Anche la mamma e' femmina

di
genere
incesti

Questo e' un racconto di fantasia, ripeto, di pura fantasia. C'eravamo tanto amati...Gia', i primi dieci anni della nostra vita in comune, io e mia moglie Anna, c'eravamo tanto amati, fino a che non arrivo' quel figlio tanto desiderato. E l'amore svani. Oddio, proprio svanire no, diciamo che si affievoli. Si affievoli da parte sua perche' si dedico' anima e corpo a quel figlio tanto atteso e si affievoli da parte mia perche' mi sentii escluso da quell'intimita' con mia moglie alla quale mi ero abituato. I nostri rapporti sessuali cominciarono a diradare e spesso si risolvevano con rabbiose pugnette mentre lei che allargava le cosce per farmi sborrare prima. Si lasciava ammirare si mostrava aperta ma erano poche le volte che mi permetteva di fotterla come l'avevo fottuta per anni. Le poche volte che la penetravo era quando dormiva, quando le spostavo le mutandine quanto bastava per fotterla alla pecorina con lei che si svegliava quando ero talmente infoiato che anche se si agitava per espellermi la tenevo stretta fino a che non le irroravo la fica. E mi pareva strano che non mi volesse piu' visto che nei primi dieci anni non si era mai rifiutata e quando non ne avevo voglia si metteva di buona lena a succhiare a titillare a smanettare fino a che la montavo con reciproco piacere. E' sempre stata carnale sensuale e troia, fino all'arrivo dell'erede. Anche io ero felice di avere il mio erede ma da qui a rinunciare a chiavare mia moglie per non disturbare il sonno del bambino ce ne vuole. Il bambino cresceva bene, per farlo divertire comprammo un carrello tenda e per una ventina di anni abbiamo fatto campeggio. Naturalmente mio figlio e' sempre stato il titolare del nostro letto grande ed io vi entravo solo quando il ragazzo e poi l'uomo era fuori di casa e sbuffando mia moglie mi permetteva di lasciare il mio caro divano e di entrare nel suo letto. Si divertiva vedermi smanettare con lei che a cosce aperte distesa sul letto rideva divertita mentre io spugnettavo ed alla fine le schizzavo addosso il seme della mia passione. Invariabilmente s'imbufaliva mi ingiuriava mi minacciava di non mai piu' mostrarsi poi andava in bagno a lavarsi pronta a ricominciare appena ne avevamo l'occasione. Di tanto in tanto, quando mi sembrava che fosse piu' vogliosa e piu' disponibile del solito, letteralmente le saltavo addosso e la fottevo come tutti i mariti sono soliti fottere le proprie mogli. Il fatto che mi faceva rabbia era che mentre la penetravo la sentivo eccitata vogliosa felice di essere chiavata al punto che si agitava e mi tratteneva quando stavo per uscire. Ritornava la mia vacca di sempre, la vacca che avevo sempre amato. La vacca che diceva di essere d'accordo a farsi chiavare da uno sconosciuto perche' la cosa mi eccitava ma che poi non abbiamo mai messo in pratica. Anche lei ne era eccitata e lo sentivo. Piu' di una volta, durante i campeggi, eravamo stati sul punto di mettere in pratica questo mio insano desiderio. Una volta con un tedesco bello come il sole coi suoi occhi azzurri i suoi lunghi capelli biondi ed un cazzo che gonfiava lo slip. Ma aveva una moglie cerbero che in pratica impedi a mia moglie di godere delle grazie di suo marito. Un' altra volta con un bruno calabrese che le sbavava dietro e che arrivo' a farle sentire quanto duro era il desiderio che pulsava nelle mutande e che quando si accorse che io ero a conoscenza di quanto stavano per fare si spavento' temendo chissa' cosa. Intanto il figlio piu' bello del sole cresceva ed era ormai un giovanetto quando feci notare alla mia consorte che il pacco cresceva col figlio e denunciava la mascolinita' di famiglia. Le brillavano gli occhi a mia moglie, era fiera di quel figlio che cresceva educato e obbediente. Anche io ne ero piu' che felice. Al punto che un giorno, guardandolo mentre conversava con alcune ragazze conosciute sulla spiaggia di Numana le dissi, parlando come a me stesso: - Vedere mio figlio mentre ti chiava e' un sogno che pagherei colla vita. Le brillavano gli occhi, mi parve bellissima con quella luce nello sguardo, lo guardava con amore il nostro frutto, lo mangiava cogli occhi, lo divorava, mi guardo' con spregio fece una smorfia e tra i denti sibilo': - Credi che non ne sarei capace? E' mille volte preferibile ai tuoi violenti assalti. Volevo ribattere che io l'assaltavo solo perche' lei non mi lasciava montarla con serenita', ogni chiavata era una violenza e non sapevo mai se sarei stato accettato o meno. Il cazzo non vuole pensieri e spesso era la rabbia che mi portava a sborrarle addosso e non l'amore. Poi lasciai il mio lavoro sedentario al Municipio e cominciai a percorrere le vie d'Europa col mio caterpillar con sei ruote. Restavo a casa il sabato e la domenica, consumavo la mia chiavata rubata, le sborravo addosso come al solito con rabbia e tornavo alle mie puttane dislocate nelle varie citta' europee. Mia mogle era impiegata all'anagrafe ma quando si libero' la custodia delle scuole Medie con annessa villetta la chiese e la ottenne. Ed andammo ad abitare una signorile villetta monofamiliare, non molto grande ma ben disposta nel bel mezzo di un verde giardino fiorito. Una porta interna collegava la nostra abitazione coll'edificio per cui anche se pioveva mia moglie non prendeva una goccia d'acqua per aprire l'ingresso ai ragazzi. E poi c'erano almeno tre mesi di vacanza e tutte le feste religiose e statali in cui eravamo i soli ad occupare la casa l'edificio ed il grande giardino fiorito. E fu durante l'estate che inculai sei vetture e distrussi il muso del mio camion. Per fortuna nessun ferito e solo tanto spavento e sei auto distrutte. Ero partito solo il giorno prima ma la sorpresa e' sempre dietro l'angolo ed io la trovai proprio dietro una curva sotto forma di colonna d'auto ferma per un incidente. L'urto fu inevitabile ed inevitabile il mio rientro a casa anzitempo. Mogio e contrariato ebbi la brillante idea, vista l'ora tarda, di passare dalla cantina dell'edificio da cui potevo entrare in casa senza disturbare i miei cari dal sonno. Salito su dalla cantina si attraversava il vestibolo degli insegnanti quindi la sala riunioni poi la sala mensa la cucina una saletta quindi una porticina portava direttamente nel nostro salotto. Ero proprio in quella saletta quando mi pervenne l'audio del televisore. C'era una musica di sottofondo ed una voce femminile che chiaramente invitava qualcuno a qualcosa di osceno, almeno a giudicare dal tono dai gemiti dai sospiri e dai suoni gutturali del maschio. Sara' mio figlio, pensai che sta guardando qualche cassetta porno rubata dal mio archivio. Aprii piano piano la porticina e ficcai la testa dentro l'apertura. Alla luce fredda del video vidi uno spettacolo che mi ci volle un po' per capire. Ritrassi la testa stropicciai gli occhi la rimisi e guardai ancora. Non era possibile, stavo sognando. Mia moglie inginocchiata su una poltrona davanti al televisore e mio figlio in piedi la stava chiavando da dietro. Mia moglie gemeva sospirava e lo invitava a spingere piu' forte mentre nuda coi seni che sballottavano contro la spalliera della poltrona alla quale era peraltro aggrappata mentre mio figlio estraeva un bel cazzo che brillava coi riflessi della televisione e lo affondava con evidente piacere accompagnando il gesto con suoni gutturali. Per un attimo mille pensieri mi passarono nella mente, duro' solo un decimo di secondo. Mi vidi brandire un coltello mentre li massacravo in un lago di sangue, mi vedevo ammazzare lei e risparmiare il sangue del mio sangue, mi vidi ammazzare mio figlio e salvare mia moglie per poi fotterla in seguito senza rivali, mi vidi avvicinarli e chieder loro di partecipare, mi vidi mentre mio figlio col cazzo fisso nel ventre di sua madre mi strangolava e mia moglie che gridava di non avere pieta'. Diomio mi vidi in tante di quelle vesti che mi girava la testa ed il cazzo mi tirava. Gia', il cazzo mi era venuto duro come non mai. Un cazzo duro come vent'anni prima, come quando lo avevo infilato in quella fica che altri stavano occupando e vi avevo depositato il germe di quel cazzo che adesso la stava fottendo. E la stava anche fottendo bene a giudicare dalle parole eccitate e volgari della troia. Avevo addosso una voglia, un fuoco, un ardore coi coglioni che scoppiavano. Mi ritrovai col cazzo che schizzava seme come mai aveva schizzato in vita mia. Vedevo le gocce di sperma brillare sul pavimento di cotto come perle iridate. Intanto anche mio figlio si era rizzato e stava sbuffando mentre riempiva l'amato ventre del seme caldo e profumato di giovane torello. E la vacca che smaniava lo attirava a se e gli ordinava di giungere piu' in fondo. Eccola la donna che avevo amato, rieccola la donna sensuale che avevo sentito fremere per tanti anni sotto le mie spinte. Ecco la puttana che respingeva il mio amore per accettare un cazzo giovane e duro. Richiusi la porta, rifeci il cammino al contrario attesi qualche minuto perche' si ricomponessero e bussai al cancello d'entrata. Ci volle un bel po' prima che mia moglie assonnata e stropicciando gli occhi vestita della solita vestaglia a fiorellini azzurri venisse ad aprirmi allarmata dal mio rientro inatteso. Le spiegai in poche parole il motivo ed andai in bagno dove pulii il cazzo ancora impregnato di sborra, mentre si allontanava per tornare al letto dove gia' dormiva, o faceva finta di dormire, il nostro rampollo. La trattenni con evidente desiderio di ficcare il cazzo dove ne era appena uscito un altro quando mi sfuggi con uno strattone e si rifugio' in camera chiudendosi la porta alle spalle. Era evidente che aveva avuto la sua razione di cazzo per quel giorno e non ne chiedeva ancora, era soddisfatta ed appagata per quella sera. Ci fu un seguito alla vicenda che raccontero' quanto prima, per ora sono troppo stanco.
di
scritto il
2011-06-26
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