Il nostro inizio
di
scopertaeros69
genere
trio
Quando penso a come tutto è cominciato, non riesco a credere come possa essere avvenuto con tanta facilità e naturalezza.
Siamo stati sempre una coppia tranquilla, di quelle che incontri sul pianerottolo, con cui dividi quattro chiacchere in ascensore parlando del tempo, che incontri ai colloqui dei genitori perché i tuoi figli frequentano la stessa classe.
Io sono Dante e sono sposato da oltre un ventennio con Elena, abbiamo due splendide bambine che riempiono le nostre giornate, ci completano e non ci permettono di annoiarci.
Sessualmente non ho di che lamentarmi, anche qui, credo siamo una coppia simile a molte altre, abbiamo rapporti con una certa frequenza, sebbene lavoro, famiglia spesso influiscano sulla qualità e tempo.
Siamo una coppia innamorata e questo traspare anche a letto, malgrado mia moglie sia un po’ timida e riservata, nella nostra intimità sa essere un amante appassionata e premurosa, attenta al mio piacere ed io al suo, sessualmente siamo cresciuti insieme.
A letto non mi aveva mai rifiutato nulla con una sola irremovibile eccezione : il culo.
Come ho detto una coppia come tante altre, questo sino a questa estate.
Avevamo preso un bungalow a Marina di Bibione, la scelta era caduta su quel luogo, un po’ perché adoriamo il mare, un po’ perché la struttura aveva delle aree per famiglie che avrebbero permesso ai nostri figli di giocare in sicurezza con alcuni animatori e non ultimo il fatto che una coppia di amici, con figli anch’essi, ci erano già stati e ci tornavano quest’anno.
I bambini frequentavano la stessa scuola delle nostre, per cui non era insolito che giocassero insieme, e spesso andavano a casa loro, ed ai nostri amici questa frequentazione non dispiaceva affatto.
Personalmente avevo tutto quel che desideravo, la mia famiglia, il mare e potermi rilassare insieme a mia moglie.
Due gravidanze avevano reso più generose le forme della bella ragazza di campagna che avevo eletto a compagna, ma è e rimane ancora oggi una bella donna, cosa della quale sono sicuro, visto gli sguardi che ancora attira, di altri uomini, fu proprio questo pensiero che fece nascere in me pian piano un desiderio.
Ci concediamo del buon sesso ogni volta che possiamo, e malgrado la timidezza, lei alla fine si dà totalmente lasciando che l’eccitazione la travolga, rivelando un inaspettata amante appassionata.
Chi la conosce non sospetterebbe mai che quell'irreprensibile, madre di famiglia, a letto possa diventare una torrida femmina, capace di sfiancarmi a volte.
Durante le ferie, complice una maggiore nudità del corpo al sole, l'assenza delle bambine, spesso la convincevo la mattina, quando non il pomeriggio a sgattaiolare nel bungalow, mentre le bambine erano a giocare con i figli dei nostri amici, e visto che lì nessuno ci conosceva, ci lasciavamo andare un po’ di più nell’entusiasmo, insomma il nostro sesso era decisamente più rumoroso.
Adoro sentire gemere Elena sotto le mie spinte o mentre le lecco la fica, a volte per mezz’ore intere, costringendola a cercare di bloccarmi la testa per farmi smettere e darle modo di prendere respiro.
Amo mia moglie e sono appagato dal sentirla godere, sciogliersi e perdere il controllo, apprezzare quello che tutti ignorano ed è riservato vedere solo a me.
La prima settimana ce la spassammo così; i nostri amici con cui ci si vedeva in spiaggia e qualche volta si cenava insieme erano entusiasti delle nostre figle, e noi beh avevamo colto l’occasione.
Fu il venerdì sera della prima settimana, che rientrando da una di queste cene con tutta la famiglia che ci accorgemmo che il bungalow contiguo al nostro era stato occupato, dentro le luci erano accese.
Il pomeriggio del giorno seguente, dopo aver pranzato, le nostre piccole chiesero il permesso di correre dai loro amichetti, al solito non lo negammo.
Rimasti soli Elena prese a rigovernare, io seduto la guardavo, mentre in bikini sciacquava i piatti nell’acquaio, la desideravo, ed il suo culo coperto solo da un triangolo di stoffa era una provocazione.
Mi alzai dalla sedia con il cazzo già in erezione dentro gli slip da bagno diedi un giro di chiave alla porta d’ingresso, mi avvicinai da dietro, l’abbracciai salendo con le mani dai fianchi verso i seni, scoprendo al fine i capezzoli insinuandomi sotto la stoffa. Elena provò una lieve resistenza, ma ormai mi conosce, sa che non desisto se la voglio, e a lei piace sentirsi desiderata, quasi predata, per sciogliersi del tutto.
In breve ero lì a pastrugnare le sue tette generose, baciandole il collo e le spalle, mentre il mio cazzo sfregava contro il solco del suo culo, il suo frutto proibito.
Provò a smettere di fare i piatti per girarsi, ma io le ingiunsi di continuare, di arrivare sino alla fine e così fece, malgrado un paio di stoviglie insaponate rischiarono di scivolarle giù dalle mani più volte.
Appena riuscì a mettere sullo scolatoio l’ultimo piatto, si girò verso di me per mettermi la lingua in bocca.
Presto le misi le mani sulle spalle, per spingerla giù, non si fece pregare, capì subito cosa volevo: partì con un pompino che mi fece gemere, tanto che la feci alzare quasi subito e senza darle tempo le calai gli slip a terra e la misi piegata sul tavolo della cucina.
Sfregai l’asta sul solco del suo culo...quanto lo desideravo, ma poi la infilai con un solo colpo sino in fondo nella fica fradicia, facendole cacciare un piccolo urlo dalla gola.
La presi così con foga senza gentilezza come un grosso felino strazia e si gusta la sua preda, questo di solito le fa perdere la testa ed iniziò a godere rumorosamente, dimentichi che nel vicinato non eravamo più soli.
Iniziammo una scopata furiosa, cambiando spesso posizione e luoghi, fu Elena a darmi il colpo di grazia con un micidiale smorzacandela sul pavimento; le sue tette che ballavano davanti al mio viso erano un invito a mangiarle, ma per quanto tentai non riuscì a mordicchiarle come avrei voluto.
Mia moglie sembrava fuori di sé, insomma se la stava davvero godendo alla grande.
Fu in quel momento che mi uscì di bocca come una fucilata quella frase : “Sei fantastica quando godi come una troia, sembri nata per questo, vorrei vederti impalata su un altro cazzo” .
Elena sgranò gli occhi, piantandomi le unghie nella spalla, le sue spinte diventarono più cadenzate e profonde, venimmo rumorosamente entrambi.
Poco dopo mentre uscivo da lei, con una quantità di umori mai vista prima che colava da entrambi, mi guardò per un attimo e sembrò voler dire qualcosa. Forse avevo tirato troppo la corda? No a lei era piaciuto, aveva goduto moltissimo.
Uu lieve bruciore mi riportò alla realtà, piccole mezzelune rosse si stavano disegnando sulle mie spalle, laddove aveva piantato le unghie.
Ci scambiammo qualche coccola nella doccia, e questo credo rassicurò entrambi, ci rimettemmo i costumi da bagno ed uscimmo per andare in spiaggia.
In quel momento vedemmo il nostro nuovo vicino chino sul vano motore della sua auto, nel posto macchina dinanzi il suo piccolo vialetto.
Realizzammo in quel momento che probabilmente ci aveva sentito; Elena arrossì sino alla radice dei capelli e solo l’abbronzatura la salvò dall’imbarazzo totale, io feci finta di niente, salutai quando quest’ultimo alzò la testa e andammo via.
Il nuovo arrivato era un uomo di una cinquantina d’anni benetenuto, la pelle di chi passa molto tempo al sole, un tatuaggio di una carpa sulla caviglia, capelli cortissimi e brizzolati, un accenno di barba, stava a torso nudo dentro un paio di bermuda ed infradito.
Ebbi il tempo di vederlo mentre dedicava una lunga occhiata a mia moglie e poi, scuotendo la testa con un mezzo sorriso, ritornò al suo lavoro.
Arrivati in spiaggia sotto l’ombrellone Elena eruppe con un “Che figura di merda”, ma non era contrariata, solo a metà tra imbarazzo e divertimento.
Mentre appendevo l’asciugamano all’ombrellone le risposi “Secondo me gli piaci, ti ha guardata a lungo mentre ti allontanavi”, mia moglie a quelle parole si bloccò, il suo sguardo fu per una frazione lo stesso di quando la stavo scopando confessandole quel mio desiderio di vederla con un altro uomo.
Aprì la bocca per dire qualcosa poi ci ripensò e non disse nulla, mi si avvicinò all’orecchio “Sei un porco lo sai?”, la distanzia da me quel tanto per poterla baciare, “Si, ma ho occhi solo per te”.
Quella notte, nonostante le bambine fossero nella stanza attigua, facemmo l’amore anche se le dovetti mettere una mano sulla bocca spesso, la provocai sussurrandole all’orecchio che le sarebbe piaciuto essere scopata dal nostro vicino...non disse nulla, ma le sue unghie piantate di nuovo nelle spalle furono una chiara risposta.
Il mattino seguente avvenne l’inaspettato, mi svegliai intorno alle otto, ed a fianco a me il posto era vuoto, non che ci fosse qualcosa di strano, Elena approfittava spesso del fatto che fossimo tutti ancora a dormire per svolgere alcune faccende domestiche senza noi famiglia tra i piedi; mi alzai e andai in bagno, vidi la lavatrice aperta ed intuii che era andata fuori a stendere il bucato.
Cauto mi avvicinai alla finestra che dava sul lato posteriore, dove c’era un area comune per stenndere i panni e la sentii parlare, ne fui incuriosito, cercai di vedere chi fosse l’interlocutore: sorpresa sorpresa era il nostro vicino!
Non riuscivo a capire bene il discorso, ma il tono mi sembrava molto colloquiale, disteso, ad un certo punto li sentii ridere entrambi, decisi di infilarmi un paio di pantaloncini e una t-shirt e fare la mia comparsa.
Elena era già con il due pezzi addosso con un pareo che la copriva sino al petto, reggeva di lato il catino di plastica del bucato, il nostro vicino le era di fronte in pantaloncini e canotta, li guardai per un attimo ancora non visto, e sì secondo me i due si piacevano...ebbi una mezza erezione al pensiero.
Mi feci sentire mentre arrivavo, i due si girarono verso di me, mia moglie avvampando di gote appena un po’ ...”bene” pensai tra me, mi presentai e appresi a mia volta che il nome del vicino era Aldo, era di Milano, skipper di barche a vela ed era lì da solo, perché vedovo da un paio d’anni.
Erano uno di fronte all’altra, lei portava solo il costume ed il pareo cosa che, in quell’aria frizzante del mattino, che presto sarebbe diventata più afosa, aveva avuto l’effetto di farle indurire i capezzoli che ora puntavano contro il tessuto, una cosa troppo evidente per essere ignorata.
Poco dopo ci allontanammo per rientrare in casa e preparare la colazione per noi e la prole, nel farlo con la coda dell’occhio diedi uno sguardo all’indietro e sono sicuro di aver visto il nostro vicino ammirare il culo di Elena.
Appena in casa, glielo dissi, poi senza troppe cerimonie, la spinsi contro la porta d' ingresso, le tirai su una gamba e mi calai i boxer, la penetrai semplicemente scostando gli slip del bikini, la presi fino a venirle dentro in una sveltina furiosa, credo che fu solo per caso se le nostre figlie non si svegliarono perchè questa volta sono sicuro, ed era quello che volevo, che il nostro vicino ci sentisse chiavare. Come colpo di grazia, sussurrai all'orecchio di mia moglie le cose più oscene, ricevendo da parte sua una risposta del corpo inequivocabile: “Vorrei che Aldo ti potesse vedere adesso, dopo ti lascerei a lui, che ti scopi come una troia”, a quelle parole per sopprimere un urlo più forte piantò i suoi denti sulla mia spalla mugolando contro la pelle. Venimmo entrambi e riuscimmo a ricomporci una decina di minuti prima che la maggiore delle nostre figlie sfregandosi gli occhi venisse da noi per chiedere la colazione.
Un ora dopo eravamo tutti in spiaggia, non appena le bambine si furono allontanate Elena si girò a guardarmi, “sai c'è una cosa che vorrei”, “cosa?” le risposi senza che mi fosse chiaro il contesto dell'affermazione. “Vorrei che Aldo mi costringesse a dargli il culo”, oh questa era davvero bella...”Tu a me non lo hai mai voluto dare” ribattei fintamente contrito, lei sorrise arrossendo un po'. “Sai tu sei autoritario, ma al contempo mi ami molto lo so e non vuoi davvero prevaricarmi” spiegò imbarazzata “Lui insomma sarebbe un estraneo e non credo che avrei il coraggio di negarmi, specie per non fare una brutta figura, ma vorrei anche che quando dovesse succedere tu sia presente”. Lo confesso che ci speravo, ma non avrei mai osato tanto, insomma mi aveva appena confessato l'inconfessabile, inoltre aveva dato per assunto che sì, si sarebbe cercato di fare una cosa in tre con Aldo, uno sconosciuto.
Le bambine l'indomani sera avevano chiesto di poter dormire con gli amichetti nel loro bubgalow all'altro capo della struttura, in modo da poter stare alzate sino a tardi a guardare i fuochi d'artificio...era l'occasione perfetta.
Elena attaccò di nuovo bottone con Aldo e gli propose l'invito a cena precisando che saremmo stati solo noi tre, per l'occasione indossò pure il costume più piccolo che aveva, tale da lasciare scoperte alcuni dei segni dell'abbronzatura. Ovviamente il nostro vicino accettò, non ho idea se sperava di portarsela a letto da solo o aveva intuito che avrebbe avuto una serata interessante a tre.
La serata partì bene, cena alle otto, Aldò bussò puntuale con addosso un paio di bermuda ed una semplice polo, nell'altra mano due bottiglie di Riesling ghiacciato; quando vide che però noi eravamo rimasti in costume da bagno, con la scusa del caldo afoso, chiese se poteva imitarci, naturalmente acconsentimmo. La cena fu conviviale, e resa più fluida dalle due bottiglie di bianco portate dall'ospite, alle quali ne fu aggiunta una terza da noi. Ora bisognava passare al sodo, chiesi senza mezzi termini al nostro vicino se gli piaceva mia moglie, e questo da perfetto gentiluomo si profuse in garbati complimenti, decisi allora di forzargli la mano e gli chiesi se l'avrebbe scopata. Aldo era stato preso un po' in contropiede, non si aspettava una cosa così diretta forse, gli venne in aiuto Elena che si alzò e arrossendo, si tolse il pezzo di sopra del bikini, in un invito piuttosto eloquente. Il vicino ruppe gli indugi e si alzò, guardò me, poi guardò Elena, e poi di nuovo me, che sorrisi annuendo.
Si avvicinò a mia moglie e prese a baciarla, impadronendosi ben presto delle sue tette, dapprima ella si irrigidì, mi cercò con lo sguardo, ma mi vide calmo rilassato e questo fece sì che si lasciò andare lei pure, rispondendo alle carezze e ai baci del suo amante.
In breve si privarono vicendevolmente degli untimi scampoli di stoffa che li coprivano, io feci lo stesso, a quel punto la mia donna si mise in ginocchio per prendere in bocca il cazzo del nostro ospite, non particolarmente dotato in lunghezza, ma decisamente di rispetto in circonferenza, mi posi di fianco a lui per fare si che potesse alternarsi nel bocchino tra i due cazzi.
Non avevo bisogno di ulteriori stimolazioni, ero già molto eccitato per la situazione in sé, mentre Aldo si godeva il magnifico pompino, carezzando la testa di mia moglie.
Invitai tutti a spostarci in camera da letto per stare più comodi sul letto, Elena si distese sulla schiena, io le aprì le cosce ed inizia a leccarla, Aldo si posizionò di lato e glielo rimise in bocca, passammo in questo modo diversi minuti. Sapevo quali percorsi dare alla mia lingua per vincere ogni residua resistenza della mia donna e lo feci deliberatamente, ottenni che il suo pompino divenne appassionato, quasi famelico, ma non volevo che Aldo le venisse in bocca.
Smisi, presi i profilattici e ne porsi uno ad Aldo, dicendogli che era il momento di prenderla, non se lo fece ripetere due volte; rapido indossò il condom sull'asta ancora lucida di saliva e poi si posizionò tra le cosce di Elena, dapprima entrò gentilmente, avvedutosi che era bagnata oscenamente si scatenò in una cavalcata degna di un bull.
La mia donna godeva, urlava, gemeva, senza nessun ritegno, io la ammiravo, era bellissima in quel suo trasfigurarsi di piacere incontrollato, le tenevo una mano che quasi mi stritolava quando gli spasi del piacere la martoriavano di più, ma il meglio doveva ancora venire.
Mi avvicinai ad Aldo e gli sussurrai all'orecchio qualcosa, lui mi annui, si fermò per un istante guardando mia moglie, come se la vedesse per la prima volta, uscì da lei, la fece girare.
Sopraggiunsi io con il contenitore del gel lubrificante, Aldo sporse la mano e gliene spruzzai una dose generosa su di essa; poco dopo si insinuava nel solco del culo facendosi strada tra le natiche.
“Ora ti faccio il culo, tuo marito mi ha detto che sei ancora una verginella, una donna come te non può permetterselo...”.
Vidi Elena tremare di eccitazione, cercarmi con lo sguardo, non so se di supplica per un tardivo ripensamento o di sostegno morale per quella nuova prova.
Aldo fu bravo, riuscì ad entrare dentro di lei un poco alla volta, tuttavia non appena la cappella scomparve dietro la rosellina del buco stretto, non ebbe remora di affondare sino alle palle.
La mia donna urlò, lo pregò di uscire, ma lui, fedele al suo compito e alla mia richiesta e non lo fece, rassicurandola che il peggio era passato e che ormai era dentro, completamente dentro di lei.
Io mi chinai ad iniziare di sditalinarla e il nostro vicino prese a muoversi lentamente; Elena gemeva, respirava rumorosamente, guaiva proprio come una cagna, imploravava di far piano.
La mia mano però era pregna dei suoi umori vaginali, assai copiosi, segnale inequivocabile di un piacere crescente.
Lentamente Aldo incominciò ad incrementare i suoi movimenti, via via più veloci, ed ancora mia moglie mi sorprese, mi attirò a sé cercando con la bocca il mio cazzo, io mi sedetti dinanzi a lei, schiena alla testiera del letto e tenendole la testa la pilotai sulla mia cappella.
Il nostro vicino fu implacabile e deciso nell'incularla, senza sosta sino a venire nel preservativo, quando lo sentii godere, non riuscì più a trattenermi neppure io, inondando la bocca di mia moglie, che inghiottì quasi tutto.
Venne anche lei con un lungo guaito strozzato, tremando sino a crollare spossata sulle lenzuola.
L'ultimo suo tabù era caduto, ci riposammo un po' e poi reiniziammo a giocare, prendendola a turno ed alternandoci tra la sua bocca e la fica per tutta la notte sino all'alba, quando Aldo fece ritorno al suo bungalow.
Dormimmo sino quasi a mezzogiorno, fummo risvegliati dal rientro delle piccole, visto che eravamo in ritardo, andammo tutti e quattro a mangiare qualcosa al chiosco dello stabilimento balneare.
Mentre camminavamo la guardavo da dietro precedermi, vidi il passo malfermo di Elena, ne fui davvero eccitato, ma in quel momento dovetti contenermi.
Più tardi in serata mentre rincasavamo dalla spiaggia le chiesi se andava tutto bene.
“Sono felice di averlo fatto, e mi è piaciuto, io lo rifarei ancora se a te sta bene”
La baciai felice, vederla contenta dell'esperienza ed averla ammirata godere come mai, mi appagava.
“Ho però una condizione...”. Subito pensai che la presa del suo culo sarebbe rimasto un episodio unico, ma ancora mi sbagliavo e mi sorprese.
“Il culo...sarà da adesso in avanti, solo unicamente tuo” .
Capite perchè amo questa donna?
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