Chi e' Mario?

di
genere
etero

Questo racconto e' pura fantasia, ripeto e' solo fantasia. Due splendidi occhi azzurri guardano le auto che passano sotto il balcone, le braccia conserte sulla balaustra e su di esse appoggiato un seno opulento un ginocchio nudo appare tra i ferri della griglia aprendo la gonna a ventaglio a quadroni scozzesi e mostrando l'inizio di una coscia dalla pelle abbronzata le labbra carnose atteggiate a sorriso innocente e lo sguardo curioso. Non so quale di questi particolari ha attirato la mia attenzione so solo che ho rallentato la vettura fino a fermarmi e le ho chiesto se potevo salire a tenerle compagnia. - Cosa hai detto? La voce squillante aggiunge sensualita' a questa ragazza che piegata appoggia le morbide terga appuntite al fortunato muro della casa. - Vengo su a farti compagnia? - Seeeeee... e si tocca la tempia con un dito che succhierei voluttuosamente. - Voglio fumare una sigaretta e non ho da accendere. Vengo su? - Ma sei pazzo? Sono costretto a partire perche' sto rallentando il traffico. Vado avanti un pezzo ritorno indietro e le lancio un bacio colla punta delle dita e lei mi sorride quindi un minuto dopo eccomi ancora fermo sotto il suo balcone ad ammirare il bel volto sensuale e la coscia che posso ammirare fin quasi all'inguine. - Vieni a fare un giretto? - Adesso non posso, devo curare mia sorella Cettina. Passa tra un'oretta. Mi allontano costretto dalle auto e mi apposto non lontano dalla casa della bella affacciata al balcone. E' la prima volta che la vedo e subito mi e' apparsa sensuale disinibita e carnale. A scanso di equivoci cerco un posto tranquillo dove portarla se davvero viene a fare un giro. Se me la da oggi e' un giorno fortunato se non me la da e' uno dei tanti bidoni che finora ho collezionato. Invece nemmeno un'ora dopo eccola seduta accanto colla gonna a ventaglio aperta e la pelle appena abbronzata della coscia che attira il mio sguardo. Infilo la stradina di campagna che ho trovato qualche ora prima e fermata l'auto le metto una mano sulla coscia nuda e cerco di risalire. - Ehhhh come corri. - E' che sei tanto bella. Il complimento le fa piacere ma gli occhi suoi brillano perche' lo sguardo e' fisso al mio inguine gonfio, chiaramente eccitato. -Ah, scusa, io mi chiamo Nino... - Ed io Carmelina. Le metto una mano sul collo le sposto i capelli le carezzo la nuca attiro la sua testa fino a quando le labbra si congiungono in un focoso bacio da vecchi innamorati. E' vorace la piccola, mi strappa la lingua e mi spolvera la gola. Discretamente estraggo il cazzo che svetta furioso in mezzo alle razze del volante quindi le prendo una mano e gliela appoggio sopra. Lo sfiora lo tocca lo tasta e ritrae di scatto la mano come se si fosse scottata eppure la mia non e' una verga di trenta centimetri come asseriscono alcuni scrittori, la mia e' una verga nella norma. Continuando a tenerla impegnata nel bacio le riafferro la mano e questa volta e' lei ad appropriarsi del cazzo per scapocchiarlo, la fa scorrere sull'asta e devo fermarla per non gettare al vento una sborrata. Le palpo il seno e cerco di infilare la mano sotto il maglioncino per toccare la carne viva ma mi trattiene, non insisto pero' la cosa mi spiazza. Allontana anche la mano che cerca di risalire lungo la coscia in cerca di posti nascosti ed accoglienti dove la pelle e' piu' morbida e sensibile. Sono ingrifato ed il cazzo grida vendetta. La troietta si rende conto di quanto sia eccitato e si diverte. Le metto un mano sulla testa e la spingo in basso mentre alzo il bacino e spingo il cazzo sino a sfiorare le belle labbra carnose. Soffio e rantolo per invitarla a suonare lo strumento ed ecco che sento la morbidezza delle sue labbra ed il calore della sua bocca accogliente. Un paio di leccate e schizzo il seme caldo e fumante. Tira indietro la testa per cui le annaffio la faccia ed le imperlo i capelli. Mi guarda storto e prima che mi rimproveri le afferro la testa e l'attiro per un lungo focoso passionale bacio. Lei continua a giocare col mio strumento che tira piu' di prima e piu' di prima cerca di farsi notare. Cerco le sue tette e mi grida di stare fermo, le pizzico la coscia e mi da una gomitata nei fianchi, le spingo ancora in giu' la testa ed eccola intenta a suonare la stessa aria di prima. Questa volta il pompino dura molto piu' a lungo con reciproca soddisfazione. I suoi occhi umidi ed il tremolio delle labbra denunciano il suo raggiunto orgasmo. Questa volta non e' colta di sorpresa dallo schizzo e non ne perde una goccia. La bacio che ha la gola impastata del mio seme e mentre e' scossa dai brividi del piacere mi sussurra. - Ah Mario, cosa mi fai fare. Come prima uscita con questa puttanella mi ritengo soddisfatto ma non mi basta. Non mi ci vuole molto per convincerla ad incontrarmi ancora e sara' per il sabato pomeriggio quando di solito va dalla nonna che abita la seconda casa dopo il cimitero. La lascio col cazzo sempre duro convinto che la vedro' ancora. Chiuso nel cesso penso a lei e mi sparo una ulteriore pugnetta per allentare la tensione e smaltire l'ecitazione. Finalmente il sabato pomeriggio intorno alle tre eccola colla sua gonna a ventaglio la sua coscia abbronzata ed il seno polposo e gonfio costretto nel maglioncino blu. Tiene languidamente la mano appoggiata sulla patta gonfia mentre cerco una qualche viuzza lungo le pendici di una montagna piena di castagni. La giornata e' bella anche se non afosa, raggiungo una radura e lasciata l'auto stendo sul prato il mio plaid che non mi abbadona mai. Per farla stare comoda gonfio una ciambella rubata al mio nipotino e gliela metto sotto la testa. Le carezzo il viso le tasto il seno le scopro la coscia ma quando cerco di allungarmi su di lei mi respinge. - Cosa vuoi fare? E cosa voglio fare, e' facile immaginarlo. - Non voglio, non l'ho mai fatto. Sara' mica un buon motivo per non farlo mai. Le schiaccio le labbra colle mie, intorcino la lingua con la sua le succhio la saliva mentre lei strizza il cazzo e lo smanetta. - Ti voglio, Carmelina, ho voglia di te. - Ti faccio colla bocca. - Si si con la bocca, amore mio ma intanto le ho messo un ginocchio tra le gambe e le sto tirando giu' le mutandine. - Non voglio, non voglio... sara' anche che non vuole ma solleva il culo perche' le mutandine le scivolino via. Ah lo spettacolo affascinnate del triangolo incolto che schizza i peli in tutte le direzioni. A quella vista neanche un esercito di corazzieri riuscirebbe a frenare il mio impeto. Le infilo un dito in fica credendo di entrare a fatica invece vi ballo dentro. Ho trovato il suo punto debole, allenta la tensione apre le gambe le cosce si spalancano e vedo gonfiarsi le grandi labbra ed il grilletto inturgidirsi. Al momento non sono in grado di apprezzare l'umore di una vagina in calore, il profumo del sesso mi da il voltastomaco per cui mi limito e fotterla con due dita mentre la poverina geme sospira e si contorce. Le sollevo il maglioncino le succhio un capezzolo duro e ritto e quando le salgo sopra e' lei a guidare il cazzo. Colla capocchia sento la pelle molle della vagina che mi accoglie e lei che mi sussurra colla voce rotta dal desiderio: - Mario, stai attento a non mettermi incinta. Non faccio in tempo ad entrare che subito lo tiro fuori per allagarle la pancia di crema densa e gialla e puzzolente. L'ardore dei vent'anni. La chiavata successiva e' piu' soddisfacente per tutti e due ed ogni volta che gode la fichetta mi chiama Mario, quando Mario io non sono. Vorrei fotterla per la terza volta ma mi prega di riaccompagnarla a casa. Siamo appena partiti che le chiedo: - Mario chi e', il tuo ragazzo? - Mario? Chi e' Mario? Non conosco nessun Mario. Perche'? Lascio stare e solo dopo parecchi mesi che ci frequentiamo mi confessa che Mario e' stato il ragazzo che mi ha preceduto. Quando le chiedo se e' stato lui a deflorarla sostiene, mentendo, che non ha mai fatto sesso con nessuno e che io sono stato il primo. La mancata perdita di sangue e' dovuta al suo elefantismo che le ha regalato la vagina larga e profonda al punto da sembrare deflorata quando deflorata non e'. Stendo un velo pietoso sulla stupida bugia e faccio finta di credere a cio' che sostiene basta che si faccia chiavare da chiunque l'avvicini perche' saperla troia tra le braccia di sconosciuti mi mette addosso un brio che altrimenti non avrei. E nasce da li la mia carriera di cornuto felice e lei di puttana facile ed accogliente.
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scritto il
2011-06-22
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