Un pomeriggio di ripetizioni 3.0 - quella sera a casa

di
genere
prime esperienze

Mi scuso in anticipi per eventuali errori ortografici.
Storia inventata con nomi di fantasia, pertanto ogni riferimento è puramente casuale.



Il ritorno a casa di Francesca, fu accompagnato da un turbinio di pensieri ed emozioni.
Pensava a Jenny, a quello che aveva passato: era tutto reale? Se l’era sognato?
Certo che no!
Il bacio che si erano scambiate salutandosi, ne era la prova tangibile.
Colei che fino a poche ore prima era semplicemente la prof di letteratura, era divenuta la principale causa di quei formicolii nello stomaco, non appena si materializzava nella sua mente.
Pensare a lei, le dava un brivido, adrenalina, piacere.
Quel pomeriggio, aveva provato emozioni estreme, indescrivibili, ma c’era anche altro ad alimentare questo tumulto emotivo: la sensazione di aver fatto qualcosa “fuori dalle righe”, e questo la eccitava.

Mentre saltava dal un pensiero all’altro, realizzò di essere giunta dentro casa.
Trovò sua madre in cucina, intenta a spadellare.
“Francy, tesoro, finalmente sei qui” disse questa con un sorriso di sollievo.
“Sai, ti stavo per telefonare quando mi è arrivato il tuo messaggio” continuò.
Cazzo! Tempismo perfetto Francesca, pensò la ragazza.
“E’ successo qualcosa? Sono quasi le 20!” domandò sua madre.
Altroché, se è successo! Rispose Francesca nella sua mente.
“Nulla, non ti preoccupare” la rassicurò la ragazza “mi ha invitata a bere qualcosa, dopo lo studio, abbiamo chiacchierato, ed ho perso la nozione del tempo…” concluse lei, ricambiando il sorriso.
“Meno male, iniziavo a preoccuparmi” replicò di rimando sua madre.
“Papà non c’è?” chiese Francesca.
“No, stasera siamo solo tu ed io” rispose “papà è andato a quella cena di lavoro fuori città, penso non lo rivedremo fino a tarda notte” continuò.
“Ho preparato una carbonara! Ce la spariamo assieme davanti alla TV??” propose la donna con entusiasmo.
“Serata tra donne quindi?” sorrise Francesca.
“Certo, piccola! Dai, vai pure a cambiarti, tra poco si mangia” replicò lei.

Francesca sorrise, notando l’entusiasmo da ragazzina di sua madre.
Tra di loro, vi era un legame che andava oltre la relazione genitore/figlio: per lei era anche una sorella maggiore, un’amica. Tutto questo, le faceva tornare in mente un rapporto di amicizia madre figlia, su cui era incentrata una serie tv di qualche anno prima, della quale Francesca aveva visto alcune repliche.
Con Sara (si chiamava così sua madre) nessun segreto. O almeno fino ad oggi.
Come avrebbe potuto raccontarle quello che aveva passato quel pomeriggio? Che le avrebbe detto?
Sai mamma, a dire il vero oggi pomeriggio ho tardato perché ho fatto sesso con la mia insegnante!Io ho fatto godere lei! Lei ha fatto godere me! Più volte! Mi ha masturbato con i piedi mentre solleticava i miei! Sì, hai capito bene: i piedi! Mi sono eccitata con il solletico! E altrettanto mentre lo facevo a lei!
Eh sì, ho fatto anche quello! È stato incredibile!

No, pensò non fosse il modo migliore per un’eventuale confessione.
Su questa riflessione, si spogliò ed entrò in doccia.

Non poté fare a meno di toccarsi, mentre riviveva quei momenti.
Chiuse gli occhi e tornò con la mente sul letto di Jenny. La rivide aggrapparsi alle lenzuola mentre lei le assaggiava gli umori, penetrando con la lingua dentro la vagina e accarezzandole il clitoride.
Sentiva la sua dolce risata, intervallata da mugolii di piacere, mentre le sue dita scorrevano su e giù. Lungo le piante dei piedi. Si rese conto che solleticarla, le aveva dato una carica emozionale che mai avrebbe potuto immaginare. Realizzò che era arrivata a chiedere lo stesso trattamento, godendone enormemente!
Sull’onda di questo tsunami emotivo, contrasse il corpo e ansimò pesantemente quando l’ennesimo orgasmo della giornata l’avvolse, al che finì seduta sul pavimento della doccia, dove rimase alcuni minuti, prima di rialzarsi e terminare il tutto.

Sara stava portando i piatti di spaghetti sul tavolo in salotto, quando arrivò sua figlia.
Notò che indossava già il pigiama ed era a piedi nudi, pertanto concluse che non sarebbe di certo uscita quella sera.
Sara, invece, era in tenuta da casa. Indossava pantaloni di tuta grigio chiaro e una t-shirt color asfalto. Ai piedi misura 38 portava un paio di semplici ciabatte aperte con lieve rialzo dietro.
Non aveva la struttura fisica di Francesca, alta e longilinea.
La sua statura, infatti, era 1,68 m, ma gli anni del nuoto, agonistico prima e amatoriale poi, le avevano permesso di mantenere un ottima forma fisica, tonica e muscolosa ma non esagerata, anzi: aveva delle curve da fare invidiare molte donne.
Età 42 anni, ma portati alla grande.

Dopo aver terminato l’ottima cena, Sara e la figlia si fiondarono sul divano ad angolo. Aveva una dimensione molto tattica, nel caso le persone fossero state due: entrambe, infatti, avrebbero potuto stendere le gambe.
Così fece Sara, che prese posto sul lato destro, sfilò le ciabatte e allungò le estremità verso il centro del divano; Francesca, invece, si sedette proprio nel posto centrale. Non si distese, preferì porsi a gambe incrociate.
Optarono per una commedia romantica e spensero le luci, lasciando solamente alla televisione, il compito di illuminare la stanza.

Trascorsero 20 minuti, il film stava per entrare nel vivo.
Francesca ne era assorta, se non fosse che qualcosa le fece distogliere l’attenzione: sua madre, infatti, con le gambe incrociate, muoveva lentamente i piedi in senso antiorario, arricciando le dita di tanto in tanto.
All’inizio ne fu distratta, poi quasi ipnotizzata.
Si rese conto di non riuscire a distogliere lo sguardo da quella sensuale e provocante danza: sensuale, perché aveva dei modi fantastici; provocante, perché quel movimento la induceva a sfiorarli.
Che cazzo stai facendo? si disse, volgendo lo sguardo nuovamente alla tv.
Sono i piedi di tua madre! Non puoi! Non puoi eccitarti per questo! continuò a ripetersi nella sua mente.
Ma al cuore non si comanda!
Constatò, infatti, che le erano aumentate le palpitazioni e i respiri, seppur in modo contenuto, si fecero affannosi.
Ma che mi sta succedendo? pensò, riprendendo il dialogo con sé stessa.
Perché i suoi piedi? Perché lei? sembrò urlare disperatamente al suo inconscio.
Decise di proseguire il film, invano.
La “danza” proseguiva, come se quei piedi smaltati di rosso fossero consapevoli di quello che stavano alimentando, e vi avessero preso gusto.
Ehi Francy? Non vorresti toccarci? Siamo molto sensibili!
Se avessero parlato, avrebbero detto questo, e chissà che altro.

A Sara, pur concentrata sul film, non sfuggì il fatto che la figlia stesse avendo un atteggiamento un po’ inusuale, al che si rivolse a lei, chiedendo: “Piccola, è tutto ok?”
“Eh? Cosa? Sì, sì… perché?” fu la risposta.
Sara ebbe la conferma che qualcosa c’era, troppo rapida la risposta, troppo alto il volume della voce.
“Mi parevi distratta, sembrava mi fissassi i piedi…”
“Come? No, no, che dici? I piedi? Perché dovrei??” ribatté la ragazza, in un palese stato d’imbarazzo.
Aveva fatto centro al primo colpo! A Francesca piacevano i piedi? Ok, e allora?
“C’è qualcosa che vorresti dirmi?” continuò Sara, conscia di aver toccato un punto importante. Non che lo facesse per soddisfazione, ma doveva sapere. La sua piccola poteva sfogarsi con lei.
“Ti piacciono i miei piedi?” fece ancora.

Francesca era in preda all’imbarazzo, non riusciva ad incrociare lo sguardo della madre, era la sua ultima barriera: sapeva che avrebbe potuto leggerla come un libro aperto.
“…ecco…io... io credo di esserne eccitata…” fece una pausa “…sono attratta dai piedi femminili…”
Sua madre la fissò, non vi era rimprovero o sorpresa, in quello sguardo.
Francesca lo percepì, avvertendo quella sensazione di leggerezza dopo una confessione.
“Per un attimo ho temuto il peggio” disse lei “non hai nulla di cui vergognarti, ognuno è attratto sessualmente da qualcosa, stai tranquilla, ok?” concluse con un sorriso.
Ci fu una breve pausa.
Quindi la donna riprese il discorso.
“Vorresti parlarne?” chiese
“…è un po’ imbarazzante…” rispose la ragazza.
“Beh, provaci… a me puoi dirlo. Ci siamo sempre dette tutto. Per esempio, cosa ti fa eccitare?”
“Scusa?!”
“Poco fa hai detto che credi di esserne eccitata… cos’è che te lo fa provare?”
“Mi prometti di non giudicare?”
“Non l’ho mai fatto”.
“Il solletico”.
“Il solletico… riceverlo intendi? Oppure preferisci essere tu a farlo?”
“Adoro farlo, mi manda su di giri! Mentre riceverlo, beh… è una tortura, dolce e spietata ma… ecco…” s’interruppe Francesca. Stava per vuotare il sacco. Era il passo successivo.
“…qualcuno me l’ha fatto e questo…insomma…” proseguì la frase con lo sguardo, un gioco di espressioni, voleva fosse la madre a dire quella parola.
“Insomma?” incalzò la donna.
“Il solletico ai piedi mi ha portato ad avere un orgasmo. Più di uno!” concluse infine, sospirando.

Sara ascoltò il racconto della figlia. Aveva capito dove sarebbe arrivata, ma voleva sentirglielo dire. Pensò sarebbe stato meglio per lei: esprimerlo le avrebbe tolto quel peso che si portava appresso.

Ci fu silenzio. Non si resero conto di quanto tempo passò. Non molto in realtà, ma alla ragazza sembrò un’eternità.
“Che stai pensando?” Sara si sentì rivolgere questa domanda. Il tono di voce sembrava quello di un condannato, in attesa di una sentenza definitiva. Francesca, infatti, voleva capire cosa le passasse per la testa, dopo una rivelazione di quel tipo.
“A nulla, piccola” fece una pausa “Hai detto ‘piedi femminili’: significa che quest’esperienza l’hai avuta con una ragazza?” chiese.
“Beh, sì…” rispose Francesca.
“E, ti andrebbe di dirmi chi è?”.
“Preferirei di no, al momento. Scusami”.
“Non preoccuparti” disse paziente Sara alla figlia.
La vide abbassare lo sguardo, probabilmente si era rigettata in quel vortice di pensieri, ripensando alla sua esperienza, a quella nuova consapevolezza, rafforzatasi dopo essersi aperta con la lei.
Si rese conto che aveva ancora i piedi accavallati, e di stare ancora roteandoli, a pochi centimetri dalla figlia.
“Prima non hai risposto alla mia domanda: ti piacciono in miei piedi?” chiese Sara.
“Molto, hai appena messo quello smalto?” rispose la figlia.
“Proprio questo pomeriggio, appena rientrata dal lavoro”.
“Ti sta benissimo!”
“Grazie, gioia!” sorrise Sara.
Osservò la figlia, la vide molto più rilassata. Fu così, che decise di provocarla.
“Cosa faresti ai miei piedi?”
“Come?! Che dici? Non potrei, sei mia madre!” rispose lei, spiazzata da quella domanda.
“Ma se non lo fossi? Sono sempre una donna. Anch’io ho dei gusti sessuali, e anch’io amo avere orgasmi!”
Il modo diretto e senza fronzoli di Sara, lascio la figlia basita e senza parole.
“Rispondimi sinceramente” continuò la donna.
“Ecco… li bacerei, li solleticherei soprattutto. Ma dopo vorrei lo stesso” disse Francesca.
“Beh, sono lì vicino a te…” replicò Sara, lasciando intendere un invito implicito a darsi da fare.

Francesca esitò. Era sua madre, le sembrava assurdo e sbagliato allo stesso tempo.
Ma quella cosa aveva preso una piega talmente forte, che la parte razionale della ragazza fu sopraffatta da quella istintiva, che la spingeva in tutt’altra direzione.
Prese metaforicamente a calci l’ultimo dei freni inibitori, e allungò le mani verso i piedi della madre.
Non erano né caldi, né freddi. Aveva un arco plantare lievemente più cavo del normale, ma questo le donava una bella curva. Iniziò a farle un leggero solletico sotto entrambe le piante, che tendevano a fuggire da quelle diaboliche unghiette. La madre, non voleva darle soddisfazione, e cercava di trattenere le risate, sussultando ed emettendo degli sbuffetti di tanto in tanto.
“Non ce la faraahahi!” disse la madre, ma facendolo, si rese conto di essere quasi arrivata al limite di sopportazione.
“Sei tu che non potrai resistere oltre!” disse Francesca, raccogliendo la sfida.
Al che, aumento nettamente la velocità delle sue dita, ottenendo un grido che anticipò un fiume di risate.
“Ahahahahahahahah!!! Basta, basta!! Francy ti pregohohohoh! Ahahahahah!!” la madre era in preda a quella tortura, ma non volle tirare via i piedi. Francesca credeva che forse stava piacendo anche a lei.
Continuò per qualche minuto, prima di interrompere il solletico e prendere in bocca gli alluci.
Iniziò a succhiare prima uno, dopo l’altro, con passione, con decisione.
Alternava quello, con colpi di lingua su tutta la pianta, tra le dita dei piedi.
Prese a succhiare anche le altre.
La foga del momento, non la fece rendere conto che sua madre si stava toccando, stava godendo. I versi che uscivano dalla sua bocca, le diedero la conferma.
E questo la eccitò ancora di più.
Si sdraiò con le gambe di sua madre poggiate sul suo ventre.
Riprese a leccare il piede destro. Con una mano, solleticava il sinistro. Con l’altra, iniziò a masturbarsi.
Era in estasi! Sentiva i mugolii di sua madre che si alternavano con le risate per il solletico.
L’eccitazione di Francesca crebbe incredibilmente nel momento in cui la madre, notando i suoi piedini a portata di mano, iniziò a farle il solletico su entrambe le piante.
Fu devastante!
“Ahahahahahahahahahahaha!! Sìììì!! Sìììì!!! Mmmmmuahahahahahaha!!
La ragazza venne scaraventata in vortice di sensazioni assoluto. Il solletico in quel momento equivalse ad una netta accelerata per il punto di massimo godimento.
Un concerto di risate, fungeva da colonna sonora ad un insolito ma meraviglioso momento erotico madre-figlia, interrotto poi da un urlo liberatorio, quando un gigantesco orgasmo le raggiunse.
I loro corpi vennero attraversati da continui spasmi, travolti da quel fiume in piena di ormoni impazziti!
Francesca, nel frattempo, aveva smesso, di solleticare la madre, che a sua volta aveva fatto lo stesso, non appena il via vai di endorfine, prese a dilagare nei loro corpi, regalando loro uno stato di totale relax e abbandono. I respiri affannosi, si fecero sempre più rari, fino a scomparire.

Sara, si ridestò da quello stato semi-comatoso dopo qualche minuto.
Aveva ancora tra le mani, i piedi di Francesca.
Li carezzò dolcemente, partendo dal dorso e scendendo lungo la pianta.
Dei lievi sussulti, giunsero in risposta a quel leggero solletico.
Sara sorrise ed osservò la figlia. Stava dormendo. Sul suo volto, colse un’espressione serena.
Sarebbe stato il loro piccolo grande segreto.
scritto il
2019-09-25
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