Orgia fra Amici: Culi Profondi e Parametri da Rivedere...
di
Patrizia V.
genere
orge
La faccio stendere a pancia in giù sull’altro divano.
- Non c’è bisogno che allarghi le gambe, tesoro – le sussurro all’orecchio sistemandole un cuscino sotto il pancino – Useremo solo l’altro buco...
Lei annuisce, languida.
Le salgo sopra sedendomi sulle sue cosce con un ginocchio da una parte e uno dall’altra, e appoggio il mio membro di lattice grondante di lubrificante nel solco delle sue natiche elastiche.
- Non farmi male, ti prego...
Poverina.
- Stai tranquilla, tesoro... – cerco di rassicurarla – È questione di un momento.
Già; più o meno...
Il problema, prendendolo nel culo, è rilassarsi. Purtroppo chi lo prende per la prima volta, è rattrappito dalla paura e stringe istintivamente lo sfintere; è soprattutto per questo che fa male. Piero non si aspettava quel che gli è capitato, e in pratica gli sono entrato dentro prima che potesse rendersene conto, quindi per lui il dolore è stato relativo. La povera Carla, invece...
Appoggio il glande di lattice bagnato alla rosellina dell’ano, le allargo le chiappe con le mani, e poi schiaccio a forza il cazzo di gomma dentro il buco stretto di lei, spingendo energicamente con i fianchi fino a far scomparire la testa all’interno dell’ano.
- AAAGHHHHH!!! – grida la povera donna, sentendosi sfondare da un membro grosso quasi il doppio di quello di suo marito, che l’aveva penetrata analmente una volta sola e diverso tempo prima. Non è un buco vergine, ma poco ci manca...
Sverginare un culo mi piace quasi quanto spulcellare un’adolescente; per fortuna però accade molto più spesso, visto che il sesso anale è ancora praticato solo occasionalmente e capita di incontrare molti più partner ambosessi col culo sano che non ragazzine desiderose di essere iniziate ai piaceri del sesso fra donne.
Quindi è con gusto spietatamente egoista che affondo tutto il mio grosso nerbo di gomma nel culo della povera Carla, strappandole un urlo raccapricciante, molto più forte di quello di suo marito.
Fra l’altro, oltre a essere consapevole dell’imminente sodomizzazione, lei è anche fisicamente molto più minuta del marito, e per lei prendere un arnese così sovradimensionato è assai più doloroso.
D’altra parte, come dicevo prima, noi donne siamo molto più brave dei maschi ad affrontare il dolore fisico.
Infatti la Carla singhiozza, versa un paio di lacrimoni che segnano il divano, e poi accoglie dentro di sé l’intera massa di gomma del mio dildo esterno.
Mi piego a baciarla dietro l’orecchio e le sussurro: - Sei stata brava...
Lei singhiozza di nuovo: - Non ti muovere ancora, ti prego...
- Ma certo – la rassicuro – Ora ce l’hai tutto dentro. Rilassati, e vedrai che fra poco sarà solo piacere...
Lascio che i tessuti si decontraggano e che il retto si abitui alla voluminosa intrusione.
Poi, lentamente, comincio a muovermi dentro di lei, rimestando con lo strapon dentro le sue budella, e anche dentro le mie. Come girare il mestolo nel paiolo della polenta.
Non la sto ancora scopando: sono solo alla ricerca delle zone erogene, sue e mie... Così facendo, abituo anche le sue carni a quell’accoppiamento contro natura.
Quando mi accorgo che lei ha smesso di piangere, e io sono ben sicura dell’angolatura corretta per stimolare il mio punto G con il dildo interno, comincio lentamente ad estrarre la verga dal buco di Carla.
Lei trattiene il fiato e si aggrappa disperatamente al cuscino del divano, poi emette un lamento prolungato quando la penetro nuovamente.
Lentamente, comincio a fotterla in culo: con un’escursione minima all’inizio, poi via via sempre più profonda, ma ad un ritmo costante. Ad ogni affondo vario leggermente l’angolo di penetrazione cercando di individuare il suo punto G: ho un’idea di massima di dove si trovi, ma devo aggiustare i miei movimenti in base ai lamenti e ai gemiti di piacere della mia amante.
Quando i secondi superano i primi, comincio ad aumentare il ritmo con cui la pesto nel culo, e lei comincia a gridare sempre più forte.
Non sa neppure lei se gridi di piacere o di dolore: probabilmente prova ancora entrambi. Ma si sa, infliggere un filo di dolore a una donna possedendola, è come aggiungere la giusta dose di olio piccante sulla pasta o sulla pizza: moltiplica il suo gusto...
Sono ben salda sulle mie ginocchia, a cavalcioni delle cosce chiuse di Carla, e la inculo con forza spingendo con i fianchi fra le sue natiche sode ed elastiche, che tengo aperte con le mani: vedo la verga di gomma durissima che entra ed esce dal buco ormai sfondato mentre lei si lamenta debolmente a ogni affondo e a ogni successiva estrazione... Il grosso dildo esterno è ancora ben lubrificato e scivola abbastanza facilmente nelle carni straziate della povera donna che subisce senza opporre nessuna resistenza quel rapporto crudele e contro natura.
Io ci sto prendendo sempre più gusto, e a giudicare dal tono dei suoi lamenti direi anche lei.
Poi alzo lo sguardo intuendo una nuova presenza, e vedo che Piero è davanti a noi, ritto fra i due divani, che ci osserva allibito.
Deve aver finito di alleviare il bruciore al suo buco, ed è tornato nel soggiorno solo per trovare sua moglie che si fa sodomizzare a sua volta.
Di cosa si lamenta: in fondo era lui quello che voleva fare scambio di coppia, e sempre lui quello che si è divertito a più riprese con il lato B di Elena... Non può certo aspettarsi che quello di sua moglie sia off limits per gli altri!
Gli strizzo l’occhio mentre mi godo il culo di sua moglie, e per un attimo mi chiedo se non ci rovinerà tutto con una reazione violenta... Spero per il suo bene di non dover passare dalla sodomia al karate.
Poi anche Carla si accorge di lui attraverso il velo delle lacrime, e sempre aggrappata al cuscino con le nocche ormai bianche gli fa: - Ugh! Non guardarmi con quella faccia, Piero... Cosa credi, che piaccia solo a te prenderlo dietro?
Lui sposta lo sguardo inebetito dal volto stravolto di sua moglie al dildo che entra ed esce dal suo buco e poi di nuovo a lei.
- Ma... Ma con me non hai più voluto farlo...
Lei singhiozza e solleva leggermente il capo: - Immagino che dovessimo semplicemente trovare tutti e due qualcuno capace di farcelo per primo nel modo giusto...
Lui sospira, vinto. Non è stato capace di iniziare lui sua moglie ai piaceri di Sodoma, e al posto suo ha dovuto provvedere una donna. La stessa che ha rotto il culo anche a lui.
L’idea mi riempie di soddisfazione, e mi spinge ad accelerare il ritmo della monta.
- Oohhh! – guaisce Carla – Pat, così mi fai male... Mi piace... Mi piace...
Adoro portare via la moglie ad un maschio non abbastanza virile da appagarla... E dimostrare a lui e a tutti di essere più maschia di lui: mi eccita un casino.
Alle spalle del cornuto rottoinculo vedo che anche Elena e Guido ci osservano divertiti: sono ancora stesi sul divano dove ci siamo ammucchiati come bestie tutti e cinque mezz’ora prima, nudi e abbracciati affettuosamente come un marito e una moglie capaci di soddisfarsi a vicenda, e mutualmente consapevoli delle rispettive sessualità.
Evidentemente, lo scambismo non è per tutti: fra Carla e Piero, era lui quello ansioso di praticarlo, ma alla fine era solo lei quella realmente capace di sperimentarlo nella pratica.
Immagino che, ammesso che il loro matrimonio sopravviva a quest’esperienza traumatica, i loro rispettivi ruoli cambieranno drasticamente...
Oh, beh: cazzi loro.
Direi che i padroni di casa apprezzano la scena che stiamo offrendo loro, perché Elena è scesa lungo il corpo di suo marito e gli ha preso in bocca l’uccello mezzo spento: pare che la mia amica etero ha deciso di non averne ancora abbastanza... Volevo ben dire!
Mentre continuo a trapanare il culo di Carla non smetto di spostare lo sguardo dal marito scornato della mia amante al pompino che Elena sta praticando al suo uomo, e poi di nuovo al buco dentro cui sto stantuffando col mio strapon: la varietà di pensieri mi aiuta a tenere lontano l’orgasmo che mi sta montando in corpo a causa del dildo interno che mi sollecita il punto G, e così anche questa volta è Carla a tagliare per prima il traguardo, contorcendosi tutta nelle convulsioni del primo orgasmo anale della sua vita.
- Ooh! Oohhh... Oohhh... – grida incredula, dimenandosi contro il divano su cui è schiacciata dal mio peso – Pat... Pat... Pat, mi fai... Mi fai go... OOHHH!!!
La sento godere sotto i miei colpi, e sorrido di soddisfazione per la conquista del suo ultimo buco.
***
Rimango piantata dentro di lei qualche minuto dopo aver interrotto i miei movimenti dentro il suo corpo ormai inerte, rifiatando.
La faccia di Piero che guarda frustrato sua moglie che giace soddisfatta e a culo pieno è di per sé uno spettacolo appagante, ma mi piace ancora di più guardare alle sue spalle: il cazzo di Guido è tornato a svettare aggressivamente nelle fauci esperte di Elena, e sembra nuovamente pronto a far danni dentro una femmina desiderosa di essere farcita.
L’erezione di Guido mi ricorda che in fondo Carla non solo non ha avuto la razione di cazzo che spetterebbe a una moglie scambista in un’orgia fra amici, ma è ancora a corto di un’altra esperienza fondamentale.
Mi abbasso nuovamente su di lei e le sussurro all’orecchio: - Vorresti provare a prenderne due come ha fatto Elena?
Lei pareva morta, ma si rianima di colpo all’idea oscena: - Dici che potrei?
- Hai preso il mio dildo nel culo: puoi sicuramente prendere anche il cazzo di Guido... Guardalo: è di nuovo bello duro e pronto per te!
Lei gira lo sguardo e vede lo splendido membro eretto del mio ex, che Elena sta lappando di gusto.
- Pensi che Elena me lo presterebbe di nuovo?
Sorrido: - Se glie lo chiederemo gentilmente, sicuramente si sacrificherà per una nobile causa...
La mia idea sarebbe quella di far montare Carla da suo marito e da Guido; purtroppo Piero appare ancora traumatizzato, e non sembra in grado di fare la sua parte per soddisfare la moglie.
Elena sospira: - Intanto cominciate a farvela voi due; a lui ci penso io.
Mi sembra un’ottima idea.
In fondo, è a questo che servono le amiche, no? E se c’è una più brava di me a far tirate i cazzi mosci, quella è sicuramente Elena: lei li ciucciava già alle Medie...
Mi sdraio di schiena sul divano dove ho rotto il culo a Carla, e la invito a impalarsi sul mio giocattolo dopo averlo lavato accuratamente e lubrificato di nuovo; lei si siede sul mio grembo fissandomi intensamente negli occhi mentre il grosso dildo le affonda lentamente nella vagina, e io sento il dildo interno che mi massaggia deliziosamente le pareti interne della fica.
- Oohhh...
- Hmmm...
Carla si assesta su di me, lo strapon completamente allogato nelle nostre fiche bollenti, e agita gioiosamente i capelli ricci come fossero una bandiera da stadio dopo un gol.
Io le passo le mani sulle cosce coperte di efelidi, e lei riapre gli occhi e si piega in avanti per baciarmi sulla bocca. Ne approfitto per abbracciarla stretta e stringerla a me: non solo per il piacere di sentire i suoi seni soffici e caldi premuti contro i miei, ma anche per tenerla ferma mentre Guido la prende da dietro.
Sento il divano che si muove sotto di me mentre il pesante maschio sale sopra e si piazza alle spalle di Carla, poi lei s’irrigidisce fra le mie braccia mentre lui si posiziona all’ingresso del suo orifizio.
Il buco deve essere ancora umido e socchiuso: i tessuti non possono essersi ancora ricomposti dopo il nostro accoppiamento di prima, così mi aspetto che la penetrazione non sia troppo dolorosa...
Carla si solleva appena da me, con gli occhi chiusi e i denti stretti, e capisco che il cazzo di Guido le sta lentamente entrando nel culo.
Guido è un inculatore esperto: non per niente l’ho addestrato io, e lui si mantiene in allenamento quotidiano con Elena, che è piuttosto esigente. Avverto indirettamente la pressione anch’io, non solo perché il maschio mi spinge addosso l’intero corpo di Carla mentre la penetra, ma anche perché l’ingombro anomalo nel ventre di lei comprime lo strapon facendo spingere anche il dildo interno che così viene a premere proprio contro il mio punto G... Fantastico.
Carla spalanca gli occhi all’improvviso, e apre anche la bocca in un grido silenzioso, annaspando senza fiato: il cazzo di Guido deve essere arrivato fino in fondo, riempiendole il retto.
Lei mi guarda con espressione stravolta e ansima: - Oh mio dio... Non sono mai stata così piena in vita mia! È incredibile...
Le strizzo un occhio: - Valeva la pena di stringere i denti, no?
Lei annuisce boccheggiando, poi abbassa di nuovo la testa per baciarmi appassionatamente.
Roteo la lingua intorno alla sua, suggendo con gusto la sua saliva mentre la afferro per le chiappe preparandola per la monta; i suoi seni tiepidi premono sui miei, e quando Guido comincia a muoversi lentamente sento l’attrito divino fra i nostri capezzoli.
Sono in una posizione che non occupo spesso, e non sono particolarmente brava a spingere da sotto: all’inizio cerco di assecondare il ritmo di Guido, sollevando le anche quando lui si ritrae dal retto di Carla e abbassandole quando lui le affonda nuovamente dentro, ma mi accorgo che è uno sforzo quasi inutile; allora mi metto comoda a godermi i contraccolpi degli sforzi del maschio fra le chiappe della mia amica, che si ripercuotono deliziosamente nella mia fica attraverso il dildo interno.
Cinque minuti di sandwich, e Carla sta già annaspando in preda a un nuovo orgasmo da paura.
La svizzerotta caccia un urlo rauco e si abbatte stremata su di me, mentre Guido rallenta i suoi colpi per lasciarla rifiatare.
Io mi sono divertita, ma non è da me tenere a lungo un ruolo passivo.
- Guido, ti va se ci scambiamo di posto?
Lui è d’accordo; Carla non riesce neanche a parlare, ma chi tace acconsente e noi diamo per scontato che sia pronta a un nuovo round.
Guido si mette sotto, con la verga ancora bella dura; io la pulisco con un panno umido, la insalivo bene e poi ci faccio accomodare sopra la Carla, che ormai obbedisce come una cagnolina a tutto quello che le dico di fare.
Mentre mi metto a mia volta in posizione, getto uno sguardo sull’altro divano, e noto con poca sorpresa ma molto piacere che Elena ha resuscitato la mascolinità di Piero e si sta succhiando una splendida erezione maschile... Bene: non vorrei che si sentisse esclusa mentre mi diverto assieme a suo marito.
Carla si è perfettamente allogata in fregna il cazzone di Guido, e si sta offrendo a me per la doppia penetrazione, baciando appassionatamente il maschio che le sta sotto e spingendo il culo verso di me.
Io mi godo lo spettacolo di quello splendido culetto alto e stretto che non dimostra più di trent’anni; accarezzo le pallide rotondità che mi si offrono così invitanti, poi apro i due morbidi meloni e ispeziono il buchetto usato da poco.
Ormai, più che un buchetto, è un bucone: è bello spalancato dopo la trapanata che si è appena presa da Guido, e ci posso agevolmente guardare dentro.
Ci sputo sopra per insalivarlo, poi ci spingo all’interno tre dita della mano destra e le roteo leggermente per ammorbidire ulteriormente i tessuti; infine accosto la testa del dildo all’anello sfinterico bello spalancato.
La verga di gomma è ancora intrisa di succo di fica, e non ha bisogno di lubrificazione; per sicurezza sputo ancora nel buco, e poi comincio a spingere.
Carla s’inarca, rincula, getta indietro i capelli e caccia uno strillo acuto quando l’infilzo in mezzo alle chiappe senza usarle le precauzioni del più compiacente Guido.
- Ahiaaa! Pat, sei crudele...
- È vero – sogghigno sadicamente, accarezzandole la groppa – Ma a te piace così, giusto?
- Hmmm... Sì, è vero. Mi piace... Fammi male, ti prego...
Bene: se è lei a chiederlo...
Comincio a muovermi: dapprima lentamente, con escursioni subito profonde dentro e fuori dall’antro sfondato della povera Carla, poi accelerando sempre di più fino a farla urlare di nuovo.
Guido è molto più bravo di me a stare sotto durante un sandwich: lui è grande e grosso, e probabilmente ci è abituato visto che probabilmente il suo arnese è sempre il più grosso quando giocano a tre con Elena (di solito è il cazzo più voluminoso ad andare in fica durante una doppia). Le sue spinte da sotto sono robuste e puntuali, e lui si adatta perfettamente al ritmo che io impongo nelle budella di Carla, così le grida della donna perdono rapidamente la nota di dolore che avevano all’inizio, trasformandosi in espressioni di puro sollazzo.
Allungo una mano per acchiapparle i capelli e la strattono a me come una cavalla mentre le caccio in corpo tutto lo strapon, poi la lascio andare mentre mi ritraggo e lei s’impala completamente sul cazzone di Guido, per poi sfondarla di nuovo senza pietà...
- Aah! Aah! Aahhh... – grida lei, impazzita dalla libidine – Più forte! Spaccatemi tutta! Aahhh...
Sull’altro divano, vedo che Piero ci guarda sconvolto mentre gli sventriamo la moglie; ha il cazzo durissimo, ed Elena lo sta leccando come fosse un cono gelato. Come Guido, si è vuotato le palle da poco e non c’è pericolo che eiaculi prematuramente, così la mia amica se lo sta gustando senza preoccupazioni.
Provo un filo di compassione per il tipo a cui stiamo trapanando la femmina: non vorrei distruggere del tutto la sua autostima; e poi mi sento un po’ in debito con lui dopo essermi divertita con il suo culo.
Lo sapete: io sono generosa, e nelle ammucchiate mi sforzo di essere equa.
È per questo che mi viene spontaneo invitarlo ad unirsi a noi; per questo, e anche perché finora io sono l’unica a non averlo ancora preso nel culo, cosa che per me è davvero inconcepibile...
- Forza, Piero! – lo esorto allegramente – Vieni a prendermi da dietro: ho ancora un buco libero...
Lui s’illumina di colpo: gli sto offrendo l’opportunità di pareggiare i conti, dopo che gli ho fatto il culo con lo strapon...
Non lo faccio mica per lui: io adoro il sesso anale, e Guido è tutto concentrato su Carla, quindi l’unico modo per soddisfare il mio culo affamato è mettere lui al lavoro. E poi, non voglio che la mia nuova amica si debba lamentare che le ho rovinato il maschio.
Elena mi guarda storto quando Piero si alza in piedi per raggiungerci: è la seconda volta che le sottraggo il biondo per farmi scopare.
Ecco cosa succede ad essere generose: c’è sempre qualcuna che si risente!
***
Rallento il mio ritmo indiavolato nel culo di Carla per permettere a suo marito di venirmi dietro, nella stessa posizione in cui io ho infilato lui poco prima.
Piero si sistema un po’ goffamente alle mie spalle, facendo casino nel groviglio delle gambe già presenti sul divano. Sento le sue mani sulle chiappe, lui che me le allarga e mi infila un dito timidamente nel buco come se credesse di trovarlo vergine, poi sento un’imprecazione soffocata...
Perché cazzo ci sta mettendo tanto?
Ficcamelo dentro e inculami, stronzo! Avanti, facciamoci un bel trenino, così questa volta puoi fare tu il capotreno...
Niente.
Non sarà mica che...
Non ci posso credere: Piero ha perso l’erezione. Potrei ucciderlo.
Fortunatamente, Elena si avvede dell’accaduto e interviene prima che le sporchi di sangue il tappeto.
- Calmi, ci penso io – ci fa, alzandosi in piedi anche lei e raggiungendoci sollecita con un’espressione da crocerossina che mi rimanda ai tempi del liceo quando faceva la maestra di pompini con le altre ragazze della scuola.
La padrona di casa si accosta premurosamente al maschio in difficoltà e si piega su di lui; io seguo con difficoltà i suoi movimenti a causa della mia e loro posizione, ma capisco che glielo prende in mano e ricomincia a succhiarlo con impegno per riempire nuovamente di sangue la verga flaccida. Con la destra lo sega mentre succhia, e con la sinistra...
- Uuhhh!
Sento il biondo irrigidirsi alle mie spalle e guardo meglio, insospettita dalle manovre della mia amica; no, non mi sono sbagliata: gli ha infilato un dito nel culo.
Una cura quasi miracolosa: un dito al culo, quattro pompate di mano e una bella succhiata di cappella, e il cazzo di Piero svetta di nuovo in tutta la sua gloria.
Decisamente, in quanto a rizzacazzi, Elena non ha perso niente dai tempi delle superiori.
È lei che me lo appoggia al buco, lei che mi ci sputa sopra, e ancora lei che lo spinge dentro. Ce ne sono poche, di amiche così...
- Aahhh! – grido io, inarcandomi all’indietro mentre lo sento penetrare tutto – Sì, dentro...
Finalmente a culo pieno anch’io!
Restiamo tutti fermi qualche secondo, per dare tempo a Piero di assestarsi nel mio buco, poi lui comincia a muoversi dentro di me e io mi preparo ad aggiustare il mio ritmo al suo.
Piero incula me, io inculo Carla, Carla s’impala su Guido... E Elena?
Non sia mai detto che la mia amica se ne resti attaccata al muro a far tappezzeria: appena si è assicurata che il biondo abbia preso il giusto ritmo nel mio culo, ci accarezza tutti lascivamente e poi si porta in testa al treno per andare a sedersi in faccia a suo marito come aveva fatto la Carla un paio d’ore prima.
Guido ormai c’è abituato, e accoglie con piacere la patatona della moglie sulla faccia, cominciando subito a leccarsela di gusto. In fondo, come dicevo, lui è grande e grosso e può farcela a sopportarci tutti sopra di lui.
Hmmm... Questa sì che è un’ammucchiata come si deve! Il treno è partito in ritardo, ma adesso va che è un piacere...
Non so quanto andiamo avanti; ma sicuramente la corsa dura un bel po’. I maschi sono belli duri e con le palle vuote, e Piero in particolare ha avuto il tempo di riposare fra le braccia accoglienti di Elena prima di assumere l’oneroso compito di tirare il treno, quindi l’ammucchiata è deliziosamente prolungata.
Per una volta, la prima a godere con un urlo strozzato sono proprio io, fulminata da un orgasmo quasi istantaneo generato dall’impatto contemporaneo del dildo interno e del cazzo di Piero sui due lati del mio punto G: una vera esplosione, intensa e profonda, che mi compensa della lunga attesa.
Passano una decina di minuti, durante i quali io sono stata un passivo pezzo di carne con Piero che mi pestava nel culo per sodomizzare attraverso di me la sua Carla, e poi anche lei si sbrodola tutta addosso a Guido, che continua instancabile a fotterla da sotto.
Le grida di Carla mi risvegliano, con il biondo che continua a squassarmi le budella e il dildo interno che mi massaggia deliziosamente la fica: mi aggrappo meglio a Carla, semisvenuta sotto di me, e l’afferro per le tette per sorreggermi meglio.
Il mio cambio di posizione in qualche modo risulta fatale per Piero, che all’improvviso mi sborra nel culo, riempiendomi di schizzi caldi...
Quando anche lui perde il ritmo, stremato dallo sforzo, il mucchio si sfalda.
Lo svizzero ricade all’indietro, svuotandomi il culo quasi di colpo; non più puntellata a lui, io scivolo di fianco sempre aggrappata alle tette di Carla, e la trascino involontariamente con me staccandola da Guido, che finalmente respira un po’.
Mi tiro in piedi con uno sforzo di volontà, aiutando nel contempo la stremata Carla ad alzarsi anche lei; Piero invece rimane seduto a boccheggiare in fondo al divano.
Elena è sempre seduta sulla faccia di suo marito; vedendo il suo cazzo finalmente libero, tutto bello stillante dei succhi vaginali di Carla, si tuffa famelica a prenderlo in bocca e il loro si trasforma in un perfetto – anche se banale – sessantanove coniugale.
Mentre i padroni di casa si soddisfano vicendevolmente con la bocca, io e Carla ispezioniamo i rispettivi fori anali per stimare eventuali danni. Il suo, riempito per quasi un’ora dal mio dildo extralarge, è ormai ridotto a un’autentica voragine: sembra il cratere di una bomba per come è aperto e slabbrato... Non glielo dico, altrimenti c’è il rischio che non voglia farlo più; così gli mollo un bacino e la informo che ha sempre un culetto delizioso.
Benché dubbiosa, lei apprezza il complimento con una risatina, e si piega per controllare me. Ritta in piedi, io spingo indietro il culo appoggiandomi con le mani sulle ginocchia e lei si accoccola per guardare meglio.
La sento aprirmi le chiappe con le mani, e a quel punto la sborrata di Piero mi scappa dal culo finendo tutta in faccia a Carla, insozzandole il viso e le tette.
Io sono un po’ imbarazzata, ma lei scoppia a ridere, rassicurandomi: in fondo si tratta di suo marito.
Poi mi sorprende un’altra volta, passandomi la lingua sul buco spalancato e gocciolante per ripulirlo e succhiarne gli ultimi residui di sperma.
- Aahhh... Bravissima! – ansimo io sentendomi succhiare golosamente il buco del culo – Continua, ti prego. Hmmm...
Non sembra avere nessun problema a leccarmi il culo, e a me piace da impazzire, quindi la lascio continuare finché ne ha voglia, mentre io mi godo la scena di Elena e Guido che si amano a sessantanove con Piero seduto accanto che li osserva a sua volta, spento.
***
Lo spettacolo del culone di Elena bello sollevato mi ispira. In fondo, con la mia vecchia amica non ho ancora fatto niente... Lo so che lei è etero e preferisce così, ma sarebbe la prima volta che passiamo insieme una vacanza e lei la fa franca; così, anche se sono esausta, quando Carla smette di succhiarmi il culo mi accosto alla coppia ancora sul divano dalla parte della testa di Guido.
Lui è intento ad abbeverarsi alla fonte inesauribile di sua moglie e non si accorge di niente; lei invece è a bocca piena dalla parte opposta, così viene colta completamente di sorpresa.
Il suo buco è da decenni bello largo di suo per l’uso e l’abuso che ne fa da sempre la proprietaria, e in più è stato usato di fresco; quindi trovo l’ingresso spalancato.
Prendo la mira, afferro i lombi della mia amica, e le caccio in corpo lo strapon ancora viscido dei liquami intestinali di Carla.
Elena caccia un urlo bestiale, alzando la testa dal pene coniugale per il dolore improvviso e soprattutto per la sorpresa.
Si guarda intorno disorientata: Piero è seduto davanti al suo naso, e non può essere stato lui a inchiappettarla a tradimento, quindi...
- Pat! – mi grida contro, girando la testa per guardarmi da sopra le spalle – Che cazzo fai?
- Ti chiavo in culo, tesoro – sogghigno perfidamente io – Non pensavi mica che mi fossi dimenticata di te, vero?
- Oohhh... – annaspa il puttanone rifatto, a culo pieno ter la terza o quarta volta nel corso della stessa serata – Sei sempre la solta. Lo sai che io... Aahhh! ...preferisco gli uomini... Hmmm...
- Sì, lo so. Ma tu non ti preoccupare e pensa a godere...
Lei se ne fa una ragione e riprende a succhiare il bel cazzone di Guido, che nel frattempo si è accorto anche lui di quanto sta succedendo e ha ripreso a succhiare la spacca gustosa di sua moglie.
Carla è andata a sedersi per terra con le spalle fra le gambe di suo marito; ci osservano tutti e due con aria stanca ma soddisfatta mentre noi bruciamo le ultime energie fra di noi.
Piero sembra aver recuperato un po’ di autostima dopo l’umiliazione che gli ho inflitto sodomizzandolo, e sua moglie appare anche lei non solo sazia, ma anche affezionata a suo marito, come se vedesse sé stessa e lui sotto una luce diversa: mentre mi guarda sorridendo accarezza dolcemente la gamba pelosa del suo uomo, con la sborra che le imbratta il viso che continua a colarle lentamente sul petto...
Elena si contorce dal piacere, trafitta dall’ultimo orgasmo sotto la doppia spinta della lingua di Guido sul clito e del mio strapon nelle budella. Il cazzo del maschio le scappa di bocca, e lui se ne viene a sua volta, sparando un debole schizzo stremato verso il soffitto, che poi ricade sulla schiena della padrona di casa, mentre il resto le cola sulle dita che reggono ancora saldamente l’asta sussultante di piacere...
***
L’orgia è terminata: siamo tutti completamente spompati, e poi sono le tre del mattino: le ragazze saranno a casa fra breve. Elena e Guido non credo vogliano farsi sorprendere in questo stato dalle rispettive figlie, e posso capirli: Franci e Mara sono già abbastanza incasinate così...
Ci solleviamo tutti faticosamente in piedi, e le due coppie si sbaciucchiano amorevolmente per confermarsi il reciproco amore, poi Elena suggerisce di andare a riposare un po’ in camera da letto.
Piero annuisce e chiede se lui e Carla possono restare anche loro per riprendere un po’ le forze prima di tornare in albergo; naturalmente i Chiosa sono d’accordo...
Però Carla si stacca da lui e gli si rivolge con un sorriso.
- Piero, se non ti dispiace, io vado a letto con Pat – gli fa, a bruciapelo – Tu vai pure con i tuoi amici e non ti preoccupare per me: magari ci vediamo più tardi, okay?
Non aspetta risposta e mi prende per mano, gli occhioni nocciola che mandano lampi.
Io indosso ancora gli stivali, e svetto su di lei di tutta la testa; la guardo e leggo tutta la malizia nel suo sguardo...
Sì, decisamente i parametri del rapporto fra lei e suo marito andranno rivisti drasticamente.
Sorrido ai miei amici, faccio spallucce a Piero come per dire che non ci posso fare niente, e me la porto dietro nella camera degli ospiti mentre Elena sorridendo mi fa ciao-ciao con la mano... Ancora una volta lei finisce a letto con tutti e due i maschioni.
Mi chiudo la porta alle spalle e mi volto verso la mia nuova conversa, che mi guarda timidamente, in piedi davanti al letto. Il suo sguardo corre dal mio volto allo strapon che indosso ancora e che lei si è presa ripetutamente un po’ dappertutto.
- Sai, volevo restare ancora un po’ con te, prima di tornare a casa – mi spiega, con un sorriso – Poi, visto che quel coso non si ammoscia mai, magari potremmo...
La faccio adagiare amorevolmente sul letto, e lei si affretta ad allargare le gambe.
Cavolo, sarebbe il caso di farci una doccia, prima di...
Oh beh; la faremo più tardi!
La scopo di nuovo, questa volta alla missionaria, con lei che arriccia le dita dei piedi puntati contro il soffitto. Siamo entrambe stanche morte, ma non rinunciamo a quell’ultima dose di piacere proibito.
Il suo orgasmo è breve, bruciante; il mio quasi doloroso. Ma la soddisfazione che sentiamo è in realtà più profonda, cerebrale, legata alla pura perversione del nostro essere andate a letto insieme al termine dell’orgia collettiva.
Dopo l’amore, ci baciamo delicatamente. Io lascio cadere lo strapon a lato del letto e la stringo forte a me, succhiandole gustosamente la lingua mentre sento sbattere la porta dell’ingresso e le voci concitate delle ragazze che rientrano dalla loro notte brava.
Sono intontita dal sonno, e Carla deve essere ancora più stanca di me, ma mentre mi accarezza amorevolmente il ciuffo mi sussurra paroline dolci.
Poi, all’improvviso, mi chiede dello strapon.
- Cosa? – le faccio, un po’ disorientata – Perché ti interessa?
Non me la immagino attiva nel farlo di nuovo con me, e neppure con un’altra...
Lei mi guarda con un sorriso innocente: - Beh, mi servirà per soddisfare mio marito, no?
- Non c’è bisogno che allarghi le gambe, tesoro – le sussurro all’orecchio sistemandole un cuscino sotto il pancino – Useremo solo l’altro buco...
Lei annuisce, languida.
Le salgo sopra sedendomi sulle sue cosce con un ginocchio da una parte e uno dall’altra, e appoggio il mio membro di lattice grondante di lubrificante nel solco delle sue natiche elastiche.
- Non farmi male, ti prego...
Poverina.
- Stai tranquilla, tesoro... – cerco di rassicurarla – È questione di un momento.
Già; più o meno...
Il problema, prendendolo nel culo, è rilassarsi. Purtroppo chi lo prende per la prima volta, è rattrappito dalla paura e stringe istintivamente lo sfintere; è soprattutto per questo che fa male. Piero non si aspettava quel che gli è capitato, e in pratica gli sono entrato dentro prima che potesse rendersene conto, quindi per lui il dolore è stato relativo. La povera Carla, invece...
Appoggio il glande di lattice bagnato alla rosellina dell’ano, le allargo le chiappe con le mani, e poi schiaccio a forza il cazzo di gomma dentro il buco stretto di lei, spingendo energicamente con i fianchi fino a far scomparire la testa all’interno dell’ano.
- AAAGHHHHH!!! – grida la povera donna, sentendosi sfondare da un membro grosso quasi il doppio di quello di suo marito, che l’aveva penetrata analmente una volta sola e diverso tempo prima. Non è un buco vergine, ma poco ci manca...
Sverginare un culo mi piace quasi quanto spulcellare un’adolescente; per fortuna però accade molto più spesso, visto che il sesso anale è ancora praticato solo occasionalmente e capita di incontrare molti più partner ambosessi col culo sano che non ragazzine desiderose di essere iniziate ai piaceri del sesso fra donne.
Quindi è con gusto spietatamente egoista che affondo tutto il mio grosso nerbo di gomma nel culo della povera Carla, strappandole un urlo raccapricciante, molto più forte di quello di suo marito.
Fra l’altro, oltre a essere consapevole dell’imminente sodomizzazione, lei è anche fisicamente molto più minuta del marito, e per lei prendere un arnese così sovradimensionato è assai più doloroso.
D’altra parte, come dicevo prima, noi donne siamo molto più brave dei maschi ad affrontare il dolore fisico.
Infatti la Carla singhiozza, versa un paio di lacrimoni che segnano il divano, e poi accoglie dentro di sé l’intera massa di gomma del mio dildo esterno.
Mi piego a baciarla dietro l’orecchio e le sussurro: - Sei stata brava...
Lei singhiozza di nuovo: - Non ti muovere ancora, ti prego...
- Ma certo – la rassicuro – Ora ce l’hai tutto dentro. Rilassati, e vedrai che fra poco sarà solo piacere...
Lascio che i tessuti si decontraggano e che il retto si abitui alla voluminosa intrusione.
Poi, lentamente, comincio a muovermi dentro di lei, rimestando con lo strapon dentro le sue budella, e anche dentro le mie. Come girare il mestolo nel paiolo della polenta.
Non la sto ancora scopando: sono solo alla ricerca delle zone erogene, sue e mie... Così facendo, abituo anche le sue carni a quell’accoppiamento contro natura.
Quando mi accorgo che lei ha smesso di piangere, e io sono ben sicura dell’angolatura corretta per stimolare il mio punto G con il dildo interno, comincio lentamente ad estrarre la verga dal buco di Carla.
Lei trattiene il fiato e si aggrappa disperatamente al cuscino del divano, poi emette un lamento prolungato quando la penetro nuovamente.
Lentamente, comincio a fotterla in culo: con un’escursione minima all’inizio, poi via via sempre più profonda, ma ad un ritmo costante. Ad ogni affondo vario leggermente l’angolo di penetrazione cercando di individuare il suo punto G: ho un’idea di massima di dove si trovi, ma devo aggiustare i miei movimenti in base ai lamenti e ai gemiti di piacere della mia amante.
Quando i secondi superano i primi, comincio ad aumentare il ritmo con cui la pesto nel culo, e lei comincia a gridare sempre più forte.
Non sa neppure lei se gridi di piacere o di dolore: probabilmente prova ancora entrambi. Ma si sa, infliggere un filo di dolore a una donna possedendola, è come aggiungere la giusta dose di olio piccante sulla pasta o sulla pizza: moltiplica il suo gusto...
Sono ben salda sulle mie ginocchia, a cavalcioni delle cosce chiuse di Carla, e la inculo con forza spingendo con i fianchi fra le sue natiche sode ed elastiche, che tengo aperte con le mani: vedo la verga di gomma durissima che entra ed esce dal buco ormai sfondato mentre lei si lamenta debolmente a ogni affondo e a ogni successiva estrazione... Il grosso dildo esterno è ancora ben lubrificato e scivola abbastanza facilmente nelle carni straziate della povera donna che subisce senza opporre nessuna resistenza quel rapporto crudele e contro natura.
Io ci sto prendendo sempre più gusto, e a giudicare dal tono dei suoi lamenti direi anche lei.
Poi alzo lo sguardo intuendo una nuova presenza, e vedo che Piero è davanti a noi, ritto fra i due divani, che ci osserva allibito.
Deve aver finito di alleviare il bruciore al suo buco, ed è tornato nel soggiorno solo per trovare sua moglie che si fa sodomizzare a sua volta.
Di cosa si lamenta: in fondo era lui quello che voleva fare scambio di coppia, e sempre lui quello che si è divertito a più riprese con il lato B di Elena... Non può certo aspettarsi che quello di sua moglie sia off limits per gli altri!
Gli strizzo l’occhio mentre mi godo il culo di sua moglie, e per un attimo mi chiedo se non ci rovinerà tutto con una reazione violenta... Spero per il suo bene di non dover passare dalla sodomia al karate.
Poi anche Carla si accorge di lui attraverso il velo delle lacrime, e sempre aggrappata al cuscino con le nocche ormai bianche gli fa: - Ugh! Non guardarmi con quella faccia, Piero... Cosa credi, che piaccia solo a te prenderlo dietro?
Lui sposta lo sguardo inebetito dal volto stravolto di sua moglie al dildo che entra ed esce dal suo buco e poi di nuovo a lei.
- Ma... Ma con me non hai più voluto farlo...
Lei singhiozza e solleva leggermente il capo: - Immagino che dovessimo semplicemente trovare tutti e due qualcuno capace di farcelo per primo nel modo giusto...
Lui sospira, vinto. Non è stato capace di iniziare lui sua moglie ai piaceri di Sodoma, e al posto suo ha dovuto provvedere una donna. La stessa che ha rotto il culo anche a lui.
L’idea mi riempie di soddisfazione, e mi spinge ad accelerare il ritmo della monta.
- Oohhh! – guaisce Carla – Pat, così mi fai male... Mi piace... Mi piace...
Adoro portare via la moglie ad un maschio non abbastanza virile da appagarla... E dimostrare a lui e a tutti di essere più maschia di lui: mi eccita un casino.
Alle spalle del cornuto rottoinculo vedo che anche Elena e Guido ci osservano divertiti: sono ancora stesi sul divano dove ci siamo ammucchiati come bestie tutti e cinque mezz’ora prima, nudi e abbracciati affettuosamente come un marito e una moglie capaci di soddisfarsi a vicenda, e mutualmente consapevoli delle rispettive sessualità.
Evidentemente, lo scambismo non è per tutti: fra Carla e Piero, era lui quello ansioso di praticarlo, ma alla fine era solo lei quella realmente capace di sperimentarlo nella pratica.
Immagino che, ammesso che il loro matrimonio sopravviva a quest’esperienza traumatica, i loro rispettivi ruoli cambieranno drasticamente...
Oh, beh: cazzi loro.
Direi che i padroni di casa apprezzano la scena che stiamo offrendo loro, perché Elena è scesa lungo il corpo di suo marito e gli ha preso in bocca l’uccello mezzo spento: pare che la mia amica etero ha deciso di non averne ancora abbastanza... Volevo ben dire!
Mentre continuo a trapanare il culo di Carla non smetto di spostare lo sguardo dal marito scornato della mia amante al pompino che Elena sta praticando al suo uomo, e poi di nuovo al buco dentro cui sto stantuffando col mio strapon: la varietà di pensieri mi aiuta a tenere lontano l’orgasmo che mi sta montando in corpo a causa del dildo interno che mi sollecita il punto G, e così anche questa volta è Carla a tagliare per prima il traguardo, contorcendosi tutta nelle convulsioni del primo orgasmo anale della sua vita.
- Ooh! Oohhh... Oohhh... – grida incredula, dimenandosi contro il divano su cui è schiacciata dal mio peso – Pat... Pat... Pat, mi fai... Mi fai go... OOHHH!!!
La sento godere sotto i miei colpi, e sorrido di soddisfazione per la conquista del suo ultimo buco.
***
Rimango piantata dentro di lei qualche minuto dopo aver interrotto i miei movimenti dentro il suo corpo ormai inerte, rifiatando.
La faccia di Piero che guarda frustrato sua moglie che giace soddisfatta e a culo pieno è di per sé uno spettacolo appagante, ma mi piace ancora di più guardare alle sue spalle: il cazzo di Guido è tornato a svettare aggressivamente nelle fauci esperte di Elena, e sembra nuovamente pronto a far danni dentro una femmina desiderosa di essere farcita.
L’erezione di Guido mi ricorda che in fondo Carla non solo non ha avuto la razione di cazzo che spetterebbe a una moglie scambista in un’orgia fra amici, ma è ancora a corto di un’altra esperienza fondamentale.
Mi abbasso nuovamente su di lei e le sussurro all’orecchio: - Vorresti provare a prenderne due come ha fatto Elena?
Lei pareva morta, ma si rianima di colpo all’idea oscena: - Dici che potrei?
- Hai preso il mio dildo nel culo: puoi sicuramente prendere anche il cazzo di Guido... Guardalo: è di nuovo bello duro e pronto per te!
Lei gira lo sguardo e vede lo splendido membro eretto del mio ex, che Elena sta lappando di gusto.
- Pensi che Elena me lo presterebbe di nuovo?
Sorrido: - Se glie lo chiederemo gentilmente, sicuramente si sacrificherà per una nobile causa...
La mia idea sarebbe quella di far montare Carla da suo marito e da Guido; purtroppo Piero appare ancora traumatizzato, e non sembra in grado di fare la sua parte per soddisfare la moglie.
Elena sospira: - Intanto cominciate a farvela voi due; a lui ci penso io.
Mi sembra un’ottima idea.
In fondo, è a questo che servono le amiche, no? E se c’è una più brava di me a far tirate i cazzi mosci, quella è sicuramente Elena: lei li ciucciava già alle Medie...
Mi sdraio di schiena sul divano dove ho rotto il culo a Carla, e la invito a impalarsi sul mio giocattolo dopo averlo lavato accuratamente e lubrificato di nuovo; lei si siede sul mio grembo fissandomi intensamente negli occhi mentre il grosso dildo le affonda lentamente nella vagina, e io sento il dildo interno che mi massaggia deliziosamente le pareti interne della fica.
- Oohhh...
- Hmmm...
Carla si assesta su di me, lo strapon completamente allogato nelle nostre fiche bollenti, e agita gioiosamente i capelli ricci come fossero una bandiera da stadio dopo un gol.
Io le passo le mani sulle cosce coperte di efelidi, e lei riapre gli occhi e si piega in avanti per baciarmi sulla bocca. Ne approfitto per abbracciarla stretta e stringerla a me: non solo per il piacere di sentire i suoi seni soffici e caldi premuti contro i miei, ma anche per tenerla ferma mentre Guido la prende da dietro.
Sento il divano che si muove sotto di me mentre il pesante maschio sale sopra e si piazza alle spalle di Carla, poi lei s’irrigidisce fra le mie braccia mentre lui si posiziona all’ingresso del suo orifizio.
Il buco deve essere ancora umido e socchiuso: i tessuti non possono essersi ancora ricomposti dopo il nostro accoppiamento di prima, così mi aspetto che la penetrazione non sia troppo dolorosa...
Carla si solleva appena da me, con gli occhi chiusi e i denti stretti, e capisco che il cazzo di Guido le sta lentamente entrando nel culo.
Guido è un inculatore esperto: non per niente l’ho addestrato io, e lui si mantiene in allenamento quotidiano con Elena, che è piuttosto esigente. Avverto indirettamente la pressione anch’io, non solo perché il maschio mi spinge addosso l’intero corpo di Carla mentre la penetra, ma anche perché l’ingombro anomalo nel ventre di lei comprime lo strapon facendo spingere anche il dildo interno che così viene a premere proprio contro il mio punto G... Fantastico.
Carla spalanca gli occhi all’improvviso, e apre anche la bocca in un grido silenzioso, annaspando senza fiato: il cazzo di Guido deve essere arrivato fino in fondo, riempiendole il retto.
Lei mi guarda con espressione stravolta e ansima: - Oh mio dio... Non sono mai stata così piena in vita mia! È incredibile...
Le strizzo un occhio: - Valeva la pena di stringere i denti, no?
Lei annuisce boccheggiando, poi abbassa di nuovo la testa per baciarmi appassionatamente.
Roteo la lingua intorno alla sua, suggendo con gusto la sua saliva mentre la afferro per le chiappe preparandola per la monta; i suoi seni tiepidi premono sui miei, e quando Guido comincia a muoversi lentamente sento l’attrito divino fra i nostri capezzoli.
Sono in una posizione che non occupo spesso, e non sono particolarmente brava a spingere da sotto: all’inizio cerco di assecondare il ritmo di Guido, sollevando le anche quando lui si ritrae dal retto di Carla e abbassandole quando lui le affonda nuovamente dentro, ma mi accorgo che è uno sforzo quasi inutile; allora mi metto comoda a godermi i contraccolpi degli sforzi del maschio fra le chiappe della mia amica, che si ripercuotono deliziosamente nella mia fica attraverso il dildo interno.
Cinque minuti di sandwich, e Carla sta già annaspando in preda a un nuovo orgasmo da paura.
La svizzerotta caccia un urlo rauco e si abbatte stremata su di me, mentre Guido rallenta i suoi colpi per lasciarla rifiatare.
Io mi sono divertita, ma non è da me tenere a lungo un ruolo passivo.
- Guido, ti va se ci scambiamo di posto?
Lui è d’accordo; Carla non riesce neanche a parlare, ma chi tace acconsente e noi diamo per scontato che sia pronta a un nuovo round.
Guido si mette sotto, con la verga ancora bella dura; io la pulisco con un panno umido, la insalivo bene e poi ci faccio accomodare sopra la Carla, che ormai obbedisce come una cagnolina a tutto quello che le dico di fare.
Mentre mi metto a mia volta in posizione, getto uno sguardo sull’altro divano, e noto con poca sorpresa ma molto piacere che Elena ha resuscitato la mascolinità di Piero e si sta succhiando una splendida erezione maschile... Bene: non vorrei che si sentisse esclusa mentre mi diverto assieme a suo marito.
Carla si è perfettamente allogata in fregna il cazzone di Guido, e si sta offrendo a me per la doppia penetrazione, baciando appassionatamente il maschio che le sta sotto e spingendo il culo verso di me.
Io mi godo lo spettacolo di quello splendido culetto alto e stretto che non dimostra più di trent’anni; accarezzo le pallide rotondità che mi si offrono così invitanti, poi apro i due morbidi meloni e ispeziono il buchetto usato da poco.
Ormai, più che un buchetto, è un bucone: è bello spalancato dopo la trapanata che si è appena presa da Guido, e ci posso agevolmente guardare dentro.
Ci sputo sopra per insalivarlo, poi ci spingo all’interno tre dita della mano destra e le roteo leggermente per ammorbidire ulteriormente i tessuti; infine accosto la testa del dildo all’anello sfinterico bello spalancato.
La verga di gomma è ancora intrisa di succo di fica, e non ha bisogno di lubrificazione; per sicurezza sputo ancora nel buco, e poi comincio a spingere.
Carla s’inarca, rincula, getta indietro i capelli e caccia uno strillo acuto quando l’infilzo in mezzo alle chiappe senza usarle le precauzioni del più compiacente Guido.
- Ahiaaa! Pat, sei crudele...
- È vero – sogghigno sadicamente, accarezzandole la groppa – Ma a te piace così, giusto?
- Hmmm... Sì, è vero. Mi piace... Fammi male, ti prego...
Bene: se è lei a chiederlo...
Comincio a muovermi: dapprima lentamente, con escursioni subito profonde dentro e fuori dall’antro sfondato della povera Carla, poi accelerando sempre di più fino a farla urlare di nuovo.
Guido è molto più bravo di me a stare sotto durante un sandwich: lui è grande e grosso, e probabilmente ci è abituato visto che probabilmente il suo arnese è sempre il più grosso quando giocano a tre con Elena (di solito è il cazzo più voluminoso ad andare in fica durante una doppia). Le sue spinte da sotto sono robuste e puntuali, e lui si adatta perfettamente al ritmo che io impongo nelle budella di Carla, così le grida della donna perdono rapidamente la nota di dolore che avevano all’inizio, trasformandosi in espressioni di puro sollazzo.
Allungo una mano per acchiapparle i capelli e la strattono a me come una cavalla mentre le caccio in corpo tutto lo strapon, poi la lascio andare mentre mi ritraggo e lei s’impala completamente sul cazzone di Guido, per poi sfondarla di nuovo senza pietà...
- Aah! Aah! Aahhh... – grida lei, impazzita dalla libidine – Più forte! Spaccatemi tutta! Aahhh...
Sull’altro divano, vedo che Piero ci guarda sconvolto mentre gli sventriamo la moglie; ha il cazzo durissimo, ed Elena lo sta leccando come fosse un cono gelato. Come Guido, si è vuotato le palle da poco e non c’è pericolo che eiaculi prematuramente, così la mia amica se lo sta gustando senza preoccupazioni.
Provo un filo di compassione per il tipo a cui stiamo trapanando la femmina: non vorrei distruggere del tutto la sua autostima; e poi mi sento un po’ in debito con lui dopo essermi divertita con il suo culo.
Lo sapete: io sono generosa, e nelle ammucchiate mi sforzo di essere equa.
È per questo che mi viene spontaneo invitarlo ad unirsi a noi; per questo, e anche perché finora io sono l’unica a non averlo ancora preso nel culo, cosa che per me è davvero inconcepibile...
- Forza, Piero! – lo esorto allegramente – Vieni a prendermi da dietro: ho ancora un buco libero...
Lui s’illumina di colpo: gli sto offrendo l’opportunità di pareggiare i conti, dopo che gli ho fatto il culo con lo strapon...
Non lo faccio mica per lui: io adoro il sesso anale, e Guido è tutto concentrato su Carla, quindi l’unico modo per soddisfare il mio culo affamato è mettere lui al lavoro. E poi, non voglio che la mia nuova amica si debba lamentare che le ho rovinato il maschio.
Elena mi guarda storto quando Piero si alza in piedi per raggiungerci: è la seconda volta che le sottraggo il biondo per farmi scopare.
Ecco cosa succede ad essere generose: c’è sempre qualcuna che si risente!
***
Rallento il mio ritmo indiavolato nel culo di Carla per permettere a suo marito di venirmi dietro, nella stessa posizione in cui io ho infilato lui poco prima.
Piero si sistema un po’ goffamente alle mie spalle, facendo casino nel groviglio delle gambe già presenti sul divano. Sento le sue mani sulle chiappe, lui che me le allarga e mi infila un dito timidamente nel buco come se credesse di trovarlo vergine, poi sento un’imprecazione soffocata...
Perché cazzo ci sta mettendo tanto?
Ficcamelo dentro e inculami, stronzo! Avanti, facciamoci un bel trenino, così questa volta puoi fare tu il capotreno...
Niente.
Non sarà mica che...
Non ci posso credere: Piero ha perso l’erezione. Potrei ucciderlo.
Fortunatamente, Elena si avvede dell’accaduto e interviene prima che le sporchi di sangue il tappeto.
- Calmi, ci penso io – ci fa, alzandosi in piedi anche lei e raggiungendoci sollecita con un’espressione da crocerossina che mi rimanda ai tempi del liceo quando faceva la maestra di pompini con le altre ragazze della scuola.
La padrona di casa si accosta premurosamente al maschio in difficoltà e si piega su di lui; io seguo con difficoltà i suoi movimenti a causa della mia e loro posizione, ma capisco che glielo prende in mano e ricomincia a succhiarlo con impegno per riempire nuovamente di sangue la verga flaccida. Con la destra lo sega mentre succhia, e con la sinistra...
- Uuhhh!
Sento il biondo irrigidirsi alle mie spalle e guardo meglio, insospettita dalle manovre della mia amica; no, non mi sono sbagliata: gli ha infilato un dito nel culo.
Una cura quasi miracolosa: un dito al culo, quattro pompate di mano e una bella succhiata di cappella, e il cazzo di Piero svetta di nuovo in tutta la sua gloria.
Decisamente, in quanto a rizzacazzi, Elena non ha perso niente dai tempi delle superiori.
È lei che me lo appoggia al buco, lei che mi ci sputa sopra, e ancora lei che lo spinge dentro. Ce ne sono poche, di amiche così...
- Aahhh! – grido io, inarcandomi all’indietro mentre lo sento penetrare tutto – Sì, dentro...
Finalmente a culo pieno anch’io!
Restiamo tutti fermi qualche secondo, per dare tempo a Piero di assestarsi nel mio buco, poi lui comincia a muoversi dentro di me e io mi preparo ad aggiustare il mio ritmo al suo.
Piero incula me, io inculo Carla, Carla s’impala su Guido... E Elena?
Non sia mai detto che la mia amica se ne resti attaccata al muro a far tappezzeria: appena si è assicurata che il biondo abbia preso il giusto ritmo nel mio culo, ci accarezza tutti lascivamente e poi si porta in testa al treno per andare a sedersi in faccia a suo marito come aveva fatto la Carla un paio d’ore prima.
Guido ormai c’è abituato, e accoglie con piacere la patatona della moglie sulla faccia, cominciando subito a leccarsela di gusto. In fondo, come dicevo, lui è grande e grosso e può farcela a sopportarci tutti sopra di lui.
Hmmm... Questa sì che è un’ammucchiata come si deve! Il treno è partito in ritardo, ma adesso va che è un piacere...
Non so quanto andiamo avanti; ma sicuramente la corsa dura un bel po’. I maschi sono belli duri e con le palle vuote, e Piero in particolare ha avuto il tempo di riposare fra le braccia accoglienti di Elena prima di assumere l’oneroso compito di tirare il treno, quindi l’ammucchiata è deliziosamente prolungata.
Per una volta, la prima a godere con un urlo strozzato sono proprio io, fulminata da un orgasmo quasi istantaneo generato dall’impatto contemporaneo del dildo interno e del cazzo di Piero sui due lati del mio punto G: una vera esplosione, intensa e profonda, che mi compensa della lunga attesa.
Passano una decina di minuti, durante i quali io sono stata un passivo pezzo di carne con Piero che mi pestava nel culo per sodomizzare attraverso di me la sua Carla, e poi anche lei si sbrodola tutta addosso a Guido, che continua instancabile a fotterla da sotto.
Le grida di Carla mi risvegliano, con il biondo che continua a squassarmi le budella e il dildo interno che mi massaggia deliziosamente la fica: mi aggrappo meglio a Carla, semisvenuta sotto di me, e l’afferro per le tette per sorreggermi meglio.
Il mio cambio di posizione in qualche modo risulta fatale per Piero, che all’improvviso mi sborra nel culo, riempiendomi di schizzi caldi...
Quando anche lui perde il ritmo, stremato dallo sforzo, il mucchio si sfalda.
Lo svizzero ricade all’indietro, svuotandomi il culo quasi di colpo; non più puntellata a lui, io scivolo di fianco sempre aggrappata alle tette di Carla, e la trascino involontariamente con me staccandola da Guido, che finalmente respira un po’.
Mi tiro in piedi con uno sforzo di volontà, aiutando nel contempo la stremata Carla ad alzarsi anche lei; Piero invece rimane seduto a boccheggiare in fondo al divano.
Elena è sempre seduta sulla faccia di suo marito; vedendo il suo cazzo finalmente libero, tutto bello stillante dei succhi vaginali di Carla, si tuffa famelica a prenderlo in bocca e il loro si trasforma in un perfetto – anche se banale – sessantanove coniugale.
Mentre i padroni di casa si soddisfano vicendevolmente con la bocca, io e Carla ispezioniamo i rispettivi fori anali per stimare eventuali danni. Il suo, riempito per quasi un’ora dal mio dildo extralarge, è ormai ridotto a un’autentica voragine: sembra il cratere di una bomba per come è aperto e slabbrato... Non glielo dico, altrimenti c’è il rischio che non voglia farlo più; così gli mollo un bacino e la informo che ha sempre un culetto delizioso.
Benché dubbiosa, lei apprezza il complimento con una risatina, e si piega per controllare me. Ritta in piedi, io spingo indietro il culo appoggiandomi con le mani sulle ginocchia e lei si accoccola per guardare meglio.
La sento aprirmi le chiappe con le mani, e a quel punto la sborrata di Piero mi scappa dal culo finendo tutta in faccia a Carla, insozzandole il viso e le tette.
Io sono un po’ imbarazzata, ma lei scoppia a ridere, rassicurandomi: in fondo si tratta di suo marito.
Poi mi sorprende un’altra volta, passandomi la lingua sul buco spalancato e gocciolante per ripulirlo e succhiarne gli ultimi residui di sperma.
- Aahhh... Bravissima! – ansimo io sentendomi succhiare golosamente il buco del culo – Continua, ti prego. Hmmm...
Non sembra avere nessun problema a leccarmi il culo, e a me piace da impazzire, quindi la lascio continuare finché ne ha voglia, mentre io mi godo la scena di Elena e Guido che si amano a sessantanove con Piero seduto accanto che li osserva a sua volta, spento.
***
Lo spettacolo del culone di Elena bello sollevato mi ispira. In fondo, con la mia vecchia amica non ho ancora fatto niente... Lo so che lei è etero e preferisce così, ma sarebbe la prima volta che passiamo insieme una vacanza e lei la fa franca; così, anche se sono esausta, quando Carla smette di succhiarmi il culo mi accosto alla coppia ancora sul divano dalla parte della testa di Guido.
Lui è intento ad abbeverarsi alla fonte inesauribile di sua moglie e non si accorge di niente; lei invece è a bocca piena dalla parte opposta, così viene colta completamente di sorpresa.
Il suo buco è da decenni bello largo di suo per l’uso e l’abuso che ne fa da sempre la proprietaria, e in più è stato usato di fresco; quindi trovo l’ingresso spalancato.
Prendo la mira, afferro i lombi della mia amica, e le caccio in corpo lo strapon ancora viscido dei liquami intestinali di Carla.
Elena caccia un urlo bestiale, alzando la testa dal pene coniugale per il dolore improvviso e soprattutto per la sorpresa.
Si guarda intorno disorientata: Piero è seduto davanti al suo naso, e non può essere stato lui a inchiappettarla a tradimento, quindi...
- Pat! – mi grida contro, girando la testa per guardarmi da sopra le spalle – Che cazzo fai?
- Ti chiavo in culo, tesoro – sogghigno perfidamente io – Non pensavi mica che mi fossi dimenticata di te, vero?
- Oohhh... – annaspa il puttanone rifatto, a culo pieno ter la terza o quarta volta nel corso della stessa serata – Sei sempre la solta. Lo sai che io... Aahhh! ...preferisco gli uomini... Hmmm...
- Sì, lo so. Ma tu non ti preoccupare e pensa a godere...
Lei se ne fa una ragione e riprende a succhiare il bel cazzone di Guido, che nel frattempo si è accorto anche lui di quanto sta succedendo e ha ripreso a succhiare la spacca gustosa di sua moglie.
Carla è andata a sedersi per terra con le spalle fra le gambe di suo marito; ci osservano tutti e due con aria stanca ma soddisfatta mentre noi bruciamo le ultime energie fra di noi.
Piero sembra aver recuperato un po’ di autostima dopo l’umiliazione che gli ho inflitto sodomizzandolo, e sua moglie appare anche lei non solo sazia, ma anche affezionata a suo marito, come se vedesse sé stessa e lui sotto una luce diversa: mentre mi guarda sorridendo accarezza dolcemente la gamba pelosa del suo uomo, con la sborra che le imbratta il viso che continua a colarle lentamente sul petto...
Elena si contorce dal piacere, trafitta dall’ultimo orgasmo sotto la doppia spinta della lingua di Guido sul clito e del mio strapon nelle budella. Il cazzo del maschio le scappa di bocca, e lui se ne viene a sua volta, sparando un debole schizzo stremato verso il soffitto, che poi ricade sulla schiena della padrona di casa, mentre il resto le cola sulle dita che reggono ancora saldamente l’asta sussultante di piacere...
***
L’orgia è terminata: siamo tutti completamente spompati, e poi sono le tre del mattino: le ragazze saranno a casa fra breve. Elena e Guido non credo vogliano farsi sorprendere in questo stato dalle rispettive figlie, e posso capirli: Franci e Mara sono già abbastanza incasinate così...
Ci solleviamo tutti faticosamente in piedi, e le due coppie si sbaciucchiano amorevolmente per confermarsi il reciproco amore, poi Elena suggerisce di andare a riposare un po’ in camera da letto.
Piero annuisce e chiede se lui e Carla possono restare anche loro per riprendere un po’ le forze prima di tornare in albergo; naturalmente i Chiosa sono d’accordo...
Però Carla si stacca da lui e gli si rivolge con un sorriso.
- Piero, se non ti dispiace, io vado a letto con Pat – gli fa, a bruciapelo – Tu vai pure con i tuoi amici e non ti preoccupare per me: magari ci vediamo più tardi, okay?
Non aspetta risposta e mi prende per mano, gli occhioni nocciola che mandano lampi.
Io indosso ancora gli stivali, e svetto su di lei di tutta la testa; la guardo e leggo tutta la malizia nel suo sguardo...
Sì, decisamente i parametri del rapporto fra lei e suo marito andranno rivisti drasticamente.
Sorrido ai miei amici, faccio spallucce a Piero come per dire che non ci posso fare niente, e me la porto dietro nella camera degli ospiti mentre Elena sorridendo mi fa ciao-ciao con la mano... Ancora una volta lei finisce a letto con tutti e due i maschioni.
Mi chiudo la porta alle spalle e mi volto verso la mia nuova conversa, che mi guarda timidamente, in piedi davanti al letto. Il suo sguardo corre dal mio volto allo strapon che indosso ancora e che lei si è presa ripetutamente un po’ dappertutto.
- Sai, volevo restare ancora un po’ con te, prima di tornare a casa – mi spiega, con un sorriso – Poi, visto che quel coso non si ammoscia mai, magari potremmo...
La faccio adagiare amorevolmente sul letto, e lei si affretta ad allargare le gambe.
Cavolo, sarebbe il caso di farci una doccia, prima di...
Oh beh; la faremo più tardi!
La scopo di nuovo, questa volta alla missionaria, con lei che arriccia le dita dei piedi puntati contro il soffitto. Siamo entrambe stanche morte, ma non rinunciamo a quell’ultima dose di piacere proibito.
Il suo orgasmo è breve, bruciante; il mio quasi doloroso. Ma la soddisfazione che sentiamo è in realtà più profonda, cerebrale, legata alla pura perversione del nostro essere andate a letto insieme al termine dell’orgia collettiva.
Dopo l’amore, ci baciamo delicatamente. Io lascio cadere lo strapon a lato del letto e la stringo forte a me, succhiandole gustosamente la lingua mentre sento sbattere la porta dell’ingresso e le voci concitate delle ragazze che rientrano dalla loro notte brava.
Sono intontita dal sonno, e Carla deve essere ancora più stanca di me, ma mentre mi accarezza amorevolmente il ciuffo mi sussurra paroline dolci.
Poi, all’improvviso, mi chiede dello strapon.
- Cosa? – le faccio, un po’ disorientata – Perché ti interessa?
Non me la immagino attiva nel farlo di nuovo con me, e neppure con un’altra...
Lei mi guarda con un sorriso innocente: - Beh, mi servirà per soddisfare mio marito, no?
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