L'avvocatessa - cap 3
di
Miss Serena
genere
saffico
I primi mesi del mio tirocinio presso Manlio furono intensi e gratificanti.
Lui provvedeva in maniera fin troppo discreta a tutte le mie piccole esigenze, compresa una piccola auto usata che mi regalò per permettermi di spostarmi meglio. Inoltre mi trovò, ma soprattutto mise mano al portafoglio per pagarlo, un piccolo appartamento, che era anche molto vicino al 'nostro' ufficio. Oltre al tempo in cui eravamo insieme per lavoro, e durante il quale non fu mai in alcun modo tenero, passavamo mediamente un paio di serate a casa sua, anche se non sempre finivamo a letto. Manlio era, infatti, un instancabile oratore, e sentirlo parlare delle sue cause era per me molto appagante, oltre che fonte d’apprendimento.
L’unica nota negativa era data dall’avvocato Nadia Panetta, detta anche ‘sua divorziosità’, una civilista che di fatto era una vera e propria cassa continua per lo studio, data la sua bravura nelle separazioni fra le coppie più facoltose di tutta la regione.
Nadia era il perfetto opposto di Manlio, una quarantenne fin troppo appariscente con due tette tanto grandi quanto finte, che sembrava comprare solo vestiti di una taglia inferiore per far risaltare ancor di più le sue forme. Trattava inoltre in modo davvero dittatoriale la sua assistente Daniela, una biondina tuttopepe, neolaureata come me che la seguiva come un cagnolino, sempre pronta ad esaudire ogni suo capriccio.
Quello che mi fu subito chiaro è che dovevo in qualche modo andar d’accordo anche con Nadia, vista la sua posizione di forza all’interno dello studio, anche se il solo vederla mi faceva venire il nervoso. Infatti a volte sembrava quasi che più che alle pratiche, pensasse a come mettermi in cattiva luce con Manlio, il quale non poteva certamente non darle ascolto, anche se quando eravamo soli quasi si scusava per aver dovuto darle ascolto.
Non sapendo a chi rivolgermi per un consiglio, decisi d’andare a trovare Flora, sperando che lei conoscesse qualche segreto su quella donna.
“Dagliela.”
La singola parola detta da Flora m’impietrì, ma in cuor mio sapevo che era difficile che quella donna potesse non aver ragione.
“Hai detto ?”
“Hai capito benissimo, e tieni presente che questa volta non chiedo nulla in cambio per quel che so. Nadia Panetta è una troia del tutto particolare, non si fa problemi se davanti ha un uomo o una donna, basta che siano giovani e disponibili. Le piace il sentirsi onnipotente, vedere gli altri che si sottomettono alle sue volontà, però non è una vera e propria dominatrice. Perchè in fondo vuole solo godere il più possibile, e si stanca fin troppo velocemente di chi si porta a letto.”
“Quindi se io ci vado a letto poi lei mi lascia vivere in pace ?” chiesi un po’ ingenuamente.
“Sì, perché dopo sarai solo l’ennesima tacca nel suo bastone delle conquiste. Vedi tu sei entrata in quello che non solo è uno studio legale, ma un insieme di centri di potere con i quali devi convivere. Manlio ti può proteggere dalle invidie dei piccoli, ma non certo da una troia come Nadia, che sino a quando non capirà che sei inoffensiva, non ti darà tregua.”
“Ma Daniela è con lei da mesi !”
“E’ vero come lo è che è una ragazza la cui famiglia è molto legata a certi ambienti, e che quindi a suo modo serva a Nadia per incrementare la sua clientela.”
“Va bene ma come dovrei comportarmi, insomma con Manlio è stato facile visto che sapevo come muovermi.”
“Semplice, tu falle capire che sei disponibile, il resto verrà da sé.”
Mentre tornavo a caso non riuscivo a smettere di chiedermi a quanti compromessi stavo scendendo per mandare avanti la mia carriera. Perchè se da un alto con Manlio non mi sentivo sporca, adesso dovevo andare a letto con una donna che non mi piaceva per nulla, solo per non farmi ostacolare da lei.
L’occasione per sistemare la situazione si presentò molto presto, nella sua forma più consueta : la preparazione dei fascicoli per una causa.
Non appena udii che lei e Daniela erano indietro con una documentazione, mi feci avanti offrendomi volontaria per fotocopiare e mettere in ordine tutte le carte necessarie.
Così mentre Daniela faceva avanti e indietro verso la fotocopiatrice, io rimasi nell’ufficio di Nadia a sistemare i documenti, stando sempre in piedi china sulla scrivania e sculettando ad ogni occasione.
Notai che lo sguardo di Nadia cambiò ben presto, passando dalla sua solita freddezza, ad uno molto più ‘interessato’ e poco discreto. Fingendo d’aiutarmi mi sfiorò diverse volte, ed io non feci mai nulla per allontanarmi, anzi sorridevo ad ogni contatto senza però diventare mai troppo provocante.
Solo quando ogni documento fu a posto, m’appoggiai col sedere sulla scrivania e alzai la gonna con la scusa di sistemarmi le autoreggenti.
Nadia non perse un secondo e s’avvicinò a me per passare un dito nella scollatura della mia camicetta, partendo dal colletto e fermandosi sopra il primo bottone che era ancora chiuso.
“Sei molto brava con i documenti.” mi disse quasi sfiorandomi col viso “Ma non credo che le tua abilità si fermino alle carte.”
“Troppo gentile, ho fatto solo un favore ad una maestra.” le risposi sorridendo ma senza spostarmi di un millimetro.
Lei mi aprì un paio di bottoni della mia camicetta, e quando vide che continuavo a rimanere immobile, slacciò quelli che erano ancora chiusi e scoprirmi quindi la pancia.
“Hai davvero un bel seno.” mi sussurrò all’orecchio.
Non potevo più rimanere ferma, così spostai la testa quel tanto che bastava per far sì che le nostre labbra si toccassero anche se per un solo attimo.
A quel punto Nadia non ebbe più freni, non solo fece passare una mano dietro la mia testa per potermi baciare con maggior calore, ma con l’altra mi scoprì un seno che divenne il centro delle sue attenzioni.
La sua bocca divenne quasi una ventosa sul mio capezzolo, che tirò tanto da farmi quasi male, anche se allo stesso tempo mi diede un brivido di piacere, che non potei nascondere. Poi iniziò a girarci intorno con la lingua, tenendolo però sempre fra due dita in modo che rimanesse turgido, finendo col salire con la bocca sino alla mia.
Questa volta il bacio che ci scambiammo fu molto più passionale, le nostre lingue si trovarono sospese per aria in un intreccio senza fine, mentre le mani scorrevano alla ricerca li lembi di pelle ancora da scoprire.
Quando le liberai un seno fui colpita dalla sua dimensione, tanto che sfiorai il capezzolo quasi con paura.
“Stai tranquilla che non scoppia.” mi disse ridacchiando.
Quasi per scusarmi della mia stupidità le presi ben in mano il seno ed iniziai a mordicchiare il capezzolo fingendomi affamata, ma non fu un gioco che durò a lungo.
Proprio quando avevo tolto del tutto camicetta e reggiseno a Nadia, arrivò Daniela col suo consueto passo da modella.
“Non ti posso proprio lasciare un minuto che subito mi tradisci.” disse la praticante subito prima di baciare Nadia. “Anche se la tua nuova amica non è proprio niente male.”
“In tre ci si diverte di più.” sentenziò Nadia aprendo la camicetta di Daniela “Senza dimenticare che so che Monica ti piace.”
Ci ritrovammo a spogliarci a vicenda baciandoci in bocca e sul seno, sino a quando Daniela non fece sdraiare Nadia sulla scrivania, che ormai aveva indosso solo le mutandine.
Mentre loro due continuavo a baciarsi, io sfilai l'ultimo capo d'intimo della donna per potermi dedicare alla sua passera. Per un attimo pensai che era la seconda volta in poco tempo, che mi ritrovavo davanti la fica di una donna ben più avanti negli anni di me, ma che in fondo tutto ciò non mi dava alcun imbarazzo.
Il monte di Venere di Nadia era però molto diverso da quello di Flora, non solo era completamente depilato, ma di dimensioni a dir poco notevoli, tanto da far apparire il mio poco più di una collina.
Mi bastò però far passare la lingua in mezzo alle sue gambe per far rientrare i miei pensieri al loro posto. Nadia infatti iniziò a gemere fin da subito senza badare in alcun modo al proprio contegno, facendo sì che i suoi mugolii fossero attenuati solo dai lussuriosi baci di Daniela.
L'atmosfera diventò subito incandescente tanto che mi ritrovai il perizoma leggermente bagnato, anche senza essermi mai toccata in alcun modo. Quando vidi Daniela iniziare a scendere con le sue labbra dalla bocca di Nadia verso la mia, aspettai quasi con ansia che le nostre lingue si toccassero, prima d'unirle per dare ancora più piacere al suo mentore.
Nadia sembrava sempre ad un passo dall'orgasmo, ma allo stesso tempo reclamava sempre più piacere.
“Fatemi godere mie piccole troie. Voglio di più !” ci disse quasi minacciandoci di chissà che.
Presi allora due dita e le infilai con una certa decisione nella passera della donna, seguita quasi subito da Daniela che fece la stessa azione. Nadia diventò per un attimo un blocco di marmo quasi sospeso per aria, prima di ritoccare la scrivania ed avere l'apice del piacere. Non appena il suo respiro si fece più regolare, e non ci volle stranamente molto, s'alzò quasi baldanzosa invitandomi a prendere il suo posto sulla scrivania, cosa che fece dopo essermi tolta il perizoma.
Mi ritrovai la lingua di Nadia che colpiva come una frusta la mia passera, e Daniela che mi baciava in bocca togliendomi il respiro. La ragazza però non volle rimanere solo attiva, così si mise sopra di me offrendomi la sua fica glabra. Riuscii però a darle ben poco piacere, perchè la sua bocca s'unì a quella di Nadia facendomi godere senza ritegno.
Le due infatti non solo si divertivano a leccarmi ogni anfratto intimo, ma quando si fermavano per scambiarsi i miei umori, mi masturbavano in modo quasi furibondo, una penetrandomi con diverse dita, e l'altra stringendomi il clito con i polpastrelli, per poi torcerlo il più possibile. Era fin troppo chiaro che non ero la prima donna a finire in mezzo ai loro giochi erotici, ma in fondo questo era l'ultimo dei miei pensieri, presa com'ero a godermi ogni singolo istante di quel rapporto.
Messa in mezzo a due amanti così scatenate, non impiegai molto a raggiungere il mio sospirato orgasmo, che non urlai solo perchè poggiai la bocca sulla fica di Daniela.
La ragazza reclamò ben presto ben altre attenzioni, così non mi rimase che scendere dalla scrivania per lasciarle il posto. Lei però non si sdraiò di schiena come avevamo fatto Nadia ed io, ma si girò offrendoci il suo bel culo.
Nadia non perse un attimo, ed iniziò a leccarle la fica da dietro, lasciando che io mi dedicassi all'entrata posteriore. Dopo aver fatto cadere un po' di saliva sull'ano, infilai una falange nel buchetto, per poi togliere il dito e sostituirlo con la lingua. Ripetei più volge il gioco sino a quando l'apertura non fu bel lubrificata, tanto da poter esser violata da due dita.
“Sei più perversa di quel che pensavo.” mi disse Nadia dopo avermi baciata.
Così stimolata continuai a sodomizzare Daniela senza però esser mai violenta, cercando anzi d'usare il più possibile la lingua al posto delle dita. Nadia invece non si fece alcun problema ad infilarle nella fica quasi tutta la mano, lasciando fuori solo il pollice, pur di far venire in fretta la sua assistente. Alla fine anche la ragazza ebbe l'orgasmo, che però la lasciò a lungo sulla scrivania, incapace di fare anche il minimo movimento.
“Sai dove abito ?” mi chiese Nadia mentre si rivestiva.
“Sì perchè ?”
“T'aspetto per continuare la serata, prima però mettete tutto a posto, così ho anche il tempo di prepararti una sorpresa.”
Senza dire altro l'avvocatessa si dileguò lasciandoci sole.
“Ma è sempre così stronza ?” chiesi alla mia collega un po' stizzita.
“Sì, ma non te la devi prendere. Non è stronza come sembra, solo si diverte a fare quel personaggio. Però ora datti una sistemata e va da lei, anche se non l'ha detto non vede l'ora d'averti senza di me.”
“E tu non dici nulla ?”
“E cosa ? Non sono certamente la sua donna, quindi di chi dovrei esser gelosa ? Tanto so che noi due stando qui dentro, prima o poi ci ritroveremo come siamo adesso, nude e appagate dopo un bel rapporto.”
Pensai che Daniela aveva in fondo ragione da vendere.
Perchè farsi troppi scrupoli per una serata di sesso, se questa alla fine risultava piacevole ?
Era davvero importante che con me a letto ci fosse una donna che poteva esser mia madre, se era in grado di farmi urlare nei momenti dell'orgasmo ?
Decisi così d'andare da Nadia con lo spirito più godereccio possibile, indossando sotto l'impermeabile solo l'intimo, e mettendo gonna e camicetta in un sacchetto.
Per mia fortuna quella sera non c'era una bava di vento e le strade erano quasi deserte, così non ebbi nessun problema ad arrivare a casa di Nadia senza dare scandalo.
Lei mi aprì la porta letteralmente fasciata in un miniabito verde smeraldo, che la rendeva quasi volgare, che mi fece subito comprendere la sua intenzione di non perdersi in chiacchiere.
“Ho preparato una piccola selezione d'oggetti che credo ti piaceranno.” mi disse mostrandomi una grossa scatola in legno posta al centro di un tavolino. “Dai aprila.”
Non appena sollevai il coperchio, uscii dalla mia bocca un piccolo sospiro dettato dalla sorpresa.
La scatola infatti conteneva diversi dildi dalle forme e materiali più diverse, e trovai perlomeno bizzarri quelli in plexiglas più ricurvi.
“Anch'io ho una piccola sorpresa per te.” le dissi togliendomi l'impermeabile e avvicinandomi alle sue labbra.
Ci baciammo con foga, mentre le sue mani quasi mi graffiavano la schiena, le mie le sollevarono l'abito, scoprendole così il culo nudo, che iniziai a palpare con forza.
Lei si sfilò l'abito mostrandomi nuovamente il suo fisico, un misto d'esuberanza naturale e cura maniacale per mantenerlo ad alto livello. Con la bocca scesi con tutta calma dalle sue labbra sino al monte di Venere, fermandomi poco su quelle tette che per lei erano certamente un vanto. Io però ero molto più attratta dalla sua passera, che più leccavo e più trovavo incredibile per la dimensione.
Passai la lingua su ogni poro di tanta magnificenza, senza mai usare le mani se non per tenerla aperta, succhiando quasi con avidità ogni liquido che usciva da quella fonte.
A differenza di quanto successo in ufficio, questa volta Nadia fu molto più lenta nel farsi travolgere dal piacere, ma ciò non fu affatto un problema, anzi ero felice di vederla godere con tutta calma.
“Ora scopami.” mi disse andandosi a sedere sul divano davanti al tavolino coi giochi erotici.
Non sapendo quel dildo prendere, scelsi quello che pensavo fosse più facile da usare, un tubo d'acciaio leggermente ricurvo, che terminava da un lato con una pallina e dall'altra con un cono senza punta.
Dopo essermi accucciata fra le sue cosce spalancate, le diedi due veloci colpi di lingua proprio nello spacco della passera, prima di penetrarla col dildo dal lato del cono. Non appena la punta del dildo iniziò la sua funzione di stimolazione, Nadia fu nuovamente incontenibile, tanto che feci non poca fatica a rimanere al mio posto. Soprattutto le cosce sembrava avessero una vita tutta loro tanto si muovevano apparentemente senza senso, finendo però quasi sempre con lo sbattermi contro.
Nonostante ciò mi divertivo parecchio nel far godere Nadia, forse proprio perchè durante l'amplesso si concedeva senza alcuna remora, prendendosi così tutto il piacere che la sua amante di turno le poteva regalare. Ogni tanto rallentavo i movimenti del dildo, compensando con lunghe passate di lingua dentro tutta la passera.
“Fammi venire, non resisto più !” mi disse quasi urlando.
Accelerai così la masturbazione col dildo sino a portarla alla soglia dell'orgasmo, a quel punto feci scivolare dall'alto dentro la sua fica il mio pollice, in modo da mettere il suo clito fra questi e il dildo stesso.
Nadia venne con tanta violenza che quasi schizzò il proprio piacere come un uomo, per poi rimanere senza fiato e forze sul divano. Io però non le diedi tempo di riprendersi, e senza toglierle il dildo dalla passera, mi misi al suo fianco ed iniziai a baciarla togliendole quel poco di respiro che ancora aveva.
“Non vuoi vedermi godere ?” le chiesi dopo averle pizzicato delicatamente un capezzolo
“E chi non lo vorrebbe.” mi rispose aprendomi le gambe e inginocchiarsi in mezzo a loro.
Lei non perse un solo istante in preliminari, ma si tuffò nel centro del mio piacere, prendendolo a colpi di lingua alternati a piccoli schiaffetti.
Mi persi subito fra sospiri e mormorii che ben riflettevano quanto stessi godendo, abbandonandomi completamente ad ogni sua voglia.
Nadia mi fece scivolare verso il basso quel tanto che bastava per avere libero accesso anche al mio ano, verso il quale rivolse le stesse attenzione che prima aveva avuta la mia fica.
“Ora chiudiamo questo buchetto così dopo ti scopo come meriti.” mi disse sodomizzandomi con un piccolo plug.
Quando poi prese uno strano dildo in plexiglas non molto grosso, ma dotato di moltissime piccole sporgenze, mi rilassai il più possibile quasi in trepida attesa di quella penetrazione.
Nadia non solo m'infilò tutto il dildo dentro con solo due affondi, ma dopo prese a farlo ruotare anche se di poco, facendo sì che le sporgenze di cui era dotato, strusciassero contro l'interno della mia fica, facendomi urlare dal piacere.
Adesso ero io a non pormi più alcun freno, arrivando quasi ad insultare Nadia pur di non farla smettere. Quando poi durante le sue corse il dildo veniva quasi a contatto col plug, era come ricevere una vera e propria scarica elettrica direttamente nel cervello.
Nadia fu davvero eccezionale nel prolungare al massimo il mio piacere, rallentando ogni volta che m'avvicinavo troppo all'orgasmo, ma quando fu il momento accelerò tanto la mano da farmi quasi male.
Rimanemmo a lungo senza dire una sola parola, sino a quando non m'alzai anche se ancora un po' tremante sulle gambe.
Come mi vide in piedi lei tornò ad essere la 'solita stronza' alla quale mi stavo abituando.
“Tieni il plug nel culo e rivestiti, per quel poco che hai da mettere, poi vattene a casa tua.”
Mi rimisi reggiseno e perizoma per poi coprirmi coll'impermeabile, pensando a dove avrei potuto mettermi anche gonna e camicetta che erano ancora in macchina.
“Ci si vede domani in ufficio.” mi disse prima di chiudermi fuori da casa sua.
Presi la macchina per dirigermi nel parcheggio di un piccolo centro commerciale vicino casa sua, e li rivestirmi per poter tornare a casa senza problemi. Percorrendo quei chilometri che mi separavano dal mio monolocale pensai se dovessi dire a Manlio quanto era successo. Da un lato lui mi aveva sempre detto che ero libera d'avere la vita sessuale che volevo, ma da un altro si trattava sempre di qualcosa che implicava il lavoro.
Decisi di mantenere il segreto, pur sapendo che con Nadia di mezzo non era certo che sarebbe rimasto tale.
Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
Lui provvedeva in maniera fin troppo discreta a tutte le mie piccole esigenze, compresa una piccola auto usata che mi regalò per permettermi di spostarmi meglio. Inoltre mi trovò, ma soprattutto mise mano al portafoglio per pagarlo, un piccolo appartamento, che era anche molto vicino al 'nostro' ufficio. Oltre al tempo in cui eravamo insieme per lavoro, e durante il quale non fu mai in alcun modo tenero, passavamo mediamente un paio di serate a casa sua, anche se non sempre finivamo a letto. Manlio era, infatti, un instancabile oratore, e sentirlo parlare delle sue cause era per me molto appagante, oltre che fonte d’apprendimento.
L’unica nota negativa era data dall’avvocato Nadia Panetta, detta anche ‘sua divorziosità’, una civilista che di fatto era una vera e propria cassa continua per lo studio, data la sua bravura nelle separazioni fra le coppie più facoltose di tutta la regione.
Nadia era il perfetto opposto di Manlio, una quarantenne fin troppo appariscente con due tette tanto grandi quanto finte, che sembrava comprare solo vestiti di una taglia inferiore per far risaltare ancor di più le sue forme. Trattava inoltre in modo davvero dittatoriale la sua assistente Daniela, una biondina tuttopepe, neolaureata come me che la seguiva come un cagnolino, sempre pronta ad esaudire ogni suo capriccio.
Quello che mi fu subito chiaro è che dovevo in qualche modo andar d’accordo anche con Nadia, vista la sua posizione di forza all’interno dello studio, anche se il solo vederla mi faceva venire il nervoso. Infatti a volte sembrava quasi che più che alle pratiche, pensasse a come mettermi in cattiva luce con Manlio, il quale non poteva certamente non darle ascolto, anche se quando eravamo soli quasi si scusava per aver dovuto darle ascolto.
Non sapendo a chi rivolgermi per un consiglio, decisi d’andare a trovare Flora, sperando che lei conoscesse qualche segreto su quella donna.
“Dagliela.”
La singola parola detta da Flora m’impietrì, ma in cuor mio sapevo che era difficile che quella donna potesse non aver ragione.
“Hai detto ?”
“Hai capito benissimo, e tieni presente che questa volta non chiedo nulla in cambio per quel che so. Nadia Panetta è una troia del tutto particolare, non si fa problemi se davanti ha un uomo o una donna, basta che siano giovani e disponibili. Le piace il sentirsi onnipotente, vedere gli altri che si sottomettono alle sue volontà, però non è una vera e propria dominatrice. Perchè in fondo vuole solo godere il più possibile, e si stanca fin troppo velocemente di chi si porta a letto.”
“Quindi se io ci vado a letto poi lei mi lascia vivere in pace ?” chiesi un po’ ingenuamente.
“Sì, perché dopo sarai solo l’ennesima tacca nel suo bastone delle conquiste. Vedi tu sei entrata in quello che non solo è uno studio legale, ma un insieme di centri di potere con i quali devi convivere. Manlio ti può proteggere dalle invidie dei piccoli, ma non certo da una troia come Nadia, che sino a quando non capirà che sei inoffensiva, non ti darà tregua.”
“Ma Daniela è con lei da mesi !”
“E’ vero come lo è che è una ragazza la cui famiglia è molto legata a certi ambienti, e che quindi a suo modo serva a Nadia per incrementare la sua clientela.”
“Va bene ma come dovrei comportarmi, insomma con Manlio è stato facile visto che sapevo come muovermi.”
“Semplice, tu falle capire che sei disponibile, il resto verrà da sé.”
Mentre tornavo a caso non riuscivo a smettere di chiedermi a quanti compromessi stavo scendendo per mandare avanti la mia carriera. Perchè se da un alto con Manlio non mi sentivo sporca, adesso dovevo andare a letto con una donna che non mi piaceva per nulla, solo per non farmi ostacolare da lei.
L’occasione per sistemare la situazione si presentò molto presto, nella sua forma più consueta : la preparazione dei fascicoli per una causa.
Non appena udii che lei e Daniela erano indietro con una documentazione, mi feci avanti offrendomi volontaria per fotocopiare e mettere in ordine tutte le carte necessarie.
Così mentre Daniela faceva avanti e indietro verso la fotocopiatrice, io rimasi nell’ufficio di Nadia a sistemare i documenti, stando sempre in piedi china sulla scrivania e sculettando ad ogni occasione.
Notai che lo sguardo di Nadia cambiò ben presto, passando dalla sua solita freddezza, ad uno molto più ‘interessato’ e poco discreto. Fingendo d’aiutarmi mi sfiorò diverse volte, ed io non feci mai nulla per allontanarmi, anzi sorridevo ad ogni contatto senza però diventare mai troppo provocante.
Solo quando ogni documento fu a posto, m’appoggiai col sedere sulla scrivania e alzai la gonna con la scusa di sistemarmi le autoreggenti.
Nadia non perse un secondo e s’avvicinò a me per passare un dito nella scollatura della mia camicetta, partendo dal colletto e fermandosi sopra il primo bottone che era ancora chiuso.
“Sei molto brava con i documenti.” mi disse quasi sfiorandomi col viso “Ma non credo che le tua abilità si fermino alle carte.”
“Troppo gentile, ho fatto solo un favore ad una maestra.” le risposi sorridendo ma senza spostarmi di un millimetro.
Lei mi aprì un paio di bottoni della mia camicetta, e quando vide che continuavo a rimanere immobile, slacciò quelli che erano ancora chiusi e scoprirmi quindi la pancia.
“Hai davvero un bel seno.” mi sussurrò all’orecchio.
Non potevo più rimanere ferma, così spostai la testa quel tanto che bastava per far sì che le nostre labbra si toccassero anche se per un solo attimo.
A quel punto Nadia non ebbe più freni, non solo fece passare una mano dietro la mia testa per potermi baciare con maggior calore, ma con l’altra mi scoprì un seno che divenne il centro delle sue attenzioni.
La sua bocca divenne quasi una ventosa sul mio capezzolo, che tirò tanto da farmi quasi male, anche se allo stesso tempo mi diede un brivido di piacere, che non potei nascondere. Poi iniziò a girarci intorno con la lingua, tenendolo però sempre fra due dita in modo che rimanesse turgido, finendo col salire con la bocca sino alla mia.
Questa volta il bacio che ci scambiammo fu molto più passionale, le nostre lingue si trovarono sospese per aria in un intreccio senza fine, mentre le mani scorrevano alla ricerca li lembi di pelle ancora da scoprire.
Quando le liberai un seno fui colpita dalla sua dimensione, tanto che sfiorai il capezzolo quasi con paura.
“Stai tranquilla che non scoppia.” mi disse ridacchiando.
Quasi per scusarmi della mia stupidità le presi ben in mano il seno ed iniziai a mordicchiare il capezzolo fingendomi affamata, ma non fu un gioco che durò a lungo.
Proprio quando avevo tolto del tutto camicetta e reggiseno a Nadia, arrivò Daniela col suo consueto passo da modella.
“Non ti posso proprio lasciare un minuto che subito mi tradisci.” disse la praticante subito prima di baciare Nadia. “Anche se la tua nuova amica non è proprio niente male.”
“In tre ci si diverte di più.” sentenziò Nadia aprendo la camicetta di Daniela “Senza dimenticare che so che Monica ti piace.”
Ci ritrovammo a spogliarci a vicenda baciandoci in bocca e sul seno, sino a quando Daniela non fece sdraiare Nadia sulla scrivania, che ormai aveva indosso solo le mutandine.
Mentre loro due continuavo a baciarsi, io sfilai l'ultimo capo d'intimo della donna per potermi dedicare alla sua passera. Per un attimo pensai che era la seconda volta in poco tempo, che mi ritrovavo davanti la fica di una donna ben più avanti negli anni di me, ma che in fondo tutto ciò non mi dava alcun imbarazzo.
Il monte di Venere di Nadia era però molto diverso da quello di Flora, non solo era completamente depilato, ma di dimensioni a dir poco notevoli, tanto da far apparire il mio poco più di una collina.
Mi bastò però far passare la lingua in mezzo alle sue gambe per far rientrare i miei pensieri al loro posto. Nadia infatti iniziò a gemere fin da subito senza badare in alcun modo al proprio contegno, facendo sì che i suoi mugolii fossero attenuati solo dai lussuriosi baci di Daniela.
L'atmosfera diventò subito incandescente tanto che mi ritrovai il perizoma leggermente bagnato, anche senza essermi mai toccata in alcun modo. Quando vidi Daniela iniziare a scendere con le sue labbra dalla bocca di Nadia verso la mia, aspettai quasi con ansia che le nostre lingue si toccassero, prima d'unirle per dare ancora più piacere al suo mentore.
Nadia sembrava sempre ad un passo dall'orgasmo, ma allo stesso tempo reclamava sempre più piacere.
“Fatemi godere mie piccole troie. Voglio di più !” ci disse quasi minacciandoci di chissà che.
Presi allora due dita e le infilai con una certa decisione nella passera della donna, seguita quasi subito da Daniela che fece la stessa azione. Nadia diventò per un attimo un blocco di marmo quasi sospeso per aria, prima di ritoccare la scrivania ed avere l'apice del piacere. Non appena il suo respiro si fece più regolare, e non ci volle stranamente molto, s'alzò quasi baldanzosa invitandomi a prendere il suo posto sulla scrivania, cosa che fece dopo essermi tolta il perizoma.
Mi ritrovai la lingua di Nadia che colpiva come una frusta la mia passera, e Daniela che mi baciava in bocca togliendomi il respiro. La ragazza però non volle rimanere solo attiva, così si mise sopra di me offrendomi la sua fica glabra. Riuscii però a darle ben poco piacere, perchè la sua bocca s'unì a quella di Nadia facendomi godere senza ritegno.
Le due infatti non solo si divertivano a leccarmi ogni anfratto intimo, ma quando si fermavano per scambiarsi i miei umori, mi masturbavano in modo quasi furibondo, una penetrandomi con diverse dita, e l'altra stringendomi il clito con i polpastrelli, per poi torcerlo il più possibile. Era fin troppo chiaro che non ero la prima donna a finire in mezzo ai loro giochi erotici, ma in fondo questo era l'ultimo dei miei pensieri, presa com'ero a godermi ogni singolo istante di quel rapporto.
Messa in mezzo a due amanti così scatenate, non impiegai molto a raggiungere il mio sospirato orgasmo, che non urlai solo perchè poggiai la bocca sulla fica di Daniela.
La ragazza reclamò ben presto ben altre attenzioni, così non mi rimase che scendere dalla scrivania per lasciarle il posto. Lei però non si sdraiò di schiena come avevamo fatto Nadia ed io, ma si girò offrendoci il suo bel culo.
Nadia non perse un attimo, ed iniziò a leccarle la fica da dietro, lasciando che io mi dedicassi all'entrata posteriore. Dopo aver fatto cadere un po' di saliva sull'ano, infilai una falange nel buchetto, per poi togliere il dito e sostituirlo con la lingua. Ripetei più volge il gioco sino a quando l'apertura non fu bel lubrificata, tanto da poter esser violata da due dita.
“Sei più perversa di quel che pensavo.” mi disse Nadia dopo avermi baciata.
Così stimolata continuai a sodomizzare Daniela senza però esser mai violenta, cercando anzi d'usare il più possibile la lingua al posto delle dita. Nadia invece non si fece alcun problema ad infilarle nella fica quasi tutta la mano, lasciando fuori solo il pollice, pur di far venire in fretta la sua assistente. Alla fine anche la ragazza ebbe l'orgasmo, che però la lasciò a lungo sulla scrivania, incapace di fare anche il minimo movimento.
“Sai dove abito ?” mi chiese Nadia mentre si rivestiva.
“Sì perchè ?”
“T'aspetto per continuare la serata, prima però mettete tutto a posto, così ho anche il tempo di prepararti una sorpresa.”
Senza dire altro l'avvocatessa si dileguò lasciandoci sole.
“Ma è sempre così stronza ?” chiesi alla mia collega un po' stizzita.
“Sì, ma non te la devi prendere. Non è stronza come sembra, solo si diverte a fare quel personaggio. Però ora datti una sistemata e va da lei, anche se non l'ha detto non vede l'ora d'averti senza di me.”
“E tu non dici nulla ?”
“E cosa ? Non sono certamente la sua donna, quindi di chi dovrei esser gelosa ? Tanto so che noi due stando qui dentro, prima o poi ci ritroveremo come siamo adesso, nude e appagate dopo un bel rapporto.”
Pensai che Daniela aveva in fondo ragione da vendere.
Perchè farsi troppi scrupoli per una serata di sesso, se questa alla fine risultava piacevole ?
Era davvero importante che con me a letto ci fosse una donna che poteva esser mia madre, se era in grado di farmi urlare nei momenti dell'orgasmo ?
Decisi così d'andare da Nadia con lo spirito più godereccio possibile, indossando sotto l'impermeabile solo l'intimo, e mettendo gonna e camicetta in un sacchetto.
Per mia fortuna quella sera non c'era una bava di vento e le strade erano quasi deserte, così non ebbi nessun problema ad arrivare a casa di Nadia senza dare scandalo.
Lei mi aprì la porta letteralmente fasciata in un miniabito verde smeraldo, che la rendeva quasi volgare, che mi fece subito comprendere la sua intenzione di non perdersi in chiacchiere.
“Ho preparato una piccola selezione d'oggetti che credo ti piaceranno.” mi disse mostrandomi una grossa scatola in legno posta al centro di un tavolino. “Dai aprila.”
Non appena sollevai il coperchio, uscii dalla mia bocca un piccolo sospiro dettato dalla sorpresa.
La scatola infatti conteneva diversi dildi dalle forme e materiali più diverse, e trovai perlomeno bizzarri quelli in plexiglas più ricurvi.
“Anch'io ho una piccola sorpresa per te.” le dissi togliendomi l'impermeabile e avvicinandomi alle sue labbra.
Ci baciammo con foga, mentre le sue mani quasi mi graffiavano la schiena, le mie le sollevarono l'abito, scoprendole così il culo nudo, che iniziai a palpare con forza.
Lei si sfilò l'abito mostrandomi nuovamente il suo fisico, un misto d'esuberanza naturale e cura maniacale per mantenerlo ad alto livello. Con la bocca scesi con tutta calma dalle sue labbra sino al monte di Venere, fermandomi poco su quelle tette che per lei erano certamente un vanto. Io però ero molto più attratta dalla sua passera, che più leccavo e più trovavo incredibile per la dimensione.
Passai la lingua su ogni poro di tanta magnificenza, senza mai usare le mani se non per tenerla aperta, succhiando quasi con avidità ogni liquido che usciva da quella fonte.
A differenza di quanto successo in ufficio, questa volta Nadia fu molto più lenta nel farsi travolgere dal piacere, ma ciò non fu affatto un problema, anzi ero felice di vederla godere con tutta calma.
“Ora scopami.” mi disse andandosi a sedere sul divano davanti al tavolino coi giochi erotici.
Non sapendo quel dildo prendere, scelsi quello che pensavo fosse più facile da usare, un tubo d'acciaio leggermente ricurvo, che terminava da un lato con una pallina e dall'altra con un cono senza punta.
Dopo essermi accucciata fra le sue cosce spalancate, le diedi due veloci colpi di lingua proprio nello spacco della passera, prima di penetrarla col dildo dal lato del cono. Non appena la punta del dildo iniziò la sua funzione di stimolazione, Nadia fu nuovamente incontenibile, tanto che feci non poca fatica a rimanere al mio posto. Soprattutto le cosce sembrava avessero una vita tutta loro tanto si muovevano apparentemente senza senso, finendo però quasi sempre con lo sbattermi contro.
Nonostante ciò mi divertivo parecchio nel far godere Nadia, forse proprio perchè durante l'amplesso si concedeva senza alcuna remora, prendendosi così tutto il piacere che la sua amante di turno le poteva regalare. Ogni tanto rallentavo i movimenti del dildo, compensando con lunghe passate di lingua dentro tutta la passera.
“Fammi venire, non resisto più !” mi disse quasi urlando.
Accelerai così la masturbazione col dildo sino a portarla alla soglia dell'orgasmo, a quel punto feci scivolare dall'alto dentro la sua fica il mio pollice, in modo da mettere il suo clito fra questi e il dildo stesso.
Nadia venne con tanta violenza che quasi schizzò il proprio piacere come un uomo, per poi rimanere senza fiato e forze sul divano. Io però non le diedi tempo di riprendersi, e senza toglierle il dildo dalla passera, mi misi al suo fianco ed iniziai a baciarla togliendole quel poco di respiro che ancora aveva.
“Non vuoi vedermi godere ?” le chiesi dopo averle pizzicato delicatamente un capezzolo
“E chi non lo vorrebbe.” mi rispose aprendomi le gambe e inginocchiarsi in mezzo a loro.
Lei non perse un solo istante in preliminari, ma si tuffò nel centro del mio piacere, prendendolo a colpi di lingua alternati a piccoli schiaffetti.
Mi persi subito fra sospiri e mormorii che ben riflettevano quanto stessi godendo, abbandonandomi completamente ad ogni sua voglia.
Nadia mi fece scivolare verso il basso quel tanto che bastava per avere libero accesso anche al mio ano, verso il quale rivolse le stesse attenzione che prima aveva avuta la mia fica.
“Ora chiudiamo questo buchetto così dopo ti scopo come meriti.” mi disse sodomizzandomi con un piccolo plug.
Quando poi prese uno strano dildo in plexiglas non molto grosso, ma dotato di moltissime piccole sporgenze, mi rilassai il più possibile quasi in trepida attesa di quella penetrazione.
Nadia non solo m'infilò tutto il dildo dentro con solo due affondi, ma dopo prese a farlo ruotare anche se di poco, facendo sì che le sporgenze di cui era dotato, strusciassero contro l'interno della mia fica, facendomi urlare dal piacere.
Adesso ero io a non pormi più alcun freno, arrivando quasi ad insultare Nadia pur di non farla smettere. Quando poi durante le sue corse il dildo veniva quasi a contatto col plug, era come ricevere una vera e propria scarica elettrica direttamente nel cervello.
Nadia fu davvero eccezionale nel prolungare al massimo il mio piacere, rallentando ogni volta che m'avvicinavo troppo all'orgasmo, ma quando fu il momento accelerò tanto la mano da farmi quasi male.
Rimanemmo a lungo senza dire una sola parola, sino a quando non m'alzai anche se ancora un po' tremante sulle gambe.
Come mi vide in piedi lei tornò ad essere la 'solita stronza' alla quale mi stavo abituando.
“Tieni il plug nel culo e rivestiti, per quel poco che hai da mettere, poi vattene a casa tua.”
Mi rimisi reggiseno e perizoma per poi coprirmi coll'impermeabile, pensando a dove avrei potuto mettermi anche gonna e camicetta che erano ancora in macchina.
“Ci si vede domani in ufficio.” mi disse prima di chiudermi fuori da casa sua.
Presi la macchina per dirigermi nel parcheggio di un piccolo centro commerciale vicino casa sua, e li rivestirmi per poter tornare a casa senza problemi. Percorrendo quei chilometri che mi separavano dal mio monolocale pensai se dovessi dire a Manlio quanto era successo. Da un lato lui mi aveva sempre detto che ero libera d'avere la vita sessuale che volevo, ma da un altro si trattava sempre di qualcosa che implicava il lavoro.
Decisi di mantenere il segreto, pur sapendo che con Nadia di mezzo non era certo che sarebbe rimasto tale.
Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
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