Paolo cap XIV Il rito: la confermazione o cresima

di
genere
sadomaso

Un suono, … voci copersero, silenziarono il concerto orgasmico in atto, … un forte, terribile sibilo si avvicinò, … dalle esclamazioni, lamenti, boccheggi ai monosillabi o agli inviti di rompere, prendere, possedere per trombare, spazzolare, sodomizzare … Apprensione, … suspense, … attesa ansiosa, … paura. I lumini si spensero. Buio, … buio pesto, tenebroso, misterioso.
“State fermi! … non muoveteviiiiiii! … fate silenziooooo! … rimanete ai vostri posti! … è lo spirito della cavità, … della grotta! … Lui … Paolo!
Paolo … ti dobbiamo lasciare solo. … Su, … allontaniamoci. … E’ lo spirito dell’orrido, … della fora e della caverna.” Nicola sapeva da voci di bar, … da chiacchere raccolte, … da tradizioni orali, trasmesse a voce dagli anziani ai giovani, di generazione in generazione, … che lo spirito orribile della caverna avrebbe potuto manifestarsi, se non fosse stato ascoltato, placato, appagato con un dono particolare, unico, raro; per cui, avendo compreso, fece allontanare coloro che attorniavano il ragazzo.
Altri suoni, … altri. E’ … mistero. Pochi minuti e ricompaiono, risuonano, suoni simili a quelli di sassi rotolanti, di strida sibilanti tra pietre, roccioni, valli, piane e boschi; al tintinnio dei campanacci; al belato di greggi e di montoni; al muggito di mandrie in corsa; al stropiccio di scarponi sul ghiaino o alle urla dell’acqua brutta, fangosa nell’orrido in piena.
Ansia, … fibrillazione, … inquietudine, … paura, … sudorazione.
Lo spazio prende luce, … una luce rossa, infuocata, rovente. L’altare arde con fiamme alte. Strilli, invocazioni di aiuto, ma la fiamma non consuma, … non rovina, … non distrugge.
Gli astanti al buio osservano increduli, sorpresi, stupiti, sconcertati il fenomeno. Odono la voce del ragazzo che si agita, … che cerca di allontanarsi, di fuggire; lo vedono contorcersi, scalciare e poi immobilizzarsi tra le fiamme. Respira, … inarca le gambe sulla sua testa e le braccia distese, parallele alle spalle. Lo sentono urlare, abbaiare, ringhiare, strillare … e poi … mugugnare, … lamenti, gemiti, boccheggi, monosillabi indecifrabili, incomprensibili, ermetici. Lo scorgono assumere varie posture: a capretta, inginocchiato, accovacciato, prono, supino e fetale, a croce come sostenuto da qualcuno, con bocca e sfintere dilatati all’inverosimile; spingere via dal ventre un qualcosa di imprecisato, invasore del suo intestino in modo intenso, totale … o stringersi la gola come per impedire un’aggressione profonda, … o leccare per inghiottire, ingurgitare, ingerire. Solo … con fiamme alte che lo arrostivano, cuocevano, scottavano; ma senza procurargli danno. Prodigio, fenomeno arcano, incomprensibile, misterioso; stregoneria straordinaria, incredibile, sovrumana. … e poi, piegato con il sedere sui talloni, prima a rigurgitare, vomitare, … indi, voltatosi per scaricare, a defecare dall’ano sostanze brune, nericce, … melmose.
Un sibilo acuto come di frustata riattizzò le luci e spense le fiamme. Lui raggomitolato, con la testa fra le mani, gemeva, tremava, balbettava. Sul corpo una striatura rossa lo avvolgeva come una lunga, grossa serpe, mentre da un piatto d’oro si espandevano nauseanti, vomitevoli fetori. Era attorniato da perplessità, confusione, scompiglio. Tutti osservavano il corpo offeso, sfinito, provato, prostrato, … che non riusciva minimamente a dar cenno di vitalità. Lo chiamavano, toccavano, scuotevano; non vedevano altri danni al di fuori della scudisciata che riportò la fiamma nei lumini. … ma magia, … incantesimo, … meraviglia, … il livido-serpente stava scomparendo, svanendo totalmente. … e, appena l’ultima ombra si dissolse, Paolo riprese vita sorridendo agli amici che riusciva a riconoscere.
“Abbiamo preso paura. Tutti ti vedevamo in mezzo a un fuoco che non bruciava, che ti agitavi, divincolavi, ti piegavi da una parte per posizionarti in un altro modo, che aprivi la bocca … senza emettere suoni, che il tuo foro si dilatava come non ho mai visto, ma non vedevamo nulla, nessun ariete o membro; … e questo piatto … con merda fumante, … perché, … che cosa ti è successo, … e quel segno di frusta, che abbiamo visto in seguito dissolversi. Siamo qui, tutti che vogliamo sapere. Non è mai successo nulla in questa caverna sino ad ora; avevamo sparso incensi per aiutare l’olfatto, ma ora c’è un profumo diverso da quello che avevamo posto e distribuito noi sui tavoli, … che invita eccita, irrita, scalda, risveglia, scuote, … Sei tutto coperto di residui ghiandolari, … ma per piacere: facci vedere il tuo culetto, … ci dispiacerebbe che fosse sfasciato, sciupato, rotto.”
“Eccolo!” -facendolo vedere-
Nicola l’osservò attentamente, lo sfiorò, lo tastò e spinse un dito al suo interno.
“Le tue labbra sono linde; … il tuo sfintere è a posto, stretto, non ha lesioni, anzi è molto umido, … e non ha segni di feci. Sembra che non ti sia accaduto nulla, ma noi tutti abbiamo visto. Racconta Paolo, … perché ti agitavi, … che azione facevi. Eri spaventato e scalciavi come a voler mandar via per scacciare, allontanare qualcuno. Riferisci e descrivi.”
“Ero con voi … avevo preso la sua offerta, il suo dono … quando mi son visto circondato da fuoco, come fosse una siepe fitta di fiamme. Impaurito, terrorizzato, sconvolto, … tremavo e tartagliavo, … quando venni abbrancato, uncinato da due zampe squamose, rugose, fredde con lunghe zanne uncinate. Mi divincolai per fuggire nonostante le fiamme, ma ero impedito, serrato, immobilizzato da un mostro con un enorme testa di rospo e coda a pinna di pesce, fredda, … urticante. Dalla sua bocca usciva una lingua dondolante, fluttuante, che si spostava da una parte all’altra; per poi adagiarsi, … porsi viscida, appiccicosa, biforcuta come quella di una serpe, sul collo e stringerlo come per soffocarmi. Indebolito per mancanza d’ossigeno, debilitato e quanto mai affaticato, mi arresi a lui, consegnandogli il mio corpo.
Con quella lingua di serpente, affermò che ero suo e che tutti i miei sensi dovevano essere consacrati a lui e solo per lui; quindi mi punse, prima, nei condotti uditivi perché, dovevo ascoltare solo le sue parole, le sue note, la sua musica; per passare alle narici, … perché il mio olfatto doveva essere solo per lui, … solo i suoi profumi; le mani, … il tatto; gli occhi, … la vista; la gola, … il gusto.
Quei termini, monosillabi, suoni che prima erano scurrili, osceni, volgari, licenziosi, spinti, boccacceschi … dopo … gli possedevo e godevo di averli nel mio parlato; erano divenuti corretti, pudici, giusti, di persone per bene, educate, probe, irreprensibili; gli olezzi schifosi, nauseanti, immondi, turpi, orribili … dei quali mi si ricopriva erano profumi ricercati, rari, preziosi, eccezionali, speciali, seducenti; quello che era orrendo, repellente, squamoso, deforme, ripugnante, bestiale, … lo percepivo caldo, piumoso, sensuale, fresco, vellutato, morbido, dolce, … bello, … bello; quello che era annebbiato, confuso, offuscato, appannato, … prese, … ebbe colori limpidi, splendidi, armoniosi, incantevoli; i sapori acidi, amari, salmastri, disgustosi, ripugnanti, orrendi gli cercavo, volevo, bramavo perché erano dolci, delicati, armoniosi, stupendi, deliziosi, … estremamente piacevoli, … prelibati, … fini.
Preso, sollevato, nudo, addossato al suo enorme, impressionante, orrido addome per obesità, mostruosità, … bruttezza … assaporavo il benessere di un appoggio trasformatosi in calore piacevole, seducente, sensuale, avvincente, … quanto mai erotico, carnale, voluttuoso, libidinoso; … con quella lingua lunga, sinuosa, zigzagante, umida … che scorreva, strisciava spostandosi dall’alto al basso, dal volto al pube ungendomi, spalmandomi, coprendomi di unguenti, a me ignoti, per ritornare come una serpe … eccitando, stimolando, invogliando, inducendo uno a concedere prima le labbra e il loro interno e poi ad aprire, … distanziare per …”
Ohhhh, piaceri bestiali, inusuali, tremendi … che afferrate, ghermite, artigliate un individuo, un adolescente allo sbocciare del suo desiderio di conoscersi, … di aprirsi alla luce del sole, … alla luce della vita. Lo rapite seducendolo con il consegnargli dolci lacrime notturne simili alla guazza o al miele e con il depositarle, … versarle, … farle sgorgare, lo rendete ancora più bello, incantevole, seducente, ameno, luminoso, dolce, … più docile di quello che era; … pronto, … propenso ad accettare di percorrere tramite godimenti, appagamenti, euforie, … la via della lussuria, della lascivia, della libidine, della depravazione più profonda, più assoluta … più totale … per essere consegnato ad estasi carnali, lussuriose, dissolute.
Ohhhh piacere che prendi e domini, … che lo spadroneggi per riempirlo, farcirlo tramite le sue aperture di oscenità, … immoralità, … sconcezze, … di abiezioni, … di indecenze, … facendogli credere essere pudore, … virtù, … riservatezza, … generosità … dono di sé … quello, a cui lo avete sottomesso, soggiogato, asservito.
Quel corpo addossato, appoggiato, aderente, riverso tra addome e petto della bestia, … remissivo, docile, incapace di reazioni … accondiscendeva, accettava, accoglieva nel suo cavo orale la lunga, nera lingua, … trivellatrice del suo esofago e dello stomaco, gradita e apprezzata dopo essere stato perlustrato ed esplorato varie volte e condotto ad una eccitabilità inverosimile; mentre fra le sue natiche una proboscide appiccicata alla corolla del suo fiore poppava, estraeva con continui colpi di aspirazione il contenuto del suo intestino. Vomitava … cacava sino a vedersi l’addome farsi concavo, asciutto, … disidratato. Era stato trasformato in uno straccio bagnato, ammollato senza colonna, … volontà, … bisogni, … senza desideri. Capovolto, girato, ruotato con la testa in basso e con le gambe divaricate, notevolmente scostate, oggetto di preda, di spoliazione, di fogna, si ritrovò la proboscide, collasso intestinale del mostro, trasformata in un infundibolo per riempirlo di sostanze melmose, motose, urticanti, quanto mai fastidiose, corrosive. … e poi … silenzio, voci, richiami, freddo, convulsioni, allungamenti, … aria, …aria, … aria, … liquidi intestinali, … tossire, … ohhhhhhh, … gohhhhh, …
“Dove sono?” … e ti guardi attorno perso, sconcertato, stordito. Ti guardi e vedi … e poi posi gli occhi sui presenti che vogliono sapere, … interrogandoti muti, … esaminandoti perplessi, preoccupati, turbati del tuo stato.
“Paoletta … vuoi tu proseguire con il rito della confermazione?”
“Che significa maestro?”
“Essere marcati, segnati come scudieri, guerrieri difensori e testimoni combattenti per diffondere il credo della lussuria più sfrenata, perversa, depravata, diabolica che tu, poco fa, hai conosciuto. Vuoi? … eri in braccio con qualcuno, … posseduto, … sua preda e bottino … e gioivi come mai ho visto alcuno, … e a te piaceva … tanto, … tanto essere saccheggiato, razziato, depredato della tua essenza. … Vuoi consegnare, affidare, offrire la tua essenzialità al piacere che noi, figli della lascivia e della licenziosità, possiamo prendere, …avere da te, fottendoti, strapazzandoti; … adoperando, usando senza riguardo i tuoi fori per il culto, … per la pratica devozionale pederastica, omosessuale per mezzo della fellazione, sodomizzazione e pedicazione? Aneli, … vuoi, … sogni?”
“Se sono utile, … se a tutti voi porta beneficio, … piacere … il mio concedermi, … il mio abbandonarmi ai vostri falli, permettendovi di penetrarmi oralmente o analmente, … allora sono contento. Gongolo … gioisco, … esulto. … Sì lo voglio! … Bramo essere un vostro combattente della carnalità, … del desiderio sfrenato, … della dissolutezza più depravata. … Eccomi sono pronto ad essere segnato, … marchiato e di portare al collo il segno del nostro sodalizio.”
“Paoletta parla già da consorella. Noi tutti vogliamo segnarti con le sostanze che un prodigio ci ha offerto. Con voi, colleghi di viaggio, riprendiamo la cerimonia da dove un fatto straordinario l’ha interrotta.
Vuoi tu, Paoletta, essere un nostro soldato difensore della lussuria, della pederastia, dell’omosessualità, della sodomizzazione e della fellazione?”
“Sì, … lo voglio.”
“Ebbene, per aiutarti a sostenere e a vivere questa lunga celebrazione, bevi ancora di questa bibita oppiacea con noi, e … in piedi, assistito e sostenuto dai tuoi testimoni… davanti a quest’assemblea consacrata alla sodomia … mia prediletta e amata figliola, ora io tapperò i tuoi condotti uditivi con le sostanze, che un prodigio ci ha fatto trovare a fianco a te, affinché tu possa ascoltare solo le voci e la musica della adorata, venerabile, sacra grande rana, … i concerti delle sue sorelle negli stagni o negli umidi prati; ti sigillerò le narici perchè tu possa amare, percependo, solo i profumi effusi dalle sante feci o i suoni dei suoi peti o di chi brama, scoreggiando, farteli annusare; rivestirò le tue papille gustative di questa cremosa, ricca materia, affinché tu non confonda il suo soprannaturale sapore con le sapidità profane e perché tu possa, con la tua lingua impudica, guizzare nelle valli sacre per spazzolare, mangiare avidamente anche resti fecali, che qualche tuo fratello, nella rana, voglia riservarti; spegnerò la tua vista, verso quello che conoscevi, per mostrarti solamente la paradisiaca materia e la bellezza fisica, erotica, provocante, concupiscente della bestia che ti ha posseduto, … e perché tu non faccia più distinzione tra piccolo e grande, tra corto e lungo, pulito e sporco, … loro saranno sempre delle bestie che brameranno fotterti, … fotterti, … fotterti; avvolgerò, immergerò le tue mani nella crema di anfibio per prepararti, … per disporti a prendere nelle tue vie, già da ora, i membri serpenti … i falli anguille, qui, presenti a questa tua iniziazione.
Apri la bocca … ora, nostra cara Paoletta, per ascoltare la musica dell’orgia, della quale sei stato origine e per rispondere con suoni alle emozioni, sensazioni che il tuo cuore sessuale suggerisce. Ora, tra ascolto e risposta non ci saranno tempi vuoti!
Fratelli onoriamo, decoriamo, punzoniamo l’ombelico, cuore sessuale, carnale ed erotico di questa ragazzina fottitrice affinché il suo intestino sia sempre posseduto dal languore, … dalla fame del desiderio. Segniamo le sue labbra affinché si aprano, si dischiudano, … allentino e si dilatino sempre, ogniqualvolta … sarà loro richiesta una fellazione o per essere corona ad una pompa profonda, intensa, appassionata; e la sua splendida, radiosa, meravigliosa, incantevole, eccezionale valle di Sodoma, nella quale pigola, cinguetta, bisbiglia un fiore carnivoro, vivo, acceso, palpitante, per mezzo di suoni, scoppiettii, sfrigolii. Quella perfezione, … quella corolla è la porta all’accesso, in cui le nostre verghe troveranno quiete, pace, ristoro.
Percepisci, ragazzina, la mia mano colma di brune, morbide creme che invade, … si insinua tra i tuoi glutei per segnarteli, … per evidenziarli, per farli conoscere … saranno simili a quelli di un macaco; si inserisce e vuole entrare nel tuo pertugio per ungerlo, prepararlo, predisporlo a penetrazioni che tanti dei presenti vogliono regalarti.”
“Sì, … lo voglio! Voglio essere il novizio, … lo sposo della Bestia e il vostro splendido amato chierichetto … diventerà il suo Adone, … il suo sacerdote, … il suo ambasciatore, … il contenitore o il suo sifone o il suo water, orinale, pitale in cui si svuoteranno tutti quelli che brameranno conoscerla, frequentarla, accettarla; … che arderanno, fremeranno, sogneranno di fottermi, scoparmi, incularmi, trombarmi, chiavarmi e giacere con me.”


scritto il
2020-05-27
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