Autoerotismo

di
genere
masturbazione

Gia' al mattino presto l'aria era satura di eccitazione. Era la conseguenza di sogni bagnati e godimenti solitari provocati con fantasie e lavori di mani curiose e dita intriganti che si infilano in ogni buco. Succedeva cosi ogni volta che Vittorio faceva sapere a mia madre che l'indomani sera sarebbe venuto a trovarla. Per la povera donna era un tormento quell'attesa snervante. Lei che aveva voglia di stringere al petto un uomo per tutta la notte dopo averlo accudito per tutto il giorno. Purtroppo Vittorio aveva gia' una moglie, gelosa per giunta, e bisognava fare attenzione a non irritarla per evitare scenate turbolente con inevitabili accapigliamenti. In fondo mia madre, essendo vedova, si muoveva in piena liberta' non dovendo render conto a nessuno delle sue frequentazioni, ma non era lo stesso per i maschi che frequentavano saltuariamente casa nostra, avendo essi gia' una famiglia con moglie annessa. Quella mattina mia madre, come di solito d'altronde, si era alzata per tempo e dopo aver fatto le consuete abluzioni si era preparata un caffe' e lo sorbiva sul divano. Con ostentata volutta' succhiava un biscotto colle gambe ripiegate sotto il culo un braccio appoggiato al bracciolo del divano i lunghi capelli neri sciolti sulle spalle la camicia da notte che le scopriva le cosce piene dalla pelle appena abbronzata gli occhi sognanti immaginando Vittorio che tra qualche manciata di ore sarebbe venuto a baciarle le labbra tumide che atteggiava a culo di gallina come se succhiasse continuamente il cazzo duro dell'amante. Lasciata la tazzina sul tavolino accanto al divano infila una mano nella scollatura e strizza un seno morbido e gonfio di desiderio. Lo estrae per considerare la pelle bianca e morbida e strizza il capezzolo mentre ne sfiora la punta col dito bagnato di saliva. Mia madre e' fiera dei suoi seni e li ostenta abbassandosi quanto basta se davanti c'e' un maschio in grado si apprezzare questa sua bellezza. Sorride felice quando qualcuno fa i complimenti alla latteria che la Natura le ha regalato. Trascina in su il seno e succhia il capezzolo voglioso. Sorride pensando a quando saranno le labbra del suo amico a succhiare perche' sgorghi il latte. L'altra mano le scivola tra le cosce solleva la camicia arrotolata sul ventre e carezza il folto bosco di pelo riccio e nero. Le piace guardarsi allo specchio per ammirare il triangolo di pelo che fa impazzire tanti uomini. Inanella le dita e tira provocandosi un piacevole dolore che irrita il grilletto e lo fa inturgidire. Allarga le cosce abbassa la testa e guarda la capocchietta ben distinta del clitoride a guardia dell'antro del piacere. E' quello il centro dell'universo e' quella la meta a cui tutti gli uomini tendono e' quello il solo motivo per cui valga la pena vivere. Le grandi labbra si stanno gonfiando e lei sfiora le creste frastagliate e scure talmente sensibili che basta un leggero tocco perche' un piacevole brivido la faccia trasalire. Cerca di guardare nella cavita' della vagina e scopre le pareti luccicanti per le prime gocce di umore profumato. L'aria e' impregnata della sua feminilita'. Dapprima strizza con forza il grilletto sempre vigile all'entrata della sua intimita' poi penetra prima con un dito quindi con un altro ed infine con un terzo formando un cuneo che ricordi la forma la consistenza e la forza di un cazzo che la prenda e la faccia sua.
Inizia cosi una masturbazione che la tiene occupata per qualche ora. Le piace godere e raggiunge parecchi orgasmi prima che si ritenga soddisfatta ed i sensi placati. Il fruscio del suo culo nudo contro la pelle del cuscino del divano i gemiti non tanto sommessi i sospiri a volte ben distinti il continuo ciaff ciaff delle dita nella bolgia della vagina allagata del suo stesso umore mi svegliano e senza che la veda intuisco che mamma si sta masturbando. Succede spesso e quasi sempre di mattina presto, quando il primo raggio di sole penetra attraverso le persiane socchiuse ed illumina il suo ancor splendido corpo. Socchiudo con cautela la porta della mia stanza e la vedo li sul divano cogli occhi chiusi e sognanti mentre con una mano titilla un capezzolo e l'altra si penetra la fica. Lo spettacolo di una donna nuda e' impagabile e rientra nella normalita' delle cose ma vedere una donna che gode, che si procura il piacere e' qualcosa che esula dalle cose terrene e ti porta in paradiso. Ti fa quasi sentire inutile come inutile e' una femmina mentre ti spari una pugnetta. L'autoerotismo e' un'invenzione della Natura, e' un piacere che la Natura ti permette per ovviare ad assenze giustificate. Cosa c'e' di piu' bello che sognare un partner che soddisfi ogni tua richiesta, che non rifiuti nessuna posizione ed e' disposto in ogni momento ed in ogni dove? Masturbarsi e' qualcosa che ti soddisfa ben piu' di una chiavata. A parte il fatto che ti costruisci l'amante che preferisci. La possiedi in ogni parte del suo corpo senza incappare in rifiuti mortificanti o discussioni che ammosciano il cazzo per non farlo piu' inturgidire. Mia madre sfila la camicia da notte dalla testa ed appare nuda in tutta la sua bellezza. Adesso le gambe sono allargate come se il suo amante dovesse infilarla col cazzo e con le palle e cerca di fottersi con l'intera mano chiusa a pugno. I seni procaci ballonzolano mentre fa di tutto per riempire la cavita' ed i capezzoli mi ricordano le dita minacciose di chi vuole attirare la tua attenzione. E' inevitabile che il cazzo fuoriesca dal buco del pigiama e mostri la cappella violacea di desiderio. Lascio scivolare per terra i pantaloni e getto via la giacca per essere libero e spugnettarmi senza pastoie. Mia madre continua a gemere cogli occhi chiusi e seduta difronte a me mostra la femminilita' martoriata da dita malandrine che vogliono somigliare sempre piu' ad un cazzo in pieno turgore. Il sospiro e' un rantolo il gemito e' uno sbuffo il ritmo aumenta e sibila con le labbra socchiuse come un serpente in calore. Ora si e' irrigidita ha spalancato gli occhi ne vedo il bianco e la pupilla fissare nella mia direzione la mano spinge con piu' forza proferisce delle parole che non distinguo credo che stia invitando l'immaginario amante a penetrarla piu' in fondo eccola che sbuffa senza ritegno mi fissa con uno sguardo vitreo e mentre schizzo il mio seme cercando di contenere in mano gli schizzi caldi lei si abbandona contro lo schienale del divano e soffia come un ciclista in cima ad una salita. Quando mi muovo per attraversare la sala e recarmi in bagno solleva appena la testa riversa sul divano per dirmi: - Sporco guardone sempre a spiare, adesso pulisci li a terra e ricorda che quello non e' un rubinetto.
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2011-07-24
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