Tisana
di
Kyknox
genere
pissing
I tacchi di Eleonoir fanno rumore nel vicolo buio, oramai era sicura di essere inseguita non sapeva da chi aveva dei sospetti, lei voleva solo arrivare alla macchina il più in fretta possibile e tornare a casa propria, ma quell’uomo dietro di lei la stava seguendo, un ombra nera nell’oscurità avanzava per afferrarla, prenderla , possederla.
Accelera il passo ha il cuore in gola, le palpitazioni a mille il panico fa brutti scherzi ma lei non si deva fermare si deve mettere in salvo deve raggiungere l’auto, gli manca il fiato sta camminando sempre più veloce, sente una forte fitta alla vescica, l’ansia è una brutta bestia, anche la pipi ci si mette adesso, pensa tra se.
Cerca le chiavi dentro la borsa, prova a ricordare dove ha parcheggiato l’auto ma niente amnesia totale, intanto sente un’altra fitta con la mano sinistra si tocca prima la pancia e poi la vescica. Intanto continua a correre con le sue gambe lunghe e affusolate, il vento soffia nei suoi capelli neri corvino, deve trovare l’auto deve mettersi in salvo, le caviglie gli fanno male, non è semplice correre con i tacchi, la vescica piena continua a tormentarla e quell’ombra ignota continua a seguirla è spaventata.
Vorrebbe fermarsi, per riprendere fiato, per calmarsi per riordinare l’idee ma soprattutto ha voglia di pisciare, deve trovare un angolino appartato per liberarsi ma non può o rischia di finire preda del suo aguzzino.
Pensa di essere arrivata alla sua lancia Y oramai si sente al sicuro ancora pochi passi, invece no la macchina non è li eppure era sicura, le viene da piangere il suo inseguitore le sta con il fiato sul collo a lei fanno male le caviglie ha la tachicardia sente le prime gocce di pipi bagnarle le mutandine, preme con più decisione la vescica e inizia di nuovo a correre.
Non riesce a ricordare dove ha messo l’auto è in preda al panico, le gira la testa le fanno mele i piedi e ha la vescica che le scoppia non riesce proprio a ragionare, in giro non c’è nessuno a parte quel uomo che la insegue la città sembra deserta. Deve ricordarsi dove ha messo l’auto era sicura che fosse li invece no sembrava il suo peggior incubo, continua a muoversi con passo veloce tiene premuta con forza la borsetta sull’inguine ha dei dolori forti non riesce più a trattenere la pipi.
La città sembrava deserta non c’era nessuno che potesse aiutarla, si sente sola disperata con un ombra che la bracca e un gran bisogno di fare pipi. Arriva davanti ad un bistrot vede delle persone sedute forse possono aiutarmi “Aiuto chiamate la polizia” nulla quelle persone sono come imbambolate non la sentono, sembra tutto ovattato, lei è sola confusa, continua a correre piegata in due dai forti dolori alla vescica, sembra un incubo.
Si sente afferrare la spalla si gira di scatto vede l’ombra che la stava inseguendo prova ad urlare ma non riesce ad emettere un fiato, non distingue bene il volto di quello spettro è bloccata dal panico l’unica cosa che riesce a fare è pisciarsi sotto, una pozza di pipi bagna l’asfalto.
Si sveglia di soprassalto, rannicchiata in posizione fetale con le mani giunte sull’inguine completamente bagnata, si era un incubo. – Quella cazzo di Tisana- pensa tra se – mi sono pisciata addosso-
Il letto è una pozza di piscio ma non ha voglia di alzarsi per cambiarsi anzi il caldo tepore della pipi la stava cullando e d eccitando, porta la mano destra sotto l’elastico delle mutandine fradice, inizia ad accarezzarsi il clitoride con l’indice e con il medio poi scende verso le grandi labbra completamente bagnate di pipi e lubrificate.
Chiude gli occhi di nuovo, immagina quell’uomo che la prende con forza, la sbatte sul muro di un abitazione lei prova a fare resistenza inutilmente, le tira giù il perizoma bagnato di piscio ed inizia a possederla con violenza, lei resiste con tutte le sue forze, la penetra con quella verga di trenta centimetri senza pietà fino al punto G. –Aiutatemi, aiutatemiiiiiiii- nessuno accorre in suo soccorso, le sue grida di terrore si trasformano presto in gemiti di piacere, quel grosso arnese la sta letteralmente sventrando.
Riesce a vedere per un attimo in un riflesso di luce il volto del suo spettro, capelli lunghi , occhi azzurri con dei bei lineamenti, molto marcati sembra un attore “Ancora, Ancora sfondamiiiiii” adesso grida intanto un gruppetto di persone si sono formate intorno a loro, forse soccorritori o solo curiosi, tra loro scorge il volti di suo padre, del suo ragazzo, della migliore amica di Don Enrico il parroco dei suoi amici che guardano attoniti mentre lei gode come un ossessa, all’improvviso squirta in modo copioso in faccia a tutti loro.
Apre gli occhi “Ah Gesu Cristo!!!” esclama guardando il crocefisso appeso davanti al letto, ora le lenzuola erano fradice dei suoi umori oltre che di piscio.
domani sera ne bevo due litri di… Tisana.
Accelera il passo ha il cuore in gola, le palpitazioni a mille il panico fa brutti scherzi ma lei non si deva fermare si deve mettere in salvo deve raggiungere l’auto, gli manca il fiato sta camminando sempre più veloce, sente una forte fitta alla vescica, l’ansia è una brutta bestia, anche la pipi ci si mette adesso, pensa tra se.
Cerca le chiavi dentro la borsa, prova a ricordare dove ha parcheggiato l’auto ma niente amnesia totale, intanto sente un’altra fitta con la mano sinistra si tocca prima la pancia e poi la vescica. Intanto continua a correre con le sue gambe lunghe e affusolate, il vento soffia nei suoi capelli neri corvino, deve trovare l’auto deve mettersi in salvo, le caviglie gli fanno male, non è semplice correre con i tacchi, la vescica piena continua a tormentarla e quell’ombra ignota continua a seguirla è spaventata.
Vorrebbe fermarsi, per riprendere fiato, per calmarsi per riordinare l’idee ma soprattutto ha voglia di pisciare, deve trovare un angolino appartato per liberarsi ma non può o rischia di finire preda del suo aguzzino.
Pensa di essere arrivata alla sua lancia Y oramai si sente al sicuro ancora pochi passi, invece no la macchina non è li eppure era sicura, le viene da piangere il suo inseguitore le sta con il fiato sul collo a lei fanno male le caviglie ha la tachicardia sente le prime gocce di pipi bagnarle le mutandine, preme con più decisione la vescica e inizia di nuovo a correre.
Non riesce a ricordare dove ha messo l’auto è in preda al panico, le gira la testa le fanno mele i piedi e ha la vescica che le scoppia non riesce proprio a ragionare, in giro non c’è nessuno a parte quel uomo che la insegue la città sembra deserta. Deve ricordarsi dove ha messo l’auto era sicura che fosse li invece no sembrava il suo peggior incubo, continua a muoversi con passo veloce tiene premuta con forza la borsetta sull’inguine ha dei dolori forti non riesce più a trattenere la pipi.
La città sembrava deserta non c’era nessuno che potesse aiutarla, si sente sola disperata con un ombra che la bracca e un gran bisogno di fare pipi. Arriva davanti ad un bistrot vede delle persone sedute forse possono aiutarmi “Aiuto chiamate la polizia” nulla quelle persone sono come imbambolate non la sentono, sembra tutto ovattato, lei è sola confusa, continua a correre piegata in due dai forti dolori alla vescica, sembra un incubo.
Si sente afferrare la spalla si gira di scatto vede l’ombra che la stava inseguendo prova ad urlare ma non riesce ad emettere un fiato, non distingue bene il volto di quello spettro è bloccata dal panico l’unica cosa che riesce a fare è pisciarsi sotto, una pozza di pipi bagna l’asfalto.
Si sveglia di soprassalto, rannicchiata in posizione fetale con le mani giunte sull’inguine completamente bagnata, si era un incubo. – Quella cazzo di Tisana- pensa tra se – mi sono pisciata addosso-
Il letto è una pozza di piscio ma non ha voglia di alzarsi per cambiarsi anzi il caldo tepore della pipi la stava cullando e d eccitando, porta la mano destra sotto l’elastico delle mutandine fradice, inizia ad accarezzarsi il clitoride con l’indice e con il medio poi scende verso le grandi labbra completamente bagnate di pipi e lubrificate.
Chiude gli occhi di nuovo, immagina quell’uomo che la prende con forza, la sbatte sul muro di un abitazione lei prova a fare resistenza inutilmente, le tira giù il perizoma bagnato di piscio ed inizia a possederla con violenza, lei resiste con tutte le sue forze, la penetra con quella verga di trenta centimetri senza pietà fino al punto G. –Aiutatemi, aiutatemiiiiiiii- nessuno accorre in suo soccorso, le sue grida di terrore si trasformano presto in gemiti di piacere, quel grosso arnese la sta letteralmente sventrando.
Riesce a vedere per un attimo in un riflesso di luce il volto del suo spettro, capelli lunghi , occhi azzurri con dei bei lineamenti, molto marcati sembra un attore “Ancora, Ancora sfondamiiiiii” adesso grida intanto un gruppetto di persone si sono formate intorno a loro, forse soccorritori o solo curiosi, tra loro scorge il volti di suo padre, del suo ragazzo, della migliore amica di Don Enrico il parroco dei suoi amici che guardano attoniti mentre lei gode come un ossessa, all’improvviso squirta in modo copioso in faccia a tutti loro.
Apre gli occhi “Ah Gesu Cristo!!!” esclama guardando il crocefisso appeso davanti al letto, ora le lenzuola erano fradice dei suoi umori oltre che di piscio.
domani sera ne bevo due litri di… Tisana.
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