Elezioni
di
mare_di_beaufort
genere
sentimentali
Verso le 0.30 mi sono svegliato scoperto e tutto pieno di freddo. In testa ho l’immagine fissa delle tue mutandine che venivano giù. Mi metto al pc e apro Libero per vedere se qualcosa fosse arrivato da Firenze.
Nulla. Peccato, mi sarei riaddormentato meglio.
Mi accendo una Multifilter,
Mi viene per le mani l’incarico di qualche mese fa. Il tribunale di Brescia mi ha conferito la carica di presidente per il seggio elettorale n° 2 per il referendum del 12-13 giugno.
Come segretario mi sono preso il mio vicino di casa. E’ una persona molto scrupolosa, affidabile ma ha anche due palle che spazzano terra. Poi, il termine ‘segretario’, si declina molto meglio al femminile, credimi.
Avrei incaricato volentieri te, Renata. Perché, ti chiederai? Perché dovendo, il lunedì, spogliare un tot di schede, mi sarei preparato bene spogliando te.
C’erano quattro cabine elettorali. Una l’ho sempre tenuta libera, per le emergenze. Come saprai, all’interno, c’è un ripiano dove appoggiare la scheda. Invece della scheda Renata ci avrebbe appoggiato i gomiti. Avremmo fatto tutto in maniera discreta. Saresti stata vestita come piace a me. Giacca con due bottoni, con nulla sotto, eccetto il reggiseno. Quello sì. E meglio vederne anche solo un lembo ed immaginare cosa contiene piuttosto che la mostra della pelle nuda.
E anche la gonna corta, si solleva facilmente.
Ultima tocco: uno chignon, un fermaglio per tenerti su i capelli.
La voglia era quella di prenderti da dietro. Mentre te lo infilavo fra le gambe, ti ho baciato la nuca. Sentivo le ondate di pelle d’oca che salivano. Hai accennato ad un rantolo troppo rumoroso. Ti ho messo un dito in bocca, l’indice. Per morderlo ed anche per sentirti riempita pure lì, non solo nel ventre.
All’una e mezza torno a nanna. Col desiderio fisico di leccartela per bene.
Nulla. Peccato, mi sarei riaddormentato meglio.
Mi accendo una Multifilter,
Mi viene per le mani l’incarico di qualche mese fa. Il tribunale di Brescia mi ha conferito la carica di presidente per il seggio elettorale n° 2 per il referendum del 12-13 giugno.
Come segretario mi sono preso il mio vicino di casa. E’ una persona molto scrupolosa, affidabile ma ha anche due palle che spazzano terra. Poi, il termine ‘segretario’, si declina molto meglio al femminile, credimi.
Avrei incaricato volentieri te, Renata. Perché, ti chiederai? Perché dovendo, il lunedì, spogliare un tot di schede, mi sarei preparato bene spogliando te.
C’erano quattro cabine elettorali. Una l’ho sempre tenuta libera, per le emergenze. Come saprai, all’interno, c’è un ripiano dove appoggiare la scheda. Invece della scheda Renata ci avrebbe appoggiato i gomiti. Avremmo fatto tutto in maniera discreta. Saresti stata vestita come piace a me. Giacca con due bottoni, con nulla sotto, eccetto il reggiseno. Quello sì. E meglio vederne anche solo un lembo ed immaginare cosa contiene piuttosto che la mostra della pelle nuda.
E anche la gonna corta, si solleva facilmente.
Ultima tocco: uno chignon, un fermaglio per tenerti su i capelli.
La voglia era quella di prenderti da dietro. Mentre te lo infilavo fra le gambe, ti ho baciato la nuca. Sentivo le ondate di pelle d’oca che salivano. Hai accennato ad un rantolo troppo rumoroso. Ti ho messo un dito in bocca, l’indice. Per morderlo ed anche per sentirti riempita pure lì, non solo nel ventre.
All’una e mezza torno a nanna. Col desiderio fisico di leccartela per bene.
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