Gli stegisti

di
genere
gay

Spesso, anni fa, mi recavo a Roma per lavoro, seguivo un nostro ufficio, appena aperto, e quindi, dovevo organizzarlo al meglio, e scegliere chi lo avrebbe gestito negli anni a venire.
Avevo circa qurant'anni, ero già sposata, e avevo due bambine, e anche, se ero già da tempo omosessuale, non ero ancora del tutto femminilizzata, mi travestivo solo quando ero sola, o lontana da casa, e i miei incontri, erano occasionali, non avevo, ancora una relazione fissa come ora.
Già all'epoca, mia moglie sapeva tutto di mè, anzi, non le ho mai nascosto la mia natura femminile, e tolti i primi imbarazzi, la cosa ha funzionato a meraviglia, lei si è poi fatta i suoi amanti, e io i miei, anzi, la mia seconda figlia, non è stata concepita da mè, ma solo riconosciuta, per nostra volontà, avevo 31 anni, e già avevo molta difficoltà a scoparla, perdevo interesse per lei e per il sesso femminile, allora frequentavo la zona della stazione di Milano, avevo lì il mio ufficio, e tutte le sere, mi preparavo, e uscivo a incontrare i maschi di turno, che avevo contattato di giorno, e così, il mio appetito sessuale, da attiva, è scemato, fino a sparire del tutto, e alla richiesta di lei, per il secondo figlio, le ho consigliato di cercare altrove, e lo trovò.
Così, un bel giorno accettai di trasferirmi a ROMA per il nuovo lavoro, a volte ci stavo pochi giorni, a volte per settimane, e così, mi ritrovai in albergo, con a mia disposizione, una camera appartamento, comoda e spaziosa, e leggermente appartata, così, mi trasferii con armi e bagagli.
Sin da subito, le cameriere si accorsero di cosa fossi, non era un mistero, dormivo con una vestaglia e indossavo da donna il tempo che passavo in camera, e loro al mattino riordinavano quanto lasciavo in giro.
Col passare dei giorni, mi facevo sempre più sicura, e iniziavo ad uscire per i corridoi en femme, fino a scendere nella hall, e poi piano piano, ad uscire e passeggiare sul lungo tevere.
Per poi uscire ed entrare come Paola, tanto, che tutti mi chiamavano Signora Paola.
E col tempo, ho indossato, sotto gli abiti maschili, intimo e calze da donna, per poi, in inverno, ad avere dal reggicalze al reggiseno, ormai, ero Paola persino in viaggio, e così, commisi il primo fatale errore, della troppa sicurezza.
Erano mesi che stavo addestrando dei nuovi assunti, degli stagisti, ragazzi giovani, volenterosi, carini, e molto esuberanti, e io iniziavo, ad avere dei pruriti pazzeschi, lì a Roma conoscevo poche persone, e i rapporti sessali erano al minimo, occasionali e frettolosi, e quindi iniziavo ad essere in affanno.
Essere tutti i giorni in contatto con loro, vicina e non poterli toccare, impazzivo, e poi ce n'era uno in particolare, Luca, giovane, alto, un dominante, spesso intravedevo sotto i pantaloni il suo cazzo, era veramente notevole, ma chiaramente erano solo sogni.
Ma non rimasero sogni per tanto, una delle tante sere di primavera, che come al solito passavo en femme, passeggiando sul lungo Tevere, stavo camminando, indossavo un reggiseno con finto seno, slip, un vestitino sopra il ginocchio, un paio di autoreggenti color carne 10 denari, e un paio di scarpe tacco 8, a tracolla la mia borsetta con il trucco ecc, avevo una parrucca a caschetto nera, e così, mentre camminavo, ho intravisto Luca, che procedeva verso di mè, mi bloccai, e iniziai a tremare dallapaura, ero riconoscibile, ne ero sicura, i miei lineamenti sono femminili, e da femmina mi si riconosce ancora di più, mi fermai, e mi misi a guardare il fiume, e una volta che si avvicinò, si fermò, e mi disse, sig Paolo? MA è LEI? E SI MISE A RIDERE, ERO ROSSA, MI GIRAI E ABBASSAI LO SGUARDO, MA GUARDA Tè, IL MIO CAPO è UNA CAPA, NON CI CREDO, ma è stupenda sigrora Paola, si faccia ammirare, e mi prese per mano, e mi guardò, credevo di morire dalla vergogna, poi si avvicinò, mi abbracciò, e mi bacuò, un bacio lungo, la sua lingua si infilò nella mia bocca, e io mi sciolsi.
Poi infilò la sua mano sotto la gonna, scostò lo slip, toccò il mio piccolo coso, e poi con tranquillità, infilò due dita nella mia vagina, io sobbalzai, e lui li infilò fino in fondo, brava, sei già bagnata, andiamo da tè, e così, in un batter d'occhio eravamo in camera mia, e io ero intenta a succhiare il suo possente cazzo.
Era un bellissimo cazzo, un palo, lo succhiai per una mezz'ora, e poi mi girò, e con un colpo deciso mi fiondò il suo cazzo in figa, godetti dal primo momento, fino alla sua copiosa sborrata.
Passammo la notte a scopare, e al mattino, sfatta andai in ufficio, dove, una volta incontratolo, capii che qualcosa era cambiato, io non ero più il capo.
Col passare dei giorni, i nostri incontri si facevano sempre più improntati sulla mia sottomisione, iniziò a decidere lui cosa dovevo mettermi cosa doveco fare, e io diventavo sempre più sottomessa, e poi in ufficio, era lui che iniziava a prendere le decisioni, e poi un bel giorno, io ero nel mio ufficio, e Luca entrò, si avvicinò, mi fece alzare, mi baciò, e poi mi disse, bene Paola, indossa questo e raggiungimi di là, e se ne andò, aprii il pacco, era un vestito attillatissimo, e cortissimo, un paio di scarpe tacco 10, e una parrucca bionda capelli lunghi, e vari trucchi e rossetto, mi dissi se era pazzo o cosa, non potevo di certo mostrarmi come Paola, e mi sedetti inebetita, e ora cosa faccio?, un attimo doop entrò uno degli stagisti, e mi disse, signora Paola, Luca la attende di là, diventai bordò, sapevano tutto, Luca gli aveva raccontato tutto, e così, dopo una decina di minuti, riemersi dal mio ufficio, come Paola.
Appena entrai, vidi i ragazzi seduti a semicerchio sulle sedie, mentre la mia segretaria, era seduta sul tavolo, e appena mi vide, fischiò con approvazione, e aprì le gambe, mostrando, la sua bella figa rasata e aperta, guardala Paola, tu te la sogni una figa così, vero frocione? e si misero tutti a ridere, poi Luca, si avvicinò a lei, e le infilò il cazzo dentro, e la montò davanti a tutti.
In un attimo, mi ritrovai in ginocchi a spompinare uno dei ragazzi, mentre gli altri mi si strinsero a cerchio, un attimo dopo ero accanto a lei, intenta a succhiare un cazzo, e a segarne un altro, mentre il terzo, mi stava scopando tranquillamente senza preservativo.
Per un paio d'ore soddisfai a ripetizione tutti e cinque i rgazzi, bevendo e prendendo tutta la loro sborra, per poi trovarmi esausta a terra dove si divertirono a irrorarmi di pipì, persino Anna la segretaria si mise a gambe larghe e mi irrorò, facendomi ripulire con la lingua lo sperma che le colava dalla figa.
Da quel giorno, in ufficio divenni Paola, uscivo al mattino en femme e rientravo tale, ormai ero la loro troia, si divertivano con mè, in ogni momento e luogo, iniziarono a filmarmi, con una videocamera, e poi se li passavano tra amici, fino a portarmi a feste dove ero il giocattolo della serata, e poi un giorno, a mia insaputa, Luca invitò mia moglie a Roma, con la scusa del mio compleanno, e di una festa a sorpresa, e la sorpresa ci fù, eccome.
Era una sera in settimana, e Luca mi disse di prepararmi che andavamo a cena in una trattoria di un suo amico, e così, mi fece indossare un mini abito nero, autoreggenti e tacchi 12, senza slip ne nulla, ero terrorizzata, camminando, il mio piccolo pene tendeva a ballonzolare, cercai di metterlo tra le coscie ma lui me lo impedì, anzi mi spinse in un anfratto di un portone, e incurante delle persone che passavano, mi baciò, e prese in mano il mio pene, iniziò a segarlo, e stringeva a volte spesso i testicoli, cos' iniziò a indurirsi, e quando fù duro, abassò il vestito e mi strattonò, era pazzesco, camminare con tacchi vertiginosi sul pavè, la borsa che cascava, il mio cazzo che sollevava il vestito, e cercava di uscire, io dovevo camminare e tenerlo nascosto con la borsetta, ma spesso capitolava fuori e la gente se ne accorgeva.
Giunti alla trattoria, entrammo, e notai che era vuota, andammo in una sala attigua, e lì vidi tutto l'ufficio, e alcuni amici di Luca, che si misero a fischiare alla mia bellezza, e poi tutti si spostarono, e apparve mia moglie, non seppi cosa dire.
Si avvicinò, mi baciò, e mi disse, auguri Paola, come siamo belle, mi osservò, poi prese in mano il mio cazzo duro e disse, ma come, con mè niente, con lui invece, e pensare che i tuoi figli li ho dovuti fare con altri, e mi devono scopare perché tu sei frocio, ma cos'à Luca meglio di mè, e cosi, sbottonò i pantaloni a Luca, e in ginocchio gli fece un pompino, a ora capisco disse, e prese in bocca il mio, e un attimo dopo le sborrai in bozza, lei la sputò sul cazzo di Luca, si girò, si sollevò la gonna, dai Luca chiavami, magari il suo sperma mi ingravida, e risero tutti, e Luca la scopò.
Poi iniziai a soddisfare un po' tutti, e a metà serata mia moglie disse a tutti i presenti, bene, non prendo contraccettivi da mesi, cerco un figlio, ma non sono ancora gravida, chi vuole provvededere? tutti qui, cuoco camerieri e sguatteri, questa sera tutti dentro, e così, si fece scopare da tutti, io non fui da meno, e così a tarda notte io e mia moglie rientrammo esauste in camera, e ci addormentammo piene e felici.
Inutile dire, che per i trè anni successivi, io fui la loro troia, e che al ritorno a casa mia moglie si scoprì gravida, ora abbiamo il trzo figlio, che si capisce non essere mio, è di colore, grazie al cameriere del ristorante.

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scritto il
2019-03-31
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