Il passaggio a livello - 4a parte
di
alicerotica
genere
incesti
...non vidi piu' la testa ma sentii un umidiccio strano sfiorarmi il fiorellino, non so descrivervi bene cio' che probabilmente provai a quel contatto ma fu un brivido misto a scosse elettriche che mi pervasero la schiena, un uomo mi stava leccando li, mio nonno!!!
Sentii che con le mani la apriva un po' e dapprima la lingua la tittillava solamente poi sentii proprio le leccate piene.
Io avevo gli occhi chiusi e cavoli mi piaceva da matti quello che mi stava facendo non opponevo nessun tipo di resistenza e anzi fu lui a dire:
"Cavolo angelica sei una porcellina nata lo sai? Ti stai bagnando tutta!"
"E che vuol dire risposi io?"
"Che ti piace tesoro che stai godendo..."
Si e' vero stavo godendo nella mia innocenza quelle sensazioni non le avevo mai provate ma era bello volevo non finisse mai e d'altronde siamo un po' tutti cosi nel mondo le cose piacevoli vorremmo non finissero mai.
Quando poi il nonno si soffermo' su quello che poi scoprii era il clitoride li mi iniziarono a scappare mugolii e gemiti mi iniziai ad agitare tutta, mi contorcevo ma non di dolore o fastidio ma di piacere totale estremo, con le mie mani raggiunsi le sue che mi afferravano le cosce e gliele strinsi lui che conosceva l'universo femminile capi' che stavo venendo e aumento' il ritmo della leccata, la faceva andare su e giu' la roteava e la spingeva dentro dandomi un po' fastidio vista la mia verginita' ma ero in estasi finche' non strinsi le gambe quasi a soffocardo e con un aaaaaaaaaaah liberatorio godetti in faccia a mio nonno il quale vidi che rimanendo ancora li leccando un po' disse che si era gustato il mio miele.
Sudata, stremata, con lo sguardo perso nel vuoto del soffitto bianco e col fiatone il nonno venne affianco a me e carezzandomi i capelli mi chiese se mi era piaciuto.
"Secondo te?" risposi io fissandolo negli occhi con un sorrisino furbetto
"Secondo me si e tanto ed e' piaciuto anche a me guarda come mi e' diventato il cazzo"
E si tiro' fuori l'uccello che svettava possente e tutto scappellato con quel glande viola scuro che sembrava quasi mi fissasse, al che lui disse:
"Che ne dici se dai un po' di piacere anche a me?" chiese lui
"E come posso fare?" risposi io
"Beh puoi fare a me quello che io ho fatto a te amore"
"Cioe' ti devo leccare il tuo coso?" domandai io un po' titubante.
"Ma certo, vedrai ti piacera'"
Mentre diceva cosi vedevo che si avvicinava alla mia bocca col suo scettro pulsante e nerboruto ma come mi avvicinai quell'odore forte mi diede un po' fastidio cosi lui ando' verso il lavandino e si sciacquo' in fretta e furia e tornando da me disse:
"Ecco ora e' bello pulito"
Ma non era molto grande come prima e chiesi cosa gli era successo lui rispose che era colpa dell'acqua fredda ma che appena l'avrei preso in bocca avrei rischiato anche di soffocare cosicche' mi avvicinai a cio' che poi sarebbe stato il mio tormento la mia croce e delizia ci diedi una ciucciata fugace alla cappella per testarne il sapore, era salaticcio ce ne diedi un altra pero' lo morsicai lui mi disse:
"Tesoro fai piano non devi morderlo lo devi succhiare e leccare come fosse un gelato il calippo per intenderci"
E io di calippi me n'ero mangiati tanti cosi pensando al calippo aprii la bocca ne presi un po' dentro e succhiai e a quel contatto mio nonno disse:
"Ooooooooooh siiiiiiiiiii"
E lo afferrai con la mano destra e presi a succhiare come fosse il calippo, il sapore salato mi fece salivare cosi mi aiutava a leccarlo visto che all'inizio avevo difficolta' e mentre lo facevo mio nonno mi dava gli accorgimenti da fare, soffermarmi sulla cappella infilare la punta della lingua nel buchetto della cappella girarci intorno nel bordo e cercare il piu' possibile di prenderlo in bocca cosa che pero' quando arrivava quasi in gola mi faceva venire conati di vomito.
Ogni tanto guardavo il nonno che si irrigidiva aveva gli occhi chiusi mugolava, gemeva e poi con la mano mi afferro' dolcemente il capo e mi aiutava a fare su e giu con la testa poi mi lasciava e io glielo leccavo come mi stava insegnando, scivolando lungo l'asta prendendo la cappella in bocca e facendogli succhiate leggere e poi veloci mi disse che sarei diventata la pompinara piu' brava del mondo anche se non sapevo che volesse dire, poi dopo un po' sentii chiaramente che vibrava pensavo stesse male, il suo respiro si era fatto piu affaticato era un continuo gemito solo dopo capii che stava godendo come un dannato le mie ultime succhiate alla cappella furono quelle che provocarono il suo orgasmo e non fece in tempo a levarsi e ricordo la sensazione di pienezza in bocca, sentii un liquido riempirmi la bocca ai primi due getti come per istinto inghiottii tutto poi levandomi mi arrivarono altri 2 schizzi in faccia e nel petto, quella cosa era buona, calda mi piacque sembrava pollo, il nonno cadde stramazzato nel letto esausto ma mi guardava negli occhi io ero un po' frastornata perche' non capivo cosa stava succedendo, mi stesi vicino a lui, guardavo quel liquido che mi colava nel corpo, chiesi al nonno cos'era mi spiego' tutto, poi si alzo' e mi porto' in bagno, mi ripuli' tutta mentre osservavo il suo cazzo gocciolante che tornava quello di un bambino piccolo piccolo e mentre nella mia mente affioravano strani pensieri sul come era stato cosi bello e la voglia di farlo sempre il nonno si complimento' con me
"E brava la mia angelica hai fatto godere il nonno, neanche tua nonna e tua madre hanno saputo fare di meglio ma ci sono ancora delle cosine che imparerai vedrai ci divertiremo io e te..."
Io lo guardavo e sorridevo e fantasticavo su cosa ci potesse essere oltre quello che avevamo appena provato ma nonostante mi spremessi non pensavo a nulla di cio' che in realta' poi successe.
Quella sera mangiammo in silenzio ci guardavamo negli occhi e sorridevamo, si era creata un alchimia particolare, mi sentivo la sua fidanzatina, mi sentivo amata in qualche modo, protetta, e dopo cena andammo a letto ormai io dormivo con lui quella sera ci baciammo a lungo avvinghiati come due salami mentre io toccavo lui e lui toccava me finche' lui non disse:
"Dai adesso dormi che oggi e stata una giornata piena"
Ci rimasi male, eh si proprio male era come se mi avessero tolto un giocattolo feci il broncio lui si avvicino' e disse dai domani lo rifaremo e faremo altre cose promesso.
Mi torno' il sorriso ci demmo la buonanotte, lui spense e si giro' dalla sua parte e io rivolta verso la finestra tra un leggero rumore di grilli e una notte stellata splendida elettrizzata dall'idea di cosa avessi potuto ancora imparare mi lasciai andare a un sonno ristoratore e caddi tra le braccia di morfeo.
Fine 4a parte - commentate :-)
Sentii che con le mani la apriva un po' e dapprima la lingua la tittillava solamente poi sentii proprio le leccate piene.
Io avevo gli occhi chiusi e cavoli mi piaceva da matti quello che mi stava facendo non opponevo nessun tipo di resistenza e anzi fu lui a dire:
"Cavolo angelica sei una porcellina nata lo sai? Ti stai bagnando tutta!"
"E che vuol dire risposi io?"
"Che ti piace tesoro che stai godendo..."
Si e' vero stavo godendo nella mia innocenza quelle sensazioni non le avevo mai provate ma era bello volevo non finisse mai e d'altronde siamo un po' tutti cosi nel mondo le cose piacevoli vorremmo non finissero mai.
Quando poi il nonno si soffermo' su quello che poi scoprii era il clitoride li mi iniziarono a scappare mugolii e gemiti mi iniziai ad agitare tutta, mi contorcevo ma non di dolore o fastidio ma di piacere totale estremo, con le mie mani raggiunsi le sue che mi afferravano le cosce e gliele strinsi lui che conosceva l'universo femminile capi' che stavo venendo e aumento' il ritmo della leccata, la faceva andare su e giu' la roteava e la spingeva dentro dandomi un po' fastidio vista la mia verginita' ma ero in estasi finche' non strinsi le gambe quasi a soffocardo e con un aaaaaaaaaaah liberatorio godetti in faccia a mio nonno il quale vidi che rimanendo ancora li leccando un po' disse che si era gustato il mio miele.
Sudata, stremata, con lo sguardo perso nel vuoto del soffitto bianco e col fiatone il nonno venne affianco a me e carezzandomi i capelli mi chiese se mi era piaciuto.
"Secondo te?" risposi io fissandolo negli occhi con un sorrisino furbetto
"Secondo me si e tanto ed e' piaciuto anche a me guarda come mi e' diventato il cazzo"
E si tiro' fuori l'uccello che svettava possente e tutto scappellato con quel glande viola scuro che sembrava quasi mi fissasse, al che lui disse:
"Che ne dici se dai un po' di piacere anche a me?" chiese lui
"E come posso fare?" risposi io
"Beh puoi fare a me quello che io ho fatto a te amore"
"Cioe' ti devo leccare il tuo coso?" domandai io un po' titubante.
"Ma certo, vedrai ti piacera'"
Mentre diceva cosi vedevo che si avvicinava alla mia bocca col suo scettro pulsante e nerboruto ma come mi avvicinai quell'odore forte mi diede un po' fastidio cosi lui ando' verso il lavandino e si sciacquo' in fretta e furia e tornando da me disse:
"Ecco ora e' bello pulito"
Ma non era molto grande come prima e chiesi cosa gli era successo lui rispose che era colpa dell'acqua fredda ma che appena l'avrei preso in bocca avrei rischiato anche di soffocare cosicche' mi avvicinai a cio' che poi sarebbe stato il mio tormento la mia croce e delizia ci diedi una ciucciata fugace alla cappella per testarne il sapore, era salaticcio ce ne diedi un altra pero' lo morsicai lui mi disse:
"Tesoro fai piano non devi morderlo lo devi succhiare e leccare come fosse un gelato il calippo per intenderci"
E io di calippi me n'ero mangiati tanti cosi pensando al calippo aprii la bocca ne presi un po' dentro e succhiai e a quel contatto mio nonno disse:
"Ooooooooooh siiiiiiiiiii"
E lo afferrai con la mano destra e presi a succhiare come fosse il calippo, il sapore salato mi fece salivare cosi mi aiutava a leccarlo visto che all'inizio avevo difficolta' e mentre lo facevo mio nonno mi dava gli accorgimenti da fare, soffermarmi sulla cappella infilare la punta della lingua nel buchetto della cappella girarci intorno nel bordo e cercare il piu' possibile di prenderlo in bocca cosa che pero' quando arrivava quasi in gola mi faceva venire conati di vomito.
Ogni tanto guardavo il nonno che si irrigidiva aveva gli occhi chiusi mugolava, gemeva e poi con la mano mi afferro' dolcemente il capo e mi aiutava a fare su e giu con la testa poi mi lasciava e io glielo leccavo come mi stava insegnando, scivolando lungo l'asta prendendo la cappella in bocca e facendogli succhiate leggere e poi veloci mi disse che sarei diventata la pompinara piu' brava del mondo anche se non sapevo che volesse dire, poi dopo un po' sentii chiaramente che vibrava pensavo stesse male, il suo respiro si era fatto piu affaticato era un continuo gemito solo dopo capii che stava godendo come un dannato le mie ultime succhiate alla cappella furono quelle che provocarono il suo orgasmo e non fece in tempo a levarsi e ricordo la sensazione di pienezza in bocca, sentii un liquido riempirmi la bocca ai primi due getti come per istinto inghiottii tutto poi levandomi mi arrivarono altri 2 schizzi in faccia e nel petto, quella cosa era buona, calda mi piacque sembrava pollo, il nonno cadde stramazzato nel letto esausto ma mi guardava negli occhi io ero un po' frastornata perche' non capivo cosa stava succedendo, mi stesi vicino a lui, guardavo quel liquido che mi colava nel corpo, chiesi al nonno cos'era mi spiego' tutto, poi si alzo' e mi porto' in bagno, mi ripuli' tutta mentre osservavo il suo cazzo gocciolante che tornava quello di un bambino piccolo piccolo e mentre nella mia mente affioravano strani pensieri sul come era stato cosi bello e la voglia di farlo sempre il nonno si complimento' con me
"E brava la mia angelica hai fatto godere il nonno, neanche tua nonna e tua madre hanno saputo fare di meglio ma ci sono ancora delle cosine che imparerai vedrai ci divertiremo io e te..."
Io lo guardavo e sorridevo e fantasticavo su cosa ci potesse essere oltre quello che avevamo appena provato ma nonostante mi spremessi non pensavo a nulla di cio' che in realta' poi successe.
Quella sera mangiammo in silenzio ci guardavamo negli occhi e sorridevamo, si era creata un alchimia particolare, mi sentivo la sua fidanzatina, mi sentivo amata in qualche modo, protetta, e dopo cena andammo a letto ormai io dormivo con lui quella sera ci baciammo a lungo avvinghiati come due salami mentre io toccavo lui e lui toccava me finche' lui non disse:
"Dai adesso dormi che oggi e stata una giornata piena"
Ci rimasi male, eh si proprio male era come se mi avessero tolto un giocattolo feci il broncio lui si avvicino' e disse dai domani lo rifaremo e faremo altre cose promesso.
Mi torno' il sorriso ci demmo la buonanotte, lui spense e si giro' dalla sua parte e io rivolta verso la finestra tra un leggero rumore di grilli e una notte stellata splendida elettrizzata dall'idea di cosa avessi potuto ancora imparare mi lasciai andare a un sonno ristoratore e caddi tra le braccia di morfeo.
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