Francesca 4.
di
Checco752.
genere
etero
Il mattino dopo fui svegliato dallo squillo del telefonino e risposi a malincuore perchè quel suono aveva interrotto la musica di un violino che nel sogno m'accompagnava ballando con Francesca, quindi avrei voluto dormire ancora fino a quando il sogno non si spegneva. Dissi il classico pronto ma mi fermai in tempo dato che stavo per dire "pronto, chi rompe?" perchè riconobbi subito il suono più bello della musica di tutto il mondo: la voce di Francesca, quindi fu un risveglio apprezzatissimo. Rimanemmo a parlare un poco poi lei mi chiese di incontrarci al più presto. Le dissi di prendere un taxi e venire da me. Dopo una doccia ed un caffè mi resi presentabile e quando suonò il campanello alzai il citofono e sentii "sono io, Francesca!" aprii ed il vederla davanti a me, suscitò un'emozione tale che oltre ad una grossa ma direi più, gigante erezione, ebbi una sensazione di gioia da sorridere al mondo, alla vita, all'amore che stavo provando per lei, la mia bambolina, la mia Francesca. Dopo un lungo bacio la presi in braccio e la portai sul mio letto ancora caldo e mi misi a spogliarla come si fa con una bambina da mettere a letto per dormire, guardandola sentendomi in estasi. Vedevo scoprirsi dagli abiti le sue forme, le sua cosce tornite, sode, e girandola di fianco notai il suo culetto a mandolino che tanto mi attirava, mi eccitava e volevo al più presto baciare mordicchiandolo con delicatezza. Quanto mi piaceva il suo culetto; ma potevo trascurare nell'elencare le sue grazie il suo volto dolcissimo, sempre sorridente, ...colei che dava la felicità al solo osservarla, che ti faceva sentire felice di conoscerla, di possederla, di amarla sopra ogni altra cosa. Francesca, il mio piccolo angelo dalle ali dorate. Finii di spogliarla e feci altrettanto per me poi l'abbracciai e ci carezzammo, baciammo dapertutto, infine lei mi prese in mano il cazzo e se lo infilò nella sua bocca sensualissima. Mi spompinò fino a farmi sborrare tutto nella sua bocca, poi, quando lo tirò fuori, notammo insieme che nonostante la recente goduta era di nuovo dritto, duro e pronto a penetrarla prima in figa, poi, dopo sborrato tutto dentro di lei, la rigirai a pancia sotto e lei aprì le cosce per farsi inculare. La penetrai subito, senza esitare e sforzando un poco il suo forellino, fui tutto dentro di lei e, quando sentii che stavo per godere, le baciai una spalla mordicchiandola poi dolcemente ma dopo fui più energico e le lasciai il segno di un succhiotto. Rimanemmo stretti, abbracciati fino a stancarsi ma poi non perdemmo tempo e scopammo ancora più volte. Ad un certo punto fummo interrotti da uno squillo del telefono fisso e, nel rispondere, riconobbi la voce del mio amico papà di Francesca, il quale mi chiedeva proprio se Francesca fosse da me e, naturalmente negai il tutto e lui però ci tenne a farmi capire che non le erano sfuggite le occhiate che ci eravamo scambiate durante la cena ed in fondo eravamo tutti grandi! Comunque non mi fece capire di avere mangiato la foglia ma mi chiese di dire a Francesca di portare del pane a casa per il pranzo e invitò anche me per parlare del nostro osservarci così esplicito ecc., ecc.. Ci trovammo tutt'e tre a tavola; la mamma era al lavoro. Parlammo con chiarezza, con schiettezza, confessandogli il nostro amore così genuino, così lampante. Lui ne rimase basito ma io ci tenni a fargli capire che un gioiello come Francesca doveva appartenere oltre che a lui ma anche a me. Francesca come sempre mi sorrise, dandomi il coraggio di confessare tutto, non certo scesi nei particolari del nostro "fare all'amore" ma ruscii a fargli capire che se mi avesse allontanato Francesca la sarei andato a prendere anche sulla luna. Lui mi sorrise e proprio perchè sapeva come gestivo i miei rapporti con le donne, mi disse di guidarla bene nel corso del nostro rapporto. Stappò per l'occasione una bottiglia di pregiatissimo vino da dessert e, preso il telefono suo, chiamò sua moglie, anticipandole che in serata avrebbe conosciuto chi chiedeva la mano di Francesca.
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