Tibe e Pao - Arcani e Sogni

di
genere
pulp

Racconto scritto in collaborazione con Paoletta 80. Come nelle occasioni precedenti posso solo ringraziarla di aver contribuito nella massima parte a portare a termine questo racconto. Sempre bravissima... anche se poco incline ai compromessi... ahah!
Grazie Paoletta, sei una Grande.

L'uomo dello Scorpione.

Come ogni mattina apre gli occhi nel suo squallore.
Le imposte mal messe non riescono a trattenere fuori la luce del sole che illumina la stanza.
Lui gira gli occhi intorno, meravigliandosi di essere ancora vivo.
Come spesso capita ha dormito vestito e della sera precedente non ricorda nulla, ma può immaginare cosa sia successo: ubriaco che torna e si butta sul letto, precipitando in un sonno senza sogni.
Non sogna più da tempo immemore.

Vive a malapena, ora si alza e va nel piccolo bagno dove regna il disordine più assoluto, orina, mette la testa sotto il rubinetto e poi si guarda allo specchio.
Irriconoscibile!
Non è l'uomo che ricorda di essere stato.
Chi è quest'estraneo? I capelli a ciocche, la pelle incartapecorita, gli occhi cisposi e spenti, l'aspetto macilento.
Un uomo invecchiato anzitempo, nella mezz'età, senza più ideali né speranze. Sente solo il bisogno di bere per dimenticare la realtà.

Non passa molto tempo, neanche mangia ed esce per raggiungere l'osteria, un luogo squallido quanto lui, dove l'unico pregio consiste nel vino che costa poco.
Prende possesso del suo solito tavolo, lo sopportano e continueranno a farlo finché pagherà ciò che consuma.
È consapevole che è solo tolleranza il falso atteggiamento amichevole che gli riservano.
Lui si disinteressa di tutto, gli altri non li vede, pensa a se stesso.

Vecchio, alcolizzato e impotente, un fallito.
Trae dalla tasca della giacca il mazzo dei tarocchi, usa da sempre le Minchiate Fiorentine, lo mescola e poi dispone le carte per l'ennesima volta.
E sempre appare la sua.
Il Matto.
Sempre! Dalla prima volta che gli è apparsa e che è iniziata la sua involuzione verso il basso, non ha mai smesso di venire a trovarlo, lui lo sa che è la conferma di tutto e sa pure che quando apparirà una specifica carta, ogni cosa finirà.
Tutto è collegato, tutto è già scritto.

La Donna del Sogno.

Sbarra gli occhi all'improvviso. Non vede nulla nel buio della stanza, ha solo la sensazione di terrore che la lascia immobile nel letto, incapace di muoversi.
Qualche minuto e sente i muscoli rilassarsi, si alza, si chiude nel bagno, non vuole svegliarlo.

Perché ciclicamente quel sogno viene a tormentarla?
Che poi sogno non è, è un incubo, il suo incubo.
Torna ogni volta che crede di essere al sicuro, ma ora è diventato ricorrente, troppo. Tutte le notti. Tutta la notte.
La conferma la trova davanti a se, riflessa nello specchio.
È negli occhi. Lei si conosce, sa leggersi. Non è nella stanchezza che riesce comunque a nascondere, è nello sguardo che muta e la inquieta.
Sguardo da squalo. Profondo. Buio. Un abisso che prende luce direttamente dalla sua anima. Nera. Come le iridi.

Anni passati in una doppia vita, provando tutto pur di dimenticare. Momenti di perdizione totale alternati all'istinto di sopravvivenza che la porta a caccia, con l'immancabile predatore che diventa preda. Non le interessa più nulla e si abbandona con l'uomo di turno che viene attratto dal viso d'angelo e poi si innamora della bocca da puttana.
Il sogno che smette di venirla a cercare per qualche tempo, poi di nuovo la prende e non le dà tregua.
Un circolo vizioso.

Deve fare qualcosa. Deve capire perché quella parte oscura, pericolosa di sé vuole emergere così prepotentemente, vuole sapere, vuole pace. Sente che il tempo ormai è poco.
Stringe i pugni fino a ferirsi i palmi con le sue stesse unghie, nessun dolore.
Torna in camera, lui le chiede se va tutto bene.
Non risponde. Si struscia, si muove sinuosa, lo accarezza e lo eccita come solo lei sa fare.
Poi lo cavalca, lo scopa, lo lascia urlare e mentre lo fa, decide. L'indomani andrà via.
Si addormenta. Sogna ancora. Stesso incubo.

Il giorno lo trascorre a pensare. Si sente appesa. Irrequieta. Questa volta è diverso, è arrivata la resa dei conti. Ne è consapevole.
Ritorna con la mente al suo passato, sa che è il momento di chiudere il cerchio, di rinnovarsi e tornare a vivere, oppure morire.
Pensa a lui, l'unico che può darle le risposte che cerca.
Dove trovarlo?
Ultime voci che le sono giunte lo danno navigante in cattive acque.
Vuole provare a cercarlo. È disposta a tutto o impazzirà.
Non prende nulla dalla casa, nulla le appartiene. Lascia le chiavi sul tavolo ed esce che sta facendo buio.

Pensa, vaga, chiede, cammina, fiuta.
Entra in uno dei locali più squallidi della città e non si sente fuori posto, nonostante il suo aspetto faccia credere il contrario a chi la scruta. A lei non importa, è abituata a questi luoghi dove la gente non ha nulla più da perdere, è a suo agio perché è una di loro.
Chiede da bere, chiede del Cartomante.
Ha fortuna, è lì. Sembra smarrito in qualcosa di astratto seduto in un tavolo d'angolo.

Il Cartomante ha lo sguardo perso.
Perché dovrebbe essere un giorno diverso dai soliti? Dagli ultimi mille che ha vissuto così?
Non vuole ricordare che una volta era il migliore. L'Uomo della Fortuna, che possedeva veramente il terzo occhio della conoscenza e vedeva dentro chiunque. Leggeva con facilità estrema il passato, il presente e il futuro.
Aveva tutto dalla vita: era interessante e bello, ricco e affascinante.
Era anche felice, per quanto possibile.
C'erano stati dei segni premonitori ma lui, troppo preso da se stesso, li aveva sottovalutati.
Le carte non mentono se sai interpretarle.

Cosa usciva di frequente?
La Torre! Simbolo di disastro imminente e da lì poi, l'apparizione perpetua del Matto. Ma lui non aveva dato la giusta importanza. La vita agiata, la sua stessa presunzione lo avevano reso superficiale.
Divenuto ricco e famoso, leggeva raramente gli arcani e si impegnava solo in casi particolari che lo interessassero e le sue richieste di pagamento erano volutamente spropositate.

Poi arriva lei.
Giovane e bella oltre quanto fosse possibile esserlo e tutto crolla come la Torre di Babele.
Lui che si infatua della sua giovinezza di ventenne e poi si innamora perdutamente. Lei gli si concede per gioco, per noia, per vanità, ma è solo sesso, mentre lui la vuole completamente, corpo e anima.
Non si accontenta solo degli orgasmi.
Per averla contravviene ad ogni regola.
Cerca il modo di legarla a sé, di averla pienamente e le legge i tarocchi.
Nelle carte vede una cosa che dovrebbe tenerle nascosta: vede la sua morte nel prossimo avvenire.

La Morte non vuole essere preannunciata, non lo ammette, non deve essere rivelata.
Ed è vendicativa verso chi contravviene a ciò.
Lui però le dice tutto e sfrutta la sua paura per averla, assicurandola che riuscirà a salvarla, ma lei, in cambio, deve lasciarsi controllare anima, mente e corpo.
Lei cede. Lui l'ha totalmente.
Ma nonostante ciò, la morte arriva egualmente e poco dopo, la ragazza si uccide.
Il Cartomante si dispera. Ha fallito, ha sbagliato ed ha perso colei che amava.
La Morte non si smentisce come vendicatrice e lo punisce laddove era più vulnerabile, nel suo cuore.

Da quel momento lui vive nel rimorso e nel perpetuo ricordo. È il suo tormento continuo.
Sa che resterà vivo fino a che non apparirà lo Scorpione, in quel giorno, svelata quella carta, anche lui morirà.
Ora è lì, in quel tavolo d'angolo, che rimescola le carte ancora e ancora. Le dispone, le volta.
Appare il Matto.
Appare lo Scorpione!
In quel preciso momento una donna lo interpella, lui alza lo sguardo su di lei, come se la stesse aspettando.

-Non avrei mai pensato di trovarti in questa bettola... -
Non attende risposta e si siede davanti a lui.
Stenta a riconoscerlo, ma è il modo in cui mescola il mazzo di tarocchi a darle la conferma che ha davanti la persona che cercava. Le dita esperte nei movimenti studiati, l'agilità così particolare che l'ha sempre distinto, le danno la certezza di averlo finalmente trovato.
- Ci conosciamo forse? -
- Non proprio, sono io a conoscere te, o meglio, conosco la tua storia e la tua antica fama. -
- A quanto pare è rimasta solo la leggenda ormai. Cosa vuoi? -
- Voglio che leggi quelle carte per me. -
- Davvero? Se sai chi sono, dovresti sapere che non le leggo più per nessuno, se non per denaro, molto denaro... -
- Ti dico subito che non ho soldi, ma sono in grado di pagarti in altro modo...-
- Devi essere proprio una sprovveduta se pensi che sia sufficiente, puoi anche andartene, non mi va di fare conversazione. -
- Aspetta... non vuoi sentire la mia proposta? -
- Cos'hai? L'elisir di lunga vita? Della felicità? -
Sorride beffardo.

Lei non demorde.
Poggia i gomiti sul tavolo, avvicina il busto, lo fissa dritto negli occhi, incatenandolo con lo sguardo.
- No... Sesso...-
Il Cartomante ha un brivido affogando in quello sguardo. È una bella donna, sembra distinta, perbene, ma gli occhi raccontano qualcosa di diverso: sono strani, pericolosi, unici, neri come un vortice nel buio.
Vuole che se ne vada, non sa se sia proprio disagio quello che sente, ma se non lo è ci va molto vicino. Pensa alla sua impotenza, da quanto non ha più un'erezione? Le sorride, quasi un ghigno di soddisfazione.
Sa che non riuscirà a farglielo venir duro. Accetta.
- Sesso? Hai proprio una bella bocca... da succhiacazzi. Ci sto. Pagamento anticipato però -
- Ho la tua parola? -
- Se mi farai diventare il cazzo duro e mi lascerai venire tra quelle labbra, hai la mia parola che leggerò le carte per te. -

La donna prende posto accanto a lui, poggia la mano sulla sua coscia e risale lenta verso l'inguine. Apre i pantaloni, si fa strada dentro le mutande.
Avvicina le labbra al suo orecchio.
- Rilassati... non te ne pentirai, vuoi che lo facciamo qui? -
Il Cartomante ha il respiro di lei sul viso, la mano sensuale lo sta accarezzando, è bollente, sente una scarica che gli attraversa il cervello, il sangue inizia a pompare forte mentre le dita lo masturbano. È incredulo ma si sta eccitando e il suo pene da tanto dormiente sta crescendo. La ferma.
- No. Seguimi ... -
Si portano nel retro del locale. Sporco. Maleodorante. Potrebbe essere anche il Grand Hotel, non cambierebbe nulla. Lo spinge contro la parete, riprende a masturbarlo. Decisa. Forte. Lui ansima. Lei scende, si inginocchia, lo fissa nuovamente negli occhi, lo lega a sé.
- Adesso vedrai quanto sono brava... -

È semiduro quando inizia a leccarlo. La sua specialità è farlo diventare di marmo con la bocca. È una maestra, fa sesso con gli uomini senza nessun coinvolgimento: è solo sesso. Sa che è una merce di scambio preziosa e ne trae ogni beneficio possibile.
Ora con la mano tira i testicoli, mentre la bocca lo inghiotte tutto, fino al pelo.
L'odore acre le riempie le narici, fa ricorso alla puttana che le alberga dentro, lo fissa negli occhi e lo succhia a labbra strette.
Tende la pelle del prepuzio al limite, lo morde e poi torna a pomparlo.
Il Cartomante le tiene la testa, la spinge contro di sé e l'allontana. Le detta il ritmo. Vuole godere. Grugnisce, geme, si inarca.
Lei sente che sta per esplodere, lo sente teso da scoppiare, le vene gonfie che lascia strofinare sulle labbra premute, esperte.
Si muove veloce ora, si lascia scopare la bocca, rivoli di saliva le bagnano il viso.
Il glande le sbatte in gola ritmicamente, violento.
Un rantolo, trema e viene. Si svuota a fiotti tra le labbra carnose della donna che continua a fissarlo.
Schiude piano la bocca per fargli vedere la sua sborra e poi continua a succhiare. Lo beve tutto. Gli dà un piacere che pensava di aver dimenticato.
Si alza e si pulisce saliva e sperma dal viso con il dorso della mano.
- Hai visto Cartomante? Ti è tornato duro, hai goduto, mi hai riempita. Ora tocca a te. Dovrai dirmi ogni cosa... -
-Torniamo dentro... e lo farò come promesso.-

Siedono al tavolo una di fronte l'altro, lui riprende il mazzo di carte, gli da una prima mescolata poi lo divide in due parti e le porge alla donna.
- Mescolale assieme e dividi ogni volta il mazzo, cura di invertire il lato che è rivolto verso di me. Fallo fino a quando non ti dico basta, mentre lo fai pensa ai quesiti che vuoi svelati.-
Il Cartomante la guarda mentre mette in atto le sue parole, poi chiude gli occhi e la sua mente improvvisamente si apre. Vede il suo destino, capisce che la donna seduta di fronte a lui ha un legame con lui. Il terzo occhio della conoscenza funziona ancora. Deglutisce, ha timore, ma non può fermarsi ora.
- Basta così. È sufficiente. Ricongiungi il mazzo e gira verso di me la parte che adesso è rivolta a te. -

Lui riprende in mano il mazzo dei tarocchi e ne sente scorrere la forza attraverso il corpo e la mente. Trema.
- Cosa vuoi sapere? Chiedi...-
- Voglio sapere dell'unica persona che ho amato... il perché...-
- Va bene... ora iniziamo. -
Il Cartomante prende una carta da sotto e la dispone sul tavolo, poi la gira.

La Papessa. Capovolta.
Ha un brivido, il cuore in gola.
- Era una lei? Una donna?! -
- Sì. Una donna. La mia... -
- Eccola... Questa è lei, bella e disperata, desiderata da tutti e infelice proprio per questo: era incapace di negarsi ... la sua maledizione... ognuno voleva averla per sé, anche con l'inganno, ma era uno spirito libero, ribelle, e al contempo fragile, cercare di modificare la sua indole era sbagliato, voleva protezione ma qualcuno ha fatto azioni che non avrebbe dovuto...-
Prende una seconda carta, la dispone sul tavolo e poi la gira.

L'Innamorato. Capovolto.
- Eccoci... L'amore malato in questo caso. Gli Amanti e ... le Amanti, giusto? Tu e lei... lei che ti sfuggiva e non riuscivi a controllare, la tua gelosia e la sua pazzia... lei che scappa e si rifugia in qualcun'altro... -
- Tu Cartomante... sei tu quel qualcun'altro... tu me l'hai portata via!! -
Lui trasale, capisce tutto ora. Sente il cuore battergli in gola: volevano la stessa donna! Lei incapace di domarla, lui che la lega a sé con la menzogna!
- Io ... tu... è lei! Mi stai chiedendo di lei! Ora comprendo tutto! L'amavamo ambedue, è questo il collegamento fra noi, vero?
L'amavamo ma non siamo riusciti a proteggerla!
Io ho commesso un errore imperdonabile e lo riconosco... ma qual è il tuo? Orgoglio? Lei che ti tradiva e non lo sopportavi? Non era colpa sua, era nella sua natura. L'hai lasciata fuggire e lei era indifesa! Dovevi accettarla, dovevi difenderla, tutti noi abbiamo dei limiti, tutti! -
- Non voglio le tue attenuanti... Vai avanti... cosa vedi ora? -

Lo Scorpione.
- Questa carta riguarda me, da quando lei è morta io sono l'uomo dello Scorpione, l'uomo dalla morte annunciata.
L'aspettavo... da quel giorno aspettavo che si svelasse ed eccola qui ora, mostrarsi nel momento in cui sei comparsa davanti a me... con i tuoi occhi profondi come l'abisso!
Tu hai portato questa carta... tu mi darai la morte. -
- Continua... -

Le Trombe.
- L'ultimo dei quaranta arcani delle Minchiate, le Trombe del Giudizio Universale. E' significativo... ma sai? Sto leggendo il tuo quesito e vedo il mio destino... chi sei veramente? Chi vendichi veramente? Lei... e la sua morte o il tuo orgoglio ferito? -
- Finisci il tuo lavoro... torna a lei...-

Il Mondo. Capovolto.
- Il Disastro. Io lo accetto pienamente, ma tu? Sarai in grado di rigenerarti? Non lo so... vedo una gran nebbia davanti a te, cammini senza meta.
Io ti servivo come oggetto del tuo odio, come capro espiatorio, ma poi?... l'attimo dopo che sarò morto? Verso chi indirizzerai il tuo astio? Il tuo dolore?
Tu l'hai abbandonata, hai permesso che arrivasse a me e che io, come un apprendista stregone, cercassi di modificare il suo destino... tu sei colpevole quanto me!

Lei si alza in piedi! Le fiamme d'ira negli occhi.
Con una mano rovescia le carte dal tavolo!
- Farnetichi! Sei solo un mistificatore! La colpa è solo tua! Dovrai pagare per quello che hai fatto e ti maledico augurandoti la morte!
Tu l'hai uccisa con le tue sperimentazioni e ambizioni di onnipotenza! Io l'amavo davvero, tu l'hai solo usata, usavi il suo corpo per il tuo piacere, come tutti gli uomini che l'hanno posseduta! -

Il Cartomante si alza in piedi, atterrito, sconvolto, tremante!
- Non dovevi toccare le carte! Hai rotto il cerchio. Tu sei pazza e non sai cosa hai provocato! Non dovevi farlo! No... Non dovevi...-

Rantola ora mentre porta le mani al petto, i battiti veloci che sentiva in gola si fanno irregolari, profondi. Un dolore immane lo fa contorcere... geme, spalanca gli occhi e ricade pesantemente sulla sedia.
La testa con un contraccolpo sbatte sul tavolo,  sulle ultime carte rimaste.
Il Cartomante è morto.

Lei lo guarda abbandonare la vita senza muovere un dito, senza emozione, senza rabbia o soddisfazione. Esce dal locale veloce.
Cammina senza meta, cammina nella nebbia che si è alzata. Cammina nella notte.
Anche questa volta il Cartomante ha peccato di presunzione, pensando che in quelle carte si svelasse il suo destino, senza capire che dal momento in cui lei è morta, entrambi i destini si sono legati.
Pazzia, orgoglio, dolore, abbandono.
La donna continua a camminare. Arriva sul ponte.
Sapeva che sarebbe arrivata la resa dei conti, rigenerazione o morte.
Sente freddo adesso.
Scavalca la balaustra e vola.
Vola. Come nel suo sogno.


https://youtu.be/BHRyMcH6WMM
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scritto il
2019-05-21
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