Cornelia - L’Insegnamento

di
genere
prime esperienze

Il suo nervosismo era abbastanza palpabile, pareva essere una presenza quasi fisica, come una nube che aleggiava attorno al suo corpo.
Il corridoio sembrava infinito e i loro passi erano dei tamburi.
Cornelia stava già cominciando a provare una vergogna sopra ogni limite.
Come si poteva insegnare qualcosa che sarebbe dovuto venire naturale? Giacere con un uomo, per quanto possa essere “difficile” sotto certi punti di vista sentimentali e psicologici, non poteva essere qualcosa di così complicato.
Eppure, ogni concubina, anche quella con più esperienza rispetto alle altre, aveva dovuto assistere all’Insegnamento.
Era questo a preoccuparla maggiormente.
Si insegna quando il compito è difficile, non quando è semplice. Il fatto che la Regina dovesse spiegarle cosa più potesse compiacere il Re, faceva presupporre che al suo consorte piacessero i giochi erotici più strani e perversi.
Cornelia arrossì a quel pensiero.
Camminava, guidata dalla cameriera, con mani giunte e sguardo basso, guardandosi la punta delle ballerine che aveva ai piedi, le uniche scarpe di cui disponeva ormai da tempo.
La giovane che l’accompagnava si accorse del suo malessere: “Sapete, Lady Cornelia,” esordì con dolcezza e allo stesso tempo compostezza “non dovete vergognarvi né temere nulla. Le concubine che vivono a palazzo vivono nel lusso e una vita agiata. Sua Maestà è un Re giusto e non ha mai trattato male una donna, sotto quel punto di vista.” disse quest’ultima frase con una leggera punta di malizia nella voce.
“Grazie...” rispose Cornelia con un filo di voce. Non sapeva cosa replicare esattamente. Comprendeva che la ragazza stesse cercando di confortarla e di incoraggiarla, ma nella sua mente albergavano ancora troppi dubbi.
Arrivarono davanti agli alloggi della Regina. La cameriera bussò con delicatezza.
“Sì?” una voce di donna arrivò da dietro il legno della porta.
“Sono Angelina, Vostra Grazia, ho portato Lady Cornelia come è stato richiesto.”
“Entrate pure.”
Dunque era questo il nome della ragazza. Angelina.
Effettivamente aveva un aspetto quasi angelico, pensò Cornelia tra sé e sé. Poteva essere benissimo scambiata per una delle concubine, se non fosse stato per il suo vestiario e l’atteggiamento decisamente più mite e gentile.
Entrarono nella camera della Regina.
La tappezzeria era color verde prato, con motivi floreali di colori vivaci che decoravano il tutto. Sembrava di entrare in un gigantesco bouquet colorato.
Ma non dava fastidio alla vista. Anzi, i colori, le forme e la posizione dei fiori erano stati studiati con evidente cura, creando così armonia nella presentazione.
La Regina era seduta sul bordo del suo maestoso letto a baldacchino, con coperte e tende di velluto verde.
Evidentemente a quella donna piaceva molto quel colore.
Cornelia si ritrovò davanti una donna sulla quarantina, forse che tendeva verso i cinquanta, i capelli biondo platino, alcuni già tendenti al bianco. Da giovane doveva essere una donna splendida, nonostante le rughe e l’espressione caratteristiche della vecchiaia aveva un viso degno delle bellezze dei dipinti antichi.
Sedeva composta e con regalità, le mani giunte sul suo grembo, schiena dritta e l’aria di una donna che può permettersi di chiedere qualunque cosa con il solo schiocco di dita.
“Bene Angelina, puoi andare. Ti chiamerò una volta finito.”
“Sì, Vostra Grazia.” e con un breve inchino uscì dalla stanza.
Cornelia era rimasta sola con la Regina.
Ella sembrava guardarla come si guarda un uccellino che ancora non ha imparato a volare.
Occhi negli occhi.
Cornelia distolse lo sguardo. Non sopportava il modo in cui la scrutavano le persone. E in quel momento era al centro dell’attenzione più di quanto non lo fosse mai stata in vita sua.
“Sedete accanto a me, cara. Non vi mangio.” disse la Regina con una leggera risata e dando una piccola pacca al cuscino accanto a lei.
Cornelia deglutì in preda all’ansia.

Angelina provava tanta tenerezza per quella povera ragazza. Fin da piccola era stata in grado di “leggere le persone”, come diceva sua madre. Comprendere le loro emozioni e i loro stati d’animo, scovare i segreti e le menzogne attraverso uno sguardo o un movimento impercettibile, pensare i loro stessi pensieri ancor prima che questi diventassero parole espresse a voce.
Lady Cornelia era diversa dalle altre concubine che vivevano a corte. Sapeva che si trattava di una ragazza pura d’animo che non conosceva la malizia o la furbizia. Alcuni consideravano queste due caratteristiche delle doti, delle qualità. Ma Angelina sapeva bene quanto esse potessero diventare armi contro cui non si voleva iniziare uno scontro.
Lo aveva sperimentato più volte sulla sua pelle e ancora portava sul suo corpo i marchi di tali cosiddette qualità.
Sapeva anche che Cornelia era diversa non solo nell’animo, ma anche nell’aspetto.
Tutte le donne che vivevano o lavorano nel castello erano bionde. Servitù compresa. Non se ne sarebbero potute trovare di diverse.
Il Re voleva così. Il motivo di questo suo volere era sconosciuto. Nessuno comprendeva appieno.
Si diceva che volesse avere un harem quasi angelico nel suo castello. E con il tempo, questa credenza si era trasformata in verità.
Ma Angelina sapeva che non si trattava di qualcosa di così superficiale. Conosceva Sua Maestà, lo serviva ormai da anni.
Bussò alla porta delicatamente.
“Chi è?”
“Sono Angelina, Vostra Maestà.”
“Entra.”
Non appena entrata, la ragazza fece una profonda riverenza davanti al suo Re.
“La mia nuova concubina è al suo Insegnamento?”
“Sì, Vostra Maestà. Come avete comandato l’ho accompagnata personalmente negli alloggi della Regina.”
“Molto bene. Voglio che la accompagni qui non appena ha finito.”
“Senza preparala per la notte, Vostra Maestà?” chiese Angelina. Anche questo era un segno che Cornelia era diversa. Ogni concubina veniva vestita, truccata e pettinata per poter affrontare la notte di piacere con il Re.
“No, ti ho già detto che la voglio così com’è.” il Re sembrava essersi innervosito.
Angelina rimase alquanto sorpresa. Non l’aveva mai trattata con sufficienza.
Cornelia doveva essere proprio speciale, in qualche modo.
“Come desiderate, Vostra Maestà.” disse Angelina piegando la testa in segno di assenso.
“Perdonami per aver alzato la voce. Solo, portamela qui quando avrà completato il suo Insegnamento.”
“Certo, Vostra Maestà. Avete bisogno di altro?”
“No, sei libera di andare.”
“Sì, Vostra Maestà.” e con un inchino uscì dalla stanza.

“Allora, cara,” esordì la Regina “ditemi: avete esperienza nell’arte del boudoir?”
La domanda l’aveva colta alla sprovvista. Cornelia arrossì fin sopra la punta dei capelli. Come se essi non fossero già rossi abbastanza.
“È una domanda semplice, vi chiedo di rispondere.” disse la Regina. Nonostante il tono cordiale, quello era un ordine ben preciso. Non le piaceva ripetere le cose.
“Oh ehm...” Cornelia distolse lo sguardo e fissò il legno del pavimento, concentrandosi sulle assi quasi curve in alcuni punti. Evidentemente erano assi abbastanza vecchie ed erano state schiacciate sotto la pressione dei passi di chi ci passava sopra.
“Veramente, posso dire di non avere quasi nessuna esperienza, Vostra Grazia.” fece una pausa, constatando che stava cominciando a pensare che il battito del suo cuore poteva essere sentito da dietro la porta. “Ho giaciuto con un solo uomo per sole due volte...e...come dire...noi non abbiamo...” non sapeva trovare le parole. Era come arrampicarsi su uno specchio. Nessun appiglio.
“Non temete, comprendo perfettamente.” disse la Regina poggiando una mano sul suo ginocchio.
Quel contatto fece trasalire Cornelia. La Regina la stava toccando!
“Anche io, all’inizio, avevo timore delle carezze, delle mani e del sesso del mio consorte.” parlava con una naturalezza! Cornelia non riusciva nemmeno a concepire l’idea di poter parlare di un rapporto sessuale, figuriamoci descrivere tale rapporto!
“Con il tempo, ho imparato cosa piace a Sua Maestà. Come toccarlo, come baciarlo, come fare l’amore con lui.” Cornelia riscontrava un certo orgoglio in quelle parole.
“Prima di tutto, mia cara, non potete pretendere che mio marito possa essere già pronto per voi. Siete giovane, bella e devo dire estremamente particolare...” disse toccando una ciocca dei capelli rossi di Cornelia “...ma mio marito pretende delle carezze particolari da parte vostra.” disse la Regina.
Cornelia rimase interdetta! “Intendete dire che...devo...accarezzarlo lì?” solo il pensiero la fece rabbrividire. Un brivido non di disgusto, assolutamente no. Qualcosa che non riusciva bene a definire.
“Mia cara, avete diciotto anni, giusto? Non ditemi che non avete mai toccato il pene del vostro amante, durante i rapporti che avete avuto.”
Cornelia guardò ancora di più verso il basso. Ora era assolutamente certa di avere assunto lo stesso colorito dei suoi capelli.
“Oh, cara!” Esclamò la Regina in un moto di stupore misto a tenerezza.
“Dovete prenderlo nella vostra mano e massaggiarlo su e giù. Dovete vedere la pelle scorrere lungo l’asta e dovete scoprire la punta. Con delicatezza, ma anche con decisione. State cercando di indurire il suo sesso, non dovete preparare un impasto.”
Cornelia non poteva crederci! Stava ricevendo lezioni su come masturbare un uomo dalla sua Regina! Sapeva che gli uomini si masturbavano, non pensava avessero bisogno di aiuto da parte della donna!
La Regina continuava a spiegare: “Una volta indurito, non dovete prenderlo assolutamente in bocca! A Sua Maestà piace essere accolto subito nel corpo della sua dama.”
Prenderlo in bocca?! Ma menomale! Cornelia aveva già fatto fatica a concepire che bisognasse toccare il pene con le mani! Altro che prenderlo in bocca! Non era quello l’orifizio in cui accoglierlo! Per quale motivo, poi?!
“Mi raccomando, mia cara. Non dovete assolutamente prendere l’iniziativa! È Sua Maestà che comanda non solo il regno, ma anche la situazione in camera da letto. Voi dovrete solo mettervi sul letto a quattro zampe, con il fondoschiena ben piegato verso l’alto.”
Aiuto! Cornelia ormai stava sudando freddo! I suoi occhi vagavano freneticamente verso il basso, alla ricerca disperata e inutile di qualsiasi cosa la aiutasse a superare quel momento di estremo imbarazzo. A quattro zampe...come i cani!
“Cara, mi raccomando. Dovete rimanere in quella posizione e basta, al Re non piacciono le posizione dove ci si guarda negli occhi o dove ci si abbraccia. Voi dovete essere sottomessa e lui deve montarvi. Niente contatto visivo o carezze oltre l’inizio. Sono stata chiara?”
“S...i...?”
“E soprattutto, non parlate. Al Re non piace che si parli.”
Cornelia voleva sprofondare nel legno o sparire nella fantasia floreale delle pareti. Avrebbe dovuto giacere...no, neanche giacere. Avrebbe dovuto fungere da sfogo sessuale di un uomo senza sentimenti, senza un minimo di tenerezza o contatto umano. Come un animale.
“E mi raccomando, mia cara. Una volta finito, dovete ringraziarlo e giacere nel suo letto a pancia in su, per aumentare le possibilità di fecondazione. Siete qui per donargli un erede.”
Ah, giusto. Cornelia quasi si era scordata quella parte. Doveva avere un rapporto sessuale con un uomo di cui non conosceva neanche l’aspetto e il nome, ma doveva portare in grembo suo figlio.
“All’alba lascerete i suoi alloggi e tornerete ai vostri, chiaro?”
“Chiaro...” sussurrò Cornelia.
La Regina tornò ai suoi modi gentili. Le accarezzò la testa. Cornelia si sentiva un cane già in quel momento.
“Vedrete che andrà tutto bene. Mio marito non vi farà del male.”
Detto ciò, si alzò dal letto, lasciando Cornelia impietrita. La Regina si diresse verso il comodino accanto al letto, dove c’era una cordicella che fuorusciva da un foro quasi invisibile nel muro. La tirò tre volte. Nel giro di nemmeno un minuto bussarono alla porta: “Angelina?”
“Sì, Vostra Grazia, sono io.”
“Entra pure.”
Angelina fece la sua apparizione nella stanza con un inchino verso la Regina e verso Cornelia. Le faceva strano vedere qualcuno inchinarsi davanti a lei. Ma, a quanto pareva, le concubine dovevano essere trattate come membri della famiglia reale.
“Accompagna Lady Cornelia negli alloggi del Re e poi devi dire a Nigel che ho intenzione di cenare qui, quindi di apparecchiare la tavola solo per le concubine. Digli di incaricare qualcuno di portarmi il cibo.”
“Come desiderate, Vostra Grazia.” disse Angelina, invitando Cornelia a seguirla.

Continua
scritto il
2019-03-18
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