Lo scambio storie dal web
di
Kyknox
genere
scambio di coppia
Vi propongo questa storia ripresa dal web buon divertimento...
Come tutte le prime volte ci sentivamo molto nervosi, non sapevamo cosa ci aspettasse all’interno del locale, ma se immaginate lusso rimarrete sorpresi.Proprio come lo ero io prima di entrare in questo locale di scambisti. Il miglior punto da cui narrare questa storia è dall’inizio: dalla discesa dal taxi, dopo che a cena avevamo un po’ esagerato con la coca per alleviare la tensione.
La mia compagna, Claire, scende dall’autoveicolo mentre io pago il tassista. Siamo molto eleganti e la di lei guêpière, che si intravede dallo spacco della gonna in pelle, rende tutto estremamente eccitante. Il tempo di una sigaretta e di osservare il palazzo che ci avrebbe ospitato per tutta la notte e suoniamo il campanello. Il fatto è che quando fai una cosa per la prima volta ti crei sempre un’aspettativa; e, come spesso succede, l’aspettativa si rivela essere completamente sbagliata, proprio perché è la prima volta. Probabilmente perché influenzati dalla psicologica pellicola del Sommo Maestro Stanley Kubrick – di cui consiglio vivamente la lettura di Doppio Sogno, saggio di Schnitzler che ha ispirato il film –, ci aspettavamo coppie di un certo livello che, in un’atmosfera di condivisione, avessero voglia di flirtare per poi scopare in modi, per così dire, nuovi. La risposta alle nostre congetture si trovava dietro ad una tenda in velluto scuro che divideva la stanza con le casse e il guardaroba dal vero e proprio locale. Lasciate le giacche, e ottenuta la chiave del nostro armadietto e un braccialetto elettronico per le consumazioni, ci tuffiamo nell’ignoto.
Veniamo avvolti da una luce blu al neon che si mischia a quella rossa del bar, ma si abituano rapidamente. Le luci blu riflettono su grosse fotografie dall’erotico al porno che penzolano dai muri e illuminano una scala che porta al piano di sopra. Ci dirigiamo a colpo sicuro al bar per prendere un drink, per scaldarci un po’ prima di dedicarci all’imprescindibile esplorazione del club. Siamo un po’ spaesati e, sinceramente, ci sentiamo osservati. Davanti al bar un grosso tavolo da biliardo fa da subito scattare la nostra fantasia, portandoci a immaginare cosa nell’arco della serata sarebbe potuto succedere lì sopra. Superando il biliardo accediamo ad altre due stanze. Un unico letto rialzato con cuscini in pelle nera riempie più della metà di queste, dando un ovvio segnale riguardo all’invito alla condivisione. Il desiderio di comprendere l’organizzazione del posto ci porta al piano di sopra, mentre salendo le scale scambio sguardi o saluti con avvenenti donne accompagnate.
Al primo piano ci sono due sale. La più grossa ha una finestra che si affaccia sulla strada e un piccolo rientro, che cela un’altra stanzetta interamente ricoperta in pelle. È proprio affacciandoci in quest’ultima che notiamo un paio di gambe spuntare da un angolo, e quando guardiamo meglio capiamo che una coppia ci sta già dando dentro nonostante sia da poco passata la mezzanotte. Prima di scendere di nuovo al piano inferiore rivediamo le nostre aspettative: il gioco di coppie che avevamo ipotizzato ha sempre più i contorni dell’orgia collettiva.
È tempo di un secondo gin-lemon, il locale si sta riempiendo, la nostra meta è la sala disco. Entriamo e troviamo un palo al centro della sala con varie coppie intorno. Raggiungo il bancone e informo la barista che ho voglia di bere ancora. Col drink in mano, e senza la benché minima idea di come muoversi tra quelle coppie ben più grandi di noi, ci lanciamo in pista e ci scateniamo. Ci baciamo e ci tocchiamo liberamente, per attrarre un po’ l’attenzione su di noi, ma anche per entrare nell’atmosfera e nella parte che avevamo intenzione di interpretare quella sera. Oltre alle coppie che stanno ai bordi della sala scrutandola, nei dintorni del palo vari spettacolini privati iniziano a partire. Tre ragazze sui trent’anni si spogliano e baciano e toccano e leccano appassionatamente, incuriosito mi avvicino e palpo il sedere di una, che sembra non accorgersene nemmeno. Poco dopo la scena è conquistata da una coppia che inizia a fare sesso con nonchalance per la gioia del pubblico della sala. L’atmosfera inizia a farsi calda, e così accartoccio e cestino ogni idea riguardo a un potenziale ambiente di alto bordo, accettando il fatto che in un locale di scambisti si va per una sola ragione: per scopare.
La disillusione raggiunta, unita ad alcool e ad aiuti psicotropi, mi fa sentire libero e senza accorgermene mi perdo nell’analizzare la clientela. Sto felicemente costatando che le donne son mediamente più belle degli uomini (con tanto di eccezione che conferma la regola: una signora anzianotta e poco curata, in una mise sadomaso da fare invidia alla peggiore bettola di Berlino est), quando un’opportunità per esplorare il curioso mondo dello scambismo mi riporta con la testa in pista. Una donna di trentasei anni si avvicina accompagnata dal marito. Si chiama Aurora. Le inizio a parlare all’orecchio mentre il marito racconta alla mia compagna che si sono sposati da poco. Per non saper né leggere né scrivere, avvicino la donna e la bacio, mordendole un po’ le labbra. Nessuno batte ciglio, e mi sento orgoglioso di come ho giocato le mie carte. Balliamo un po’, e mentre le palpo il seno mi chiede se la mia donna fosse bisessuale. La domanda va a risvegliare perversioni antiche, e le rispondo che la cosa più semplice è provare. Tuttavia, mentre propongo la cosa a Claire, perdiamo la coppia. Così decidiamo di abbandonare la disco per perderci tra le luci soffuse del locale, e tra i vari orgasmi che già si stanno consumando al suo interno.
Prima di salire nuovamente le scale, richiamati da un misto di curiosità, eccitazione e ansia che assieme sono come il canto di una sirena, scendiamo alcune scale che portano a una saletta illuminata da luci rosse. Le urla della donna che veniva selvaggiamente frustata all’interno di questa precedono abbondantemente la visione della scena, e strappandoci un sorriso quando troviamo il partner impegnato a punire la compagna legata ad una specie di grossa croce in legno. Lasciamo la coppia al loro destino. Arriviamo di sopra e l’intero piano ormai pullula di corpi seminudi. Coppie parlano per le scale in asciugamano e ciabatte, mentre dalla stanza principale, i cui vetri sono ormai completamente appannati e l’aria intrisa di odore di sudore e secrezioni, fuoriescono rumorosi orgasmi. La stanza accanto al bagno è ancora stranamente vuota, ci impolveriamo ancora un po’ i nasi, e decidiamo di farci trascinare da quella imperversante perdizione. Ci appartiamo e scopiamo tirando fuori il meglio di noi stessi. La mia compagna sta esprimendo il suo piacere con sonore grida quando due coppie sulla quarantina si sistemano vicino a noi catapultandomi immediatamente dentro un film porno. Mentre Claire si lascia andare a un grasso orgasmo, osservo le due coppie che ci danno dentro in modo estremamente hard, pregustando l’orgia che sarà.
Quando volto nuovamente la testa una coppia si è aggiunta al letto: casualmente sono proprio Aurora e il suo uomo. Decidiamo di restare nonostante entrambi fossimo già venuti e, mentre ci baciamo, il marito di Aurora sfiora la gamba di Claire. Ci iniziamo a muovere verso di loro quando Aurora si alza di scatto, si sfiora la gamba, e va diretta verso l’uomo della coppia accanto noi: “Mi fa schifo il vostro sperma!”, esplode all’improvviso nella faccia dell’uomo. Dopo qualche secondo l’uomo si scusa, spiegando che la sua ragazza ha appena squirtato, ma non basta a trattenere nel letto la coppia di giovani sposi che se ne vanno alterati. Rimaniamo ancora un po’ a osservare le coppie accanto a noi e poi, dopo essere velocemente passati in bagno ancora richiamati dal nostro vizio, andiamo a farci un gin-tonic.
Quasi come per magia, il pronostico sul biliardo diviene reale. Mentre osservo la barista, pensando a quante cose quelle morbide labbra da porca abbiano visto, due donne interrompono la partita a biliardo che alcuni uomini avevano iniziato per regalare ai presenti uno spettacolino lesbo niente male. Si aggrovigliano sul tavolo, mordendosi il collo e sculacciandosi fino a quando una delle due si pone al di sotto dell’altra aprendo le gambe mentre le viene leccata la fica. Vanno avanti un po’. Intorno si raduna un certo numero di coppie, alcune ispirate si danno da fare, altre si limitano ad abbracci semiamorosi mentre i loro occhi si perdono tra il groviglio di gambe, seni e lingue che vi è sul tavolo.
Senza che ce ne accorgessimo si è fatto tardi, gli avventori iniziano a tornare nelle loro case dove, per alcuni, la noiosa vita matrimoniale li attende, prolungata forse dal pepe aggiunto dalla serata. Mi rendo conto che l’abuso di alcool e di coca stavolta non sta giovando alla mia libido. Ma senza rassegnarmi propongo di tornare al piano superiore. È sulle scale che mentre guardo le belle foto di orge sulle pareti osservo una porta che non avevo ancora notato che porta ad un altro piano dell’edificio. Su vi è un altro bar, altri materassi in pelle e il nostro destino evidentemente in attesa: Aurora e il marito. Ci lasciamo prendere per mano dalla loro perversa persuasione e ci togliamo ancora i vestiti, superiamo una sequenza di corpi aggrovigliati, per poi farci spazio accanto a due coppie che scopano senza tregua – peraltro portandomi a congetturare come lo “scopare la donna di un altro mentre lui scopa la tua”, ti porti a prendere la cosa estremamente sul serio e a cercare di dare tutto per soddisfarla il più possibile, come se fosse un’implicita garanzia sull’avere la tua vita relazionale indietro integra. Quando entriamo nello spazio libero un’altra coppia si unisce, siamo tre coppie ora. Mentre lecco la fica della mia donna china a pecorina, lei si sdraia su Aurora, al cui fianco il marito si sta toccando mentre palpa il culo di Claire. Così gli faccio spazio mentre con la mia mano esploro la vagina di sua moglie. Noto che la donna della terza coppia sta appassionatamente succhiando il cazzo al suo uomo, così approfitto per leccarle la fica mentre pure Amalia le tocca le tette. Il resto dell’orgia non saprei più come descriverla, un ammasso di corpi, un accumularsi di guaiti eccitati e di schiaffi e graffi che si conclude con un orgasmo collettivo che sancisce la fine di questa avventura.
Siamo saliti sul taxi chiamato per noi dal gentile staff, stremati dalla serata di eccessi e abusi. Arrivati a casa abbiamo mischiato erba e tabacco e di fronte a un the abbiamo rievocato la nostra prima serata ad uno swinger club, ritrovandosi di colpo più eccitati di prima e lasciandosi andare ad un’ultima scopata privata prima di accasciarsi in un abbraccio soporifero.
Come tutte le prime volte ci sentivamo molto nervosi, non sapevamo cosa ci aspettasse all’interno del locale, ma se immaginate lusso rimarrete sorpresi.Proprio come lo ero io prima di entrare in questo locale di scambisti. Il miglior punto da cui narrare questa storia è dall’inizio: dalla discesa dal taxi, dopo che a cena avevamo un po’ esagerato con la coca per alleviare la tensione.
La mia compagna, Claire, scende dall’autoveicolo mentre io pago il tassista. Siamo molto eleganti e la di lei guêpière, che si intravede dallo spacco della gonna in pelle, rende tutto estremamente eccitante. Il tempo di una sigaretta e di osservare il palazzo che ci avrebbe ospitato per tutta la notte e suoniamo il campanello. Il fatto è che quando fai una cosa per la prima volta ti crei sempre un’aspettativa; e, come spesso succede, l’aspettativa si rivela essere completamente sbagliata, proprio perché è la prima volta. Probabilmente perché influenzati dalla psicologica pellicola del Sommo Maestro Stanley Kubrick – di cui consiglio vivamente la lettura di Doppio Sogno, saggio di Schnitzler che ha ispirato il film –, ci aspettavamo coppie di un certo livello che, in un’atmosfera di condivisione, avessero voglia di flirtare per poi scopare in modi, per così dire, nuovi. La risposta alle nostre congetture si trovava dietro ad una tenda in velluto scuro che divideva la stanza con le casse e il guardaroba dal vero e proprio locale. Lasciate le giacche, e ottenuta la chiave del nostro armadietto e un braccialetto elettronico per le consumazioni, ci tuffiamo nell’ignoto.
Veniamo avvolti da una luce blu al neon che si mischia a quella rossa del bar, ma si abituano rapidamente. Le luci blu riflettono su grosse fotografie dall’erotico al porno che penzolano dai muri e illuminano una scala che porta al piano di sopra. Ci dirigiamo a colpo sicuro al bar per prendere un drink, per scaldarci un po’ prima di dedicarci all’imprescindibile esplorazione del club. Siamo un po’ spaesati e, sinceramente, ci sentiamo osservati. Davanti al bar un grosso tavolo da biliardo fa da subito scattare la nostra fantasia, portandoci a immaginare cosa nell’arco della serata sarebbe potuto succedere lì sopra. Superando il biliardo accediamo ad altre due stanze. Un unico letto rialzato con cuscini in pelle nera riempie più della metà di queste, dando un ovvio segnale riguardo all’invito alla condivisione. Il desiderio di comprendere l’organizzazione del posto ci porta al piano di sopra, mentre salendo le scale scambio sguardi o saluti con avvenenti donne accompagnate.
Al primo piano ci sono due sale. La più grossa ha una finestra che si affaccia sulla strada e un piccolo rientro, che cela un’altra stanzetta interamente ricoperta in pelle. È proprio affacciandoci in quest’ultima che notiamo un paio di gambe spuntare da un angolo, e quando guardiamo meglio capiamo che una coppia ci sta già dando dentro nonostante sia da poco passata la mezzanotte. Prima di scendere di nuovo al piano inferiore rivediamo le nostre aspettative: il gioco di coppie che avevamo ipotizzato ha sempre più i contorni dell’orgia collettiva.
È tempo di un secondo gin-lemon, il locale si sta riempiendo, la nostra meta è la sala disco. Entriamo e troviamo un palo al centro della sala con varie coppie intorno. Raggiungo il bancone e informo la barista che ho voglia di bere ancora. Col drink in mano, e senza la benché minima idea di come muoversi tra quelle coppie ben più grandi di noi, ci lanciamo in pista e ci scateniamo. Ci baciamo e ci tocchiamo liberamente, per attrarre un po’ l’attenzione su di noi, ma anche per entrare nell’atmosfera e nella parte che avevamo intenzione di interpretare quella sera. Oltre alle coppie che stanno ai bordi della sala scrutandola, nei dintorni del palo vari spettacolini privati iniziano a partire. Tre ragazze sui trent’anni si spogliano e baciano e toccano e leccano appassionatamente, incuriosito mi avvicino e palpo il sedere di una, che sembra non accorgersene nemmeno. Poco dopo la scena è conquistata da una coppia che inizia a fare sesso con nonchalance per la gioia del pubblico della sala. L’atmosfera inizia a farsi calda, e così accartoccio e cestino ogni idea riguardo a un potenziale ambiente di alto bordo, accettando il fatto che in un locale di scambisti si va per una sola ragione: per scopare.
La disillusione raggiunta, unita ad alcool e ad aiuti psicotropi, mi fa sentire libero e senza accorgermene mi perdo nell’analizzare la clientela. Sto felicemente costatando che le donne son mediamente più belle degli uomini (con tanto di eccezione che conferma la regola: una signora anzianotta e poco curata, in una mise sadomaso da fare invidia alla peggiore bettola di Berlino est), quando un’opportunità per esplorare il curioso mondo dello scambismo mi riporta con la testa in pista. Una donna di trentasei anni si avvicina accompagnata dal marito. Si chiama Aurora. Le inizio a parlare all’orecchio mentre il marito racconta alla mia compagna che si sono sposati da poco. Per non saper né leggere né scrivere, avvicino la donna e la bacio, mordendole un po’ le labbra. Nessuno batte ciglio, e mi sento orgoglioso di come ho giocato le mie carte. Balliamo un po’, e mentre le palpo il seno mi chiede se la mia donna fosse bisessuale. La domanda va a risvegliare perversioni antiche, e le rispondo che la cosa più semplice è provare. Tuttavia, mentre propongo la cosa a Claire, perdiamo la coppia. Così decidiamo di abbandonare la disco per perderci tra le luci soffuse del locale, e tra i vari orgasmi che già si stanno consumando al suo interno.
Prima di salire nuovamente le scale, richiamati da un misto di curiosità, eccitazione e ansia che assieme sono come il canto di una sirena, scendiamo alcune scale che portano a una saletta illuminata da luci rosse. Le urla della donna che veniva selvaggiamente frustata all’interno di questa precedono abbondantemente la visione della scena, e strappandoci un sorriso quando troviamo il partner impegnato a punire la compagna legata ad una specie di grossa croce in legno. Lasciamo la coppia al loro destino. Arriviamo di sopra e l’intero piano ormai pullula di corpi seminudi. Coppie parlano per le scale in asciugamano e ciabatte, mentre dalla stanza principale, i cui vetri sono ormai completamente appannati e l’aria intrisa di odore di sudore e secrezioni, fuoriescono rumorosi orgasmi. La stanza accanto al bagno è ancora stranamente vuota, ci impolveriamo ancora un po’ i nasi, e decidiamo di farci trascinare da quella imperversante perdizione. Ci appartiamo e scopiamo tirando fuori il meglio di noi stessi. La mia compagna sta esprimendo il suo piacere con sonore grida quando due coppie sulla quarantina si sistemano vicino a noi catapultandomi immediatamente dentro un film porno. Mentre Claire si lascia andare a un grasso orgasmo, osservo le due coppie che ci danno dentro in modo estremamente hard, pregustando l’orgia che sarà.
Quando volto nuovamente la testa una coppia si è aggiunta al letto: casualmente sono proprio Aurora e il suo uomo. Decidiamo di restare nonostante entrambi fossimo già venuti e, mentre ci baciamo, il marito di Aurora sfiora la gamba di Claire. Ci iniziamo a muovere verso di loro quando Aurora si alza di scatto, si sfiora la gamba, e va diretta verso l’uomo della coppia accanto noi: “Mi fa schifo il vostro sperma!”, esplode all’improvviso nella faccia dell’uomo. Dopo qualche secondo l’uomo si scusa, spiegando che la sua ragazza ha appena squirtato, ma non basta a trattenere nel letto la coppia di giovani sposi che se ne vanno alterati. Rimaniamo ancora un po’ a osservare le coppie accanto a noi e poi, dopo essere velocemente passati in bagno ancora richiamati dal nostro vizio, andiamo a farci un gin-tonic.
Quasi come per magia, il pronostico sul biliardo diviene reale. Mentre osservo la barista, pensando a quante cose quelle morbide labbra da porca abbiano visto, due donne interrompono la partita a biliardo che alcuni uomini avevano iniziato per regalare ai presenti uno spettacolino lesbo niente male. Si aggrovigliano sul tavolo, mordendosi il collo e sculacciandosi fino a quando una delle due si pone al di sotto dell’altra aprendo le gambe mentre le viene leccata la fica. Vanno avanti un po’. Intorno si raduna un certo numero di coppie, alcune ispirate si danno da fare, altre si limitano ad abbracci semiamorosi mentre i loro occhi si perdono tra il groviglio di gambe, seni e lingue che vi è sul tavolo.
Senza che ce ne accorgessimo si è fatto tardi, gli avventori iniziano a tornare nelle loro case dove, per alcuni, la noiosa vita matrimoniale li attende, prolungata forse dal pepe aggiunto dalla serata. Mi rendo conto che l’abuso di alcool e di coca stavolta non sta giovando alla mia libido. Ma senza rassegnarmi propongo di tornare al piano superiore. È sulle scale che mentre guardo le belle foto di orge sulle pareti osservo una porta che non avevo ancora notato che porta ad un altro piano dell’edificio. Su vi è un altro bar, altri materassi in pelle e il nostro destino evidentemente in attesa: Aurora e il marito. Ci lasciamo prendere per mano dalla loro perversa persuasione e ci togliamo ancora i vestiti, superiamo una sequenza di corpi aggrovigliati, per poi farci spazio accanto a due coppie che scopano senza tregua – peraltro portandomi a congetturare come lo “scopare la donna di un altro mentre lui scopa la tua”, ti porti a prendere la cosa estremamente sul serio e a cercare di dare tutto per soddisfarla il più possibile, come se fosse un’implicita garanzia sull’avere la tua vita relazionale indietro integra. Quando entriamo nello spazio libero un’altra coppia si unisce, siamo tre coppie ora. Mentre lecco la fica della mia donna china a pecorina, lei si sdraia su Aurora, al cui fianco il marito si sta toccando mentre palpa il culo di Claire. Così gli faccio spazio mentre con la mia mano esploro la vagina di sua moglie. Noto che la donna della terza coppia sta appassionatamente succhiando il cazzo al suo uomo, così approfitto per leccarle la fica mentre pure Amalia le tocca le tette. Il resto dell’orgia non saprei più come descriverla, un ammasso di corpi, un accumularsi di guaiti eccitati e di schiaffi e graffi che si conclude con un orgasmo collettivo che sancisce la fine di questa avventura.
Siamo saliti sul taxi chiamato per noi dal gentile staff, stremati dalla serata di eccessi e abusi. Arrivati a casa abbiamo mischiato erba e tabacco e di fronte a un the abbiamo rievocato la nostra prima serata ad uno swinger club, ritrovandosi di colpo più eccitati di prima e lasciandosi andare ad un’ultima scopata privata prima di accasciarsi in un abbraccio soporifero.
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