"Qui"

Di nuovo qui, dove quel “qui”, non è un luogo,
ma una geografia del pensiero,
una Nazione di quel “Noi”,
sul quale in pochi avrebbero scommesso,
ma siamo qui,
a dispetto persino delle nostre aspettative.
Ti desidero, ad un livello che è dolore,
e tu mi aspetti come Penelope,
e come lei hai disfatto le trame,
hai rinunciato all'ordito delle sicurezze,
tutte...meno una.
Pochi minuti dalle carezze dell'acqua,
dalle tue mani che rabbiose cercano,
un anticipo, uno scampolo di quello che sarà.
Così ti trovo, umida, di rugiada e del tuo piacere,
piacere solitario, speranzoso, supplice.
Vorrei sapermi trattenere, vorrei poterti tediare,
portarti a vacillare, lasciarti credere che …
Ma è quel singolare bisogno che ci accomuna,
che trova soddisfazione nell'altro,
assecondarlo non è un opzione, ma un ordine.
Questo penso mentre ho tra le mani le tempie,
mentre le dita intrecciano i capelli,
come criniera di un cavallo selvaggio,
mentre placo la tua fame, smorzo il tuo impeto,
azzero il tuo respiro con al carne.
E poi di nuovo, rannicchiata su te stessa,
circondata dalle mie membra,
infilzata e grondante, gemi appena,
il tuo silenzio è insieme insulto e supplica.
Ti cavalco come un destriero,
eppure sei tu che decidi la mia corsa,
estrai il mio sudore, dai ritmo ai respiri,
le tue nocche sbiancate sulle mie braccia,
i tuoi occhi... i tuoi occhi che studiano,
sfidano, cercano, pretendono, esigono,
il tuo sguardo è pungolo e frusta.
Spinte frenetiche, odore di noi,
sciabordio di gambe.
Frenetici, disperati, prepotenti, pazzi.
Bocche incollate a sessi esasperati,
e sessi esasperati che divengono bocche,
riarse di una sete che non vuole acqua.
Rumore, schianto di un letto,
di un desiderio divenuto troppo pesante,
che continua, come se volesse aprire la terra.
Labbra impastate, turgide, provate,
bagnate di piacere.
Ancora qui... ancora noi.