Cleo
di
pallidasbronza
genere
trans
Prendevamo morfina, diacetylmorfina, ciclozina, codeina, temazepam, nitrazepam, fenobarbitale, amobarbitale, propoxyphene, metadone, nalbufina, petedina, pentazocina, buprenorfina, destromoramide, chlormetiazolo. Le strade schiumano di droghe contro il dolore e l'infelicità, noi le prendavamo tutte. Ci saremmo sparati la vitamina C se l'avessero dichiarata illegale. ( Cit.)
Immagino tutti voi conoscono Traspotting, un film geniale. E, scusate se l'ho citato, la nostra storia non ha nulla di geniale se non…
-Drogati di merda!- l'ubriacona all’ennesimo shot di tequila vaneggia, mica tanto. Ci facevamo. Qualcuno di noi era anche ninfomane.
Rinchiusi nel bar dietro l'angolo pieno di puttane, tossici, barboni. Ci sedevano stravaccati al solito tavolo e aspettavamo qualcuno che ci offrisse una botta di vita. Alcune volte riuscivamo altre invece…
Cleo era una di noi, l'unica stella, brillava nel cielo buio. Adoravo Cleo, il suo viso e il suo profumo, i suoi capelli corvini e il suo modo di sistemarli. Era diversa, nessuna era come lei. Quando ci facevamo eravamo io e lei nel nostro mondo fatto di colori strani, nel nostro mondo dove la vita normale, gli esseri umani, non c'erano.
Io e lei facevamo faville.
Inseguivamo il piacere sul divano scompigliato nel appartamento di Scialla, lo chiamavamo così perché si preoccupava solo di procurare la roba. E tra noi c'era lo chef quello che ci preparava le dosi come un pranzo stellato. Cleo era languida volitiva e vogliosa, era nata per il sesso, aveva una sensualità innata. Cleo era una su un milione. Era alta e muscolosa aveva due tette da paradiso e un culo a pesca perfetto, sodo.
Mi scopavo Cleo, ovunque, come volevo, era perlopiù passiva e assecondava ogni mia voglia perversa. Spesso eravamo soliti andare nei parcheggi. Non era gente strana che bazzicava nei parcheggi di notte a Milano.
La mia curiosità si era spinta fin lì una notte dove non avevamo un cazzo da fare! Ed avevo una voglia matta di scoparmi Cleo davanti a guardoni che si segavano. Eravamo già fatti appena arrivati, fatti di droga. Eravamo su di giri, eccitati e caldi. Cleo mi mise subito le sue splendide tette sulla faccia, io ci affogavo, poteva rompermi la faccia per quanto erano dure. Due palloni ben fatti grazie alla chirurgia estetica. Succhiavo quei capezzoli grossi come un bambino, li succhiavo tanto sperando ci uscisse del latte e lei mugolava e piagnucolava assecondando la mia perversione. Glieli torturavo con mollette, glieli allungavo, era una perfetta puttana!
Ben presto il luogo si affollava, intorno alla nostra macchina comparivano ombre che si avvicinavano. Uomini con il cazzo fuori dai pantaloni, si masturbavano per lei. Cazzi di diverso spessore, misure e profumo, chi moscio, chi già duro e vigoroso, chi troppo grosso o chi troppo piccolo. Cleo metteva le sue chiappe al vento fuori dal finestrino, tutta ben depilata e curata con il buco grinzoso bene in vista, le palle ciondolavano glabre. Si faceva scopare a turno, mentre mi mandava fuori di testa con la sua bocca, era la regina dei pompini. Mi succhiava pure l'anima. Affogavo in quel buco liquido e caldo, le sue guance si stringevano morbide la lingua piatta sfregava intorno al glande. Mugolava e affondava il viso sempre di più succhiando veloce.
Non capivo più nulla, avevo le mani sulla sua testa nera, stringevo quei lunghi capelli e quel suo bel culo infilato fuori dal finestrino e quelle mani che cambiavano di continuo, ma tutti la stringevano sui fianchi .
Si masturbava ferocemente mungendosi, faceva scorrere la pelle mettendo in mostra la cappella gonfia decorata da precum, aveva il cazzo lucido di umori. Veniva scopata in modo brutale, con affondi violenti gli farcivano il culo liberandosi con goduriosi grugniti animaleschi e, ognuno che godeva, lanciava la mancia nell'auto. A volte piovevano soldi. Era insaziabile, era felice, io ero felice. Insieme raggiungevano l'agognato piacere, io allagando la sua bocca, gliela facevo uscire per il naso a volte per quanto ero pieno, lei schizzava sui sedili, ovunque.
I soldi li spendevamo tutti nella roba, spesso l'acquistavamo e ce l'ha sparavamo stesso in auto nel parco e poi si ricominciava…
Ma le cose belle non durano per sempre! Cleo era ambiziosa e voleva scalare la società. L’appartamento di Scialla, il bar, il parco erano una topaia. Lei voleva di più, molto di più e l'ottenne. Ben presto non iniziò più a dividere il bottino con me, si inventava le peggior scuse per scappare via con i soldi, d'altronde non potevo dirle nulla erano i suoi. Ma quella situazione non mi piaceva, sentivo che c'era qualcosa che non andava così iniziai a seguirla. Rimanevo sempre qualche metro dietro di lei, usava il suo appartamento, si faceva di nascosto e spendeva i suoi soldi in abiti costosi, estetista e parrucchiere. Era bellissima cazzo! E io ero un folle geloso. Mi scopavo la sua bocca al parcheggio e , a volte, anche il suo culo. E l'amavo, cazzo se l’amavo! Non avevo il coraggio di parlarle, di farmi dare spiegazioni. Ogni volta si prendeva i soldi e andava via. Ad una certa promisi a me stesso di dimenticarla, di lasciarla libera, ma non riuscivo. Mi appostavo davanti il suo balconcino, nascosto dietro un albero e restavo lì, una sigaretta a farmi compagnia mentre la spiavo. Cleo si era fatta un giro tutto suo, di gente benestante, spesso la seguivo in alberghi costosi. Voleva diventare una escort e sbarcare il lunario. Restava notti intere chiusa nella camera con uomini diversi, il mio cuore andava lentamente in frantumi. Mentre i miei sogni stavano morendo i suoi erano appena iniziati. Sentivo il bisogno di bloccarla, un sentimento funesto e irrisorio. Via via che i giorni passavano il tarlo di annientarla si faceva sempre più intenso ma, no non ero un assassino e non lo sono tutt'ora anche se l’idea di poterla far fuori a colpi di cazzo in culo mi eccitava. Pensai ad altro. Diverse furono le telefonate anonime alla polizia, alla ventesima o trentesima volta loro accolsero la soffiata. Ero appostato come sempre, ben nascosto, al di fuori del Hilton hotel quando due volanti parcheggiarono davanti il lussuoso edificio e fecero irruzione al suo interno diverse guardie. Beccarono la puttana e uno dei suoi clienti illustri, uno dei tanti potenti che si scopava. Li condussero entrambi in caserma con un fermo. Il potente ovviamente gli fu risparmiato tutta la trafila e altro e con diversi agganci e mazzette ne uscì pulito, alla puttana invece andò peggio… per quanto riguarda me, quella stessa notte pensai di fare un salto nel suo appartamento malconcio e di rubare il suo bottino, lo trovai sotto il materasso... non avevo mai visto tanta grana in tutta la mia vita. Li rubai, so di non essere una brava persona ma neanche Cleo lo era, neanche gli altri amici lo erano e non mi fidavo più di nessuno. Stesso quella notte partii per non tornare più. Ora, sono passati trent’anni dal fattaccio, sono su una spiaggia tropicale a guardare il sole scomparire nell’acqua cristallina sotto una palma con il mio cazzo di pina colada. Ripenso spesso a Cleo e a cosa poteva essere la nostra storia, ma queste, sono solo memorie di un vecchio solo.
Immagino tutti voi conoscono Traspotting, un film geniale. E, scusate se l'ho citato, la nostra storia non ha nulla di geniale se non…
-Drogati di merda!- l'ubriacona all’ennesimo shot di tequila vaneggia, mica tanto. Ci facevamo. Qualcuno di noi era anche ninfomane.
Rinchiusi nel bar dietro l'angolo pieno di puttane, tossici, barboni. Ci sedevano stravaccati al solito tavolo e aspettavamo qualcuno che ci offrisse una botta di vita. Alcune volte riuscivamo altre invece…
Cleo era una di noi, l'unica stella, brillava nel cielo buio. Adoravo Cleo, il suo viso e il suo profumo, i suoi capelli corvini e il suo modo di sistemarli. Era diversa, nessuna era come lei. Quando ci facevamo eravamo io e lei nel nostro mondo fatto di colori strani, nel nostro mondo dove la vita normale, gli esseri umani, non c'erano.
Io e lei facevamo faville.
Inseguivamo il piacere sul divano scompigliato nel appartamento di Scialla, lo chiamavamo così perché si preoccupava solo di procurare la roba. E tra noi c'era lo chef quello che ci preparava le dosi come un pranzo stellato. Cleo era languida volitiva e vogliosa, era nata per il sesso, aveva una sensualità innata. Cleo era una su un milione. Era alta e muscolosa aveva due tette da paradiso e un culo a pesca perfetto, sodo.
Mi scopavo Cleo, ovunque, come volevo, era perlopiù passiva e assecondava ogni mia voglia perversa. Spesso eravamo soliti andare nei parcheggi. Non era gente strana che bazzicava nei parcheggi di notte a Milano.
La mia curiosità si era spinta fin lì una notte dove non avevamo un cazzo da fare! Ed avevo una voglia matta di scoparmi Cleo davanti a guardoni che si segavano. Eravamo già fatti appena arrivati, fatti di droga. Eravamo su di giri, eccitati e caldi. Cleo mi mise subito le sue splendide tette sulla faccia, io ci affogavo, poteva rompermi la faccia per quanto erano dure. Due palloni ben fatti grazie alla chirurgia estetica. Succhiavo quei capezzoli grossi come un bambino, li succhiavo tanto sperando ci uscisse del latte e lei mugolava e piagnucolava assecondando la mia perversione. Glieli torturavo con mollette, glieli allungavo, era una perfetta puttana!
Ben presto il luogo si affollava, intorno alla nostra macchina comparivano ombre che si avvicinavano. Uomini con il cazzo fuori dai pantaloni, si masturbavano per lei. Cazzi di diverso spessore, misure e profumo, chi moscio, chi già duro e vigoroso, chi troppo grosso o chi troppo piccolo. Cleo metteva le sue chiappe al vento fuori dal finestrino, tutta ben depilata e curata con il buco grinzoso bene in vista, le palle ciondolavano glabre. Si faceva scopare a turno, mentre mi mandava fuori di testa con la sua bocca, era la regina dei pompini. Mi succhiava pure l'anima. Affogavo in quel buco liquido e caldo, le sue guance si stringevano morbide la lingua piatta sfregava intorno al glande. Mugolava e affondava il viso sempre di più succhiando veloce.
Non capivo più nulla, avevo le mani sulla sua testa nera, stringevo quei lunghi capelli e quel suo bel culo infilato fuori dal finestrino e quelle mani che cambiavano di continuo, ma tutti la stringevano sui fianchi .
Si masturbava ferocemente mungendosi, faceva scorrere la pelle mettendo in mostra la cappella gonfia decorata da precum, aveva il cazzo lucido di umori. Veniva scopata in modo brutale, con affondi violenti gli farcivano il culo liberandosi con goduriosi grugniti animaleschi e, ognuno che godeva, lanciava la mancia nell'auto. A volte piovevano soldi. Era insaziabile, era felice, io ero felice. Insieme raggiungevano l'agognato piacere, io allagando la sua bocca, gliela facevo uscire per il naso a volte per quanto ero pieno, lei schizzava sui sedili, ovunque.
I soldi li spendevamo tutti nella roba, spesso l'acquistavamo e ce l'ha sparavamo stesso in auto nel parco e poi si ricominciava…
Ma le cose belle non durano per sempre! Cleo era ambiziosa e voleva scalare la società. L’appartamento di Scialla, il bar, il parco erano una topaia. Lei voleva di più, molto di più e l'ottenne. Ben presto non iniziò più a dividere il bottino con me, si inventava le peggior scuse per scappare via con i soldi, d'altronde non potevo dirle nulla erano i suoi. Ma quella situazione non mi piaceva, sentivo che c'era qualcosa che non andava così iniziai a seguirla. Rimanevo sempre qualche metro dietro di lei, usava il suo appartamento, si faceva di nascosto e spendeva i suoi soldi in abiti costosi, estetista e parrucchiere. Era bellissima cazzo! E io ero un folle geloso. Mi scopavo la sua bocca al parcheggio e , a volte, anche il suo culo. E l'amavo, cazzo se l’amavo! Non avevo il coraggio di parlarle, di farmi dare spiegazioni. Ogni volta si prendeva i soldi e andava via. Ad una certa promisi a me stesso di dimenticarla, di lasciarla libera, ma non riuscivo. Mi appostavo davanti il suo balconcino, nascosto dietro un albero e restavo lì, una sigaretta a farmi compagnia mentre la spiavo. Cleo si era fatta un giro tutto suo, di gente benestante, spesso la seguivo in alberghi costosi. Voleva diventare una escort e sbarcare il lunario. Restava notti intere chiusa nella camera con uomini diversi, il mio cuore andava lentamente in frantumi. Mentre i miei sogni stavano morendo i suoi erano appena iniziati. Sentivo il bisogno di bloccarla, un sentimento funesto e irrisorio. Via via che i giorni passavano il tarlo di annientarla si faceva sempre più intenso ma, no non ero un assassino e non lo sono tutt'ora anche se l’idea di poterla far fuori a colpi di cazzo in culo mi eccitava. Pensai ad altro. Diverse furono le telefonate anonime alla polizia, alla ventesima o trentesima volta loro accolsero la soffiata. Ero appostato come sempre, ben nascosto, al di fuori del Hilton hotel quando due volanti parcheggiarono davanti il lussuoso edificio e fecero irruzione al suo interno diverse guardie. Beccarono la puttana e uno dei suoi clienti illustri, uno dei tanti potenti che si scopava. Li condussero entrambi in caserma con un fermo. Il potente ovviamente gli fu risparmiato tutta la trafila e altro e con diversi agganci e mazzette ne uscì pulito, alla puttana invece andò peggio… per quanto riguarda me, quella stessa notte pensai di fare un salto nel suo appartamento malconcio e di rubare il suo bottino, lo trovai sotto il materasso... non avevo mai visto tanta grana in tutta la mia vita. Li rubai, so di non essere una brava persona ma neanche Cleo lo era, neanche gli altri amici lo erano e non mi fidavo più di nessuno. Stesso quella notte partii per non tornare più. Ora, sono passati trent’anni dal fattaccio, sono su una spiaggia tropicale a guardare il sole scomparire nell’acqua cristallina sotto una palma con il mio cazzo di pina colada. Ripenso spesso a Cleo e a cosa poteva essere la nostra storia, ma queste, sono solo memorie di un vecchio solo.
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