insegnamento.”
L’Insegnamento. Il momento che tutte le concubine dovevano affrontare.
Il momento in cui la Regina istruiva le novizie a come affrontare al meglio la notte con il Re.
Per Cornelia risultava abbastanza imbarazzante.
Non era vergine, anche se aveva dormito con un solo uomo in vita sua e solo per due volte.
Poteva essere lui il suo dolce innamorato.
Prima che una malattia glielo portasse via.
Ma effettivamente, al pensiero delle decine di volte, delle decine di notti di piacere che avevano passato le altre concubine, Cornelia non poteva che arrossire e pensare che forse avevano ragione. In fondo, lei non poteva dichiararsi così esperta.
Non poteva fare a meno di chiedersi come mai potesse essere il Re, mentre seguiva la giovane cameriera lungo i corridoi del castello.
Non l’aveva mai visto. Né aveva sentito molto parlare di lui.
Nessuna concubina lo aveva mai visto. Il Re osservava le donne che si recavano a palazzo da una stanza nascosta, a quanto pareva. Incaricava poi un suo paggio di comunicare pubblicamente la sua decisione.
La nuova ragazza avrebbe visto il Re solo una volta entrata definitivamente nel castello. Una volta passata la notte con lui.
Cornelia sperava con tutta sé stessa che si potesse trattare di un sovrano gentile. Non le importava l’aspetto, ma solo il modo in cui l’avrebbe trattata.
E se si fosse trovata davanti un bruto? Uno di quegli uomini a cui piace picchiare le donne?
Cornelia non avrebbe potuto sopportarlo.
Era stato già tanto doloroso allontanarsi da casa.
Ricordava bene le lacrime di sua madre e lo sguardo carico di dolore di suo padre, la disperazione della sua sorellina.
Una volta diventata la concubina del Re non avrebbe mai più potuto rivedere la sua famiglia. Non sarebbe mai più uscita dal castello.

Continua
scritto il
2019-03-14
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